2ª uscita ufficiale del 2008, sull'Altopiano della PredaiaUna pedalata traNatura & Cultura

   

Dai meli in fiore di Coredo alla selvaggia Val Verdès, dai verdi prati della Predaia ai boschi di Tres, dal suggestivo santuario di San Romedio all'elegante Castel Braghèr: la 2ª escursione del 2008 è stata davvero ricca di contenuti. Ancora 17 bikers al via, con due New-Rinco, battezzati nella "tana dell'orso" di San Romedio: e allora li chiamiamo Yoghi & Bubu!
 

i presenti
 

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Rinco Onorario

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la cronaca

Coredo (TN), 10-05-2008. Un'altra bella giornata di sole ha caratterizzato la seconda escursione stagionale, andata in scena stamane in Val di Non. Come nella 1ª uscita (il 26/4), anche in questa occasione i bikers al via erano 17, tra i quali annoveriamo due New-Rinco che portano a quota 50 il numero dei soci. Si tratta di due Marco: il primo aveva già partecipato - come ospite - all'escursione delle Malghe del Bondone e nonostante la faticaccia non si è affatto spaventato ed ha rotto ogni indugio chiedendo l'affiliazione. Gli ha fatto seguito l'altro Marco, il quale doveva partecipare all'escursione odierna come semplice ospite, per prendere visione - per così dire - dell'ambiente, ma a San Romedio, dopo aver assistito al battesimo del compagno, ha chiesto di diventare subito un Rinco, "così tagliamo la testa al toro" ha commentato. Visto che i due Marco  sono stati battezzati nella "tana dell'orso" (vedi spiegazioni nel paragrafo successivo), sono stati chiamati Yoghi e Bubu, come i due orsetti dei cartoni animati del Parco di Yellowstone.  

La partenza della pedalata - alle 9,00 circa -  è avvenuta dal Lago di Coredo (883). Da qui, costeggiando il piccolo specchio d'acqua è stato raggiunto l'attiguo Lago di Tavòn, per poi imboccare la strada sterrata che scende verso Tavòn (frazione di Coredo, 856). La discesa è quindi proseguita tra i meli (a queste quote ancora in fiore), fino alle porte di Sanzeno. Dopo aver raggiunto il paese (634) è stata imboccata la suggestiva gola del Rio S.Romedio, scavata nel corso dei secoli dal piccolo corso d'acqua e caratterizzata da altissime parete rocciose praticamente verticali. Nel fresco della stretta gola, il gruppo ha velocemente raggiunto, in circa 3 km, il Santuario di San Romedio, uno dei luoghi di culto più antichi del Trentino, ma anche uno dei più caratteristici dell'intero arco alpino, dedicato all'omonimo Santo passato alla storia per la leggenda dell'orso (vedi approfondimento). 

Dopo la breve sosta al Santuario, durante la quale è stata formalizzata l'affiliazione dei due nuovi soci Yoghi e Bubu, è stata imboccata la Val Verdès, dove sono stati incontrati i tratti di salita più impegnativa dell'itinerario. La stretta strada sterrata, infatti, costeggia il ruscello che va poi a confluire nel Rio San Romedio, seguendone l'andamento. Dove il corso d'acqua scende tranquillo, anche la strada ha pendenze "umane", ma dove il ruscello forma delle cascate o comunque incontra dei punti di forte pendenza, anche la strada s'impenna per superare il dislivello, con pendenze che superano anche il 20%. Si tratta - fortunatamente - di tratti brevi e perlopiù concentrati nella prima parte dell'ascesa (un paio di km circa). Poi la pendenza si fa più costante e non si trovano più i "muri" del tratto iniziale.

Giunti dopo circa 6 km in località Molini di Verdès (il cui toponimo deve l'origine all'antica presenza di una serie di molini ad acqua, di cui oggi sono rimasti solo i ruderi), si è passati sulla sponda sinistra del torrente, facendo una sorta di inversione ad U, per proseguire, sempre in salita, in direzione opposta a quella di provenienza, risalendo la stretta valle fino a sbucare in località Sette Larici, sull'Altopiano della Predaia.

Da qui, dopo un breve tratto tra i verdi pascoli, si è proseguito in leggera salita sulla strada provinciale, fino ad arrivare al GPM di giornata, posto ai 1250 metri del Passo Predaia, in corrispondenza della partenza degli impianti di risalita delle piste da sci. Dal passo si è scesi brevemente, sempre sulla strada asfaltata, fino al Rifugio Sorès (1220), dove è stata imboccata la ripida carrareccia che scende verso Tres. In questo frangente è stata registrata la prima foratura del 2008 che ha visto sfortunato protagonista il Rinco-Onorario Franco, tradito dal pietrame che deve avergli pizzicato una camera d'aria.  Dopo l'obbligato pit-stop, affrontando dei tratti anche abbastanza tecnici (con fondo sassoso e pendenze talvolta superiori al 20%), si è scesi nel bosco fino ad incontrare nuovamente la strada provinciale abbandonata nei pressi del Rifugio Sorès, per proseguire la discesa fino a Tres (804).

Da qui si è proseguito ancora in discesa, inizialmente sulla strada asfaltata, poi su sentiero, fino a raggiungere il bivio per Coredo e ricomincire la salita. Dopo nemmeno 1 km si è passati davanti all'elegante dimora di Castel Braghèr, nei cui pressi si trova anche un'antica chiesetta. Dal vecchio maniero l'ascesa è proseguita passando nuovamente tra bellissime distese di meli in fiore, fino ad arrivare - non senza fatica visto il micidiale mix "pendenza & caldo boia!" - all'abitato di Coredo (835) e da qui, attraverso il "Viale dei sogni", fino al lago, dove si è concluso l'itinerario.

Dopo le fatiche in sella, come ormai consuetudine, è stato organizzato un piccolo quanto atteso (e meritato!) rinfresco, svoltosi all'aperto nel bel parco attrezzato realizzato dal Comune nei pressi del laghetto. 

i dati tecnici

Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi poco meno di  31 km, mentre il dislivello è stato di 975 metri. L'altimetria è caratterizzata sostanzialmente da due salite: una più lunga (circa 11 km, con qualche intervallo in falsopiano) che dall'imbocco della gola di San Romedio, con passaggio dal santuario, dalla Val Verdès e dalla loc. Sette Larici conduce fino al Passo Predaia, l'altra più breve (circa 3 km), posta nel finale dell'itinerario, dal Castel Bragher fino a Coredo.  GPM a Passo Predaia (1250)

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le immagini


Pompa Alvaro, pompa ...


A Gigi che espone da tempo la bandiera sarda dei "Quattro mori", il Dori risponde con il Leone di S.Marco


Si parte in piano sulla strada sterrata che transita nei pressi del Lago di Coredo


Foto di gruppo sulle sponde del Lago di Tavòn


Si riparte in direzione di Tavòn


Da Tavòn si scende verso Sanzeno, attraversando una distesa di meleti


Ecco l'abitato di Sanzeno


Per entrare in paese si affronta la prima delle numerose (ma fortunatamente brevi!) rampe odierne


L'imbocco della gola del Rio S.Romedio, con le alte pareti rocciose verticali. A metà della parete illuminata
dal sole si nota il sentiero pedonale panoramico
(foto sotto), ricavato dal tracciato di un vecchio impianto irriguo


Si osserva il suggestivo canyon e il sentiero panoramico che si trova a metà parete


Dopo un tratto in piano la strada comincia a slaire


Nel finale, poco prima del Santuario, la strada si impenna oltre il 15%, con un ripido tornante


Ecco il Santuario di San Romedio, baciato dal sole del mattino


Camoscio e Taverna osservano il luogo di culto


Il battesimo di Marco 1, alias Yoghi

   
Il battesimo di Marco 2, alias Bubu


Si lascia il Santuario e si imbocca la Val Verdès


La strada è inizialmente poco ripida, anche se troviamo diversi punti fangosi a causa delle recenti piogge


Gaspa è terrorizzato: non è che il Presidente ci fa salire da qui?


Oddio, in certi tratti non è che sulla strada ci sia molta differenza!


Sui ramponi c'è chi tiene duro ...


... e chi spinge!


Dopo i ramponi spacca gambe (che hanno costretto molti a scendere di sella), la strada concede una tregua


Fino ai Molini di Verdès la pendenza si fa più umana


Una sosta per ricompattare il gruppo


I ruderi di un vecchio mulino ad acqua, la cui presenza ha determinato il toponimo "Molini di Verdès"


Si sale verso la Predaia, incontrando alcune cataste di legname appena tagliato


Una provvidenziale fontanella consente di rabboccare le borracce


Si prosegue l'ascesa, ormai manca poco


Eccoci in località "Sette Larici"


Si studia la cartina


Tra verdi prati e boschi, il paesaggio è davvero rasserenante


Ci dirigiamo verso la provinciale che porta al Passo Predaia


Imboccata la strada, riprende la salita


Eccoci al Passo Predaia, GPM di giornata a quota 1250


Sarà stata la bici nuova, ma oggi Bubu era un'altra persona rispetto al 26/4


Il Presidente non rinuncia alla tradizionale foto con il cartello.


Dopo aver indossato gilet o giacche, si comincia a scendere


In corrispondenza del Rifugio Sores, abbandoniamo la strada asfaltata

 
Ecco il sentiero che conduce verso Tres


Yoghi impegnato in tratto tecnico, con fondo sassoso


Intercettato nuovamente la provinciale, proseguiamo la discesa


Eccoci a Tres


Dal paese si gode di un bellissimo panorama sull'intera Val di Non


La discesa prosegue ancora, fino al bivio per Coredo


Dopo la svolta e destra, ricomincia la salita


Breve tappa nei pressi di Castel Braghèr


Vicino al castello c'è anche un'antica chiesetta


La salita prosegue: il micidiale mix "caldo e pendenza" rendono ardua quest'ultima ascesa


Sopra quota 800 i meli sono ancora in fiore e offrono questo spettacolo


Finalmente ecco l'abitato di Coredo


Raggiungiamo il Viale dei Sogni, ombroso sentiero che conduce ai Due Laghi


Dopo il rientro alla base, l'orai tradizionale rinfresco: vai con le ganasce!