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"Griglia" di partenza Iniziata oggi, dopo quella bike, anche la stagione trekking. Bella camminata sul Monte Alto, a cavallo fra Val d'Adige e Valle di Cembra, con tappa in malga per una grigliata e visita al Roccolo del Sauch. E ora, la trasferta di Chioggia ... |
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i presenti |
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la cronaca |
01/04/2017. E' partito oggi - con una bella camminata sul Monte Alto, a cavallo fra la Val d'Adige e la Valle di Cembra - il programma trekking 2017 dei Rinco Boys. Il meteo prometteva bene, e così è stato. Il cielo era solo parzialmente velato al primo mattino, per poi aprirsi nel corso della giornata e offrire un bel sole primaverile proprio durante la sosta ristoro.
13 gli aderenti (oltre al cane Akila), che sono partiti poco prima delle 9,00 dalla Pineta di Faedo, a quota 760 circa, imboccando il sentiero SAT 408B che sale nel bosco in direzione ovest. Dopo poche centinaia di metri di salita, è stata intercettata la strada forestale che dal paese di Faedo porta alle Malghe di Faedo, proprio nel punto in cui avviene lo scollinamento.
Da lì, infatti, si è proseguito in discesa, arrivando in breve al pascolo dove un tempo sorgevano alcune piccole stalle, oggi perlopiù trasformate in baite. Dopo aver attraversato il lungo prato delle Malghe di Faedo, si è così giunti nella valle del Rio Secco, un piccolo corso d'acqua che scende verso Cadino, per poi confluire nell'Adige.
Dopo aver attraversato il rio, è ripresa la salita, su una stradina sterrata costruita a suo tempo per raggiungere i piloni della linea elettrica. Dopo un primo tratto con pendenza davvero sostenuta (un vero e proprio rampone con pendenza attorno al 30%), la strada ha risalito il versante sud del Monte Alto con un andamento decisamente più morbido e qualche tratto ondulato nel bosco.
Dopo aver compiuto una sorta di inversione ad U, da ovest ad est, è stato raggiunto il punto panoramico affacciato sui pascoli delle Malghe di Faedo, dove la strada termina e si deve proseguire su sentiero. A quel punto è ripresa la salita ripida, con un zig-zag nel bosco, su una sorta di "muro", che ha fatto guadagnare quota in un brevissimo tratto, portando fino alla sommità del Monte Alto, dove è stata intercettata un'altra stradina di servizio.
Proseguendo con un bel saliscendi, per circa 1 km, è stata così raggiunta la Malga Monte Alto, dove è stata fatta la pausa ristoro. Questa volta, però, niente panini, ma una bella grigliata, approfittando della struttura della malga, dotata di un barbecue in muratura, con tanto di tettoia. I Rinco, a quel punto, si sono rilassati per oltre un'ora, godendosi il sole tiepido e attendendo la cottura della pasta di luganega con cui sono stati imbottiti i panini.
Dopo il ristoro, è stato visitato il "museo all'aperto" di Malga Monte Alto, composto da una quindicina di sculture lignee, realizzate dai soci dell'Associazione Intagliatori Legno della Valle di Cembra e posizionate lungo i margini del prato. Quindi è iniziata la discesa, su una ripida strada lastricata in pietra, che ha portato nei pressi del Roccolo del Sauch.
Che cos'è un roccolo? Si tratta un sistema antichissimo per la cattura degli uccelli, le cui prime notizie risalgono al 1300 e che pare sia stato inventato da una comunità di frati bergamaschi. I roccoli si diffusero poi in tutta l'Italia settentrionale, dal Friuli al Piemonte. Bisogna pensare che in tempi di magra (specie dopo le guerre) e soprattutto per le genti di montagna, la carne era un vero e proprio lusso, per cui l'uccellagione, assieme alla caccia, era un'importante fonte di sostentamento (ricordate la "polenta e osèi", diffusa in tutta la fascia del nord-Italia?). I roccoli sono generalmente situati a media altitudine, su dei declivi e sono orientati a nord-est perché questa è la direzione di migrazione degli stormi durante l’autunno quando, finito il periodo della riproduzione, gli uccelli ritornano numerosi a Sud. I roccoli che sono orientati a Sud-Ovest sono invece utilizzati per la cattura durante la migrazione primaverile. Pochissimi sono i roccoli sopravvissuti fino ai giorni nostri, tra questi c'è appunto quello di Giulio Mosaner, situato nei pressi del Passo Sauch. L'attuale proprietario, nonostante l'uccellagione sia vietata dal 1968, continua per pura passione la manutenzione con laboriose potature, per testimoniare una tradizione che altrimenti sarebbe destinata a scomparire.
Dopo la visita al roccolo, si è scesi al vicino Rifugio Sauch per un bel caffè, prima di imboccare la strada (sent. SAT 409) che dal Passo del Sauch (antico valico di collegamento fra la Valle di Cembra e Salorno), scende verso la Pineta di Faedo. 4 km di discesa, con un tratto iniziale lastricato in pietra, passando per il pianoro denominato Pian dela Cros, per poi fare rientro, dopo circa 9 km di cammino, al punto di partenza.
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Ora l'appuntamento è con la MTB, domenica 9 aprile, con la tradizionale "gita fuori porta" di inizio stagione. Questa volta i Rinco andranno al mare, con il Giro della Laguna di Chioggia. Per il trekking, invece, appuntamento a dopo Pasqua, il 22 aprile, con il Giro del Monte Tofino, in valle di Ledro.
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i dati tecnici. |
Complessivamente il giro è di circa 9 km, mentre il dislivello da superare è di circa 400 metri. L'altimetria presenta una brevissimo tratto di salita iniziale (qualche centinaio di metri), seguito da un km scarso di discesa, al termine del quale si raggiunge il punto più basso del tour. A questo punto inizia la salita, di circa 4,5 km, con un tratto centrale assai ripido, che porta al Monte Alto. Seguono quindi oltre 4km di discesa, assai regolare, per fare rientro alla Pineta di Faedo. GPM al Monte Alto (m.1065).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
la salita |
Il ritrovo per la partenza è in loc. Fontanelle, alla Pineta di Faedo
I segnavia SAT
Akila è pronta a scalpitare ...
Poco prima delle 9,00, in perfetto orario, si parte
Imbocchiamo un sentiero che si dirama nel bosco, in direzione ovest
E' il sentiero 408B, diramazione del sentiero 408 che parte da Faedo paese
Il sentiero sale con pendenza moderata nel bosco di pino
Qualche grosso masso indica la friabilità della roccia dei versanti sovrastanti
Si sale, anche sulle scale!
Si arriva, poco dopo, all'intersezione con la strada che sale da Faedo (sent.408)
Noi dobbiamo proseguire per le Malghe di Faedo
Imbocchiamo la comoda strada forestale
Dopo aver scollinato, si procede ora in discesa
Procediamo per qualche centinaio di metri
E' primavera ...
Poco più a valle, si intravede fra gli alberi una grande radura
Siamo arrivati alle Malghe di Faedo
Lasciamo la strada ed entriamo nel verdissimo pascolo
Anche Akila, apprezza !
Attraversiamo il lungo pratone, sempre in discesa
Il Monte Alto è lassù, che ci guarda ...
Una delle vecchie stalle della zona, trasformate in baite
Arriviamo in fondo al prato ...
Si ritorna sulla strada
Un'altra vecchia stalla
Si prosegue in discesa, incontrando l'ultima delle Malghe di Faedo
Arriviamo nella Valle del Rio Secco
Attraversiamo il piccolo corso d'acqua che scende verso Cadino, per poi
confluire nell'Adige
Se l'hanno chiamato Rio Secco, un motivo ci sarà ...
Questo è il punto più basso dell'itinerario. Ora si riprende a salire ...
Poco dopo il ponte, incontriamo il bivio (sulla destra) con la strada per il
Monte Alto
Imbocchiamo la ripida strada, chiusa al traffico da una stanga
La strada, costruita per raggiungere i piloni della linea elettrica, sale
ripidissima
Questi pino va alla ricerca del sole ...
Con questa pendenza, bastano 100 metri e il prato è già laggiù, alle nostre
spalle
Dopo l'iniziale rampone, la pendenza diventa molto più agevole
Una sorgente d'acqua
Finalmente si ritorna al sole!
Una bellissima farfalla
La salita prosegue
Ora il sentiero si affaccia sulla Valle dell'Adige
Si prosegue con un bel saliscendi nel bosco di faggi
Riprende la salita
Anche qui troviamo qualche rampetta niente male ...
La natura si sta risvegliando e il verde dei germogli contrasta con il marrone
del fogliame secco
Dopo aver fatto una sorta di inversione ad U, ora si torna verso sud-est
Facciamo una piccola sosta, per bere qualcosa e mangiare uno snack
Big Bobby mangia una banana e Akila osserva "interessata". Alla fine
verrà premiata!
Una vecchia "calcara" (vedi
info), dove si coceva la pietra per ottenere la calce
La roccia calcarea di cui è formato il Monte Alto, utilizzata come materia prima
per produrre la calce
Nel frattempo, Akila si diverte off road ...
