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Una passeggiata nella storia ... Inaugurato oggi pomeriggio, sull'itinerario storico del Sorasąss, il programma trekking 2014. 30 presenti al via, per affrontare il facile ma suggestivo anello che percorre la zona fortificata dagli austriaci ad inizio '900, in previsione della 1Ŗ Guerra Mondiale. E al rientro a Cadine, grande grigliata all'aperto! |
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i presenti |
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la cronaca |
Cadine (TN). E' ripartita oggi, dopo quasi 5 mesi di interruzione, l'attivitą di trekking dei Rinco Boys. L'ultima volta era stato sul Monte Corona, a metą novembre, quando era calato il sipario sulla stagione del decennale. Nel mezzo ci sono stati gli appuntamenti che possiamo definire "festaioli" (la "Christmas" e l'uscita di Capodanno), poi la stagione invernale (con le ciaspole) e, da poche settimane, la ripresa delle attivitą in sella.
Oggi invece era il turno degli scarponi ai piedi, per affrontare un anello tanto semplice quanto suggestivo, a due passi dalla cittą di Trento: l'itinerario del Sorasąss. L'escursione si va ad inserire tra gli appuntamenti che potremmo definire celebrativi, in occasione del centenario dell'inizio della 1Ŗ Guerra Mondiale. Come accaduto il 9 marzo con la ciaspolata a Forte Luserna e come accadrą altre volte nel corso di questa stagione, l'uscita dei Rinco Boys si č infatti svolta in un luogo dove un secolo fa vennero scritte alcune pagine di quel tremendo conflitto, di cui in Trentino sono presenti numerose testimonianze.
Il Sorasąss č un piccolo rilievo affacciato sulla valle dell'Adige, che raccorda il massiccio della Paganella con quello del Monte Bondone. Verso la fine dell'800, in previsione di un attacco italiano verso il Trentino (che all'epoca, ricordiamo, era parte integrante dell'Impero Austro-Ungarico) gli austriaci iniziarono la costruzione della c.d. Festung Trient, ovvero la "Fortezza di Trento". Si tratta di un complesso sistema di fortificazioni, trincee, batterie armate e altri manufatti militari che cingevano la cittą di Trento da est a ovest, cioč dalla Valsugana fino alla Valle dei Laghi, con lo scopo di proteggere quella che era la maggiore cittą del Tirolo meridionale. Solo per citare alcune delle numerose opere che vi facevano parte, menzioniamo i forti di Civezzano (che sbarravano l'accesso a Trento dalla Valsugana), il forte delle Benne e il forte Tenna nella zona dei laghi di Levico e Caldonazzo, il forte Cimirlo per quanto riguarda l'accesso dall'omonimo passo, il forte Brusaferro per quanto riguarda l'accesso da Vigolo Vattaro, la batteria armata sulla cima del Monte Calisio, orientata verso la Valsugana.
Per quanto riguarda il settore ovest, in cui si inserisce la fortificazione del Sorasąss, vi erano le postazioni sul Cornetto (a quota 2000, ottimo punto di osservazione sulla sottostante Valle dei Laghi), le caserme delle Viote (oggi purtroppo in stato di abbandono) e numerosi altri manufatti sparsi qua e lą sul Monte Bondone. L'elemento principale, perņ, era sicuramente il Forte Vela, che sbarrava l'accesso alla strada che dalla Valle dei Laghi conduce in cittą attraverso la stretta gola scavata dal torrente Vela (nota come il "Bus de Vela"). Sopra il forte, sul Castellar della Groa (un piccolo rilievo nella zona di Sopramonte) e sul Sorasąss, vennero realizzate altre fortificazioni che, grazie alla posizione elevata, fungevano da punto di controllo e osservazione, oltre che di difesa.
Cerimonia di decorazione nella
piana di Cadine (oggi via Coltura). Sullo sfondo si scorge il
Sorasąss, allora privo di vegetazione
L'itinerario del Sorasąss č iniziato a quota 500 m. dalla localitą Fer de Cavąl (un toponimo dovuto alla forma ricurva della strada che dall'alto ricorda appunto un ferro di cavallo), poco distante da Cadine. Il gruppo - che oggi era composto da 30 unitą - si č ritrovato verso le 14:30 per poi avviarsi quando erano quasi le 15:00 sulla stradina che in piano conduce verso le pendici sud-occidentali della montagna.
Una volta oltrepassate le ultime abitazioni, la strada da asfaltata č diventata sterrata ed ha iniziato a risalire in diagonale il Sorasąss, offrendo fin da subito un bel panorama sulla conca dell'abitato di Cadine (in basso), sulla Paganella (alle spalle del gruppo rispetto alla direzione di marcia) e sul Monte Bondone (di fronte).
Dopo alcuni tornanti (le strade militari si caratterizzano sempre per la pendenza costante e mai troppo elevata) si č giunti dapprima in localitą "Quattro Strade" (cosģ chiamata per la presenza di un quadrivio) e poi alla Pozza dei Pini (m.680), un'ampia radura il cui toponimo (Pozza) č collegato al fatto che qui, sfruttando l'avallamento naturale, veniva raccolta l'acqua piovana (visto che il Sorasąss č un rilievo arido, privo di sorgenti e corsi d'acqua). Presso la Pozza dei Pini, tra l'altro, la strada militare si incrocia con il sentiero che sale da Trento, per la precisione dalla frazione di Vela. In questa radura riparata dagli alberi - in epoca bellica - era stato costruito il caposaldo della fortificazione del Sorasąss, di cui oggi sono rimasti solo alcuni resti come le basi perimetrali degli edifici che ospitavano le cucine e le baracche dei soldati, nonché l'abbeveratoio dei muli, un tempo preziosi mezzi di trasporto, specie sui terreni di montagna.
Dopo la breve sosta alla Pozza dei Pini, seguendo l'evidente traccia della vecchia strada militare (i cui muretti in pietra sono ancora ben visibili e perfettamente conservati), il cammino č ripreso in salita, in direzione della sommitą del Sorasąss. Dopo qualche centinaio di metri - perņ - č stata compiuta una deviazione dall'anello per salire alla fuciliera, sicuramente il manufatto pił rappresentativo del Sorasąss, anche perchč č stato oggetto di un recente restauro che lo ha riportato quasi allo stato originario.
La fuciliera, posta a m. 710 sul versante sud del Sorasąss, č composta da una galleria di circa 40 metri orientata verso sud-ovest, al cui interno - dopo il locale che era destinato ad ospitare il corpo di guardia - si trovano 11 postazioni per fucilieri, munite di feritoia e cassettina per le munizioni, con rivestimento in legno. A metą della galleria, ad interrompere la sequenza di postazioni singole, vi č un bunker munito di due feritoie pił ampie, per armi leggere come mitragliatrici e simili. Dall'esterno la fuciliera si presenta ben mimetizzata nella roccia, essendo stata utilizzata per la costruzione la pietra locale, di cui il Sorasąss abbonda.
Dopo la visita alla fuciliera, la camminata č proseguita sul sentiero che in salita si va a raccordare pił a monte con la strada militare, per poi proseguire sul versante est del Sorasąss, quello affacciato sulla Valle dell'Adige. E' qui che l'itinerario offre il meglio dal punto di vista panoramico, con una vista stupenda su Trento e sulle sue colline, da nord a sud, ma anche sui rilievi che circondano la cittą (Calisio, Marzola, Vigolana). La vista spazia poi all'orizzonte in direzione est, arrivando fino alle vette del Lagorai, con le cima ancora imbiancate.
Proseguendo lungo la strada militare sono stati incontrati alcuni stoi, termine dialettale trentino derivante dal tedesco stoll, che significa galleria. In effetti gli stoi sono delle caverne scavate nella montagna, lunghe 20-25 metri, che venivano utilizzate come deposito di materiali e munizioni, ma anche come ricovero per le truppe. Le gallerie venivano scavate nella roccia viva e poi rivestite con una spessa volta di calcestruzzo. Fra il calcestruzzo della volta e la roccia viva veniva interposta una lamiera di zinco, che aveva la funzione di isolare la galleria dalle infiltrazioni d'acqua. Quest'ultima, scivolava sulla lamiera e veniva incanalata fuori dalla galleria, al cui ingresso si notano infatti dei doccioni, una sorta di fontanelle che erano lo sbocco delle canalizzazioni interne. Nel dopoguerra, per recuperare il metallo presente nel calcestruzzo e le lamiere di zinco, le volte sono state fatte saltare e oggi - in alcuni stoi - sono ancora presenti i detriti di quell'opera di distruzione.
Dopo lo Stoll denominata "Baita Laura", una scala in pietra sale sulla sinistra, raggiungendo la sommitą del Sorasąss. Quassł si trovava un osservatorio, nonchč la parte terminale dell'acquedotto che sfruttando il sistema dei vasi comunicanti, partiva dal Castellar dela Groa (un rilievo nei pressi di Sopramonte), scendeva fino al torrente Vela e poi risaliva sul Sorasąss, rifornendo d'acqua quest'ultima zona che ne era assolutamente priva.
Proseguendo la camminata si č quindi giunti in localitą Pontesčl (m.780) altro toponimo dialettale che significa balcone. In effetti l'osservatorio militare qui realizzato, ben puņ definirsi come un balcone sulla valle dell'Adige, essendo stato costruito sulla parete di roccia a strapiombo. Spettacolare anche qui il panorama, orientato sulla parte nord della cittą (Gardolo, Spini e tutta la zona collinare di Meano), ma che spazia fino alla Piana Rotaliana. Alle spalle del Pontesčl sono presenti, nella piccola radura che si apre a lato della strada, alcune costruzioni militari in pietra e le basi in calcestruzzo a tronco conico dove erano montati i cannoni anti-aerei.
Anche qui vi sono alcuni stoi, ma una visita la merita sicuramente la galleria a Y che si apre vicino al sentiero che porta al Pontesčl. Questa galleria, infatti, non era un deposito come le altre, ma una via d'accesso a due postazioni armate realizzate nella montagna. Dopo essere entrati dalla porta d'accesso, si procede infatti in leggera discesa per una ventina di metri, dopodichč la galleria si biforca e ognuno dei bracci termina in un ampio locale dotato di feritoia per le armi, affacciato sulla valle sottostante. Le due finestre si trovano esattamente sotto al Pontesčl, anche se dall'interno ciņ non č visibile.
Dopo la nuova sosta al Pontesčl si č quindi ripreso il cammino sulla vecchia strada militare, che dopo lo scollinamento prosegue sul versante nord-ovest, in discesa. Giunti alla localitą Spazadomeneghe (m.750)č stata fatta un'altra deviazione dall'anello per raggiungere altre tre postazioni d'artiglieria realizzate in caverna, di cui una orientata verso nord e due verso la Valle dei Laghi. Anche qui c'č una galleria d'accesso unica, che pił avanti si triforca per raggiungere le tre postazioni armate. Sul colle soprasante č ancora visibile l'osservatorio circolare in calcestruzzo, che controllava la parte settentrionale della Valle dei Laghi.
Dopo la nuova deviazione, si č quindi fatto ritorno sulla strada militare, seguendola in discesa fino alla Pozza della Casara, altra ampia radura circondata dal bosco, dove un tempo - al pari della Pozza dei Pini - veniva raccolta l'acqua piovana. La discesa č quindi proseguita con diversi tornanti fino alla Calcara, una fornace interrata dove un tempo, attraverso la cottura della pietra calcarea di cui la zona č ricca, si produceva la calce.
Dalla calcara non sono rimasti che gli ultimi 500 metri da percorrere, per arrivare nuovamente - quando erano da poco passate le 18:00 - alla loc. Fer de Cavąl e chiudere l'anello di circa 7 km, davvero ricco di testimonianze storiche.
Dopo la camminata, grazie al nostro socio Max l'Avvocato che oggi ci ha fatto da fuochista, č stata organizzata una bella grigliata nel prato adiacente al parcheggio, con pasta di lucanica e wurstel messi ad arrostire sulla brace, ma anche con i rinomati arrosticini abruzzesi, piccoli spiedini di carne di pecora, davvero sfiziosi come aperitivo!
Fin quasi all'imbrunire il gruppo č rimasto a godersi la piacevole serata primaverile, mangiando panini imbottiti a dovere e, per finire in bellezza, le squisite torte preparate da Mara, ormai una sorta di "pasticcera ufficiale dei Rinco Boys". Solo verso le 20:00 si č iniziato a sbaraccare, lasciando Cadine quando orami era quasi buio.
Ora l'appuntamento č per mercoledģ 9 aprile, con l'assemblea dei soci per l'approvazione del bilancio. Seguirą poi la pausa per le festivitą pasquali, mentre la prossima uscita sportiva sarą il 4 maggio, in Val di Non, con il giro della Bassa Anaunia (MTB).
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 7 km, mentre il dislivello superato č stato di circa 300 metri. L'altimetria, dopo un brevissimo tratto iniziale pianeggiante, presenta una salita costante e moderata (lungo la vecchia strada militare), raramente intervallata da qualche falsopiano, che conduce fino alla sommitą del Sorasąss (km 3). Segue un km e mezzo circa in saliscendi, poi - dopo lo scollinamento - ci sono altri 3 km abbondanti di discesa, sempre con pendenza graduale. GPM sul Sorasąss (m.807).
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
La salita
Il ritrovo č in localitą Fer de Cavąl, vicino a Cadine
Mara e Max osservano la tabella descrittiva del percorso
Prima ancora di partire, pensiamo al dopo. Ecco arrivare la carbonella per la
grigliata!
Ed ecco anche le griglie
Si curano gli ultimi dettagli prima di prendere il via
Quando sono quasi le 15:00, imbocchiamo la strada pianeggiante verso il Sorasąss
Procediamo per mezzo chilometro in pianura, sulla stradina asfaltata
Oltrepassata l'ultima abitazione, la strada inizia a salire e diventa sterrata
Staifel (con "peso supplementare") e Ombretta chiudono la lunga fila dei Rinco
Oltrepassiamo la stanga dove inizia il divieto di transito ai veicoli
Dopo lo strappetto iniziale, la strada torna in falsopiano
Stiamo percorrendo la vecchia strada militare che da cadine portava alle
fortificazioni del Sorasąss
Raggiunto il versante sud del rilievo, la pendenza torna a salire
Cipollino č partito fiducioso nel meteo ...
Il gruppo avanza sulla comoda carrareccia
Uno dei tanti tornanti che la strada compie per risalire il Sorasąss con
pendenza costante
Un nuovo falsopiano
L'arrivo in localitą Quattro Strade, dove c'č un quadrivio
Il cartello reca il toponimo in dialetto, con una t sola
Procediamo oltre, verso la Pozza dei Pini
La lunga fila con i nostri 30 trekker
Poco a monte si scorge la costruzione in pietra della fuciliera, che visiteremo
pił tardi
La strada scende leggermente, verso la Pozza dei Pini
Ecco la radura, al cui centro si trova un avallamento naturale che serviva perla
raccolta dell'acqua piovana
Qui c'era il caposaldo della fortificazione del Sorasąss, con diverse
costruzioni (baracche, cucine, ecc.)
Ormai non rimangono che i ruderi di quelle costruzioni, invasi dalla vegetazione
E' passato ormai un secolo e i segni del tempo e dell'incuria si vedono tutti !
Dal bosco ritorniamo nella radura, per proseguire il nostro itinerario
Imbocchiamo la traccia della vecchia mulattiera militare, evidente grazie ai
muretti che affiorano dall'erba
Qui ci sono altri resti un edificio, al cui centro č cresciuto nel frattempo un
albero
Dalla Pozza dei Pini riprendiamo a salire
Playmobil e Spectrum, con alla spalle Brücke
Mara e Max
Un altro tornante
Ci fermiamo ad osservare il manufatto in pietra, perfettamente conservato
Arriviamo al bivio per la fuciliera austro-ungarica
Lasciamo la mulattiera per imboccare il sentiero
Saliamo nel bosco
Arriviamo alla fuciliera
La costruzione era realizzata sul versante nord-ovest del Sorasąss
Entriamo ...
Visitiamo le varie postazioni di tiro, dotate di feritoia
Il Monte Bondone visto da una piccola finestrella
Ogni postazione aveva un vano rivestito in legno per depositare le munizioni. Le
munizioni, non l'i-Phone !
Oltre alle postazioni singole, c'č anche un vano pił grande con due finestre per
armi pił grandi
Il corridoio si estende per una cinquantina di metri
A spasso nelle gallerie ...
I bambini sono affascinati da queste costruzioni
Una volta arrivati in fondo, dobbiamo ripercorrere al contrario la galleria
Dopo la visita alla fuciliera, usciamo per proseguire l'itinerario
Imbocchiamo il ripido sentiero che ci riporterą ad incrociare la mulattiera
lasciata a valle
Eccoci giunti all'intersezione fra le due vie
Ci lasciamo il bivio alle spalle e riprendiamo la mulattiera
Lungo la via incontriamo alcuni stoi, ricoveri in caverna scavati nella
roccia
Ora siamo sul versante est del Sorasąss, quello affacciato sulla Valle
dell'Adige
Ogni tanto facciamo una sosta per ammirare il panorama
In effetti questo percorso offre degli scorci davvero belli sulla cittą di
Trento e sulla valle dell'Adige
Ecco il Monte Calisio con la zona nord di Trento
La strada sale con diversi tornanti, scalando il dislivello con pendenza sempre
moderata e costante
Anche il fondo stradale č abbastanza agevole, percorribile anche in mountainbike
I vari bracci della strada si susseguono, sostenuti dai secolari muri a secco
Uno degli stoi meglio conservati, con l'originale rivestimento in pietra
dell'ingresso
(Big Bobby č perplesso: "ma quanto erano ... bassi 'sti austriaci?"
Entriamo a visitare l'interno
Qui c'č ancora la volta in calcestruzzo con cui le caverne venivano rivestite.
Sopra la volta, per impermeabi-
lizzare l'opera, veniva stesa una lamiera di zinco. L'acqua scivolava cosģ verso
il basso e veniva incanalata
verso l'esterno, uscendo da questi doccioni posti a lato dell'ingresso, che la
facevano scolare in un pozzetto
All'interno, sui muri, si notano ancora i punti dove erano fissate le brande dei
soldati
Riprendiamo il cammino
Ora possiamo vedere il panorama su Gardolo
Spectrum sale su un albero dalla curiosa forma ricurva
Carmen - invece - vi intravede una sorta di sdraio naturale!
Si sale ancora un po' ...
Sulla sommitą del Sorasąss, a quota 807, ci sono le vasche terminali
dell'acquedotto che con il sistema
dei vasi comunicanti portava l'acqua dal Castellar dela Groa (vicino a
Sopramonte) fin quassł, dopo che
le condutture erano scese fino al torrente Vela, attraversandolo, per poi
risalire dalla parte opposta
Altri stoi, peggio conservati di quello precedente
La vista verso sud
Proseguiamo per un tratto in saliscendi
Arriviamo allo Stoll Baita Laura, una caverna trasformata in baracca
privata
Qui la vista si apre verso nord
La nostra Laura, si mette in posa davanti al "suo" stoll
Poco pił avanti c'č una scala in pietra che sale sul rilievo soprastante
Saliamo per vedere dove porta
Anche quassł c'era una postazione di controllo, che sfruttava la posizione
elevata
Oggi la vista č celata dagli alberi cresciuti nel frattempo, ma un secolo fa,
quando il Sorasąss era stato
completamente disboscato, si poteva osservare fino a centinaia di metri di
distanza ...
Torniamo verso la strada
Percorriamo di nuovo, stavolta in discesa, la scala in pietra
Proseguiamo in direzione nord, passando a fianco di diversi manufatti in
calcestruzzo e pietra
Arriviamo alla radura in localitą Pontesčl e troviamo i basamenti dove erano
montati i pezzi della contraerea
Chissą cosa stanno pensando ...
Altri ruderi dei vecchi baraccamenti militari
Dalle dimensioni della costruzione, doveva trattarsi di un punto importante
della fortificazione
L'imbocco del sentiero che porta ... al pontesčl
Percorriamo lo stretto sentiero a strapiombo, protetto da alcune funi in acciaio
Il Pontesčl (che in dialetto trentino vuol dire balcone) č in effetti
affacciato, come un balcone, sulla valle
Raggiungiamo il vecchio punto di osservazione realizzato dagli austriaci
C'č una vista spettacolare
Giro si affaccia per osservare di sotto ...
Praticamente siamo 600 metri sopra il fiume Adige!
Dopo la sosta panoramica, facciamo ritorno verso la radura
Percorriamo di nuovo lo stretto sentiero, messo in sicurezza con i cordini
d'acciaio
Ora entriamo nella caverna a fianco del sentiero del Pontesčl
"Biglietti, prego"
La caverna č in leggera discesa, e dopo un si biforca a Y
Al termine di ciascuno dei due rami c'č un vano con feritoia affacciata sulla
valle. Qui erano montati dei cannoni
La visuale dalle feritoie
Al buio non si poteva vedere, ma la luce del flash della macchina fotografica ha
evidenziato la
composizione policromatica della roccia viva in cui sono state scavate queste
gallerie.
All'uscita
Dall'altro lato della strada, uno stoll chiuso da un cancello
Dentro č stato ricostruito l'ambiente, sulla base dei documenti storici, come si
presentava un secolo fa:
pavimento in legno, sughero sulle pareti per isolare, brande e cassapanche in
legno, stufa per scaldare ...
Intorno, tanti altri manufatti in pietra
Una pausa
Saliamo per un ultimo tratto, prima di incontrare lo scollinamento sull'altro
versante
Arriviamo in questo bel prato, a quota 800. Ora si inizierą a scendere ...
La discesa
Dopo aver fatto la foto ricordo con l'intero gruppo schierato, imbocchiamo la
strada per la discesa
Siamo passati dal versante orientale (affacciato sulla Valle dell'Adige) a
quello occidentale (Valle dei Laghi)
Come nel tratto in salita, anche qui la vecchia strada militare č comoda e con
pendenza moderata
Compiamo l'ultima deviazione dall'anello, per raggiungere loc. Spazadomeneghe
Dobbiamo salire leggermente, per circa 300 metri
Infatti, poco dopo, arriviamo nella conca dove troviamo anche un altro pannello
esplicativo con la mappa
Scendiamo nella conca, celata dietro ad un piccolo rilievo
Qui c'č un altro stoll, nei cui pressi č sorta una casetta in uso alla
locale Sezione Alpini
Entriamo nella caverna, che poco pił avanti si triforca. Al termine di ogni ramo
c'č un ampio
locale con la feritoia per la bocca da fuoco dell'arma che era montata nel
bunker sotterraeo.
Uno dei locali č invaso dall'acqua
Anche qui le volte in calcestruzzo sono state distrutte e si vede la roccia viva
Uscita dalla galleria saliamo sul piccolo rilievo
Dobbiamo percorrere il breve ma ripido sentiero
In cima al rilievo c'č un osservatorio in cemento armato, ben mimetizzato nella
roccia
La postazione controllava l'alta valle dei Laghi, in particolare la conca di
Terlago
Ecco infatti la visuale dalla feritoia dell'osservatorio
Vediamo anche loc. Fer de Caval, dove abbiamo parcheggiato le macchine
Ci fermiamo qualche minuto ad osservare il panorama
Poi scendiamo dal rilievo per riprendere la via del rientro
Torniamo sulla strada militare e riprendiamo la discesa
Giro e Landini
Affrontiamo ancora diversi tornanti
Si chiacchiera e si commenta l'uscita che volge al termine
Panzella con i figli, in tenuta giallo-nera
Ogni tanto si incontra un tratto in falsopiano
Giungiamo alla Pozza della Casara
Facciamo una piccola deviazione per andare a vedere la bella radura
Eccoci nella conca erbosa circondata dal bosco, un tempo utilizzata per il
recupero dell'acqua piovana
Riprendiamo la discesa, la grigliata ci aspetta ...
Percorriamo i comodi tornanti della vecchia via militare
I Rinco-Junior corrono in testa. La fame si fa sentire ...
Il tratto finale č un susseguirsi di curve
Carmen e Spectrum nella parte finale della discesa
Dopo l'ultimo tornante troviamo una vecchia calcara
Si tratta di una fornace per produrre la calce, cocendo a legna la pietra
calcarea di cui la zona č ricca
Ora non rimangono che poche centinaia di metri pianeggianti ...
... ed eccoci al parcheggio
Il panello con il giro del Sorasass: fatto!
E noi, intanto, attendiamo la grigliata ...
La grigliata
Appena arriviamo, una colonnina di fumo e, soprattutto, un delizioso profumo, ci
fanno capire che Max
l'Avvocato si č gią messo all'opera, facendoci trovare gli arrosticini gią sulla
brace, pronti da gustare !
Uno spettacolo, anche per gli occhi !
E se non vi aggrada la pecora, ecco la lugąnega!
Tanto fumo ...
Ma anche tanto arrosto!
Inizia la distribuzione di questo (per noi) insolito e sfizioso aperitivo
Lo spadaccino ...
Ogni tanto serve un rinforzo di brace calda ...
E poi via, un'altra batteria in cottura!
Si gustano gli arrosticini, in attesa della grigliata di pasta di lucanica e
wurstel
Ed ecco la doppia batteria all'opera: a destra arristicini, a sinistra lucanica
e wurstel
E via, a riempire i panini ...
Sul tavolo, ci sono verdure grigliate, pomodori secchi, senape e ketchup ...
Il fuoco č circondato!
Ganasce all'opera
La griglia funziona che č una bellezza ...
E c'č anche il bis !
Cipollino appare soddisfatto del suo hot-dog
Poi si guarda intorno preoccupato, non vedendo il Presidente. Dove si č nascosto
con la macchina fotografica?
Giro, Playmobil e Staifel
Che grinta !
Anche il Presidente non scherza!
L'assalto ...
Che faccio, mangio?
Ceeeeerto che mangio!
Anche il Cimo, perņ, mica scherza !
Kriminal-Show
Come preparare una vera bomba !
1. imbottire il panino con melanzane sottolio
2. deporre il wurstel sul letto di melanzane
3. cospargere il wurstel di ketchup
4. aggiungere i pomodori secchi (checché ne dica il Camoscio della Sila!)
5. gustare le 3.000 calorie alla faccia degli invidiosi!
6. sciacquare la cavitą orale con del Montepulciano d'Abruzzo
Il pubblico sembra divertito dal Kriminal-Show
Poi arrivano le torte di Mara, il dulcis in fundo ....
E cosģ chiudiamo in bellezza !
"Se permettete, in bellezza ci chiudo io!"
Grazie a tutti e ... alla prossima !