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Disputata oggi in Valle di Cembra, sul suggestivo "Sentiero dei vecchi mestieri", l'uscita di chiusura del programma trekking 2014. Un'uscita tanto bella quanto avventurosa, complice la piena del torrente Avisio che in ben due punti ha sommerso il sentiero, costringendo i Rinco ... ad ingegnarsi! E al termine dell'uscita, la castagnata sociale a Grumes, annaffiata dal vino novello ... |
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la cronaca |
Grauno-Grumes (TN). E' stata davvero un'avventura l'uscita che oggi - in Valle di Cembra - ha chiuso il programma trekking 2014. In calendario c'era l'escursione sul "Sentiero dei vecchi mestieri", un interessante itinerario che si sviluppa nei comuni di Grauno, Grumes e Sover, predisposto qualche anno fa collegando fra loro una serie di antichi siti produttivi che operavano in zona, nonché dei vecchi sentieri addirittura di epoca medievale, con suggestivi passaggi a sfondo naturalistico.
L'acqua, possiamo dire, è stata la protagonista di questa giornata, non solo perchè le varie attività come mulini, fucine, segherie ecc. sfruttavano la forza motrice dei ruscelli e dei torrenti lungo i quali erano costruite, ma anche per gli imprevisti che i Rinco hanno dovuto affrontare ...
Ma andiamo con ordine. La giornata - quanto meno in Valle di Cembra - non prometteva male sotto il profilo meteo e infatti, mentre da Trento o Rovereto giungevano via telefono notizie di pioggia, i Rinco - a parte quattro gocce nella parte iniziale del percorso - sono stati davvero fortunati (a pranzo, seduti sui muretti di Maso Pianazzi, c'era un tiepido sole ...).
Il gruppo, composto da 20 trekker, è partito verso le 9:30 dalla parte bassa del paese di Grauno, a 900 m. circa di quota. Da qui si è saliti in paese, attraversando i vicoletti fra le vecchie case, fino a raggiungere la parte sommitale, che era anche il punto più elevato dell'itinerario odierno (m.976). Una volta raggiunto il GPM, è stato imboccato il comodo e largo sentiero che in leggera discesa porta verso la Valle dei Molini, per affrontare il primo tratto in cui abbiamo idealmente suddiviso il percorso, ovvero quello a sfondo etnografico. Il primo sito ad essere toccato è il Molino Cristofori (m.940), con la sua grande ruota ad acqua ancora funzionante. Da lì inizia la discesa nella stretta valle, passando per numerosi altri siti produttivi d'un tempo, come la Fucina Felicetti (che ai tempi d'oro, quando era in piena produzione, sfornava anche 1000 chiodi per scarpe al giorno), o la segheria Valentini (presso la quale c'è ancora una grossa pietra recante l'incisione dell'anno 1845, oltre alle iniziali del titolare V + C), il Molino Gottardini, la "segheria alla veneziana" (dove i tronchi venivano tagliati in senso longitudinale, producendo delle grosse tavole impiegate sia nella cantieristica navale che nelle costruzioni edili), la Fucina Cristofori, il Molino Nones, il Molino Eccli, il Molino Dalle Nogare, fino ad arrivare al Maso "da la Rio", posto poco a monte dell'Avisio.
Proseguendo la discesa si è così giunto al "Pont da la Rio", ovvero il ponte sull'Avisio che collega il territorio di Grauno e Grumes con la sponda opposta, dove si trova Sover. Il ponte è esistito fin dall'antichità, tanto che erano frequenti i contatti di ogni genere, da quello commerciale fino ai matrimoni, fra soggetti delle due sponde opposte, altrimenti separati dalla profonda forra del torrente che impedisce ogni tipo di collegamento. Nel novembre del 1966, a causa dell'alluvione che colpì molte zone del Trentino (fra cui il capoluogo, Trento), il ponte fu letteralmente spazzato via dalla furia dell'acqua ed oggi sono ancora visibili i pilastri di sostegno in porfido ed alcuni tiranti in ferro, rimasti penzoloni nel torrente. Nel 2009 - dopo oltre 40 anni - il ponte venne ricostruito (con una concezione più moderna e ben più alto di quello antico) ed ora il collegamento diretto fra Grauno-Grumes e Sover è nuovamente possibile, anche se visti i tempi moderni e soprattutto i ripidi sentieri, crediamo che siano ben pochi quelli che si spingono fino al greto dell'Avisio per poi risalire sulla sonda opposta!
Oltrepassato il torrente ed arrivati alla località "ai Molini",è iniziato il 2° tratto dell'itinerario, quello a sfondo prettamente naturalistico, lungo il greto del corso d'acqua. Come si temeva alla vigilia, però, l'aumento della portata dell'Avisio causato dalle forti piogge della settimana ha fatto trovare ai Rinco la sorpresa ... Percorso nemmeno mezzo chilometro dai Molini, infatti, ecco il primo tratto di sentiero, quello più basso, completamente sommerso dall'acqua! Studiando un'alternativa sulla mappa del GPS, si è provato ad aggirare l'ostacolo passando a monte, ma il sentiero che inizialmente aveva fatto ben sperare, è terminato non appena arrivati in cima al piccolo promontorio roccioso che si trovava proprio sopra il tratto allagato. Senza perdersi d'animo, i Rinco hanno quindi valutato la possibilità di scendere attraverso le balze rocciose, per andare ad intercettare il sentiero che correva più in basso, a monte del punto in cui l'acqua ne impediva la percorrenza.
Prima sono scesi Big Bobby e il Presidente, in avanscoperta, poi - una volta visto che con la dovuta prudenza il passaggio era fattibile- l'intero gruppo si è calato (a volte anche col sedere!) nel ripido passaggio, in mezzo alla fitta vegetazione, fino ad arrivare al sentiero dove si è potuto proseguire come da programma.
Che pensava, però, che le avventure fossero finite lì, ha dovuto ricredersi un mezzo km più avanti, quando il sentiero - che fino a quel momento si era mantenuto alto nel bosco - è sceso nuovamente verso il greto del torrente, andando ancora una volta a sparire ... nell'acqua! Questa volta l'opzione dell'aggiramento a monte è stata subito scartata, visto che si trattava di ripide pareti verticali in porfido! Le opzioni - a qel punto - erano due: o tornare indietro, rifacendo però in salita il ripido passaggio percorso poco prima, oppure trovare un modo per guadare quella decina di metri che separava i due punti de sentiero interrotti dall'invasione del torrente.
Ed è stato così che i Rinco si sono trasformati in Genio Pontieri, disponendosi in fila indiana e attivando un passamano di grosse pietre che, gettate in acqua una dietro l'altra, hanno consentito di allestire un rudimentale ma efficace passaggio, grazie al quale si è riusciti a superare anche questo secondo ostacolo.
Da comica (peccato che nessuno stesse filmando o fotografando) la scena in cui il Presidente - che faceva da "testa di ponte" - ha perso il precario equilibrio mentre stava maneggiando una grossa pietra, scivolando in avanti e finendo con i piedi in acqua! A quel punto non gli è rimasto che continuare a correre, balzando velocemente sulla riva opposta e riducendo così al minimo il tempo di ammollo! Grazie agli scarponi in gore-tex e alla velocità con cui è balzato sui massi dall'altro lato, i piedi sono rimasti asciutti (non così la parte terminal dei pantaloni ...), scongiurando così un fastidioso prosieguo dell'itinerario con i piedi inzuppati d'acqua gelida!
Passato anche questo ostacolo, il gruppo ha proseguito la sua risalita in un paesaggio a tratti selvaggio, quasi da foresta pluviale, con il terreno, i massi e molti alberi totalmente ricoperti da uno spesso e verdissimo strato di muschio. Il sentiero - poco più avanti - ha iniziato a salire nel bosco, staccandosi sempre più dal greto del torrente Avisio, il che ha indotto a pensare che con i guadi - per oggi - avevamo finito. Macchè ... Fosre avevao finito con l'Avisio, ma dovevamo fare i conti anche con i ruscelli che in tempi normali sono - per usare un gergo locale - 'na pisaròla, mentre oggi, in seguito alle forti piogge della settimana, erano carichi come non mai. E così, una volta giunti al Rio Croce, ecco il terzo guado della giornata, per oltrepassare la spumeggiante e rumorosa corrente d'acqua che scendeva veloce nella stretta valletta.
Dopo questa ennesima avventura, gli imprevisti sono finalmente finiti e da lì non è rimasto che salire nel bosco fino alla località Pianazzi (così chiamata per via dei terrazzamenti realizzati un tempo, a scopo di coltivazione), dove si trova un antico maso. Qui il gruppo ha fatto tappa per il pranzo (era ormai l'una ...), godendosi il tiepido sole mentre si azzannavano i panini, seduti sugli antichi muretti a secco.
Dopo la sosta è ripresa la salita, ripidissima (!), sulla strada cementata che dal Maso Pianazzi porta al paese di Piscine, frazione di Sover, dove è stata fatta una breve tappa presso l'apicoltura di Marco Vettori, che ci ha fatto degustare alcuni dei suoi prodotti. L'itinerario è quindi proseguito sul "Percorso vita", un bel sentiero nel bosco che con un leggero saliscendi collega Piscine con il capoluogo, Sover.
Da qui, dopo aver attraversata il paese, è stata imboccata l'antica strada di epoca medievale, costeggiata da alti muri a secco e pavimentata con ciottoli di fiume, che scende ripida fino "ai Molini", dove si era transitati all'inizio del tratto lungo il greto dell'Avisio. Dai Molini, una volta ripassati in sponda destra dell'Avisio, è cominciata la salita finale, in mezzo ad un bosco di castagni dove si trovano alcune piante davvero monumentali (una, in particolare, è davvero gigante, con una circonferenza alla base che raggiunge tranquillamente i 6-7 metri).
La ripida salita nel castagneto si è conclusa sulla SS 612 della Valle di cembra, poco sotto Grauno. Da qui non è rimasto che imboccare il sentiero che in pochi minuti ha portato fino alla parte inferiore del paese, dove si era partiti al mattino e dove si è chiuso l'itinerario che dai 13 km inizialmente previsti ha sforato - a causa delle deviazioni - quota 15 !
Dopo l'escursione il gruppo si è spostato nel vicino paese di Grumes, in località Pradet, dove in quattro e quattrotto è stato acceso il fuoco e sono state cotte le castagne, utilizzando anche l'attrezzo infernale realizzato in settimana da Big Bobby e rivelatosi perfettamente funzionante! Tra caldarroste e vino novello si è fatto notte (non in senso metaforico, perchè era davvero buio pesto!) e quando erano ormai le 18:00 si è sbaraccato il tutto per fare rientro a casa.
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Ora l'appuntamento è per sabato 22 novembre con l'uscita d'autunno di Bici & Bicèri (che chiuderà le attività sportive del 2014). Questa volta si pedalerà nella Piana Rotaliana, con visita alla cantina dell'Azienda Agricola Zeni di Grumo-S.Michele all'Adige.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 13 km (al netto delle deviazioni, in realtà ne sono stati fatti almeno un paio in più!), mentre il dislivello superato è stato di circa 700 metri. L'altimetria prevede un tratto iniziale di 1 km in leggera salita, dalla parte bassa del paese di Grauno fino alla parte alta, punto di massima elevazione del tour. Segue la discesa nella valle dei Molini, di quasi 3 km, fino al greto dell'Avisio. Attraversato il torrente, ci sono circa 2,5 km in saliscendi lungo il greto, seguiti dalla impegnativa (per la pendenza) salita che in un paio di km porta a Piscine di Sover, passando per Maso Pianazzi. Da Piscine ci si sposta a Sover sul "percorso vita" (circa 3 km in saliscendi nel bosco), poi c'è la discesa di circa 2 km che riporta in fondo alla gola dell'Avisio. Da qui inizia la salita finale, circa 2 km fra castagni, fino a Grauno dove si chiude il percorso ad "8". GPM nella parte alta di Grauno, m. 976.
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le immagini |
1° tratto
(etnografico)
Discesa nella Valle dei Molini,
sul "Sentiero dei vecchi mestieri"
Al mattino - verso le 7:30 - il cielo è coperto, ma uno squarcio di luce verso
la Val di Cembra fa ben sperare
Raggiungiamo Grauno, in alta Valle di Cembra, dov'è prevista la partenza
Quassù il cielo presenta ampi squarci d'azzurro. Bene così ...
Il gruppo, poco prima del via
Verso le 9:30 il gruppo s'incammina, in salita, verso il paese
Attraversiamo il caratteristico centro storico, fra le antiche case
Arrivati a monte del paese (punto più alto dell'itinerario) ... inizia a
piovigginare! E che c....!
Il Camoscio della Sila si mette in testa il copri-casco (?!?), creando un
"effetto Salvador Dalì"
Siamo all'imbocco della Val dei Molini, dove si trova il "Sentiero dei vecchi
mestieri"
Ci incamminiamo sul comodo sentiero in leggera discesa
In questa stagione, il bosco è un'esplosione di colori
La pioggia, nel frattempo, è cessata
Arriviamo al Molino Cristofori, il più alto (m.940) dei vari siti dei "vecchi
mestieri"
La segnaletica del percorso
Il Molino Cristofori è uno dei meglio conservati fra i tanti di questo tracciato
La grande ruota in legno, azionata dall'acqua e tuttora funzionante
Imbocchiamo il sentiero che scende nella valle, costeggiando il Rio Molini
Il tavolato di questo ponte in legno (e in discesa!) è una saponetta! Meno male che qualche
persona intelligen-
te ha messo
dei traversini in legno, dove ci si può impuntare con gli scarponi, evitando
così di finire a terra !
Poco più in basso, ecco i resti (ben poco, giusto la base dei muri
perimetrali) della Fucina Felicetti
Proseguiamo sul bel sentiero che costeggia il rio
La segheria Valentini, con la pietra recante l'incisione del 1845 e le
iniziali V + C
Poco più in là, il Molino Gottardini, con le sue vecchie macine ormai
ricoperte dal muschio
Del molino è rimasta in piedi la scatola dell'edificio
I Rinco visti dal molino ...
La valle è in discesa, ma il sentiero - con le sue scalette e le sue
passerelle - presenta vari saliscendi
Ecco un tratto con le passerelle d'acciaio
Il rio ha scavato nel duro porfido una valle molto stretta
Un altro punto con le passerelle
Gli scalini (ovviamente in porfido) vanno affrontati con prudenza, essendo resi
scivolosi sia dall'acqua, sia dalla poltiglia di fogliame bagnato che vi si è
depositata
Proseguiamo la nostra discesa, in mezzo agli splendidi colori dell'autunno
Un lavoro davvero ben fatto, che consente di percorrere anche i tratti più
impervi
Il percorso scende a zig-zag
Una bella cascata di un rio laterale
Acqua pura, di fonte ...
I punti più esposti sono stati dotati di parapetti in corde d'acciaio
Arriviamo sulla vecchia statale della Val di Cembra, divenuta ora una strada
secondaria
Qui si trova la vecchia segheria "alla veneziana"
Ci fermiamo ad osservare i meccanismi della sega azionata dall'acqua
I tronchi venivano tagliati longitudinalmente, ricavando delle grosse
tavole
Scendiamo nella parte posteriore della segheria, dove si vede la ruota
che trasmette il movimento alla sega
Riprendiamo il cammino ...
Passiamo sulla sponda sinistra del rio
Scendiamo verso valle, mentre torna a splendere il sole
Arriviamo alla Fucina Cristofori
Anche questo edificio è molto ben conservato, come pure la ruota in legno
azionata dall'acqua
Sopra la fucina, passa il viadotto della statale della Val di Cembra. Non
proprio uno spettacolo ...
Meglio guadare in basso, dove la Natura ci regalata dei quadretti niente male
Attraversiamo nuovamente il Rio Molini
Poco più a valle passiamo davanti al Molino Nones
Dobbiamo attraversare nuovamente il rio, ma stavolta niente comodi ponti ...
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Video: l'attraversamento del ponticello sul Rio Molini |
Il Presidente con Maya, lo splendido labrador di WikiMau
Le tavole di legno sono rese viscide dall'umidità e si deve avanzare con molta
cautela
Proseguiamo la discesa
Un altro ponticello, costituito da una semplice coppia di tavole
I ruderi del Molino Eccli, con le vecchie macine in porfido
Ancora un attraversamento del rio. Oggi guadi sono stati un'infinità (ma
quelli belli devono ancora venire ...)
Anche qui, vista la scivolosità delle assi, si deve avanzare a piccoli passi,
quasi trascinando i piedi
Un altro molino (il Dalle Nogare), con le macine in pietra riverse a
terra
Si passa per l'ennesima volta sulla sponda opposta del corso d'acqua. Stavolta
troviamo il ponte!
In fondo alla valle incontriamo la strada asfaltata che serve il Maso La Rio
Percorriamo qualche centinaio di metri, prima di arrivare al maso
Proseguiamo il nostro cammino, ora baciati dal sole
Arriviamo al Maso La Rio
Si noti l'uso dialettale del genere femminile anche per un
sostantivo maschile (il rio).
Probabilmente l'uso del genere femminile è riferito all'acqua (in Fiemme
l'Avisio è chiamato "la Vis")
Breve sosta al maso, prima di proseguire
In alto, dall'altra parte della valle dell'Avisio, il paese di Sover
Dal maso imbocchiamo il sentiero che scende al torrente
Raggiunta la gola, si prosegue in falsopiano
Arriviamo al ponte che attraversa il corso d'acqua
Il pannello esplicativo racconta la storia del ponte, ricostruito nel 2009 dove
si trovava quello che
venne spazzato via dalla fortissima piena del novembre 1966, l'anno
dell'alluvione
Siamo a quota 600, il punto più basso dell'itinerario. A destra una foto
d'epoca del vecchio ponte
Attraversiamo l'Avisio e passiamo sulla sponda sinistra
Con l'approdo nel comune di Sover, termina la prima parte dell'itinerario
2° tratto
(naturalistico)
Dai "Molini" a Piscine di Sover,
nella gola del torrente Avisio
Appena al di là del ponte c'è la località di Molini, nel comune di Sover. Il
toponimo non lascia dubbi ...
Seguiamo le indicazioni per il "Sentiero dei vecchi mestieri", puntando verso il
greto dell'Avisio
Aggiriamo questo vecchio maso
Attraversiamo il bel prato attorno alla costruzione, seguendo la traccia
nell'erba
Subito dopo, però, la prima sorpresa: il nostro cammino si interrompe davanti
all'acqua!
Il sentiero dovrebbe proseguire verso monte come indicato dai punti rossi, ma a
causa delle forti piogge
della settimana l'Avisio si è
ingrossato, occupando l'intera sede del suo alveo (quello che si vede in foto
è solo un ramo laterale del torrente, staccatosi
dal corso principale). Che si fa? Intanto torniamo indietro ...
Arrivati ai Molini e cerchiamo di vedere, orientandoci con il GPS,
se è possibile passare a
monte del punto allagato, andando a riprendere il sentiero un po' più avanti ...
Qui un vecchio sentiero c'è. Resta solo da vedere fin dove arriva!
Più avanti non rimane che un traccia nell'erba. Speriamo bene ...
Ops! Giunti sulla sommità del piccolo promontorio, la traccia finisce. Il GPS
indica che il sentiero si trova
solo a poche decine di metri, sotto di noi. Vediamo se è possibile scendere ...
Via libera, sentiero intercettato! E così l'intero gruppo, con la dovuta
cautela, inizia la discesa
Il primo tratto è fatto di grossi gradoni nel porfido
Blocchi che sembrano squadrati dall'uomo, ma che in realtà sono del tutto
naturali
Piano piano, tenendoci ai rami degli alberi, ci caliamo verso il greto del
torrente
Superata la parte rocciosa, si arriva in un ripido bosco
Qui si procede fra sassi, radici, rami spezzati. Il tutto reso scivoloso dal
muschio e dal fogliame fradicio!
Sembra di essere nella giungla!
Un bel tocco di avventura fuori-programma!
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Video: la discesa nel bosco |
Finalmente arriviamo al sentiero. L'ostacolo del tratto allagato è stato
superato e possiamo proseguire ...
Più avanti però, un'altra sorpresa! Il sentiero - che in questo tratto si è
avvicinato nuovamente al torrente -
è sott'acqua pure qui ... E stavolta non c'è possibilità di aggirare l'ostacolo
a monte, visto che ci troviamo
sotto una parete rocciosa pressoché verticale. Così decidiamo di costruire un
passaggio di sassi ...
Inizia il passamano con le grosse pietre di porfido (che qui non mancano!)
Il Presidente, che si trovava davanti alla fila, ha perso l'equilibrio finendo
coi piedi in acqua e così
è balzato subito dall'altro lato, per evitare di stare ... in ammollo! Ora
attende il guado dei compagni
Un po' alla volta il guardo prende forma ...
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Video: la costruzione del guado |
Ci siamo quasi ...
Iniziano i primi passaggi
La colonna dei Rinco si distende sullo stretto passaggio
Più in là, l'Avisio gonfio d'acqua scorre verso valle
Uno alla volta, passiamo oltre il tratto allagato
Ritroviamo nuovamente la traccia del percorso, che prosegue fra i massi
Ora il sentiero inizia a salire, allontanandosi (per fortuna!) dal greto del
torrente
Ora inizia un tratto attrezzato, che sale ripido sulle rocce, a strapiombo sulla
gola del torrente
In breve si vede l'Avisio dall'alto. Il cerchio rosso indica dove è stato fatto
il guado
Nei passaggi più impervi sono state montate delle comode passerelle in acciaio,
come nella Val Molini
Se si deve piegare pure Briz, allora Dorty deve avanzare carponi ?
Eccolo che arriva! Oh, attendo alla capoccia !
Proseguiamo in un ambiente sempre più selvaggio
Il torrente si allontana sempre più
Ora inizia un tratto nel bosco, lungo il vecchio tracciato del torrente
Ecco la gola nel porfido dove anticamente passava l'Avisio, che poi si è scavato
un
altro letto (forse trovando roccia più malleabile), scavando la valle come si
vede oggi
Il passaggio era alto e stretto. Chissà che potenza acquistava l'acqua quando
il torrente si ingrossava dopo i periodi di forti piogge o dopo il disgelo della
neve
Sulla roccia si notano le incisioni scavate dall'acqua, con il suo costante
scorrere
Il sentiero prosegue, sempre con il parapetto in corde d'acciaio nella parte
esposta a valle
Ora si inizia salire
Passiamo in punto dove l'umidità è altissima, il sole non filtra mai dalla
spessa vegetazione e il risultato
è uno spesso tappeto di muschio che ricopre ogni cosa: le pietre, la base degli
alberi, il sentiero ...
Sembra di essere nella foresta pluviale !
Anche qui la segnaletica è presente
Dopo l'esperienza di poco fa, questo guado è un gioco da ragazzi!
Proseguiamo in saliscendi nel bosco
Un altro tratto con scalini in pietra
Ops! Un altro problemino ...Questo ruscello si è gonfiato per bene e il sentiero
riprende dall'altro lato. Un altro guado, ma stavolta con l'acqua corrente!
Maya, beata lei, entra in acqua tranquilla, incurante della bassa temperatura
Noi optiamo per un passaggio aereo, balzando sui sassi o sui tronchi ...
Scene dal film "Survivors - Sopravvissuti" !
Il Presidente guada appoggiando i bastoncini a metà del ruscello
Briz lo imita
Passato anche questo ostacolo, riprendiamo su un sentiero che si sembra
un'autostrada!
Il sentiero diventa poco a poco una strada. Siamo nei pressi della località
Pianazzi
Ed eccoci arrivati al maso più basso del luogo
Il toponimo Pianazzi (qui italianizzato in Pianacci), trae origine dai terreni
ottenuti grazie ai terrazzamenti
Raggiungiamo il maso, che essendo fuori dal bosco è baciato dal sole
In primo piano si scorgono i terrazzamenti che permettevano di coltivare un
terreno altrimenti molto ripido
Ci sediamo al sole. La tappa pranzo si farà qui
In un batter d'occhio, dagli zaini escono panini, formaggio, affettati ...
Maya, con questo profumino di affettati nell'aria, ha l'acquolina in bocca. Ma
non si può!
Scene da presepe ...
La meritata sosta pranzo dopo tante avventure !
Il clima mite di ottobre ha favorito una nuova fioritura delle rose, anche a 800
m. di quota
La vecchia stalla del maso, con la mangiatoia in legno
El vòlt, ovvero il portico con la fontana (che reca la data del 1914)
Soddisfatto l'appetito, riprendiamo il cammino. Il giro è ancora lungo
Lasciamo il maso, imboccando la ripida strada che porta al paese
Una rampa lastricata con pietre di porfido. La pendenza sarà attorno al 30% o
forse anche più
Si avanza a testa bassa ...
Una salita che non molla mai !
Ancora gli splendidi colori dell'autunno
Qui la pendenza raggiunge il suo apice: Playmobil si aggrappa addirittura la
muro!
Una brevissima tregua (10 metri, non di più) all'altezza di un tornante
Poi la salita riprende, stavolta con un lastricato di porfido levigato che con
l'umidità è diventato un vetro!
Una salita da spararsi! scherza Cristina con Briz
Questo, invece, è già morto senza bisogno di usare le armi !
Arrivano anche gli ultimi della fila
Raggiunta la provinciale, si prosegue ancora in salita, sull'altro lato!
Un'altra rampetta niente male ...
Siamo a Piscine, frazione di Sover
Arriviamo all'Apicoltura Marco Vettori, posta proprio lungo il sentiero
Ne approfittiamo per qualche assaggio. Purtroppo l'acquisto non è possibile
perchè la stagione piovosa
ha rovinato i fiori e la produzione di miele, senza polline (il cibo delle api),
è stata scarsissima
Dorty, in stile "Cieco di Sorrento", mentre degusta un dolcissimo e cremoso
millefiori
Il titolare, Marco Vettori, mentre ci illustra le caratteristiche dei suoi
prodotti
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Per
info:
Miele
Valli dell'Avisio Via Lagorai 48 - Sover, fraz. Piscine tel. 0461-698223 mob. 348-4258325 |
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3° tratto (il
rientro alla base)
Da Piscine a Sover (Percorso vita),
ridiscesa alla gola dell'Avisio
e risalita a Grauno (castagneto)
Dopo la sosta all'apicoltura, riprendiamo il cammino in direzione di Sover
Imbocchiamo il bel tracciato del "Percorso vita"
Un passaggio sull'ennesimo ruscello, affluente dell'Avisio
Questo comodo e largo assito, al raffronto con i tronchi e i sassi usati in
precedenza, è una passeggiata!
Alle nostre spalle, il paese di Piscine di Sover
Il sentiero, nella parte iniziale, è in leggera discesa o in falsopiano, poi
segue un saliscendi
Dorty seguito da WikiMau e Maya
Un altro piccolo guado
La discesa verso Sover, su una vecchia strada con pavimentazione acciottolata
Più a valle troviamo l'asfalto. Siamo quasi a Sover ...
Briz e Roberta
La stradina termina all'incrocio con la provinciale in sinistra Avisio
Ecco le prime case di Sover
Scendiamo verso il paese
Attraversiamo il centro
Un tempo, questa era la strada principale ...
Sosta alla fontana per una bella bevuta di acqua fresca
Mara & Max sulla discesa in porfido
Lasciamo Sover e imbocchiamo questa vecchia via, di origine medievale, che
scende ripida verso l'Avisio
La colonna dei Rinco
Grauno è di fronte a noi, ma per arrivarci dobbiamo scendere in fondo alla gola
e poi risalire ....
E allora, che inizia la discesa !
Qui l'erba ha completamente ricoperto la vecchia pavimentazione in ciottoli
Dall'alto si vede il ponte il loc. La Rio, dove torneremo sulla sponda destra
dell'Avisio
Con i raggi del sole, la colorazione del bosco risalta ancora di più
Con questa ripida discesa, non ci metteremo molto ad arrivare a quota 600 ...
Suggestivo passaggio fra antichi muri a secco, una vera arte qui in Val di
Cembra
Arriviamo in loc. Molini, sul fondo valle
La temperatura è mite e qualcuno rischia pure la manica corta!
Walander ed Elena
Landini si gode l'ultimo sole e, in sfregio ai gufi, si mette pure gli occhiali
scuri!
Eccoci al ponte "da La Rio"
Torniamo così in sponda destra, nel comune di Grauno
Ora, riprenderà la salita ...
E che salita! Un rampone che spezza subito le gambe ...
Con questa pendenza, non ci metteremo molto a riguadagnare quota 900 ...
Anche qui il porfido è stato utilizzato per pavimentare la vecchia via
Il sentiero si inerpica fra gli alberi
Più avanti ci sono anche dei tratti a scalini, fatti con dei piccoli tronchi
Entriamo in un bel bosco di castagni, dove sono presenti alcune piante secolari
Il tracciato sale ripido a zig-zag fra gli alberi
Ed ecco il patriarca di questo castagneto
Dopo il castagneto la salita prosegue ripidissima, con fondo cementato
Una pendenza superiore al 30%
Playmobil si appoggia sulle ginocchia: qui servirebbe la teleferica!
Ancora scorci del bosco in veste autunnale
L'ultima rampa che porta alla SS612 della Valle di Cembra, sotto il paese di
Grauno
Attraversata la statale, imbocchiamo questo vecchio sentiero che ci porterà in
paese
Eccoci, siamo quasi arrivati ...
Dietro una curva, il parcheggio da cui siamo partiti stamattina
E dopo oltre 7 ore ... abbiamo finito!
Il dopo-fatiche ...
La castagnata a Grumes
Raggiungiamo la località Pradet, a monte del paese di Grumes. Qui c'è un'area
attrezzata con barbecue
Accendiamo il fuoco sotto l' «attrezzo infernale» realizzato in settimana
da Big Bobby
In breve c'è una bella fiamma
Dorty in versione taglialegna
Intanto si preparano la castagne tagliate
Ecco qua, uno dei frutti più prelibati dell'autunno
Il cilindro è ormai rovente, possiamo procedere ...
Si carica il cilindro ...
E poi via, in cottura
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Video: la cottura delle castagne |
Una decina di minuti o poco più, e saranno pronte ...
Intanto un po' di castagne vengono messe anche sulla piastra riscaldata
Ovviamente la castagna va bagnata con il vino novello !
Che spettacolo !
Vénghino Siori, le caldarosteeee ...
Vecchia ganascia !
Anche questi, però, non scherzano ....
Mmmmm, che bòne !
Intanto è partita la seconda infornata
E così la stagione trekking si chiude davanti al caldo tepore di una stufa
accesa in mezzo al bosco
Grazie a tutti e ...
all'anno prossimo !