... e con il 4x4 rientra agevolmente sulla strada
Arriviamo alla piazzola dove termina la strada
Da qui si può ammirare - dall'alto - il pascolo delle Malghe di Faedo
Verso sud si vede il Palon (Monte Bondone)
Un po' più ad ovest c'è la Paganella
Facciamo una sosta prima di affrontare il nuovo rampone
Una fonte d'acqua fresca
Dopo la breve pausa, riprendiamo la salita
Akila è sempre in testa al gruppo
Ora ci aspetta un altro tratto con pendenze molto elevate
Il sentiero si inerpica nel faggeto ...
... e il faggeto ci manda messaggi d'amore!
Il rampone non concede tregua!
Arriviamo sotto un pilone della linea elettrica, dove si può ammirare un altro
bel panorama
Il cielo è un continuo variare, con nuvolette passeggere che di tanto in tanto
oscurano il sole
Noi proseguiamo la salita, ancora più ripida di prima
Ora si sale a zig-zag
Affrontiamo una serie di stretti tornantini, delle vere e proprie Z
A tratti, ci sono dei veri e propri scalini naturali
La coda dei Rinco si snoda fra i giovani alberi
Un vero e proprio "muro verde"
L'unica che non ha problemi è Akila, che sale e scende in continuazione ...
Si segue la stretta traccia, guadagnando quota metro dopo metro
Briz impegnato nel ripido rampone
Siamo quasi in vetta ...
... e infatti, poco dopo, si scollina sulla sommità del Monte Alto
Ora si proseguirà su un falsopiano
Intercettiamo la strada di servizio che attraversa in direzione nord-sud il
Monte Alto
Ora proseguiamo sulla comoda sterrata
Poco più avanti, si apre il panorama verso ovest
Le Cime di Vigo. Dietro c'è la Val di Non, in basso c'è la Val d'Adige
Si prosegue in direzione di Malga Monte Alto
La strada attraversa un bosco puliti di recente
A terra ci sono ancora le ramaglie, frutto del taglio
Si avanza sul comodo tratto quasi pianeggiante
Dopo lo scollinamento, inizia la leggera discesa verso la malga
Arriviamo al pascolo, che si intravede fra gli alberi
Ed eccoci a Malga Monte Alto (nel Comune di Giovo). Ora si prepara il pranzo ...
la grigliata |
Com'era la malga, ridotta a ruderi, fino a qualche anno fa
Immagini dei lavori di ricostruzione
Ed ecco come si presenta oggi, dopo la ricostruzione
Ci troviamo sopra quota 1.000
Un cippo in pietra recante incise le lettere MSM. L'acronimo sta per
Monasterium Sanctis Michaelis,
ovvero Monastero di San Michele e fa riferimento al monastero agostiniano (oggi
sede dell'Istituto
Agrario) che un tempo si trovava nel paese in riva all'Adige e che possedeva
diverse terre su questi
monti. I cippi delimitavano i confini delle proprietà del monastero. Oggi la
malga è del Comune di Giovo
Il piccolo pascolo a nord della malga
Il pascolo a sud della struttura
La splendida area attrezzata con i fuochi
Prepariamo la piastra d'acciaio
Si accende il fuoco ...
Appena la piastra è calda, si inizia la cottura
I Rinco in attesa della propria ciccia ...
Le immagini non possono trasmettere odori e rumori, ma vi assicuriamo che
nell'aria
c'era un certo profumino, mentre riecheggiava il classico suono della carne al
fuoco ...
Pronta la prima tornata !
Altro che quello là ... come si chiama? Donald?
Max concorda!
E per chi non vuole la ciccia, c'è pure l'hamburger di verdure
E allora, prendiamo posto ai tavolini, al sole ...
... e buon appetito!
Mensa al completo !
E per dissetarsi ... ci vuole il radler!
I Tre Tenori
La cottura prosegue per il bis
Fame atavica ...
E dopo mangiato, si va di grappini. Per "sgrassare" ...
The Doctor "puccia" i biscottini nella grappa. Che lusso ...
Briz approva ...
Dopo una bella sosta ristoro, è ora di prepararsi per la discesa
E allora, zaino in spalla e via!
Scendiamo osservando le sculture lignee, cui dedichiamo un'ampia carrellata
fotografica più sotto
Tra le sculture, c'è anche l'om pelòs ...
