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Disputata oggi la 6ª uscita del programma trekking 2017, con la salita ai 2889 metri di Monte Re di Castello, nell'Adamello meridionale. Oltre 13 km fra boschi, pascoli, laghi e ... distese infinite di roccia granitica! Purtroppo, solo 5 i presenti ...
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i presenti |
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SOCI |
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la cronaca |
20/08/2017. E' stata disputata oggi nelle Valli Giudicarie la 6ª uscita del programma trekking 2017 dei Rinco Boys. Dopo i 2753 m. di Cima Cece e i 2500 m. di Lago Corvo (purtroppo annullata a fine luglio per mancanza di adesioni), questa volta si saliva ancora più su, fino ai 2889 metri di cima Re di Castello, nell'Adamello meridionale.
Solo 5 i presenti, a conferma di un trend negativo che, in particolare per quanto concerne la sezione trekking, sta assumendo dimensioni preoccupanti ... Un vero peccato vista la bellezza dell'itinerario che, ancorché impegnativo, offriva panorami davvero fantastici.
La partenza è avvenuta dal lago artificiale di Malga Bissina, dove termina la Valle di Daone ed inizia la Val di Fumo, a quota 1800 circa. Attorno alle 9,15 il quintetto ha imboccato il sentiero SAT 245, che ha portato al grande parcheggio (oggi stracolmo di auto) del Parco Adamello-Brenta, per poi proseguire in direzione sud, fino ad uno spiazzo erboso poco più avanti, dove si trova una biforcazione. Il sentiero 245, infatti, tornando verso nord, porta verso Malga Ervina e il Passo di Forcel Rosso. Noi abbiamo invece imboccato il sentiero 242 che prosegue verso sud, inizialmente in discesa, per poi risalire nel bosco fino a raggiungere la splendida conca del Lago di Campo (m.1944), dove un tempo si trovava anche l'omonima malga, oggi ridotta a ruderi.
Dopo aver attraversato il vecchio pascolo attorno al lago, è iniziata la salita vera e propria, ripida e rognosa per via del fondo misto sassi e radici, in direzione del Passo di Campo. Un zig-zag fra la vegetazione via via più rada, fino ad arrivare ai 2300 metri del valico che immette in Lombardia (provincia di Brescia).
Dal passo è stato imboccato il sentiero CAI n.1 ("Alta via dell'Adamello"), con a destra la val Ghilarda (che scende verso la val Camonica) ed il Lago d'Arno (grande lago artificiale, coevo dei laghi di Malga Bissina e Malga Boazzo, realizzati negli anni '50), ed a sinistra la cresta frastagliata della lunga dorsale rocciosa che dal monte Re di Castello scende verso il passo.
Il primo tratto, sulla vecchia mulattiera militare della "Grande Guerra", è abbastanza agevole, con tratti in falsopiano e qualche saliscendi. Poi, una volta giunti al bivio per l'ex Rifugio Brescia (oggi Rifugio Enrico e Maria), si è proseguito sulla cd "via diretta" per il Re di castello, iniziando una durissima ascesa fra le pietre che è parsa interminabile.
In meno di 2 km si sono dovuti superare quasi 500 metri di dislivello, camminando su blocchi di granito di varie dimensioni, con un incedere necessariamente lento per l'attenzione che si doveva porre a dove si poggiavano i piedi (e le mani, con cui spesso era necessario aggrapparsi ...). L'impegnativa ascesa ha portato fino alla cresta che separa il Trentino dalla Lombardia, dove si trova la cima del Re di Castello, a quota 2889.
Lassù non era per nulla caldo (+6° gradi la temperatura), e tirava anche un bel venticello, per cui ci si è ritirati al riparo più a valle, sotto la cresta, per un veloce ristoro seduti sui grossi massi.
Dopo la pausa ristoratrice è iniziata la discesa, impegnativa quanto (forse anche di più) la salita, sempre balzellando fra i grossi sassi e appoggiandosi spesso con le mani per superare i balzi fra un blocco e l'altro.
Raggiunto nuovamente (e non senza fatica) il bivio con la mulattiera, si è proseguito sulla vecchia via militare fino al passo, dove si è rientrati in territorio trentino. Qui è iniziata la discesa verso il lago di Campo e da lì al parcheggio del parco Adamello-Brenta, da dove, camminando finalmente su una strada comoda e piatta, si è rientrati al Lago di malga Bissina, dove si è chiuso - dopo oltre 13 km - il quanto mai impegnativo itinerario.
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Ora l'appuntamento è con la MTB, sabato 26 agosto, con il Giro di Malga Cimana e Castel Corno, in Vallagarina.
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i dati tecnici. |
Complessivamente sono stati percorsi poco più di 13 km, mentre il dislivello in salita è di circa 1.200 metri. L'altimetria, trattandosi di un percorso ad andata e ritorno sul medesimo tracciato, è perfettamente speculare, con la prima parte in salita e la seconda in discesa. Salita sempre impegnativa (come si può notare dalle tonalità scure dell'altimetria), con rari tratti per tirare il fiato, come in corrispondenza della conca del lago di campo e del primo tratto della mulattiera militare dopo Passo di Campo. GPM a Cima Re di Castello (m.2.889).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
la salita |
In auto raggiungiamo il lago artificiale di malga Bissina,
in cima alla Valle di Daone
Siamo appena sotto i 1800 metri di quota
Verso le 9,15 partiamo ...
Dalla zona della diga, saliamo verso il parcheggio del
Parco Adamello-Brenta
Dall'alto, ammiriamo l'imponente muraglia di cemento che
ha sbarrato il fiume Chiese
Superato il parcheggio, imbocchiamo il sentiero 245
Dopo nemmeno mezzo km, arriviamo al bivio fra il sentiero
245 e il 242
Noi imbocchiamo, sulla nostra sinistra, il 242, che ci
porta a perdere un po' di quota
Il sentiero taglia il costone, continuando a scendere ...
Il sentiero venne realizzato durante la Grande Guerra e a
terra si
nota ancora la pavimentazione in pietre (ormai un po' sconnessa)
Raggiungiamo il punto più basso, dove il sentiero cambia
la pendenza
Ora si inizia a salire ...
La salita si fa subito tosta, con un ripido zig-zag fra la
bassa vegetazione
Sotto di noi la Valle di Daone, con la strada che sale
dalle Giudicarie
Si alternano ripidi strappi a tratti con pendenza più
moderata
Di tanto in tanto si ritrova la pavimentazione della
vecchia mulattiera
Ora si vede il lago per tutta la sua estensione, con alle
spalle la val di Fumo
Il lago, come tanti altri quest'anno, ha un livello mai
visto così basso nella stagione estiva
A dominare lo sfondo, il Carè Alto, con i suoi 3463 metri
di altezza
Lungo il sentiero, incontriamo strani alberi dal tronco
curvo
I segnavia dipinti sui massi di granito
Sopra di noi vediamo la luce, segno che siamo arrivati al
primo scollinamento
Tella e Big Bobby ... in vetta
Arriviamo in vista del Lago di Campo
Il sentiero scende verso lo specchio d'acqua
Un lago dalle acque cristalline
Lassù c'è la sella che dovremo raggiungere ...
Le rocce frastagliate della Sega d'Arno, così chiamata per
il suo profilo dentellato
Scendiamo verso il lago
In prossimità del lago c'è la vecchia Malga Campo, con il
relativo pascolo
La malga è ormai ridotta a rudere
Sosta beverage ...
Intanto ci godiamo lo spettacolo
I fianchi detritici delle montagne, frutto di continue
colate di materiale
Dopo la sosta, si riparte
Oltrepassato il pascolo, si riprende subito a salire ...
L'ex Malga Campo è ormai alle nostre spalle
Il sentiero si inerpica assai ripido verso la sella
Ora il lago lo si vede dall'alto
Si avanza con ampi zig-zag fra l'erba ed i sassi
Altra visuale sul lago di Campo
Un passaggio sotto la roccia
Abbiamo passato quota 2000, ma ancora resistono delle
conifere
Un ultimo sguardo al lago ...
Il sentiero inizia a farsi sassoso
In alcuni punti sembra il letto di un torrente in secca
Sulla destra, Cima d'Avolo (m.2658)
Giusy seguita da GigaBike
I ruderi di una vecchia costruzione, probabilmente
militare del 1915-18
Si continua a salire senza tregua ...
Oramai si inizia a vedere, sopra di noi, il profilo della
sella
Ora la vegetazione è quasi del tutto scomparsa
La valle che abbiamo appena risalito (in basso si nota
l'ex malga Campo)
Un altro tratto pietroso
Una roccia dalla curiosa forma
Una zoomata sulla piccola guglia rocciosa
La sella sembra sempre lì, ma ... non arriva mai!
Giusy impegnata nell'ascesa
Seguiamo sempre il sentiero 242
Ormai siamo quasi alla cresta
Da quassù si vede ancora uno spicchio del Lago di campo e,
dall'altro lato della valle,
sotto la catena dominata da cima Làtola (m.2831), il piccolo Lago di Copidello,
a quota 1968
Ci avviciniamo al passo
Ma manca ancora un po' di zig-zag ...
In alcuni tratti si cammina su roccia
Tella e Giusy
Finalmente arriviamo ai 2300 metri di Passo di Campo. Qui
si entra in Lombardia
Sul costone si nota il sentiero n.1 del CAI, l'Alta Via
dell'Adamello
La nostra meta, il Re di Castello, è la vetta più alta,
lassù ...
Strani fiori alpestri
Facciamo una sosta snack e Big Bobby, che compie
gli anni, tira fuori i cioccolatini!
Quassù è pieno di manufatti della Grande Guerra, che
resistono al passare del tempo
Entrati in territorio bresciano, proseguiamo sull'Alta Via
dell'Adamello (sent. CAI nr.1)
Alla nostra destra, spunta uno spicchio del Lago d'Arno,
anch'esso artificiale
Si prosegue in falsopiano fra i vecchi muretti a secco, in
qualche tratto crollati
Ora vediamo il lago in tuta la sua estensione. In primo
piano, la Pozza d'Arno (naturale)
Il passo è ormai alle nostre spalle
Alcuni tratti del vecchio camminamento militare sono
ancora perfetti
Proseguiamo in piano, tagliando il costone
Ora si inizia a perdere un po'm di quota
Un grosso blocco di granito caduto sul sentiero (e di
recente, a giudicare dal colore bianco)
Arriviamo nel punto più ostico di questo tratto: prima un
passaggio su lastre di roccia ...
... poi un tratto esposto, attrezzato con catena di ferro
cui aggrapparsi
Si prosegue proprio sotto la Sega d'Arno, sul versante
ovest
Il profilo dentellato della Sega d'Arno, visto controluce
Le rocce incise dai numerosi corsi d'acqua
Blocchi enormi di pietra ...
Arriviamo in prossimità del bivio
Qui c'è la biforcazione: a sinistra si prosegue per l'ex
Rifugio Brescia (ora "Enrico e Maria"),
mentre a sinistra si sale dritti verso il M. Re di Castello. Non a caso è
chiamata "via diretta"
La segnaletica del CAI, in alluminio
Il primo tratto della "diretta" è ancora sulla vecchia
mulattiera della Grande Guerra
Si sale ripidi su un fondo ancora abbastanza agevole
Dopo un po' la Sega d'Arno la si vede dall'alto !
La mulattiera, a tratti più sconnessa, sale con alcuni
zig-zag sul ripido costone
Il Re di Castello è quella vetta a punta, lassù ...
Dopo un po' la mulattiera si va a perdere e si prosegue su
roccia
Dovremo risalire questa "brutta bestia": non sarà agevole
!
Dall'altro lato, verso nord, si iniziano a vedere spicchi
di ghiacciaio dell'Adamello
Le nevi perenni fanno capolino fra le nubi in diradamento
Particolare dei denti della Sega d'Arno
Si alternano tratti fra il pietrame a tratti su grandi
lastroni levigati dai ghiacci
La pietraia finale, però, è davvero tosta !
Iniziamo la lenta e faticosa salita, balzando di masso in
masso
In alcuni casi è necessario aggrapparsi con le mani
I segnavia sono così ...
Tella "dispersa" in mezzo ai massi !
GigaBike e Big Bobby in un momento di pausa
Tella e Giusy alle prese con l'impegnativa salita
fra i massi
Qui ognuno si sceglie la via che vede più comoda ...
Ogni tanto si incontrano massi dimensioni considerevoli
la pietraia che prima guardavamo da sotto, ora la vediamo
di fianco. E' già qualcosa ...
La Val Ghilarda, con il Monte Campellio (m.2727)
La Sega d'Arno, vista da sopra
La cresta è ormai in vista, ma la pietraia ci riserverà
ancora un'oretta di sforzi ...
Facciamo una nuova pausa, per tirare il fiato. Del resto
la quota inizia a farsi sentire
Laggiù si intravede la Val Camonica (BS)
Ora il ghiacciaio si vede meglio
Purtroppo, anche questo sembra sempre più ridotto ...
Siamo oltre i 2500 metri e la vegetazione è davvero rara
Dopo la sosta, si riprende il cammino per l'ultimo
impegnativo tratto
Giusy e Tella con alle spalle l'Adamello
Fra le rocce di granito spuntano anche dei bellissimi
fiorellini gialli
Spuntano anche, però, i resti dei baraccamenti militari
Big Bobby alle prese con la scelta del percorso ... Da che
parte si sale?
Fra i sassi, spunta anche un bivio (?) per l'ex Rifugio
Brescia
Tella in the Rock
Un altro dei tanti segnavia ad "ometto"
Sopra di noi, il muro perimetrale di una vecchia baracca
militare appena dietro la cresta
La croce del Re di Castello. Ci siamo quasi !
Ormai la cresta la vediamo vis à vis
L'ultimo ostico tratto
Arrivati in cresta, vediamo l'altro lato, verso la Valle
di Daone, con il lago di Malga Boazzo
Alzando lo sguardo verso est, si vede addirittura il Lago
di Garda
Il pavimento in legno della baracca militare, ormai
marcito
I frammenti di tavole di legno sono crollati a valle
Il muro, invece, è ancora perfettamente verticale, dopo
100 anni ...
La cresta verso sud. A destra è Lombardia, a sinistra
Trentino
Sulla destra, una cresta interna, nel Parco Regionale
(lombardo, ndr) dell'Adamello
GigaBike si aggira fra le rocce in cresta
Per arrivare in vetta, è necessario ancora qualche balzo
La croce di vetta, a m. 2889
Cucù, siamo sempre più su !
La vista dal Re di Castello verso il Lago di Malga Bissina,
la Val di Fumo e l'Adamello
Vista l'arietta in cresta, scendiamo di qualche decina di
metri per la sosta, al riparo
La (breve) sosta ristoro |
Appena sotto la cresta, al riparo dall'aria, troviamo un
posto al sole per mangiare
Non proprio un comodo prato ma ... questo oggi offre il
convento !
E ovviamente, anche alla soglia dei 3000 metri ... non può
mancare il radler
Il termometro segna +6° ... non proprio una temperatura da
pic-nic !
Così limitiamo la sosta al minimo e ci prepariamo per la
discesa
la discesa |
Si ripercorre a ritroso l'ostica pietraia fatta poco fa in
salita
In alcuni punti si abbracciano letteralmente i
grossi massi !
Con il sole alle nostre spalle, ora l'Adamello ci appare
in tutta la sua maestosità
Se la salita era stata assai ostica, la discesa non è da
meno ...
Si avanza con piedi e mani !
Arriviamo al bivio in mezzo alla pietraia. Noi dobbiamo
proseguire a destra, verso il basso
Il Passo di campo è laggiù, alla base della Sega d'Arno
Un rapace si aggira sopra di noi: piano amico, mica siamo
morti!
Diciamo che quassù non mancano le pietre ...
Altri resti dei baraccamenti, scivolati con la neve dalla
cresta
La discesa prosegue seguendo per quanto possibile i
segnavia
Più che altro, però, si segue una direzione, scegliendo i
passaggi più comodi
Sulle mappe è segnata come "La Pozza". In effetti ...
Zoomata sulle nevi perenni del ghiacciaio dell'Adamello
Gli "ometti" segna-via
Tella osserva il percorso
Dalle rocce spaccate emergono le stratificazioni delle
varie ere geologiche
Flora d'alta quota (1)
Flora d'alta quota (2)
Si prosegue ad scendere lungo la pietraia
Zona ricchissima d'acqua: numerosi i rigagnoli che
emergono fra i le pietre
Le nostre giacche rosse sono l'unica nota di colore in
questo paesaggio lunare
Altro particolare della Sega d'Arno
Giusy alle prese con un passaggio sopra un masso
Big Bobby su un lastrone levigato dal tempo
Ormai siamo quasi in fondo al tratto più rognoso ...
Sul costone dell'altro versante si scorge il sentiero n.1
che prosegue verso nord
Anche la Sega d'Arno, ora, è baciata dal sole
La parte conclusiva della pietraia alla base del Re di
Castello
Le rocce granitiche illuminate dal sole pomeridiano
Strane forme create dalla Natura
Finita la pietraia, ritroviamo la vecchia (ma ancora
comoda!) mulattiera
L'indicazione per Passo di Campo
Ora si prosegue sul sentiero sotto-cresta
Un tratto con gli scalini, ancora (quasi) intatti
Si rivede il lago d'Arno
Le lastre di pietra bagnate dai numerosi rigagnoli,
riflettono il sole, creando un bell'effetto
Raggiunto il punto più basso, si torna a salire
Si notano i fori delle gallerie militari
Probabilmente erano postazioni d'artiglieria nascoste
nella roccia
Raggiungiamo il tratto in falsopiano
Si prosegue tagliando il costone
Splendida vista sul lago d'Arno
Una roccia dalle sembianze più dolomitiche che
dell'Adamello
Passiamo nuovamente fra i vecchi manufatti in pietra della
Grande Guerra
Alcuni muri sono rimasti praticamente perfetti !
La muraglia lungo la cresta
Arriviamo al Passo di Campo
Qui si ritorna in Trentino
La segnaletica CAI al passo
Iniziamo la discesa sul versante trentino
Ci incolonniamo sulla stretta traccia
Attraversiamo questo prato d'alta quota, con vista sul
piccolo Lago di Codipello
Ora si rivede anche lo splendido Lago di Campo
Proseguiamo al cospetto di Cima d'Avolo
In alto, sotto la cresta, si scorge il sentiero che dal
passo prosegue verso nord
Dopo un tratto sull'erba, ricominciano le pietre
E, soprattutto, riprende la discesa più ripida
Abbassandosi di quota, si rivedono i larici
Il tratto stile "ruscello in secca"
Qui la discesa picchia parecchio
DJ GigaBike ci allieta con un po' di musica !
Un attimo di sosta
Proseguendo con la discesa, ci avviciniamo al lago
Tella
Giusy in contemplazione
Il Lago di Campo con il pascolo dell'omonima (ex) malga
Ormai siamo quasi in riva allo specchio d'acqua
Arriviamo in fondo ed entriamo in pieno sole
Attraversiamo il prato
Raggiungiamo il vecchio rudere
Il laghetto, una gemma incastonata fra i monti
L'ex malga di Campo
Ora si sale verso lo scollinamento
Ci lasciamo alle spalle i ruderi cadenti
L'ultimo sguardo al lago
L'ennesima salita odierna
Superato lo scollinamento, si scende per il tratto finale
Ormai il bosco si è fatto più fitto: siamo scesi sotto
quota 2000
Percorriamo il sentiero in single track
Raggiungiamo il punto più basso
Ora si rivede il Lago di Malga Bissina, con la diga
Particolare dell'imponente muraglia di cemento armato
Zoomata sulla Val di Fumo
Ora si riprende a salire: questa è l'ultima di oggi!
Ultima ma ... tosta!
Riprendiamo la strada che porta al parcheggio del Parco
Adamello-Brenta
Un parcheggio oggi stracolmo: solo ora - nel tardo
pomeriggio - le macchine iniziano a partire
La discesa conclusiva verso Malga Bissina. Anche questa
(decisamente tosta) è andata!
Grazie a tutti e ... |
|
alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |