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Sull'Ozolo le prime salite vere ... |
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la cronaca |
17/05/2014. E' stato disputato oggi in Val di Non il primo dei tre "Bike & Trekking" previsti nel programma 2014. Protagonista della giornata è stato il Monte Ozolo, un piccolo rilievo affacciato sul Lago di Santa Giustina (sulla c.d. "terza sponda"), per la verità non molto conosciuto al di fuori dell'Anaunia ed anche poco frequentato per via della mancanza di rifugi o malghe (oggi infatti, a parte 4 boscaioli, non abbiamo incontrato proprio nessuno!), ma che forse proprio per questa sua lontananza dai circuiti turistici tradizionali offre una tranquillità che non si trova più nelle località più blasonate (e frequentate).
Il tracciato bike, almeno nei programmi iniziali, riprendeva al 90% quella della gara "Ozolbike", con partenza da Revò e giro attorno al Monte Ozolo, scollinando dal versante est a quello ovest attraverso il "Giovàt di Cloz", posto a quota 1380 m. Giunti al passo, però, si è deciso di provare a raggiungere la cima dell'Ozolo (dov'era diretto il gruppo trekking, in ascesa dalla parte opposta). L'incognita era il sentiero che dal passo percorre la dorsale in direzione nord-sud. Era pedalabile o - come il sentiero percorso dal gruppo trek - era decisamente inadatto per una salita in bici? Ebbene, il sentiero era fattibile (tranne un paio di punti dove il mix pendenza-fondo ghiaioso ha costretto tutti a scendere di sella) e così c'è stato il fuoriprogramma della riunione a pranzo dei due gruppi, con i 29 presenti complessivi a consumare i panini imbottiti sul prato posto alla sommità dell'Ozolo (m.1566)
Il gruppo bike, composto da 15 elementi, è partito verso le 9:30 dal campo sportivo di Revò, per poi dirigersi verso il paese e attraversarne il centro storico. Giunti in piazzetta della Crosàra (toponimo che in dialetto nòneso significa crocevia), si è svoltato a sinistra, affrontando un breve ma ripido strappetto che porta verso la periferia nord del paese. Alternando tratti in falsopiano a salitelle non lunghe ma ripide, si è saliti fra i meleti, giungendo nel vicino paese di Romallo.
Dopo un nuovo tratto in discesa, si è svoltato in direzione del Monte Ozolo, affrontando un nuovo tratto di salita impegnativa fra i frutteti. Giunti alla sommità dell'altura che domina la valle solcata dal Rio Novella, si è imboccata un'altra strada interpoderale che dapprima in piano e poi in discesa, ritorna verso Revò, facendo compiere una sorta di anello a nord del paese.
Giunti in vista delle prime case di Revò, si è svoltato ancora verso il Monte Ozolo (sulla dx), salendo con alcuni ripidi tornanti verso la montagna, fino al termine della strada asfaltata. Qui, quando il contachilometri segnava 5 dalla partenza, è stato affrontato un comodo tratto pianeggiante, lungo il percorso del vecchio acquedotto Lèc (lo stesso incontrato durante il Giro della Bassa Anaunia, fra Sporminore e Cunevo, solo che lì - in bassa valle - lo chiamano Lèz).
Per 3 km, pedalando al margine dei meleti (sulla destra) e del bosco (sulla sinistra), si è sfrecciato in falsopiano, fino a raggiungere il campo sportivo di Cloz, ubicato a monte del paese, vicino alla pineta. Qui è iniziata la salita più tosta della giornata, lungo una strada forestale che in 4 km senza tregua sale da quota 900 a quota 1380, con una pendenza media oltre il 10% ma con alcuni strappi dove si è andati ben oltre il 15%.
La strada sale costante, con fondo compatto e pedalabile (alcuni tornanti, i più ripidi, sono stati anche cementati), offrendo mano a mano che si guadagna quota un panorama sempre più bello, sempre più vasto.
Dopo 4 km di impegnativa ascesa, si è giunti sulla dorsale del Monte Ozolo, percorsa interamente da un sentiero lungo la direttrice nord-sud. Pedalando per qualche centinaio di metri fra i faggi, in un tratto finale in falsopiano che ha consentito di riprendere fiato, si è così giunti al "Giovàt di Cloz", un piccolo valico (giovàt è infatti il diminutivo dialettale di giovo, ossia passo) posto a quota 1.380, fra il Monte Nuovo e il Rufer (due rilievi posti sulla dorsale dell'Ozolo). Qui si passa dal versante est (affacciato sull'alta Val di Non, con panorama sui Monti Penegal e Roen) , al versante ovest, affacciato sulle valli di Rumo e Bresimo, con vista sulle Maddalene e sulle vette della Val di Sole.
Una particolarità storica:
la zona visibile guardando dall'Ozolo in direzione est (in pratica, tutta
l'alta Val di Non), fu teatro, sia nel 1905 sotto l'Impero Austro-Ungarico,
sia nel 1935 sotto il Regno d'Italia, delle c.d. "Grandi manovre militari".
Le prime vennero organizzate per consentire all'esercito austriaco di
ispezionare le propaggini meridionali del Tirolo (ed i teatri di possibili
battaglie) in previsione della guerra contro l'Italia, mentre le seconde
furono organizzate prima della guerra d'Abissinia, poichè la val di Non -
secondo gli esperti militari - ricordava climaticamente ed orograficamente
le terre che di lì a poco sarebbero state invase dai nostri soldati. Alle
manovre del 1905 volle assistere direttamente l'Imperatore Francesco
Giuseppe (il Kaiser Franz Joseph), mentre 30 anni più tardi vi
presenziarono sia il Re d'Italia, Vittorio Emanuele II, sia il Duce, Benito
Mussolini, che controllarono lo svolgimento delle esercitazioni
dall'Osservatorio di Revò, posto proprio sulle pendici del Monte Ozolo, in
posizione panoramica sulla valle (vedi foto in basso).
Come detto in precedenza, dopo un contatto telefonico con il gruppo trek che in quel momento stava salendo sulla cima dell'Ozolo, è stata apportata in corsa una variante al tracciato bike, per provare a salire in sella fino alla sommità del monte. In questo modo si è pranzato tutti assieme, nel bel prato a margine del sentiero.
Dopo la sosta-ristoro in vetta, è iniziata la discesa, rientrando dapprima al "Giovàt di Cloz", per poi scendere lungo un sentiero nel bosco a tratti abbastanza sassoso, che ha portato ad una zona prativa caratterizzata da diversi pascoli, resi verdissimi dalle frequenti piogge delle ultime settimane. Scendendo fra i prati, si è così giunti a Tregiovo, piccola frazione montana di Revò (quota 1050 circa), il cui nome deriva dal latino Intra Giovum, ovvero "tra i giovi", con riferimento alla sua posizione fra il Giovàt di Cloz e l'altro passo che attraversa la dorsale dell'Ozolo, la forcella di Brez, posta poco più a nord.
Dopo aver attraversato il caratteristico paesino (davvero un grappolo di case!), si è imboccata una strada forestale che costeggia le pendici della montagna, compiendone l'aggiramento da nord-ovest a sud, procedendo parallelamente alla strada provinciale 28 che si trova qualche centinaio di metri più in basso.
Procedendo nell'aggiramento dell'Ozolo, si è giunti sopra l'abitato di Cagnò (con vista sul lago di Santa Giustina), per poi imboccare un nuovo tratto dell'acquedotto Lèc (chiamato anche "Sentèr dal fòs", ovvero "sentiero del fosso", con riferimento al canale irriguo a cielo aperto che fino a qualche anno fa occupava quasi l'intera sede del sentiero).
Nella foto sopra, la valle del torrente Noce ai piedi
del Monte Ozolo, prima dell'invaso del 1956.
Nell'immagine in basso, invece, la stessa inquadratura dopo la realizzazione
del lago artificiale
Pedalando in scioltezza sul comodo falsopiano, per circa 3 km, si è giunti all'incrocio con la strada percorsa in precedenza per salire sul Monte Ozolo e da lì non è rimasto che scendere verso Revò, dove si è chiuso l'anello.
Alla fine della pedalata, dopo essersi riuniti con il gruppo trekking che nel frattempo aveva portato a termine il proprio itinerario, c'è stata una merenda a base di strudel e di succo di mela (d'altronde, siamo nella valle delle mele ...).
Ora l'appuntamento è per l'inizio del mese di giugno, quando i Rinco saliranno in Val di Fiemme per affrontare il suggestivo percorso della pista ciclabile che in circa 29 km (da percorrere in leggera salita all'andata e in leggera discesa al ritorno, per un totale di quasi 60 km A/R), solca l'intera valle, da Molina di Fiemme (m.800) a Moena (m.1180), costeggiando il torrente Avisio e percorrendo, fra Cavalese e Predazzo, la parte finale della vecchia ferrovia Ora-Predazzo, realizzata dagli austriaci prima della Grande Guerra e poi dismessa nel 1963.
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i dati tecnici |
Complessivamente - per effetto della variante - sono stati percorsi quasi 30 km (con il percorso originale sarebbero stati 25) mentre il dislivello superato è stato di quasi 1.000 metri. L'altimetria è abbastanza regolare, con un tratto iniziale di 5 km assai ondulato (con salite alternate a discese), cui fa seguito un tratto di circa 3km in falsopiano (lungo il sentiero dell'acquedotto). Dal km 8 inizia la salita che in 4 km abbastanza tosti (con media superiore al 10%) porta al "Giovàt di Cloz" (m. 1380). Dal km 12 al km 14,5 si sale verso la sommità dell'Ozolo, con qualche tratto a spinta dove pedalare è impossibile. Poi, tornati al passo, inizia la lunga discesa (7,5km) che porta ad un altro tratto del sentiero dell'acquedotto, pianeggiante, di cui si percorrono altri 3km, prima della discesa finale a Revò.
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
1. la salita
Il punto di partenza è al campo sportivo di Revò
(quota 750)
Verso le 9:30, il gruppo sale in sella e si dirige
verso il paese
Il vento dei giorni scorsi ha spazzato il cielo e il
panorama è davvero limpido
Sotto il paese si scorge il lago di santa Giustina,
mentre al centro della foto si vedono Fausiòr e Paganella
Si entra nel centro storico di Revò
Un'antica costruzione dalla curiosa forma esagonale
Alla fontana ne approfittiamo per riempire le borracce
di acqua fresca
Imbocchiamo quindi una salita che esce dal paese, in
direzione nord
Ebbene sì, confessiamo: abbiamo allargato l'attività
...
Si sale fra i meleti, con pendenze subito decise
Nel primo tratto dell'itinerario (circa 5 km) si
alternano salite, discese e falsipiani
Arriviamo nel paese di Romallo
Qui inizia una nuova salita nei frutteti
Alla nostra destra ci appare il panorama dell'alta Val
di Non
La pendenza non scherza e dopo qualche centinaio di
metri, Romallo è già laggiù, in basso ...
Arriviamo alla sommità dell'altura, sempre su stradine
interpoderali
Il Brenta, ancora innevato, domina il panorama verso
sud
Compiendo una sorta di anello fra Revò e Romallo,
torniamo verso Revò, in leggera discesa
La strada, poco più avanti, scende ancor più decisa.
Sullo sfondo, il paese di Cles, sotto le pendici del Peller
Arriviamo al bivio con l'indicazione per Monte Ozolo e
svoltiamo e destra
Riprendiamo a salire, con il profilo del Monte Ozolo
di fronte a noi
Superati gli ultimi frutteti, la strada inizia a
salire più ripida, con alcuni tornanti
Salendo di quota, comincia a cambiare anche la
vegetazione e appaiono le prime conifere
Passiamo a fianco del parcheggio dove sono state
lasciate le auto del gruppo trekking
Proseguiamo la salita, sempre su asfalto, superando un
altro paio di tornanti
Raggiunta quota 900, imbocchiamo il sentiero
realizzato sul vecchio acquedotto Lèc, ora interrato
Per 3 km, avanziamo in scioltezza, sul sentiero
praticamente pianeggiante
Il sentiero segue il margine del bosco, rimanendo poco
a monte dei frutteti
Oggi c'è l'esordio in sella del Merdatleta. La prima
uscita in marrone del 2014 !
Uno dei tanti piccoli guadi che sono stati superati
lungo il percorso. Il Mote Ozolo è ricco di sorgenti e rivi
Il gruppo avanza veloce sullo scorrevole sterrato
In ogni valletta il sentiero segue l'orografia del
terreno, compiendo numerose curve
Arriviamo in un bel prato, dove qualcosa attira la
nostra attenzione ...
Qui i ragazzi dei paesi vicini vengono a divertirsi
con le moto ed hanno realizzato un piccolo parco
attrezzato. Ecco il prof che si cimenta sulle "gobbe di cammello". Ma il pezzo
forte, è il trampolino ...
Il primo a cimentarsi con il salto è il
Merdatleta
Poi ci prova il Cimo ...
E dopo le "gobbe di cammello", il Prof si fa
pure il trampolino
Chiude le esibizioni Cipollino
Beh, adesso possiamo ripartire
Chi è che ha nascosto un piccione sotto il casco ? Ah
no, sono i capelli brizzolati di Panzella ...
Lasciamo il prato e proseguiamo il nostro tour
Arriviamo al campo sportivo di Cloz
Qui finisce la pacchia, perchè inizia la salita vera
...
La strada si impenna subito (e sarà così fino alla
fine, per ben 4 km ...)
Il gruppo - all'inizio - procede compatto, poi
inizierà a sfilacciarsi
La pendenza media di questa salita è superiore al 10%
Ogni tanto si fa una sosta per ricompattare le fila
Il più in difficoltà è Panzella, a digiuno di bici da
qualche anno (!!!). Lui, però, tiene duro e sale piano piano
Certo, quando arriva ai pianori ... si accascia sul
manubrio !
E gli altri se la ridono ...
I tornanti più ripidi sono stati cementati
Per il resto si pedala su uno sterrato compatto e
scorrevole, tranne alcuni pezzi leggermente più ghiaiosi
La strada sale tortuosa sul versante est dell'Ozolo,
con numerosi tornanti
Le indicazioni per il valico che dobbiamo raggiungere,
il Giovàt di Cloz
Bancomat con la sua webcam montata sul casco
L'unica fonte d'acqua di tutta la salita: il Lupo ne
approfitta per riempire la borraccia
Si riparte, ormai manca poco al passo
Gli ultimi tornanti, sbancati nella roccia
Guardando in asso, si scorge il Lago di Santa
Giustina, con il paese di Revò in primo piano
Se invece si guarda in alto: neve, neve e ancora neve!
E si continua a salire ...
La strada taglia in diagonale il ripido versante
Finalmente, dopo 4 km di dura ascesa, arriviamo al
falsopiano del valico
Facciamo sosta nei pressi di un capitello. Questo, in
origine, doveva essere il GPM odierno (m.1380)
7
Come noto, però, si decide "in corsa" di raggiungere i
trekker sulla cima dell'Ozolo
Così, invece di imboccare la discesa, si prosegue in
salita !
Inizialmente la strada forestale è comoda e nemmeno
tanto ripida
Si avanza nel bosco, seguendo la dorsale dell'Ozolo
sulla direttrice nord-sud
Il comodo e scorrevole sterrato nel bosco lascia ora
spazio ad un tratto più sassoso
Tra sassi e ciòrciole (pigne, ndr), è tutto un
sobbalzo !
Proseguiamo verso la cima, dove i trekker ci stanno
aspettando
Ecco la prima sorpresa. Del resto, per andare da quota
1380 a quota 1566, da qualche parte la salita vera
si doveva nascondere ... Affrontiamo (a piedi) questa prima rampa,
fortunatamente non tanto lunga
Superato lo strappo, si torna in sella
Ora si affronta un divertente saliscendi fra i faggi
Brevi e intense rampe, alternate a tratti piani
Ecco un'altra rampa impossibile: di nuovo tutti a
piedi !
A un certo punto si ode il vociare di un gruppo ...
E difatti, arriviamo alla radura che si trova sulla
sommità del Monte Ozolo, dove il gruppo trekking ci attende
Ora si mangia!
2. il ristoro
Panoramica dell'accampamento ...
Abbandoniamo sull'erba le bici, per dedicarci al
"movimento ganasce"
Ecco Bancomat e Panzella in azione
Relax assoluto
Ma che ci fanno quei due in piedi a guardare gli altri
che mangiano?
Ah, è vero, loro non hanno voluto i panini. E allora
il Merdatleta glielo mangia davanti al muso !
Il Camoscio con l'Uomo Ombra
Il riposo dopo la fatica
Anzi, facciamoci proprio un sonnellino!
Il Camoscio ha rispolverato la sensuale canotta
traforata, Mandragola-style ...
E' meglio guardare i fiori! Ecco un bel gruppetto di
genzianelle
Finito il ristoro, ci si preparara per iniziare la
discesa
I trekker sono pronti ...
I biker pure. Allora via, si parte ...
3. la discesa
Riprendiamo al contrario il sentiero percorso in
precedenza
Un'ora fa qui si arrancava in salita, ora si sfreccia
in discesa !
Lasciamo correre le nostre MTB
Landini in un tratto pianeggiante
Primo piano di Cipollino
In breve abbiamo coperto i 2,5 km che si separavano
dal passo
Infatti, poco dopo, eccoci di nuovo al Giovàt di Cloz
Iniziamo la discesa, sul versante ovest del Monte
Ozolo
Poco più a valle troviamo un verdissimo pascolo
Scendiamo sulla sterrata che attraversa i prati
Panzella sfreccia fra i prati in fiore
Una sosta per ricompattare il gruppo
Riprendiamo la discesa, sempre nei pascoli
Il Monte Ozolo, sulla cui cima ci trovavamo poco fa, è
ora alle nostre spalle
Lo sterrato finisce in corrispondenza di un pianoro,
sulla strada che sale a Lauregno (BZ)
Qui si trovano diverse baite
Proseguiamo la discesa su asfalto
In pascolo a bordo strada, il Merdatleta trova
qualcosa di suo gradimento ...
Arriviamo a Tregiovo, piccola frazione montana di Revò
Scendiamo verso il paesello
Percorriamo una ripida rampa cementata
Ed eccoci in piazza
Alla fontana, rabbocchiamo le borracce
Si riprende a pedalare, salendo leggermente
Usciamo dal paese, scollinando a questo capitello
Imbocchiamo una strada forestale che costeggia le
pendici del Monte Ozolo
Si pedala nel verde
La strada inizia a scendere, del resto siamo ancora a
quota 1000 e dobbiamo arrivare a 750
Anche qui, però, troviamo qualche leggero saliscendi
Siamo ancora tra i pascoli
Guardandosi alle spalle, si nota come Tregiovo sia
davvero un grappolo di case
Il campanile solitario
Passiamo a fianco di un vecchio fienile
Lo spettacolo dei pascoli in fiore
Il gruppo in sosta
Imbocchiamo la strada che costeggia le pendici
meridionali dell'Ozlo, aggirandolo
Frank in un tratto di discesa
Ora siamo sul sentiero del vecchio acquedotto,
praticamente in piano
Per 3 km si pedalerà in assoluta scioltezza
In questo tratto, per realizzare l'acquedotto, si era
proceduto ad ampi sbancamenti della roccia
Ora siamo sopra Cagnò e il lago di santa Giustina
Percorriamo l'ultimo tratto del sentiero
dell'acquedotto, prima di iniziare la discesa
Eccoci all'intersezione con la strada che sale da Revò
Iniziamo la discesa conclusiva dell'itinerario
La strada scende ripida, con alcuni tornanti
Il panorama sulla valle sottostante
Arriviamo sulla strada asfaltata che abbiamo percorso
in salita stamattina
Scendiamo verso Revò
Un curioso sistema di immagazzinare la legna, per
farla seccare
Arriviamo al campo sportivo di Revò. Il giro è
concluso
4. la merenda finale
Utilizziamo un grosso sasso all'ombra di un salice per
allestire un piccolo ristoro post-pedalata
Siamo nella valle delle mele, no? E allora succo di
mela e strudel di mele !
Il Merdatleta affetta, Brücke attende con l'acquolina
...
Il pranzo l'hanno saltato, ma la merenda no!
Nel frattempo, arrivano anche i trekker
Succo di mela a go go ...
Alla fine, quattro chiacchiere sotto il salice
piangente, poi tutti a casa
Grazie a tutti e ... |
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alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |