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Uscita Revival 2010: 13 bikers e 13 trekker hanno affrontato due
bellissimi itinerari sull'alpeggio più grande d'Europa. Panorami
stupendi, tempo splendido (a parte l'annuvolamento nel finale) e
tanta fatica per raggiungere il Rifugio Alpe di Tires, a 2.440 m.,
dove i due gruppi si sono riuniti per il pranzo. Prossimi
appuntamenti: RincoGold (con lo Stelvio) e la "Vecia". |
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nessuno |
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Alpe di Siusi (BZ), 11/07/2010. Che il posto fosse stupendo lo si sapeva già, visto che il Giro dell'Alpe di Siusi era stato già disputato nell'estate 2006 (vedi cronaca) e proprio perchè era rimasto impresso nella memoria dei protagonisti di allora era stato scelto come Uscita Revival del programma 2010, aggiungendo all'itinerario in bike anche quello di trekking.
Ma queste bellissime montagne, a cavallo tra l'Alto Adige e la Val di Fassa, colpiscono sempre, anche chi già le conosce, perchè rivedere dal vivo certi scorci e certi panorami è davvero una meraviglia per gli occhi. Dagli sterminati e verdi pascoli dell'Alpe ai bizzarri Denti di Terrarossa, dagli imponenti Sasso Lungo e Sasso Piatto, alla maestosa Marmolada e allo splendido Catinaccio, passando per un'altra infinità di cime e vette di cui è difficile conoscere il nome, tante sono le montagne sparse tutt'attonto a 360°, i due itinerari odierni hanno offerto ai 26 protagonisti (equamente divisi tra gruppo bike gruppo trekking) davvero molto.
E la fatica profusa, tanto dai biker quanto dai trekker, per raggiungere quel "nido delle aquile" che è il Rifugio Alpe di Tires, appollaiato su una sella a 2.440 metri di quota, è stata ampiamente ripagata dalle meraviglie che per tutte le ore di percorso si è potuto ammirare.
Per il programma MTB si trattava del 6° appuntamento stagionale, per quello trekking del 4°, ed in entrambi i casi non è azzardato dire che si è tratto delle tappe più impegnative finora affrontate.
l 26 partecipanti, dopo essere partiti da Trento di buon mattino, si sono ritrovato in loc. Kompatsch, all'imbocco dell'Alpe di Siusi, dove hanno preso il via i rispettivi itinerari. Dopo la tradizionale foto di gruppo, mentre i trekker hanno puntato dritti sul versante meridionale, partendo subito in salita, i bikers hanno imboccato in direzione est la stradina asfaltata che attraversa l'Alpe di Siusi, percorrendone in falsopiano circa 2,5 km.
Giunti all'altezza del Ristorante Ritsch, è stata abbandonata la strada affrontando subito una insidiosa salita nell'erba umida, fino ad intercettare la stradina sterrata che quasi parallelamente a quella asfaltata di fondo valle, ma in direzione opposta, risale in diagonale il versante erboso, fino a raggiungere il bivio per l'Hotel Panorama. Qui c'è stato un primo incontro con il gruppo dei trekker, che nel frattempo era giunto dalla via più ripida e diretta che parte da Kompatsch.
La salita è quindi proseguita sulla comoda strada sterrata che risale varie colline erbose, intervallate da piccole valli, tanto che l'altimetria segna un continuo saliscendi. Giunti al rifugio Molignòn, dopo circa 8 km di pedalata, la quota rispetto al via era salita di soli 200 metri, ma il dislivello superato era assai superiore, per effetto delle continue salite e discese alternate tra loro.
Dal Rifugio Molignòn è stata quindi imboccata la discesa che conduce nella valle scavata dal Rio Saltaria, fino a raggiungere il piccolo e gorgheggiante corso d'acqua, nei pressi del quale c'è il bivio per Passo Duron (in salita) e Saltria (in discesa). Noi abbiamo preso a destra, in (ripida!) salita, trovando subito un paio di tornanti cementati dove è stato necessario buttare giù tutti i rapporti e spingere con forza sui pedali per rimare in sella e non essere costretti a mettere i piedi a terra.
La salita si è fatta poi meno tosta e risalendo gli splendidi pascoli dove i cavalli avelignesi scorazzavano liberi esibendo le fluenti criniere, si è giunti prima ai ruderi dell'ex Casa del Touring Club Italiano (abbattuta per far posto ad un più moderno rifugio), e poi a Passo Duron, il valico che immette nell'omonima valle, in territorio trentino (Valle di Fassa).
Qui c'è stata una breve sosta per tirare i fiato, durante la quale c'è stato l'incontro con il gruppo di MTB "Forti a taola" (non pensiamo ci sia bisogno di traduzione!), giunto proprio da Campitello di Fassa e diretto in Val Gardena. Quel nome sulle magliette, che fa trapelare un modo di fare bike molto simile a quello dei Rinco BOys, non poteva passare inosservato e così, dopo uno scambio di convenevoli, c'è stata la foto di gruppo tutti assieme, prima di proseguire per le rispettive strade, non senza essersi scambiati gli indirizzi internet.
A questo punto i Rinco, dopo un tratto in single track nell'erba e un rampone sassoso fatto a piedi, seguito da un breve tratto in falsopiano, si sono trovati davanti il terribile "muro" che sale all'Alpe di Tires: in tutto circa 2 km, con pendenze oltre il 20% e punte del 30-31% in alcuni punti. Inutile dire che quasi tutti hanno fatto l'intera salita a piedi, riuscendo a montare in bici solo in qualche breve tratto dove la pendenza dava tregua (sempre comunque attorno al 15-16%).
Una "camminata" al cospetto dei Denti di Terrarossa che ha portato fino alla sella dove è stato costruito il Rifugio Alpe di Tires, a quota 2.440. Dopo 15-20 minuti sono arrivati anche i trekker, saliti per la stessa via, e il gruppo riunito ha quindi consumato un meritatissimo pranzo al rifugio, godendosi il sole e la temperatura mite che anche a quella quota consentiva una tenuta estiva.
Dopo il pranzo le vie di biker e trekker sono tornate a dividersi, con questi ultimi che sono saliti alla suggestiva Forcella dei Denti di Terrarossa, per poi scendere diretti verso Kompatsch, mentre i biker hanno percorso a ritroso la strada fatta in salita, lasciando sul terreno qualche millimetro di pattini dei freni e di copertoni, per ridurre la velocità sulle ripidissime rampe che scendono verso il Passo Duron.
Dopo aver raggiunto nuovamente il bivio Passo Duron/Saltria, si è quindi girato a destra, percorrendo in discesa tutta la valle lungo il Rio Saltaria, fino alla conca di Saltria, posta all'estremo orientale dell'Alpe di Siusi. Da qui si è proseguito ancora in discesa, sempre sulle comode stradine sterrate dell'Alpe, fino a raggiungere il bivio per Ortisei, a quota 1.670 circa.
Da qui si è ripreso a salire, non senza difficoltà visto che il pranzo del rifugio stava lottando con i succhi gastrici, affrontando un lungo tratto nei pascoli, con diversi saliscendi, a volte su sterrato a volte su erba, fino ad incrociare la strada asfaltata che attraversa l'Alpe, proprio all'altezza del Ristorante Ritsch, dove era stata lasciata al mattino per imboccare la prima salita della giornata.
Da qui a Kompatsch è stata una volata, anche perché il cielo si era nel frattempo fatto nuvoloso, qualche lampo e qualche tuono si erano già intravisti sulle cime in lontananza, e il temporale minacciava di arrivare da un momento all'altro.
L'arrivo al parcheggio di biker e trekker è stato quasi contemporaneo, la temuta pioggia se n'è rimasta sulle cime lontane e così la splendida giornata è stata chiusa al meglio, con tanti bei ricordi da portare a casa.
Ora i Rinco sono attesi da un duplice appuntamento davvero importante: il 23 luglio c'è l'uscita RincoGold, con la salita al Passo dello Stelvio, mentre l'1 agosto c'è la "Vecia Ferovia", valida come 8ª gara sociale individuale.
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Per quanto riguarda il tracciato MTB, sono stati percorsi 31 km, mentre il dislivello complessivo è stato di 1050 metri. Altimetria caratterizzata da un tratto iniziale di circa 10 km con diversi saliscendi tra i pascoli, seguito dalla salita che ha condotto prima a Passo Duron e poi al Rifugio Alpe di Tires. Dopo il GPM c'è una lunga discesa (circa 8 km), seguita dagli ultimi 12 km in saliscendi tra i prati. Salita più lunga: Bivio Saltria/Passo Duron - Rif.Alpe di Tires (circa 4 km); GPM al Rifugio Alpe di Tires (m.2.442).
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Percorso trekking
L'USCITA ODIERNA ERA "BIKE &
TREKKING":
PER LE IMMAGINI E LA
CRONACA DEL TREKKING,
VISITA IL PORTALE DEDICATO
RINCO-TREK
Percorso MTB
La partenza è fissata a Kompatsch, località all'imbocco dell'Alpe di Siusi
Prima dei rispettivi via, la foto di gruppo con biker e trekker
Bene, ora si parte
Imbocchiamo la strada asfaltata che attraversa l'Alpe sulla direttrice est-ovest
Dopo 2,5 km, al Ristorante Ritsch, lasciamo la strada e ci dirigiamo verso i
prati
Il primo tratto è su erba, per giunta umida
Le ruote affondano nel terreno molle e si sale molto lentamente
Sharif impegnato nello stretto passaggio tra una staccionata
Mezzo km più su incontriamo la stradina sterrata che ci porterà verso l'Albergo
Panorama
La strada attraversai pascoli, con lo Sciliar sullo sfondo, celato dalle nuvole
Lassù le montagne dietro le quali c'è il rifugio Alpe di Tires, la nostra meta
odierna
Giunti nei presso dell'Albergo Panorama lo Sciliar fa capolino dietro le nuvole
All'incrocio ci troviamo con i trekker, saliti per la via più breve e diretta
Trekker o giullari?
Proseguiamo la salita su una stradina inizialmente asfaltata
Briz e Cimo
Passaggio vicino ad un vecchio fienile in tronchi
Più in basso si scorge la colonna dei nostri trekker
Non sembra la foto di sfondo di Windows XP ? Questa però l'abbiamo vista dal
vivo!
Il tratto successivo è tutto un saliscendi su un comodo sterrato
Solo prati e baite: un paesaggio decisamente rilassante
Due bimbi allietano i turisti di passaggio suonando musica folk tirolese con
fisarmonica e trombone
Proseguiamo la comoda salita in direzione del Rifugio Molignon
Ogni tanto una breve sosta per ricompattare il gruppo
Barbapapà e, alle sue spalle, uno sfondo da cartolina
Guardiamo in alto e vediamo la meta avvicinarsi
Ultimo scollinamento prima del rif. Molignon: pausa e poi via in discesa
Dori One e Sharif, ancora presenti nonostante la distanza
Uno alla volta ci buttiamo verso il rifugio
Ecco il rifugio apparire in fondo alla conca
Arrivati al Molignon facciamo una sosta snack
Ho detto snack, no bìra, embriagòn!
Fuori dal locale viene indetto su due piedi il concorso di Miss Rifugio.
Vince questa signora, non più giovanissima (di sicuro over 45), ma con tutte le carte in regola!
Intanto il Presidente prova a tornare "bociàzo": da quanti anni non saliva su
uno scivolo?
Due mucche scendono (e pure di corsa!) lungo un prato dove la pendenza sarà
oltre il 50%.
Ma chi le fa, la Subaru?
Dal rifugio, dopo un tratto di discesa, imbocchiamo la salita verso Passo Duron
Nel tratto iniziale ci sono un paio di tornanti cementati con pendenze assai
elevate
Rapportino e via, stantuffando sui pedali
Cipollino scruta oltre il tornante: "Spiànela o no?"
Più avanti la salita si fa più pedalabile
Cipollino si ferma ad osservare i cavalli
I cavalli avelignesi, molto diffusi in Alto Adige, pascolano liberi. Il nome
della razza avelignese deriva dal
paese di Avelengo (BZ), dove è nata e si è sviluppata. Poichè in tedesco il
paese si chiama Hafling, questi
cavalli - in lingua tedesca - vengono chiamati Haflinger e si riconoscono
facilmente per la criniera bionda
Una chiesetta in legno e, sullo sfondo, i Denti di Terrarossa
La strada prosegue immersa nel verde dei prati
Paesaggi incantevoli
Baldazàr sul tratto finale della salita per Passo Duron
Arrivati a Passo Duron facciamo una sosta in previsione della salitona finale
Al passo incontriamo il gruppo dei "Forti a taola": immancabile la foto tutti
assieme
Lasciato Passo Duron imbocchiamo un single track nell'erba
Dopo un po' il sentiero si allarga
Dopo il single track troviamo 100 metri di ghiaione che ci costringe a piedi
Mentre noi sbuffiamo sulla rampa i cavalli ci guardano. Chissà che penseranno
...
Ailander preferisce pedalare nell'erba
Dopo il ghiaione il sentiero sale su fondo sconnesso di terra. Intanto spuntano
i Denti di Terrarossa
La pioggia ha scavato dei veri e propri solchi e rimanere in sella è un gioco da
equilibristi
Ci fermiamo per scrutare i prati, alla ricerca delle marmotte. A 100 metri di
distanza, Occhio di Falco
(Cecchi Paone) scorge una tana con del movimento. Vai con lo zoom della macchina
fotografica
Ed ecco la splendida marmotta sulla soglia della sua tana, mentre osserva quegli
strani animali con le ruote ...
Dopo l'intermezzo naturalistico, proseguiamo in direzione del rifugio. Tra un
po' arriva la sorpresa ...
Ed ecco il muro: la ripidissima strada ai piedi dei Denti di Terrarossa
Il Presidente in posa prima di provare il salitone
Il primo tratto, sia pur ripido, è ancora fattibile
Ben presto, però, siamo costretti a piedi: il 30% è per noi un limite
invalicabile!
Nel frattempo ci godiamo lo spettacolo dei Denti di Terrarossa
La salita prosegue ripida su un terreno ghiaioso
L'ultimo tratto di salita prima della sella
Nel frattempo, guardando verso il basso, scorgiamo la colonna dei nostri trekker
che risale la valle
Ed ecco finalmente apparire il tetto rosso del rifugio
Siamo a 2.440 metri di quota
Dopo una manciata di minuti arrivano anche i trekker
La pausa al rifugio ...
Un originale portavasi, ricavato da dei vecchi scarponi
Luigi il Dotto chiude la fila degli arrivi
Sul manubrio di una MTB spunta un reggiseno ad asciugare. Come sono cambiati i
tempi ...
Lo Schiaccianoci, convalescente per la schiena, arriva al rifugio assai
affaticato, ma contento per esserci riuscito
E allora si brinda. Con la birra? No, con l'Holunder (sciroppo di sambuco). Ma
vaff.....
Tavolata-1
Tavolata-2
Tavolata-3
Tavolata-4
Il piatto più gettonato è patate arrostite con pancetta e uova al tegamino
Qualcuno le patate le preferisce lesse. E allora pèlale!
Altri, invece, sono andati su un normale piatto di spaghetti
Dopo i canederli anche patate e speck. Questo c'ha male dappertutto, ma di
stomaco va come una Ferrari!
Dopo mangiato ci vuole proprio qualche minuto di relax
Ma le sdraio sono più comode della staccionata!
Il Presidente concorda
Si riparte ...
Dopo mangiato lasciamo il rifugio e ci spostiamo sulla vicina sella
Bel primo piano di Luigi il Dotto che, piano piano, arriva ovunque
Lo Schiaccianoci (che voleva andare a prendere la funivia perchè acciaccato)
viene convinto a scendere a piedi
Foto di gruppo, biker + trekker, prima di dividersi nuovamente
Subito dopo i trekker imboccano il sentiero per la Forcella dei Denti di
Terrarossa
Salutati i trekker, ci prepariamo per la discesa
Scendiamo incolonnati sulle ripidissime rampe
Il 30% è duro in salita, ma anche in discesa non scherza!!!
In fondo alla ripida discesa dal Rifugio Alpe di Tires non seguiamo la strada
dell'andata, per Passo Duron,
ma giriamo a sinistra, facendo una via più breve (e ripida) per l'ex Casa del
Touring Club
Siamo nel parco naturale Sciliar-Catinaccio
Questo tratto di ripida discesa è tutto lastricato con fastidiose piastre di
cemento quadrettato
Sosta per ricompattare il gruppo
Il trenino dei Rinco impegnato tra i tornanti sterrati
Arriviamo al bivio Passo Duron/Saltria. Baldazàr ne approfitta per riempire la
borraccia nel ruscello
Lasciamo il bivio e imbocchiamo la discesa per Saltria
Un particolare sistema per non far passare il bestiame, lasciano aperta la
strada al traffico
Scendiamo veloci nella piccola valle
Frank impegnato sullo scorrevole sterrato
L'arrivo alla conca di Saltria, posta all'estremo orientale dell'Alpe di Siusi
Da Saltria scendiamo in direzione della Val Gardena, incontrando alcuni vecchi
masi in pietra e legno
Al bivio per Ortisei non scendiamo verso la Val Gardena, ma ricominciamo la
salita girando a sinistra
La strada sale aggirando un piccolo rilievo, sempre esposta al sole
Troviamo il bivio per Malga Hartl e saliamo (il primo tratto a piedi, visto il
terreno sconnesso)
La strada termina in un prato, tra alcune costruzioni rurali in legno
Il sentiero è appena accennato nell'erba: lo seguiamo fiduciosi perchè cartelli
NON CE NE SONO!!!
L'erba è alta e la sagoma dei biker spunta dalla cintola in su
Passiamo tra le staccionate costruite per non far scappare il bestiame
Ancora tratti su erba, ai margini delle zone di pascolo
Ora la strada è più scorrevole e il gruppo procede veloce verso la meta
L'inconfondibile sagoma dello Sciliar ci farà da "Stella Cometa" fino a
raggiungere Kompatsch
Cecchi Paone procede in coda al gruppo, facendo la scopa
Sullo sfondo Sassolungo e Sassopiatto, circondati da nubi cariche di pioggia
Cipollino indossa la ventina e copre lo zaino con l'antipioggia: paura de
bagnàrte, eh?
Imbocchiamo la strada asfaltata mentre il cielo alle nostre spalle è sempre più
nero
Gli ultimi metri di strada prima di Kompatsch
El Griso e l'Uomo Ombra, primi trekker a giungere a Kompatsch, in contemporanea
con l'arrivo dei biker
Carichiamo le auto, appena in tempo prima dell'arrivo del temporale. Anche
questa è andata!