5ª uscita
ufficiale 2007 tra Val di Landro e Val di Braies
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L'escursione in
Alta Val Pusteria non tradisce le attese e regala
ai 17 partecipanti una giornata memorabile: cielo limpido, sole
splendente e panorami da cartolina. 45 km e 930 metri di disli-
vello, con l'ascesa al Rifugio Vallandro, GPM a quota 2.040 m.
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Rinco-Onorario |
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Villabassa (BZ), 15-07-2007. Non poteva andare meglio (infortunati della vigilia a parte) la 5ª uscita ufficiale del 2007, che ha visto i Rinco Boys pedalare in Val Pusteria e in tre sue valli limitrofe: la Val di Landro, la Val di Specie e la Val di Braies Vecchia, compiendo un anello attorno al massiccio del Picco di Vallandro. Erano 17 i bikers presenti, tra i quali 12 soci, il Rinco Onorario Franco, e 4 ospiti. Tra questi va segnalata l'ennesima presenza della moglie del Merdatleta in carica, Tania, che ancora una volta è stata spedita dal marito Frà a sostituirlo in MTB. Quello del Vice-Presidente e della sua inerzia sta diventando un vero caso, tant'è che qualcuno non ha esitato ad utilizzare il termine "ex-biker", visto che le sue presenze sono ormai dispensate col contagocce (1 sola nel 2007) e la forma dei tempi che furono è sempre più lontana. Da segnalare anche l'esordio stagionale del "vecio" Dorty, che alla soglia dei 50 anni non demorde e nonostante il periodaccio attraversato ultimamente (ultima delle sue traversie la puntura in faccia di un insetto che lo ha gonfiato come un melone e lo ha costretto ad una lunga cura a base di cortisone, n.d.r.) ha ripreso la MTB e pur consapevole della scarsa forma ha timbrato il cartellino non volendo perdere l'uscita più bella della stagione. Alla fine ha faticato non poco per giungere in vetta, ma non ha mollato mai e non è dovuto scendere per spingere a piedi come invece aveva preventivato in partenza.
Il gruppo, dopo una vera e propria levataccia (ritrovo a Trento ad ore 6,30), si è messo in sella alle 9,30 e da Villabassa, a quota 1.200 circa, ha imboccato la pista ciclabile della Pusteria in direzione della vicina Dobbiaco. Dopo un piacevole tratto nei prati, è stata raggiunta la cittadina posta all'imbocco della Val di Landro, da cui parte il sentiero della "vecchia ferrovia delle Dolomiti", un comodo tracciato ciclabile ricavato nella sede che un tempo ospitava i binari della "Cortina-Dobbiaco", una delle tante linee ferroviarie locali costruite dagli austriaci (come la Trento-Malè, unica superstite, Rovereto-Riva, Ora-Predazzo, Merano-Malles, da poco riattivata, ecc.) e dismesse negli anni '60 per far spazio ai pullman.
Dopo circa 3 km sul comodo e veloce sentiero, la prima sosta per la foto di gruppo, scattata sulle rive del tranquillo Lago di Dobbiaco. Quindi si è ripreso a pedalare in direzione di Cortina d'Ampezzo, in una valle circondata da ripide pareti rocciose e picchi di montagne svettanti nel cielo terso. Poco prima di metà del tragitto Dobbiaco-Carbonin, i Rinco sono giunti nei pressi del Cimitero Militare, una struttura dove riposano 1.259 soldati di varie nazionalità, caduti nel primo conflitto mondiale (1914-1918). Proseguendo la lieve salita, intervallata ogni tanto da qualche divertente saliscendi nel bosco, si è quindi giunti all'incantevole Lago di Landro, uno specchio d'acqua posizionato al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo e del Monte Cristallo, a quota 1.400 metri circa.
Da qui si è proseguito per altri 4 km, incontrando un paio di punti dove il tracciato ferroviario si confondeva con il letto in secca di un torrente e il fondo ghiaioso ha costretto sovente a scendere di sella. Raggiunta la località turistica di Carbonin, dove gli alberghi che ospitavano un tempo la nobiltà asburgica conservano ancora l'aspetto e lo stile architettonico tipico di quell'epoca, è stata fatta una sosta per alimentarsi e rifornire le borracce, prima di affrontare i 7 km della vecchia strada militare che sale al Rifugio Vallandro, attraverso la Val di Specie. Una salita costante, con pendenza media dell'8,5% circa, con solo qualche strappo oltre il 10%. Anche il fondo, a parte il tratto finale un po' più sassoso, era battuto e scorrevole, per cui a rendere "insidiosa" l'ascesa è stato più il sole alto di mezzogiorno che il dislivello, di circa 600 metri.
Il gruppo, in questa occasione, si è sgranato di parecchio e solo qualche sosta di tanto in tanto ha permesso di ricompattare le fila, con i meno allenati ad arrancare nelle retrovie, senza però avere mai cedimenti. Così, uno alla volta, tutti sono giunti al GPM del Rifugio Vallandro, anche se l'arrivo del "vecio" Dorty è stato un po' più tribolato, visto che il biker abruzzese ha sbagliato strada, non vedendo la deviazione finale per il rifugio e tirando dritto per Pratopiazza, località posta a mezzo chilometro di distanza. Richiamato al telefono, il Dorty ha fatto dietrofront e si è presentato per ultimo al punto ristoro, accolto come un eroe con tanto di sborracciata d'acqua fresca sul copìn.
Dopo il pranzo, consumato all'interno del rifugio e servito da una simpaticissima signora sudtirolese, i 17 bikers (non prima di fare un'altra foto di gruppo con lo sfondo del panorama meraviglioso che si poteva ammirare dal lassù) hanno imboccato la lunga discesa verso la Val di Braies Vecchia, che in una ventina di km ha condotto nuovamente a Villabassa, transitando per la località di Lercha, dove il gruppo è stato costretto all'ultimo supplementare sforzo per superare una collina dietro la quale si apre la Val Pusteria. In breve tempo, con una velocità che in alcuni punti rettilinei ha superato i 70 km orari, il gruppo ha così chiuso l'anello attorno al Picco di Vallandro, raggiungendo il parcheggio nei pressi della pista ciclabile dove era cominciato l'itinerario.
Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 45 km, mentre il dislivello è stato di 930 metri.
LE IMMAGINI DELLA GIORNATA
In una splendida giornata di sole, si parte sulla ciclabile da Villabassa a
Dobbiaco
Dopo aver raggiunto Dobbiaco, si imbocca il sentiero della vecchia ferrovia per
Cortina d'Ampezzo
Dopo circa 3 km lungo l'ex tracciato ferroviario, si giunge al tranquillo Lago
di Dobbiaco
La foto di gruppo iniziale, stavolta, si scatta qui
Si riparte, con Gigi che esibisce l'ormai tradizionale vessillo dei 4 Mori,
simbolo della sua Sardegna
La zona, fino al 1918, era sul confine italo-austriaco. Lungo strada incontriamo
un cimitero militare dove
riposano 1.259 soldati di varie nazionalità, caduti durante il primo conflitto
mondiale (1914-1918)
Si prosegue sulla "vecchia ferrovia", fino al Lago di Landro. Sullo sfondo il
gruppo del Monte Cristallo
Il trenino dei Rinco riprende a correre, ma l'ex tracciato ferroviario si
confonde ora con il letto in secca
di un torrente. E' questo l'unico punto insidioso di un sentiero per il resto
molto battuto e scorrrevole
Il Rinco-Onorario Franco pedala a fianco di Tania, la moglie del Merdatleta Frà
spedita per l'ennesima
volta a pedalare in sua vece. Per il quasi ex biker siculo-rivano, un declino
sempre più evidente !!!
A Carbonin finisce la "pacchia"-Tra un po' si imboccherà la strada militare
della Val di Specie e la
scorrevole ex ferrovia sarà solo un ricordo. Nella foto la pausa, con la Croda
Rossa sullo sfondo.
Prima di iniziare la salita, il rifornimento d'acqua fresca da una vecchia
fontana con fascio littorio, datata 1941
Ecco la salita in Val di Specie: 7 km con 600 metri di dislivello e pendenza
costante attorno al 7-8%
Mano a mano che si alza, il panorama è sempre più bello.
Il fondo, fino a un paio di km dal GPM, era sempre compatto e assai scorrevole
Il Dori e l'ospite Omar si rinfrescano grazie ad una provvidenziale fontanella
ubicata subito dopo un tornante
Nel tratto finale le pendenze si sono leggermente elevate e il fondo si è fatto
più sconnesso e sassoso
Sul crinale ecco sbucare i ruderi del forte militare nei pressi del Rifugio
Vallandro. Ci siamo quasi ...
L'antica fortezza austriaca domina la valle da una posizione strategica
Gli ultimi metri prima di svoltare verso il rifugio. Sullo sfondo il gruppo del
Cristallo e delle Tofane.
Il Rifugio Vallandro, GPM a quota 2.040. Qui è stato consumato il ristoro (con
piatto tipico sudtirolese)
L'arrivo in vetta di Cecchi Paone, anche oggi in posizione di retrovia ma mai
domo
Ecco giungere Givoli e il Venesiàn, entrambi alla 2ª presenza stagionale e un
po' affaticati
All'appello manca solo Dorty. Il Vecio è lungamente atteso dalle vedette
appostate sul crinale
(in basso si nota un tratto della strada sterrata che conduce al rifugio)
Il Vecio aveva sbagliato strada, tirando dritto al bivio per il Rifugio Vallandro e finendo al vicino Rifugio di
Pratopiazza. Tornato indietro è accolto da Cecchi Paone con la classica
sborracciata rinfrescante sul copìn
Ora ci siamo tutti e possiamo mangiare. Frau, Bier, Bier, Bier, Bier, Bier ...
Prima di scendere a valle, la foto con la mitica bandiera dei Rinco, che oggi ha
sventolato oltre quota 2000
Inizia la discesa verso la Val di Braies Vecchia. Il gruppo dei Rinco si lascia
alle spalle il forte e il rifugio
Il primo tratto è però in pianura, nell'ampia insellatura di Pratopiazza/Plätzwiese
Il Presidente, che oggi ha scattato quasi 200 foto (!), si concede per una volta
all'obiettivo.
Solo un semaforo rosso poteva fermare la corsa dei Rinco, lanciati in picchiata
verso il fondo valle!
Lungo la discesa Brücke trova il "suo" paese e imita il Presidente che 15 giorni
fa era passato da Tret
La parte finale della bella e veloce discesa nella suggestiva Val di Braies
Vecchia.