30/01/2009: 2ª USCITA STAGIONALE CON LE RACCHETTE DA NEVE
  


 

 

 

 

 

 

 



 

Che spettacolo !

In una splendida giornata di sole, 19 soci hanno dato vita alla «Ciaspolata Mochena». 5 km di cammino per salire sul Dosso di Costalta, poi la grigliata a Malga Cambroncoi.

30/01/2009 - A due settimane di distanza dalla "prima ufficiale" del 2009, i Rinco Boys hanno nuovamente inforcato le ciaspole per la 2ª uscita stagionale, andata in scena - questa volta in diurna - in Valle dei  Mòcheni.

Meta della camminata, con uno sviluppo di circa 10 km tra andata e ritorno, era il Dosso di Costalta (m.1955), un vero e proprio "panettone" che separa la valle del Fersina dall'Altopiano di Pinè. Partiti poco dopo le 14,00 dai 1455 m. di Passo Redebùs, i 19 Rinco che hanno dato vita a questa nuova avventura  sulle racchette da neve hanno imboccato il ripido sentiero 404, risalendo il bosco fino a Malga Pez (m. 1583).

Da qui si sarebbe dovuto proseguire in direzione di Malga Cambroncòi sempre sul sentiero 404, ma a causa del notevole passaggio di persone e dell'esposizione al sole, il tracciato era pressoché privo di neve, per cui si è deciso di affrontare il tratto tra le due malghe rimanendo sulla strada forestale, coperta da uno strato di neve battuta.

Dopo aver raggiunto l'ampio e soleggiato pascolo di Malga Cambroncòi, attorno ai 1700 metri di quota, è stata fatta una sosta per ricompattare le fila e recuperare un po' di energie. Prima di proseguire verso la vetta il Presidente ha anche chiesto se qualcuno non se la sentiva di affrontare la salita finale, rimanendo magari a crogiolarsi al sole in attesa dei compagni, ma nessuno dei presenti ha voluto fare una ciaspolata "monca", per cui il gruppo ha proseguito verso il Costalta con tutti i suoi effettivi.

Dopo aver attraversato il pascolo è stato raggiunto il margine del bosco, proprio alle pendici del Dosso, dove è iniziato il tratto più duro del tracciato. Il sentiero si inerpica infatti tra gli abeti, con pendenze assai impegnative, tanto che i chiodi sotto le ciaspole sono stati chiamati a fare il loro dovere in più d'una occasione. Dopo diversi ripidi tornanti, grazie ai quali si è guadagno dislivello in breve tempo, il sentiero è proseguito più tranquillo, fino a sbucare sulla parte più alta del "panettone", in una zona completamente priva di vegetazione.

Da qui, mentre il sole splendeva ancora alto nel cielo, si poteva già vedere controluce la sagoma della grande croce metallica posta sulla sommità del Costalta, a quota 1955 m.s.l.m.. Atri 500 metri di camminata, attraversando un mare di neve levigata dal vento, e i 19 Rinco hanno finalmente raggiunto, in circa 2 ore di cammino, il punto di massima elevazione dell'itinerario odierno.

Dopo aver ammirato lo splendido panorama a 360°, spaziante dalla catena del Lagorai al Pasubio, dalla Vigolana al Monte Baldo, dallo Stivo al Bondone, dalla Paganella al Brenta, dalla Presanella al Cevedale, fino alle catene settentrionali che separano l'Alto Adige dall'Austria,  è stata fatta la rituale foto di gruppo davanti alla grande croce metallica. Poi, dopo un breve spuntino con i dolcetti preparati dalla madre di Thomas (gustose mele in camicia e deliziosi tortini), il gruppo si è preparato alla discesa.

In meno di mezzora è stata raggiunta nuovamente la spianata di Malga Cambroncòi, dove i Rinco hanno sfoderato per l'ennesima volta il loro know-how in materia di ristori. In men che non si dica, infatti, è stato allestito un efficiente barbecue, utilizzando griglia, legna e carbone che suddivisi tra i vari zaini erano stati portati fin lassù per l'occasione. Mentre si attendeva che il fuoco facesse il suo lavoro, sono state tenute in  movimento le ganasce con dei cubetti di grana poi, appena pronta la brace,  è iniziata la cottura e quasi 40 fette di pasta di luganega sono state grigliate per essere poi infilate nei panini. Aggiungiamo la birra tenuta in fresco nella neve è la merenda (meritata!) è stata completata.  

Quando l'oscurità stava ormai calando e il tramonto aveva colorato di rosso tutte le catene orientali, è iniziata la discesa, fatta interamente sulla più tranquilla strada forestale, tanto per andare sul sicuro. Quando erano le 18,30 circa, il gruppo è sbucato nuovamente al Passo di Redebùs, concludendo così la bella sgambata.

Prossima ciaspolata dopo metà febbraio: si salirà al cospetto del Gruppo di Brenta. 

 

IL PERCORSO

 

LA PANORAMICA DEL TRACCIATO

 

IL PANORAMA A 360° DALLA VETTA (clicca per ingrandire)


NB: immagine tratta dal fornitissimo sito www.girovagandointrentino.it

 

LE IMMAGINI DELLA GIORNATA


Il gruppo pronto al via, nel parcheggio di Passo Redebus


La tabella segnavia 404 indica la strada: 2 ore per raggiungere la meta


Si parte e subito c'è un bel rampone, tanto per rompere ... il fiato


Il sentiero sale nel bosco in direzione di Malga Pez


Un ruscello che ha faticosamente rivisto la luce dopo le abbondanti nevicate dei mesi scorsi


Usciti dal bosco è un'esplosione di sole e appare la sagoma di Malga Pez


Il New-Rinco Luca (per il quale non è ancora stato deciso il nome di battaglia) procede sorridente


Arrivati alla malga si fa una prima sosta per riunire il gruppo


Nel frattempo si ammira il panorama


Anche il resto del gruppo raggiunge Malga Pez


La struttura della malga, con l'abbondante strato di neve sui tetti


La prima mezzora di cammino è andata ...


Proseguiamo sul sentiero battuto, osservando i prati innevati baciati dal sole


La fila dei Rinco si allunga ...


Scendiamo verso la strada forestale per Malga Cambroncòi


Il Presidente, seguito da Dorty e Cipollino


La strada forestale è coperta da uno strato di neve battuta


Alla nostra sinistra si sviluppa la Val dei Mòcheni, percorsa dal torrente Fersina


Per raggiungere Malga Cambroncòi tagliamo su un costone dove un gatto delle nevi ha battuto il sentiero


La sagoma della malga sbuca dalla collina


Dorty preferisce salire nella neve fresca


Eccoci giunti a Malga Cambroncòi


Il sole splende alto e la temperatura è gradevole


Talmente gradevole che Thomas azzarda la manica corta!


Dietro la malga c'è lo splendido crocifisso ligneo, opera di Lunz


Dopo una breve sosta si prosegue per il Dosso di Costalta


I segnavia su pietra sono coperti dalla neve, ma il sentiero è battuto, quindi si trova facilmente


Il terzetto che chiude la fila


Attraversiamo il pascolo innevato, fino alle pendici del bosco


La colonna dei Rinco procede spedita


Giunti al bosco, inizia la salita più impegnativa


La pendenza è notevole e in certi punti ghiacciati i chiodi sotto le ciaspole servono tutti!


Anche qui (come già accaduto in altri luoghi) troviamo alberi piegati dal peso della neve


Usciti dal bosco è di nuovo un'esplosione di luce, con il sole che splende alto, dritto di fronte a noi.


Siamo alla soglia dei 2000 metri e la vegetazione è quasi scomparsa


Si cammina in un vero e proprio "mare di neve"


Kriminal Bike e lo Schiaccianoci del Terminillo che, come al solito, "ciàcera"


Bubu si tiene qualche metro dietro, non avendo i tappi per le orecchie ...


La catena del Brenta si staglia all'orizzonte, con le sue caratteristiche guglie rocciose


Dorty avanza con il suo caratteristico passo caracollato


Eccoci arrivati alla meta!


La grande croce posta sulla sommità della montagna. Sullo sfondo alcune delle catene montuose
che in un bellissimo panorama a 360° si possono ammirare dalla vetta del Dosso di Costalta.


Un'immagine quasi mistica


Sotto di noi l'Altopiano di Pinè, con il lago ghiacciato


Barbapapà, soddisfatto dopo la sfacchinata


Nicola Moviola, salito senza liquidi, si deve attaccare alla lattina di birra!


Yoghi si gusta uno dei dolcetti preparati dalla madre di Thomas


Il Kanoista con Nicola Moviola


Il Merdatleta ha voluto portare la marrone ai quasi 2000 metri di quota del Costalta


Luca con lo Schiaccianoci del Terminillo


Cipollino arriva un po' affaticato in vetta e ... zac, scatta subito il ristoro volante!                                                    


La foto di gruppo


Prima di scendere, Kriminal Bike si incarica di predisporre la dedica sul libro dei visitatori


Si scende verso Malga Cambroncòi


Il versante est è già completamente in ombra


Raggiunta la spianata sotto la sommità, torniamo alla luce


La discesa, nel tratto finale, è impegnativa come la salita


Finalmente riappare la sagoma di Malga Cambroncòi: adesso si mangia!


Il sole comincia a scendere dietro la cresta delle catene occidentali e il cielo si arrossa


Lo splendido tramonto sul Fravort


Nel frattempo si monta la griglia e si accende il fuoco, poi via con le lugàneghe!


Venghino, Siori, venghino!


Compagni di merende!



Che parata di ganasce!

 


Quando riprendiamo il sentiero verso il Redebus è ormai buio. Alla prossima!