4ª ED ULTIMA CIASPOLATA 2009
 

 

 

 

       

 

 

 

 

 

 

 

Gran chiusura sul Monte Maggio21 presenti all'ultima escursione con le racchette da neveL'inverno 2008-2009 va in archivio con 5 splendide usciteDal 27 marzo (con "Bici & Bicèri") si tornerà in sella alle MTB

Le foto più simpatiche

14/03/2009 - Un inverno così nevoso - lo hanno ripetuto in molti in questi mesi - non si vedeva da decenni. E proprio grazie all'innevamento prolungato la stagione delle ciaspole, attività che i Rinco Boys ormai da tre anni hanno affiancato alla MTB, si è protratta ben più a lungo del previsto.

Una stagione invernale iniziata (ed è la prima volta che accade) già a dicembre, quando è andata in scena la 1ª Ciaspolata di Natale e proseguita a gennaio con un doppio appuntamento: il 16/1 l'ormai tradizionale Ciaspolata by Night, alle Viote del Monte Bondone (giunta alla sua terza edizione, ndr) seguita - il 30/1 - dalla Ciaspolata Mòchena sul Dosso di Costalta. Il 21/2 è stata quindi la volta della Ciaspolata i piedi del Brenta ed oggi, a Folgaria, con la Ciaspolata sul Monte Maggio, è calato il sipario su una stagione intensa ed appagante, che ha fatto registrare un vero boom di presenze (media 20,2 per uscita), a testimonianza del grande successo delle ciaspole, antico attrezzo tornato alla ribalta dopo anni di oblìo, grazie al quale si riesce a coniugare alla perfezione sport e natura.

Ma veniamo alla giornata odierna. Erano in 22 alla partenza da Passo Coe, con un paio di gradite sorprese come quella di Gigi "il Dotto", per la prima volta ospite dei Rinco Boys, e quella del mitico Garbo, il Supporter con più presenze alla Vecia Ferovia (ben 5, tutte alla guida del furgone per il trasporto atleti), salito da Padova per questa ultima ciaspolata della stagione.

La giornata non era proprio splendida sotto l'aspetto meteo (un vero peccato, dopo una settimana di sole e cielo terso!), ma la temperatura era assai gradevole, tanto che più d'uno ha indossato solo il pullover e qualcuno ha addirittura azzardato le maniche corte. Partenza subito in salita, a fianco della pista da sci ai piedi del Monte Maronia, poi - una volta giunti in cresta - la sgradita sorpresa: la strada militare che corre proprio sottocresta, sul versante che si affaccia sulla Valle di Terragnolo, era impraticabile a causa dell'eccessivo innevamento e gli accumuli causati dal vento creavano un concreto rischio di valanga. Anche gli addetti al servizio della vicina seggiovia, interpellati in proposito, hanno confermato il pericolo, aggiungendo che già alcuni gruppi - transitati di lì in mattinata - erano tornati sui propri passi dopo aver visto le condizioni del passaggio.

La decisione è stata immediata quanto scontata: il percorso originariamente previsto è stato abbandonato e il gruppo è stato condotto attraverso il bosco, tagliando in direzione sud-est, fino ad intercettare il più tranquillo sentiero 124, che sale verso il Monte Maggio dal versante opposto a quello della Valle di Terragnolo, su terreno meno scosceso e soprattutto boscoso.

Il primo tratto è stato il più impegnativo, con una pendenza più accentuata, tanto che la traccia dell'unico ciaspolatore che ci aveva preceduti saliva a zig-zag tra gli abeti, alla ricerca della diagonale con minore pendenza. Poi il terreno presentava continui sali-scendi, a causa dei quali non si riusciva a tenere un passo costante, con il ritmo continuamente spezzato dai cambi di pendenza. Il risultato è stato un continuo allungarsi del serpentone dei Rinco, con i meno allenati che inevitabilmente arrancavano nei tratti più scoscesi, perdendo terreno rispetto ai battistrada. Una sosta ogni tanto ha consentito quindi di tirare il fiato e di ricompattare le fila, fino al momento in cui si è giunti sulla cresta, da dove si poteva scorgere in lontananza la grande croce metallica posta sulla sommità del Monte Maggio, oltre allo spettacolare panorama che abbracciava gran parte delle catene del Trentino.

Guardando sotto, sul versante della Valle di Terragnolo, ci si è convinti ancor di più della bontà della scelta di non transitare sul tracciato previsto in origine, visto che la strada non si riusciva nemmeno ad individuare e i cornicioni di neve accumulata dal vento raggiungevano in alcuni punti anche l'altezza di 7-8 metri, pronti a scaricare verso il basso al primo accenno di cedimento.

Noi abbiamo proseguito sul sentiero poco più in là della cresta, percorrendo la dorsale in direzione sud, anche in questo caso con un andamento in saliscendi e qualche slalom tra i mughi, alcuni dei quali letteralmente sepolti dal manto nevoso che a metà marzo è ancora spesso un metro e mezzo abbondante.

Dopo l'ultima salita, il gruppo è arrivato alla croce, dove è stato allestito il nostro piccolo campo base. Grazie alla temperatura gradevole e all'assenza di vento, si è infatti deciso di preparare il pranzo proprio sulla sommità del Monte Maggio. In quattro e quattrotto il fuoco era acceso e in breve tempo la pasta di luganega già cantava sulla griglia (con grande stupore degli altri escursionisti presenti in vetta, che stavano rosicchiando un modesto panino).

Dopo il pranzo più panoramico che si ricordi, il gruppo ha raccolto armi e bagagli per avviarsi al rientro, non prima di aver scattato l'immancabile foto di gruppo sotto la croce.

Visto che per la deviazione in mattinata si era perso un po' di tempo e la tabella di marcia non era stata rispettata, si è optato per un rientro lungo la stessa via dell'andata, evitando di scendere nei pascoli di Malga Melegna, da dove si sarebbe poi dovuti risalire verso Passo Coe, allungando ulteriormente i tempi.

Scendendo lungo il sentiero 124 il gruppo è sbucato proprio in prossimità dell'anello del fondo, rientrando poi al parcheggio dove era iniziata qualche ora prima la bella camminata. Alla fine sono stati percorsi più di 10 km e il dislivello,  tra deviazioni e saliscendi, si è avvicinato ai 500 metri.

Ora, come detto, le racchette da neve se ne tornano in cantina fino al prossimo inverno. Il testimone passa alla mountain bike ...

IL PERCORSO


NB: in giallo la deviazione apportata a causa del rischio valanghe

 

LA PANORAMICA DEL TRACCIATO


NB: in giallo la deviazione apportata a causa del rischio valanghe. La freccia rossa indica la strada militare
che corre sottocresta, sul versante della Val di Terragnolo, dove si sono formati accumuli di neve instabile

 

FOTO SATELLITARE DEL TRACCIATO

 

LE IMMAGINI DELLA GIORNATA


Il ritrovo nel parcheggio nei pressi di Passo Coe


Si sale a fianco della pista da sci, in direzione del Monte Maronia


Il Kaiserjager con Ernesto, entrambi alla prima ciaspolata del 2009


La colonna sale, rimanendo sul bordo pista per non disturbare gli sciatori


L'arrivo in cima alla pista, dove si doveva imboccare la vecchia strada militare per il Monte Maggio


Dopo la decisione di abbandonare il tracciato originario (a causa del pericolo valanghe) le eminenze grigie
(nel senso di brizzolate!) studiano sulla cartina un percorso alternativo per raggiungere comunque la meta


La decisone presa è: si taglia nel bosco


Il momento in cui, uscendo dal bosco, abbiamo intercettato il sentiero 124 che sale al M.te Maggio


Il gruppo procede ora sul tranquillo sentiero nel bosco, lontano dai pericoli


Un piccolo abete sommerso dalla neve


Si sale tra i prati innevati


Gli unici inconvenienti sono ... le ciaspole legate male!


Si alternano tratti tra gli alberi a tratti aperti


Dopo un primo tratto in falso piano il sentiero si impenna e comincia a salire più deciso


In alcuni punti, molto deciso!


Luigi "il Dotto" azzarda la manica corta


Le donne non si fanno tirare, anzi!


Ogni tanto si fa sosta per ricompattare le fila


Il Merdatleta vaga solitario alla ricerca di tracce diverse


Un altro tratto boscoso


Il ritmo è spezzato dai continui cambi di pendenza


Uno dei punti più ripidi, con la traccia che sale a zig zag per cercare la minor pendenza in diagonale


Ci stiamo avvicinando alla cresta ...


Va ... Lentina sulla parte finale della salita


Siamo arrivati in cresta. Prima di proseguire tiriamo il fiato con una foto


Il Vicepresidente Cecchi Paone una volta giunto in cresta. Alle sue spalle il Pasubio


Ora si cammina sulla dorsale, in direzione sud. Sullo sfondo - tra gli alberi - si scorge il Brenta


Il sentiero procede proprio sul crinale


A sinistra il versante scosceso sul lato della Valle di Terragnolo. La strada che avremmo dovuto
percorrere passa proprio lì sotto. Con tutta questa neve, non era proprio il caso


Qualche sosta per ammirare il panorama è d'obbligo. Peccato solo che non ci sia il sole


Il panorama spazia a 360°


Ormai la croce del Monte Maggio si scorge all'orizzonte. Ci siamo quasi ...


La vegetazione, oltre quota 1.800, si è diradata


I cornicioni di neve formati dal vento. Quando l'accumulo è troppo, crolla al primo movimento


Il sentiero corre sul crinale. La meta si avvicina


Dorty sembra camminare nelle nuvole


La colonna dei Rinco allungata sul sentiero. Ormai siamo quasi arrivati.


Ultimi metri di salita ...


... ed eccoci a quota 1.853. Adesso prepariamo il campo base ...


Un signor campo base!


No comment


Questo sì che è un pranzo panoramico


Cecchi Paone sembra dire: "Panìn co' la luganega e bira fresca. Sa vòt de pù?"


Anche il Garbo pare soddisfatto


Il Camoscio della Sila con berretto alla greca


Il Merdatleta cerca un successore?


Con lo sguardo verso il Pasubio, ammirando panorami e giochi di luce del sole con le nuovole


La foto di gruppo sotto la croce


Lasciamo il Monte Maggio mentre il sole filtra tra le nuvole, creando una luce strana


La croce sparisce alle nostre spalle


Ci incamminiamo sul crinale in direzione nord. Alla nostra destra la conca di Passo Coe


La lunga colonna dei Rinco procede spedita


Ripercorriamo in discesa le rampe fatte in salita un paio d'ore prima


Procediamo con qualche bagaglio in più attaccato agli zaini: la monnezza!


Scendiamo nel bosco, sullo stesso sentiero del mattino


Il Garbo non rinuncia alla sua eleganza e sotto la tuta da sci esibisce ... la camicia!


Arrivati in fondo, per la stanchezza, Kriminal Bike cade addirittura in ginocchio


Anche il Merdatleta cade a terra come 'n per


Dopo aver attraversato la pista da fondo tagliamo nei prati


Ormai manca veramente poco


Sui tetti delle case c'è ancora oltre un metro di neve


Gli ultimi metri prima del parcheggio. Anche questa è fatta

 

Appuntamento con le ciaspole
all'inverno 2009-2010