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la cronaca |
26/11/2017. E' stata disputata oggi in bassa Valsugana, alle pendici del Monte Lefre, l'8ª ed ultima uscita del programma trekking 2017, ma anche ultima uscita stagionale in assoluto. Un'uscita caratterizzata da ben tre temi di fondo, a cominciare da quello storico, con la visita alle fortificazioni militari di Col Fortin, passando per quello paesaggistico, con lo straordinario monumento naturale del Ponte dell'Orco, e chiudendo con quello religioso, con la tappa - lungo la discesa - al santuario della Madonna della Rocchetta. Buona (finalmente) anche l'affluenza, con ben 16 trekker al via.
La partenza, attorno alle 9,30, è avvenuta da poco fuori il paese di Ospedaletto, lungo la SP 60 (ex statale Valsugana), in direzione di Villa Agnedo. Qui si trova l'imbocco del sentiero che costeggiando un piccolo ruscello (affluente del Rio Sasso) e le sue bellissime cascate, raggiunge il sito storico di Col Fortin. Si tratta di un complesso di postazioni in caverna, costruite dall'esercito italiano all'indomani dell'entrata in guerra dell'Italia contro l'Austria.
In realtà il confine di Stato (oggi confine provinciale fra Trento e Vicenza) si trova qualche km più ad est, in loc. Martincelli, poco prima di Primolano. Ma l'esercito austriaco ritenne più difendibile le creste montuose attorno a Borgo Valsugana, così arretrò la linea del fronte lasciando campo libero all'esercito italiano, che avanzò senza opposizioni occupando i paesi di Grigno e Villa Agnedo. Fu in quel periodo, poco prima della nota Strafexpetion (primavera 1916), che l'esercito italiano decise di fortificare alcune postazioni lungo la valle, fra cui Col Fortin, dove doveva trovare alloggio una batteria da 75 mm con osservatorio.
Le gallerie sono state recentemente ripulite e restaurate, e sono perfettamente visitabili.
Dopo la prima tappa a sfondo storico, la salita è proseguita nel bosco, su un ripido sentiero che risale in diagonale le pendici più basse del Monte Lefre, fino a raggiungere la strada forestale delle Coste, che arriva dal paese di Ivano Fracena. Qui la salita ha concesso una tregua, procedendo con pendenze più abbordabili e scorci panoramici sulla Valsugana davvero mirabili.
Giunti al bivio per il Monte Lefre, dove nel frattempo la strada si era trasformata in sentiero, si è svoltato a destra, proseguendo in direzione del Ponte dell'Orco. Raggiunto uno scollinamento fra le diverse vallette scavate dai numerosi corsi d'acqua che incidono i fianchi del Monte Lefre, è iniziato un breve tratto di discesa, con alcuni stretti tornanti. Poi è ripresa la salita, che ha portato attorno a quota 700, nei pressi del Rio Boanela.
A quel punto è iniziata la discesa lungo il sentiero denominato Col dei Oci, fino al bivio per Ospedaletto, dove si trova un'area attrezzato con tavolo e panche. Qui si imbocca il sentiero che un nuovo breve strappo in salita, porta fin sotto il Ponte dell'Orco. Si tratta di un enorme blocco di roccia, poggiato ai lati su due bastioni, sotto al quale l'azione dell'erosione nel corso dei secoli ha scavato pian piano il terreno, fino a liberarlo totalmente. Il risultato è una sorta di ponte, lungo oltre 70 metri e largo 5, con una luce interna di circa 60 metri ed alto da terra, nel punto centrale, una cinquantina di metri.
Dopo la sosta al Ponte dell'Orco, sul quale si può anche salire (c'è un sentiero che lo percorre da lato a lato), si è rientrati al bivio posto un centinaio di metri a valle, per poi imboccare il sentiero che scende verso il paese di Ospedaletto. Giunti all'imbocco della Val Bronzale (che scende da una sella oltre la quale c'è la conca del Tesino), si è proceduto per un breve tratto sulla strada asfaltata, deviando poco dopo sulla sinistra, in direzione del Rio Val Bronzale. Percorrendo un sentiero evidentemente in disuso da tempo, semi-invaso dalla vegetazione, si è scesi fino al campo sportivo, nei pressi del quale si trova il santuario della Madonna della Rocchetta. L'edificio religioso, con le caratteristiche scàndole (le tegole in legno di larice), fu costruito nel 1663 e dedicato a Maria Ausiliatrice, dopo l’apparizione della Vergine ad un pastorello sordomuto, inglobando una preesistente edicola o, forse, una cappella risalente all’inizio del Seicento, come testimonia l’antico affresco dell’interno.
Qui è stata fatta la pausa pranzo, a base di panini, dopodichè è iniziata la discesa finale al vicino paese di Ospedaletto. Una volta attraversato il centro storico, si è imboccata la SP 60 che esce dal paese in direzione nord, raggiungendo - dopo qualche centinaio di metri - il parcheggio dov'era iniziato l'itinerario e dove si è chiusa, con questo breve ma suggestivo anello di trekking, la stagione 2017.
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i dati tecnici. |
Complessivamente sono stati percorsi poco più di 6 km, mentre il dislivello in salita è di circa 500 metri. L'altimetria prevede 2 km iniziali di salita, seguiti da un tratto di un km assai movimentato, con discese e risalite, fino al Ponte dell'Orco. Seguono 3 km di discesa, con rientro ad Ospedaletto. GPM al Ponte dell'Orco (m.680).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
la salita al Ponte dell'Orco |
Il ritrovo è poco prima del paese di Ospedaletto, lungo la
SP 60
Chiacchiere mattutine ...
Uomo Ombra (con signora), all'esordio stagionale proprio
all'ultima tappa!
Loro, invece, ci sono (quasi) sempre! Mara & Max
Verso le 9,30 si parte ...
A una cinquantina di metri dal parcheggio, inizia il
sentiero per Col Fortin
All'imbocco del sentiero, la bella cascatella di un
piccolo rio, affluente del Rio Sasso
La parete della cascatella è ricoperta di muschio
Il Presidente alla cascatella
Si inizia a salire, su un percorso attrezzato con scalini
e parapetti
Il sentiero sale con un paio di zig-zag
Sopra, troviamo una seconda cascatella
Anche qui, l'acqua scende lungo una parete di muschio
Il pannello descrittivo del sito storico di Col Fortin
L'imbocco delle batterie in caverna
Il lungo corridoio interno
Lateralmente, i fori dove si appostavano i soldati con i
pezzi d'artiglieria
A zonzo fra le caverne ...
L'Uomo Ombra in posa davanti ad una delle aperture verso
la valle
Bancomat e Briz in un'altro vano per pezzi d'artiglieria
Una bella salamandra in giro per le grotte
Le postazioni dei pezzi d'artiglieria, con i parapetti
protettivi
Verso l'uscita ...
La cascatella si trova proprio davanti all'ingresso
La cascatella vista da sotto
Lasciamo Col Fortin e iniziamo la salita
Anche a monte, il sentiero è attrezzato con scalini e
parapetti in acciaio
Il piccolo rio che dà origine alle cascate
Più avanti, il sentiero si fa più largo e comodo
Arriviamo alla sorgente Molinetto, dove si trovano alcune
opere dell'acquedotto
The Doctor con Akila
Akila in perlustrazione nei vecchi depositi militari
Vista da fuori e ... vista da dentro
Dalla sorgente Molinetto, inizia una nuova salita nel
bosco
Qui troviamo il tratto più ripido del giro, reso più
impegnativo dal fondo scivoloso per le recenti piogge
Il ripido sentiero si inerpica fra pini e faggi
In colonna ...
Lungo la salita, altri cunicoli militari scavati nella
roccia
Una sosta panoramica ...
Ci siamo alzati un po' e si inizia a vedere un bel
panorama sulla valle
Un gregge di pecore al pascolo, in un campo lungo il fiume
Brenta
Ora si procede con pendenze decisamente più soft
Si avanza fra il fogliame secco
Qualche tratto in falsopiano spezza la salita
La zona, prima della Grande Guerra, era ad alta vocazione
agricola. Vite, in particolare.
Gli antichi terrazzamenti con i muri a secco resistono ancora, dopo un secolo di
abbandono
Ora si ricomincia a salire ...
Di nuovo pendenze a doppia cifra
Siamo sul versante sud del Monte Lefre
Altri muri a secco
Il Cimo avanza in salita
I terrazzamenti visti da sotto, con alcuni tratti di muri
ormai crollati
Un muro completamente avvolto dal muschio
Il sentiero confluisce sulla Strada delle Coste, la comoda
forestale che arriva da Ivano Fracena
Facciamo una sosta per ricompattare le fila
Ora l'itinerario prosegue sulla comoda strada forestale
Pendenza soft e fondo compatto: questo tratto è una
una passeggiata
Arriviamo al punto in cui la strada finisce e prosegue
come sentiero
La carreggiata si restringe e il fondo si fa più pietroso
Siamo arrivati attorno a quota 600 m.s.l.m.
Vista su Ospedaletto
Vista verso ovest, con Borgo Valsugana
Dopo un tratto più aperto, si ritorna a salire nel bosco
Le pendenze si fanno nuovamente più elevate
Il segnavia SAT dipinto su un masso: stiamo percorrendo il
sentiero 329
Lo strappo che porta al bivio per il Monte Lefre
Dorty sale agile con le sue lunghe leve
Eccoci al bivio. Noi proseguiremo a destra, verso il Ponte
dell'Orco
Due belle immagini di Akila, a riposo dopo le corse
in salita
Il gruppo in sosta al bivio
Atmosfera ridanciana ...
Si riparte e incontriamo un tratto esposto, protetto con
una staccionata
Si avanza sotto le pareti rocciose
Il paese di Ospedaletto, proprio sotto di noi
Si avanza sul sentiero sottoroccia
Incontriamo un tratto in discesa, con il sentiero che
compie degli stretti tornanti
Un vero e proprio zig-zag
Perdiamo un po' di quota
La discesa è intervallata da qualche tratto in falsopiano
Uno dei tanti stretti tornantini, con vista sulla valle
Briz e Dorty. Sotto di loro, il sentiero che scende a
zig-zag
La discesa prosegue ...
Un nuovo tratto sottoroccia
Una fontanella. La zona è molto ricca d'acqua
Qualche saliscendi
Altro saliscendi. Questo tratto dell'itinerario è il più
movimentato
In colonna
Stiamo per arrivare al bivio per Ospedaletto
Eccoci all'area attrezzata posta sul bivio Ponte
Orco/Ospedaletto
La segnaletica al bivio
Il gruppo in sosta
Affrontiamo l'ultimo tratto di salita, che ci porterà al
Ponte dell'Orco
Dopo un centinaio di metri, eccoci arrivati
Il Ponte dell'Orco si intravede, sopra di noi, fra le
fronde degli alberi
Ecco lo spettacolare monumento naturale
L'enorme blocco di roccia, lungo oltre 70 metri, sotto al
quale l'acqua ha scavato il vuoto
Il pannello esplicativo ne spiega la formazione
Saliamo verso la parte alta del sito
Il "ponte" visto da sotto
Il ponte visto da nord
Percorriamo il sentiero che ci porterà sopra il "ponte"
Un'altra bella rampetta!
Eccoci sopra il "ponte"
Da sopra il "ponte" si nota un altro analogo blocco in
formazione. Tra qualche migliaio di anni ...
Vista su Ospedaletto, dalla gobba del "ponte"
Il sentiero percorre la parte centrale del blocco
roccioso, largo 3-4 metri
Dorty, Lorena e Cimo, rimasti sotto, ci stanno
fotografando
Eccoci, sulla gobba del "ponte"
La skyline dei Rinco sul Ponte dell'Orco
Zoomata
Iniziamo la discesa dal "ponte"
Ecco il "ponte" visto di lato
Di nuovo alla base
La parte sinistra
La parte centrale
La parte destra
Vista da nord, con panorama sulla valle
Scendiamo verso la parte bassa del sito
Una breve pausa sotto il ponte, prima di iniziare la
discesa verso valle
la discesa ad Ospedaletto |
Iniziamo la discesa
Ripercorriamo a ritroso il breve tratto fino al bivio
Arriviamo all'area attrezzata
Imbocchiamo il sentiero che scende verso Ospedaletto
Anche qui troviamo diversi zig-zag
I tratti più ripidi sono dotati di scalini
Un pino ... a fionda
Il Presidente
GigaBike
Altro tornantino ...
La colonna dei Rinco si snoda lungo il sentiero
Qualche tratto attrezzato con staccionata
Roby
Si prosegue verso la Val Bronzale, formata dall'omonimo
rio che scende verso Ospedaletto
Fungo ... dal pìn !!!
Intanto è uscito il sole!
Arriviamo in una radura
Non manca molto alla fine del tratto nel bosco
Ora il sentiero è diventato una comoda stradina
Siamo ormai all'imbocco della val Bronzale
Arriviamo in fondo al sentiero, dove si trova un pannello
descrittivo
Qui c'è anche una vecchia calchèra, che
veniva usata per produrre la calce
Lasciamo il bivio della Val Bronzale
Imbocchiamo la strada asfaltata che scende verso
Ospedaletto
Poco più avanti deviamo sulla sinistra, su una stradina
sterrata
Sopra di noi, la cresta del Monte Mezza (m.1679)
Una sosta al sole
Si prosegue in direzione del Rio Bronzale
Qui il sentiero, evidentemente in disuso, si fa un
po' ... wild !
Dopo un tratto fra rovi e ramaglie, si ritorna sulla
strada
Arriviamo in vista del santuario della madonna della
Rocchetta. Qui ci fermeremo per pranzo
La sosta ristoro |
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Il bel santuario, costruito nel 1663
La scritta sulla facciata narra la storia di questo luogo
La chiesetta baciata dal sole
Le scàndole, le caratteristiche tegole in legno di
larice
Ci sistemiamo per mangiare
Fra muretti e panchine, ognuno trova il suo "posto
al sole"
E via di ganasce ...
Briz estrae dallo zaino uno splendido salame
lombardo. Parte la cerimonia ...
Noi la comunione la facciamo così (!!!)
Spettacolo
Big Bobby, invece che "pane col salame", si fa un
bel ... "salame col pane"
Dopo mangiato, riprendiamo il cammino per l'ultimo tratto
dell'itinerario
Il bòcia Dorty si diverte al parco giochi
Il Ponte dell'Orco visto da Ospedaletto
Zoomata sullo splendido monumento naturale
Le cime di Fravort e Gronlait innevate
L'ultimo tratto di discesa, verso Ospedaletto
Arriviamo in paese
Una bella baita, rivestita di ... legna da ardere!
Intanto il sole, subito dopo pranzo, è gia tramontato
dietro l'Ortigara (m.2106)
Una bella casetta in legno
La legnaia è un'opera d'arte
Entriamo in paese
Attraversiamo il centro storico
A spasso per le viuzze di Ospedaletto
Il campanile, che dà l'idea di essere pendente ...
Usciamo dal paese, in direzione ovest, lungo la vecchia
statale Valsugana (ora SP 60)
Ora percorreremo qualche centinaio di metri lungo la
provinciale
Arriviamo in vista delle nostre auto
Ed eccoci a fine giro
Grazie a tutti e ... |
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alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |