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MAR

PROGRAMMA TREKKING 2018: 1ª USCITA

Rinco alle prese con nebbia e neve!

Disputata oggi nel Garda Trentino la 2ª uscita del programma trekking 2019. Era prevista l'ascesa al Monte Misone (m.1803), ma la nebbia e, soprattutto, la neve (70/80 cm oltre quota 1700) hanno fermato i Rinco a poche centinaia di metri dalla meta. Tentato un approccio dal versante sud (privo di neve), ma la scarsa visibilità e le rocce che incombevano sotto la cima hanno consigliato un dietrofront. 

 


 

i presenti

 

SOCI  

 

 

la cronaca

13/04/2019. Tra le tante avventure dei Rinco, quella di oggi sul Monte Misone avrà di certo un posticino nell'album dei ricordi. Già, perchè rinunciare a completare un trekking, causa neve (!), per di più a metà aprile e nella zona del Garda (l'angolo mediterraneo del Trentino), è una cosa che ha (quasi) dell'incredibile. Complici, la copiosa nevicata del 4 aprile (che in certe zone ha portato anche 150 cm di neve fresca, più di quanta ne era caduta in tutto l'inverno) e il crollo delle temperature dei giorni successivi, che non hanno certo favorito lo scioglimento del manto bianco.

Eppure, a guardare il Monte Misone dal lato del Garda (quello sud), con il versante verde e privo di neve, nessuno avrebbe pensato che sul versante opposto (quello nord) c'erano ancora, una volta raggiunta quota 1700, almeno 70-80 cm di neve fresca! Un ostacolo diventato insormontabile senza ciaspole, visto che si sprofondava fino al cavallo. Così si è rinunciato a raggiungere la cima (che distava qualche centinaio di metri, con 100 metri di dislivello ancora da superare), tentando di trovare una via alternativa sul versante sud, dove la neve è completamente assente. Anche da questo lato, però si è dovuto gettare la spugna, visto che per raggiungere la cima si sarebbe dovuto superare un ripidissimo costone erboso, in cima al quale, dalla nebbia, spuntavano delle rocce poco rassicuranti. Così è stata definitivamente abbandonata l'idea di raggiungere la vetta, tornando a Malga Tenno per il ristoro.

La giornata era iniziata poco dopo le 9:00, in località Calino (m.950), con un clima più novembrino che primaverile. 5 gradi di temperatura e nebbia bassa, però, non hanno scoraggiato il sestetto presente oggi, che ha imboccato fiducioso il sentiero 412, raggiungendo la vicina Sella di Calino (m.966).

Dopo un breve tratto iniziale con pendenza moderata, il sentiero si è subito fatto ripido, con una lunga diagonale che taglia il Castiol, picciolo rilievo affacciato sul lago di Tenno. Oggi, purtroppo, le nuvole basse impedivano la vista di qualsiasi panorama (visibilità limitata a 50 metri ...), altrimenti da qui si sarebbe ammirato il laghetto con le sue acque color smeraldo.

Dopo un tornantino a quota 1150 circa, altra diagonale in senso opposto, arrivando fino a quota 1250. Da qui è iniziato il tratto più rognoso, con il sentiero che si inerpica ripidissimo a zig-zag, con fondo pietroso (reso scivoloso dalla pioggia caduta fino al mattino presto). Uno strappo che in breve ha portato alla Sella di Castiol (m. 1346), dove si cambia versante del Misone, passando da quello meridionale a quello occidentale.

La successiva salita si è fatta più abbordabile, con pendenze più moderate, anche se più avanti, in un tratto non esposto al sole, è stata trovata la prima neve a terra. Nulla di che, solo qualche cm, ma con fondo indurito e scivoloso, tanto da dover prestare attenzione in alcuni punti. Oltrepassato il tratto nevoso (circa 200 m.), la salita è proseguita lieve fino al pascolo di Malga Tenno (m. 1570), posta sul versante nord del Monte Misone.

Qui la neve copriva quasi interamente i prati, tanto che il sentiero (non battuto) era individuabile solo attraverso le paline segna-via, con cima bianco-rossa. Dopo qualche titubanza, si è deciso di provare l'ascesa, visto che mancavano poco più di 200 m. di dislivello alla cima, raggiungibile in meno di un km.

