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la cronaca |
Passo Vezzena, 07/09/2014. Finalmente! Stavolta gli esperti del meteo ci hanno azzeccato. Dopo una serie di topiche da ridolini, finalmente una previsione giusta e così - dopo l'annullamento della tappa Bike & Trekking di Lavarone-Luserna proprio a causa del meteo ballerino - l'uscita di trekking sul Pizzo di Levico - in programma per oggi sull'Altopiano del Vezzena - non solo è andata regolarmente in scena, ma è stata caratterizzata da uno splendido sole, come non si vedeva da giugno, quando i Rinco andarono incontro a due belle giornate nelle uscite sulla ciclabile di Fiemme (7/6) e al Sella-Ronda (22/6).
Il tracciato, nel centenario dello scoppio della 1ª Guerra Mondiale, era stato disegnato in una zona che all'epoca del conflitto venne interessata dalle operazioni belliche. Si tratta dell'Altopiano del Vezzena, la parte più ad est dei c.d. "altipiani cimbri,", che comprende i territori di Folgaria, Lavarone e Luserna, oltre ad un pezzo di Valsugana (dal punto di vista amministrativo, il territorio attraversato oggi fa parte del Comune di Levico Terme).
La partenza, verso le 9,00, è avvenuta da Malga Fratte, a quota 1400 circa, poco a valle di Passo Vezzena. Da qui il gruppo di 14 trekker - dopo aver tappa alla bella chiesetta di S.Zita, eretta dagli austriaci nel 1917, distrutta dopo la 2ª guerra mondiale e infine ricostruita dagli alpini nel 2008 - ha imboccato i pascoli che si trovano a monte della strada statale della Val d'Assa, salendo verso le colline erbose per poi procedere quasi in parallelo alla strada asfaltata, in direzione di Busa Verle. Qui, nella conca prativa ai piedi del Pizzo di Levico, a quota 1500 m. circa, si trova il forte austriaco (che in tedesco era chiamato Werk Verle) realizzato agli inizi del '900 in previsione della Grande Guerra, nell'ambito della fortificazione della linea posta a ridosso del confine con il Regno d'Italia. Esso era in collegamento visivo con il Forte Vezzena (sulla cima omonima, nota anche come Pizzo di Levico, dove ci siamo poi diretti nel prosieguo della camminata) e con Forte Luserna, posto sull'altura a monte dell'omonimo paese. Il compito di queste strutture era di vigilare sulla Val d'Assa, possibile via d'attacco degli italiani in direzione di Trento.
Forte Busa Verle era di dimensioni ridotte rispetto ai "giganti" Forte Luserna e Forte Belvedere, ed era armato con 4 obici da 100 mm. montati sotto cupole corazzate girevoli (analoghe a quelle viste durante la precedente vista a Forte Belvedere), oltre a 4 cannoni da 60 mm, 2 cannoni da 80 mm. e 15 mitragliatrici. La sua guarnigione era costituita da circa 300 uomini, al comando di un tenente. Nel corso del conflitto subì parecchi bombardamenti, anche pesanti, da parte dei forti italiani posti poco distanti, ma il suo stato di degrado attuale non è in realtà dovuto ai danni delle bombe di un secolo fa, prontamente riparati, bensì all'opera di recupero dell'acciaio da parte del Governo italiano nel 1936, (in previsione della Guerra d'Etiopia), nonché all'azione dei c.d. "recuperanti" nel secondo dopoguerra.
Da Busa Verle è iniziata la salita verso Cima Vezzena, lungo l'antica strada militare che era stata costruita a servizio del forte ivi realizzato. Come tutte le strade militari, anche questa è caratterizzata da una pendenza morbida e costante, che risale il versante sud-ovest della montagna con numerosi tornanti, offrendo - mano a mano che si guadagna quota - un panorama sempre più bello. Quando si raggiunge la cresta, in particolare, la vista si apre anche sulla sottostante alta Valsugana, con lo spettacolo dei due laghi di Caldonazzo e Levico visti dall'alto, separati dal colle di Tenna.
Un ultimo sforzo lungo il sentiero di cresta e il gruppo è giunto ai 1908 metri di Forte Vezzena, una costruzione davvero ardita dal punto di vista architettonico, visto che per realizzarlo gli austriaci avevano letteralmente "affettato" la cima della montagna. Forte Vezzena, per la sua posizione strategica, si era guadagnato l'appellativo di "occhio degli altipiani", perchè da un'unica posizione poteva controllare sia la sottostante distesa degli altipiani di Luserna e Lavarone, sia la Valsugana, sulla quale si affaccia dominandola dall'alto, con uno strapiombo di circa 1300 metri!
Preso di mira più volte dagli italiani, che cercarono di conquistarlo in particolare fra il 1915 e il 1916, resistette a tutti i tentativi di attacco, restando così inespugnabile. Anche Forte Vezzena, come Forte Busa Verle, subì pesanti attacchi d'artiglieria fin dai primi giorni di guerra (si vedano, in proposito, le immagini d'epoca sotto riportate), ma anche in questo caso il suo attuale stato di rovina è dovuto all'azione dei "recuperanti" nel dopoguerra.
Dopo la sosta a Forte Vezzena, il gruppo ha iniziato la discesa sul versante opposto (quello sud-est), lungo la cresta che collega Cima Vezzena con Cima Manderiolo (o Mandriolo), una vetta poco distante ed alta 2049 m., dove era stato realizzato un osservatorio militare italiano, con compiti analoghi a quelli di Forte Vezzena, ma ovviamente al servizio della parte opposta! Una volta giunti nei pressi della sella posta fra le due cime, è stato abbandonato il sentiero di cresta per proseguire sulla destra fra i prati, nella valle compresa fra i versanti delle due montagne. Qui sono - lungo la discesa - state incontrate Malga Marcai di Sopra e, poco più a valle, Malga Marcai di Sotto, due delle tante strutture per l'alpeggio del bestiame ubicate nei prati dell'altopiano del Vezzena.
La discesa è proseguita nei pascoli (più ripida della salita), fino a sbucare nei pressi di Malga Fratte, dove si è chiuso l'anello di circa 12,5 km.
Dopo aver riposto zaini e scarponi, il gruppo si è recata nella malga, dove si è provveduto a ritirare il formaggio spettante nell'ambito dell'iniziativa "Adotta una mucca", lanciata dall'APT Valsugana-Lagorai. Noi - come noto - avevamo adottato la mucca Nutella, ed oggi abbiamo gustato i suoi prodotti!
Inutile ricordare che i formaggi prodotti con il latte della "nostra" Nutella erano davvero squisiti e che ... non è avanzato nulla!
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Ora l'appuntamento con il trekking è per inizio ottobre, quando si andrà a visitare il Canyon del Rio Novella, in val di Non. L'uscita - come ricorderete - era stata inserita nel programma della scorsa stagione, ma uno smottamento del terreno avvenuto a poche ore dalla partenza, con chiusura immediata del tracciato per motivi di sicurezza, aveva costretto ad una modifica in corsa del nostro programma, con visita del Canyon Rio Sass a Fondo, sempre in val di Non. Quest'anno ci riproveremo ...
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 12,5 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 600 metri. Uscita con la classifica altimetria a triangolo, tutta salta all'andata, tutta discesa al ritorno. Più dolce la salita (7,5 km), anche perchè non consecutiva ma intervallata da tratti in falsopiano, decisamente più ripida la discesa fra i pascoli (stesso dislivello, ma in 4,5 km). GPM a Cima Vezzena, m. 1908.
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1. La salita
Alle 7 del mattino - dopo una notte di pioggia - le nuvole si stanno diradando.
L'alba sulla Paganella, vista da Lavis, lascia ben presagire ...
Alle 9 meno un quarto siamo nel parcheggio di Malga Fratte, poco sotto Passo
Vezzena
La malga è ancora avvolta da basse nubi
Alle 9 in punto, si parte
Percorriamo circa 200 m. a bordo della strada statale, fino all'imbocco
del sentiero
Di fronte a noi il cielo è ancora plumbeo
Verso est, invece, si cominciano a vedere ampie schiarite
Arriviamo alla chiesetta di Santa Zita, costruita dagli austriaci nel 1914
Qui c'è un monumento dedicato a tutti i caduti, con le bandiere italiana,
austriaca ed europea
Varchiamo il cancelletto ed entriamo nel pascolo
La mucche ci guardano incuriosite
Imbocchiamo la traccia, appena visibile nell'erba alta
Quando si passa da un appezzamento all'altro, è necessario passare le recinzioni
(non sempre c'è il varco!)
UNITED COLOR OF VEZZENA
Puntiamo verso la collina che ci separa da Busa Verle
Incolonnati nei pascoli
Baldazàr con la figlia Giada
Rinco al pascolo ...
Ora procediamo "a naso", camminando nell'erba, senza seguire la traccia
Il Pizzo di Levico ci guarda dall'alto dei suoi 1908 metri, ancora avvolto da
una nuvoletta
Con lo zoom si nota un certo assembramento in vetta. Oggi c'è l'inaugurazione di
un nuovo sentiero SAT
La nostra colonna procede verso Busa Verle
Camminiamo nell'erba alta, per fortuna poco bagnata!
Eccoci arrivati a Busa Verle
Qui c'è l'omonimo forte austriaco, ormai ridotto in rovina
Il forte faceva parte della linea di difesa del confine sud-orientale con
l'Italia
Ripartiamo, ora ci aspetta la salita!
Attraversiamo Busa Verle
Ora la cima è sgombra di nubi
Fin sulì dovèn nàr? Pu.... vàca! |
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Ci dirigiamo verso l'inizio della salita
Uno strappetto per passare dal prato alla strada
Il primo tratto è stato asfaltato, per raggiungere più facilmente malga Marcai
Dopo qualche tornante, ecco il bivio per Cima Vezzena
Ora si procederà su sterrato
Si ratta della vecchia strada militare per il forte, di cui rimangono ancora
alcuni manufatti in pietra
Come tutte le strade militari, ha una pendenza moderata e si cammina in tutta
tranquillità
Come si può notare guardando a terra, il muretto di contenimento - in alcuni
punti - è stato interrato dopo
che è avvenuto un allargamento verso valle della carreggiata, in epoche
successive alla sua costruzione
Tornante dopo tornante, si guadagna quota ...
Ogni tanto una breve sosta, per tirare il fiato
Dopo un primo tratto nel bosco, si esce in campo aperto
Arriviamo ad un tornante dove si trova un punto panoramico
Raggiungiamo lo sperone roccioso per goderci la vista
Ecco, da qui si vene benissimo ...
Che spettacolo! Ecco i laghi di Caldonazzo e Levico visti dall'alto
Verso nord-ovest c'è la Vigolana, ancora avvolta dalla nuvoletta di Fantozzi
Ad ovest l'altopiano del Vezzena, con i suoi pascoli e le sue malghe
Il Presidente non si lascia scappare una bella foto ricordo
Dopo aver ripreso in lungo e in largo tutti gli angoli del panorama, ci
accingiamo a tornare sulla strada
Eccoci ritornati alla curva di prima
Il muretto di contenimento del terrapieno, nonostante il secolo di vita, tiene
ancora molto bene
Riprendiamo la salita
Si cominciano a trovare vecchie costruzioni militari, ormai in rovina
Un altro tornante
Orami si cammina in pieno sole
Anche dall'ultima curva si può ammirare un bel panorama dell'alta Valsugana
E anche Dorty vuole la foto ricordo!
Ora si riesce a vedere anche malga Fratte, da dove siamo partiti qualche ora fa
L'ultimo tratto di salita, con la Cima Vezzena già in vista
Più in là c'è Cima Manderiolo (meta di una nostra ciaspolata, come il Pizzo di
Levico, qualche anno fa)
Le vecchie trincee sotto la cima, ormai invase dalla vegetazione
Orami siamo a un centinaio di metri dalla vetta
Il Presidente e Dorty in posa, prima di affrontare gli ultimi metri
Ecco il Pizzo di Levico (o Cima Vezzena), con il forte austriaco scavato nella
roccia
Il Camoscio (appena rientrato dalla Calabria), mentre affronta l'ultima tratto
di salita
Lo strappo finale
Percorriamo gli ultimi metri di salita che portano al forte
Prima di andarci a sistemare sul versante sud (quello soleggiato) andiamo a
visitare la struttura del forte
Si tratta di un'ardita opera militare, scavata direttamente nella roccia della
cima
La facciata del forte (esposta verso nord, cioè verso il lato amico)
Scorci della struttura, ormai cadente
Sul lato nord era stato lasciato una sorta di cortile, al riparo dalla vista del
nemico
Ci fermiamo ad osservare il panorama
Il "Geometra" controlla lo stato dei solai ...
I muri interni, sgretolati, sono crollati ovunque, anche nei fori delle finestre
Anche dal cortile del forte c'era un panorama niente male!
Lasciamo il lato nord del forte per salire sul versante opposto della cima
(quello che era visibile dal nemico)
Da questo lato si vedeva una normale vetta rocciosa
Il panorama da una finestra del forte, visibile dall'esterno a causa del crollo
del solaio
A terra ci sono ancora i segni dei bombardamenti, con pezzi di roccia e
calcestruzzo sparsi ovunque
Saltellando sui sassi e sui pezzi di calcestruzzo arriviamo in vetta
Ecco conquistata Cima Vezzena a quota 1908 m.s.l.m.
Il relax dopo la salita
La vista verso la bassa Valsugana
Il riposo dei "veci"
Snack panoramico !
Missione compiuta!
L'immancabile foto di gruppo
2. La discesa
Iniziamo la discesa, saltellando sui detriti delle esplosioni
La pendenza, nel primo tratto di discesa, è decisamente importante
Imbocchiamo il ripido sentiero di cresta, che conduce a Cima Manderiolo
Ci lasciamo alle spalle la croce sulla cima
Dorty mentre affronta il ripido costone erboso
Qui il sentiero è appena accennato nell'erba
Più a valle si entra in un fitto bosco di pini mughi
Il Dotto impegnato nella discesa
Proseguiamo sullo stretto sentiero, con Cima Mandriolo davanti a noi
Immerso nei mughi ...
Quassù si trova il mirtillo rosso
Ormai non manca molto alla sella fra Cima Vezzena e Cima Mandriolo
Poco più in basso - infatti - si scorge il pascolo
Un ultimo salto sulle pietre ...
... ed eccoci al bivio
Qui noi lasciamo il sentiero di cresta, per scendere nei prati verso valle
Seguiamo la traccia visibile nell'erba
La colonna in discesa
La cima è lassù, oltre il bosco
Con lo zoom si scorgono le numerose persone che in una così bella giornata hanno
deciso di salirvi
Il Dotto seguito da Dorty
Dopo quel tratto fra sassi e radici, un comodo prato ci vuole!
Incontriamo un piccolo laghetto
Si tratta di un bacino per far abbeverare il bestiame
Noi seguiamo il sentiero che percorre la valletta erbosa fra i due versanti del
Vezzena e del Mandriolo
Rinco al pascolo ...
Incontriamo la recinzione del pascolo di malga Marcai di sopra
Qui c'è il varco per poter passare senza difficoltà
Scendiamo in un tratto dissestato, dove si è proceduto ad un disboscamento
Un'altra pozza per il bestiame
Ormai siamo arrivati alla prima malga lungo la discesa
Un breve cambio di pendenza, per raggiungere la strada
Percorriamo un breve tratto della sterrata
Max e Mara, anche oggi presenti!
Ed ecco Malga Marcai di Sopra, sbucare da dietro una collina
Primo piano della struttura
La moda del piercing al naso si è diffusa anche fra le vacche a quattro
zampe
(fra quelle a due zampe, invece, era in uso ormai da tempo ...)
Da malga Marcai basterà seguire la linea elettrica per arrivare dritti alla meta
Riprendiamo la discesa nei prati
Pascoli così verdi, in estate, non si era mai visti!
Seguendo i pali della luce, proseguiamo la nostra discesa
Ormai manca una mezzoretta al traguardo
Qui il varco non lo troviamo, e allora vai con il metodo "Olio cuore ..."
Affrontiamo un tratto nel bosco
Seguiamo la striscia disboscata dove passa la linea elettrica
Oggi è stata riaperta la caccia e su quel capanno c'è un tiratore in attesa.
Ocio eh, siàm mica caprioli noi!!!
Usciamo dal bosco nei pressi di Malga Marcai di sotto
Ormai il cappello alla Ellery Queen ha fato furori !
L'ultima rampa prima di arrivare sulla strada
Fosche nubi ci arrivano alle spalle. Per fortuna saranno passeggere e ... senza
acqua!
Eccoci arrivati alla strada che porta alla malga Marcai di Sotto
Ci dirigiamo verso la vicina statale
Arriviamo alle spalle della chiesetta di Santa Zita
Il cielo è rimasto azzurro, potremo mangiare tranquilli !
Di nuovo i 200 metri a bordo strada percorsi stamane in senso inverso
Loro mangiano, e noi ?
Eccoci di ritorno a Malga Fratte. Adesso andiamo a mangiare anche noi, che sono
quasi le 2 !
3. il ristoro in malga
Uno degli edifici della struttura, appartenente al Comune di Levico
Come sempre, c'è un sacco di gente che acquisto l'ottimo formaggio prodotto in
loco
Ci è stato riservato un paio di tavoli con ombrellone, casomai dovesse piovere
... (ma non accadrà, tiè!)
Si comincia a preparare il ristoro
Ci sistemiamo a tavola, con pane, salumi e formaggio
Due splendidi taglieri con vari tipi di formaggio: il prodotto della
"nostra" mucca Nutella
Tavolata 1
e tavolata 2
E nel giro di qualche minuto ...
Il Camoscio, fresco di rientro dalla Calabria, azzanna il panino
La ciucciata della staffa!
E dopo mangiato, sole a go go !
C'è anche il caffè !
Due chiacchiere con Ferruccio Cetto, il malgaro
Una foto ricordo davanti alla casara
Micio spericolato !
Un giretto nella fattoria di Malga Fratte
Simpatici vitellini
Oche e anatre
"Valà Galìna!"
"Valà oca!"
Coniglietti
L'asinella (gravida)
"Ma te pàr el posto per dormìr ?"
"Ma l'è càlt ancòi!"
"Avè finì de far casìn voi dòi, che sen chi che dormìn !"
I gestori di Malga Fratte
Ferruccio Cetto, il malgaro
Le addette al punto vendita dei formaggi
Qui non manca mai l'allegria !
La nostra mucca "Nutella"
Mi pare di aver visto la "nostra" Nutella ...
Ciao! Com'ela?
Quest'anno l'erba verde non ti manca!
Tieni, mangia!
Complimenti Nutella! |
Grazie a tutti e alla prossima!