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SET

PROGRAMMA ORDINARIO MTB 2014: 8ª USCITA

 La dove "il Piave mormorò"
Disputata oggi in Veneto, nella zona dove venne scritta la pagina conclusiva della "Grande Guerra", l'8^ uscita del programma bike 2014, con le salite a Passo San Boldo (sulla "Strada dei 100 giorni") e Passo Praderadego. Percorsi quasi 50 km con oltre 1.000 m. di dislivello, dalla Val Belluna alla Valle del Piave e ritorno (ed evitata la temuta pioggia!). Ora sotto con la Rinco Bike ...

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i presenti

 

 

SOCI
       
OSPITI              
   

 

 

 

la cronaca

20/09/2014. E' stata disputata oggi in Veneto, a cavallo fra le province di Belluno e Treviso, l'8^ uscita del programma bike 2014, l'ultima di vera montagna. Anche questa escursione, come accaduto diverse  volte quest'anno in occasione del centenario dello scoppio della 1ª Guerra Mondiale, ha avuto come teatro una zona dove vennero scritte pagine importanti della c.d. "Grande Guerra". E questa volta si è andati a toccare la zona dove venne praticamente deciso l'esito di quel conflitto, con la vittoria del Piave (divenuto il "fiume Sacro alla Patria") che segnò le sorti dell'esercito imperiale austro-ungarico e determinò la vittoria italiana.

La partenza - attorno alle 9,20 - è avvenuta da Mel (paese ubicato fra Feltre e Belluno), da dove il gruppo di 11 biker ha in breve raggiunto la vicina Trichiana, per poi iniziare la prima delle due salite di giornata: quella di Passo San Boldo. Si tratta della c.d. "Strada dei 100 giorni", così chiamata perché venne realizzata fra l'1 febbraio e l'1 giugno del 1918 dai militari del Genio Zappatori austriaco, per facilitare i rifornimenti alle truppe impegnate nella battaglia sulla linea del Piave.

Si tratta di un'opera ingegneristicamente molto ardita (specie se si pensa alle attrezzature di cui si disponeva un secolo fa), con una strada che risale una valle strettissima, dove un tempo esisteva solo un ripido sentiero di montagna, e che nel finale si contorce in un incredibile budello, con i tornanti realizzati addirittura in galleria.

(vedi qui un approfondimento)

Numerose le frazioni, spesso molto piccole e caratterizzate da un'architettura tipicamente rurale, attraversate durante la salita. Subito dopo la principale di queste, Sant'Antonio Tortal, è stata incontrata un breve discesa che ha interrotto per un attimo i 15 km di ascesa verso il passo, ubicato a quota 710 metri di quota.

Dopo il Passo San Boldo, che segna il passaggio dalla Provincia di Belluno a quella di Treviso, il gruppo è sceso nella Valmareno, raggiungendo il paese di Tovena. Da qui ci si è spostati in un suggestivo ambiente campagnolo, su stradine bianche in mezzo a campi di mais, prati, ruscelli, ecc., passando nei pressi di Cison ed arrivando fino a Valmareno, dove è iniziata la seconda salita.

Da Valmareno, infatti, è stata imboccata la strada che sale a Passo Praderadego, un'ascesa molto più breve della prima (8 km contro 15), ma con un dislivello superiore, il che fa intuire come la pendenza media non fosse affatto uno scherzo! La media - infatti - è del 10%, ma sono state incontrate diverse rampe dove si è andati oltre il 15%. Tornante dopo tornante (sembravano non finire mai ...), si è quindi arrivati al GPM di giornata, ai 920 metri del valico che riporta nella Val Belluna. Solo nel finale dell'ascesa sono cadute le classiche "quattro gocce d'acqua", ma la temuta pioggia se ne è rimasta ben lontana dalla zona e la giacca a vento è stata usata solo per ripararsi dall'aria in discesa.

A Praderadego, sotto la tettoia di una baita degli alpini, è stato consumato il pranzo al sacco, prima di tornare ad inforcare le bici per affrontare la discesa conclusiva. Una discesa di circa 9 km, intervallata a Valmaor da una breve salita, che con le gambe rilassate dalla pausa e lo stomaco impegnato a digerire i panini, è sembrata forse più tosta di quello che era in realtà. Poi l'arrivo a Mel, dove si è chiuso l'anello di quasi 50 km.

Ora l'appuntamento è con la RincoBike, la gara sociale a squadre, di cui si disputerà quest'anno la 10^ edizione. La staffetta - che è dedicata al socio "Gaspa", prematuramente scomparso nel 2012 - è in programma sabato 27/09 nel primo pomeriggio, sul consueto circuito di Terlago. Sotto con le iscrizioni !

 
 

i dati tecnici

Complessivamente sono stati percorsi circa 47 km mentre il dislivello superato è stato di oltre 1.000 metri. L'altimetria presenta due picchi, in corrispondenza delle due salite di giornata. Più lunga - ma meno impegnativa - la prima ascesa, da Trichiana a Passo San Boldo, di circa 15 km (anche se intervallati da una brevissima discesa dopo S.Antonio Tortal).  Meno lunga, ma molto più tosta, la seconda ascesa, da Valmareno a Passo Praderadego, dove in meno di 8 km si sono scalati oltre 700 metri di dislivello, con una media del 10% ma con punte dove si è andati ben oltre il 15%. GPM a Praderadego (m.910).

L'altimetria

La panoramica in 3D

La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi
ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare

.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

 

le immagini

1. la salita verso Passo San Boldo


La partenza è da Mel, paese ubicato fra Feltre e Belluno


Oggi ci sono solo due befan.... ops, due ragazze!


Verso le 9:20 lasciamo il parcheggio del supermercato dove abbiamo lasciato le auto: si parte


Per un breve tratto, fino al centro di Mel, percorriamo la strada statale, rimanendo sul bordo


Poco dopo entriamo in paese


Qui lasciamo la trafficata statale, imboccando la viabilità secondaria fuori dal paese


Il Camoscio della Sila, alla seconda uscita dopo il rientro dalla Calabria


Si sale leggermente su una collinetta ...


... e infatti la frazione si chiama ... Col !


Attraversiamo l'antico borgo


Dori One (che giocava in casa) con il Camoscio della Sila


Passiamo davanti all'antica chiesetta del paese


Dopo Col imbocchiamo una strada sterrata


Avanziamo in campagna, in direzione di Trichiana


Ciga, Elisa e il Michèta, chiudono la fila


Lo sterrato termina proprio all'imbocco di Trichiana


Procediamo su un percorso a lato strada


Sharif: anche lui - oggi - ha pedalato sulle strade di casa


Arriviamo a Trichiana, dove inizierà la salita


Arriviamo nella piazza centrale del paese


Elisa ne approfitta per riempire la borraccia


Ora si inizierà a sudare: è meglio togliere giacche e/o gilet


Selfie presidenziale in piazza di Trichiana


Via, inizia la prima salita


Il passo è aperto (non c'è neve ...), meglio così!


Subito le prime rampe e il paesaggio inizia a farsi verde


Niccia, una delle tante frazioncine di Trichiana attraversate lungo l'ascesa


Si procede sulla strada a bassissimo (anzi, quasi nullo!) traffico


Sharif fa il "beato fra le donne"


Alcuni simpatici quadrupedi ci osservano curiosi dal loro pascolo


... e la salita prosegue


Tantissime anche le vecchie case in pietra, spesso munite di stalla


La giornata -come avrebbe detto Battisti - è uggiosa e una bassa foschia oscura l'orizzonte


Ancora un piccolo borgo, semi disabitato


Siamo al Km 10 della salita


Pit stop ...


Il cartello indica che si sta percorrendo la "Strada dei 100 giorni"


Ormai siamo quasi a Sant'Antonio Tortal, la più grande delle frazioni ubicate lungo la salita


Ecco - dopo una curva - apparire il cartello


Breve sosta all'imbocco del paese


Dorty appare riposato (ti sei allenato eh ?)


Si riparte ...


Il paesaggio è davvero rilassante


Percorriamo una strada di campagna a margini del paese


Sosta tecnica ?


Si procede sulla tranquilla stradina


Passiamo vicino ad alcune stalle


Poi arriviamo in centro paese


Dopo Sant'Antonio Tortal c'è una breve discesa che interrompe i 15 km di ascesa


Scendiamo verso il ponte sul torrente Ardo, perdendo circa 100 metri di quota


Rinco impegnati in un tornante


Passato il torrente, riprende la salita


E che salita !


Bella pendenza su questo tornante !


Landini e Big Bobby


La salita prosegue ...


Altra frazione, il cui toponimo dialettale richiama la presenza di piccoli campi


Attraversiamo il piccolo paese


Una vecchia casa in pietra


All'orizzonte si comincia ad intravedere la sella del valico


Ancora paesaggi di pascoli


Qui l'erba è già stata tagliata ed il fieno raccolto


Ormai siamo quasi in vetta


Un riposante tratto in falsopiano, prima del valico


La conca erbosa sotto Passo San Boldo


Poco prima del passo si lascia la Provincia di Belluno e si entra nel trevigiano


Un vecchio albergo, costruito in pietra locale


Arriviamo al San Boldo


Dori One indica sulla cartina dove ci troviamo


La foto di gruppo prima di cominciare la discesa

 

2. la discesa San Boldo-Valmareno


OK, si parte


Il primo tratto della discesa è in trincea, fra due alti muri di pietra


Dopo circa 200 metri si entra nella stretta valle dove è stata realizzata la strada con le gallerie


Il semaforo, che regola il senso unico alternato, è verde: avanti tutta!


Uno scorcio della straordinaria opera di ingegneria


Notare il numero del tornante: è il 2° sia nella galleria sopra che in quella sotto.
In effetti i tornanti sono stati realizzati in galleria, per via della mancanza di spazio


Si sfreccia nei tunnel (tanto è senso unico!)


L'uscita dal tunnel


Una sorta di "scalinata"


Altra bella immagine della "Strada dei 100 giorni"


I tunnel, un tempo scavati nella roccia nuda, sono stati sistemati e dotati di illuminazione


Un altro selfie, stavolta panoramico!


Questa - invece - è la vista dal basso verso l'alto


L'immagine mostra come la valle sia davvero stretta


In questa foto d'epoca, appesa ad un pannello, si vedono le colonne di soldati - nel 1918 - percorrere a
piedi (magari affiancati al mulo) la "Strada dei 100 giorni", appena realizzata ed ancora sterrata


Arriva il Ciga, che era rimasto bloccato dal semaforo nella parte superiore


Riprende la discesa


Dorty all'uscita dalla galleria n° 4


Entrata ed uscita del tornante n° 5


Il 6° ed ultimo tornante in galleria. Gli altri, nella parte bassa della valle, sono all'aperto


La sosta al semaforo intermedio


Il Presidente all'uscita dal tunnel n° 6


In posa prima di proseguire la discesa


Via, si riparte


Ora inizia la serie di tornanti all'aperto


Una curva dopo l'altra


Più in basso la valle si allarga un po'


Cristina al tornante n° 12


Il Presidente al tornante n° 15


Panorama sul fondo valle, con il paese di Tovena


Una sosta al tornante n° 18


Prosit !


Si torna in sella, per l'ultimo tratto di discesa


Anche da questo lato il traffico è quasi nullo: pochissime le auto incontrate


Eccoci arrivati a Tovena


Entriamo in paese


Qui c'è Borgo Rech, la parte vecchia del paese, tutta in pietra


Facciamo un giretto esplorativo ...


Alcune case sono state sapientemente ristrutturate e le pietre ripulite: molto belle


Torniamo sulla strada principale


Scendiamo fino alla statale di fondo valle, che percorriamo per circa 100 metri


Poi entriamo in campagna, su stradine sterrate


Si pedala in un rilassante ambiente rurale: qui un campo di mais


Qui si costeggia un piccolo ruscello


Si pedala lontano dal traffico


Attraversiamo un altro piccolo borgo, con vecchie case in pietra


Qui il tempo sembra essersi fermato


Pedaliamo nello stretto vicolo, la via principale del paese!


Si ritorna fra i campi


Ancora mais, pronto da raccogliere


Si scende leggermente di quota, verso Valmareno


Un vecchio casolare


Si procede sulle comode strade bianche


Nel paesaggio si alternano campi coltivati e verdi prati


Attraversiamo un canale


Ancora in leggera discesa


L'uva non può mancare nel trevigiano


Dori One era scettico sul meteo e si dotato di ombrello ...


Lo splendido Castel Brando domina dall'alto di un colle, sopra Cison


Una sosta per riempire le borracce ad una fontana


Il cartello indica che siamo sull'itinerario turistico delle Prealpi trevigiane


Un "cupolone" si profila all'orizzonte


E' una bella chiesa, vicino a Cison


Si arriva a Valmareno


E qui, ricomincia la salita ...

 

3. la salita a Passo Praderadego


Come indica la vecchia scritta dipinta su questa casa, siamo scesi a quota 249 m.


Si riparte, per salire oltre quota 900


Seguire il dito ...


Usciamo dal paese, percorrendo una stretta strada incassata fra due muri in sasso


Il valico si vede lassù, lontano ...


La salita si fa subito tosta


La pendenza media è del 10% e ci sono pochissimi falsipiani tirare il fiato


Da qui in poi c'è un bel budello di tornanti


E noi, piano piano, saliamo ...


Non incontriamo anima viva, ne in auto, ne in bici


I tornanti si susseguono, ripidi, uno dietro l'altro


L'asfalto è stato posato solamente qualche anno fa; prima questa via era completamente sterrata


Non serviva ricordarlo, grazie!


"Infatti ce ne siamo accorti da soli!"


Una sosta snack ad un tornante


C'è un'afa pazzesca e si suda in maniera esagerata, perdendo liquidi


Si riparte: ancora tornanti ...


Una strada che non concede un attimo di tregua


Ancora !


La media sarà anche del 10%, ma in alcuni punti si va oltre il 15%


Ormai non dovrebbe mancare molto


Raggiungiamo un punto dove la strada costeggia una parete rocciosa


Per realizzarla devono aver fatto uno sbancamento mica di ridere


Il paese di Valmareno si vede laggiù, nella foschia


Prima dello strappo finale, un tratto in falsopiano che ci fa respirare


Poi, ecco l'ultima salita


Poco prima del valico, il cartello indica già la località


Ormai siamo al passo ...


Arrivati! Adesso si mangia ...

 

4. il ristoro


Troviamo posto sotto la veranda di una baita degli alpini


Il grande cappello alpino dipinto sulla parete, sopra il barbecue


L'area è attrezzata per grandi feste, in perfetto stile alpini


La baita con l'immancabile pennone e bandiera tricolore


Ci sistemiamo al tavolino e via con pane, formaggi ed affettati


Tavolino? Anche un muretto va bene!


Dori One e Sharif, per una volta non hanno dovuto fare la levataccia


Dopo esserci rifocillati, indossiamo le giacche a vento per la discesa e ci accingiamo a ripartire

 

5. la discesa a Mel


Dalla baita, che si trova a circa 100 metri dal passo, percorriamo l'ultimo tratto di salita


Ed eccoci al GPM, a quota 910 m.


Ora inizia la discesa


Subito sotto il passo c'è un'antica chiesetta


C'è anche una vecchia casa colonica, che oggi ospita un'osteria


Il pozzo nel giardino


Chissà quanti viandanti, in tempi antichi, sono passati per questi luoghi


Dopo la breve sosta, riprende la discesa


Per fortuna ha piovuto pochissimo e l'asfalto è praticamente asciutto


Si sfreccia veloci nel bosco


Il Ciga è così veloce che non si riesce a mettere a fuoco !


Elisa (sempre prudente in discesa), "scortata" dal Michèta


Un altro bell'esempio di architettura rurale in queste casette in pietra


Una piccola malga adagiata sulla sommità di un colle, dove è appena stata sfalciata l'erba


Proseguiamo la discesa verso il fondo valle


Arriviamo a monte di un paese


Si tratta di Valmaor, frazione di Mel (dove siamo diretti)


Qui, dopo aver attraversato il piccolo borgo, c'è da affrontare un breve tratto di salita


Sarà pur breve, ma dopo essersi rilassati a pranzo e con 2 panini in fase di digestione ... sembra lo Stelvio!


Il paesaggio è verdissimo: dopo le abbondanti piogge di quest'estate, i prati non hanno patito la sete!


L'ultimo tratto di salita


Arriviamo nel paese di Carve, altra frazione di Mel


Una sosta in piazza


Molto bella la chiesa, dedicata a San Donnino Martire


La torre campanaria è staccata dall'edificio


Si riparte: ora è tutta discesa fino in fondo


Incolonnati sulla strada (ora siamo nei paesi e ci può essere un po' di traffico) procediamo verso Mel


Il passaggio per Tremea, un'altra frazione di Mel


Una piccola ed antica chiesetta, lungo la strada


Il paese successivo è Conzago


Qui le case sono attaccate una all'altra, secondo lo stile d'un tempo, per risparmiare un muro


L'ultima frazione, orami quasi in fondo valle, è Gus


Anche qui c'è una piccola ed antica chiesetta.
Ogni paese, sia pur piccolo, aveva il suo luogo di culto


L'arrivo nel parcheggio, anche questa è andata (e anche bene, visto che abbiamo schivato l'acqua!)


Ci si prepara per il rientro in Trentino


Saluti !


Grazie a tutti e ...
 
alla prossima !
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