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LUG

PROGRAMMA TREKKING 2016: 3ª USCITA

Più forti della pioggia!
 


       

       

Sorpresi in cresta da un temporale, i Rinco riparano più a valle e completano l'uscita del Corno di Tres, sia pur con un piccolo taglio. Una provvidenziale baita lungo il percorso ha consentito di mangiare all'asciutto, in attesa che passasse la buriana ...

 


 

i presenti

 

SOCI
   
ospiti      

 

 

la cronaca

02/07/2016. E' stata disputata oggi in Val di Non, su un tracciato che ha previsto anche qualche breve sconfinamento in Alto Adige, la 3ª uscita del programma trekking 2016: il Giro del Corno di Tres. Un'uscita travagliata, che aveva visto in precedenza già 2 rinvii a causa del tempo incerto e che alla fine è andata in scena in una giornata un po' pazzerella sotto il profilo meteo, con un temporale che ha sorpreso i Rinco durante la traversata in cresta, nella zona più esposta, costringendo il gruppo a riparare più a valle. Ma andiamo con ordine ...

Il gruppo, composto oggi da 16 trekker, è partito alle 9:00 in punto dal Rifugio Predaia, attorno a quota 1400 m. Da qui è stato imboccato il sentiero 503, in realtà una comoda strada sterrata che con pendenza modestissima, in meno di 1 km, ha portato fino alla Busa da Spin, localmente chiamato anche Lagèt (ovvero laghetto), perchè trattasi di una conca nei prati che dopo abbondanti piogge, per via dello scarso drenaggio del terreno argilloso, si riempie d'acqua, dando origine ad un effimero laghetto.

Dopo il Lagèt la salita è proseguita, sempre su stradina sterrata, all'interno del bosco, con pendenza un po' più accentuata del primo tratto ma comunque non impegnativa, fino a raggiungere dopo un altro km abbondante di cammino, la Malga Rodéza (m.1570). Da qui è iniziata la salita verso la cresta della lunga catena montuosa che separa la Val di Non dalla valle dell'Adige, una salita un po' più accentuata della precedente, in diagonale sul versante ovest, aggirando la valle del Rio Pongaiola, la cui sorgente si trova proprio su queste pendici.

Dopo un paio di km di ascesa costante, si è arrivati - dopo aver superato il bivio per Favogna-Fennberg, al tratto conclusivo della salita, decisamente più ripida e con diversi passaggi a zeta nel rado bosco, fino ad arrivare ai 1812 metri del Corno di Tres. Qui, se il tempo fosse stato benevolo, si sarebbe potuto godere di un panorama davvero straordinario, con una vista che avrebbe spaziato praticamente a 360°. Purtroppo le nuvole rendevano invisibile lo spettacolo, così dovete accontentarvi delle foto scattate durante la prova del tracciato, lo scorso dicembre ...

    
Vista sulla Val di Non e sul Brenta settentrionale                                                    La catena dell'Ortles
      
Le Tre Cime del Monte Bondone                                                                               La valle dell'Adige

Dopo un breve sosta in vetta, è iniziata la traversata sul famoso "sentiero 500", una via che percorre tutto il crinale sull'asse nord-sud, con la Valle dell'Adige da una parte e la val di Non dall'altra. Il sentiero parte in Alto Adige, nei pressi del lago di Tret, e dopo aver raggiunto la cresta sul Monte Macaion, la percorre tutta, toccando il Monte Penegal, il Monte Roen, il Corno di Tres, Cima Rocca Piana e il Monte di Mezzocorona, per poi scendere nella Piana Rotaliana. 

Noi, dal Corno di Tres, lo abbiamo imboccato in direzione nord, passando per il Corno del Cervo (m.1631), con un continuo saliscendi. Giunti nei pressi della Cima Battaglione (m.1700), è arrivata la pioggia, dapprima leggera, poi sempre più intensa, per poi diventare temporale, con roboanti tuoni che non promettevano nulla di buono ...

Visto che il sentiero sul crinale è assai esposto e scoperto, al primo bivio si è scesi nel bosco, calando rapidamente verso valle, tagliando così un breve tratto della camminata in cresta, diventata pericolosa. Si è così puntato verso Malga Coredo Nuova, per un sentiero diverso da quello originariamente previsto (il 525 invece che il 530). E proprio lungo questa deviazione, quando la pioggia cadeva costante ed eravamo inzuppati come pulcini, è stata incontrata una provvidenziale baita, aperta a mo' di bivacco, dove abbiamo trovato un gradito rifugio. Cambiati gli abiti bagnati con quelli asciutti,  mentre il fuoco scoppiettava nella stufa, abbiamo mangiato al coperto, tranquillamente seduti al lungo tavolone presente nel locale, approfittando anche - a fine pasto - del nutrito campionario di grappe riposte sugli scaffali ...

Dopo una lunga sosta ristoratrice, quando la perturbazione piovosa era ormai scivolata verso nord, lasciando spazio al sole, ci siamo rimessi in cammino, raggiungendo la vicina Malga Coredo. Da qui, dopo aver ripreso il sentiero 530 (che scende assai ripido, con alcuni tratti cementati), siamo arrivati fino alla conca erbosa della Busa da Spin, dove eravamo transitati all'andata, lungo la salita per Malga Rodèza.

Una volta chiuso l'anello, non è dunque rimasto che proseguire per l'ultimo km di falsopiano, fino a raggiungere il Rifugio Predaia, dove si è conclusa l'avventura. Un caffè al bar del rifugio prima di rimettersi in macchina e poi via, verso casa. Alla prossima!  

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Ora l'appuntamento è per SABATO 9 LUGLIO sull'altopiano di Folgaria, con la 50 km dei forti.  Dopo aver percorso - nel 2015 - la metà nord dell'anello "100 km dei forti" (quello che si trova nei territori di Lavarone e Luserna), quest'anno completeremo l'opera, con la parte sud del tracciato, nel territorio di Folgaria (e con sconfinamento nel vicentino).



 

 

i dati tecnici.

Complessivamente sono stati percorsi circa 12 km, mentre il dislivello superato è di circa 615 metri. L'altimetria vede una parte iniziale, di circa 4,5 km, di salita, con pendenza più modesta nel primo km (Rif.Predaia-Malga Rodeza), un po' più accentuata nei 3 km centrali e decisamente più elevata nel tratto finale, che porta al Corno di Tres. Segue un tratto di circa 3 km sulla cresta, con continui saliscendi, per finire con altri 4 km di discesa, da malga Coredo al Rifugio Predaia. GPM al Corno di Tres (m.1812).

L'altimetria
 
La panoramica in 3D
 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

1. salita Rif.Predaia-Corno di Tres


Il ritrovo al rifugio Predaia, a quota 1400


La bella struttura del rifugio


La segnaletica alla partenza dell'itinerario


In attesa della partenza ...


Il gruppo è pronto


Alle 9:00 in punto ci incamminiamo


Imbocchiamo una comoda strada sterrata poco sopra il rifugio


E' il sentiero 503, che ci porterà al Corno di Tres


Le piogge hanno lasciato il segno: un terreno (argilloso) un po' fangoso


Incontriamo un bivio: noi prendiamo a destra, ma al ritorno arriveremo dall'altra parte


Subito dopo il bivio incontriamo un'ampia radura


E' la Busa da Spin, detta anche Lagèt


Qui, quando piove parecchio, si forma un laghetto (da cui il toponimo)


Attraversiamo la Busa da Spin

     
Ora proseguiamo la salita in una fitta abetaia


Gli alberi svettano per metri e metri ...


La pendenza media, rispetto al primo tratto, è cresciuta, ma è comunque morbida


il Presidente con il Dotto


Laura e Paola


Si sale a ritmo tranquillo sulla comoda forestale


Percorriamo un km circa nel bosco ...


Oggi c'è davvero una corposa quota rosa !


... poi usciamo in campo aperto


Siamo a malga Rodèza


La malga si trova più o meno a metà della salita per il Corno di Tres


La malga è stata da poco ristrutturata


Un vitellino intento a leccare delle assi di legno


La mamma ci osserva ... ocio!


Anche cavalli e volatili in giro per il cortile


Oh, che belle faraone ...


A questa capra le cime di pino piacciono parecchio !


"Pecos" e capra ...


Una bella pezzata rossa, intenta a mangiare del fieno


Noi passiamo oltre ...


Lasciamo Malga Rodèza


La salita prosegue verso il Corno di Tres


Un abete carico di rami


Ora la salita si è fatta più ripida


Il Dotto con il suo passo cadenzato


Ora si guadagna quota più rapidamente


Aggiriamo la valle dove nasce il Rio Pongaiola


Ora si vede l'altopiano della Predaia, dall'altro lato della valletta


Zoommata sul Rifugio Predaia, nostro punto di partenza


La stradina inizia a restringersi


Arriviamo al bivio per la sella di Favogna


Sosta ciàcere ...


... poi proseguiamo l'ascesa


Ormai non manca molto alla vetta


Qui finisce la stradina. Ora si proseguirà su sentiero


L'ultimo tratto, infatti, sarà su un single track


Questo è il tratto più ripido dell'ascesa, con il sentiero che inizia ad impennarsi


Ogni tanto, dalle aperture fra le nuvole, arriva qualche spiraglio di sole ...


Ci avviciniamo a quota 1800 ...


Inizia il zig-zag


Ora si sale sul serio ...


Si prosegue sul ripido single track


Il sentiero si snoda fra l'erba alta


Gli ultimi zig-zag ...


Rinco in colonna ...


Un albero ... fulminato


Un pianoro prima dello strappo finale


Ed ecco l'ultima rampa


Arrivati in vetta!


Siamo a quota 1812, il nostro GPM di oggi


L'altare per le messe


Un vecchio tronco molto artistico


Un punto di riferimento dell'Istituto Geografico Militare


La Rosa dei venti, con le indicazioni delle cime


Qui si possono controllare tutte le vette del cicondario


Sono indicati nome e quota


Rosa dei Venti? Macchè, noi abbiamo il Dotto che ci indica le cime !


Mascella lascia la dedica sul libro di vetta


Ci riposiamo un po' dopo la salita


In basso, ad est, si scorge l'altopiano di Favogna


La val di Non, ad ovest


Il capitello


Vista sulla val d'Adige


Foto di gruppo al Corno di Tres

 

2. tratto in cresta (sentiero 500)


Dopo la sosta sul Corno di Tres, si riparte


Imbocchiamo il sentiero 500, che percorre tutta la cresta fra Val di Non e Val d'Adige


Il sentiero è tutto in single track, con la traccia ben visibile nell'erba


Il primo tratto è in discesa. Il sentiero è caratterizzato da continui saliscendi


Si scende a zig-zag nella traccia fra l'erba


Si continua a perdere quota


Il sentiero scende ripido sul versante ovest


Arriviamo in corrispondenza di una sella, dove c'è il cambio di pendenza


Ora si riprende a salire


Si avanza nella verdissima vegetazione


In colonna sulla stretta traccia


Si punta verso il Corno del Cervo, il rilievo successivo


Ora la traccia è proprio sulla cresta


Un'apertura verso Favogna


Si cammina seguendo le collinette che caratterizzano questo crinale


Il tratto più esposto del sentiero, sul ripido versante erboso orientale


Di fronte a noi, il Corno del Cervo (m.1695)


Avanziamo fra la rada vegetazione d'alta quota


Altro tratto con strettissima traccia su versante erboso


Il Dotto sul sentierino


D'improvviso, arriva la pioggia. Ci fermiamo per indossare le ventine


La perturbazione era prevista nel pomeriggio. E' arrivata a mezzogiorno ...

      
Max & Mara sfoggiano la mantella, acquistata dopo la solenne lavata di Cima Bocche (2014)


Si riprende a camminate, sotto una leggera pioggerella


La pioggia, a quanto pare, non ha tolto il sorriso ai Rinco


Come dice il proverbio: Le dòne, el tèmp e i siòri, i fa sempre quel che i vòl lori ...


il vecio ... va alla vecia (con l'ombrello)


Il Cimo


La pioggia inizia a farsi più intensa ...


Si avanza sotto l'acqua ...


Sconfiniamo in provincia di Bolzano


I sentieri, ora, hanno la doppia numerazione: 500 per la SAT, 7A per l'Alpen Verein Südtirol


Il Presidente e Paola, che da quassù ci mostra la natìa Laghetti (fraz. di Egna)


La pioggia va e viene, calando ed aumentando l'intensità, in continuazione


Dopo il Corno del Cervo, si scende ancora


Tella e Paola


Ora si punta a Cima Battaglione


Perdendo quota, si ritrova il bosco


Ora il sentiero si discosta dalla cresta


La pioggia continua a cadere fitta


Il sentiero scende ripido, con altri zig-zag


La variopinta comitiva dei Rinco


Arriviamo alla sella successiva, che separa Corno del Cervo da Cima Battaglione


Ora si riprende a salire


Il sentiero si snoda ora fra i mughi e gli abeti


Dietro un cespuglio, spunta un "gabinetto volante"


Cortaccia e le sue frazioni


Un originale segnavia


Mentre avanziamo fra i mughi, iniziamo a sentire anche i primi tuoni


Col temporale in arrivo, decidiamo di tagliare verso valle, togliendoci dalla cresta troppo esposta


Dopo aver controllato sulla mappa il punto del possibile taglio, si procede


Avanziamo sul sentiero 500, in vista del bivio successivo


E la pioggia viene giù ...


Arriviamo al bivio e lasciamo il sentiero di cresta, iniziando a scendere verso valle


Entriamo nel bosco, dove c'è la penombra!


Ormai siamo fradici ...


Scendiamo nel bosco


Il Gobbo di Notre Dame ...


Ora il sentiero è diventato una comoda strada sterrata


Laura e Roby


Iniziamo a intravedere i pascoli di Malga Coredo


Lungo il sentiero, troviamo questa provvidenziale baita, aperta. Decidiamo di fare qui la sosta

 

3. ristoro in baita 


Entriamo nel rifugio ...


Questo lungo tavolone fa proprio al nostro caso


Dopo esserci cambiati gli abiti bagnati, ci mettiamo a tavola


Max all'opera con una bella caprese !


Vai coi panini


Si sganascia alla grande ...


Finiti i panini, è il tempo delle chiacchiere, mentre si attende che spiova ...


Intanto il fuoco, nella stufa, va che è un piacere


Berretti fradici appesi sopra la stufa ad asciugare

  
Paola ne approfitta per riscaldarsi


A quanto pare le donne sono attirate dal caldo !


Non c'è solo il fuoco, per riscaldarsi ...


E allora ne approfittiamo !


Versa, versa ... che l'è frèt !


Il vecio ... degusta e medita


Cin cin ... col grapìn !


Ha smesso di piovere, così facciamo una panoramica della bella casetta


Il grande prato con i giochi per i bambini


La zona pic-nic esterna


L'area grill


Il retro della costruzione


Il camino tira ...


Le immancabili decorazioni da giardino


Bene, asciugati e rifocillati, possiamo riprendere il cammino


Facciamo pulizia, prima di lasciare il provvidenziale riparo
 

4. discesa al Rifugio Predaia

   

Usciamo dal recinto, per andare a riprendere il sentiero


Nei prati attorno alla casetta, arriva una mandria di cavalli al pascolo


Arrivano dalla vicina malga, dove c'è la fattoria didattica


Cavalli, ma non solo. Ecco che arrivano gli asinelli


Riprendiamo il cammino per completare il giro


Malga Coredo nuova, che si trova a poche centinaia di metri dalla casetta


I diversi animali della fattoria didattica, che pascolano liberi nei prati attorno alla struttura

       
Uno scultore ha trasformato in opere d'arte dei ceppi di alberi tagliati


C'è anche uno dei Sette Nani


Anche in malga, hanno acceso il fuoco !


Lasciamo Malga Coredo


Imbocchiamo il sentiero 530, che ci riporterà alla Buda da Spin


Il sentiero è in realtà una comoda strada forestale


Passata la pioggia, la temperatura è tornata gradevole


I tratti più ripidi della strada sono stati cementati, per contrastare l'erosione


Ecco che, beffardo, arriva pure il sole !


Al bivio della Val di Lama


Noi proseguiamo in piano, sulla sinistra


Questo tratto, come dimostra la terra smossa, è di recente sistemazione


Laura e Roby


Dopo un tratto pianeggiante, si ricomincia a scendere


Arriviamo nella conca erbosa della Busa da Spin


L'erba, con questa alternanza di pioggia e sole, è verdissima


Attraversiamo la conca


Costeggiamo alcune belle casette di legno


Ritornati sul sentiero 503, già percorso al mattino, puntiamo verso il rientro


Qui la pioggia ha lasciato delle belle pozze


Percorriamo in tranquillità l'ultimo km di strada


Ecco il rifugio


Le colline erbose sopra il rifugio, rilassante paesaggio


Uno ad uno, arriviamo alla base


Dopo 12 km, si è così conclusa anche questa bella avventura


Ora, via le scarpe bagnate!


Macchina "dei zìngheni" ? Noooooo, abiti bagnati stesi ad asciugare !

 

la meravigliosa flora di montagna







 









      
 


Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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