Lo stagno in mezzo al pascolo
Bella panoramica di Malga Monte Alto, con il pascolo e lo stagno
le sculture lignee |
Il piccolo pascolo di Malga Monte Alto ospita da qualche anno una sorta di "museo all'aperto", formato da una quindicina di sculture lignee ispirate a mestieri, leggende o personaggi mitologici locali. Le opere sono state realizzate dai soci dell'Associazione Intagliatori Legno della Valle di Cembra.
la discesa |
Imbocchiamo la discesa che ci porterà al roccolo e al rifugio sauch
Il tratto più ripido è stato lastricato di pietre, per contrastare l'erosione
durante le piogge
Fra la vegetazione, si intravede il Roccolo Mosaner, che andremo a visitare
Il bosco è pieno di coloratissimi cespugli di erica fiorita
Proseguiamo la nostra discesa
Arriviamo all'intersezione con la strada che scende verso Salorno
Una bella baita in pietra
Un giovane bosco di faggi
Questo, invece, è un faggio molto anziano
Akila avanza e poi attende ...
Lasciamo la strada e scendiamo verso il roccolo
La primavera che sboccia ovunque ...
Eccoci al Roccolo Mosaner
La toponomastica riporta il nome associato al luogo (Sauch) e non al
proprietario
Il pannello con la storia della struttura
Una splendida portatura "a fungo", con la panchina sotto!
Entriamo nel roccolo
La struttura è composta da decine e decina alberi, sapientemente potati
Iniziamo a percorrere l'interno della struttura
I "tunnel vegetali", ottenuti potando le piante e adattandone i rami. Gli
uccelli venivano indotti
ad entrare seguendo un richiamo. Poi, lungo il tragitto, rimanevano impigliati
nelle rete e ... zac!
Un faggio con decine di ramificazioni, frutto di un secolo di potature e cura
Un intreccio incredibile ...
Il roccolo visto dall'esterno
Panoramica
Il roccolo visto dalle immagini satellitari di Google Maps
Dopo l'interessante visita, usciamo dal roccolo e ci dirigiamo verso il rifugio
Il Rifugio Sauch si trova a 200 metri dal roccolo
Un crocus bianco (zafferano alpino)
Eccoci al rifugio
Tutti sul trenino!
Corri, corri e corri ... poi viene sete!
Coffee time ...
Dopo la pausa caffé al rifugio, si riparte
Legna
Ci dirigiamo verso il vicino Passo Sauch
Qui, nel 1494, transitò l'artista tedesco Albrecht Dürer. La via percorsa in
quel suo primo
viaggio italiano (direzione Venezia) è contrassegnata dal monogramma AD, con il
quale
il Dürer firmava le sue opere. Il percorso è noto come Dürerweg, la Via del
Dürer (info)
La breve salita dal rifugio al passo
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Il Passo Sauch (nome più diffuso a livello locale) si chiamerebbe in realtà Passo della Croccola. Il toponimo fa riferimento ad un episodio che, secondo quanto tramandato fino ad oggi dalle genti del luogo, sarebbe accaduto verso la metà del 1400. Una signora friulana, venditrice ambulante di oggetti per la casa (una "clomèra", come venivano chiamate allora, o una "kromèra" come si usava invece definire nelle zone ad influenza tedescofona), stava salendo da Salorno in direzione della Val di Cembra, quando venne sorpresa da una bufera di neve. Trovato riparo sotto una pianta, la signora venne però aggredita da un orso che la dilaniò e le staccò la testa con una zampata. Poiché in dialetto la testa era chiamata la "croccola", dopo che dei passanti trovarono il cadavere decapitato della sfortunata mercante, si cominciò a riferirsi al luogo come al "Passo della Croccola" e così il nome si sarebbe tramandato fino ai giorni nostri. L'evento è anche ricordato da una lapide in pietra, dove è incisa una breve descrizione (per molti tratti illeggibile) dell'episodio. Il nome Saùch, invece, dovrebbe riferirsi alla definizione dialettale della pianta di sambuco. |
Iniziamo la discesa dal passo
Il bosco, come dimostra il muschio sui tronchi, è molto umido
Le pietre di porfido, normalmente rosse, sono ricoperte di verde!
I fiori dell'Erba Trinità
Anche qui il tratto più ripido è stato lastricato
E' il primo pomeriggio e il sole è alto
In fondo alla discesa lastricata
Costeggiamo il Rio Secco, lo stesso attraversato, più a valle, questa mattina
Sulla stretta valle a V scavata dal rio, si affacciano alcuni vecchi faggi
Gli alberi sono stati costretti a crescere quasi in orizzontale, affacciati sul
vuoto
Si prosegue sulla comoda strada forestale
Arriviamo al pianoro denominato Pian dela Cros
Le sculture lignee, da queste parti, evidentemente sono un hobby assai diffuso!
Panchine "esili" ...
La Cròs che dà il nome al luogo
La strada prosegue "in trincea", incassata fra i due versanti del bosco
Akila si rinfresca le zampe!
Ed eccoci al parcheggio, in loc. Pineta, dopo 9 km di camminata
Grazie a tutti e ... |
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alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |