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In una splendida giornata di sole, 19 soci hanno dato vita alla «Ciaspolata Mochena». 5 km di cammino per salire sul Dosso di Costalta, poi la grigliata a Malga Cambroncoi. |
30/01/2009 - A due settimane di distanza dalla "prima ufficiale" del 2009, i Rinco Boys hanno nuovamente inforcato le ciaspole per la 2ª uscita stagionale, andata in scena - questa volta in diurna - in Valle dei Mòcheni.
Meta della camminata, con uno sviluppo di circa 10 km tra andata e ritorno, era il Dosso di Costalta (m.1955), un vero e proprio "panettone" che separa la valle del Fersina dall'Altopiano di Pinè. Partiti poco dopo le 14,00 dai 1455 m. di Passo Redebùs, i 19 Rinco che hanno dato vita a questa nuova avventura sulle racchette da neve hanno imboccato il ripido sentiero 404, risalendo il bosco fino a Malga Pez (m. 1583).
Da qui si sarebbe dovuto proseguire in direzione di Malga Cambroncòi sempre sul sentiero 404, ma a causa del notevole passaggio di persone e dell'esposizione al sole, il tracciato era pressoché privo di neve, per cui si è deciso di affrontare il tratto tra le due malghe rimanendo sulla strada forestale, coperta da uno strato di neve battuta.
Dopo aver raggiunto l'ampio e soleggiato pascolo di Malga Cambroncòi, attorno ai 1700 metri di quota, è stata fatta una sosta per ricompattare le fila e recuperare un po' di energie. Prima di proseguire verso la vetta il Presidente ha anche chiesto se qualcuno non se la sentiva di affrontare la salita finale, rimanendo magari a crogiolarsi al sole in attesa dei compagni, ma nessuno dei presenti ha voluto fare una ciaspolata "monca", per cui il gruppo ha proseguito verso il Costalta con tutti i suoi effettivi.
Dopo aver attraversato il pascolo è stato raggiunto il margine del bosco, proprio alle pendici del Dosso, dove è iniziato il tratto più duro del tracciato. Il sentiero si inerpica infatti tra gli abeti, con pendenze assai impegnative, tanto che i chiodi sotto le ciaspole sono stati chiamati a fare il loro dovere in più d'una occasione. Dopo diversi ripidi tornanti, grazie ai quali si è guadagno dislivello in breve tempo, il sentiero è proseguito più tranquillo, fino a sbucare sulla parte più alta del "panettone", in una zona completamente priva di vegetazione.
Da qui, mentre il sole splendeva ancora alto nel cielo, si poteva già vedere controluce la sagoma della grande croce metallica posta sulla sommità del Costalta, a quota 1955 m.s.l.m.. Atri 500 metri di camminata, attraversando un mare di neve levigata dal vento, e i 19 Rinco hanno finalmente raggiunto, in circa 2 ore di cammino, il punto di massima elevazione dell'itinerario odierno.
Dopo aver ammirato lo splendido panorama a 360°, spaziante dalla catena del Lagorai al Pasubio, dalla Vigolana al Monte Baldo, dallo Stivo al Bondone, dalla Paganella al Brenta, dalla Presanella al Cevedale, fino alle catene settentrionali che separano l'Alto Adige dall'Austria, è stata fatta la rituale foto di gruppo davanti alla grande croce metallica. Poi, dopo un breve spuntino con i dolcetti preparati dalla madre di Thomas (gustose mele in camicia e deliziosi tortini), il gruppo si è preparato alla discesa.
In meno di mezzora è stata raggiunta nuovamente la spianata di Malga Cambroncòi, dove i Rinco hanno sfoderato per l'ennesima volta il loro know-how in materia di ristori. In men che non si dica, infatti, è stato allestito un efficiente barbecue, utilizzando griglia, legna e carbone che suddivisi tra i vari zaini erano stati portati fin lassù per l'occasione. Mentre si attendeva che il fuoco facesse il suo lavoro, sono state tenute in movimento le ganasce con dei cubetti di grana poi, appena pronta la brace, è iniziata la cottura e quasi 40 fette di pasta di luganega sono state grigliate per essere poi infilate nei panini. Aggiungiamo la birra tenuta in fresco nella neve è la merenda (meritata!) è stata completata.
Quando l'oscurità stava ormai calando e il tramonto aveva colorato di rosso tutte le catene orientali, è iniziata la discesa, fatta interamente sulla più tranquilla strada forestale, tanto per andare sul sicuro. Quando erano le 18,30 circa, il gruppo è sbucato nuovamente al Passo di Redebùs, concludendo così la bella sgambata.
Prossima ciaspolata dopo metà febbraio: si salirà al cospetto del Gruppo di Brenta.
NB: immagine tratta dal fornitissimo sito
www.girovagandointrentino.it
Il gruppo pronto al via, nel parcheggio di Passo Redebus
La tabella segnavia 404 indica la strada: 2 ore per raggiungere la meta
Si parte e subito c'è un bel rampone, tanto per rompere ... il fiato
Il sentiero sale nel bosco in direzione di Malga Pez
Un ruscello che ha faticosamente rivisto la luce dopo le abbondanti nevicate
dei mesi scorsi
Usciti dal bosco è un'esplosione di sole e appare la sagoma di Malga Pez
Il New-Rinco Luca (per il quale non è ancora stato deciso il nome di
battaglia) procede sorridente
Arrivati alla malga si fa una prima sosta per riunire il gruppo
Nel frattempo si ammira il panorama
Anche il resto del gruppo raggiunge Malga Pez
La struttura della malga, con l'abbondante strato di neve sui tetti
La prima mezzora di cammino è andata ...
Proseguiamo sul sentiero battuto, osservando i prati innevati baciati dal
sole
La fila dei Rinco si allunga ...
Scendiamo verso la strada forestale per Malga Cambroncòi
Il Presidente, seguito da Dorty e Cipollino
La strada forestale è coperta da uno strato di neve battuta
Alla nostra sinistra si sviluppa la Val dei Mòcheni, percorsa dal torrente
Fersina
Per raggiungere Malga Cambroncòi tagliamo su un costone dove un gatto delle
nevi ha battuto il sentiero
La sagoma della malga sbuca dalla collina
Dorty preferisce salire nella neve fresca
Eccoci giunti a Malga Cambroncòi
Il sole splende alto e la temperatura è gradevole
Talmente gradevole che Thomas azzarda la manica corta!
Dietro la malga c'è lo splendido crocifisso ligneo, opera di Lunz
Dopo una breve sosta si prosegue per il Dosso di Costalta
I segnavia su pietra sono coperti dalla neve, ma il sentiero è battuto,
quindi si trova facilmente
Il terzetto che chiude la fila
Attraversiamo il pascolo innevato, fino alle pendici del bosco
La colonna dei Rinco procede spedita
Giunti al bosco, inizia la salita più impegnativa
La pendenza è notevole e in certi punti ghiacciati i chiodi sotto le
ciaspole servono tutti!
Anche qui (come già accaduto in altri luoghi) troviamo alberi piegati dal
peso della neve
Usciti dal bosco è di nuovo un'esplosione di luce, con il sole che splende
alto, dritto di fronte a noi.
Siamo alla soglia dei 2000 metri e la vegetazione è quasi scomparsa
Si cammina in un vero e proprio "mare di neve"
Kriminal Bike e lo Schiaccianoci del Terminillo che, come al solito, "ciàcera"
Bubu si tiene qualche metro dietro, non avendo i tappi per le orecchie ...
La catena del Brenta si staglia all'orizzonte, con le sue caratteristiche
guglie rocciose
Dorty avanza con il suo caratteristico passo caracollato
Eccoci arrivati alla meta!
La grande croce posta sulla sommità della montagna. Sullo sfondo alcune
delle catene montuose
che in un bellissimo panorama a 360° si possono ammirare dalla vetta del
Dosso di Costalta.
Un'immagine quasi mistica
Sotto di noi l'Altopiano di Pinè, con il lago ghiacciato
Barbapapà, soddisfatto dopo la sfacchinata
Nicola Moviola, salito senza liquidi, si deve attaccare alla lattina di
birra!
Yoghi si gusta uno dei dolcetti preparati dalla madre di Thomas
Il Kanoista con Nicola Moviola
Il Merdatleta ha voluto portare la marrone ai quasi 2000 metri di quota del
Costalta
Luca con lo Schiaccianoci del Terminillo
Cipollino arriva un po' affaticato in vetta e ... zac, scatta subito il
ristoro volante!
La foto di gruppo
Prima di scendere, Kriminal Bike si incarica di predisporre la dedica sul
libro dei visitatori
Si scende verso Malga Cambroncòi
Il versante est è già completamente in ombra
Raggiunta la spianata sotto la sommità, torniamo alla luce
La discesa, nel tratto finale, è impegnativa come la salita
Finalmente riappare la sagoma di Malga Cambroncòi: adesso si mangia!
Il sole comincia a scendere dietro la cresta delle catene occidentali e il
cielo si arrossa
Lo splendido tramonto sul Fravort
Nel frattempo si monta la griglia e si accende il fuoco, poi via con le
lugàneghe!
Venghino, Siori, venghino!
Compagni di merende!
Quando riprendiamo il sentiero verso il Redebus è ormai buio. Alla prossima!