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NOV

PROGRAMMA TREKKING 2017: 8ª USCITA

2017, chiusura col tris


La stagione si è chiusa con un bell'itinerario di trekking a tre temi: storico (con le fortificazioni militari di Col Fortin), paesaggistico (con lo straordinario monumento naturale del "Ponte dell'Orco") e religioso (con il santuario della Madonna della Rocchetta). Buona adesione (16) e meteo accettabile dopo le piogge di ieri. Ora il gran finale di stagione, con il Gran Galà del 2 dicembre a Pietramurata.
 

 


 

i presenti

 

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ospiti          

 

 

la cronaca

26/11/2017. E' stata disputata oggi in bassa Valsugana, alle pendici del Monte Lefre, l'8ª ed ultima uscita del programma trekking 2017, ma anche ultima uscita stagionale in assoluto. Un'uscita caratterizzata da ben tre temi di fondo, a cominciare da quello storico, con la visita alle fortificazioni militari di Col Fortin, passando per quello paesaggistico, con lo straordinario monumento naturale del Ponte dell'Orco, e chiudendo con quello religioso, con la tappa - lungo la discesa - al santuario della Madonna della Rocchetta. Buona (finalmente) anche l'affluenza, con ben 16 trekker al via.

La partenza, attorno alle 9,30, è avvenuta da poco fuori il paese di Ospedaletto, lungo la SP 60 (ex statale Valsugana), in direzione di Villa Agnedo. Qui si trova l'imbocco del sentiero che costeggiando un piccolo ruscello (affluente del Rio Sasso) e le sue bellissime cascate, raggiunge il sito storico di Col Fortin. Si tratta di un complesso di postazioni in caverna, costruite dall'esercito italiano all'indomani dell'entrata in guerra dell'Italia contro l'Austria.

In realtà il confine di Stato (oggi confine provinciale fra Trento e Vicenza) si trova qualche km più ad est, in loc. Martincelli, poco prima di Primolano. Ma l'esercito austriaco ritenne più difendibile le creste montuose attorno a Borgo Valsugana, così arretrò la linea del fronte lasciando campo libero all'esercito italiano, che avanzò senza opposizioni occupando i paesi di Grigno e Villa Agnedo. Fu in quel periodo, poco prima della nota Strafexpetion (primavera 1916), che l'esercito italiano decise di fortificare alcune postazioni lungo la valle, fra cui Col Fortin, dove doveva trovare alloggio una batteria da 75 mm con osservatorio.

Le gallerie sono state recentemente ripulite e restaurate, e sono perfettamente visitabili.

Dopo la prima tappa a sfondo storico, la salita è proseguita nel bosco, su un ripido sentiero che risale in diagonale le pendici più basse del Monte Lefre, fino a raggiungere la strada forestale delle Coste, che arriva dal paese di Ivano Fracena. Qui la salita ha concesso una tregua, procedendo con pendenze più abbordabili e scorci panoramici sulla Valsugana davvero mirabili.

Giunti al bivio per il Monte Lefre, dove nel frattempo la strada si era trasformata in sentiero, si è svoltato a destra, proseguendo in direzione del Ponte dell'Orco. Raggiunto uno scollinamento fra le diverse vallette scavate dai numerosi corsi d'acqua che incidono i fianchi del Monte Lefre, è iniziato un breve tratto di discesa, con alcuni stretti tornanti. Poi è ripresa la salita, che ha portato attorno a quota 700, nei pressi del Rio Boanela.

A quel punto è iniziata la discesa lungo il sentiero denominato Col dei Oci, fino al bivio per Ospedaletto, dove si trova un'area attrezzato con tavolo e panche. Qui si imbocca il sentiero che un nuovo breve strappo in salita, porta fin sotto il Ponte dell'Orco. Si tratta di un enorme blocco di roccia, poggiato ai lati su due bastioni, sotto al quale l'azione dell'erosione nel corso dei secoli ha scavato pian piano il terreno, fino a liberarlo totalmente. Il risultato è una sorta di ponte, lungo oltre 70 metri e largo 5, con una luce interna di circa 60 metri ed alto da terra, nel punto centrale, una cinquantina di metri.

Dopo la sosta al Ponte dell'Orco, sul quale si può anche salire (c'è un sentiero che lo percorre da lato a lato), si è rientrati al bivio posto un centinaio di metri a valle, per poi imboccare il sentiero che scende verso il paese di Ospedaletto. Giunti all'imbocco della Val Bronzale (che scende da una sella oltre la quale c'è la conca del Tesino), si è proceduto per un breve tratto sulla strada asfaltata, deviando poco dopo sulla sinistra, in direzione del Rio Val Bronzale. Percorrendo un sentiero evidentemente in disuso da tempo, semi-invaso dalla vegetazione, si è scesi fino al campo sportivo, nei pressi del quale si trova il santuario della Madonna della Rocchetta. L'edificio religioso, con le caratteristiche scàndole (le tegole in legno di larice), fu costruito nel 1663 e dedicato a Maria Ausiliatrice, dopo l’apparizione della Vergine ad un pastorello sordomuto, inglobando una preesistente edicola o, forse, una cappella risalente all’inizio del Seicento, come testimonia l’antico affresco dell’interno. 

Qui è stata fatta la pausa pranzo, a base di panini, dopodichè è iniziata la discesa finale al vicino paese di Ospedaletto. Una volta attraversato il centro storico, si è imboccata la SP 60 che esce dal paese in direzione nord, raggiungendo - dopo qualche centinaio di metri - il parcheggio dov'era iniziato l'itinerario e dove si è chiusa, con questo breve ma suggestivo anello di trekking, la stagione 2017.

 

 

i dati tecnici.

Complessivamente sono stati percorsi poco più di 6 km, mentre il dislivello in salita è di circa 500 metri. L'altimetria prevede 2 km iniziali di salita, seguiti da un tratto di un km assai movimentato, con discese e risalite, fino al Ponte dell'Orco. Seguono 3 km di discesa, con rientro ad Ospedaletto. GPM al Ponte dell'Orco (m.680).

L'altimetria
 
La panoramica in 3D
 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

 

la salita al Ponte dell'Orco


Il ritrovo è poco prima del paese di Ospedaletto, lungo la SP 60


Chiacchiere mattutine ...


Uomo Ombra (con signora), all'esordio stagionale proprio all'ultima tappa!


Loro, invece, ci sono (quasi) sempre! Mara & Max


Verso le 9,30 si parte ...


A una cinquantina di metri dal parcheggio, inizia il sentiero per Col Fortin


All'imbocco del sentiero, la bella cascatella di un piccolo rio, affluente del Rio Sasso


La parete della cascatella è ricoperta di muschio


Il Presidente alla cascatella


Si inizia a salire, su un percorso attrezzato con scalini e parapetti


Il sentiero sale con un paio di zig-zag


Sopra, troviamo una seconda cascatella


Anche qui, l'acqua scende lungo una parete di muschio


Il pannello descrittivo del sito storico di Col Fortin


L'imbocco delle batterie in caverna


Il lungo corridoio interno


Lateralmente, i fori dove si appostavano i soldati con i pezzi d'artiglieria

       
A zonzo fra le caverne ...


L'Uomo Ombra in posa davanti ad una delle aperture verso la valle


Bancomat e Briz in un'altro vano per pezzi d'artiglieria


Una bella salamandra in giro per le grotte


Le postazioni dei pezzi d'artiglieria, con i parapetti protettivi


Verso l'uscita ...


La cascatella si trova proprio davanti all'ingresso


La cascatella vista da sotto


Lasciamo Col Fortin e iniziamo la salita


Anche a monte, il sentiero è attrezzato con scalini e parapetti in acciaio


Il piccolo rio che dà origine alle cascate


Più avanti, il sentiero si fa più largo e comodo


Arriviamo alla sorgente Molinetto, dove si trovano alcune opere dell'acquedotto


The Doctor con Akila


Akila in perlustrazione nei vecchi depositi militari

     
Vista da fuori e ... vista da dentro


Dalla sorgente Molinetto, inizia una nuova salita nel bosco


Qui troviamo il tratto più ripido del giro, reso più impegnativo dal fondo scivoloso per le recenti piogge


Il ripido sentiero si inerpica fra pini e faggi


In colonna ...


Lungo la salita, altri cunicoli militari scavati nella roccia


Una sosta panoramica ...


Ci siamo alzati un po' e si inizia a vedere un bel panorama sulla valle


Un gregge di pecore al pascolo, in un campo lungo il fiume Brenta


Ora si procede con pendenze decisamente più soft


Si avanza fra il fogliame secco


Qualche tratto in falsopiano spezza la salita


La zona, prima della Grande Guerra, era ad alta vocazione agricola. Vite, in particolare.
Gli antichi terrazzamenti con i muri a secco resistono ancora, dopo un secolo di abbandono


Ora si ricomincia a salire ...


Di nuovo pendenze a doppia cifra


Siamo sul versante sud del Monte Lefre


Altri muri a secco


Il Cimo avanza in salita


I terrazzamenti visti da sotto, con alcuni tratti di muri ormai crollati


Un muro completamente avvolto dal muschio


Il sentiero confluisce sulla Strada delle Coste, la comoda forestale che arriva da Ivano Fracena


Facciamo una sosta per ricompattare le fila


Ora l'itinerario prosegue sulla comoda strada forestale


Pendenza soft e fondo compatto: questo tratto è una una passeggiata


Arriviamo al punto in cui la strada finisce e prosegue come sentiero


La carreggiata si restringe e il fondo si fa più pietroso


Siamo arrivati attorno a quota 600 m.s.l.m.


Vista su Ospedaletto


Vista verso ovest, con Borgo Valsugana


Dopo un tratto più aperto, si ritorna a salire nel bosco


Le pendenze si fanno nuovamente più elevate


Il segnavia SAT dipinto su un masso: stiamo percorrendo il sentiero 329


Lo strappo che porta al bivio per il Monte Lefre


Dorty sale agile con le sue lunghe leve


Eccoci al bivio. Noi proseguiremo a destra, verso il Ponte dell'Orco

   
Due belle immagini di Akila, a riposo dopo le corse in salita


Il gruppo in sosta al bivio


Atmosfera ridanciana ...


Si riparte e incontriamo un tratto esposto, protetto con una staccionata


Si avanza sotto le pareti rocciose


Il paese di Ospedaletto, proprio sotto di noi


Si avanza sul sentiero sottoroccia


Incontriamo un tratto in discesa, con il sentiero che compie degli stretti tornanti


Un vero e proprio zig-zag


Perdiamo un po' di quota


La discesa è intervallata da qualche tratto in falsopiano


Uno dei tanti stretti tornantini, con vista sulla valle


Briz e Dorty. Sotto di loro, il sentiero che scende a zig-zag


La discesa prosegue ...


Un nuovo tratto sottoroccia


Una fontanella. La zona è molto ricca d'acqua


Qualche saliscendi


Altro saliscendi. Questo tratto dell'itinerario è il più movimentato


In colonna


Stiamo per arrivare al bivio per Ospedaletto


Eccoci all'area attrezzata posta sul bivio Ponte Orco/Ospedaletto


La segnaletica al bivio


Il gruppo in sosta


Affrontiamo l'ultimo tratto di salita, che ci porterà al Ponte dell'Orco


Dopo un centinaio di metri, eccoci arrivati


Il Ponte dell'Orco si intravede, sopra di noi, fra le fronde degli alberi


Ecco lo spettacolare monumento naturale


L'enorme blocco di roccia, lungo oltre 70 metri, sotto al quale l'acqua ha scavato il vuoto


Il pannello esplicativo ne spiega la formazione


Saliamo verso la parte alta del sito


Il "ponte" visto da sotto


Il ponte visto da nord


Percorriamo il sentiero che ci porterà sopra il "ponte"


Un'altra bella rampetta!


Eccoci sopra il "ponte"


Da sopra il "ponte" si nota un altro analogo blocco in formazione. Tra qualche migliaio di anni ...


Vista su Ospedaletto, dalla gobba del "ponte"


Il sentiero percorre la parte centrale del blocco roccioso, largo 3-4 metri


Dorty, Lorena e Cimo, rimasti sotto, ci stanno fotografando


Eccoci, sulla gobba del "ponte"


La skyline dei Rinco sul Ponte dell'Orco


Zoomata


Iniziamo la discesa dal "ponte"


Ecco il "ponte" visto di lato


Di nuovo alla base


La parte sinistra


La parte centrale


La parte destra


Vista da nord, con panorama sulla valle


Scendiamo verso la parte bassa del sito


Una breve pausa sotto il ponte, prima di iniziare la discesa verso valle          
 

la discesa ad Ospedaletto


Iniziamo la discesa


Ripercorriamo a ritroso il breve tratto fino al bivio


Arriviamo all'area attrezzata


Imbocchiamo il sentiero che scende verso Ospedaletto


Anche qui troviamo diversi zig-zag


I tratti più ripidi sono dotati di scalini


Un pino ... a fionda


Il Presidente


GigaBike


Altro tornantino ...


La colonna dei Rinco si snoda lungo il sentiero


Qualche tratto attrezzato con staccionata


Roby


Si prosegue verso la Val Bronzale, formata dall'omonimo rio che scende verso Ospedaletto


Fungo ... dal pìn !!!


Intanto è uscito il sole!


Arriviamo in una radura


Non manca molto alla fine del tratto nel bosco


Ora il sentiero è diventato una comoda stradina


Siamo ormai all'imbocco della val Bronzale


Arriviamo in fondo al sentiero, dove si trova un pannello descrittivo

   
Qui c'è anche una vecchia calchèra, che veniva usata per produrre la calce


Lasciamo il bivio della Val Bronzale


Imbocchiamo la strada asfaltata che scende verso Ospedaletto


Poco più avanti deviamo sulla sinistra, su una stradina sterrata


Sopra di noi, la cresta del Monte Mezza (m.1679)


Una sosta al sole


Si prosegue in direzione del Rio Bronzale

   
Qui il sentiero, evidentemente in disuso, si fa un po' ... wild !


Dopo un tratto fra rovi e ramaglie, si ritorna sulla strada


Arriviamo in vista del santuario della madonna della Rocchetta. Qui ci fermeremo per pranzo

 

La sosta ristoro


Il bel santuario, costruito nel 1663


La scritta sulla facciata narra la storia di questo luogo


La chiesetta baciata dal sole


Le scàndole, le caratteristiche tegole in legno di larice

   
Ci sistemiamo per mangiare

   
Fra muretti e panchine, ognuno trova il suo "posto al sole"

   
E via di ganasce ...

   
Briz estrae dallo zaino uno splendido salame lombardo. Parte la cerimonia ...


Noi la comunione la facciamo così (!!!)


Spettacolo

   
Big Bobby, invece che "pane col salame", si fa un bel ... "salame col pane"

 


Dopo mangiato, riprendiamo il cammino per l'ultimo tratto dell'itinerario

     
Il bòcia Dorty si diverte al parco giochi


Il Ponte dell'Orco visto da Ospedaletto


Zoomata sullo splendido monumento naturale


Le cime di Fravort e Gronlait innevate


L'ultimo tratto di discesa, verso Ospedaletto


Arriviamo in paese


Una bella baita, rivestita di ... legna da ardere!


Intanto il sole, subito dopo pranzo, è gia tramontato dietro l'Ortigara (m.2106)

    
Una bella casetta in legno


La legnaia è un'opera d'arte


Entriamo in paese


Attraversiamo il centro storico


A spasso per le viuzze di Ospedaletto


Il campanile, che dà l'idea di essere pendente ...


Usciamo dal paese, in direzione ovest, lungo la vecchia statale Valsugana (ora SP 60)


Ora percorreremo qualche centinaio di metri lungo la provinciale


Arriviamo in vista delle nostre auto


Ed eccoci a fine giro


Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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