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Meteo stupendo (oltre i 20° C, sembrava di
essere in primavera ...), itinerario
bellissimo, adesioni quasi a quota 50,
merenda e vini eccellenti, ospitalità
dell'Azienda Agricola F.lli Pisoni (come
sempre) squisita! Non si poteva chiedere di
meglio per il Taverna-Tour nr.11, che ha
chiuso oggi in Valle dei Laghi il programma
bike 2014. |
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i presenti |
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SOCI | |||||||
Rinco Jr. | ||||||||
OSPITI | ||||||||
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la cronaca |
19/10/2014. Si è concluso oggi, con un partecipatissimo Taverna-Tour, il programma ordinario bike 2014. La tradizionale kermesse di fine stagione, organizzata come sempre dal nostro Alvaro "il Taverna", è giunta quest'anno all'edizione nr.11 e, come sempre accaduto, ha fatto il pienone. Erano infatti 46 i biker (+ 1 piccolo trasportato) che si sono presentati al ritrovo di Pergolese, presso l'Azienda Agricola F.lli Pisoni che ci ha ospitati per i momenti gastronomici post-, ma quest'anno anche pre-uscita.
"Giornata perfetta" è stato il nostro titolo di apertura, perchè di meglio - oggi - non si poteva davvero chiedere. A cominciare dal meteo, che dopo i tanti "bocconi amari" che ci ha fatto ingoiare nei mesi della c.d. "bella stagione" (Padova, Cima Bocche, Lavarone-Luserna, Rio Novella .. quanta acqua sul copìn ...), ci ha regalato una splendida giornata con clima addirittura primaverile, con il termometro che segnava +19°C al via, verso le ore 11:00, e +24°C al rientro dopo le 14:00.
Il meteo positivo ha incoraggiato, di conseguenza, la massiccia partecipazione. Non che il Taverna-Tour avesse bisogno di questi "aiutini" (storicamente è sempre stata un'uscita da grandi numeri, con sfondamento anche di quota 50), ma è certo che con delle previsioni come quelle che hanno preceduto questo weekend la voglia di uscire all'aria aperta c'è, ed i quasi 50 biker presenti oggi ne sono la diretta conseguenza.
E poi va evidenziato il percorso, forse uno dei più bei Taverna-Tour di questi anni, con tanti passaggi suggestivi (Laghi di S. Massenza e Toblino, il bel sentiero Pietramurata-Dro, gli uliveti, il Ponte Romano, i tanti scorci rurali nei piccoli borghi del Basso Sarca), con un giusto mix di sterrato, erba, piste ciclabili.
Tra la altre cose, l'edizione 2014 verrà ricordata anche per la novità dello spostamento d'orario. Dopo i mugugni che il Taverna e il Presidente si sono dovuti sorbire negli anni passati perchè, a dire di molti, con la partenza alle 9:00 era troppo freddo (sarà l'età che avanza?), si è optato per un balzo in avanti di ben 2 ore, andando a collocare la pedalata nella fascia oraria a cavallo del mezzogiorno (con partenza alle 11:00), e organizzando prima del via, per fare un bel carico di energia prima di salire in sella, un bel Nutella-Party.
Un'idea che a quanto pare è piaciuta parecchio, visto che il tavolone dove erano state preparate le fette di pane spalmate della famosissima crema al cacao e nocciole, è stato preso d'assalto e i due barattoloni sono stati svuotati!
Dopo questo gustoso appuntamento pre-pedalata (una novità che certamente verrà riproposta), i quasi 50 biker hanno inforcato le bici per andare a consumare almeno qualcuna delle calorie appena ingurgitate. Anche quest'anno c'era il doppio tracciato: il percorso definito "classic", di circa 36 km, con passaggio ai laghi di Santa Massenza e Toblino, poi Sarche - Pietramurata - Dro - Ceniga, ed il Colle del Gaggio, ed il tracciato "soft", come sempre molto gettonato dalle famiglie con bambini, ma anche dai trekker o ... dai biker spompati!
Il gruppo del classic ha imboccato lo sterrato che costeggia la riva sinistra del canale Rimone, in direzione nord. Dopo il cementificio di Ponte Oliveti, si è proseguito fra i vigneti, imboccando uno sterrato in salita (con uno strappo dove la pendenza era davvero impegnativa) che ha portato sulla sommità del colle che si trova ad est del lago di Toblino (GPM odierno a quota 325 m.). Da qui si è scesi in località Due Laghi, per poi salire fino al centro di Padergnone, punto più settentrionale del tour di quest'anno.
Da Padergnone si è quindi scesi al Lago di Santa Massenza che riceve - tra le altre - le acque rilasciate dalla centrale idroelettrica nascosta nel ventre del Monte Gazza (il massiccio posto a sud della Paganella). Si tratta di una delle centrali ipogee più grandi d'Europa. La modesta costruzione che si scorge all'esterno, dove si trova l'ingresso, non rende onore alla straordinaria costruzione che si trova invece all'interno della roccia. Una volta varcato il cancello, infatti, si percorre un grande tunnel lungo circa 400 metri e - una volta arrivati in fondo - si apre l'enorme sala delle turbine, il cui vano potrebbe ospitare addirittura il Duomo di Milano!
Dal Lago di Santa Massenza, costeggiato pedalando sulla bella ciclabile fra i pini, si è quindi passati al vicino Lago di Toblino, col quale è collegato da un breve canale. Qui si è imboccato il suggestivo percorso su passerelle in legno, realizzato a sbalzo sull'acqua, costeggiando tutta la sponda ovest del lago, con passaggio per il sempre suggestivo Castel Toblino, uno degli angoli più fotografati del Trentino.
Lasciati alle spalle i due laghi, il gruppo ha quindi raggiunto la località di Sarche, che costituisce un importante crocevia per chi è diretto nelle valli Giudicarie e Rendena. Da qui, dopo essere passati in destra Sarca (che in questo luogo, dopo essere uscito dalla stretta gola del Limarò, inizia il suo percorso finale verso il Lago di Garda), si è puntato verso sud, percorrendo una strada di campagna che corre alle pendici del Monte Casale, fino a raggiungere la località di maso Gobbo. Qui si è tornati su asfalto, imboccando la pista ciclabile che costeggia la sponda sinistra del fiume Sarca, in direzione sud. Raggiunto il paese di Pietramurata, si è saliti verso l'altura del Ciclamino (dove si trova il famoso crossodromo), per poi proseguire su un bellissimo sentiero che corre a monte della statale gardesana, con stupendi scorci sulla valle che si distende verso il Garda settentrionale.
Dopo un divertente saliscendi, si è quindi arrivati alle porte di Dro, dove il tracciato si è lasciato alle spalle il bosco per entrare negli uliveti, i più settentrionali d'Europa visto che oltre queste latitudini la coltivazione dell'olivo - tipica pianta mediterranea - non riesce a resistere. Proseguendo fra gli antichi muretti a secco, si è arrivati quindi a lambire l'abitato di Dro, per poi proseguire, sempre fra gli uliveti, fino alla frazione di Ceniga, dove era previsto il c.d. "giro di boa".
Dopo aver attraversato nuovamente il Sarca sull'antico ponte romano, infatti, il gruppo è entrato nel suggestivo paesino di Ceniga (con passaggio sotto alcuni porticati), per poi tornare verso nord, utilizzando una strada interpoderale che ha condotto nuovamente al capoluogo di Dro, facendoci sbucare nella piazza centrale del paese. Da qui si è proseguito sulla nuova pista ciclabile, arrivando alla ex Centrale di Fies (riconoscibile per via della sua imponente struttura merlata che la fa assomigliare più ad un castello che ad un ex edificio industriale).
Dalle centrale (la cui struttura è oggi sede di rinomate rappresentazioni teatrali), si è quindi proseguito verso nord, in direzione del colle del Gaggio. Oggi questa piccola altura è attraversata da una pista ciclabile asfaltata, ma chi ha partecipato ai primi Taverna-Tour ricorderà certamente il bellissimo sentiero sterrato (vedi la foto sotto) che passava in questi luoghi, oggi in gran parte scomparso.
Una volta raggiunta la sommità del colle del Gaggio, per gran parte ricompreso nell'area protetta del Biotopo delle Marocche di Dro, si è scesi verso il paese di Pietramurata, per poi proseguire sulla pista ciclabile lungo il Sarca, in direzione inversa rispetto al passaggio precedente. Poco a nord del paese, però, la ciclabile è stata abbandonata per proseguire a destra sulla poco trafficata viabilità ordinaria, in mezzo ai vigneti della piana di Sarche, fino a raggiungere nuovamente Pergolese, dove si è chiuso il tour di circa 36 km.
Il gruppo del tracciato soft - dopo aver percorso il tratto iniziale assieme al gruppo classic - dal cementificio di Ponte Oliveti ha proseguito sulla viabilità ordinaria fino a Sarche, per poi costeggiare anch'esso, ma in direzione inversa, il Lago di Toblino e poi il Lago di Santa Massenza, dove i due gruppi si sono riuniti per una foto di gruppo in riva allo specchio d'acqua.
Dopo una bella sosta sulle curate spiagge erbose, la decina di biker e trekker presenti hanno quindi ripercorso in senso inverso la strada fino a Sarche (costeggiando nuovamente i laghi di Santa Massenza e Toblino) per poi proseguire sulla ciclabile lungo il Sarca, fino a Pietramurata. Da qui è stata raggiunta la località Lago di Cavedine (posta poco a nord dello specchio d'acqua), per poi rientrare a Pergolese passando alle pendici del colle che separa la Valle dei Laghi dalla Valle di Cavedine.
I due gruppi si sono quindi riuniti nuovamente alla cantina, dove è stata consumata la merenda post-pedalata. Pane, affettati in gran quantità, formaggi, verdure sottaceto e - ovviamente - vino.
Marco e Stefano Pisoni, gli attuali conduttori dell'azienda fondata nel 1852 dagli antenati dei due cugini, hanno presentato prima il binomio San Siro rosso e San Siro bianco. Diciamo subito che con il calcio, il nome non c'entra nulla! San Siro, infatti, non è riferito allo stadio che è teatro delle gesta sportive di Milan ed Inter, ma all'omonima collina che si trova ad est di Pergolese, dove la famiglia possiede dei terreni vitati e sulla cui sommità c'è un'antica chiesetta romanica dedicata, appunto, a San Siro. Si tratta, in entrambi i casi, di due uvaggi, ottenuti da 50% cabernet sauvignon e 50% merlot nel caso del San Siro rosso (affinato per almeno 12 mesi in botti di rovere), e da 50% chardonnay e 50% pinot bianco nel caso del San Siro bianco, affinato 3-4 mesi in fusti d'acciaio e poi maturato 2-3 mesi in bottiglia. Tanto è corposo e forte il rosso, tanto è profumato e fruttato il bianco.
Poi si è passati al Rebo, un'uva che ha preso il nome da Rebo Rigotti, ricercatore dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige che negli anni '50 ottenne dei nuovi ceppi attraverso l'unione di un vitigno autoctono come il Teroldego ed uno internazionale come il Merlot. Il vino Rebo è molto corposo, ricco, di colore rosso scuro e si adatta molto all'affinamento in barrique.
Poi - dopo la visita alla storica struttura della cantina e della distilleria - è arrivato il momento del dolce (torta di fregolòti e strudel) e con esso quello del Vino Santo Trentino Doc, prodotto esclusivamente nella Valle dei Laghi. Si tratta di un passito il cui nome deriva dalla Settimana Santa, in cui tradizionalmente avviene la pigiatura, dopo che i grappoli di uva Nosiola, vendemmiata tardiva, vengono fatti appassire su dei graticci in legno (chiamati in dialetto arèle), posizionati in locali sottotetto ben areati, dove l'Ora del Garda (il vento che quotidianamente si alza dal lago e spinge verso nord, percorrendo tutta la valle per poi imboccare il Bùs de Vela e andare a terminare la sua corsa nella Val d'Adige), asciuga i chicchi evitandone la marcitura. Dopo 6-7 mesi rimane davvero poco dentro gli acini (la resa è infatti attorno al 4%), ma ciò che rimane è un nettare divino, dal quale si ottiene questo prezioso vino da meditazione, dal profumo inconfondibile e dal bellissimo colore ambrato, ottimo con la pasticceria secca.
Il gruppo ha levato le tende verso le 17:00, non prima di aver fatto scorta di qualche souvenir (alias: aver comprato qualche bottiglia degli ottimi vini Pisoni), dandosi appuntamento alla prossima avventura!
Ora il prossimo impegno ufficiale, l'uscita di chiusura del programma trekking, è previsto per domenica 9 novembre con il suggestivo sentiero dei Vecchi Mestieri, in valle di Cembra. Un tracciato che si sviluppa nel territorio dei comuni di Grauno, Sover e Grumes e che si può idealmente dividere in due parti: la prima a sfondo naturalistico, con il passaggio in un ambiente selvaggio come quello della gola del Torrente Avisio, la seconda di tipo storico-etnografico, in quanto toccherà numerosi siti ove un tempo fervevano attività economiche come mulini, fornaci, fucine, ecc. , tutte alimentate sfruttando la forza dell'acqua.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 36 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 500 metri. L'altimetria è molto "nervosa", senza lunghe salite ma con un continuo saliscendi fino al punto più basso del tracciato, nella frazione di Ceniga di Dro. Da lì, dopo un tratto in falsopiano fino alla ex centrale di Fies, c'è la salita sul colle del Gaggio, con uno strappo cementato al 20%. Km finali pianeggianti, nelle campagne fra Pietramurata e Pergolese.
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
Il ritrovo e
... il Nutella-Party !
Il cielo, sopra il Monte Casale, è azzurro come nelle cartoline. Ci attende
una giornata splendida ...
Il ritrovo, a partire dalle ore 10:00, è presso la cantina Pisoni, a
Pergolese
Piano piano i soci iniziano ad arrivare e si preparano
le bici per il via
Novità 2014: prima della partenza (sposta nelle ore calde verso il
mezzogiorno) c'è la colazione
Pane, Nutella, marmellata, succo di mela ...
Scatta l'assalto ...
Come sono cioccolatosi i Rinco stamattina ...
Si spalma alla grande
Gli "innovatori": Nutella spalmata non sul pane ma ... sulle fette di mela!
"Mmmmmmh, non sapete cosa vi perdete" - Ok, ok, vi crediamo sulla
fiducia ...
Rinco Starr va sul tradizionale: "mmmmmmmh, che bòn!"
La pedalata
(tratto Pergolese-S.Massenza)
La foto di gruppo prima del via: 47 biker pronti a scalpitare, carichi di
energie dopo la ricca colazione!
Sono le 11:00, si comincia
I due gruppi (classic e soft) percorrono il primo tratto
assieme, iniziando lungo il canale Rimone
Si costeggia il canale derivato dal Sarca, pedalando in un bell'ambiente
campagnolo
La lunga (e doppia!) fila dei Rinco
Passiamo il ponte che ci porta sulla riva destra del canale
Arriviamo al cementificio di Ponte Oliveti. Qui il gruppo soft si
stacca per proseguire su strade asfaltate
Si prosegue fino alla località il cui toponimo fa un evidente riferimento
alla coltivazione dell'olivo
Si attraversa nuovamente il canale
Ora si prosegue verso nord, su strada sterrata
Il canale visto dall'alto
Poco più avanti arriva la prima salita tosta del tour: breve, ma molto
intensa
Qualcuno è costretto a scendere di sella e così si forma il tappo: tutti a
piedi ...
La rampa cementata dove si supera il 20%
Manuela impegnata sul tratto finale della ripida
ascesa
C'è chi la fa a piedi e chi ... sbanda!
Si tira il fiato in cima ai ramponi
Ora si prosegue in leggera discesa fra i vigneti. Siamo a monte del lago di
Toblino (a sinistra, dietro il colle)
Si pedala fra i vigneti e fra gli ulivi (sullo sfondo, il Monte Casale)
Il passaggio nei presso di un vecchio maso
La campagna inizia ad assumere la colorazione autunnale
Ora si scende verso la località "Due Laghi"
Cristina, uno dei tanti trekker presenti oggi in sella
La stradina scende con diversi ripidi tornanti
La sosta in fondo alla discesa, per ricompattare il gruppo
Entriamo nel paese di Padergnone
Si sale verso il centro del paese, mantenendo rigorosamente la destra in
fila indiana
In piazza si svolta a sinistra, in direzione di Santa Massenza
Si passa sotto il viadotto della statale gardesana.
Sullo sfondo, la Paganella con le antenne TV
La discesa verso il lago di Santa Massenza
Arriviamo a Santa Massenza (che è frazione di Vezzano, il paese posto poco
più a nord)
Lasciamo la strada comunale e scendiamo verso lo
specchio d'acqua
Qui inizia una bella (seppur breve) ciclabile che costeggia la sponda
nord-occidentale
Imbocchiamo il percorso
Si pedala a pochi metri dall'acqua
Woody Allen ... in passerella!
Panorama sul Lago di Santa Massenza
La lunga fila si snoda sulla pista
Anche qui i colori dell'autunno iniziano a farsi vedere
Arriviamo sulla sponda ovest
Qui c'è l'appuntamento con il gruppo del Taverna-soft
Poco dopo, eccoli arrivare
Una foto di gruppo sul piccolo pontile. Ora le strade si divideranno di
nuovo
(tratto S.Massenza-Pietramurata)
Si riprende a pedalare, in direzione di Toblino
Alla rotonda in località "Due laghi", posta sullo stretto braccio di terra
che separa i due bacini
Ora si costeggia il Lago di Toblino
Percorriamo il suggestivo tracciato sulle passerelle di legno
Dove non si pedala sospesi sull'acqua, si pedala a due passi ... dall'acqua!
Il sentiero costeggia tutta la sponda occidentale del lago
Splendido panorama sul castello, costruito su una
piccola penisola che si protende verso est
Rinco allo specchio
Che giochi di luce e di colori con le foglie ingiallite
Si prosegue verso Sarche
Ancora sulle passerelle in legno
Qui il tracciato passa all'interno di un canneto
Fra i vigneti in riva al lago
Sul tratto a sud del castello
Se ci si volta, si vede questo ...
Il tratto finale delle passerelle
Brücke
Posto pericoloso per i biker alti ...
Dopo il lago, il tracciato prosegue a bordo della statale
L'arrivo a Sarche
La gola del Limarò. Qui il sarca esce dalle valli
Giudicarie e si getta nella valle del Sarca, fino al Garda
Sul ponte della statale
Ora si proseguirà sulla vecchia statale (che passava in destra Sarca prima
che venisse costruito il ponte)
Si riprende a pedalare
Ora si passa nuovamente su sterrato
Proseguiamo verso sud, pedalando fra i muri a secco
che delimitano i terreni
Con il caldo sole in faccia, proseguiamo alle pendici del Monte Casale
A Maso Gobbo si passa in sinistra Sarca
Il fiume visto dal ponte
Imbocchiamo la pista ciclabile che costeggia il fiume
Percorriamo qualche km in tranquillità, sulla comoda e soleggiata pista
Arriviamo in prossimità di Pietramurata
Utilizzando il bel ponte ciclabile, passiamo
nuovamente in sponda destra
Si tratta di una struttura ad arco, realizzata in acciaio
Il Sarca, qui, scorre placido ...
Il ponte dall'angolo opposto
Entriamo a Pietramurata
Qui si farà un'altra breve sosta, per riempire le borracce alla fontana, e
poi via ...
(tratto Pietramurata-Ceniga)
A Pietramurata, nuovo check point per ricompattare il gruppo
In fila per l'acqua del Sindaco ...
Si riparte, direzione sud
Lady-Rinco sbracciate, con questo caldo ... fuori stagione!
Da Pietramurata si sale verso il colle del Ciclamino, per poi deviare a
sinistra
Si imbocca un bel sentiero che corre a monte della strada statale
Le bici corrono sul veloce e compatto sterrato
Poi, più avanti, il fondo si fa subito più sassoso
Questo tratto sarà tutto un sali-scendi, con brevi salite alternate a
falsipiani e discese
Passaggio panoramico sulla Valle del Sarca (con una troticoltura in primo
piano, in basso)
La lunga fila si snoda sullo stretto sentiero
Alcuni tratti di discesa sono leggermente tecnici, ma nulla di pericoloso (basta
nàr piàn ...)
Capelli d'Argento concentrato in una discesa
Arriviamo ad un bivio e si fa un'altra breve sosta per attendere l'arrivo di
tutto il gruppo
Incontriamo una coppia con un asinello e Alvaro lo vuole fare subito
"Rinco-Onorario" !
Giochi di luci e di colori con le foglie arrossate dall'autunno
Si riprende la pedalata, in direzione Dro
Ora il sentiero si è allargato, diventando un comoda strada forestale
Il Presidente in sosta ad ammirare il panorama
Di fronte c'è l'enorme massa di pietre delle Marocche di Dro, originata da
una frana in epoca glaciale
I grossi massi, del resto, ci sono anche qui, alle pendici del Monte Brento
Arriviamo sotto una grande parete rocciosa. Siamo sotto il Monte Brento e
lassù ...
... c'è il Becco dell'Aquila, tristemente famoso perchè molti base jumper
(che qui accorrono da tutta Europa)
hanno trovato la morte sfracellandosi contro le rocce dopo essersi gettati
nel vuoto con il paracadute ...
A sx, un'immagine ripresa dal Becco dell'Aquila, durante un lancio
(il cerchietto rosso indica il punto di
dei Rinco, dove è stata scattata la foto sopra). A dx, elicottero del
118 in azione durate l'ultimo incidente
mortale, avvenuto il 16 agosto scorso, a soli 4 giorni da quello precedente,
avvenuto il 12 agosto.
Riprendiamo la nostra pedalata, imboccando la discesa
Il fondo compatto e la strada larga invitano a lasciar correre le MTB ...
La discesa, però, dura poco. In questo alternarsi di pendenze, ecco un'altra
salitella ...
Un'ultima fatica prima di arrivare allo scollinamento ...
Ed eccoci qui, a goderci l'ennesimo bel panorama
In primo piano l'abitato di Dro. Più avanti, la Rocca di Arco e il Garda
Una breve sosta per ricompattare le fila. Intanto ci godiamo il bel sole !
Si riparte e si punta verso Dro, in fondo alla discesa
Anche qui la strada è compatta e larga e si procede velocemente
Si prede velocemente quota, procedendo verso il fondo valle
In fondo alla discesa, poco a nord di Dro, il paesaggio cambia perchè dal
bosco si passa agli olivi
Avanziamo in questo "lembo di Mediterraneo" incuneato fra le Alpi
Procediamo sulle antiche carrarecce, delimitate dai muri a secco
Arriviamo a Dro, percorrendo la vecchia SS 45bis, che fino alla costruzione
della tangenziale passava qui
Da Dro, senza entrare in paese, si prosegue verso sud, sempre su strade di
campagna
Ancora olivi, sembra di essere su qualche collina del centro-sud Italia
Procediamo compatti, ora in pianura, sulla bella strada bianca
Ormai non manca molto al "giro di boa", situato nella frazione di Ceniga
Un ultimo strappetto ...
... ed eccoci sulla strada asfaltata che porta in paese
Gli olivi hanno lasciato il posto ad uva e kiwi, altri prodotti molto
diffusi nelle Valli del Sarca
Arriviamo al ponte romano di Ceniga. Un'opera che sta lì da 2000 anni ed è
tuttora utilizzata
Incredibile ma vero! Le scene che non abbiamo visto quest'estate a causa del
maltempo continuo, cioè
la gente stesa al sole in costume sulle rive di laghi e fiumi, le vediamo
ora, ad ottobre inoltrato !!!
Al ponte romano di Ceniga si vira di 180° gradi e si torna verso nord
(tratto Ceniga-Pergolese)
Dal ponte sul Sarca, puntiamo verso il suggestivo borgo
Imbocchiamo la stretta "Via dei Porticati" e capiamo subito l'origine
del toponimo ...
Pedaliamo in tranquillità fra le strette viuzze
La vecchia fontana del paese
La chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, di origine romanica
Ancora viuzze e portici ..
Un ultimo passaggio sotto un arco in pietra ...
... poi si imbocca un vicoletto che porta fuori dal paese
Lasciata Ceniga, proseguiamo verso nord, su strade di campagna
Passiamo in mezzo ai vigneti
Uno strappetto "in trincea", fra due alti muri a secco
La colonna dei Rinco
Ora la carrareccia prosegue in falsopiano verso nord, sempre fra due muri in
sasso
Entriamo nel paese di Dro, che in precedenza avevamo solo lambìto
La bella piazza, con le due chiese. Quella sconsacrata, dedicata ai S.S.
Sisinio, Martirio e Alessandro
(a sinistra) e quella parrocchiale dell'Immacolata, realizzata nella seconda
metà dell'800 (a destra)
Anche a Dro non mancano gli scorci suggestivi ...
Usciamo da Dro e imbocchiamo la ciclabile
Il Castello di Drena e - sullo sfondo - il Monte Cornetto (una delle Tre
Cime del Bondone)
Ci lasciamo alle spalle Dro e puntiamo verso il Colle del Gaggio
Percorriamo la nuova ciclabile realizzata pochi anni or sono
Passiamo sopra alcune opere idrauliche a servizio della centrale elettrica
L'area ricade nella Riserva Naturale delle "Marocche di Dro"
E a ricordare che siamo nelle Marocche, ecco un bel masso in mezzo alle due
corsie della ciclabile !
Proseguiamo veloci sul gradevole percorso ondulato
Arriviamo al'ex centrale idroelettrica di Fies, oggi sede di importanti
rappresentazioni teatrali
La centrale, di pregevole fattura, ricorda più un castello che un edificio
industriale
in uso oggi (adottata nel 2011, al centro) e quella utilizzata nelle
stagioni 2008-2010 (a destra)
Riprendiamo a pedalare (ma dei calzini fluo di Lucky Luke, vogliamo
parlarne?)
Arriviamo al temibile strappo del 20%, l'unico punto impegnativo della
ciclabile che attraversa il Gaggio
Il fondo cementato per aumentare il grip, specie quando è umido. Fino
a qualche anno fa, era sterrato ...
Rapportino e via, pedalare ...
Un altro enorme masso di pietra calcarea, una costante del paesaggio di
questa zona
L'ultimo tratto del rampone
Ora si procede su un divertente e leggero saliscendi
Per realizzare la ciclabile si è proceduto ad un bel disboscamento ...
Proseguiamo la pedalata in leggera salita
L'ultimo tratto di ascesa, prima di arrivare alla sommità del colle
Arrivati in cima, una breve sosta per ricompattare le fila
Ora ... inizia la discesa !
E via, lasciando correre le MTB sul veloce nastro d'asfalto
Laparte finale del Gaggio
Ora si punta verso Pietramurata
Percorriamo ancora un km in falsopiano
Ed eccoci al bivio per il paese
Proseguiamo verso nord, lasciando il colle del Gaggio alle nostre spalle
Nel centro di Pietramurata, il cui toponimo si rifà all'origine del borgo,
nato da alcune case che vennero
costruite a ridosso di un grande masso che emergeva dalle paludi
circostanti: la pietra ... murata
Anche a Pietramurata (come nei precedenti passaggi a Ceniga e Dro) il
portico è un elemento ricorrente
Imbocchiamo la ciclabile del Sarca, in senso opposto rispetto al passaggio
precedente
Poco dopo, abbandoniamo la ciclabile per deviare a destra nelle campagne, in
direzione di Pergolese
Arriviamo a Pergolese quando sono ormai le 14:20
Il rientro alla cantina Pisoni
(il Taverna-Soft)
Nel tratto Pergolese-Ponte Oliveti, il gruppo soft ha pedalato assieme agli
altri. Qui il Bagnino con il figlio
Mentre il gruppo classic arrancava sui ripidi sterrati verso Padergnone, il
gruppo soft ha raggiunto il
Lago di Santa Massenza in tutta tranquillità, pedalando su strade,
ciclabile, passerelle in legno ...
La foto di gruppo sul pontile
Dopo un giretto al lago, si rientra verso sud
Ancora il Bagnino, con il figlioletto sul seggiolino
Luciana
Giada
Il passaggio al Lago di Toblino, sulle passerelle in legno
In questa stagione non c'è il movimento turistico che si trova invece
l'estate, quando passare
qui in bici sarebbe assai problematico per via del grande afflusso di
escursionisti a piedi
Si prosegue verso il castello
Passaggio fra i vigneti
Foto di gruppo a Castel Toblino
Si riparte, ooooh yeah !
Ancora splendidi scorci del lago in versione autunnale
Stop! C'è un tappo ...
Qui il sentiero sale con un sassoso zig-zag ed è meglio farla a piedi
Pronti per ripartire
Max al passaggio nei pressi dell'antico Maso Toresèla (che deve il suo nome
alla piccola torre esistente)
Folta presenza rosa, oggi, nel gruppo del Taverna-Soft
L'arrivo a Sarche
Questo cartello, a quest'ora, è un vero attentato all'integrità morale dei
biker !
Si riparte. Ed ecco i "Tavernelli", Mirko e Gabriele
Mara & Max
Ops! Il fotografo è caduto (ma è riuscito lo stesso a scattare ...).
Ed ecco il risultato su gomito e ginocchio ...
Nulla di grave, sol en pàr de groste ... E così si riparte
Sulla ciclabile Sarche-Pietramurata
Da Pietramurata si taglia verso est, raggiungendo Lago di Cavedine. Rinco
allo specchio ...
Da qui si torna verso nord
Si pedala sulla poco trafficata provinciale che costeggia il dosso fra la
Valle di Cavedine e la Valle dei Laghi
Arrivati con congruo anticipo. Ma quando arrivano gli altri ???
Alla cantina |
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la merenda
La tavolata, preparata con cura, è pronta
"Materia prima", a quanto pare, ce n'è in abbondanza ...
E allora, che inizino le danze!
Panoramica dei due grandi tavoli
La macchina "lavora" alla grande e Marco Pisoni porta in tavola!
Una selezione di formaggi e salumi locali, che si sposano
perfettamente con i vini proposti
Big Bobby vuole farsi un mega hot dog ?
L'angolo del gruppo soft
L'angolo dei soci VIP (Veci in Pensiòn)
Marco Pisoni illustra le caratteristiche del vino che si sta servendo
Racconta della collina di san Siro, dove si trova l'omonima chiesetta, da
cui prendono il nome sia il San Siro
rosso (50% cabernet sauvignon e 50% merlot) che il san Siro
bianco (50% chardonnay e 50% pinot bianco)
Il San Siro bianco, tra l'altro, può fregiarsi dell'appellativo di "Vino da
messa"
Ecco la lettera con la quale la Curia Arcivescovile di Trento dichiarava che
l'allora titolare dell'azienda,
Giulio Pisoni (nonno degli attuali gestori), aveva prestato giuramento "di
fornire ai Reverendi Curatori
d'anime vino genuino di vite di proprio prodotto per la celebrazione del
Divin Sacrificio". Era il 23 luglio 1930.
Ed ecco che Giusy e il Ciga vogliono imitare il Divin Sacrificio ...
La "tavolata est"
La "tavolata ovest"
Brücke sorpreso a sganasciare. Una vera novità ...
L'angolo trevigiano
Stefano Pisoni intento a stappare il Rebo
Marco Pisoni, con alle spalle proprio il vigneto dal quale è stata
vendemmiata l'uva del vino che ha in
mano, descrive le caratteristiche di questo prodotto, ottenuto dall'unione
dei ceppi di teroldego e di merlot
Ancora una panoramica sui tavoli
Che occhietti Presidente. Non è che abbiamo esagerato ?
Quest'altro - invece - non smette più di ridere ... Sarà colpa di quel
liquido rosso in primo piano ?
Come maneggia il decanter il Dori ...
la visita all'azienda
Dopo la merenda, andiamo a visitare la struttura dell'azienda che, come
ricorda questa bella scritta
lavorata in rame, appesa alla facciata della casa, esiste fin dal 1852, ai
tempi dell'Impero Austro-Ungarico
Si parte da alcuni storici alambicchi, i primi utilizzati nell'attività di
distillazione, conservati nel cortile
Ecco le preziose reliquie, testimoni di oltre 160 anni di attività
Entriamo nella "grotta dello spumante", ricavata da un rifugio antiaereo
della 2ª guerra mondiale
Qui sotto, nelle viscere della roccia, la temperatura è costantemente su
valori di 8-10° C
Qui sono stoccate decine di migliaia di bottiglie di spumante Trentodoc, che
sta riposando sui lieviti ...
Per il disciplinare di produzione dovranno rimanere qui almeno 15
mesi (24 per il "millesimato", 36 per la "riserva")
Terminata la visita alla grotta, usciamo all'aperto, con uno sbalzo di
almeno 15° C !!!
Dalla "grotta dello spumante" passiamo alla cantina ...
La chiave di volta dell'arco reca la data del 1852, quella di fondazione
dell'azienda
A fianco dell'ingresso, una targa più moderna riporta l'emblema dell'azienda
Pisoni
Marco Pisoni si sofferma davanti alla gigantografia di alcuni suoi antenati,
che hanno combattuto in armi
per l'esercito imperiale austriaco. Fino al 1918, infatti, il Trentino era
parte dell'Impero Austro-Ungarico
Ci addentriamo nell'antica bottaia
L'incisione "Wien", Vienna, su una delle botti, di provenienza austriaca
Le vecchie botti, alcune delle quali risalenti addirittura a fine '800
(vedasi iscrizione della prima a sx)
I Rinco osservano curiosi questa enorme botte da 30 ettolitri
Marco Pisoni continua il suo interessante racconto ...
Qui siamo invece nella bottaia del Vino Santo Trentino Doc, un passito
prodotto solo nella zona di Sarche
Pisoni spiega come viene prodotto questo vino liquoroso, che si abbina
benissimo con i dolci secchi
Passiamo ora nella sala delle pupitres, termine francese che
identifica i cavalletti di legno ove le bottiglie
di spumante vengono riposte dopo il periodo di maturazione. Qui, con il
collo in giù, si depositano i lieviti
esausti, con il c.d. remuage, ovvero la rotazione periodica della
bottiglia che viene girata di qualche grado
Pisoni racconta come il remuage, nell'azienda, venga ancora fatto a
mano. Circa 5000 bottiglie al giorno ...
Dopo il remuage arriva la sboccatura (degorgement), cioè
l'eliminazione dei lieviti esausti che si sono
radunati nel collo della bottiglia. Le bottiglie vengono inserite a testa in
giù in questo supporto, in modo
che il collo della bottiglia si immerga in un liquido refrigerato (Pisoni
usa la grappa!).
In questo modo - ci viene spiegato - i lieviti diventano un blocco che
appena si toglie il tappo a corona
viene espulso per effetto della pressione creatasi nella bottiglia.
Immediatamente, dopo il rabbocco, viene
inserito con l'apposita macchina il tappo di sughero, tenuto fermo dalla
gabbietta in metallo.
Ora si passa alla distilleria della grappa. Qui c'è la vasca dove vengono
riposte le vinacce
Tra gli enormi alambicchi in rame, Pisoni ci descrive come avviene la
distillazione
Le colonne di rettifica
Proseguono le spiegazioni, seguite con molto interesse
dulcis in fundo ...
E alla fine, arriva il momento del dolce. Ecco una squisita torta de
fregolòti ...
... e poi anche l'immancabile strudel
C'è chi taglia e c'è chi mangia ...
Con il dolce ci vuole il Vino Santo
A quanto pare mette allegria ...
Dorty full-optional: mano destra Vino Santo, mano sinistra strudel,
in bocca la torta de fregolòti ...
Anche il Bagnino apprezza l'abbinamento
La bella giornata volge al termine ...
Per Dori One (che non deve guidare) c'è il bicchiere della staffa. E
che contènt ...
Certo che anche l'occhietto di Lucky Luke ... Meno male che guida
Alessandra !
All'interno del locale, i prodotti Pisoni in esposizione
Il Presidente prova a fare il piazzista ...
E così si va a casa col souvenir ...
E per finire, ci vuole un buon caffè.
Perchè il caffè è un piacere, ma si nun è 'bbono
Ammazza che pezzo di barista !
che piacere è? (Nino Manfredi, pubblicità Lavazza)
E grazie al Taverna per l'ennesima bella giornata! |
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Alla
prossima,
con il Taverna-Tour n° 12 ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |