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Inaugurato stamattina, sul tranquillo itinerario del "Sentiero archeologico" di Fai della Paganella, il programma trekking 2015. 31 presenti al via, ad affrontare il suggestivo anello di 8 km che ha offerto stupendi scorci panoramici (anche se oggi un po' velati dalla foschia!) ma anche un tocco di storia antica del Trentino, con la visita al villaggio retico di Dòs Castel (risalente al XVI sec. a.C.). Dopo le "fatiche", il consueto ristoro all'aperto, godendosi il sole e la temperatura finalmente primaverile! |
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i presenti |
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SOCI | |||||||
OSPITI | ||||||||
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la cronaca |
Fai della Paganella (TN). E' ripartita oggi, dopo un lungo periodo di sosta, l'attività di trekking dei Rinco Boys. L'ultima uscita ufficiale con gli scarponi ai piedi era stata la divertente "avventura" sul Sentiero dei Vecchi Mestieri, in alta Val di Cembra, ad inizio novembre 2014. Fu, quella, l'ultima uscita del programma della scorsa stagione.
A distanza di 5 mesi - con in mezzo la stagione invernale, nella quale ci siamo dedicati alle ciaspole - i Rinco Boys sono tornati a camminare sui sentieri, dopo aver dato il via, lo scorso mese di marzo, anche alla stagione delle due ruote.
L'itinerario scelto per l'apertura stagionale, sulla falsariga di quanto avvenne lo scorso anno sul Sorasàss, è stato un anello breve (8 km) e tecnicamente privo di difficoltà, ma molto suggestivo in quanto a panorami (anche se la foschia presente nella mattinata odierna ha un po' velato gli orizzonti ...) e risvolti storici. E se sul Sorasàss il balzo all'indietro era stato di un solo secolo (con la visita ai manufatti realizzati dagli austriaci prima della "Grande Guerra"), questa volta il salto è stato di 3.600 anni, con la visita al villaggio retico di Dòs Castel, nei pressi di Fai della Paganella, i cui primi insediamenti risalgono addirittura all'Età del Bronzo (XIV Secolo a.C.).
La partenza del percorso era fissata a valle dell'abitato di Fai, in località Capannina. Da qui il gruppo composto da ben 31 trekker, fra cui molti bambini, ha imboccato poc prima delle 10:00 il sentiero che dopo aver scollinato il leggero rilievo di cresta, conduce sui Òri, termine dialettale che indica gli orli, ovvero i bordi della parete rocciosa che separa l'altopiano di Fai della Paganella dalla sottostante Valle dell'Adige. Qui il sentiero prosegue parallelamente ai bordi del dirupo, sempre in sicurezza nei tratti esposti grazie alla presenza di staccionate o reti, offrendo continui scorci panoramici sia sulla Valle dell'Adige, con la vista che spazia fino alla città di Trento, sia sulle montagne del Trentino orientale (Lagorai). Come si diceva in precedenza, oggi purtroppo una fitta velatura ha un po' rovinato i piani, celando i panorami più distanti, ma come dice il proverbio ... ale dòne e al tèmp, non se comanda!
La camminata, caratterizzata in questo primo tratto da un continuo saliscendi, è proseguita seguendo il sentiero panoramico, fino a raggiungere il piccolo rilievo di Dòs Castel.
E' qui che nel 1979 un appassionato di archeologia notò la presenza di alcune testimonianze che, a suo parere, potevano rivelare la presenza di un insediamento di antica datazione. Venne informato l'Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento e nel periodo 1981-1984 venne fatta una prima campagna di scavi, cui ne seguì una seconda nel periodo 1988-1991.
Gli scavi ed i sondaggi, vista la vastità dell'insediamento, proseguono tuttora, tanto che all'inizio della salita che porta sulla sommità del Dòs Castel è visibile un'area recintata con i manufatti antichi coperti da teli protettivi in plastica.
Dagli scavi è emerso che il primo insediamento nel luogo risale all'Età del Bronzo, ovvero al XVI secolo avanti Cristo, mentre in epoca successiva il villaggio fu abitato dai Reti. Ciò significa che quei muretti che abbiamo visto oggi, unici resti di quello che fu un villaggio abbastanza esteso e composto da un certo numero di nuclei abitativi, vennero eretti ben 3.600 anni fa !!! I singoli spazi abitativi sono disposti a schiera, su terrazzi rocciosi rettificati con profondi lavori di scavo. Le abitazioni, secondo le conoscenze che si hanno di quel periodo, dovevano avere la base in pietra (ciò che è rimasto al giorno d'oggi) e la parte superiore in legno, con i tetti probabilmente di paglia. All'interno dei vani abitativi sono stati ritrovati resti di stoviglie e di contenitori in ceramica, una zappa, un'ascia, vari strumenti in ferro, una porzione di scheletro bovino, oggetti ornamentali in bronzo, una macina. Negli spazi esaminati sono stati ritrovati, altresì, evidenti segni di un incendio che coinvolse l'intero abitato, determinandone l'abbandono. Non è chiaro, però, se tale evento fu accidentale o determinato da episodi bellici, come ipotizzato da qualche studioso, in correlazione alla calata dei Celti nella Pianura Padana.
Dopo l'interessante visita, il gruppo è ripartito per affrontare la seconda parte del tracciato, che dai Òri si è spostata verso l'interno, andando a toccare i pascoli che si trovano nella parte settentrionale dell'Altopiano di Fai, in posizione leggermente più bassa rispetto al paese. Qui si è camminato in mezzo al verde, con i prati riempiti di primule, segno evidente che la primavera, ormai, è sbocciata. Numerose le costruzioni, come fienili o depositi di attrezzi agricoli, perlopiù di piccole dimensioni, oggi spesso trasformate in splendide baite per le vacanze.
Una volta raggiunto il punto più basso dell'itinerario, a quota 850 circa, si è iniziato a riprendere quota, salendo su un sentiero che conduce fino alla strada provinciale 58, che da Mezzolombardo conduce a Fai. Qui, in località Fontana Bianca, si è passati a monte della strada, imboccando il sentiero che percorre le pendici del Monte Fausior, portando fino alla località Pineta, proprio sopra il paese di Fai, a quota 1.036 (punto più elevato dell'itinerario).
Dal modesto "GPM" odierno è quindi iniziata la discesa che in breve ha portato nella parte alta del paese, nel rione di San Rocco (dove si trova una suggestiva chiesetta in pietra) e da lì, attraverso le stradine del centro storico, nuovamente fino alla strada provinciale (che taglia in due il paese). A questo punto non è rimasto che scendere nella parte bassa del paese, in località Belvedere, per poi imboccare l'ultimo pezzo del sentiero panoramico, attraverso il quale si è ritornati in località Capannina, dove era iniziato l'itinerario.
Dopo le "fatiche" è stato consumato l'immancabile ristoro, a base di panini imbottiti. I Rinco hanno colonizzato il vicino parco giochi, dotato di tavoli e panche in legno, godendosi per un'oretta il sole tiepido mentre si rifocillavano a dovere.
Poi, quando erano quasi le 14:00, si è smontata baracca - come si suol dire - facendo rientro a valle. Anche il programma trekking 2015 è stato avviato ...
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Ora l'appuntamento è per domenica 26 aprile, con la 2ª uscita del programma bike. Ancora da scegliere la location, fra il Giro della Vigolana (che verrà testato nei prossimi giorni) e il Giro dei 7 Laghi, dalla Valsugana all'Altopiano di Pinè. Per il trekking, invece, prossima uscita a maggio.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 8 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 250 metri. L'altimetria, nei primi 3 km, presenta un continuo saliscendi nel bosco, che si conclude nel unto più basso dell'itinerario (850 m. circa). Segue poi un tratto di quasi 2,5 km di salita, molto morbida nei 2 km iniziali e con uno strappo più deciso nella parte finale, fino alla Pineta, punto di massima elevazione del tracciato. Si conclude con un paio di km in leggera discesa. GPM in località Pineta (m.1036).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1° tratto: Capannina-Dòs Castel
Il ritrovo è in località Capannina, a valle dell'abitato di Fai
Il gruppo in attesa del via, poco prima delle 10:00
Verso le 9:50 si parte
Le indicazioni per il percorso
All'inizio del sentiero c'è una comoda tabella con mappa e indicazioni sui vari
percorsi della zona
Il Presidente illustra sulla mappa il tracciato da percorrere
Iniziamo in leggera salita, per raggiungere la cresta che ci separa dalla Valle
dell'Adige
Il sentiero è molto comodo e non presenta alcuna difficoltà tecnica
In breve raggiungiamo i Òri, ovvero gli orli, i bordi dello strapiombo
Il sentiero dei Òri corre infatti parallelo allo strapiombo, mantenendosi
comunque a distanza di sicurezza
Lungo il tracciato vi sono numerose postazioni panoramiche, dotate di
staccionate protettive
Dopo una prima sosta, si riparte
Toh, c'è l'orso !!!
Mara si assicura che il plantigrado sia finto ...
Lo Snowboarder mostra l'orso al figlio Martino, che però pare più interessato
alla michèta ...
Un pannello esplicativo sulla presenza dell'orso nella zona del Brenta
Giusy e Manu vanno in fuga ...
Rinco on the Flowers
Un tratto pianeggiante del tracciato
Numerose le primule viste oggi: segno che la primavera è ormai sbocciata
Eccoci ad un'altra postazione panoramica
I Rinco in osservazione
Si tratta di un vero e proprio balcone sulla Val d'Adige
Purtroppo la giornata oggi era velata e non si vedeva un granché ... Grazie alle
foto scattate durante la
prova del giro, ecco cos'avremmo visto se ci fosse stato il cielo limpido:
questa è la vista verso sud. Si
vedono in primo piano Zambana e Lavis, mentre in alto c'è la città di Trento,
con i monti Calisio, Marzola
e Vigolana. Sulla destra si scorgono le pendici del Monte Bondone
Verso est si cedono invece le montagne del Lagorai
In basso, invece, la Valle dell'Adige, con gli evidenti segni del vecchio
tracciato del fiume (nella foto si vede
un'ampia ansa) prima che questo venisse rettificato dagli austriaci a metà
dell'800, per costruire la ferrovia
Voglio vedere anch'io ...
Si riparte ...
La bandiera collocata nei pressi delle piazzole
Procediamo sempre verso nord
I tratti esposti del sentiero sono messi in sicurezza con alte staccionate in
legno
Si prosegue in saliscendi, alternando brevi salite e discese
Ogni tanto il sentiero si discosta dalla cresta e rientra nel bosco
Che ciaceròne ...
Un passaggio in un faggeto
Di nuovo in falsopiano
The Doctor con Paola ed Ernesto
Un albero sradicato dal forte vento delle scorse settimane
Briz e Roby
Primo piano dell'Uomo Ombra
Il gruppo avanza
Un altro "balcone" sulla Val d'Adige, altra sosta
Oggi il ritmo è stato davvero da passeggiata
Si riprende il cammino
Ancora una discesa
Suggestivo punto di vista
Ormai manca poco all'area archeologica
Si inizia a salire verso il Dòs Castel
Con un po' di fantasia e un po' di vernice, un albero caduto ... diventa un
serpente
Altro pannello esplicativo, dedicato al popolo dei Reti
Un'altra piazzola panoramica
Saliamo anche qui
Niente da fare, la foschia non si alza!
La scala che porta sulla sommità del Dòs Castel
Saliamo sul piccolo rilievo
Dietro la recinzione verde che si scorge sulla sinistra,
c'è un'area dove tuttora sono in corso scavi archeologici
Raggiunta la sommità del dosso, puntiamo verso il sito archeologico
Eccoci al villaggi retico
Visita al villaggio retico di Dòs Castel
Il pannello che descrive il sito
La base dei muri che delimitavano le abitazioni
Una sosta fra questi antichi manufatti
Il villaggio è costruito su un terreno in pendenza, con grandi lavori di scavo
I moduli abitativi erano di forma quadrata o rettangolare
Panoramica dalla parte alta del villaggio
Una roccia trasformata in pavimento, con grande lavoro di scavo
Rinco a zonzo nel villaggio
Il modulo abitativo più grande del villaggio, l'unico con forma ad L
L'interno di una delle abitazioni, visto dall'ingresso
Abbiamo ospiti ...
2° tratto: Dos Castel-Fai
Dopo la visita al villaggio retico, si riparte per la seconda parte del
tracciato
Il sentiero passa sul bordo del dirupo, con rete di sicurezza
Percorriamo lo stretto passaggio
Più avanti il sentiero entra nel bosco, allontanandosi dalla cresta
Scendiamo verso una piccola conca prativa
La discesa prosegue
Uno dei pochi tratti ripidi e sassosi
Arriviamo nella zona prativa a nord di Fai, caratterizzata da agricoltura e
pastorizia
Imbocchiamo una comoda strada sterrata
Ora riprende, sia pur leggera, la salita
Si attraversano verdissimi prati
Alle nostre spalle, la Paganella
Ciga in versione Peace and Love
Il Camoscio in versione hard ...
Una delle tante costruzioni rurali incontrate in questo tratto, ex fienili o
depositi di attrezzi
Una sosta nel punto più basso dell'itinerario, a quota 850
Un vecchio fienile sapientemente ristrutturato
Un vero e proprio tappeto di primule
Ora inizia la salita che ci porterà a monte del paese
Lasciamo la strada e imbocchiamo un sentiero che sale sulla sinistra
Una bella rampa ...
La temperatura si è alzata e ormai molti hanno adottato la manica corta
La ripida stradina porta verso la strada provinciale
La colonna in salita
Un'altra piccola baita
Ora fa davvero caldo e chi ha ancora la giacca si ferma a toglierla
Il Camoscio si concede ai fans ...
Ora si prosegue nell'erba
La flora di montagna può riservare davvero splendide sorprese
Si avanza nei verdi pascoli
Il gruppo si frammenta ...
Arriviamo alla Fontana Bianca, alle porte di Fai
La segnaletica dei sentieri
Proseguiamo la salita imboccando il sentiero che passa alle spalle del paese
Anche l'Erica si mette in mostra
La colonna dei Rinco sul sentiero della Pineta
Lo Snowboarder, oggi con moglie e figlio (il piccolo Martino) al seguito
Un tratto in cui il sentiero costeggia la strada provinciale
Siamo proprio all'ingresso del paese
Proseguiamo la salita
Si procede nella fitta pineta
Chiacchiere (1) ...
... e chiacchiere (2)
In località Pineta, ma non ancora nel punto più alto ...
Un ultimo piccolo sforzo ...
Un paio di zete ...
L'Uomo Ombra con Briz
Lo scollinamento del sentiero, a quota 1036, punto più elevato dell'itinerario
odierno
Ora si scende verso il paese
Usciamo dal bosco
Entriamo a Fai dalla parte alta del paese
Arriviamo a San Rocco, il rione a monte di Fai, con la vecchia chiesetta in
pietra
Attraversiamo il centro storico
Abbiamo verificato: la corda era asciutta ...
Punti di vista
Dal paese scendiamo verso loc. Belvedere
Gatto nero (finto), ma grattatio pallorum vera!
Anche qui troviamo le indicazioni
Ecco, così puoi dire di essere stato "sulla neve" l'11 aprile
Dal Belvedere, imbocchiamo ancora il sentiero panoramico
Percorriamo il tratto nord (che termina dove abbiamo iniziato il percorso
stamattina)
Una sosta panoramica
I "ragazzi" so' stanchi ...
Zig-zag fra gli alberi
Ormai manca poco alla conclusione
La massiccia staccionata in larice posizionata nei punti più esposti
Ed ecco l'ultimo punto panoramico, prima di rientrare verso l'interno
Da qui possiamo vedere la confluenza del Noce (a destra) nell'Adige (a sinistra)
Lasciamo il punto panoramico
Una splendida farfalla
Passiamo a fianco del vecchio albergo La Capannina, da cui prende il nome la
località
La discesa finale, verso il parco giochi
Ed eccoci arrivati dopo 8 km di cammino. Adesso si va a mangiare ...
Il ristoro
Raggiungiamo l'area verde attrezzata
Pane, affettati e formaggi ...
E parte l'assalto !
Che mastro paninaro !
Tempo due minuti e le ganasce sono in azione
Va forte il panino tirolese: speck, käse und gurken (speck, formaggio e
cetrioli)
E poi si chiedono perchè l'abbiamo chiamato Mascella ...
Si mangia al sole, godendosi la temperatura mite
Trascorriamo una buona oretta in tutta tranquillità
Ernesto si è portato pure la crema abbronzante !
Anche Cristina approfitta per un po' di tintarella
Non può mancare il dolce
Chiacchiere post-prandiali
E siccome si torna sempre bambini ...
Ecco Ernesto che si diverte sulla teleferica !
Grazie a tutti e ... alla prossima !