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Di
lago in lago ... Disputata oggi, fra l'alta Valsugana e l'Altopiano di Pinè. la 2ª uscita bike 2015. 21 biker al via (due per il tracciato soft, tutto in quota), ad affrontare il suggestivo tour di 44 km che ha toccato ben sette laghi. Ora appuntamento al 16 maggio con il Giro della Predaia. |
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i presenti |
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SOCI | |||||||
OSPITI | ||||||||
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la cronaca |
26/04/2015. E' stata disputata oggi, in una giornata che a dispetto di alcune nefaste previsioni meteo ha riservato perfino qualche raggio di sole, la 2ª uscita del programma bike 2015. Un itinerario battezzato "Tour dei 7 laghi" per via dei sette specchi d'acqua incontrati lungo il tracciato, dall'alta Valsugana fino all'Altopiano di Pinè.
Il gruppo si è ritrovato attorno alle 8:45 in loc. Costa, nel comune di Pergine, vicino all'area sportiva. La ventina di biker presenti ha mosso le prime pedalate verso le 9:00, imboccando la pista ciclabile (sterrata) che costeggia il torrente Fersina, in direzione della Valle dei Mòcheni. Dopo nemmeno un km, però, la ciclabile è stata abbandonata per salire verso l'abitato di Serso. Qui sono state incontrate le salite più impegnative dell'intero tour, tre strappi - intervallati da un paio di stretti tornanti - con una pendenza attorno al 20%. L'ultimo rampone è terminato quasi al centro di Serso, piccolo paese da cui si può godere di un bel panorama sulla città di Pergine, con il suo storico castello adagiato su un colle.
Da Serso si è proseguito sulla provinciale in destra Fersina per circa mezzo km, fino ad un capitello in muratura, dove si è deviato a sinistra, imboccando una stradina costeggiata da antichi muri in pietra, in direzione della località Volpare. Poco più avanti la strada, ormai chiusa al traffico da anni e non più sottoposta a manutenzione, si è ristretta a poco più d'un metro, per via della vegetazione che nel frattempo si è ripresa il suo spazio.
La strada ha condotto nella Valle del Rio Negro, che a dispetto del nome non si trova in Amazzonia, ma fra la Valsugana e l'Altopiano di Pinè. Qui il fondo si è fatto sterrato (anche se molto compatto e scorrevole), con pendenza davvero moderata e si è proseguito costeggiando il piccolo ruscello gorgheggiante, passando anche a fianco di alcuni appezzamenti coltivati a piccoli frutti (fragole, lamponi, mirtilli), uno dei prodotti di punta di questo territorio.
Ritornati su asfalto, si è proseguito sempre in salita fino al piccolo paese di Erla, approdando così nell'Altopiano di Pinè. Ancora un tratto su strada (con passaggio per la frazione di Bernardi), quindi si è entrati nel bosco, all'interno del biotopo del Laghestèl, il primo dei sette specchi d'acqua dell'itinerario, lambito poco più avanti. Dal Laghestèl si è proseguito su comodi sterrati fino alla località di Ferrari, da dove si è saliti alle pendici del dosso di Miola, dove si trova l'omonima frazione.
Dallo stadio del ghiaccio di Miola si è quindi proseguito verso il Lago della Serraia, il più grande dei sette toccati dall'itinerario, che deve il suo nome allo sbarramento naturale, avvenuto per via di smottamenti in epoca post-glaciale, che ha ostruito il passaggio dell'acqua del torrente andando a creare l'invaso. Al Lago Serraia si sono unite al gruppo la moglie e la figlia di Big Bobby, che hanno percorso un anello soft di soli 20 km.
Il lago è stato costeggiato per intero, percorrendo la sponda sud, dove si trova una bellissima stradina ciclo-pedonale, proprio a due passi dall'acqua. Giunti all'estremità opposta del Lago della Serraia, si è saliti ancora leggermente, arrivando in località Campolongo, dove si trova la diga che negli anni '50 creò il lago delle Piazze. Anche questo terzo specchio d'acqua è stato costeggiato sulla sponda sud, sempre su una comoda e suggestiva stradina ciclo-pedonale, terminata sotto l'abitato di Piazze, da cui prende il nome lo specchio d'acqua.
Qui è stata imboccata la pista ciclabile che corre parallela alla strada provinciale, passando per i paesi di Varda, Castellani e Centrale, nel comune di Bedollo. Da Centrale di Bedollo si è quindi proseguito verso l'alta valle, sempre su percorso ciclabile al margine dei campi, fino a raggiungere il laghetto delle Buse, nel comune di Brusago.
In questa conca prativa, all'epoca dell'invasione napoleonica, venne combattuta una battaglia fra i francesi e le milizie locali (gli Schützen, o Scizzeri nella versione dialettale) che ebbero la meglio respingendo l'attacco dei napoleonici. In ricordo di quell'episodio, ogni due anni, si tiene una suggestiva rievocazione storica, con decine e decine di figuranti in costume d'epoca, con tanto di accampamenti e battaglia a colpi di cannoni (a salve, ovviamente).
In riva al laghetto è stata fatta la sosta pranzo, a base di panini, approfittando del tiepido sole. Poi, quando alcune nuvole hanno preso il sopravvento e l'aria si è fatta di colpo fresca, è iniziata la discesa. Fino al Lago delle Piazze è stata percorsa a ritroso la medesima strada fatta in salita poco prima. Poi - una volta giunti al lago - si è costeggiata la sponda opposta a quella percorsa in precedenza (la nord), arrivando nuovamente a Campolongo, ma da sopra. Ancora un breve tratto di discesa sulla stessa strada dell'andata e poi, una volta giunti all'estremità nord del Lago della Serraia (in località Paludi di Sternigo), è stata imboccata anche qui la lungolago opposta rispetto a quella del mattino, passando per il paese di Sternigo e giungendo proprio al centro di Baselga, il capoluogo del Comune di Pinè.
Da Baselga - dopo una pausa caffè in centro - si è scesi fino alla frazione Tressilla, passando per le poco trafficate stradine interne, quindi si è risaliti leggermente, fino alla frazione Ferrari, dove si è rientrati nel bosco, ancora una volta nel biotopo del Laghestèl. La strada percorsa, però, è stata diversa rispetto a quella della salita ed ha condotto sul lato opposto del biotopo. Poco più avanti la strada è diventata uno stretto sentiero (con qualche breve tratto tecnico), che ha ricondotto nel comune di Pergine, sbucando presso l'abitato di Nogarè.
Qui è stata imboccata la provinciale 83, scendendo fino al bivio per il campo sportivo di Madrano, dove si è deviato a sinistra, su una stradina secondaria che ha condotto al piccolo Lago di Madrano, ubicato poco a valle dell'omonimo abitato. Dal laghetto di Madrano ci si è spostati ancora su strade locali, raggiungendo il vicino Lago di Canzolino. Da qui si è saliti in paese, situato poco a monte dello specchio d'acqua, per poi scendere nella conca sul lato opposto al rilievo, dove si trova il 7° ed ultimo specchio d'acqua, il Biotopo di Lago Pudro.
Da qui, passando per la frazione di Casalino, non è rimasto che scendere dalla collina, raggiungendo in breve la frazione di Costa, dove si è chiuso il bel tour di circa 44 km.
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Ora l'appuntamento con la prossima uscita ufficiale - sempre in mtb - è fissato per sabato 16 maggio in Val di Non: il Giro della Predaia.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi 44 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 670 metri. L'altimetria è abbastanza nervosa, anche se grosso modo suddivisa equamente fra una prima metà in salita e la seconda metà in discesa, sia pur non continuative ma intermezzate da numerosi saliscendi o, come nel caso dei lungolago, da brevi tratti pianeggianti. GPM ai 1130 metri sopra il Lago delle Buse (Brusago).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1. la salita
Il ritrovo - alle 8,45 - è nel parcheggio vicino allo
stadio del ghiaccio di Pergine Valsugana
Verso le 9:00 si parte, imboccando la ciclabile
sterrata che costeggia il torrente Fersina
Si percorre la compatta strada bianca, per circa mezzo
chilometro
Giunti all'intersezione con la provinciale della Valle
dei Mocheni, si passa sulla strada
Iniziamo a salire verso la frazione di Serso
Il cartello indica che siamo nella zona di produzione
del Blanc de Sers. Il nome del vino è nato da un'idea
di due amici, come si può scoprire leggendo l'etichetta della bottiglia: " ...
nel giugno '78 Guido Valcanover
di Mala e Lino Andreatta di Costasavina, in viaggio sulla S.S. Romea nei pressi
di Cesenatico, entrano in un
ristorante alla moda dove un cameriere con un grosso tastevin ciondolante
li fa accomodare, consigliando
loro pietanze e vini. I due amici, un po' per burla un po' per celia, chiedono
una bottiglia di "Blanc de Sers".
Il sommelier si consulta con un collega, scende in cantina, ritorna e con fare
sconsolato, scuotendo il capo,
dice: "Mi spiace, lo abbiamo terminato". Da allora il vino bianco di Serso (fraz.
di Pergine) è il Blanc de Sers.
per info:
http://www.cantinemonfort.it/blanc-de-sers.html
Al primo tornante, si devia a sinistra, verso la
vecchia centrale elettrica
Oltrepassiamo il vecchio ponte in pietra
Inizia la prima di tre ripide rampe, intervallate da
due tornanti, che porteranno a Serso
Qui si arriva tranquillamente al 20%
Se qualcuno aveva freddo ... si è subito riscaldato !
Terminate le rampe, arriviamo nel paese di Serso
Si sale ancora, passando per il centro storico del
piccolo paese
Usciti da Serso, percorriamo ancora un breve tratto
della strada provinciale
Da sopra il paese si gode di un bel panorama su
Pergine ed il suo castello
La trippa dei Rinco avanza
I vigneti di Blanc de Sers
I ripidi pendii sono terrazzati, come in Val di Cembra
Arrivati a questo capitello, lasciamo la strada
provinciale
Imbocchiamo una stradina secondaria, che sale verso il
bosco
I vecchi muri a secco sono coperti di muschio, segno
che il posto è un po' umido ...
Continuiamo a salire, verso la località Volpare
Il Cimo, al rientro in sella dopo un incidente sugli
sci, nei mesi scorsi
In località Volpare, la strada spiana
Il (vecchio) cartello indica "Pericolo piene
improvvise". Speriamo di no !!!
Da qui in avanti la strada è chiusa al traffico da
anni e la vegetazione l'ha ridotta ad un metro di larghezza
La strada si inoltra nella valle in falsopiano
Finisce il tratto chiuso al traffico
Si prosegue, sempre in falsopiano, verso la Valle del
Rio Negro
Si passa sulla sponda opposta del corso d'acqua
Si tratta di un piccolo ruscello
Uno strappetto ci conduce al bivio con la strada per
la Faida di Pinè
Noi, però, anzichè proseguire per la Faida,
imbocchiamo una strada sterrata
Anche questa ha pendenze decisamente moderate e passa
nei pressi di alcune coltivazioni di piccoli frutti
Ecco le fragole, coltivate ad altezza d'uomo per
facilitare la raccolta
Anche in questo tratto la strada - compatta e
scorrevole - costeggia il ruscello
Si alternano dolci salite a tratti pianeggianti
Poco più avanti il fondo si fa un po' più sassoso
Ancora serre di piccoli frutti, il prodotto agricolo
per eccellenza di questa zona
Dorty e GigaBike dietro le frasche
Ora si sale verso l'abitato di Erla, passando in un
rigoglioso faggeto
Qui la pendenza si fa un po' più sostenuta
Ecco le prime case della piccola frazione di Pinè
In paese qualcuno ne approfitta per il rabbocco
borraccia
Dalla piazzetta di Erla imbocchiamo quest'antica
strada acciottolata
Un'altra rampa (anche se di soli 100 metri), con
pendenza niente male ...
Oltrepassata Erla e lambito l'abitato di Montagnaga,
si prosegue in salita
Si passa per la frazione di Bernardi
Percorriamo la poco trafficata strada che sale verso
il paese
Anche in questo caso affrontiamo un ripido strappo,
prima di arrivare alla chiesetta
Scorci di architettura rurale nel centro di
Bernardi
Brücke in sosta davanti ad una forsizia in fiore
Passato l'abitato di Bernardi, si ritorna su sterrato,
puntando verso il Biotopo di Laghestèl
La segnaletica dei sentieri e dell'ippovia (percorsi a cavallo)
Imbocchiamo una vecchia strada, delimitata da muri a
secco realizzati con grossi sassi
Avanziamo su un leggero saliscendi nel bosco
Qui il fondo non è compatto e scorrevole come sulle
strade precedenti, e bisogna "pistare" !
Arriviamo al Biotopo di Laghestèl, dove facciamo una
sosta
Il pannello descrittivo dell'area protetta
Riprendiamo a pedalare
Il tratto che costeggia il biotopo è in falsopiano,
anche se con un po' di sassi e radici
Ogni tanto incontriamo tratti con la vecchia
pavimentazione in pietra, risalente ad epoche lontane
Nel frattempo il cielo si sta aprendo ... dai che
arriva il sole!!!
Lo abbiamo chiamato ... ed è arrivato!
L'arrivo in località Ferrari
Passiamo a fianco di un piccolo maneggio
Ora il cielo è azzurro e i colori del paesaggio sono
davvero primaverili
L'abitato di Miola, situato sull'omonimo dosso
Qui c'è lo stadio di pattinaggio su ghiaccio, l'Ice
Rink !!!
Si prosegue verso il Lago Serraia
Ed eccoci arrivati al lago più rande del nostro tour
Imbocchiamo la bella stradina lungolago sulla sponda
sud
Si pedala a pochi metri dall'acqua
La ciclo-pedonale costeggia l'intero lato sud, fino
all'estremità opposta
Oltrepassato il Lago Serraia, si riprende a salire,
anche se in maniera moderata
La strada attraversa alcuni versi pascoli
La colonna dei Rinco procede verso Campolongo
Un cavallo pascola tranquillo nei prati
Passiamo a fianco di una vecchia costruzione dell'Enel
Prima di arrivare al Lago delle Piazze c'è da
affrontare una salita con fondo acciottolato: c'è il pavè !
Ora il sole splende alto e la temperatura è davvero
piacevole
Il tratto finale della salita che porta a Campolongo
Eccoci proprio sotto la diga (visibile oltre il
capitello) che negli anni '50 creò l'invaso artificiale delle Piazze
Ed ecco il lago delle Piazze, che prende il nome da
una località poco a monte
Anche qui c'è una bella strada lungolago
Il Presidente in sosta
Terminata la lungolago, proseguiamo oltre
Imbocchiamo la pista ciclabile che costeggia la strada
provinciale
Rimanendo lontano dal traffico, avanziamo verso l'alta
valle
Quassù, oltre quota mille, non ci sono frutteti ma
solo pascoli
Giunti a Varda, ci attende un'altra piccola rampa
Giada, che si è aggregata a Pinè, mentre affronta con
grinta la salita
Lasciamo Varda, proseguendo sulla ciclo-pedonale a
bordo strada
Arriviamo a Centrale, sede municipale di Bedollo
Anche qui ci manteniamo sulla viabilità interna,
proseguendo verso Brusago
L'antica chiesa sul dosso che domina il paese
La salita prosegue
Arriviamo ad un capitello, detto "El capitèl del
Checon"
Proseguiamo sulla comoda ciclabile
La pista prosegue parallela alla strada provinciale
(sopra a sx)
Si intravede Brusago in lontananza: ormai siamo quasi
al giro di boa
Deviazione a sinistra, lasciando la ciclabile
C'è un ultimo strappo, per raggiungere il punto
panoramico
Raggiungiamo alcune vecchie case sul dosso
Questo, a quota 1130, è il punto più alto del nostro
itinerario
Da qui si vede il Lago delle Buse, dove ci fermeremo
per il pranzo
E si vede anche l'abitato di Brusago
Iniziamo la discesa verso il laghetto
Dopo il paese si intravede la valle che scende verso
Sover (in val di Cembra)
Arriviamo nel prato vicino al lago. Adesso si mangia !
2. la sosta-ristoro al lago delle Buse
Ci sistemiamo vicino al bar del laghetto, purtroppo
chiuso
L'area è attrezzata con alcuni tavolini
Ah, però: pan e bòndola, radler e arancia. Che bel
menù !
C'è chi preferisce mangiare in piedi ...
... e chi seduto, anche per terra !
E alla faccia dei gufi: tiè, ciàpo anca el sòl !
Prima di ripartire, c'è chi ne approfitta per il
cambio olio ...
OK, la panza è piena, possiamo andare. Giacche a vento
e via ...
3. la discesa
Saliamo in sella e lasciamo l'area attrezzata del
laghetto
Il sentiero passa su un isolotto in mezzo allo
specchio d'acqua
Percorriamo il suggestivo tracciato
Un altro ponticello porta sull'isolotto successivo
Una volta lasciato il lago, saliamo sulla ripida rampa
che porta verso la ciclabile
Imbocchiamo, a ritroso, la ciclabile percorso poco
prima in salita
Una breve sosta al Capitèl del Checon
Si riparte, United Color of Rinco
Siamo di nuovo a Centrale di Bedollo
Passata Centrale, ecco subito la frazione di Varda
Rifacciamo, questa volta in discesa, la rampa che
passa vicino alla chiesetta
Il lungo falsopiano fra Bedollo e il Lago delle Piazze
Il sottopasso ciclabile, prima del lago
Nel tunnel
L'ultimo tratto prima del lago
Sulla parete di una casa, il termometro segna +14°,
l'umidità è al 55% e il barometro che tende al bello. E vai !
Ecco il Lago delle Piazze
Imbocchiamo il sentiero sul lato opposto a quello
percorso all'andata
Il sentiero è messo in sicurezza da un'altra
staccionata
Arriviamo a Campolongo
Ora scendiamo verso il Lago Serraia
Arrivati in loc. Paludi di Sternigo (sulla sx i
canneti), manteniamo la destra
Anche qui imbocchiamo la lungo lago sulla sponda nord
Il passaggio nell'abitato di Sternigo
Una delle tante aree attrezzate lungo il lago
Qui la ciclopedonale si fa più larga
Siamo quasi a Baselga
A Baselga è prevista la sosta caffè
Il Merdatleta è raggiante
Anche Giusy, però, che si abbraccia il banco dei dolci
!
Un bel caffè prima di riprendere la discesa
Dopo la pausa, da Baselga scendiamo verso la frazione
Tressilla, passando nelle strade interne
Da Tressilla si sale verso loc. Ferrari
Lasciamo il piccolo abitato, imboccando una strada
quasi coperta da un "tunnel vegetale"
Torniamo su sterrato, in direzione del Laghestèl
Costeggiamo gli antichi muri a secco, in direzione del
biotopo
Lasciamo correre le nostre MTB sul compatto sentiero
La stradina scende con un divertente susseguirsi di
curve
Arriviamo al Laghestèl, che da questo lato si può
osservare meglio
Proseguiamo la discesa
Una sosta prima di affrontare il tratto più tecnico
dell'itinerario
Inizialmente si scende su un fondo sconnesso, con
sassi e radici
Per fortuna non ha piovuto, altrimenti sai che
scivolate su quelle radici esposte !
Poco più in basso il sentiero inizia a stringersi
Pià avanti diventa un vero e proprio single-track
Cristina "litiga" con un ramo ...
Il sentiero scende a zig-zag fra la vegetazione
Più avanti la strada torna ad allargarsi
Usciti dal bosco, si passa su una comoda strada bianca
Scendiamo veloci sul fondo compatto e scorrevole
Più a valle, terminata la forestale, imbocchiamo una
vecchia strada che scende verso Nogarè
Il primo tratto presenta un saliscendi con alcune
rampette spaccagambe
Poi si inizia a scendere in maniera decisa
Anche qui sono visibili le tracce dell'antica
pavimentazione in grossi ciottoli di porfido
La parte finale della strada, alle porte di Nogarè
Breve sosta in paese, dove si riempiono le borracce
Da Nogarè si imbocca la SP 83, che verrà percorsa per
un breve tratto
Dopo circa mezzo chilometro, infatti, si svolta a
sinistra
Si scende verso Madrano
La bella stradina costeggia alcuni verdi prati
Un bel prato in fiore e, sullo sfondo, un campo dove
si allevano lumache (dentro la recinzione)
Arriviamo al laghetto di Madrano
Si tratta di un piccolo specchio d'acqua, grande più o
meno come un campo da calcio
Costeggiamo il laghetto, proseguendo verso Canzolino
Il 6° lago si intravede fra la case, sullo sfondo
Ed ecco il Lago di Canzolino
Ne costeggiamo un tratto, prima di deviare su uno
stretto sentierino
Il sentiero porta dal lago al paese
A Canzolino il Presidente indica la via per il 7° (ed
ultimo) lago
Svendiamo verso il Lago Pudro
Anche qui le serre dei piccoli frutti caratterizzano
il paesaggio agricolo
Arriviamo sul fondo della conca che ospita il biotpo
La strada rissale dal lato opposto
Ecco il cartello che descrive l'area protetta
Ed ecco il laghetto, con i suoi canneti dove
nidificano varie specie di uccelli
Lasciato il 7° lago, puntiamo verso Pergine
Passiamo per la frazione di Casalino
Arriviamo a Pergine, ormai il giro è concluso
E dopo 44 km, eccoci di nuovo al parcheggio
Grazie a tutti e ... |
|
alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |