|
|||
|
|
i presenti |
|
SOCI | |||||||
ospiti |
|
la cronaca |
07/05/2016. E' partito oggi - finalmente! - il programma trekking 2016 dei Rinco Boys. "Finalmente" perchè la bella uscita al lago di Molveno era già stata vittima di due false partenze, con un primo rinvio a metà aprile (data originaria) a causa della concomitanza con il referendum, ed un secondo la settimana successiva a causa del maltempo.
Alla fine - dobbiamo dire - l'attesa è stata premiata, perchè l'uscita è andata in scena in una splendida giornata primaverile, dove non solo la temperatura era decisamente mite, ma il cielo era talmente azzurro e limpido che le immagini sembrano quasi "taroccate" con il "Photoshop", come certe improbabile cartoline che si vedono nei negozi di souvenir.
Buona anche l'adesione complessiva, che ha subito un'impennata proprio nelle due giornate conclusive della settimana, dopo un avvio decisamente incerto. Alla fine erano ben 18 i camminatori presenti, che si sono dati appuntamento al laghetto di Nembia, posto a sud del più noto lago di Molveno, in direzione di San Lorenzo in Banale.
Da qui, poco dopo le 9:00, il gruppo si è avviato raggiungendo la vicina altura, dove è stato attraversato quello che possiamo definire il "villaggio sparso" di Nembia. Qui, infatti, non c'era un vero e proprio paese, ma un certo numero di abitazioni sparpagliate nella solatìa conca, ognuna con il suo terreno attorno, collegate fra loro da una rete di viottoli con fondo acciottolato, delimitati da muretti a secco. Gli elementi costruttivi dominanti - qui - sono il legno e, soprattutto, la pietra, di cui la zona abbonda per via della grande frana post-glaciale che diede origine, migliaia di anni fa, allo sbarramento della valle e alla formazione del lago di Molveno. Un vero e proprio tuffo nel passato rurale del Trentino, quando in questi luoghi di montagna si praticava un'agricoltura davvero di sussistenza.
Dopo aver attraversato la conca di Nembia, con le sue antiche case in pietra ora perlopiù trasformate in splendide baite per le vacanze, è stato raggiunto il vicino lago di Molveno, dov'è iniziato il percorso circumlacuale, effettuato in senso anti-orario, ovvero cominciando dalla sponda est.
E', questo, il tratto più recente della bella passeggiata attorno al lago, realizzato soltanto pochi anni fa. Se la sponda ovest, infatti, era già dotata della vecchia strada medievale, che collegava le Giudicarie con la Val di Non attraverso l'Altopiano della Paganella, quella orientale non era percorribile a piedi, se non transitando ai bordi della statale. Un problema risolto poco tempo fa con la realizzazione del nuovo tracciato che corre in gran parte a valle della strada asfaltata, praticamente a ridosso dell'acqua (con alcuni brevi tratti su passerelle d'acciaio sospese), tranne l'ultimo tratto - poco prima di arrivare all'estremità nord del lago - dove il sentiero si sposta nel bosco a monte della statale.
Dopo il giro di boa, si è passati sulla sponda occidentale, raggiungendo la splendida spiaggia erbosa che d'estate è letteralmente presa d'assalto dai bagnanti. Da qui è stata raggiunta la vicina "segheria Taialacqua" (dal nome del parroco di Molveno che ne volle la costruzione), un impianto risalente al 1500 che utilizza il sistema "alla veneziana", con i meccanismi azionati ad acqua, convogliata verso la segheria con un apposito canale. L’acqua muove una pala ove si trova incorporato un fuso che a sua volta aziona una biella, la quale trasforma il movimento rotatorio nel movimento verticale di una lama, che provvede a tagliare i tronchi. Il prodotto del lavoro erano delle lunghe tavole chiamate "molvene", dello spessore da 6 a 10 mm, che venivano commercializzate principalmente nella zona dell'alto Garda.
Dopo la visita all'antica segheria, è stato ripreso il cammino lungolago, utilizzando la vecchia strada medievale che costeggia lo specchio d'acqua. In questo tratto si transita anche su un ponte ad arco in pietra, erroneamente chiamato "ponte romano". In realtà non vi sono notizie storiche su una strada di epoca romana in questa zona, quindi è molto più probabile che il ponte sia di epoca successiva (pare del 1200 circa), anche se rimane comunque un manufatto storico - diciamo - d'una certa età!
Poco dopo il ponte inizia la rampa (l'unica salita, seppur breve, di un itinerario per il resto molto tranquillo), che conduce alla sommità del Dos Corno, GPM del giro odierno con i suoi 920 m. di quota, ma soprattutto sede dei c.d. "fortini di Napoleone". In realtà il nome dovrebbe essere "fortini anti-Napoleone", visto che furono realizzati dagli austriaci, nel corso del 1700, per fronteggiare l'avanzata dell'esercito francese, penetrato nel Tirolo meridionale durante la c.d. "campagna d'Italia".
Si tratta di un complesso militare composto da un forte, recintato da un grosso muraglione e posto alla base del colle (dove probabilmente trovava sede il Comando), nonché da una serie di trincee scavate nel terreno e dotate di muri di contenimento, che abbracciano l'intero versante sud-est del dosso, poste a presidio di quella che allora era l'unica via di comunicazione dalle Giudicarie verso la Val di Non.
Dopo l'interessante visita al sito storico dei "fortini di Napoleone", il gruppo è sceso nuovamente verso la strada lungolago, riprendendo il cammino verso sud, per completare l'anello circumlacuale. Percorrendo l'antica via medievale, che compie alcuni saliscendi nel bosco, si è così giunti nuovamente all'estremità meridionale del lago di Molveno, da dove non è rimasto che scendere verso la conca di Nembia, dove si è chiuso il bell'itinerario.
Dopo le fatiche (dislivello poco, ma ben 15 km di cammino), c'è stato l'immancabile ristoro, dove peraltro sono stati "sacrificati" i salamini che componevano il gagliardetto omaggiato dagli amici di Non Solo Panza in occasione dell'uscita remake del gemellaggio, disputata la scorsa settimana sul Lago di Garda. Ovviamente ... sono rimaste solo le cordicelle!
- - -
Ora l'appuntamento è per domenica 22 maggio sull'altopiano di Brentonico, per una nuova uscita bike (la 3ª del programma 2016) che porterà a compiere il giro della Polsa, con interessanti passaggi sul "sentiero della Pace", ricavato dalla viabilità militare realizzata durante la "Grande Guerra". Per il trekking, invece, appuntamento a fine mese, con il Giro del Corno di Tres.
|
i dati tecnici. |
Complessivamente il giro è di circa 15 km, mentre il dislivello da superare è di circa 300 metri. L'altimetria è abbastanza modesta, con il tratto giro-lago fatto di leggeri saliscendi. Unica rampa degna di nota è quella che dal ponte romano porta fino al Dos Corno, dove si trovano i fortini di Napoleone. GPM a Dos Corno (m.930).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
.............. |
scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
|
le immagini |
1. Nembia e il "villaggio sparso"
Il ritrovo al laghetto di Nembia, a 800 m. di quota
circa
La giornata promette decisamente bene!
Il piccolo laghetto e il prato circostante, con area
pic-nic, dove faremo il ristoro finale
Poco dopo le 9:00 ci incamminiamo
Si inizia con la salita sul vicino dosso, dove si trova il "villaggio sparso"
Incontriamo le prime case, alcune ristrutturate, altre
in rovina
Seguiamo gli antichi viottoli delimitati dai muretti a
secco
La costruzioni sono tutte in pietra, materiale che si
trova in abbondanza
Ogni casa aveva un appezzamento di terra attorno
Una vera e priora "rete viaria" che attraversava il villaggio
Altre case incontrate durante la visita
Un tratto di viottolo ormai circondato dalla
vegetazione
Gli antichi muri a secco
Le strade erano larghe un paio di metri, giusto giusto
per passare con un carro
Il fondo acciottolato delle stradine
I prati di Nembia
Alcune case sono state realizzate a ridosso dei grossi
massi presenti in zona,
caduti dalle montagne circostanti nel corso di una frana in epoca post-glaciale.
Percorriamo un altro tratto dei numerosi viottoli
La ripresa dal basso consente di apprezzare l'altezza dei muretti: almeno un
metro
Un'altra panoramica dei prati (un tempo coltivati) con
le stradine di collegamento
Dal "villaggio sparso" di Nembia, proseguiamo verso il
Lago di Molveno
La segnaletica del tracciato
Oggi Landini e Big Bobby hanno la scorta ...
Arriviamo a ridosso del lago
Proprio in questo punto, nel 1962, venne realizzata
una diga, che avrebbe dovuto regolare
il flusso dell'acqua in caso di innalzamento del livello del lago. Il manufatto,
però, non vide
mai una goccia d'acqua (a parte quella piovana), perchè molto distante dalla
riva e negli
anni '90 venne completamente demolito, lasciando spazio ad una bella spiaggia
erbosa.
Arriviamo in riva al lago ...
2. tratto Nembia-Molveno
Il Lago di Molveno visto dall'estremità sud
Imbocchiamo il sentiero lungo lago, sulla sponda est
Il sentiero, di recente realizzazione, corre a valle della statale
Si cammina praticamente a ridosso dell'acqua
Sul versante opposto, guardando in alto, fanno capolino le vette del Brenta
Il sentiero compie diversi saliscendi, seguendo l'orografia del terreno
Uno dei tratti che attraversano gli splendidi faggeti della zona
Croz dell'Altissimo, Cima Lasteri e Pizzo Gallino, le tre vette affacciate
sull'altopiano
In colonna fra i faggi ...
L'albero serpente
Proseguiamo sul comodo tracciato sterrato
L'attuale basso livello del lago fa emergere pietre normalmente
sott'acqua
Questo grosso masso sembra galleggiare sull'acqua piatta
Lo spettacolo del Brenta
Iniziano i tratti su passerelle d'acciaio, montate nei punti dove c'erano rocce
verticali
Un lavoro simile a quello fatto sul sentiero Torbole-Tempesta, percorso qualche
anno fa
Altro passaggio in passerella
Si tratta di veri e propri balconi, affacciati sul lago
Finiti i tratti in passerella, si prosegue nuovamente sul sentiero sterrato
Un'area pic-nic decisamente rivierasca
Arriviamo all'altezza dello "scivolo". Si tratta di una delle opere di servizio
realizzate
negli anni '50, quando venne costruita la centrale elettrica di Santa Massenza,
che è
alimentata dalle acque del Lago di Molveno. Le c.d. "opere di presa" si trovano
molto
in profondità e per realizzarle, oltre allo svuotamento del lago, venne
costruito questo
scivolo in cemento dotato di binari, ove scorreva un grosso carrello che portava
sul
posto i materiali necessari (cemento, ferro, ecc.). Nella foto d'epoca si può
notare il
punto in cui è ubicata la bocca di presa dell'acqua, che viene da lì convogliata
nelle
condotte che bucano il Monte Gazza, finendo a Santa Massenza. Evidenziate a
colori
si vedono: la statale (rosso), il sentiero (giallo) ed il normale livello del
lago (azzurro)
Riprendiamo il cammino verso Molveno
Alla nostra sinistra, lo spettacolo è costante
Qui termina il tratto lungolago. Ora bisogna salire a monte della statale
Dalla quota lago ci si alza un po'
Arriviamo alla strada, che attraversiamo, per poi imboccare il sentiero a monte
Ora si cammina nei boschi sopra la strada
Incontriamo una costruzione diroccata, in pietra
Passiamo su un piccolo ruscello gorgheggiante
Nei punti esposti, sopra la strada, il sentiero è stato dotato di protezioni
Proseguiamo sul tracciato ondulato, in direzione nord
Chiacchiere in coda ...
Arriviamo alla rampa cementata che ci riporta verso la strada
Dopo aver riattraversato la statale, scendiamo nuovamente verso il lago
Prati in fiore
La triade ...
Arriviamo nuovamente in riva allo specchio d'acqua
Le cime del Brenta, sul lato oppopsto
Il Pizzo Gallino (o, in dialetto, el Piz Galìn)
Il lago, questa volta visto da nord verso sud. Nembia è
laggiù in fondo ...
Riprendiamo il sentiero lungolago
Alcune anatre, di specie diverse, sonnecchiano
sulla riva
Il canale che collega il Lago di Molveno con il laghetto
di Bior, all'estremità settentrionale
Passando sul ponte, arriviamo sulla sponda ovest del lago
Passato il giro di boa, iniziamo il cammino verso sud
Arriviamo nella splendida spiaggia di Molveno
E' in corso un'esercitazione dei Vigili del Fuoco e un
mezzo, che ha scaricato nel lago
un gommone, si trova proprio a ridosso dell'acqua, creando uno strano effetto
Il ponte che passa sul rio delle Seghe, che arriva nel
lago dopo aver percorso l'omonima
valle. Il toponimo deriva dalla presenza di molte segherie ad acqua nei secoli
passati
Le indicazioni per il giro del lago
Passiamo sul green, diretti verso sud
E' tarda mattina, l'ora giusta per una sosta snack
Facciamo una pausa ristoratrice
Pausa vista lago ...
Appena fuori dalla spiaggia c'è la segheria Taialacqua,
che prende il nome dal parroco
che nel corso del 1500 ne sostenne la costruzione, in forma di cooperativa, per
migliorare
la condizione economica degli abitanti di Molveno. A questa ne seguirono molte
altre ...
La struttura, nonostante i suoi oltre 500 anni di vita, è
ancora funzionante
Diversi pannelli esplicativi sono apposti in un
apposito spazio
Particolare della ruota alimentata ad acqua
Il sistema di derivazione dell'acqua, con un canale fatto
di tavole in legno
Particolare dell'interno
I tronchi venivano fatti avanzare orizzontalmente, contro
la lama che oscillava in verticale
Dopo la visita alla segheria, riprendiamo il cammino verso
il Doss Corno
3. i fortini di Napoleone
Ci lasciamo alle spalle la splendida spiaggia ...
Dal lago, imbocchiamo la vecchia strada che un tempo
costeggiava la sponda ovest.
La nuova strada statale, sulla sponda orientale, arrivò soltanto nel corso del
1900
In questa mappa del 1700 si vede come la strada passava
per Nembia e poi costeggiava
il Lago di Molveno sulla sponda ovest, per poi proseguire verso la sella di
Andalo. Sulla
Paganella sono segnate "Malga di Zambana" e "Malga di Terlago", a testimonianza
che
l'alpeggio del bestiame è una pratica che vanta, in Trentino, diversi secoli di
tradizione.
Lungo la strada si notano diversi massi, anche di grosse
dimensioni, sparsi qua e la nel
bosco. La zona venne interessata da grandi smottamenti in epoca post-glaciale e
uno di
questi, particolarmente imponente, sbarrò la valle dando origine al Lago di
Molveno
Si cammina sotto il tiepido sole primaverile
La strada è un continuo saliscendi
Paola e Tella chiudono la fila
Arriviamo al "Ponte Romano"
Il pannello esplicativo spiega però che l'aggettivo
"romano" non può riferirsi all'epoca
romana, quanto piuttosto allo stile costruttivo (il c.d "arco a tutto sesto").
Mancano,
infatti, riferimenti storici che possano confermare che qui - in epoca romana -
passasse
una strada. Il ponte dovrebbe invece riferirsi all'epoca medievale (fra il 1250
e il 1311).
Il ponte, con l'arco a tutto sesto, visto da sotto
Qualche Rinco affacciato ...
In sosta sul ponte. In alto si scorge il ponte in cemento
realizzato successivamente, a
servizio della nuova strada che collega la zona spiaggia con la zona del Dos
Corno
La cascata alle spalle del ponte
Dal ponte, imbocchiamo la salita che ci porterà al Dos
Corno
La segnaletica lungo il tracciato
Affrontiamo l'unica salita degna di nota dell'itinerario
Lasciamo la strada, imboccando il sentiero che ci porterà
nella zona dei fortini
Risaliamo le pendici settentrionali del Dos Corno
Il Dos Corno visto in 3D, con l'area (in azzurro) dove si
trovava la fortificazione con
la sede del Comando e (in rosso) le varie linee di trincea, affacciate verso
sud-est, a
presidio della strada (in giallo) che saliva dalle Valli Giudicarie verso la Val
di Non.
i fortini di Napoleone
Come detto, in realtà, dovrebbero chiamarsi
"anti-Napoleone", visto che furono
costruiti dagli austriaci per contrastare l'avanzata dei francesi durante
l'invasione
del Tirolo meridionale, alla fine del 1700 e poi nuovamente all'inizio del 1800.
Questa splendida baita si trova proprio al centro del
quadrilatero fortificato, di cui si
notano ancora le mura perimetrali. Non sappiamo se la costruzione risalga
proprio a
quell'epoca e abbia svolto le funzioni di sede del Comando della fortezza o se
sia stata
costruita successivamente. Ad ogni modo ... beato chi se la gode adesso !!!
Gli alti e spessi muraglioni che circondavano
l'area dove aveva sede il Comando
Uno degli spigoli del quadrilatero fortificato che cingeva
l'area, posta alla base del Dos
Percorrendo lo stesso sentiero che usavano i soldati
tirolesi, ci incamminiamo verso il dosso
Chissà quante persone, durante il periodo dell'invasione,
hanno fatto su e giù per questa via
Inizia la salita verso la sommità del rilievo
Il sentiero sale con alcuni zg-zag
Arriviamo sulla sommità, dove erano state realizzate le
trincee. Lungo il percorso
si incontrano diversi pannelli esplicativi che forniscono tutte le informazioni
Iniziamo il percorso dentro le vecchie trincee
I camminamenti non sono molto larghi (giusto lo spazio per
far passare un soldato)
La trincee, poste su più linee, abbracciavano tutta la
parte sud-est del dosso
La strada passava là sotto, poco a monte dell'acqua, e da
qui si vigilava ...
Rinco in osservazione dalle postazioni verso il lago
Il panorama, da quassù, non era (e non è) niente male!
Un altro pannello esplicativo, che spiega le funzioni di
osservazione di queste postazioni
Ogni soldato aveva a disposizione un posto di guardia, di
forma semicircolare
I muri, originariamente, erano tutti a secco, ma ad inizio
del 1900, in previsione di una
guerra contro l'Italia (come poi accadde nel 1915), il Governo austriaco fece
restaurare
le vecchie trincee di fine '700, che vennero intonacate con del cemento. La
linea del
fronte, come noto, si fermò al confine meridionale e quassù non venne sparato un
colpo
Foto ricordo per il Presidente
Prosegue il percorso all'interno dei camminamenti in
trincea
Facciamo il giro completo del Dos
Ormai le vecchie postazioni sono coperte dalla vegetazione
Questa zona, spiega un cartello, era quella dove i soldati
- fra un turno e l'altro - venivano
a riposare, sedendosi su questa sorta di scalino (dove oggi sono cresciuti degli
alberi) e
appoggiando la schiena al muro sulla sinistra. Sopra il muro era appoggiata una
tettoia,
in modo da riparare la zona in caso di pioggia. Era la triste vita dei soldati
in trincea ...
Inizia la discesa dal Dos ...
Arriviamo nella spianata del vecchio forte e proseguiamo
verso la strada
Rientrati sulla vecchia strada lungolago, svoltiamo a
sinistra, direzione Nembia
4. tratto Molveno-Nembia
Dal Dos Corno iniziamo - in discesa - il rientro verso
Nembia
La strada è tutto un saliscendi, molto ondulata
Dopo un tratto all'ombra di fitti faggeti, usciamo allo
scoperto
Questo tratto, infatti, si trova proprio sotto una parete
rocciosa
Guardando in alto, si scorgono le imponenti formazioni di
carbonato di calcio, la Dolomia
Ora siamo proprio sotto il solleone e si viaggia
sbracciati
Questo tratto è l'unico pianeggiante della sponda ovest
Arriviamo al punto d'uscita della galleria che porta
l'acqua dalla Val Rendena, dopo
attraversato il Gruppo del Brenta. Si tratta delle opere realizzate negli anni
'50
Ecco l'acqua del ghiacciaio della Presanella che si getta
nel Lago di Molveno
Il pannello spiega il viaggio dell'acqua, che arriva fino
al Garda
Proseguiamo il nostro cammino verso Nembia
Ora siamo nuovamente in discesa, per tornare alla quota
lago (attorno agli 800 m.)
Arriviamo sulla sponda sud del lago
Imbocchiamo la strada, già percorsa all'andata, che ci
riporta verso il laghetto di Nembia
Ritroviamo gli splendidi prati della conca di Nembia
La centrale elettrica di Nembia, anch'essa inserita nel
complesso percorso dal Brenta
al Garda che compie l'acqua della Presanella, alimentando più centrali
idroelettriche
Una vipera morta, probabilmente schiacciata da un auto
Percorriamo l'ultimo tratto che ci separa dal laghetto
Il Dotto
Un conoide di pietre, formatosi per effetto della caduta
detriti dalla parete friabile
In prossimità del lago, ritroviamo alcuni tratti
dell'antica viabilità di Nembia
In sosta davanti ad una baita sapientemente ristrutturata
Anche questa casa, come molte altre di Nembia, è stata
costruita appoggiandosi ad
uno dei grossi massi di cui la zona è particolarmente ricca, per effetto
dell'antica frana
Dalla baita imbocchiamo il viottolo che scende verso il
lago
Lungo la stradina incontriamo altre vecchie case in pietra
Ormai manca poco ...
Vediamo il laghetto, siamo arrivati
Ed eccoci al parcheggio, dopo 15 km di cammino. Adesso si
mangia!
5. il ristoro
Ricordate lo scambio di gagliardetti di Punta Larici?
Eccolo, qua, il gagliardetto di Non Solo Panza
Beh, oggi dobbiamo fare il "sacrificio"
Siamo pronti?
VAI !!!
Che spettacolo !
E via, a imbottire i panini ...
L'assalto a Fort Salàm ...
E così calò il silenzio ... solo grunch grunch
Il dulcis in fundo
Ci godiamo il sole di primavera, dopo aver mangiato
Chiudiamo con una bella immagine del Laghetto di Nembia
Grazie a tutti e ... |
|
alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |