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Visita a Forte Belvedere
Lavarone (TN). Doveva disputarsi oggi - sugli Altipiani Cimbri - il terzo ed ultimo "Bike & Trekking" della stagione 2014. Doveva, perchè purtroppo il maltempo ha costretto ad annullare l'appuntamento, che verrà recuperato - tempo permettendo - la prossima settimana.
Nel centenario dello scoppio della 1ª Guerra Mondiale, anche questa uscita - come già accaduto in altre precedenti occasioni e come accadrà ancora nel prosieguo della stagione - era stata programmata in una zona che all'epoca del conflitto venne interessata dalle operazioni belliche. Si tratta dei vasti altipiani Cimbri, negli odierni comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna, che all'epoca della "Grande Guerra" si vennero a trovare sulla linea del fronte sud-orientale. Numerosissime sono le testimonianze di quel periodo, dalla viabilità (molte strade forestali sono ricavate dalle vecchie strade militari), ai manufatti, primi fra tutti i numerosi forti - sia austriaci che italiani - alcuni dei quali ridotti a ruderi, altri in ottimo stato di conservazione.
Il meglio conservato di tutti - anche perchè sottratto all'opera dei c.d. "recuperanti" (che nel dopo-guerra smantellarono tutte le fortezze per recuperare il ferro, necessario nelle opere di ricostruzione) - è Forte Belvedere a Lavarone, oggi sede del Museo della Guerra. Costruito fra il 1908 e il 1912 dal Genio militare austriaco, su uno sperone roccioso affacciato sul Valdastico, Forte Belvedere aveva il motto di "Per Trento basto io!", a voler sottolineare che per difendere il capoluogo del Tirolo italiano era sufficiente l'imponente fortezza di Lavarone.
E così, visto che la giornata piovosa non consentiva l'effettuazione delle due uscite di bike e trekking originariamente previste, si è deciso di dare una volta storico-culturale alla giornata, andando a visitare il forte austriaco. Ecco le suggestive immagini ...
(per maggiori info: www.fortebelvedere.org)
Il ritrovo a Lavarone ...
Verso le 9:00 arriviamo al ritrovo di Lavarone, in loc.
Cappella.
Piove a dirotto e così troviamo riparo sotto la tettoia dell'isola ecologica
Qui, fra le campane della raccolta differenziata, si
discute e si attende (invano) un segnale positivo dal cielo
Nel piazzale deserto, sotto l'ombrello, alcuni dei
Rinco presenti attendono il da farsi ...
Il Presidente trova in cima ad una pila di giornali,
gettati stamattina del cassonetto della carta, una copia
de "L'Adige" di ieri, 22 agosto. Lo apre e a pag. 2 legge il meteo per "domani"
(cioè ... ora!) ...
Dunque, vediamo un po' ...
No comment ... anzi sì: ma vaffan ...beeeep!
La visita al forte
Dal parcheggio imbocchiamo la vecchia strada per il forte
I muri di contenimento sono quelli originali di un secolo
fa
Arriviamo all'ingresso. Il forte apre alle 10,00 ...
Due pezzi d'artiglieria di fabbricazione Skoda (sì, quella
che oggi fa le auto!)
Mentre attendiamo l'apertura del forte, visitiamo la parte
esterna
Camminiamo sopra il forte, che era stato realizzato
scavando nella roccia viva
Qui sopra troviamo le cupole corazzate, dotate di obice da 10 cm.
Le cupole, che erano in ferro (quelle visibili oggi sono
delle fedeli ricostruzioni in cemento, ndr), erano
girevoli, attraverso un sistema di cuscinetti a sfere manovrabile dall'interno.
Così l'obice poteva essere
di volta in volta indirizzato verso l'obiettivo da colpire, rimanendo sempre
protetti dalla cupola corazzata
Si attraversa la passerella sul fossato
Il fossato lungo in centinaio di metri, separava i due
blocchi da cui era costituito il forte
Scavando la roccia viva, sono emerse le stratificazioni
delle varie ere geologiche
La casamatta a difesa del fortino nr.2
Un giretto nella parte esterna del fortino
L'imponente muratura in cemento armato, progettata per
resistere ai bombardamenti dell'artiglieria
La Valdastico, che sale da Vicenza verso il Trentino.
Forte Belvedere doveva controllare questo accesso
Completiamo il giro del forte e ci dirigiamo verso
l'ingresso
Eccoci alla cassa: 24 biglietti ridotto gruppi, please!
Bene, adesso entriamo nella storia ...
Ogni caserma, all'ingresso, ha il posto di guardia
Entriamo ...
Uno dei suggestivi filmati proiettati sulle pareti dei
locali del forte, che narrano vicende vissute della guerra
I lunghi corridoi del forte, che ha uno sviluppo
sotterraneo di quasi 200 metri per 100 di larghezza !
Uno dei primi locali è forse il più macabro: la colombaia,
ovvero il locale dove venivano riposti i
cadaveri in attesa di essere trasferiti in uno dei cimiteri militari realizzati
in varie località degli altipiani
Il percorso è tutto un sali-scendi in stretti cunicoli
Big Bobby deve chinarsi per non sbattere la zucca! I
soldati austriaci dovevano essere più bassi ...
Briz mentre affronta una delle scalinate che si diramano
dal corridoio centrale
Qui siamo esattamente sotto una delle cupole corazzate
viste in precedenza
Il terminale dell'obice che sbuca dalla feritoia nella
cupola
Scendiamo dalla postazione per proseguire la visita
Lungo un corridoio, la vecchia postazione telefonica, con
ancora i vecchi innesti dei cavi, ormai arrugginiti
Altri cunicoli, altre scale
Eccoci in una postazioni dov'erano montate delle
mitragliatrici, affacciata sulla valle sottostante
Oggi, purtroppo, il panorama è solo un muro grigio di nebbia e nuvole basse ...
Giro affronta una stretta (ed umida!) scala nella pietra
Arriviamo alla casamatta che proteggeva il fortino nr.2
Siamo all'altezza del piano di camminamento del fossato,
visto poco fa dall'alto
Scendiamo a un livello inferiore
Percorriamo i corridoi che conducono alle postazioni
armate poste sui lati esterni
Un posto poco indicato a chi soffre di reumatismi ...
Nella roccia viva, si scorgono i segni dei fori dove erano
state inserite le mine nelle operazioni di scavo
Si prosegue col saliscendi. Quasi quasi abbiamo fatto un
trekking sotterraneo !
Un' altra postazione esterna
La segnaletica indica che erano presenti delle
mitragliatrici
Briz e l'Uomo Ombra osservano la visuale dalla postazione
Ogni locale era dotato di stufa a legna per il
riscaldamento
Dal camino, in un secolo, è sceso con la pioggia un po' di
calcare ...
Gira di qua, gira di là, il cesso dovevamo pur trovarlo!
E qui dove si va, in cantina ?
Macchè, altri corridoi sotterranei, altre postazioni
armate
In ogni corridoio c'è questa indicazione, con
l'imboccatura del piccolo tubo che sporge dal muro
Si prosegue la visita, percorrendo gli angusti corridoi
Al piano superiore è un più luminoso, anche perchè ci sono
le finestre sul lato fuori terra
Qui c'era la cucina del forte
I vecchi pentoloni che avranno cotto ettolitri di
brodaglie varie
Il basamento del forno (che invece non c'è più), con il
vano per la legna
Ma guarda un po', l'ufficio comando è proprio attaccato
alla mensa ...
Giada si diverte attraverso un foro nella parete
La stanza riservata agli ufficiali
Qui, invece, era montato un motore a benzina che faceva
funzionare tutti i motori elettrici del forte
La stanza era dotata di un ventilatore, per far
fuoriuscire i fumi della combustione
Alcuni dei numerosi pannelli esplicativi dislocati nei
vari locali
Una teca in vetro con alcune armi e oggetti vari
appartenuti ai soldati
Il suggestivo plastico animato, che con audio, luci ed
immagini proiettate, descrive molto bene il forte
Il baule appartenuto al Capitano Rotunno. Dal cognome,
probabilmente pugliese
Un paio di copri scarponi, per proteggere i piedi dal
freddo durante l'inverno
Questi, invece, sono i ramponi che venivano applicati alle
suole per camminare sul ghiaccio
Un cappotto in pelliccia. La foggia farà sorridere
(qualcuno lo ha accostato a quelli usati da certe
"signorine" o dai trans in certi viali di notte ...), ma a 2-3 mila metri di
quota, con 25° gradi sottozero ...
Rudimentali ciaspole. Altro che quelle che usiamo noi
oggi!
Cappotti austriaco ed italiano. A destra, un impermeabile
mimetico per i movimenti nella neve
Magari non tanto spesso, ma ogni tanto si faceva anche il
bagnetto. Ecco una vasca in legno e zinco
Ovviamente, essendo in guerra, c'era anche la stanza del
medico
Le brande dove venivano riposti i feriti
Alcune boccette di medicinali. Sulla prima si legge
"Morfina", usata come antidolorifico, specie sui feriti gravi
Altri medicinali ed accessori per la medicazione
Altre teche con oggetti dell'epoca:un elmetto, una tromba,
una lanterna ...
Alcune divise di vari eserciti: qui una divisa austriaca
da ufficiale, con la bandiera bianco-rossa sul bavero
Una divisa americana (sul bottone in alto a sx si legge US
: United States)
In uno spazio è stata ricostruita una trincea, con i
muretti in pietra, i sacchi di sabbia, il filo spinato
Noi abbiamo visto gli originali, poco tempo fa a Cima
Bocche
Armi varie in questa teca del 2° piano
Una maschera anti-gas. Nella prima guerra mondiale fecero
la loro apparizione le c.d. "armi chimiche"
Berretti di varie fogge e colori, assieme ad una grossa
lanterna
Berretto e scarponi da soldato. In mezzo, varie scatolette
di viveri
Divisa di soldato con elmetto
Corredo da mensa per la truppa: la "gamèla", la borraccia
in legno, il bicchiere e le posate in ferro ...
Questi, invece, venivano usati per gli
ufficiali:porcellane decorate, rame lavorato, acciaio inox ...
In 100 anni non è proprio cambiato niente ...
il dopo-visita
Finita la visita, facciamo ritorno al parcheggio
A Gionghi (frazione capoluogo del Comune di Lavarone)
troviamo asilo alla Colonia Alpina di Gardolo
Qui, sotto l'ampia tettoia della veranda, ci prepariamo i
panini
Buttiamola a ridere, che è meglio ...
Alla prossima
(sperando nel sole ...)