3ª uscita ufficiale 2007 nel Parco Naturale Monte Corno
Si comincia a
fare sul serio
La Salorno-Monte Alto ha messo a dura prova i Rinco Boys.
Dopo due uscite soft (con salita vera solo a sprazzi), ecco
un'escursione con dislivello oltre i mille metri e salite più
lunghe. Un'ottima tappa di avvicinamento per gli impegni
più tosti dell'estate che ci attende. 11 i bikers presenti.

 

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Ospite

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Salorno (BZ), 08-06-2007. Si è svolta oggi pomeriggio, a cavallo tra il Trentino e l'Alto Adige, la 3ª uscita stagionale del programma ordinario, che ha visto i Rinco Boys pedalare all'interno del Parco Naturale del Monte Corno, nella Bassa Atesina. Nonostante la collocazione infrasettimanale dell'escursione, decisa come recupero dell'uscita andata a vuoto sabato 2 giugno a causa del maltempo, c'erano ben 11 bikers al via da Salorno, un numero certamente inferiore a quelli fatti registrare nelle prime due uscite, che però presentavano percorsi molto più abbordabili. Infatti, in occasione della prima collocazione dell'uscita (sabato 2/6, poi rinviata) gli aderenti erano "solo" 12. D'altronde, negli appuntamenti estivi, quando gli itinerari si fanno più tosti, il numero dei presenti è sempre stato in quest'ordine di grandezza. per cui siamo in linea con i risultati medi delle stagioni scorse.

Partiti dalla periferia sud di  Salorno attorno alle 13,30, i Rinco hanno dapprima attraversato il centro storico del paese, proprio dove si svolge la tradizionale "Festa dei Portoni", giunta quest'anno alla 25ª edizione.

Dopo una sosta alla caratteristica fontana "dei delfini", per il rifornimento di acqua fresca per il viaggio, è stato lasciato il paese ed è stata imboccata la provinciale che sale verso la frazione di Pochi/Buchholz. Una strada che ha messo subito a prova la forma dei presenti, con pendenze schizzate ben presto in doppia cifra, fino al massimo del 18% in un paio di rampe.

Dopo il 4° tornante, nei pressi del Maso Rainer, la ripida provinciale è stata abbandonata per imboccare a destra una meno trafficata stradina comunale, che scende verso il ponte sul Rio Tigia, un rigagnolo che nasce proprio dalle pendici del Monte Alto, meta dell'itinerario odierno. Dopo aver attraversato il corso d'acqua ed essere passati così sul versante ovest della Val Steinhauser, è iniziata la salita di 7 km verso il GPM. Una salita non durissima, ma costante, con pendenza media attorno all'8% ma con diversi tratti, soprattutto nei tornanti, dove lo strumento ha segnato 14-15%. Fortunatamente, nonostante la temperatura elevata (oltre i 20°), il fresco dei fitti faggeti che circondano la strada ha accompagnato tutta l'ascesa, tranne qualche breve tratto scoperto dalla vegetazione.

Lungo la salita è stata anche data dimostrazione di come si fa la c.d. "spesa proletaria". A suggerire l'idea è stato un ciliegio carico come una bancarella del mercato ortofrutticolo, che è stato preso d'assalto dagli 11 Rinco in cerca di zuccheri!

Dopo l'imprevista sosta-frutta, la salita è ripresa costante, fino al Maso Salomon, dove finisce l'asfalto ed inizia la strada forestale "Geier" (dal nome tedesco del Monte Alto, Geierberg). Dopo un breve tratto pianeggiante, che ha forse illuso qualcuno che salita fosse finita, la strada bianca si inerpicata sul fianco nord della montagna, offrendo di tanto in tanto dei bellissimi scorsi della Valle dell'Adige, fino al promontorio di Monticolo e alla zona posta a sud di Bolzano. I continui tornanti non davano tregua e in breve si è guadagnata quota, raggiungendo la sommità del Monte Alto. Entrati in una fitta e fresca foresta di faggi, si è percorso un paio di chilometri in saliscendi, per poi imboccare la discesa verso il Passo del Sauch. Nei pressi dell'antico valico (percorso, tra gli altri, dal pittore tedesco Albrecht Dürer nel suo viaggio in Italia del 1494), è stata fatta una sosta al Roccolo Mosaner, splendido esemplare di una antico sistema di cattura degli uccelli, realizzato con numerose piante potate ad arte (vedi maggiori dettagli). Dopo aver lasciato il roccolo, il gruppo ha affrontato il primo tratto della salita verso il Lago Santo, dove tre rampe consecutivo con pendenze superiori al 15% e punti dove lo strumento ha raggiunto quota 19%, ha messo a dura prova i Rinco Boys, per alcuni dei quali è aleggiato il fantasma del Cimirlo, visto che anche in questo caso le ripide rampe erano pavimentate col pavè, anche se stavolta (la Valle di Cembra, del resto, è a un tiro di schioppo) si trattava di porfido.

Dopo queste ulteriori fatiche è stata fatta una mezzora di sosta presso una baita chiusa, della quale è stato preso in prestito il tavolo esterno, sul quale sono stati riversati i generi alimentari che erano stati equamente ripartiti negli zaini e dei quali, dopo il passaggio delle Rinco-Ganasce, sono rimaste sole le briciole!

