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Disputato oggi sugli altipiani di Lavarone e Luserna il 3° ed ultimo "Bike & Trekking" del 2015, con due suggestivi itinerari fra le fortezze della "Grande Guerra". Discreta adesione per il tracciato bike (12), mentre per il trekking solo 3 soci erano al via! Per l'anno prossimo annunciata una "rivoluzione" in seno al Club ... |
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i presenti |
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OSPITI |
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la cronaca |
22/08/2015. E' stato disputato oggi sugli altipiani di Lavarone e Luserna il 3° ed ultimo "Bike & Trekking" in programma per il 2015. Mentre i trekker (solo in 3 ...) hanno affrontato il bell'anello denominato "Lavarone Trekking", i biker erano attesi da un impegnativo tour sul rinomato tracciato "100 km dei forti", che collega fra loro le varie fortezze, ma anche altri siti storici risalenti all'epoca della "Grande Guerra", nei comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna, che nel tremendo conflitto 1914/18 si vennero a trovare proprio sulla linea del fronte.
Noi oggi abbiamo percorso metà del tracciato (circa 50 km), in particolare la parte che abbraccia le zone di Lavarone, Luserna e Altopiano del Vezzena (che in realtà, dal punto di vista amministrativo, ricade sotto il Comune di Levico).
Il gruppo - composto da 12 biker e da soli 3 trekker - si è ritrovato attorno alle 8:15 in loc. Le Palù a Cappella, una delle oltre venti frazioni che compongono il comune sparso di Lavarone.
I biker hanno inforcato le bici verso le 8:30, raggiungendo il vicino abitato di Nicolussi, per poi scendere ai "Masi Sotto". Da lì è stata imboccata una stradina a fondo erboso che più avanti è diventata assai più tecnica (con sassi e radici) e che attraversando un bel bosco di faggi ha portato fino al Lago di Lavarone. Dopo aver compiuto il giro del piccolo specchio d'acqua, si è proseguito verso ovest, costeggiando le pendici del Monte Rust (dove si trovano i resti dell'osservatorio militare austriaco, costruito proprio sulla sommità del rilievo, in posizione panoramica sull'altopiano) ed entrando nella parte più orientale del Comune di Folgaria, interessato solo marginalmente dal nostro itinerario.
Raggiunto l'abitato di Carbonare, infatti, si è virato nuovamente verso est, scendendo in alcuni bei prati a valle della strada statale e rientrando in breve nel territorio del comune di Lavarone. Non senza difficoltà e con velocità media assai ridotta per via del fondo molto tecnico (caratteristica dell'intera prima parte dell'itinerario), si è giunti a Virti (fraz. di lavarone), dove è stato trovato il primo dei numerosi siti storici interessati dal nostro tour: il Comando Militare Austriaco. Si tratta di un complesso realizzato nella roccia, scavando il ventre di un rilievo, il cui aspetto esterno, per ovvi motivi, era rimasto inalterato, mentre nella pancia nascondeva una serie di locali, magazzini, uffici. Il Comando - che era ubicato nelle immediate retrovie rispetto alla linea del fronte era collegato con tutti i forti dislocati sull'altopiano e da qui - immaginiamo - partivano gli ordini e le disposizioni a tutti i comandanti delle fortezze.
Dopo la visita al Comando, i biker hanno proseguito nel bosco in direzione est, fino a raggiungere l'abitato di Lanzino e, poco più avanti, quello di Stengheli. Sempre alternando tratti nel bosco a tratti erbosi nei verdi prati ai lati della strada statale, si è quindi giunti a Bertoldi e da lì a Slaghenaufi, dove è stato visitato il 2° sito storico: il cimitero di guerra ed i resti dell'ospedale maltese. L'ospedale venne realizzato dall'Ordine di Malta sulle pendici del Monte Cimone, con dei terrazzi artificiali disposti su più livelli, che ospitavano le varie costruzioni (in legno). C'era anche un'attrezzata unità di chirurgia, gestita da personale medico altamente specializzato. A valle dell'ospedale c'è il cimitero, che ospita 748 caduti, ricordati con delle croci di legno sulle quali è attaccata una piastra metallica con il nome del soldato e la relativa data di morte.
Dopo la visita al cimitero, il gruppo ha proseguito il tour sempre in direzione est, incontrando finalmente un bel tratto di strada sterrata scorrevole, che ha condotto fino a Monterovere, dove sbuca la Kaiserjagerweg, ovvero l'ardita strada che con una serie di tornanti sale da Caldonazzo all'Altopiano del Vezzena, "scalando" un ripidissmo versante roccioso. Da Montrovere - dopo un brevissimo tratto su strada - si è tornati nel bosco per fino sotto le pendici del Pizzo di Levico, per poi risalire nei pascoli di Busa Verle, dove si trova il 3° sito storico da noi visitato: il Forte Verle. Ridotto maluccio sia dai bombardamenti che dall'opera di recupero del materiale (in particolare il ferro) nel dopo-guerra, oltre chea da un secolo di intemperie, Forte Verle non è visitabile al suo interno, per pericolo di crolli, ma è visibile solo da fuori.
Da Forte Verle si è proseguito su strada asfaltata, scendendo a Passo Vezzena. Qui si è proseguito sulla strada per Luserna, abbandonata poco dopo per deviare sulla sinistra ed imboccare la strada sterrata che passando nei pressi di Malga Bisson scende verso sud, in direzione del Veneto. Più avanti c'è stato anche uno sconfinamento in provincia di Vicenza, nella parte più meridionale del tour, e la sosta per il pranzo (panini sul prato, al sole) è stata fatta a Malga Croere, nel vicentino.
Dopo la mezzora di sosta, si è ripreso a pedalare, in salita, verso l'altura che sovrasta l'abitato di Luserna. Qui è stato incontrato dapprima l'avamposto ovest (un piccolo forte dal quale si teneva d'occhio la strada che sale dalla valle sottostante) e poi, sulla sommità, Forte Campo Luserna, dalla caratteristica forma triangolare. Il forte, che è stato realizzato "in trincea", ovvero scavando la sommità della montagna ed incassandovi la struttura, così non visibile dal nemico, è al momento sottoposto a restauro ed è quindi inaccessibile.
Da Forte Campo, che era anche il GPM odierno (m.1545), si è scesi verso l'ampia conca erbosa di Millegrobbe, per poi proseguire nel bosco - sempre sul tracciato della "100 km dei forti" - fino a Malga Laghetto, nei pressi di Monterovere. Da lì, seguendo la strada per Lavarone, si è saliti fino allo scollinamento, per poi scendere ne bosco, su una veloce strada forestale che ha condotto all'ultimo sito storico della giornata: Forte Belvedere. Si tratta del forte meglio conservato dell'Altopiano, sede di un museo dedicato alla Grande Guerra e visitabile fin nelle sue viscere: lo facemmo lo scorso anno, quando l'uscita venne annullata a causa della pioggia e rinviata a questa stagione (qui le foto). Quest'anno ci siamo limitati ad una visita esterna, per poi risalire in sella ed ultimare il tour con il rientro a Cappella di Lavarone.
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Ora l'appuntamento con la prossima uscita ufficiale (un trekking) è fissato per il 5 settembre, quando i Rinco saliranno sul Pasubio per un latro itinerario storico della Grande Guerra: il Dente Austriaco e il Dente Italiano.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi 50 km, mentre il dislivello superato è stato di oltre 1.300 metri. L'altimetria è - come si dice in questi casi - molto nervosa, con un continuo alternarsi di salite e discese, spesso molto brevi. L'unica salita lunga è quella che porta a Forte Verle: 7 km, con circa 300 m. di dislivello. GPM a Forte Campo Luserna (m.1545).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in
formato kml del tracciato MTB |
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le immagini |
1. tratto Cappella-Carbonare
Il ritrovo (alle 8:150) è Lavarone-Cappella, vicino al
Parco Le Palù
Verso le 8:30 il gruppo si avvia
Si raggiunge subito il vicino abitato di Nicolussi,
una delle oltre 20 frazioni che compongono Lavarone
Da Nicolussi scendiamo verso i Masi di Sotto
Utilizziamo una bella strada con fondo erboso,
delimitata da antichi muri a secco
Arriviamo ai Masi di Sotto. Qui siamo "ai Birti"
Sempre utilizzando le vecchie strade sterrate,
proseguiamo verso ovest
In alcuni punti, con le foglie gialle a terra, sembra
già autunno ...
Il tracciato è un continuo sali-scendi
Molti - nella prima parte - i tratti tecnici (radici e
sassi) che costringono a scendere di sella per qualche metro
Cipollino riesce a cadere anche in salita !
E allora è meglio proseguire a piedi (anche perchè ...
guarda che fondo sassoso!)
Si prosegue verso il lago di Lavarone
Altra antica strada, con i muri a secco ormai rovinati
dal tempo
Arriviamo al lago, posto in una conca sotto l'abitato
di Chiesa (visibile sullo sfondo, in alto)
Imbocchiamo la passeggiata lungo-lago, lastricata di
porfido
Compiamo il giro del piccolo specchio d'acqua
La passeggiata si trova proprio a due passi dall'acqua
Proseguiamo sulla comoda stradina bianca
Entriamo in una zona d'ombra, per via della fitta
vegetazione
La strada lungolago è interrotta per lavori e così
dobbiamo salire su un ripido sentierino ...
Un'ultima occhiata ala lago, prima di proseguire
Imbocchiamo una comoda stradina con fondo in ghiaino
Ora si va verso Folgaria
Più a valle la strada diventa erbosa
Si pedala molto all'ombra, visto che in questa prima
parte si sta spesso nel bosco ...
Un'altra rampa con fondo misto sassi-radici
I Rinco alle prese con l'ennesimo tratto tecnico
In un bel faggeto prima di scendere verso Carbonare
Una sosta per ricompattare le fila
Walander impegnato nella discesa che porta all'abitato
di Carbonare
Eccoci a Carbonare, comune di Folgaria. E' il punto
più a ovest del nostro tour
2. tratto Carbonare-Passo Vezzena
Da Carbonare imbocchiamo una bella strada bianca,
ritornando verso est
La strada scende in alcuni bei prati, con vista sulla
Vigolana
Oggi, però, la Vigolana ha ... la testa fra le nuvole!
Dopo la discesa arriva sempre la salita ...
Percorriamo un tratto a bordo della statale, protetto
da alte staccionate in legno
Si ritorna nei boschi
Altro scollinamento, uno dei tanti in questo giro
dall'altimetria molto nervosa
Non sono mancati i tratti tecnici, specie nella prima
parte, con sassi e radici
Nonostante le piogge recenti, poco fango grazie al
drenaggio del terreno nel bosco
Big Bobby in un tratto particolarmente sassoso
Esercizi da .. Merdatleta !
Per evitare sassi e radici si va alla ricerca della
traiettoria migliore, procedendo a zig-zag
Una ripida rampetta cementata
Arriviamo all'ex Comando Militare Austriaco, nei
pressi dell'abitato di Virti
Entriamo in quello che era uno dei punti nevralgici
della zona, collegato con tutti i forti dell'altopiano.
Per non essere individuato e per proteggersi dai bombardamenti, era ricavato in
un rilievo di roccia
I resti di quelli che dovevano essere gli uffici del
Comando
Sui lati, nella roccia, vi sono numerosi tunnel, che
servivano come magazzini e camerate
Usciamo dal Comando per proseguire il nostro tour
Riprendiamo a pedalare sulla comoda ex strada militare
Più avanti incontriamo un tratto su erba
Una delle caratteristiche di questo bell'itinerario è
infatti la grande varietà del tracciato
Dall'erba si passa nuovamente ad antiche stradine con
muri a secco
Nel frattempo siamo rientrati nel Comune di Lavarone.
Qui arriviamo alla frazione di Stengheli
Dopo tanta ombra nel bosco, pedaliamo un po' al sole!
Subito dopo l'abitato, di nuovo nel bosco, su una
vecchia strada con tratti dell'antica pavimentazione
E anche qui si procede a zig-zag, cercando la
traiettoria più comoda
Come trasformare in opera d'arte un ceppo
d'albero colpito da un fulmine
Arriviamo a Bertoldi e ne approfittiamo per il
rabbocco borracce
Riprendiamo a pedalare, ancora su erba
Alterniamo in continuazione tratti in pieno sole, nei
pascoli, a tratti in ombra, come in questo faggeto
Per Cipollino è tutto OK
Stiamo per arrivare a Slaghenaufi
Eccoci a Slaghenaufi, altra piccola frazione
lavaronese
Dal paese al cimitero militare ci sono circa 300
metri, ma su una ripida rampa lastricata
Arriviamo al cimitero e tiriamo il fiato dopo il
rampone
Qui riposano 748 caduti austriaci
Il cartello con la quota altimetrica
Sopra il cimitero c'era anche l'ospedale maltese,
realizzato su numerosi terrazzamenti artificiali disposti
lungo il pendio del rilievo, sui quali erano costruiti gli edifici in legno, ora
completamente scomparsi.
Il piccolo borgo di Slaghenaufi, visto dal cimitero
Dopo la breve visita, si ritorna in sella
Si torna a pedalare, seguendo la traccia nell'erba
Walander in the green
Poco più avanti imbocchiamo una delle numerose strade
bianche, che costituivano un fitto reticolo
di viabilità militare, realizzato dagli austriaci al tempo della fortificazione
degli altipiani (inizio '900)
Dopo i numerosi tratti tecnici, dove l'incedere era
rallentato da e sassi radici, qui si va via in scioltezza
Arriviamo al punto di scollinamento
Ora inizia una bella discesa, dove lasciamo correre le
nostre mtb
Il Prof, al rientro dopo la caduta di fine giugno
Arriviamo in fondo alla discesa, dove c'è un
ponticello in legno sul ruscello
Ora inizia la salita, la più lunga del tour (7 km) che
ci porterà nei prati di Busa Verle
Una salita fortunatamente comoda, sempre su strada
bianca
Il passaggio ad un tornante
Bancomat sfila fra gli alberi
Un breve tratto in falsopiano, ad interrompere
l'ascesa continua
Di nuovo in salita, anche se con pendenza moderata
Il Prof seguito da Giorgio, che dopo l'esperienza
della Vecia Ferovia si è unito ancora una volta al gruppo
Ormai manca poco. Infatti siamo sotto le pendici del
Pizzo di Levico, che domina la conca di Busa Verle
Arriviamo a Busa Verle, dove troviamo l'omonimo forte
austriaco, inaccessibile per pericolo di crolli
Anche qui una breve sosta per ammirare l'imponente
struttura in cemento armato, usurata dal tempo
Si torna in sella, questa volta su asfalto, per
scendere al vicino Passo Vezzena
Ed eccoci a Passo Vezzena (siamo nel comune di Levico)
3. tratto Passo Vezzena-Millegrobbe
La ripartenza da Passo Vezzena
Imbocchiamo la strada per Luserna
Dopo circa 500 metri, si svolta a sinistra, al bivio
di malga Bisson
In cielo, strani giochi di nuvole (ma zero pioggia !)
Inizia una nuova discesa
Una "tifosa" a bordo strada ...
Si sfreccia nei pascoli, lasciando correre le bici
sulla comoda strada bianca
Ora stiamo andando verso sud e tra un po' sconfineremo
in Veneto
Un tratto di strada lastricata con pietra bianca
locale
Passiamo in un vecchio villaggio, con case di legno e
pietra
Oltrepassiamo il piccolo nucleo di case e proseguiamo
La discesa prosegue ...
Nel frattempo abbiamo passato il confine fra le
province di Trento e Vicenza
Si sfreccia in discesa
Giunti al punto più basso, riprende la salita
Una sosta per ricompattare le fila
Tornante dopo tornante, riguadagniamo quota
Nel frattempo si è fatta ora di pranzo e siamo alla
ricerca di un posto adatto per la sosta ...
Trovato un bel prato al sole, a malga Croiere, si
"parcheggiano" le bici e ...
Si mangia !
Il pranzo è servito ...
CARRELLATA DI GANASCE IN AZIONE ...
Ora che ci siamo rifocillati e riposati ... si riparte
La salita prosegue
Attraversiamo bellissimi pascoli, costeggiati da abeti
e larici
Stiamo tornando verso nord, dopo aver "virato" nel
unto più meridionale del tour, sopra la Val d'Astico
E anche qui si alternano tratti boscosi a tratti in
pieno sole
Il rientro in Trentino. Questo, cento anni fa, era un
confine di Stato (Italia/Austria)
Si prosegue verso Luserna
Cipollino "scorta" Giorgio, che ha vacillato ma non ha
mai mollato. Grande !
L'arrivo a Malga campo
Qui facciamo una breve sosta per il caffè
Presso la malga vi sono alcune raffigurazioni relative
alla "Grande Guerra"
Dalla malga saliamo verso la sommità di Cima campo
Questo è un tunnel di collegamento per raggiungere
l'avamposto est (Viaz)
Poco più in là c'è l'Oberwiesen, l'avamposto
ovest, che faceva parte della struttura di Forte Cima Campo
L'avamposto è affacciato su Luserna e sulla Val d'Astico
Anche qui, come a Malga Campo, vi sono delle
raffigurazioni metalliche che narrano storie vere, storie di
guerra e di post-guerra, come quella di un'abitante di Luserna ritornata a casa
dopo il conflitto (era stata
evacuata nelle baraccopoli, in Repubblica Ceca) e ritrova il suo paese
completamente raso al suolo ...
Lo stesso luogo venne visitato l'anno scorso, durante una ciaspolata. Notare
l'altezza della neve, con
la grande croce e la raffigurazione della donna che sono semi-nascoste dal manto
bianco ...
Entriamo nel piccolo forte
Gli spessi muri di cemento armato iniziano a risentire
dell'usura secolare ...
L'avamposto visto da sotto
Lasciamo l'avamposto ovest e ci dirigiamo verso Forte
Cima Campo
Percorriamo la comoda strada bianca che sale sulla
sommità del colle
Ecco il forte, che in questo periodo è inaccessibile
per via di alcuni lavori di restauro
Il forte, ricavato "in trincea", cioè scavando la
sommità della collina, ha una forma triangolare
Il pannello descrittivo dell'opera
La impalcature dei lavori. Si sta realizzando una
copertura per prevenire l'usura delle intemperie
Da Forte Cima Campo ritorniamo indietro sulla stessa
strada
Scendiamo nell'ampia conca prativa di Millegrobbe
Qui l'inverno è un paradiso dello sci di fondo
L'estate, invece, i prati sono dedicati al pascolo
Attraversiamo la spianata
Ed arriviamo a Malga Millegrobbe
4. tratto Millegrobbe-Cappella
Da malga Millegrobbe, dopo un breve tratto di strada
asfaltata, imbocchiamo una strada nel bosco sulla sx
La strada scende verso valle, con alcuni tornanti
Tornante dopo tornante, perdiamo quota
Il fondo è compatto e scorrevole e ... basta lasciar
andare la bici
In breve arriviamo alla strada che da Monterovere
porta verso Luserna
Proseguiamo oltre, imboccando un'altra strada sterrata
che scende verso Malga Laghetto
A malga Laghetto troviamo una fontana dove riempire le
borracce
Lasciamo Malga Laghetto
Imbocchiamo la strada che porta a Lavarone
Percorriamo un tratto sulla strada asfaltata
Poi, più avanti, lasciamo la strada e imbocchiamo la
sterrata che ci porterà a Forte Belvedere
La strada si infila in una fitta faggeta
Con le prime foglie cadute a terra, ci sono anche qui
le prime avvisaglie d'autunno ?
Scendiamo veloci verso Forte Belvedere
Ed eccoci arrivati all'ultimo sito storico di oggi
A differenza degli altri, Forte Belvedere è
perfettamente conservato e visitabile
Ci facciamo un giro sull'esterno
Una delle cupole corazzate d'acciaio (in realtà si
tratta di una copia in cemento, perchè quelle originali
vennero asportate nel dopo-guerra, per riutilizzare il materiale), che erano
rotanti e contenevano un obice
Il fossato che separava la zona affacciata sul fronte
da quella dove si trovavano gli alloggi e i servizi
Per facilitare le visite, è stata realizzata una
passerella sul fossato
Rinco in versione turisti
Ci spostiamo sul lato nord, quello che era opposto al
fronte. Se il nemico vedeva solo della roccia, da
questa parte c'era invece la facciata in muratura, con le finestre dei vari
locali (uffici, camerate, servizi, ...)
Un cannone di produzione Skoda. La più antica casa
automobilistica d'Europa, che si trova in Rep.Ceca
(all'epoca facente parte dell'Impero Austriaco), venne riconvertita a produzione
bellica durante la guerra
Foto di gruppo
Una panoramica di Forte Belvedere, lato nord
Lasciamo il forte per rientrare a Cappella
Imbocchiamo la vecchia strada militare che dal paese
portava al forte
I muretti sono ancora gli stessi, dopo oltre 100 anni
...
Usciamo sulla strada asfaltata e procediamo in leggera
salita
Il gruppo procede ... per l'ultimo km
Arriviamo a Cappella
Scendiamo nel parco Le Palù
Il parco si trova in una conca dove, come si può
intuire dal toponimo, c'era una zona paludosa
Infatti al centro della conca è stato ricavato un
piccolo laghetto
Costeggiamo lo specchio d'acqua, per risalire dal lato
opposto del parco
Risaliti dall'altro lato, ci dirigiamo verso il paese
Ed eccoci alla conclusione del tour. Faticoso ma molto
bello ed appagante !
Grazie a tutti e ... |
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alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |