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Affacciati sulla Val di Non |
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la cronaca |
Revò (TN). E' stata disputata ieri, nell'ambito del 1° "Bike & Trekking" della stagione, la seconda uscita del programma trekking 2014. Protagonista della giornata è stato il Monte Ozolo, un piccolo rilievo affacciato sul Lago di Santa Giustina (sulla c.d. "terza sponda"), per la verità non molto conosciuto al di fuori dell'Anaunia ed anche poco frequentato per via della mancanza di rifugi o malghe (oggi infatti, a parte 4 boscaioli, non abbiamo incontrato proprio nessuno!), ma che forse proprio per questa sua lontananza dai circuiti turistici tradizionali offre una tranquillità che non si trova più nelle località più blasonate (e frequentate).
Il gruppo trekking, dopo aver lasciato i biker al campo sportivo di Revò (da dove partiva il tracciato in bici), sono saliti in auto fino a monte del paese, poco sopra i meleti ed all'inizio del bosco, dove inizia la strada per il Monte Ozolo.
Dopo un breve tratto su asfalto, è stata imboccata la forestale "Monte Ozol". La strada sale con lunghe diagonali sul ripido versante orientale del monte, quello affacciato sull'alta Val di Non, con panorama sulle vette che separano l'Anaunia dalla Val d'Adige (Penegal, Roen, Predaia)
Una particolarità storica:
la zona visibile guardando dall'Ozolo in direzione est (in pratica, tutta
l'alta Val di Non), fu teatro, sia nel 1905 sotto l'Impero Austro-Ungarico,
sia nel 1935 sotto il Regno d'Italia, delle c.d. "Grandi manovre militari".
Le prime vennero organizzate per consentire all'esercito austriaco di
ispezionare le propaggini meridionali del Tirolo (ed i teatri di possibili
battaglie) in previsione della guerra contro l'Italia, mentre le seconde
furono organizzate prima della guerra d'Abissinia, poichè la val di Non -
secondo gli esperti militari - ricordava climaticamente ed orograficamente
le terre che di lì a poco sarebbero state invase dai nostri soldati. Alle
manovre del 1905 volle assistere direttamente l'Imperatore Francesco
Giuseppe (il Kaiser Franz Joseph), mentre 30 anni più tardi vi
presenziarono sia il Re d'Italia, Vittorio Emanuele II, sia il Duce, Benito
Mussolini, che controllarono lo svolgimento delle esercitazioni
dall'Osservatorio di Revò, posto proprio sulle pendici del Monte Ozolo, in
posizione panoramica sulla valle (vedi foto in basso).
Dopo alcuni ripidi strappi, si è giunti sullo spigolo meridionale del rilievo dell'Ozolo, che segna il passaggio dal versante est a quello ovest. Qui è posizionata una Madonnina, in un punto decisamente panoramico, ed è stata fatta una sosta per un breve ristoro dopo il primo tratto di salita.
L'ascesa è proseguita sul versante opposto a quello risalito fino a quel momento, attraversando l'ampia e desolata zona resa totalmente brulla dal furioso incendio del 2008, di cui la montagna porta ancora i segni. Faceva davvero impressione vedere i moncherini anneriti degli alberi bruciati, circondati dall'ancor bassa vegetazione spuntata nel frattempo.
(immagini dal sito web dei Vigili del Fuoco di Cles)
Tra l'altro, questo tratto di salita è stato uno dei più impegnativi, con pendenze decisamente importanti e qualche rampa dove è stato posato il cemento per impedire all'acqua piovana di erodere il manto stradale. Dopo un paio di ripidi tornanti si è così giunti alle antenne TV, posizionate sulla punta meridionale del Monte Ozolo, in posizione tale da irradiare il segnale in tutta la valle.
Da qui in poi la strada si è fatta più agevole, con pendenze meno impegnative e anche qualche tratto in falsopiano, alternando passaggi in ombrosi e fitti faggeti a tratti in campo aperto, in ampie radure erbose dove c'era quasi sempre una baita, frutto della ristrutturazione di vecchie malghette o fienili.
La salita è così proseguita in questo ambiente ameno, fino a raggiungere, dopo l'ultimo piccolo pascolo, il ripido sentiero che con uno strappo finale porta sulla dorsale dell'Ozolo, percorsa interamente da una stradina lungo la direttrice nord-sud. Di lì a poco si è così giunti alla sommità dell'Ozolo (che è una sorta di panettone e non ha una vera cima), dove si trova un bel prato, ideale per la sosta ristoro.
Nel frattempo sono giunti, dalla direzione opposta, anche i biker, che in origine avrebbero dovuto scollinare al "Giovàt di Cloz" e poi scendere verso Tregiovo, ma che una volta arrivati al passo - dopo un consulto telefonico con i compagni a piedi - hanno deciso di raggiungerli (sia pur con qualche tratto a spinta) sulla sommità del monte. Così c'è stato il fuoriprogramma del pranzo tutti assieme (29 presenti complessivi), consumato al sacco seduti sull'erba.
Dopo il pranzo, mentre i biker sono scesi in direzione nord per tornare al "Giovàt di Cloz", il gruppo trekking ha imboccato in direzione contraria il sentiero percorso in salita un'ora prima, ripassando nei piccoli pascoli e nei boschi di faggio, fino a raggiungere il Bait del Bòsc. Qui è stato abbandonato il percorso fatto anche in salita, deviando a destra lungo un ripido sentiero che scende nei boschi sul versante ovest dell'Ozolo.
In questo tratto - peraltro - c'è stato un tocco di "Camel Trophy", visto che c'è stato da scavalcare numerosi alberi caduti a terra a causa del peso della neve, nell'ultimo inverno.
La discesa è proseguita ripida nel bosco, fino ad incontrare la stradina sterrata che con pendenze più moderate aggira il Monte Ozolo a sud, portando dal versante ovest a quello est. In questo tratto si è passati sotto la zona devastata dall'incendio (le antenne TV si vedevano infatti in alto, volgendo lo sguardo all'insù), procedendo praticamente in parallelo, ma qualche centinaio di metri più in basso, rispetto al sentiero percorso in salita.
Procedendo sulla comoda sterrata, si è così giunti all'intersezione con la strada percorsa all'andata in salita. Da quel punto non è rimasto che scendere verso valle, affrontando l'ultimo tornante prima di raggiungere il parcheggio da dove si era partiti al mattino.
Dopo la camminata, il gruppo trekking è sceso a Revò, riunendosi al gruppo bike che aveva nel frattempo concluso il proprio itinerario, per consumare una merenda a base di strudel e di succo di mela (d'altronde, siamo nella valle delle mele ...).
Ora l'appuntamento con gli scarponi ai piedi è per il mese di giugno, quando nell'ambito del 2° "Bike & Trekking" stagionale verrà disputata la terza uscita del programma trekking 2014. Anche in questa occasione, nell'ambito del centenario della 1ª Guerra Mondiale, l'uscita si terrà in una zona - la Valle di Ledro - che durante il grande conflitto del 1914/18 fu fortemente segnata, anche per via della sua posizione a ridosso del confine fra l'allora Impero Austro-Ungarico (di cui il Trentino faceva parte) e il Regno d'Italia.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 12 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 800 metri. L'altimetria è assai regolare, il classico triangolo con metà percorso in salita e l'altra metà in discesa. I punti più impegnativi dell'ascesa si registrano poco prima delle antenne TV (fra il km 2 e il km 4), dove si affrontando anche delle ripide rampe cementate, e nel breve strappo finale, sul sentiero sassoso che porta alla dorsale dell'Ozolo. GPM sul Monte Ozolo (m.1566).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1. La salita
Dopo aver lasciato i biker a Revò, saliamo a monte del paese, sulla strada che
porta al'Ozolo
Dopo qualche centinaio di metri su asfalto, imbocchiamo una comoda strada
sterrata
Arriviamo all'intersezione con il sentiero dell'acquedotto (si vede in piano
sulla destra)
Emma, Eva e Giada: aria di gioventù
Camoscio della Sila: aria di pensione ...
Ecco il cartello che indica l'inizio della strada per il Monte Ozolo: 5 km alla
vetta
Un cartello più rudimentale segna anche la "Madonna del Giulio"
Iniziamo la salita
Intanto si inizia a vedere il Lago di Santa Giustina dall'alto
Ad est, invece, ecco il panorama sull'alta Val di Non
Si sale per lunghe diagonali, "scalando" il ripido versate est dell'Ozolo
Come spicca il rosso-rinco in mezzo al bosco !
Arriviamo alla Madonnina
Qui, in posizione decisamente panoramica, c'è anche un tavolino per la sosta
E allora ... che sosta sia!
Ne approfittiamo per uno snack e per bere qualcosa
Il gruppo al completo
E vai con le foto al panorama
La vista verso ovest, con la valli di Sole (a sx) e di Bresimo (a dx)
L'Uomo Ombra con alle spalle l'altopiano della Predaia
Madonna ... che brùt !
La salita riprende sul versante ovest, affrontando delle ripide rampe cementate
Al successivo tornante, ci fermiamo per una foto panoramica con il lago e
l'intera val di Non
Ecco un primo piano del bacino artificiale, creato nel 1956 sbarrando il
torrente Noce con la diga di Tassullo
Riprendiamo a salire
Panoramica della strada e della valle
Poco sopra di noi, vediamo le antenne TV
Poco dopo le antenne, troviamo il primo dei tanti piccoli pascoli che
caratterizzano la sommità dell'Ozolo
Proseguiamo l'ascesa, ora con pendenze meno impegnative
Questa zona, nel 2008, fu devastata da un terribile incendio, il cui spegnimento
impegnò per giorni tutte le
squadre dei vigili volontari dei paesi limitrofi. Ecco gli alberi bruciati, con
la nuova vegetazione che avanza
Un contrasto davvero impressionante
Riprendiamo la salita
Rinco-Senior e Rinco-Junior
Ogni tanto è necessaria una sosta snack ...
Due esempi della splendida flora alpina: il botton d'oro e il mughetto
Noi proseguiamo il nostro cammino, alternando bosco e prati, bosco e prati ....
Il Bait del Bosc. Qui, al ritorno, dovremo deviare sul sentiero che scende sul
versante ovest
Si continua a salire, con qualche tornante
Ecco l'ultimo pascolo, prima della rampa finale
Lo sguardo dei piccoli, davanti al rampone sassoso, è tutto un programma !
Dai su, sono solo poche centinaia di metri...
Si affronta l'ultima fatica
E non è fatica solo per i piccoli ...
Tella e Lorena
Il Comune di Cloz tiene a far sapere che stiamo entrando nel suo territorio
Percorriamo il sentiero sulla dorsale, ora in falsopiano
Arriviamo nel prato a quota 1566, sulla sommità del Monte Ozolo
2. il ristoro
In attesa che arrivino i biker, iniziamo a preparare i panini
Poco dopo, uno alla volta, fanno il loro ingresso nel
prato
Panoramica dell'accampamento ...
Relax assoluto
Ma che ci fanno quei due in piedi a guardare gli altri
che mangiano?
Ah, è vero, loro non hanno voluto i panini. E allora
il Merdatleta glielo mangia davanti al muso !
Il Camoscio con l'Uomo Ombra
Il riposo dopo la fatica
Anzi, facciamoci proprio un sonnellino!
Il Camoscio ha rispolverato la sensuale canotta
traforata, Mandragola-style ...
E' meglio guardare i fiori! Ecco un bel gruppetto di
genzianelle
Finito il ristoro, ci si prepara per iniziare la
discesa
I biker sono pronti ...
I trekker pure. Allora via, si parte ...
3. la discesa
Dopo aver percorso il sentiero sulla dorsale,
imbocchiamo la strada forestale
Ripercorriamo al contrario i ripidi tornanti affrontati al mattino in salita
Scendiamo verso il Bait del Bosc, dove dovremo fare una deviazione
Appena imbocchiamo il sentiero che scene verso destra, cominciamo a trovare i
primi ostacoli
A causa della neve caduta copiosa nell'ultimo inverno, molti alberi sono stati
sradicati, cadendo sul sentiero
Un continuo saltellare fra i tronchi
Anche se a volte è meglio passarci sopra !
Si possono contare gli anelli e vedere l'età degli alberi. Questo ne aveva circa
30
Una sosta fra i tronchi
Ora il sentiero è più pulito
Arrivati sulla strada, facciamo una sosta per bere un goccio
La piccola Giada
Cinzia e Mara
Il contributo di Big Bobby e del Camoscio della Sila alla crescita
rigogliosa del bosco ...
La strada che scende sul versante sud segue l'orografia del terreno, con diverse
curve
Anche qui troviamo un tratto cementato
Stiamo passando sotto la zona dell'incendio, dove siamo transitati in salita al
mattino, Ecco, lassù, le antenne
Il bellissimo contrasto fra il verde scuro delle conifere e quello brillante
delle latifoglie
Un "amoroso" abbraccio dell'albero al masso
Siamo nell'ultimo tratto della discesa
Il cartello indica che abbiamo percorso la strada "Doss dei Pini"
L'ultimo pezzo di sterrato, prima del tornante dove si sbuca sulla strada
asfaltata. Siamo arrivati
4. la merenda finale
Utilizziamo un grosso sasso all'ombra di un salice per
allestire un piccolo ristoro post-pedalata
Siamo nella valle delle mele, no? E allora succo di
mela e strudel di mele !
Il Merdatleta affetta, Brücke attende con l'acquolina
...
Il pranzo l'hanno saltato, ma la merenda no!
L'assalto al "banchetto"
Succo di mela a go go ...
Alla fine, quattro chiacchiere sotto il salice
piangente, poi tutti a casa
Grazie a tutti e ... alla prossima !