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Spettacolo d'alta quota Dopo il Piz Boè il Monte Redival (in alta Val di Sole), un altro (quasi) 3000 nel palmares dei Rinco Boys. Uscita tosta (16 km con 1400 m. di dislivello), ma giornata spettacolare, con panorami da cartolina. |
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i presenti |
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SOCI |
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la cronaca |
27/08/2016. E' stata disputata oggi in Val di Sole la 5ª uscita del programma trekking 2016: l'ascesa al Monte Redival. Così, dopo il Piz Boè di fine luglio (dove i Rinco aveva fatto registrare il nuovo record di quota, sfondando per la prima volta il muro dei 3000), un altra vetta "a un passo dal cielo" - m.2973 per la precisione - è stata messa nel palmares del gruppo.
Il gruppo, composto oggi da soli 8 trekker, è partito poco prima delle 8,30 dal parcheggio posto a lato della SS42 del Tonale, qualche centinaio di metri a monte di Forte Strino, una delle tante costruzioni militari della Grande Guerra presenti in questo lembo di territorio, un tempo posto al confine occidentale fra il Tirolo (Impero Austro-Ungarico) e il Regno d'Italia.
Partendo da una quota inferiore ai 1600 m., il gruppo ha imboccato la comoda strada forestale che con alcuni tornanti nel bosco raggiunge in breve la Valle Strino, solcata dall'omonimo rio. Dopo un tratto nel bosco, la vegetazione ha iniziato a diradarsi, lasciando spazio ai pascoli, mentre la strada, che nel primo tratto aveva avuto un andamento più tortuoso, si è fatta più lineare, seguendo il corso del ruscello e risalendo con pendenza moderata la bella valle.
Dopo un'oretta di cammino si è giunti a Malga Strino (m.1960), dove termina la strada e si prosegue su sentiero (segnavia SAT 137), con pendenza subito più accentuata. Ancora un breve tratto fra abeti e larici, poi il bosco ha definitivamente ceduto il passo all'erba, con il sentiero che solcando i bei pascoli d'alta quota si è inerpicato sulle pendici orientali del Monte Tonale, andando ad intersecarsi con quello in arrivo dalla "Città morta", una vecchia cittadella militare austriaca, costruita sotto il crinale (fuori dalla vista dell'artiglieria italiana), che costituiva un centro logistico a servizio delle varie postazioni dislocate sui crinali.
Dopo il bivio per la "Città morta", posto attorno a quota 2200, è stato superato un piccolo avvallamento, quindi si è iniziato a salire con ancora maggiore pendenza, su un ripido costone erboso dove il sentiero compie numerosi zig-zag, ben visibili da lontano come della grandi lettere Z. In breve, con quella pendenza, è stata raggiunta quota 2600 circa, dove il sentiero prosegue in falsopiano, tagliando in orizzontale le pendici meridionali della cresta che separa la Valle Strino dalla Valle di Montozzo, una valle laterale dell'alta Val di Peio, posta al di là dello spartiacque.
Raggiunta la conca dei laghi di Strino, la salita è ripresa ancora più tosta, con un ripido sentiero che affrontando quasi in verticale il costone, ha condotto fino alla Bocchetta di Strino, il valico che immette nella Valle di Montozzo, con vista sulla Val di Peio e sulle cime dell'estremo Trentino nord-occidentale (dominate ovviamente dal Vioz, m.3645).
Raggiunta la cresta, il sentiero 137 per il Redival è proseguito praticamente sul crinale, con l'incedere reso assai lento e difficoltoso dal fondo costituito da pietre di varie dimensioni, molte delle quali instabili, dove si è proceduto con la necessaria cautela. Superando qualche tratto dov'è stato necessario aggrapparsi alle rocce per superare degli sbalzi, si è così giunti ai 2973 di cima Redival, dov'è stata fatta una meritata sosta per riposare un po' e rifocillarsi dopo la sfacchinata.
La discesa, inizialmente prevista sulla stessa via dell'andata, è stata invece eseguita sul versante opposto, lungo un ripido canalone pietroso che da poco sotto la cima del Redival scende verso la conca dei laghi di Strino. Procedendo su sentiero non segnato, ma con l'obiettivo ben visibile a qualche centinaio di metri, si è così scesi assai più velocemente verso i laghetti, dove il Dotto e Laura si erano fermati, preferendo non affrontare l'ascesa fino ai 3000.
Una volta riunito il gruppo, è stata fatta la sosta pranzo (con tanto di pediluvio nel laghetto), godendosi il tiepido sole e il meraviglioso panorama del ghiacciaio della Presanella, posto proprio di fronte al punto di sosta, sull'altro versante dell'alta Val di Sole.
Dopo la sosta è ripresa la discesa, questa volta sullo stesso sentiero fatto in salita al mattino, raggiungendo prima Malga Strino (con la discesa che ha messo a dura prova quadricipiti ed articolazioni) e poi sulla più comoda strada forestale che ha ricondotto alla SS42, quando erano ormai le 18,00.
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Ora l'appuntamento è per sabato 10 settembre, con l'uscita in MTB "Giro di Malga Cimana e Castel Corno", in Vallagarina.
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i dati tecnici. |
Complessivamente sono stati percorsi oltre 16 km, mentre il dislivello superato è di circa 1400 metri. L'altimetria, essendo un tracciato ad andata e ritorno (tranne il breve anello in cima), è praticamente a triangolo, con 8 km di salita (con pendenze variabili, più lievi nel tratto fino a Malga Strino, più accentuate in quello successivo) e 8 km di discesa. I tratti più ripidi (segnati in rosso scuro) sono quelli dopo Malga Strino (fino ai laghi) e nel tratto conclusivo dell'ascesa alla vetta. GPM a Monte Redival (m.2973).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1. salita a Malga Strino
Parcheggiamo le auto lungo la strada per Passo Tonale,
a monte di Forte Strino
Qui parte la strada forestale che porta in Valle
Strino
Il cartello indica 1:15 alla malga
Partiamo poco prima delle 8,30
La strada si infila subito nel bosco
Camminiamo alternando l'ombra a rari spicchi di sole
La strada è di origine militare (portava a Forte
Zaccarana) e ci sono ancora i vecchi paracarri
La pendenza è costante e mai elevata
Si chiacchiera durante la morbida ascesa
Il Presidente
Più avanti la strada inizia a salire un po' più
ripidamente, con alcuni tornanti
In questo primo tratto si cammina sempre all'ombra
Un altro tornante ...
... poi si sbuca nella bassa Valle Strino, dove
iniziano i pascoli
Prosegue la salita verso la malga
Il cartello indica 20' alla malga, ormai vicina, e
oltre 3 ore per la cima
GigaBike raccoglie lamponi
Ora la vegetazione inizia a diradarsi e si cammina più
al sole
La salita prosegue sempre con pendenza moderata
Una colorata farfalla
La valle Strino di fronte a noi, con la Torre d'Albiolo a dominare il panorama
Il Rio Strino, che solca l'omonima valle
La salita prosegue ...
Iniziamo a trovare le prima vacche al pascolo, segno che ormai la malga è vicina
Ancora un paio di curve ...
... ed ecco apparire Malga Strino
I campanacci delle vacche sono, assieme allo scorrere
del ruscello, i rumori di fondo
Ci avviciniamo alla malga
Ne approfittiamo per rabboccare le borracce alla fontana della malga
Un bel ponticello di legno sul Rio Strino
Breve sosta prima di iniziare una salita più tosta di
quella affrontata finora
2. Malga Strino-Laghi di Strino
Le indicazioni per il Redival riportano ancora 3:10
(hanno attaccato il cartello sbagliato ...)
La giornata è davvero spettacolare !
Le montagne si stagliano nitide sul fondo del cielo
azzurrisimo!
Riprendiamo il cammino, proseguendo nell'alta Valle
Strino
La salita, ora, prosegue ben più ripida che nel primo
tratto
Ora si cammina in pieno sole e quando si fanno le
soste, si cerca un po' d'ombra
Il sentiero è sempre ben segnato, sia con i cartelli
che con i segnavia sulle pietre
Seguiamo il sentiero SAT 137
La cresta ci attende, lassù davanti a noi
Noi proseguiamo sul ripido sentiero
Troviamo l'ultimo boschetto, alla soglia dei 2000 m.
Si sale su una sorta di scala naturale, con le pietre
a fare da gradini
Il Presidente concentrato nell'ascesa
Si esce di nuovo in pieno sole
Un albero spezzato, probabilmente dal peso della neve
Breve sosta prima di iniziare una salita più tosta di
quella affrontata finora
Ovunque ci si giri, si scorgono paesaggi da cartolina
Arriviamo al bivio per la Città Morta e il Tonale. Noi
proseguiremo a destra
Roby e Mara
Dopo il bivio affrontiamo un tratto in falsopiano,
dove si può tirare il fiato
La maestosa piramide rocciosa della Punta d'Albiolo
(2969)
Cominciamo a trovare i primi resti di baraccamenti
militari
Superiamo un dosso erboso ...
Poi incontriamo un breve tratto in discesa
Arriviamo al bivio successivo, seguendo sempre le
indicazioni per i laghetti di Strino
Ora sopra di noi c'è solo un grande pendio erboso
Il Rio Strino
Attraversiamo il ruscello
Si guada camminando sulle pietre più grosse e stabili
Si punta verso la cresta
Il Dotto chiude la fila, con il suo passo regolare
A questa quota il bosco è scomparso e singoli abeti
svettano sulle creste erbose
La vacche si sono spinte fin quassù, alla ricerca di
erba fresca
Il Cimo scruta le cime
Ora la pendenza del sentiero è di nuovo elevata
La traccia sale sul ripido pendio erboso
Il ghiacciaio della Presanella, sull'altro lato della
Val di Sole
In mancanza di pietre, il sentiero è stato segnato con
dei paletti
La cresta sulla destra, sopra di noi, è quella della
conca dei laghi di Strino, prossima tappa
Per arrivarci, però, c'è ancora da sbuffare in salita
Sul costone di fronte a noi, scorgiamo nell'erba il
zig-zag della traccia che sale ripida
Ancora un passaggio sul rio, sempre più stretto mano a
mano che si sale verso la sorgente
Lassù si scorge lo sfioro del rio da uno dei laghetti
di Strino, collocato oltre la cresta
Soci VIP in posa
Iniziamo il zig-zag ...
Laura e Cimo
L'erba, qui, è alta fino alle ginocchia
Oddio, qui sembra più alta delle ginocchia!
Una zeta dopo l'altra, guadagniamo quota
La cresta sembra sempre più vicina ...
Ogni tanto si trova qualche ammasso di pietre, cadute
dalle creste soprastanti
Ormai non manca molto ai laghetti di Strino
Ancora un paio di curve ...
Rinco in colonna
Altra ripida diagonale
La pietra, quassù, contiene molto metallo e luccica al
sole
Incontriamo l'ultimo bivio per la Città Morta,
raggiungibile anche da un sentiero in quota
Il nostro sentiero, il n.137, gira a destra
Ancora un zoom sul ghiacciaio della Presanella, sempre
più ritirato
Raggiunta quota 2600, il sentiero prosegue in
falsopiano, tagliando in orizzontale il costone
La valle Strino, alla nostra destra. Siamo saliti da
qui
Arriviamo alla conca del laghetti di Strino
Ora si cammina sul pianoro
Alcuni laghetti, quelli stagionali, sono vuoti
I due principali, invece, sono pieni di acqua limpida
Altra breve sosta prima di iniziare la salita
conclusiva
Mara si divora una delle sue amate carote
Il Cimo, invece, va già di panozzo!
La cima del Redival ci guarda dall'alto. Arriviamo !
3. Laghi di Strino - M. Redival
Dopo la breve sosta, riprendiamo il cammino,
attraversando al conca di Strino
Il tratto iniziale è in leggerissima salita
Subito dopo, però, riprende la salita impegnativa
Voltandosi indietro, c'è sempre lo spettacolo ...
Uno dei laghetti di Strino, con il ghiacciaio sullo
sfondo
Una tana di marmotta
Ora il sentiero procede in una piccola valletta
La cresta da raggiungere è lassù ...
Riattraversiamo il Rio Strino, che quì - poco dopo la
sorgente - è proprio un rigagnolo
Briz, GigaBike e Cimo procedono incolonnati
Arriviamo alla rampa finale prima della cresta
Il sentiero attraversa una grossa pietraia
Poi si sale in diagonale su un costone
Troviamo altri ruderi di baraccamenti militari della
Grande Guerra
Ci aggiriamo curiosi fra le vecchie costruzioni
Fra le pietre ci sono ancora i resti di scatolame ed
utensili vari
In questa baracca si vede ancora la stufa che veniva
utilizzata per riscaldare l'ambiente
Riprendiamo il cammino verso la Bocchetta di Strino
Mentre camminiamo sul sentiero che taglia in diagonale
il costone, ci sentiamo osservati ...
Alzando lo sguardo verso il crinale, infatti,
scorgiamo un gruppetto di stambecchi che ci guarda
Percorriamo il sentiero appena sotto il crinale
Arriviamo alla Bocchetta di Strino
La croce di cima Redival è lassù. Un ultimo sforzo ...
Ora la conca dei laghi di Strino la vediamo da sopra
La zoomata sul ghiacciaio della Presanella, in
evidente ritiro
I teli bianchi posati nel disperato tentativo di
rallentare lo scioglimento dei ghiacci
Si parte per affrontare l'ultimo tratto, tutto su
roccia
Il sentiero è tutto un sobbalzo sulle grosse pietre
Si sale a testa bassa, facendo attenzione a dove si
poggiano i piedi
In alcuni punti sembra quasi che vi siano delle scale
naturali
Inizia il tratto più ostico
D'altronde, se quassù ci salgono gli stambecchi, un
motivo ci sarà!
Altri esemplari
Anche noi, però, abbiamo i nostri stambecchi!
Qui si procede quasi in verticale!
GigaBike richiude i bastoncini, poco utili in mezzo a
questi grossi massi
Il laghetto di Strino (con il Dotto e Laura che ci
aspettano)
Altra salita fra i massi
In certi punti si avanza ... en gattòn!
Si raggiunge la cresta dei 2900
Saluti !
Ora il sentiero è un saliscendi in quota
La croce appare e scompare da dietro le rocce, sempre
più vicina
Il Presidente, con la meta alle sue spalle
Panorama verso nord
La traccia da seguire è ben nitida fra le grosse
pietre
Ormai siamo davvero vicini alla vetta
Poco dopo, infatti, la croce fa capolino da dietro le
rocce
Qui siamo davvero a un passo dal cielo!
Briz impegnato a scavalcare i grossi massi che
caratterizzano questo tratto
Arriviamo ad un punto dove il sentiero sale su una
piccola parete verticale
Cimo sale, ma non è proprio una passeggiata!
Troviamo una via alternativa, aggirando l'ostacolo da
sotto
Il panorama verso est
Gli ultimi metri prima della vetta
Arrivati!
Alcuni aforismi incisi su una targa appesa alla croce
di vetta
Ora ci godiamo il panorama ...
E ci riposiamo un po' !
4. discesa ai Laghi di Strino
Iniziamo la discesa, che decidiamo di effettuare sul
versante opposto a quello della salita
Dobbiamo scendere per questa pietraia, diretti verso i
laghi di Strino, visibili laggiù
La croce di cima Redival è già alle nostre spalle
Briz e GigaBike impegnati nella discesa sui massi
Sull'altro versante della valle Strino si scorgono i
ruderi della "Città Morta"
Imbocchiamo un ripido canalone
Si scende fra il ghiaione, compiendo delle diagonali
Mara in stile camoscio!
Cimo traccia la "via dei Rinco" (visto che il sentiero
non c'è!)
In qualche punto troviamo degli sbalzi
Cimo scende nella ghiaia con la tecnica dei talloni
Gli sembra di sciare!
Mara e Roby
Visto da sotto, il canalone appena percorso fa davvero
impressione!
In un mare di pietra ...
Particolare delle formazioni rocciose di questa zona
GigaBike nella parte finale dell'impegnativa pietraia
Finalmente arriviamo nella conca erbosa dei laghi di
Strino
Ecco uno dei laghetti, incastonato nella conca erbosa
come un gioiello
L'altro, sulla sinistra, ha l'acqua ancora più azzurra
Un panorama da cartolina!
La vetta del Redival, da dove siamo partiti, è ormai
lontana, lassù ...
Segnata in rosso, la discesa nel ghiaione appena
effettuata
Rabbocco bottiglie direttamente dalla sorgente del Rio
Strino
Scendiamo verso il lago grande
Ecco la nostra location per il pranzo
Colonizziamo una sponda del laghetto
Che meraviglia ...
Un'acqua limpidissima, dove si specchiano le montagne
5.
il ristoro
Ci sediamo sulla sponda del laghetto, con un panorama
invidiabile
Questo è quello che vediamo mentre si mangia
Il radler è in fresco nel laghetto
Eccolo qua, a temperatura giusta
Il Dotto è in tenuta balneare
Si mangia godendosi il bel sole di fine estate
Dopo mangiato, il Dotto tiene banco ...
GigaBike in contemplazione del panorama
Il laghetto è pieno di girini, pronti a diventare rane
Ai bordi del laghetto, infatti, ci sono dei piccoli
ranocchi, non più grandi di una moneta
Un riposino prima di riprendere la discesa
Una bella foto ricordo prima di lasciare questo posto
meraviglioso
6. discesa a valle
Dopo la lunga sosta, ci prepariamo per la discesa
Riprendiamo il sentiero 137
Scendiamo dalla conca dei laghetti di Strino, verso il
fondo valle
Il sentiero, già percorso in salita, procede nel primo
tratto in falsopiano
Poi inizia la discesa fra i prati
Arriviamo al punto del zig-zag sul costone erboso
Qui il sentiero scende con una serie di curve
La valle di Strino, alla nostra sx
Zoomata su Malga Strino
L'impressionante discesa effettuata poco prima ...
Iniziamo ad affrontare il zig-zag ...
Dopo il budello di curve, il sentiero solca più
regolare l'ampio pascolo
The Dotto in the Green
La colonna dei Rinco
Ora il sentiero costeggia il Rio Strino, di cui
abbiamo visto lassù la sorgente
Il sentiero passa di qua e di là del ruscello
Con la luce del tardo pomeriggio, il panorama è ancora
più bello di questa mattina
L'alta Valle di Strino, che termina alla cresta con la
la Val Montozzo
Ora si scende verso la malga
Si iniziano ad incontrare le prime vacche al pascolo
Le regine dei pascoli
Seguiamo la traccia nell'erba, procedendo in discesa
Abbassandosi di quota, si cominciano anche a trovare
le prime conifere
Un altro attraversamento del Rio Strino
Un guado dopo l'altro ...
Un cambio di pendenza, prima di riprendere la discesa
Ci avviciniamo al bosco
Eccoci al margine del bosco posto sopra Malga Strino
Iniziamo la ripida discesa fra i larici e gli abeti
Vista la pendenza, perdiamo rapidamente quota
Usciamo dal bosco e arriviamo nei pressi della malga
Eccoci a Malga Strino, a quota 1960
Dopo una brevissima sosta alla fontana, riprendiamo il
cammino
L'ultimo tratto sarà sulla comoda strada forestale già
percorsa questa mattina
Un'autostrada, in confronto alle pietraie che abbiamo
superato in precedenza!
Anche la pendenza è decisamente diversa
Nella parte finale si torna nel bosco
Dopo una curva, ecco finalmente il parcheggio
Quasi 17 km di cammino ...
Togliamo gli scarponi ed è un sollievo!
Grazie a tutti e ... |
|
alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |