3ª uscita ufficiale del 2008, tra Val di Ledro e Val Concei |
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Alla faccia delle previsioni meteo poco ottimistiche, si è svolta oggi la 3ª uscita del Programma Ordinario 2008. La perseveranza di Rinco Boys e Non Solo Panza è stata premiata: non solo non ha piovuto, ma addirittura - in qualche frangente - è uscito anche qualche raggio di sole. 24 bikers al via (più due soci in cucina), con grande abbuffata finale nella baita in riva al lago, dove davanti ad un menu misto è stato rinsaldato il gemellaggio con gli amici di Cremona. |
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4 Non Solo Panza |
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Rinco Onorario |
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Molina di Ledro (TN), 25-05-2008. A metà settimana, quando il Presidente e gli altri consiglieri avevano dato l'ennesima occhiata al sito di Meteotrentino per vedere l'ultimo bollettino pubblicato, l'ipotesi di un nuovo annullamento della tappa in Val di Ledro si era fatto più concreto. Quel simbolo con la nuvoletta nera, accompagnato dalle parole "da nuvoloso a molto nuvoloso" e "probabilità precipitazioni: alta", non promettevano nulla di buono e sembrava che anche questa domenica (l'ultima di una disgraziata serie in questa bizzarra primavera che non vuol proprio decollare!) sarebbe stata guastata dalla pioggia. Dopo un consulto telefonico con Giaz, il Presidente del gruppo gemellato Non Solo Panza di Cremona, si è deciso per confermare comunque l'escursione: ormai i preparativi del "pranzo del gemellaggio" erano in fase avanzata e rinviare tutto a due/tre giorni dalla data programmata avrebbe creato non pochi problemi organizzativo/logistici. "Al massimo - si è pensato - se piove possiamo vedere di ridurre il giro evitando di salire in quota o, tuttalpiù, se proprio dovesse diluviare, ci ritireremo sotto la veranda in attesa del pranzo". E invece, alla faccia di tutti gli allievi (un po' asinelli, viene da pensare) dell'indimenticabile Colonnello Bernacca, Giove Pluvio ha riservato a Rinco Boys e Non Solo Panza una domenica di tregua, dove non solo non ha piovuto, ma addirittura è uscito qualche sprazzo di sole a riscaldare un po' l'aria, facendo riporre il vestiario lungo che più d'uno, prudentemente, aveva portato al seguito prefigurandosi una giornataccia da "lacrime e sangue".
Così, alle 9,30 circa, il gruppone di 24 bikers (20 Rinco Boys e relativi ospiti, più 4 Non Solo Panza), dopo la foto di rito scattata nel bel prato del Bait del Segalì (la casetta nei pressi del Lago di Ledro che la famiglia del nostro Vicepresidente Frà ci mette ogni anno a disposizione, n.d.r.) ha inforcato le MTB ed ha mosso le prime pedalate lungo lago, in direzione di Pieve. Dopo un paio di km è stata abbandonata la tortuosa circumlacuale asfaltata che corre sulle colline a sud del lago, per imboccare il sentiero nel bosco che conduce direttamente nella zona del Circolo Velico di Pieve di Ledro. Rispetto a due anni fa (quando si passò di qui per andare a Passo Tremalzo, n.d.r.) il fondo del sentiero è stato sistemato con del ghiaino battuto e risulta ora molto scorrevole. Anche la zona attorno al Circolo Velico è oggetto di sistemazione, come testimoniano i cantieri sparsi un po' ovunque, destinati a migliorare la viabilità da e per il porticciolo e il campeggio.
Dopo aver percorso un breve tratto della nuova pista ciclopedonale che una volta ultimata collegherà il Lago di Ledro con il Laghetto d'Ampola, RB e NSP hanno raggiunto la vicina Bezzecca (località passata alla storia per una vittoriosa battaglia garibaldina durante la III Guerra d'Indipendenza, nel 1866 n.d.r.) ed hanno iniziato la prima delle due salite di giornata: 8 km circa, con una pendenza media molto ridotta (inferiore al 5%), percorrendo tutta la Val Concei (piccola laterale della Val di Ledro), dai 670 metri del fondo valle fino ai 1.050 di Ponte Glera, dove la strada si impenna all'improvviso, trasformandosi poi in un sentiero (non percorribile in bici) che raggiunge la cresta delle vette che racchiudono la stretta quanto suggestiva valle.
Arrivati a Locca (739), la prima delle frazioni che compongono il Comune di Concei, un curioso episodio ha provocato lo stop dell'imperiosa (?) ascesa verso il GPM. Un vigile del fuoco, infatti, ha bloccato la strada perchè proprio in quel momento stava transitando una processione religiosa. Mentre metà del gruppo era già passata e si è poi fermata più avanti per attendere i compagni, l'altra metà è rimasta bloccata in mezzo al paese, dove ha dovuto attendere che tutta la colonna dei fedeli sfilasse danti a loro, con il consueto corollario di preghiere ad alta voce, petali di fiori lanciati in aria, ecc. La preoccupazione del Presidente era che il Camoscio della Sila si lasciasse andare ad uno dei suoi ormai proverbiali bestemmioni ma fortunatamente il calabrese era nella metà del gruppo che era già passata oltre il paese, per cui è stato scongiurato il possibile incidente diplomatico con la Santa Sede.
Dopo il curioso episodio, il gruppo ha ripreso a pedalare, raggiungendo la vicina località di Enguiso (760). Proseguendo oltre, giunti alle porte di Lenzumo (790), è stata lasciata la strada asfaltata che percorre il fondo valle, per imboccare il bel sentiero naturalistico (molto praticato anche a cavallo) che correndo lungo il torrente Assàt conduce fino alla località al Faggio, dove si trova l'omonimo Rifugio (964) e il cui toponimo è legato alla presenza di un maestoso esemplare di faggio plurisecolare (la targa ai suoi piedi recita "oltre 250 anni") posto proprio dietro all'edificio. La salita per arrivare fin qui, per nulla impegnativa, è stata al contrario molto divertente, con passaggi nel bosco, su tratti coperti di radici, su ponticelli di legno stesi sopra il torrente o su stretti sentierini lungo il corso d'acqua.
Giunti al rifugio è stato affrontato l'ultimo terribile km che conduce a Ponte Glera: in quei 1.000 metri circa era nascosto quasi un terzo del dislivello della prima ascesa, fino a quel momento una vera passeggiata. Sulla rampa finale, la più dura (con pendenza schizzata oltre il 20%), dove è stato steso uno strato di cemento con rigature per favorire il grip ai mezzi di locomozione che si spingono fin quassù, una buona metà dei bikers è stata costretta a scendere di sella, concludendo a piedi la breve ma intensa faticaccia.
Dopo una breve sosta che a qualcuno è servita per rifocillarsi, a qualcun altro per far tornare i battiti a valori da "codice bianco", si è tornati sui propri passi (e per qualcuno non è un modo di dire, perchè aveva veramente camminato!), scendendo nuovamente al Rifugio al Faggio per imboccare la seconda parte del sentiero naturalistico, che corre sulla parte destra della valle (un po' più in alto di quella percorsa all'andata in salita) e che in un batter d'occhio ha condotto fino alle porte di Lenzumo, dove un penetrante odore di braciole alla griglia che giungeva da un giardino posto lungo la strada ha rischiato seriamente di compromettere il prosieguo dell'escursione. Fortunatamente si era in discesa e la velocità era abbastanza sostenuta da far dimenticare in fretta la tentazione, per proseguire verso Enguiso e Locca, dove doveva iniziare la seconda salita della giornata. Diciamo "doveva" perchè una foratura ha costretto il gruppo ad un pit stop forzato. Lo sfig... ops, sfortunato di turno è stato Gigi del gruppo NSP, l'unico dei 24 bikers - ironia della sorte - che poteva vantare, infilata tra camera d'aria e copertone, una striscia in kevlar antiforatura vendutagli dal suo Presidente, Giaz, contitolare del negozio "Spaccabici" di Cremona. Potete immaginare i commenti e gli sfottò capitati sui due NSP!
Dopo la sosta meccanica, il gruppo ha imboccato la stretta viuzza che raggiunge la parte alta del paese, per poi salire nel bosco con pendenze subito importanti. Immediatamente, quando si sono affrontati i primi tornanti, si è capito che rispetto alla salita verso il Faggio, questa era tutt'altra cosa, come testimoniava l'altimetro che registrava in brevi tratti consistenti aumenti di quota e che in diversi punti ha segnalato una pendenza oltre il 20%. Mano a mano che si saliva anche il panorama sottostante cominciava a prendere forma, fino a quando si è arrivati in loc. Coste Bariolo, poco sopra i 1.000 metri di quota, dove un tornante senza vegetazione a bordo strada faceva da vero e proprio balcone sul Lago di Ledro, offrendo un panorama spettacolare appena offuscato dalla velatura del cielo. Raggiunto il punto di massima elevazione, è cominciata la discesa verso Mezzolago, che definire "vertiginosa" non è affatto esagerato. Diversi erano i tratti dove la pendenza si avvicinava al 30%, con il fondo cementato a strisce. In meno di 2,5 km si è passati dai 1.040 metri del punto panoramico ai 670 metri del lago e qualcuno tra i meno temerari ha dovuto addirittura fare delle soste per raffreddare i cerchi, surriscaldati dal continuo uso dei freni.
Arrivati a fondo valle sono rimasti da percorrere gli ultimi 4 km lungo lago, passando per Molina di Ledro (dove si trova il villaggio palafitticolo con il Museo archeologico, n.d.r.) per rientrare a Pur, la località turistica sulla sponda sud, dove si era partiti al mattino. Alle 12,40 l'ultimo della comitiva entrava nel prato della baita e alle 12,42 già si udiva il clangore delle ganasce! Come noto, infatti, per il post pedalata era in programma il "pranzo del gemellaggio", dove Rinco Boys e Non Solo Panza - a due anni di distanza da quella frugale cerimonia celebrata tra le mura dell'ex Malga Larici (vedi pagina dell'escursione) - hanno rinsaldato il legame di amicizia tra i due sodalizi, predisponendo un menu misto trentino/cremonese che ha messo a dura prova anche gli stomaci più capienti!
Dopo due ore di battaglia, le due polente preparate dalle sapienti mani del sig. Vito (una di patate, l'altra "cuncia", cioè arricchita di salamella soffritta e formaggio) erano quasi vinte e le bottiglie di Teroldego Rotaliano e di Gutturnio dei Colli Piacentini erano ormai ridotte a dei vuoti a perdere.
Cogliamo l'occasione, in questa sede, per ringraziare quanti si sono prodigati per la riuscita della festa: la famiglia del nostro Vicepresidente, ovvero il suocero Vito (abile custode della tradizione culinaria della valle) e la moglie Tania, lo Chef di Non Solo Panza che ha preparato delle deliziose costine con le verze, il Rinco-Onorario Franco, che dopo aver visitato a Riva del Garda la Fiera degli sport all'aria aperta ha raggiunto Molina e si è messo a disposizione in cucina, asciugando e riponendo una serie infinita di piatti, bicchieri e stoviglie varie. Un grazie, infine, anche ai vari soci che si sono alternati al "lavaggio pentole", mentre gli altri sonnecchiavano pigramente a tavola con l'occhio languido.
Dopo la bella riuscita di questo primo "pranzo del gemellaggio", i due Presidenti hanno concordato nell'opportunità di ripetere in futuro l'esperienza (che potrebbe anche diventare un appuntamento tradizionale di ogni stagione), confidando magari - questa volta - in una bella giornata di sole.
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Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi poco più di 30 km, mentre il dislivello è stato di 714 metri. L'altimetria è caratterizzata sostanzialmente da due salite. La prima, più lunga (circa 8 km) ma molto più abbordabile, parte da Bezzecca, percorre tutta la Val Concei, fino al Rifugio al Faggio e poi un chilometro ancora più su, fino a Ponte Glera, poco prima che la strada termini e si trasformi in sentiero. Da Lenzumo al Faggio la salita si sviluppa sul bel sentiero naturalistico lungo il torrente Assàt. La seconda salita è più breve (poco più di 4 km) e parte da Locca di Concei per salire con brevi ma intense rampe e numerosi tornanti fino a loc. Coste Bariolo, splendido balcone affacciato sul Lago di Ledro. GPM a Ponte Glera (1050)
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Il gruppone posa nel prato del Bait del Segalì prima di salire in sella
Si ride e si scherza prima di salire in sella
Da Pur si percorre un tratto della circumlacuale in direzione di Pieve di Ledro
GLI ISOLANI: il siculo Tindaro (L'Uomo Lavico, alla sua prima stagionale) e il
sardo Gigi
Il sentiero lungo lago, sistemato di recente ed ora più battuto e scorrevole
Un ponte sul tratto già ultimato della nuova ciclopedonale della Val di Ledro
Il trenino affronta la prima salita, nei pressi di Bezzecca
L'INTRUSO. Gaspa durante la salita verso Locca. Ma quello nel cerchietto, chi ca..o
è ???
Dopo aver abbandonato la strada asfaltata si percorre il sentiero lungo il
torrente Assàt
Ogni tanto si incontrano degli ostacoli ...
Il Presidente davanti al cartello che segnala l'inizio del Sentiero
Naturalistico
Il sentiero si sviluppa nel bosco, zigzagando tra gli abeti
Il Merdatleta attraversa un tunnel di vegetazione
L'attraversamento del torrente su un caratteristico ponte in legno
Dopo 8 km di (leggera) salita, eccoci al Rifugio al Faggio
La salita finale verso Ponte Glera, durissima (oltre il 20%) e con il fondo
cementato
Molti hanno raggiunto il GPM a piedi
L'arrivo (e il riposo) a Ponte Glera
Si tira il fiato e si mangia qualcosa
Ridiscesi al rifugio al Faggio, ammiriamo l'imponente pianta che da il nome alla
località
Per scendere a Lenzumo imbocchiamo l'altro ramo del sentiero naturalistico
Anche questo tratto presenta passaggi divertenti e suggestivi
Il tratto finale, prima di tornare sull'asfalto
E appena tornati sull'asfalto ... si buca! Era meglio stare sui sassi e sulle
radici!
Nell'attesa, i "veciòti del paès" si scambiano due chiacchiere
Si riparte con la seconda salita, molto più tosta della prima
Dopo un po' l'asfalto lascia il posto allo sterrato
La pendenza comincia a farsi importante e la strada si sviluppa a tornanti
Lungo la salita verso Coste Bariolo si ammira qualche scorcio sul lago
sottostante
Il tratto finale dell'ascesa
Nel punto più elevato (poco sopra quota 1000) il panorama appare così (peccato
per la foschia)
L'uscita deve ancora finire, ma i due Presidenti sono già soddisfatti di come è
andata la giornata
Da Coste Bariolo ci lancia (è proprio il caso di dirlo) verso Mezzolago
L'immagine di Giaz rende l'idea della pendenza (qui attorno al 30%) della
discesa
Raggiunto Mezzolago (che si trova a metà tra Molina e PIeve), non resta che un
tratto in pianura
La ricostruzione del villaggio palafitticolo rinvenuto sulla sponda est del Lago
di Ledro
I vessilli dei due Club sventolato dal tetto del Bait del Segalì
Tre Non Solo Panza (Manuel, lo Chef e il Presidente Giaz) servono le costine con le verze alla
lombarda
il piatto trentino/cremonese: polenta di patate con costine alle verze
Le tavolate sotto la veranda. Ora si sentono solo le ganasce!
Franco (con il grembiulino da donna, è recidivo!!!) e Bubu. Sono alcuni dei soci
che si sono alternati al
lavaggio piatti, pentole, bicchieri, ecc. A loro un sentito grazie da
tutti noi