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01/07/2012. Forse Luis Durnwalder potrà storcere il naso, ma domenica nel cuore delle Dolomiti di Braies una bella cantata di "O sole mio" non avrebbe affatto stonato! Già, perchè il Bike & Trekking al Rifugio Vallandro, valido come 6ª tappa del programma bike e come 4ª del programma trekking, è stato disputato in una giornata dove Caronte, l'anticiclone giunto sul nostro paese dal nord-Africa, ha portato proprio nell'ultimo weekend l'atteso e al contempo temuto caldo estivo, con temperature ben oltre i 30° gradi nel fondovalle, ma decisamente elevate anche in quota.
Una giornata decisamente agli antipodi rispetto a quel 24 luglio 2011, quando la stessa uscita, inserita nel programma della scorsa stagione, venne annullata (e sostituita con un giro nella zona del Lago di Caldaro) perchè la Val Pusteria era battuta dalla pioggia scrosciante e ai 2000 metri del Rifugio Vallandro stava addirittura cadendo la neve!
Quest'anno è andata decisamente meglio e la collocazione a inizio luglio è stata premiata da una giornata che ha ricordato quella altrettanto calda e soleggiata del 2007, quando l'uscita venne disputata per la prima volta (per il tracciato bike era infatti un'uscita Revival. Vedi qui la cronaca dell'uscita del 2007).
Unico neo la non elevata affluenza (solo 11 nel percorso bike) complice forse il periodo vacanziero, ma anche un po' di pigrizia che ultimamente serpeggia nel gruppo, tanto da far considerare un ostacolo insormontabile alzarsi alle 5 e mezza per raggiungere la Val Pusteria in un orario accettabile. Ad ogni modo i presenti sono stati ampiamente ripagati, oltre che da condizioni meteo finalmente in linea con la stagione, anche dai panorami meravigliosi di questo angolo di Dolomiti.
Il gruppo bike è partito attorno alle 9,00 dalla periferia ovest di Villabassa, per poi raggiungere il paese e imboccare la pista ciclabile (la radweg, come viene chiamata in tedesco) che attraversando i campi lungo il corso del fiume Rienza conduce fino alla vicina Dobbiaco.
Dobbiaco, posta poco sopra quota 1200, è costruita su una sella che funge da spartiacque tra il bacino del Mar Mediterraneo e quello del Mar Nero. In questa zona, infatti, nascono due fiumi che pur avendo le rispettive sorgenti a pochi km l'una dall'altra, seguono percorsi decisamente opposti. La Rienza, le cui acque sgorgano ai piedi delle Tre Cime, scende a Dobbiaco e poi percorre la Val Pusteria in direzione ovest; nei pressi di Bressanone confluisce nell'Isarco che a sua volta, vicino a Bolzano, porta le sue acque nell'Adige, il cui corso termina nell'Adriatico a sud di Venezia. La Drava, invece, nasce tra Dobbiaco e San Candido e scende nella Val Pusteria in direzione est; poco dopo San Candido varca il confine con l'Austria, per poi proseguire il suo percorso fino a confluire nel Danubio, la cui foce si trova nel Mar Nero.
Da Dobbiaco, il gruppo ha imboccato la pista ciclabile per Cortina d'Ampezzo, che è stata realizzata sul vecchio tracciato della ferrovia Cortina-Dobbiaco, realizzata a inizio '900 dagli austriaci e poi smantellata negli anni '60, sull'onda del boom economico, quando i pullman rappresentavano il futuro e il treno il passato. Una storia già vista e sentita: basti pensare alla Ferrovia della Val di Fiemme (a noi così cara per via della nostra gara sociale) o alla Rovereto-Arco-Riva del Garda.
La salita, essendo realizzata su un vecchio tracciato ferroviario, presenta una pendenza costante e moderata (2-3%), tanto che in 15 km (da Dobbiaco a Carbonin) ci si alza di soli 300 metri. Anche il fondo è molto compatto e scorrevole, fatta eccezione per il tratto conclusivo, dopo il lago di Landro, quando si pedala praticamente sul letto di un torrente in secca, con fondo decisamente più sassoso e sconnesso.
Lungo la valle, che dall'Alto Adige conduce all'Ampezzano (in provincia di Belluno), si incontrano alcune cose interessanti, sia sotto il profilo paesaggistico (come i laghetti di Dobbiaco, a inizio salita, e quello di Landro, poco prima di Carbonin) o storico, come il cimitero di guerra austriaco.
Una volta giunti a Carbonin, finisce la "pacchia" perchè da qui in poi inizia la salta vera e propria. Una salita che di per sè non presenta particolari difficoltà tecniche (fondo abbastanza compatto, poco più di 500 metri di dislivello in circa 6 km), ma che si trova esposta a sud e senza il riparo degli alberi. Quindi, in una giornata come questa, si va incontro ad una bella cotta, con il rischio di disidratazione. Fortunatamente, all'imbocco della salita e poi in un paio di punti lungo l'ascesa, delle fontanelle di acqua fresca vengono incontro agli accaldati biker, sia per consentire il rabbocco delle borracce, sia per darsi una bella rinfrescata!