Superato il primo tornante, dove la neve aveva ancora uno spessore accettabile (anche perchè si era nel bosco, dove gli alberi creano comunque una copertura), si è avanzati ancora per circa 200 metri, uscendo nei prati senza vegetazione. Qui la neve fresca raggiungeva anche gli 80 cm, tanto che Max e il Presidente, andati in "avanscoperta" per sondare il terreno, si sono ritrovati sprofondati fino al cavallo!  In quelle condizioni, senza ciaspole, si era messi peggio che a Malga Brez (ricordate la ciaspolata dalle mille fatiche?), per cui si è deciso di abbandonare l'ascesa, sia pur con un certo rammarico visto che ormai mancava poco.

Lungo la discesa, incrociato un sentiero che aggira il Misone dal lato sud, si è provato a vedere se da quella parte c'era una via alternativa. In effetti, sul versante meridionale, sembrava un'altra stagione, con i prati verdi e la neve totalmente assente! Anche da questa parte, però, non si è cavato il ragno dal buco. Il sentiero, infatti, taglia in diagonale il versante, senza salire verso la vetta. Vetta che si intravedeva sopra di noi, attraverso la nebbia (in dissolvenza). In mezzo, però, c'era un rampone erboso (e scivoloso) da risalire, con in cima delle rocce che non promettevano nulla di buono (avremmo trovato modo di passere oltre?). Nel dubbio, si è deciso di abbandonare l'idea di raggiungere la cima e ritornare alla vicina Malga Tenno per il pranzo. 

Alla malga ci si è intrattenuti giusto il tempo di mangiare un panino (nel frattempo era arrivato un altro gruppo di escursionisti, anch'essi diretti alla cima, che hanno però desistito dopo il nostro racconto). Poi, visto che le annunciate schiarite si facevano attendere (sarebbero arrivate, ma più tardi) e che il termometro della malga segnava +3°, si è deciso di iniziare la discesa, ripercorrendo al contrario il sentiero fatto al mattino.

Discesa che è stata assai ostica, sia dal punto di vista muscolare (con pendenze fra il 20 e il 30% ci si deve continuamente impuntare), ma anche dal punto di vista dell'attenzione, con il fondo scivoloso per via della ghiaia e dell'umidità.

Ad ogni modo si è fatto rientro al parcheggio di Calino, dopo circa 8,5 km, di buon'ora (erano le 14:00), proprio quando il cielo iniziava ad offrire i primi squarci azzurri!

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Ora il prossimo appuntamento ufficiale è con la MTB, Sabato 4 maggio, sull'Altopiano della Paganella, con un giro che porterà i Rinco al Rif. Montanara per poi scendere a Molveno lungo la pista del "Bike Park", con successivo giro del lago e rientro ad Andalo. Per il trekking, invece, appuntamento alla metà di maggio, con l'ascesa al Corno Battisti in Vallarsa/Pasubio.

 

i dati tecnici.

Complessivamente l'itinerario è di circa 8,5 km (con il taglio dell'ascesa alla vetta, mancano all'appello 1,5 km), mentre il dislivello da superare è di circa 770 metri. L'altimetria è speculare, trattandosi di un itinerario "salita e discesa",  tranne una breve deviazione sulla sommità alla ricerca di una via alternativa per la cima, sul versante sud (senza neve). Salita tosta nei primi 2 km, fino alla Sella di Castiol, dove la pendenza non scene mai sotto il 20%. Più abbordabile il tratto fino a Malga Tenno. GPM sotto al cima del M. Misone, m.1700.

L'altimetria
 
La panoramica in 3D
 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

 

salita al M.Misone


Ritrovo al parcheggio in loc. Calino (m.950), con clima autunnale!


Si parte, imboccando il sentiero 412, inizialmente in falospiano


Poco più avanti il bivio della Sella di Calino (m.966)


Noi svoltiamo a sinistra, direzione Monte Misone


La pendenza inizia subito a salire ...


C'è nebbia bassa e la visibilità non va oltre i 50 metri. Speriamo si dissolva ...


Un segnavia su un masso. Il sentiero, peraltro, è facilmente individuabile


Questo primo tratto di salita non darà tregua: fino alla Sella di Castiol mai sotto il 20%


Il fondo ghiaioso, reso viscido dalle piogge della notte, rende più ostica l'ascesa


Avanti nella ghiaia ...


Dopo il tratto ghiaioso, frutto di colate da monte, il fondo torna misto pietre/foglie


Arrivano delle gocce di pioggia e ci fermiamo per mettere coprizaini e giacche a vento


Si riparte in versione rain, anche se non servirà: era un falso allarme


La salita prosegue fra i faggi


Un vistoso segnale blu, appeso ad un albero, attira la nostra attenzione


L'acronimo CUET sta per Comando Ursus Extreme Trail
Si tratta di una gara di corsa in montagna (qui il video)


Dopo la lunga diagonale in direzione ovest (sotto il Castiol), si cambia direzione


Tella, sempre freddolosa, è in versione Polo Nord !!!


Molti i sassi lungo il versante, segno che si tratta di roccia friabile


Qualche scalino naturale ...


Alla faccia della roccia friabile! Qui, in passato, sono caduti massi del genere ...


L'ascesa prosegue ripida verso la Sella di Castiol


Arriviamo al tornante dove finisce la seconda lunga diagonale ed inizia il tratto più rognoso


Ora si sale con continui zig-zag, con pendenza ancora più impegnativa


Una sosta per tirare il fiato


Si riparte, passando sotto delle rocce


E la salita non dà tregua ...


Altro mini-tornante


Curva dopo curva, si sale a vista d'occhio


In questi tratti, in discesa, si dovrà fare attenzione, con le rocce bagnate e scivolose ...


La nebbia non dà cenno di volersi diradare e si avanza "a vista"


Ormai non dovrebbe mancare molto alla sella


Qualche altro scalino


Ecco la Sella di Castiol, a quota 1366


La sella porta ... all'autunno!


Il tratto successivo, in un bel faggeto, ha pendenze molto più moderate


Faggio multiplo


Si torna a salire ...


Anche qui, sia pur con una media molto più moderata, c'è qualche strappetto


Altra sosta


Un tratto che sembra lastricato, come un'antica via romana


La nebbia si dirada un po' e la visibilità migliora


Alzandoci di quota, passiamo dai faggi agli abeti e larici


Max trova una piccola chiazza di neve e si fa fotografare, inconsapevole di cosa ci sarà dopo ...


Stiamo aggirando il Monte Misone sul suo versante ovest


Sotto di noi, alla nostra sinistra, c'è la valle del Passo del Ballino


Più avanti, in qualche tratto meno esposto al sole, le chiazze di neve si fanno più frequenti


Frank si diverte a lanciare la "Pista Misone"


Arriviamo alla selletta dove il sentiero svolta verso est


Qui si passa sul versante nord del Misone, dove il sole è un miraggio e la neve ... non si è sciolta!


In questo tratto, con fondo gelato e a rischio scivolate, si deve procedere con cautela


Troviamo la neve per circa 200 metri


Stiamo per uscire nel pascolo di Malga Tenno


Ecco la malga, seminascosta dalla nebbia


Poco più di mezzora alla vetta del Misone


GigaBike osserva la salita


Da qui in su, è tutto innevato ...


Iniziamo l'ascesa, camminando nella neve


Per ora si avanza abbastanza bene ...


Lo spessore della neve, qui a 1600 metri, è ancora modesto


Percorriamo la diagonale che taglia il prato, rientrando nel bosco


Qui la situazione si fa più difficoltosa ...


Lo spessore della neve cresce e si avanza con più difficoltà, anche per la pendenza del costone


Ops, qui la situazione si fa grave ...


La neve arriva fino al cavallo e senza ciaspole si sprofonda ad ogni passo ...

 
Proviamo a cambiare direzione, affrontando una verticale, ma il risultato non cambia!


Decidiamo di rinunciare alla vetta, anche se mancavano poche centinaia di metri


Torniamo indietro, ripercorrendo lo stesso sentiero nella neve


la mappa segna però un altro sentiero, un po' più a valle, che aggira il Misone sul versante sud


Andiamo a dare un'occhiata e di qua, in effetti, non c'è traccia di neve

 
Anche i tratti più esposti sono perfettamente asciutti


Percorriamo un tratto del sentiero, alla ricerca di una via alternativa per la cima


La cima è lassù, da qualche parte ...


Procediamo per un centinaio di metri


Sullo sfondo si dovrebbe vedere il lago di Garda, ma oggi ... nisba!


Avanziamo ancora, in falsopiano, ma tracce di vie per la cima non ce ne sono


Anche l'idea del taglio fuori sentiero è impraticabile: ci sarebbe da scalare questo costone
erboso, per poi arrivare a quelle rocce che si intravedono nella nebbia. Troppe incognite ..


Così abbandoniamo definitivamente l'idea di salire in cima e torniamo indietro


Certo che la differenza di paesaggio, a distanza di pochi metri, è impressionante: di
là ancora tutto imbiancato, qui prati verdi e mughi: sembrano due stagioni diverse!


Torniamo verso il bivio


Si ripercorre il breve tratto esposto


Arriviamo nuovamente al bosco, sul versante nord


Piccola sosta, prima di scendere alla malga


Ci avviamo verso Malga Tenno, dove pranzeremo


Dai prati verdi, siamo tornati alla neve!


Poco più avanti, ecco la malga


Max fa da battistrada


Scendiamo alla malga, dove si vedono dei tavoli nel cortile esterno


Malga Tenno (m.1570). Purtroppo non c'è un locale bivacco per pranzare al chiuso

 

ristoro a Malga Tenno




Ci sistemiamo ai tavoli a lato della malga


Iniziamo a preparare i panini ...


Certo, con 3° non c'è tanto da stare allegri ...


Mara & Max si rifugiano nella legnaia


Nel frattempo arriva un altro gruppo


E mentre Frank maneggia il prosciutto ...


Il nuovo arrivato (Birillo) non stacca gli occhi da quella bontà !


Vai con le ganasce ...


Buon appetito !


E ci sono pure gli ovetti di Pasqua


Per gli ovetti, usciamo dal "rifugio" !!!


Tella si rimette in versione Polo Nord


Vista la temperatura, appena finito di mangiare, ci rimettiamo in cammino

 

discesa a Calino


Attraversato il pascolo (innevato), imbocchiamo il sentiero 412


La discesa avverrà sullo steso sentiero fatto in salita


Percorriamo, quindi, al contrario, la via del mattino


Ritroviamo la neve, ora un po' più molle e meno insidiosa


Attraversiamo veloci il tratto di sentiero innevato


Arriviamo alla selletta dove si passa sul versante ovest, più soleggiato e senza neve


Uno sguardo, alle nostre spalle, ai pascoli di Malga Tenno


In basso, verso il passo Ballino, spesse nuvole bianche


Riprendiamo il cammino


Iniziamo a scendere sul sentiero nel faggeto


Frank, all'esordio stagionale


Il tratto in falsopiano


Il terreno, nel frattempo, si è asciugato


Stiamo tornando verso Sella del Castiol


Un ceppo con diversi faggi cresciuti uno vicino all'altro


Il sentiero si incanala


Ritorna la nebbia ...


Un piccolo abete ... eroico


Raggiunta Sella del Castiol, inizia la discesa tosta


Scendiamo sul ripido sentiero che in questo tratto segue una traccia a zig-zag


Si perde quota rapidamente


Per fortuna le pietre si sono asciugate e non sono scivolose come questa mattina


Qui si cammina su un ghiaione


Attraversiamo la zona franosa


La nebbia non molla ...


Tella e Frank


GigaBike con la sua giacca giallo fluo, spicca nel grigiore


Arriviamo al tornante fra la 1ª e la 2ª diagonale


Passiamo, più a valle, nel ghiaione già attraversato più in alto


Ormai siamo quasi in fondo alla discesa rognosa


Arriviamo sul largo sentiero del tratto iniziale, una vera autostrada rispetto a quelli a monte


Ora non ci rimane che il tranquillo mezzo km finale


Bosco umido


Qualche tratto cementato, nei punti più ripidi e soggetti ad erosione


Quasi arrivati a Calino


Gli alberi, sul lato a nord, sono totalmente coperti dal muschio


Un faggio ... green


Eccoci al parcheggio in loc. Calino


E anche questa è andata!


Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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