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"Eravamo 4 amici al bar..." |
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Chiusa oggi - con il trekking di Malga Vervò - l'attività sportiva della stagione 2015. Ancora un flop per quanto riguarda le adesioni (solo 6), sulla falsa riga di quanto accaduto nel corso dell'intera annata. Ora però si volta pagina: sabato 28/11 c'è la serata di fine stagione, poi si penserà all'anno nuovo ... |
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i presenti |
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SOCI | |||||||
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la cronaca |
21/11/2015. E' stata disputata oggi sull'Altopiano della Predaia l'ultima uscita del programma trekking 2015, ma anche ultimo appuntamento sportivo ufficiale dell'intera stagione. Una stagione - il 2015 - che sotto l'aspetto partecipativo si è chiusa all'insegna delle luci ed ombre, con un netto calo delle presenze medie fatte registrare in tutte le attività, dalle ciaspole alla mtb, per finire con il trekking. Ed oggi, proprio per quanto riguarda il trekking, si è avuta l'ennesima conferma di questo trend, con soli 6 presenti all'uscita conclusiva della stagione che, tanto per fare un raffronto, nel 2014 - pur in una giornata di pioggia - aveva raccolto ben 20 presenti. Ma su questo ci sarà tempo e modo di ragionare in seguito ...
Il sestetto si è ritrovato verso le 9:30 in loc. Verginàz, sopra l'abitato di Vervò. Alle 9:45 - con un po' d'anticipo sulla tabella di marcia - zaini in spalla e via, spostandosi dapprima al vicino punto panoramico sulla gola del Rio Pongaiola. Da qui - nelle giornate limpide - la vista spazia fino alle cime del Brenta, ma stamattina - in quella che Lucio Battisti avrebbe definito "una giornata uggiosa" - si vedeva poco o niente, per via della foschia bassa che avvolgeva il paesaggio.
Dopo la sosta panoramica, il gruppetto si è incamminato sulla strada forestale che scende verso la gola del Rio Pongaiola, contrassegnata come itinerario n.6 "Sentiero Romano", ma anche come itinerario 1 di "Predaia MTB" (e difatti, lo scorso maggio, passammo proprio di qui, in sella alle nostre mtb, diretti verso Castel Thun).
La strada scende con pendenza molto dolce, sul versante destro del rio, seguendo l'orografia del terreno con continue curve e qualche saliscendi in occasione delle vallette laterali. Lungo la discesa è stata fatta anche una piccola deviazione per visitare la Grotta Coel, una cavità naturale sotto la roccia sporgente, di origine carsica, dove probabilmente - in tempi lontani - hanno trovato riparo gli antichi abitanti della zona.
Dopo un paio di km di discesa, si è giunti al ponte sul Rio Pongaiola (che in questo periodo è in secca), passando così sulla sinistra orografica ed iniziando la salita sul versante opposto. Qui la pendenza, come abbiamo peraltro avuto modo di "apprezzare" la scorsa primavera in mtb, è decisamente più impegnativa di quella del tratto in discesa, con alcune rampe con fondo cementato dove si supera tranquillamente il 20%.
Ad ogni modo - a piedi - l'ascesa è stata molto più agevole che non in sella e così, in breve tempo, si è arrivati in loc. Pozat ("piccola pozza"), dove si trova la biforcazione con una strada che scende verso loc. Prà da Mont ed una che prosegue in salita, verso Malga Vervò. Noi abbiamo tenuto la sinistra, proseguendo l'ascesa per meno di mezzo km, arrivando così alla base del pascolo di Malga Vervò. La malga, infatti, si trova in cima ad una radura, dove d'estate pascolano le manze che vengono portate quassù per l'alpeggio.
Una volta raggiunta la malga, ci siamo sistemati per il pranzo, utilizzando la veranda esterna (c'è anche un locale-bivacco all'interno, ma vista la temperatura gradevole, si è preferito mangiare fuori).
Dopo mangiato, il sestetto è ridisceso dalla malga fino alla loc. Pozat, dove questa volta è stata imboccata la strada che scende verso il Prà da Mont. Dopo un km circa, in corrispondenza di un piccolo prato sulla destra, la strada è stata abbandonata per proseguire - con pendenza decisamente più accentuata - su un sentiero che scende verso destra, in direzione della gola del Rio Pongaiola. Questa volta, rispetto alla discesa fatta al mattino (che si trovava più a monte), si è arrivati molto più in profondità, con alcuni tratti davvero ripidi.
Giunti in riva al rio, a quota 737 (100 m. in meno rispetto al guado precedente), si è passati nuovamente in riva destra, iniziando la risalita verso Vervò. Ed anche la salita, al pari della discesa, è stata in questo tratto molto più impegnativa di quella dell'itinerario d'andata, con alcuni punti su roccia, attrezzati con cordino (anche se mai pericolosi) e pendenze oltre il 30%.
Sbuffando e sudando, comunque, si è arrivati proprio sotto il complesso cimiteriale di Vervò, formato dalle antiche chiesette di San Martino e di San Floriano, risalenti al 1400. Da qui non è rimasto che risalire per l'ultimo km fino al Verginàz, non prima di aver dato un'occhiata agli scavi archeologici nei pressi del cimitero, dove è stato ritrovato un Castellum (cioè un antico insediamento) di origine romana, dal nome di Vervassium (da cui l'odierno Vervò).
Al Verginàz è scattata la merenda (meritatissima dopo l'impegnativa salita sotto San Martino), per poi fare rientro verso casa.
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i dati tecnici. |
Complessivamente il giro è di circa 10 km, mentre il dislivello da superare è di circa 400 metri. L'altimetria prevede una discesa iniziale di circa 2 km (nella gola del Rio Pongaiola), seguita da altri 2 km di salita fino a Malga Vervò, GPM dell'itinerario. Dalla malga ci sono poi 3,5 km di discesa (con alcuni tratti molto ripidi), per scendere nuovamente nella forra del Rio Pongaiola, ed altri 2 kim di salita per tornare a Vervò. GPM a Malga Vervò (m.1.060).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1. tratto Vervò - Malga Vervò
Il ritrovo in loc. Verginàz, sopra Vervò (m.950)
Prima di partire, raggiungiamo il vicino balcone
panoramico
Sotto di noi, la gola del Rio Pongaiola
Il bosco variopinto
La chiesa di San martino, avvolta nella nebbia
Torniamo verso la strada
La segnaletica di "Predaia MTB", con le indicazioni
per Malga Vervò
Ci incamminiamo sull'itinerario 6 "Sentiero romano"
Saluti e baci ...
Il primo tratto, di circa 2 km, sarà in discesa
Nei tratti più ripidi, il fondo è stato cementato
Scendiamo nella forra del Rio Pongaiola. Sul pendio di fronte si scorge la
strada
dove passeremo fra un po', dopo aver attraversato una valletta laterale
Il passaggio del ponte sul ruscello, affluente del Pongaiola
La puntuale segnaletica, presente ad ogni bivio
Un passaggio sotto la roccia
Un tratto in leggera salita, uscendo dalla valletta
Si prosegue sulla comoda strada forestale
Il percorso è molto ondulato e segue l'orografia della valle
La gola del Rio Pongaiola, con il rio nascosto dal fitto bosco
Facciamo una piccola deviazione per andare a vedere la Grotta Coel
Si tratta di una grossa cavità di origine carsica
Non è escluso che la grotta sia stata usata, in tempi lontani, come riparo
Riprendiamo il cammino verso la malga
L'ultimo tratto di discesa
Arriviamo al ponte sul Rio Pongaiola
Dopo 2 km di discesa, ora ci aspettano 2 km di salita
Iniziamo a salire, sul versante opposto della valle
Rispetto al tratto in discesa, qui la pendenza è più elevata
I tratti più ripidi sono sempre cementati, per combattere l'erosione del fondo
stradale
Le rampe più dure arrivano a metà salita
La strada sull'altro lato della valle, dove siamo passati poco prima
I "veci" chiudono la fila
Qui la pendenza arriva al 25%. In maggio, in bici, c'è stato da sudare parecchio
...
Dopo le rampe, c'è sempre un tratto meno duro, dove poter tirare il fiato
Si sale con alcuni tornanti
Arriviamo in loc. Pozat ("piccola pozza")
Dopo il bivio del "Pozat", proseguiamo per l'ultimo tratto di salita verso Malga
Vervò
Arriviamo all'ultima curva ...
... e troviamo, sulla nostra sinistra, la radura di Malga Vervò
Invece di salire lungo la strada, prendiamo il sentiero che sale diretto nel
pascolo
Qui, d'estate, pascolano le manze. Oggi ci sono i "manzi" ...
La salita nel prato
Dorty e Gigabike salgono su una postazione di caccia
L'albero con la postazione si trova proprio al centro del pascolo
Mara & Max osservano la "scalata"
La foto fatta dall'albero
Siamo arrivati alla malga
L'ultima fatica, prima del GPM odierna (m.1060)
Adesso ci fermiamo a mangiare ...
2. sosta ristoro
La struttura di Malga Vervò
Siamo a quota 1.060
La comoda veranda esterna. Visto che non fa freddo,
mangeremo qui
L'ingresso della malga, aperto
Dentro, c'è un locale che funziona come bivacco
Ci mettiamo a tavola
Si preparano i panini ...
... e si azionano le ganasce
Panino e birretta, merenda perfetta
Nel frattempo il cielo sembra rassenarsi
E allora ne approfittiamo per le foto ricordo
Sullo sfondo, le cime del Brenta settentrionale
Con lo zoom si nota la spruzzata di neve fresca
E dopo il grigiore del primo mattino, arriva l'azzurro
!
3. tratto Malga Vervò - Vervò
Dopo mangiato, ci prepariamo per il rientro
Per la discesa, passiamo dalla strada alle
spalle della malga
Il pascolo di Malga Vervò
Scendiamo costeggiando il prato
Arriviamo al bivio del Pozat, dove imboccheremo la
strada a sinistra
Proseguiamo in discesa, verso loc. Prà da Mont
La strada scende tortuosa nel bosco di faggi
La zona, come testimonia il muschio rigoglioso, è
molto umida e poco soleggiata
Pietre e rami ricoperti dal muschio
Nel primo tratto, la discesa è su comoda strada
forestale
Arriviamo al bivio dove si lascia la strada,
imboccando un
sentiero più stretto che si stacca sulla destra
Attraversiamo una piccola radura
Ora si scende in maniera più decisa, verso la forra
del Rio Pongaiola
Un'altra piccola radura, circondata dai faggi e
coperta dal fogliame
Da qui in avanti il sentiero si restringe e diventa
decisamente più ripido
Si cammina sul fogliame, che ricopre interamente il
sentiero
Arriviamo al ponte sospeso
La prima a passare, da sola perchè ha una fifa boia
dei sobbalzi, è Mara
A seguire passiamo anche noi
Immagini dell'attraversamento
La chiesa di San Martino, vista dal ponte sospeso
Proseguiamo il nostro cammino nel bosco
Ora il sentiero scende in picchiata verso il fondo
della forra
Dobbiamo fare attenzione alle pietre, rese viscide
dall'umidità
Il sentiero taglia in diagonale il ripido costone che
digrada verso il corso d'acqua
Un passaggio sotto una parete rocciosa che, a
giudicare dai detriti, dev'essere instabile ...
La ripida discesa prosegue ...
Ora il sentiero si è ridotto ad un single-track
Arriviamo in fondo alla forra, in vista del ruscello
Qui non c'è un ponte, ma un guado
Con il rio quasi in secca, il passaggio è semplice. In primavera, invece, quando
i ruscelli
si gonfiano per via dello scioglimento delle nevi, non dev'essere così
tranquillo ...
Ora inizia la salita finale ...
Per un tratto si costeggia il ruscello, con pendenza
moderata
Più avanti si lascia il fondo valle e la salita si fa
più ripida ...
Si comincia a risalire il versante sinistro del
Pongaiola
I "veci" emergono da dietro un dosso
La salita non è costante, ma alternata a qualche
tratto in saliscendi
Poi, quando riprende, è salita tosta
Ogni tanto incontriamo dei tratti su roccia
Un'altra rampetta niente male
Basta voltarsi, per vedere i compagni ... sotto di te
La punta del campanile di San Martino, sopra di noi
Ora il sentiero si fa più stretto ed esposto. Qui
bisogna procedere con cautela
Nei tratti più brutti, comunque, è stato messo il cordino di sicurezza
E allora si viaggia tranquilli
Qualche scalino qua e là ...
Avanziamo incolonnati sulla stretta traccia, appena
visibile nel fogliame
Il passaggio sul letto di un ruscello alterale
Dorty impegnato nel pietrame
Ora si procede verso il costone che si trova sotto la
chiesa di San Martino
Anche qui il sentiero taglia diagonalmente un
ripidissimo pendio
Come si entra in un faggeto, il fondo diventa
ricoperto di fogliame secco
Arriviamo sotto il cimitero e inizia il rampone finale
Qui la pendenza supera il 30% e si avanza su una sorta
di scalini di pietra
Anche qui sono stati messi i cordini
Una sosta per tirare il fiato
Il bosco sull'altro lato della forra, dove ci
trovavamo poco prima
La case basse di Vervò e, sullo sfondo, le cime
innevate del Brenta settentrionale
Riprende la ripida salita
Un breve tratto pianeggiante, prima dell'ultimo
strappo
Ed ecco l'ultima breve rampa
Si intravede il muro di cinta del cimitero. La salita
è finita
Arrivati in cima, una sosta per riposare un po'
Ora il sentiero compie il giro del cimitero, passando
sotto il muro di cinta
Il complesso ecclesiale di San Martino, eretto
attorno al 1400
Poco fuori dal cimitero, c'è uno scavo archeologico
Si tratta di un antico insediamento romano,
Castellum Vervassium (da cui Vervò),
realizzato dagli antichi romani lungo la una via di comunicazione verso nord
L'antico muro, coperto dai teli protettivi
Da Vervò non ci rimane che risalire brevemente verso
il Verginàz, poco sopra il paese
La strada bianca che porta al parcheggio
Ed eccoci tornati, dopo una decina di km, alle nostre
auto
Prima di tornare a casa, però, scatta la merenda ...
C'è chi va di panozzo imbottito ...
... e chi va a carote !
E anca questa ... l'è nàda! Ciao ciao
Grazie a tutti e ... |
|
alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |