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Un'altra pedalata nella storia Dopo gli anelli di Lavarone e Luserna (già percorsi nel 2015), i Rinco Boys (assieme ai Non Solo Panza) hanno affrontato anche l'altra metà del rinomato tracciato "100 km dei forti", questa volta nel territorio di Folgaria. Completata così la "pedalata nella storia" che ha toccato diversi luoghi simbolo della Grande Guerra, sul fronte sud-orientale. Ma con 3 forature, un cambio rotto e un problema ai freni, è stata anche la 50 km dei guasti! |
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Non Solo Panza |
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la cronaca |
09/07/2016. E' stata disputata oggi sull'Altopiano di Folgaria la 5ª uscita del programma bike 2016. Dopo aver percorso - nella stagione 2015 - la parte di anello che si trova nei comuni di Lavarone e Luserna, in Rinco Boys hanno completato quest'anno - con l'anello di Folgaria - il rinomato tracciato permanente denominato "100 km dei forti". Si tratta di un percorso che tocca praticamente tutti i luoghi interessati dalle vicende della "Grande Guerra" sugli Altipiani Cimbri, dalle fortezze alle vecchie caserme, dagli ospedali da campo ai cimiteri di guerra, dalle gallerie agli osservatori, pedalando prevalentemente sulla vecchia viabilità militare.
Il gruppo, composto oggi da 13 biker (fra cui due membri dei nostri "gemelli" cremonesi, i Non Solo Panza), è partito di buon'ora (8,30) dal Passo del Sommo, a quota 1350 circa. Da qui, dopo un brevissimo tratto di discesa fra i prati, fino alla loc. Spilzi, sono stati costeggiati i campi da golf, per poi affrontare la prima salita del tracciato, lunga circa 5 km, che passando per il Rifugio Stella d'Italia ha condotto fino al Sommo Alto (m.1630), passando per l'omonimo forte austriaco, raggiunto con una breve deviazione.
Dopo la prima "sosta storica" e il primo scollinamento di giornata, è iniziata la lunga discesa che in circa 10 km, transitando per Passo Coe, ha condotto fino in territorio veneto (provincia di Vicenza). A Passo Coe, tra l'altro, si è transitati vicino a due luoghi che sono invece il ricordo di epoche successive a quelle della c.d. "grande guerra". Il primo è "Base Tuono", una sorta di museo all'aperto ricavato nella vecchia base NATO che nei tempi della "guerra fredda" ha ospitato diversi missili americani, puntati verso l'Est Europa. L'altro è invece Malga Zonta, che nel 1944 fu teatro di un eccidio nazista nei confronti di un gruppo partigiano.
per approfondimenti:
www.basetuono.it
per approfondimenti:
eccidio di Malga Zonta
Al passaggio fra Trentino e Veneto c'è stata un'altra "sosta storica", perchè quel vecchio muretto a secco che oggi segna il confine amministrativo fra due regioni italiane, era - fino ad un secolo fa - il confine di Stato fra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-ungarico, come ricorda la scritta incisa su una pietra.
Proseguendo la bella discesa fra i pascoli si è così entrati nella Valle di Campoluzzo, con il passaggio presso le malghe Campoluzzo Superiore, Campoluzzo di Mezzo e Campoluzzo Inferiore. La discesa si è conclusa sotto il Monte Toraro, punto più basso (m. 1290), nonché punto più a sud dell'itinerario, con bellissimo panorama verso la pianura veneta e vista sul "Capèl del Vescovo", una roccia che ospitava una postazione armata (di cui sono ancora visibili i manufatti) e che deve il suo nome alla particolare forma che ricorda il copricapo degli alti prelati (la Mitra).
Dal "giro di boa" è così iniziata la risalita, con un'ascesa di 8 km su vecchie e tortuose strade militari che passando per il Rifugio Rumor e la Forcella Valbona, ha riportato in territorio trentino. Dal Rifugio Valbona (posto poco sotto l'omonima forcella), la salita è proseguita - sempre su strade militari - sul versante sud di Costa d'Agra, con suggestivi passaggi sottoroccia ed un tratto "in trincea", scavato nella morbida pietra sedimentaria. Giunti al GPM di Costa d'Agra (m.1780), si è raggiunta malga Pioverna Alta, dove è stata fatta la meritata pausa pranzo.
Dopo mangiato di nuovo in sella, affrontando qualche tratto di saliscendi in quota, fra verdissimi e panoramici pascoli, prima di iniziare la nuova lunga discesa (8 km circa) che ha condotto fino ai pascoli di Malga I Posta (m.1430). Da qui è stato raggiunto il vicino Forte Cherle, per poi proseguire fino ad un'altra costruzione molto particolare, legata al periodo bellico: la Scala dell'Imperatore. Si tratta di una lunga scala (circa 200 gradini di pietra) che risale un colle, sulla sommità del quale vi sono i resti dell'ospedale da campo di Val Fredda. In realtà l'ospedale è servito anche da una comoda strada, ma pare che la scala sia stata realizzata nel 1917 quando l'Imperatore Carlo I (da poco succeduto al padre Francesco Giuseppe, il "Kaiser Franz"), volle visitare i luoghi del fronte italo-austriaco e, fra questi, proprio quell'ospedale militare. In sostanza si tratterebbe di un omaggio all'Imperatore, da cui il nome del manufatto che peraltro era rimasto nell'oblio per circa 70 anni, fino al 1986, quando venne scoperto per caso sotto lo strato di terriccio che nel frattempo l'aveva ricoperto.
Dall'ex ospedale militare si è proseguito all'interno della Val Fredda, per poi scendere ancora per un paio di km e affrontare così l'ultimo strappo, quello di Malga Ortesino, prima della discesa finale a Passo Sommo, dove si è chiuso il bellissimo anello di 48 km.
Ma l'uscita di oggi verrà ricordata anche come la "50 km dei guasti", viste le peripezie che hanno contraddistinto la giornata. Si è partiti con la rottura del cambio alla bici di Piergigi (di Non Solo Panza), lungo la salita iniziale. Con un intervento alla McGyver, utilizzando un pezzo di laccio da scarponi che il Presidente aveva nello zaino, si è riusciti a riparare alla meglio il cambio e, sia pur con una bici "monomarcia", Piergigi è riuscito stoicamente a completare l'uscita. Poi sono arrivate le forature, ben 3: Enrica al termine della discesa nella Valle di Campoluzzo, poi Briz nei pressi della Scala dell'Imperatore (in questo caso si è trattato di un vero e proprio taglio nel copertone, che è state rappezzato dall'interno con un pezzo di gomma) ed infine Brücke, lungo una delle discesa conclusive. Aggiungiamoci i problemi ai freni di Walander (un pezzetto di bastoncino si era infilato all'interno delle pinze) e la giornata è stata davvero completa!
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Ora l'appuntamento è con il trekking, e in particolare con l'uscita regina delle nostre camminate 2016: l'ascesa al Piz Boè, la vetta più alta del Gruppo del Sella (m.3125). Sabato 23 luglio, dunque, si salirà in Val di Fassa, in uno spettacolare scenario dolomitico, per affrontare quella che sarà la "Cima Coppi" dei Rinco, mai saliti finora oltre quota 3.000.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi 48 km, mentre il dislivello superato è stato di oltre 1.200 metri. L'altimetria è abbastanza varia, con un brevissimo tratto iniziale di discesa, seguito da 5 km di salita. Dopo il primo scollinamento si affronta una lunghissima discesa (10km) che porta in territorio veneto, seguita da un'altrettanto lunga salita (sia pur intervallata da falsipiani), che porta a Costa d'Agra. In quota si affronta un tratto di saliscendi fra i pascoli, per poi scendere per un'altra decina di km, prima del saliscendi conclusivo. GPM sotto a Costa d'Agra (m.1780).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1. tratto P.so Sommo/Sommo Alto
Il ritrovo è al Passo del Sommo, nel comodo parcheggio
posto 100 m. prima del valico
I preparativi prima del via
Rinco in attesa della partenza
Si parte, nei prati, con la rugiada che sta evaporando al
sole
Da Passo Sommo si scende verso Spilzi
Il sentierino nell'erba confluisce nella strada per Maso
Spilzi
Arriviamo nei pressi dei campi da golf
Si passa dietro alla costruzione di Maso Spilzi
Lasciamo il maso e ci immettiamo sul sentiero fra i prati
Nel prato a fianco del percorso, fra l'erba alta,
scorgiamo un capriolo guardingo ...
Proseguiamo iniziando la salita
Lasciamo i campi da golf, dirigendoci verso il bosco
La prima salita di giornata è davvero tosta, sia per
pendenza che per fondo sassoso
Praticamente, si suda fin da subito!
La stradina si restringe, fino a diventare un sentiero
Seguiamo la stretta traccia fra l'erba alta e bagnata di
rugiada
Entrati nel bosco, troviamo una salita ancor più insidiosa
per via delle radici bagnate!
Proseguiamo sull'impegnativa ascesa, all'ombra della fitta
vegetazione
Usciti dal bosco, imbocchiamo una comoda sterrata
Ora la strada è in falsopiano e ci fa respirare, dopo un
avvio decisamente strong
La strada ora costeggia la pista da sci di Ortesino
Si prosegue in leggera salita
Frank
Una sosta per ricompattare le fila
Si alternano tratti all'ombra del bosco, a tratti in campo
aperto
Si sale verso il rifugio Stella d'Italia
Il Prof e Walander
Ecco il rifugio, poco sopra la strada
Il panorama verso valle
Da quassù si vedono le Dolomiti di Brenta
I ghiacciai dell'Adamello
Le indicazioni del "Sentiero della Pace" e quelle dei
percorsi dell'Altopiano
Giaz e Briz
Arriviamo al Rifugio Stella d'Italia
Rinco in sosta. Si è appena verificato il primo guasto di
giornata: cambio rotto a Piergigi
La giornata è calda e si beve spesso
Dopo aver risolto il problema tecnico, si riparte
Ora si pedala in pieno sole
Si sale verso il Forte Sommo
Piergigi con la bici diventata "monomarcia"
L'arrivo a Forte Sommo
Un cartello in 3 lingue narra la storia del forte
La fortezza è abbastanza malconcia ...
Facciamo una breve sosta davanti alla vecchia fortezza
Si piazza la macchina con l'autoscatto per la foto di
gruppo (vedi copertina)
Dal forte, imbocchiamo un sentierino nell'erba
Di fronte a noi il colle di Sommo Alto, primo
scollinamento di giornata
Scendiamo dal forte, seguendo la traccia nel prato
Inizia la salita
Questo strappo finale nell'erba è breve, ma molto ripido
Frank impegnato nell'ascesa
Qualcuno cede e prosegue a spinta ...
Arriviamo in cima, fra i prati in fiore
Prima salta completata: ora si scende
2. tratto Sommo Alto/Toraro
Scendiamo da Sommo Alto, lasciando correre le mtb
nell'erba
Sotto di noi scorgiamo la strada bianca che dovremo
imboccare
Arriviamo all'intersezione con la sterrata
Ritornati, dopo la deviazione al forte, sulla strada
sterrata, si prosegue ...
La giornata è davvero soleggiata e calda
Affrontiamo la leggera salita verso il rifugio Camini
In breve arriviamo al rifugio
Ora inizia la discesa verso Passo Coe
Scendiamo verso la strada provinciale dei Francolini
Arrivati all'intersezione, abbandoniamo lo sterrato per
proseguire su asfalto
Percorriamo qualche centinaio di metri della provinciale,
verso il vicino Passo Coe
La strada è praticamente deserta ...
Arriviamo al passo e la foto sotto il cartello è d'obbligo
L'unica fontana lungo l'intero percorso: c'è la fila per
riempire le borracce!
Dal valico, iniziamo la discesa, sempre sulla provinciale
Traffico zero: Rinco e NSP sono padroni della strada
Arriviamo a Lago Coe, un bacino artificiale a servizio
dell'innevamento programmato
Lasciamo la strada e scendiamo su uno sterrato verso il
lago
In breve arriviamo allo specchio d'acqua
Scendiamo per un tratto sull'erba
Giaz
Raggiunta la riva, risaliamo verso ovest
Si sale verso Base Tuono ...
Da dietro una collina erbosa, spuntano i missili della
ex-Base NATO
Ora la base è un museo sulla Guerra Fredda
I visitatori all'ingresso
La tabella all'ingresso del sito
Un mezzo radar
Lasciamo la base, proseguendo verso sud
Compiamo il giro del lago, arrivando sulla sponda
meridionale
Scendiamo verso Malga Zonta
I Rinco in discesa
Arriviamo a Malga Zonta, teatro di un eccidio nazista
nell'agosto 1944
Da malga Zonta imbocchiamo la valle di Campoluzzo
La valle è tutta un pascolo
Le regine dei prati ...
Scendiamo veloci sul comodo sterrato
Ogni tanto incontriamo qualche "S", ma la strada è
scorrevole e veloce
Arriviamo in prossimità del confine Trentino/Veneto
Eccoci al confine che, fino a un secolo fa, era confine di
Stato fra Italia ed Austria
Arriviamo in vista della prima malga
La strada costeggia i verdissimi pascoli
Arriviamo alla prima malga di Campoluzzo, quella Superiore
La malga, composta da diversi fabbricati, si trova
leggermente a monte della strada
Si prosegue nella discesa
I Rinco sfrecciano verso la malga successiva
la strada invita a lasciar correre le mtb ...
Si è scatenata anche Cristina !!!
La segnaletica del tracciato "100 km dei forti"
Arriviamo alla malga successiva
E' malga Campoluzzo di Mezzo, a quota 1401
La lunga stalla
La mucche al pascolo
Non solo al pascolo ... pure in mezzo alla strada!
Lasciamo anche la seconda malga ...
... proseguendo la discesa
Un tornante nei prati e poi via ...
... Rinco in the green
Un paesaggio davvero rilassante
Si prosegue la discesa nella lunga valle di Campoluzzo
La strada ondulata è perfetta per lasciar correre le 29"
Arriviamo nei pressi della terza malga
Ecco Malga Campoluzzo inferiore
La malga, rispetto alle altre 2, si trova un po' lontana
dalla strada, nei prati
Si prosegue per l'ultimo tratto di discesa
La ex strada militare, con i vecchi paracarri in pietra
I verdissimi pascoli di Campoluzzo
Si procede, ora in leggera discesa, verso il "giro di boa"
Vecchi muri di confine fra i pascoli
Ruderi di manufatti dell'epoca bellica
Arriviamo al termine della lunga discesa
Ci fermiamo su una sorta di piazzola panoramica
La valle sottostante, che scende verso la pianura veneta
Rinco in contemplazione
Le montagne verso ovest: oltre quelle cime c'è la bassa
Vallagarina
Riprendiamo a pedalare, proseguendo in leggera discesa
Poco più avanti c'è il Capèl del Vescovo, una roccia dalla
forma che ricorda il copricapo
vescovile (la Mitra), sulla quale era stata costruita una postazione militare
italiana
Rinco in sosta
La postazione sul Capèl del Vescovo
Lo sperone roccioso. In realtà la forma di cappello è
visibile guardando da est a ovest
Si riprende a pedalare
Il Monte Toraro, che aggireremo (in basso si vede la linea
della strada)
Con lo zoom si vede meglio la strada che risale sull'altro
versante
Scendiamo verso il termine della valle
Le recenti piogge hanno lasciato il segno ...
Arriviamo in vista della galleria che segna il punto più
basso (m.1290) dell'itinerario
Entriamo nel tunnel, con il fondo assai dissestato
Si esce dall'altro lato e si ricomincia a salire ...
3. tratto Toraro/Costa d'Agra
Toccato il punto di minima elevazione dell'itinerario,
inizia la risalita
Siamo a mezzogiorno passato e il sole è alto in cielo,
come si nota dalle ombre
Da questo lato della valle, sulla direttrice est-ovest, il
Capèl del Vescovo ha la forma giusta!
La vecchia strada militare risale il versante destra della
Valle Cucca, con diversi tratti sottoroccia
Come tutte le strade militari, fortunatamente, ha una
pendenza moderata
Qualche tratto d'ombra lo incontriamo salendo, dove si
incontra il bosco
Walander alle prese con un pezzo di legno che si è
infilato nei freni
Appena passato un tornante, ti trovi sopra la testa di chi
sta dietro!
Walander e Frank
Giaz in versione fotoreporter
Ed ecco il gruppo ripreso dal Presidente di NSP
Dopo aver risalito la Valle Cucca (sotto il Monte Toraro),
imbocchiamo la forestale per Campomolon
Anche qui si alternano (graditi) tratti in ombra, a tratti
sotto il sole cocente
Walander, Frank e il Prof
GigaBike (in primo piano)
La strada, dalla carreggiata molto ampia, inizia a salire con diversi
tornanti
I maggiociondoli, a causa della stagione ritardata, sono
fioriti solo adesso!
E noi li abbiamo ribattezzati "lugliociondoli"
E su, un tornante dopo l'altro ...
Dopo le rocce e il bosco, ritroviamo un ambiente fatto di
ampi pascoli
Siamo a malga Toraro, sempre nel vicentino
Il Cimo
Alzandosi di quota, il bosco inizia a diradarsi sempre più
...
Una sosta cercando l'ombra ...
Lungo la strada non si contano i manufatti militari, come
questi depositi in caverna
Risalendo la valle Barbarena, puntiamo verso Campomolon
L'ultimo tratto prima del rifugio è tutto sotto il sole
E si sale ...
In qualche tratto, per esigenze legate all'orografia, la
strada ha pendenze superiori
Il panorama verso sud
Uno degli ultimi tornanti prima del rifugio
Fotoreporter in azione
Ormai non dovrebbe mancare molto al rifugio Rumor ...
Dopo la curva, ecco apparire, su in alto, i guardrail
della provinciale. Ci siamo quasi
C'è ancora da arrancare un po' ...
Briz saluta dalla strada ...
... e fotografa!
Raggiunta la provinciale, ne percorriamo un breve tratto
Sotto di noi, la vecchia mulattiera militare da cui siamo
arrivati
Dopo qualche centinaio di metri, arriviamo al Rifugio
Giuseppe Rumor
La struttura, dedicata ad un soldato della 1ª Guerra
Mondiale, è chiaramente un ex edificio militare
Dopo una breve sosta al rifugio, riprendiamo a pedalare:
direzione Forcella Valbona
Il primo tratto è pianeggiante
La strada (di cui si vedono i vecchi paracarri in pietra),
costeggia il versante est del Toraro
Dopo uno stretto tornate, inizia il tratto sconnesso:
praticamente una pietraia!
Infatti, dopo pochi metri, siamo costretti a spingere le
bici
La valle che abbiamo appena lasciato e, sullo sfondo, il
M. Campomolon (dove c'è un forte)
Il Rifugio Rumor, ora, lo vediamo dall'alto
Si spinge la bici per qualche centinaio di metri ...
Praticamente, un tratto di trekking !
Il sentierino termina a Forcella Valbona, dove si innesta
sulla strada
Una breve sosta per tirare il fiato e ricompattare il
gruppo
E anche per sgranocchiare qualcosa !
Giaz e Piergigi (Non Solo Panza)
La zona è piena zeppa di percorsi (sia permanenti che di
gare di mtb)
Dopo la sosta, lasciamo la forcella Valbona
Percorreremo un tratto della provinciale, scendendo al
vicino Rifugio Valbona
Dopo tante pietre, un po' di relax sul bitume!!!
Il rifugio valbona è laggiù, a un km circa
Un paio di curve e siamo arrivati
dal rifugio si lascia la provinciale e si torna su
sterrato
Imbocchiamo infatti un'atra strada militare, che porta a
Costa d'Agra
La salita sarà breve (1,8 km), ma intensa sia per pendenze
che per fondo sconnesso
Affrontiamo il versante sud di Costa d'Agra
La strada sale ripida fra i prati
Ed è ancora Rinco in the Green !
Sono le ultime fatiche prima del GPM odierno
Piergigi, con la bici "monomarcia", arranca nelle
retrovie, ma non molla!
La fila si è sgranata ...
I vecchi muri a secco che sostengono la carreggiata
iniziano ad accusare i segni del tempo
GigaBike dopo uno stretto tornante
Una delle curve che caratterizzano questo tratto di ascesa
Piergigi ha accusato la fatica in questo tratto
particolarmente ripido, ma tiene duro!
Un falsopiano ci fa respirare, prima dell'attacco finale
Il Prof richiude la stanga di accesso al pascolo
Ora inizia il tratto forse più suggestivo sotto l'aspetto
paesaggistico
Stiamo per arrivare sul "panettone" di Costa d'Agra
Si sale fra le rocce sedimentarie, dalle curiose
formazioni
La strada è stata scavata nella roccia, praticamente "in
trincea"
Sbuchiamo sulla sommità di Costa d'Agra
Sulla cima, a quota 1820, arrivano gli impianti di
risalita
Le tipiche formazioni a strisce delle rocce sedimentarie
Dai Piergigi, il GPM è fatto !
La sosta al punto più elevato dell'itinerario
Cristina deve aver messo un profumo molto gradito ... alle
mosche!
Una volta riunito il gruppo, si riparte
Percorrendo le comode forestali, scendiamo verso la zona
delle malghe
Passiamo sotto un ripido costone, pieno di "paravalanghe"
Walander, alla sua prima stagionale
Arriviamo ad un cancello, che segna l'ingresso nel pascolo
con bestiame libero
Entriamo nel pascolo, scendendo verso Malga Pioverna Alta
Di fronte a noi le Tre Cime del Bonone (a sx) e il Palon
(a dx). In mezzo, le Viote
Arriviamo a Malga Pioverna Alta. Qui faremo la sosta
pranzo
4. sosta ristoro
Ci sistemiamo al tavolo nell'apposita area pic-nic
C'è che vuole il sole e chi cerca l'ombra!
Giaz si gusta il panino
Un affaticato Piergigi, si gode il meritato riposo
Cimo e il Prof
Per il Presidente un super-panozzo e l'immancabile radler
!
Meritati momenti di lelax
Super-relax !
Giusto !
Dopo mangiato, un po' di chiacchiere non guastano
Di solito, in questi momenti, escono gli aneddoti più
divertenti sul passato
Una panoramica della bella malga dove abbiamo mangiato:
qui la vista da sopra
Queste, invece, le due costruzioni vista dal davanti
Un locale interrato. Per tenere le derrate al fresco?
E' il momento di prepararci per la seconda parte del
percorso (altri 20 km...)
Usciamo dall'area pic-nic d malga Pioverna
Pronti per tornare in sella
5. tratto Costa d'Agra/P.so Sommo
Lasciamo Malga Pioverna Alta, iniziando la discesa
Imbocchiamo al bella strada sterrata che taglia il pascolo
In fondo al pascolo, si entra nel bosco
Dopo un breve tratto nel bosco, usciamo in un ampio prato
con l'erba alta
Seguiamo la traccia nell'erba, attraversando il prato
Riprende la discesa, sempre su fondo erboso
Più a valle, si ritorna nei boschi
Si alternano di continuo piccole radure a tratti boscosi
E in discesa ... si lascia correre la mtb !
Cristina
In un tratto di falsopiano, incontriamo un colorato
sottobosco
Attraversiamo l'abetaia
Proseguiamo veloci sul tratto in falsopiano
In colonna fra il fitto sottobosco
Arriviamo nei pressi di Prà Bertoldo
La segnaletica della "100 km"
Proseguiamo verso Malga II Posta
Al termine della strada forestale, la stanga che segna
l'accesso nel pascolo
Proseguiamo fra i prati di Malga II Posta
La strada di accesso alla malga
Proseguiamo in direzione di Malga I Posta
Attraversiamo l'ampio pascolo
Si prosegue fra i prati
Arriviamo al termine del pascolo, dove troviamo la stanga
Proseguiamo con un leggero saliscendi
Arriviamo nei pressi di Malga I Posta
Enrica alle prese con il fondo fangoso
In questo tratto costeggiamo la provinciale, appena alla
nostra sinistra
Passiamo a fianco dell'albergo Forte Verle
Proseguiamo verso il forte, distante un centinaio di metri
Saliamo verso il Dosso Cherle, dove si trova l'omonimo
Anche questa fortezza è ridotta a poco più d'un rudere
Una rampetta breve ma insidiosa !
Arriviamo in cima
Davanti all'ingresso del forte
Dopo la breve sosta al forte, ripartiamo
Si torna a scendere
Sotto il dosso del forte, troviamo la scala
dell'Imperatore
La costruzione, fatta di circa 200 gradini in pietra,
venne realizzata nel 1917 in
omaggio all'Imperatore austriaco Carlo I, in visita alle fortezze degli
altipiani
Imbocchiamo la strada che sale verso il colle su cui si
trovava l'ospedale militare
Una salita - a differenza di quella del forte - non
particolarmente ripida
Arriviamo al primo tornante
Qui c'è un altro tratto della scala dell'Imperatore, che
porta sulla sommità del colle
Frank e Cimo
Piergigi
Il secondo tornante
Arriviamo all'ex ospedale, di cui è rimasta sola la base
dei muri perimetrali
Lasciamo l'ospedale e ci addentriamo nella val Fredda
Anche qui si trovano diversi saliscendi
Uno sfiancante su e giù ...
Ora si pedala nuovamente nel bosco
La salita prosegue, sia pur leggera
Raggiungiamo il nuovo punto di scollinamento
Inizia ora una lunga discesa
La sterrata scende tortuosa verso la valle del Torrente
Astico
Cristina sfreccia in discesa
Piergigi chiude la fila
Tornante dopo tornante, si perde quota
Walander
Altra curva
Facciamo correre le nostre mtb sul veloce terreno
Nuovo tornante
Raggiunto il torrente, ci addentriamo nella valle, in
falsopiano, sulla sponda opposta
GigaBike
Deviamo a destra, iniziando una nuova salita, verso Malga
Ortesino
Durante una sosta, Giaz sembra tenere banco
Primo piano di Briz
Arriviamo nei pascoli di Malga Ortesino
Frank in versione "doganiere"
Ci troviamo sul versante orientale del Sommo Alto
Lo "Stallone dell'Ortesino", antico ricovero in pietra per
il bestiame
Scendendo da malga Ortesino, attraversiamo una pista da
sci
Come sfreccia Enrica !
Ora manca davvero poco al termine del giro
L'ultimo tratto di leggera salita, prima della discesa
finale a Passo Sommo
Arriviamo all'ultimo scollinamento
Scendiamo sulla strada che d'inverno è utilizzata come
pista da sci
Troviamo l'ennesima stanga per non far scappare il
bestiame
Inizia la discesa conclusiva
Lungo la discesa passiamo a fianco di una vecchia
costruzione militare
Ormai non rimane che lasciar correre le bici verso la fine
del giro
Arriviamo ai campi da gold di Maso Spilzi, segno che manca
davvero poco
Ecco il green, come viene chiamato in gergo
Al termine della discesa
Arrivati, dopo 48 durissimi km di su e giù !
6. il terzo tempo ...
Raggiungiamo il vicino chalet Passo Sommo, per il "terzo
tempo" ...
Un, due, tre ... radler !
Giaz
Enrica, Cristina e Brücke
Piergigi e GigaBike
Il Presidente e Briz
Ai Rinco Boys e ai Non Solo Panza: prosit !!!
Grazie a tutti |
|
Alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |