Disputata la
sesta uscita ufficiale 2006: è stato un vero successo
RINCO
BOYS
ALL'ALPE DI SIUSI:
SPETTACOLO NATURALE AL 100%
E NUOVO RECORD DI QUOTA !
Alpe di Siusi (BZ), 16/07/2006. La sesta uscita ufficiale della stagione 2006 è andata in scena oggi sul bellissimo e verdissimo altopiano ai piedi dello Sciliar, nel cuore delle Dolomiti. Come ampiamente previsto è stata un'escursione spettacolare sotto il profilo paesaggistico, accompagnata dall'ennesima bella giornata di sole. Alla fine della pedalata, le braccia, le gambe e sopratutto i volti dei 12 Rinco partecipanti, apparivano arrossati come peperoni, con l'unica eccezione di Panzella, fresco di vacanze in Sicilia e quindi già bello abbronzato fin dalla partenza.
Partiti di buon ora (6,,45) da Trento, i Rinco erano giunti all'Alpe poco dopo le 8,00, quindi con un buon margine sull'orario di chiusura della strada, che da qualche anno viene sbarrata dalle 9,00 alle 17,00 onde evitare l'ammasso indiscriminato di auto in un contesto naturalistico che (giustamente) si vuole conservare integro e cha ha fatto la fortuna turistica di queste località.
Già verso le 8,30 - quindi - i 12 Rinco erano in sella alle loro MTB, con Franz che esibiva l'ultimo acquisto: una fiammante MTB bianca e nera che ha mandato in pensione la storica (e variopinta) "FlowerBike", prestata per l'occasione al compagno Carioca, ancora privo di mezzo.
Dopo un tratto di circa 2 km in falsopiano, su strada asfaltata chiusa al traffico (salvo autorizzati), è stata affrontata la prima breve ma impegnativa salita, che dall'albergo Ritsch ha condotto verso la strada che sale verso l'Alpe di Tires. Un tratto pedalando sull'erba bagnata, con il terreno molle, dove le ruote faticavano parecchio a scorrere, quindi una più comodo carrareccia sterrata, in mezzo ai pascoli, fino a raggiungere la stradina che sale verso gli alberghi alpini "Panorama" e "Punta d'Oro". La salita non era costante, ma presentava diversi saliscendi, con strappi anche impegnativi (15-18%) seguiti da veloci discese. Al Rifugio Molignon (m. 2.053) c'erano due possibilità per raggiungere il Passo Duron: un più breve (perchè diretto) sentiero molto poco pedalabile (secondo il gestore sarebbero stati necessari almeno 15-20 minuti con la bici in spalla), oppure la strada sterrata che però scendeva ancora di quota, allungando il tragitto di circa 1 km e aumentando il dislivello da superare per raggiungere la meta. E' stata scelta questa seconda via, scendendo fino al bivio per Saltria (m. 1970), posto in corrispondenza di un ruscello gorgheggiante dove il Franz ha colto l'occasione per rinfrescarsi. Quindi è iniziata la dura salita verso il Passo Duron, con pendenze spesso vicine al 20% e i tornanti che si inerpicavano sul crinale, dapprima boscoso e poi di soli prati. raggiunto il passo, si è potuto ammirare lo splendido panorama della vicina Val di Fassa, dove si sarebbe giunti proseguendo sulla strada sterrata, mentre a destra si scorgeva nel prato il sentierino che porta all'Alpe di Tires.
Dopo un tratto nei prati, dietro ad una collina dove peraltro sono state avvistate diverse marmotte correre nei prati ed infilarsi nelle rispettive tane sotterranee, è apparso lo spettacolo dei Denti di Terrarossa, bizzarre guglie dolomitiche di roccia rossiccia, erosa dal lavoro millenario di acqua e vento. Proprio lassù, ai piedi delle magnifiche montagne, era posta la meta della giornata, il Rifugio alpe di Tires. Per raggiungerlo, però, i Rinco hanno dovuto penare non poco, visto che il sentiero era durissimo, con pendenza mai scesa sotto il 15% (e qui si poteva ancora stare in sella), ma che spesso e volentieri superava il 20% (costringendo buona parte dei partecipanti a spingere a piedi), con punte fino al 26-28% (e qui, invece, nessuno è riuscito a proseguire seduto sulla MTB). A complicare le cose il fondo del tracciato, pieno di sassi e ghiaia, che costringevano a dei veri e propri esercizi di equilibrismo.
Dopo la sfacchinata, dietro una curva e inizialmente nascosto da una piccola collina erbosa, è finalmente apparso il rifugio, con il suo tetto rosso e il nome dipinto sulle bianche pareti. Coi suoi 2.440 metri sul livello del mare, il Rifugio Alpe di Tires, tra l'altro, strappa a Punta Rolle (2.209) il primato di quota raggiunta in uscite ordinarie (il record assoluto, invece, è del Passo dello Stelvio - m. 2.758 - raggiunto in un'uscita "RincoGold" nel luglio 2005).
Vista la giornata calda (anche a 2.440 metri si poteva stare tranquillamente a mezze maniche e più di un escursionista si è sdraiato a prendere il sole, n.d.r.) tutti i tavoli del rifugio posti sulla terrazza esterna erano occupati, per cui i Rinco hanno optato per un lungo tavolone all'interno, dove è stato consumato il meritato ristoro. Il piatto preferito sono stati gli Knodel (ovvero i canederli, che qui in Alto Adige vengono serviti asciutti e non in brodo come in Trentino), accompagnati per qualcuno con verdura, per altri con gulash. Alla fine anche la torta di grano saraceno con confettura di mirtilli e panna montata e un caffè, poi qualche minuto di relax al sole, fuori dal rifugio, prima di affrontare la discesa, impegnativa non meno della salita vista la pendenza e il fondo sdrucciolevole.
Scesi fino al bivio per Saltria, dove al mattino si era giunti provenendo dal Rifugio Molignon, i Rinco hanno girato a destra, scendendo la conca di Saltria. Lungo la strada, ad un certo punto, è stata anche registrata una caduta, che ha visto come protagonista Gianpaolo el Venesiàn, costretto ad una brusca frenata da una manovra di un compagno, fermatosi a sua volta improvvisamente per osservare un branco di maiali che scorazzavano rumorosi in un prato recintato. Niente conseguenze gravi, per fortuna, ma solo un escoriazione al ginocchio destro, subito medicato e disinfettato grazie al kit di pronto soccorso riposto nello zaino del Presidente, che ha promesso scherzando al Venesiàn la "decorazione per ferita in servizio"!
La discesa è quindi ripresa ed i Rinco sono giunti velocemente a Saltria, dove hanno proseguito nella valle del Rio Jender, fino al bivio (quota 1620) per Malga Hartl. Qui è ricominciata la salita, anch'essa assai impegnativa, con l'aggravante dei canederli che nel frattempo stavano combattendo la loro dura battaglia coi succhi gastrici nei rispettivi intestini. Dopo un continuo saliscendi nei prati e diverse staccionate superate, i 12 biker sono finalmente giunti sulla stradina asfaltata che riportava a Kompatsch, dove si è conclusa la bellissima pedalata.
Complessivamente sono stati percorsi 31 km, supderando 1.057 metri di dislivello, con l'importante nuovo record di quota stabilito al Rifugio Alpe di Tires (m.2.440 contro i 2.209 di Punta Rolle)
ALCUNE IMMAGINI DELLA GIORNATA
Tradizionale foto di gruppo prima del via, a Kompatsch
Prime pedalate in falsopiano, nella zona a traffico
limitato dell'alpeggio
Improvvisamente, scappa la pipì a metà gruppo e una grossa
pietra si trasforma in WC
Dopo l'albergo Ritsch, la prima salita tosta, sull'erba
bagnata e terreno molle
Dopo il prato, una comoda carrareccia sterrata
Inizia la salita verso la meta finale, con alle spalle
l'inconfondibile Sciliar
Per chilometri si è pedalato in mezzo ai verdi pascoli
dell'altopiano
Passaggio tra i sistemi anti-fuga per vacche libere al
pascolo
Franz scende al ruscello per rinfrescarsi. Col sole
battente i Rinco si sono abbrustoliti!
La salita che porta al Passo Duron (m. 2.204)
Dal passo, lo splendido panorama della vicina Val di Fassa
Dopo Passo Duron, un tratto sassoso che costringe molti a
scendere dalla MTB
Dietro una curva, appare lo spettacolo dei Denti di
Terrarossa e il duro sentiero verso la meta
Il ciclocomputer segna in alcuni punti fino al 29% di
pendenza e sulla ghiaia,
con tutta la buona volontà, rimanere in sella era una cosa impossibile.
Dopo la faticaccia, ecco apparire il Rifugio Alpe di Tires
(m. 2.440)
La meritata sosta ristoro, all'interno del rifugio
Prima di scendere, storica foto: oggi nuovo record di
altitudine in uscite ordinarie!
El Venesiàn, che sfoggiava un'inedita bandana
sponsorizzata da una nota
marca di birra, ripiega da par suo la bandiera e la consegna al Presidente
Nella seconda metà del percorso, sono stati attraversati
diversi pascoli, con necessità
di scavalcare le staccionate erette per evitare la fuga del bestiame lasciato
libero nei prati
Una sosta in attesa dei ritardatari. Sullo sfondo il
Sassolungo e il Sassopiatto
Il tratto finale dell'escursione, ancora con il Sassolungo
e il Sassopiatto sullo sfondo