Una volta giunti ai 2040 metri del Rifugio Vallandro, una parte del gruppo ha deciso di proseguire l'ascesa (in parte con bici a spinta) fino alla croce del Monte Specie (meta del gruppo trekking), mentre gli altri sono rimasti a riposare tra le accoglienti mura del rifugio, completamente ristrutturato pochi anni fa. Poi, dopo pranzo, lo spostamento a Prato Piazza, vicina località posta ai margini di un'ampia insellatura erbosa, quindi la discesa di circa 10 km lungo la valle di Braies vecchia, fino a raggiungere il fondovalle e chiudere lo spettacolare anello.
Ora l'appuntamento è per domenica 5 agosto, quando verrà disputata la Vecia Ferovia della Val de Fiemme, valida come 10ª gara sociale individuale del Club. L'appuntamento più sentito dell'intera stagione, per il quale i preparativi sono già partiti ...
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Complessivamente (senza contare le deviazioni e gli errori di percorso!) sono stati percorsi circa 45 km, mentre il dislivello è stato di 950 metri. L'altimetria è caratterizzata da un tratto iniziale di circa 5 km con andamento ondulato (tra Villabassa e Dobbiaco), seguito da una salita leggera di circa 15 km, sul tracciato della vecchia ferrovia Cortina-Dobbiaco. A Carbonin inizia la salita vera e propria, dic rica 6 km, che porta da quota 1500 a quota 2040. Dopo il GPM, un tratto in falsopiano fino a Prato Piazza, poi tutta discesa fino al fondo valle (oltre 10 km), con un dossetto finale prima di arrivare al parcheggio. Salita più lunga: Dobbiaco-Carbonin, km 15. GPM a quota 2040 (Rifugio Vallandro).
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Scarica qui il file Se
hai installato Google Earth nel tuo computer (è gratuito),
basterà lanciarlo (doppio clic) e potrai vedere il percorso
completo in 3D, dall'angolazione preferita |
Clicca qui per vedere la cartina del tracciato .................................................................................................................... |
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Il gruppo in posa prima del via, nella periferia ovest di
Villabassa
Inforcate le nostre MTB, raggiungiamo il vicino paese
Bancomat con la camera-bike montata sul casco
A Villabassa percorriamo la vecchia statale che fino alla
costruzione della tangenziale attraversava il paese
Il sole è già alto e fa abbastanza caldo, nonostante
l'orario (9:00 circa) e la quota (1200 m.)
Imbocchiamo la pista ciclabile per Dobbiaco
Attraversiamo verdissimi pascoli
L'arrivo nei pressi di Dobbiaco
Imbocchiamo la pista ciclabile per Cortina d'Ampezzo (che
passa sotto la statale per l'Ampezzo)
Imbocchiamo la Val di Landro
Un po' d'ombra e refrigerio!
Incontriamo il lago di Dobbiaco e facciamo una sosta per
la foto di gruppo
Quindi imbocchiamo la ciclabile sterrata realizzata sulla
"vecchia ferrovia" Cortina-Dobbiaco
Il fondo è compatto e scorrevole, molto ben curato
La pendenza varia dal 2% al 3%, quasi impercettibile
Snowboarder, abbronzato dopo il viaggio di nozze in
Madagascar. Dall'Oceano Indiano ... alle Dolomiti!
Giusy, reduce dalla maratona in MTB Forlì-Roma. Dagli
Appennini ... alle Alpi!
La colonna scorre veloce in direzione Carbonin
Sullo sfondo iniziamo a scorgere le vette dell'Ampezzano
Fortunatamente questo tratto di fondovalle è abbastanza
ombreggiato
Avanziamo dove un tempo sbuffava il trenino
Una sosta prima del Lago di Landro, con i trevigiani Dori
One e Sharif
Sharif sembra non averne più ... ma è una finta!
L'unico tratto della ciclabile un po' sconnesso, che passa
sul letto di un torrente in secca
Più avanti entriamo nel bosco e troviamo terreno
argillosi, intriso d'acqua
Pedaliamo nel fango per qualche decina di metri
Poi il terreno torna a farsi asciutto e compatto
Briz, con l'inseparabile mp3 sul braccio
Ora la ciclabile prosegue in campo aperto, senza ombra
degli alberi
Sullo sfondo notiamo sempre più vicina la sagoma del Monte
Cristallo. Manca poco al lago d Landro
Qui la ciclabile procede parallela alla strada statale per
Corina
La Cima del Cristallo ci fa da stella cometa!
Infatti poco dopo giungiamo sulle sponde del piccolo Lago
di Landro
Il lago si è molto ritirato e per buona metà è in secca.
Pedaliamo sulla sabbia che normalmente è sommersa
Ci guardiamo attorno ammirando le bellezze naturali ...
Oh, intendevo le montagne, porzèi!
Una foto ricordo prima di ripartire
Poco più avanti ci fermiamo ad un pannello informativo del
Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies
Dopo la sosta al lago, ripartiamo: tra un po' arriva la
salita vera
Manca il Presidente e nessuno ha studiato bene la cartina:
ecco che il gruppo procede dritto sulla ciclabile ...
... e dopo un po' si ritrova a Passo Cimabanche, al
confine tra Alto Adige e Bellunese!
Ora bisogna tornare indietro! Qualche risatina ci scappa
Già che ci siamo, però, facciamo una foto ricordo
Tornati al bivio per il Rifugio Vallandro (stradina a sx)
siamo costretti a uno stop per passaggio mucche!
Decine di capi si riversano nei prati sottostanti
Una volta liberata la strada, iniziamo l'ascesa verso il
rifugio
La salita non è durissima (9-10%) e il fondo non è
malaccio. Però fa un caldo bestiale!
La strada è su un versante esposto a sud e ci prendiamo
una bella cotta
Briz durante una pausa alle ricerca di un po' d'ombra
Ogni tanto dobbiamo attraversare i cancelletti installati
per non far fuggire il bestiame al pascolo
Anche Giusy va alla ricerca di un po' d'ombra delle piante
a bordo strada
Proseguiamo la nostra ascesa sulla vecchia strada militare
che portava al Forte Vallandro
Superata quota 1800, la vegetazione inizia a diradarsi ...
... e si pedala sotto il sole cocente
Orami mancano poche centinaia di metri alla meta
Infatti scorgiamo sul crinale la sagoma del forte, che si
trova a fianco del rifugio
Il primo gruppetto giunto al Rifugio Vallandro (m.2040)
Qualcuno decide di prolungare l'ascesa, per raggiungere il
Monte Specie
Briz posa con lo sfondo della Croda Rossa
La zona è tutto un pascolo e non è difficile incontrare le
vere regine dei monti
Cimo in posa nei prati a bordo strada
Proseguiamo la salita verso la cima, incrociando molti
trekker ma nessun biker!
La parte finale diventa un sentiero sconnesso e tra un po'
dovremo scendere dalle bici
Un volta giunti sulla sommità del Monte Specie, la fatica
è ripagata dal panorama
Le Tre Cime di Lavaredo sono praticamente di fronte a noi
Cimo in posa sotto la croce posta sulla sommità del Monte
Specie (m.2307)
Snowboarder solleva la bici in segno di trionfo
Biker e Trekker che hanno raggiunto la cima posano insieme
Un ricordino con dedica sul libro di vetta ...
Riscesi al rifugio ... finalmente si mangia!
Piatti tipici tirolesi e birra a volontà
Prima di iniziare la discesa, problemino tecnico per
Sharif, subito risolto
Meno male, sennò dovevo scendere impennando!
In posa davanti al rifugio prima di iniziare la discesa
Imbocchiamo la comoda strada sterrata per Prato Piazza
Voltandoci indietro, osserviamo il rifugio e il forte
Vallandro un'ultima volta
Una sorridente Giusy, seguita da Sharif
Bancomat riprende tutto: attendiamo la clip!
Proseguiamo per circa un km in piano
Prato Piazza è un ampia insellatura erbosa, un paradiso
verde
Primo piano della Croda Rossa, dal caratteristico colore
rossiccio. Si noti a sinistra la particolare
formazione rocciosa, frutto dell'erosione, che ha scavato un vero e proprio
tunnel naturale
Giungiamo a Prato Piazza, dove c'è un antico albergo in
stile tirolese
Una parte del gruppo (scesa in anticipo) percorre la
strada asfaltata
I 10 km per arrivare in fondovalle sono percorsi in un
batter d'occhio!
Una metà del gruppo, invece, scende lungo un bel sentiero
sterrato nel bosco
Primo piano di Ailander
Una sosta durante la bella discesa su sterrato
Sosta su un ponte in legno sopra il ruscello, nella parte
finale dello sterrato
Giunti in fondo alla valle, c'è un ultimo strappetto in
località Graben
Lasciamo la strada principale (che termina sulla statale
della Pusteria) e saliamo su una collinetta
Arriviamo a dei tipici masi tirolesi
Anche qui il paesaggio è davvero incantevole
Proseguiamo oltre e scendiamo verso Villabassa, evitando
così di passare sulla statale
Ed eccoci finalmente al parcheggio di Villabassa. Anche
questo bellissimo tour è terminato