Dopo la necessaria merenda è stata affrontata la lunga discesa (il primo tratto assai tecnico su in single track coperto di sassi, foglie e radici, poi su una più scorrevole strada forestale) che ha condotto sulla strada provinciale Salorno-Pochi, poco più in alto di dove era stata abbandonata  un paio d'ore prima. Ripresa la salita (stavolta assai più agevole) verso Pochi, i Rinco hanno fatto un pit-stop al cimitero della frazione per riempire le borracce, poi hanno imboccato la disecsa che porta a Pochi di Sotto, abbandonata in favore di una stradina laterale sterrata che passando dalla località Crozzol ha condotto su una antica strada romana che attraversa una profonda forra scavata nei secoli da un piccolo torrente, per attraversare il quale si utilizza ancor'oggi il ponte in pietra realizzato 20 secoli or sono.

Dopo un altro breve tratto di ascesa (il ponte era collocato quasi sul fondo della stretta valle) i Rinco hanno quindi imboccato la discesa verso Laghetti di Egna, il cui primo tratto, ancora coperto dalla pavimentazione in pietra posata dai romani, al giorno d'oggi assai sconnessa, ha fatto ballare la mazurka sui pedali, fino a quando - nei pressi di un isolato maso - il ciottolato ha lasciato il posto alla terra battuta. La lunga disecsa è terminata presso il centro sportivo di Laghetti, da dove si è fatto rientro a Salorno - dopo oltre 5 ore di pedalate - passando sulla stradina comunale che costeggia la montagna.

Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 34 km, mentre il dislivello è stato di 1.171 metri.

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LE IMMAGINI DELLA GIORNATA


La tradizionale foto di gruppo prima del via, sotto il castello che domina l'abitato di Salorno


Il Nonno-Rinco Taverna ha scordato a casa i pantaloncini da bike. Prevedendo una giornata durissima (da calli
al culo!) non gli resta che invocare la provvidenza. Fortunatamente il Gaspa (che abita a Salorno) gliene fornirà
un paio e così la giornata del buon Alvaro sarà salva!


Dopo la partenza si è attraversato il centro storico del paese


Alla fontana "dei delfini" si riempiono le borracce. Lungo il percorso scarseggiano i punti di rifornimento,
per cui è necessario dotarsi di almeno due contenitori per non rimanere all'asciutto!


Il primo tratto di salita (la S.P. che da Salorno sale alla frazione di Pochi) è assai tosto, con pendenze fino al 18%
Nell'immagine, Cecchi Paone si alza sui pedali, mentre sullo sfondo svetta il Monte Alto, meta dell'itinerario


In località Maso Rainer si lascia la provinciale e si imbocca una stretta e poco trafficata stradina comunale


La salita in val Steinhauser (7km complessivi) non lascia mai tregua. Nella foto il Nonno-Rinco usa come
"bastone della vecchiaia" il prode Lorenzo. In realtà, Alvaro ha sfoderato una prestazione grintosa, dando
ancora una volta una lezione ai giovanotti che sono rimasti a casa "perchè l'uscita è troppo dura".


A circa metà salita un ciliegio carico come una bancarella del mercato "costringe" i Rinco ad una sosta.
Sfruttando il leggero Thomas, si fa la spesa proletaria e così la frutta (gratis) è garantita!


In loc. Maso Salomon finisce l'asfalto e inizia la strada forestale Geier (dal nome tedesco del Monte Alto)
Nella foto, l'indigeno Gaspa mostra sulla cartina del Parco Naturale Monte Corno  il classico "voi siete qui"


Dopo un primo tratto pianeggiante, anche la strada forestale inizia a salire costante, con pendenze medie
attorno al 10% e tratti in cui lo strumento ha raggiunto il 16%. Nella foto il passaggio ad un tornante.


In cima al Monte Alto ci si addentra nella fitta foresta di i faggi


Nei pressi del Passo Sauch si trova il "Roccolo", un vero e proprio monumento vegetale


Dal Passo Sauch si imbocca la strada per il Lago Santo. Tre rampe consecutive con pavimento di porfido e
pendenze fin quasi al 20% mettono a dura prova il gruppo, prima della sospirata merenda


Ed ecco il momento in cui i Rinco danno sempre il meglio: con le gambe sotto al tavolino!

   
Per digerire il pasto, una bella discesa piena di sassi, foglie e radici è meglio dell'Amaro Lucano


Poteva mancare la foratura? Tocca ancora a Giro, che fa il bis dopo quella della Marzòla


Dopo essere usciti dal bosco, si raggiunge la frazione di Pochi e si scende verso Pochi di Sotto


Il passaggio su un'antica strada romana, costruita sul fianco della montagna, che un poco più avanti
attraversa una profonda forra con un massiccio ponte in pietra tutt'ora funzionante. 


Dopo il passaggio sul torrente, l'ultimo tratto di salita sull'antica via di collegamento con il
centro-Europa, prima di scendere verso il fondo valle, a Laghetti di Egna


La discesa non è affatto agevole, visto che la pavimentazione posata durante il periodo di Druso è
rimasta tal quale a 200 anni fa! Ma il Servizio Strade di Dürnwalder non interviene?


La discesa è ormai agli sgoccioli e il pavè romano ha lasciato il posto al moderno asfalto.


A Laghetti si ricompone il trenino e si viaggia spediti  verso Salorno


Il tempo si sta riannuvolando (se ciàva, ormai sèn arivàdi!) e la sagoma del Monte Alto si staglia all'orizzonte