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la cronaca |
24/08/2013. Dopo le dure ascese del Monte Iròn (giugno) e del Croz dell'Altissimo (luglio), il programma trekking 2013 ha riservato per agosto un'altra scarpinata niente male, questa volta nel Trentino orientale. Meta della 5ª tappa del calendario era infatti l'ascesa al Corno Nero, che con i suoi 2440 metri di quota rappresenta anche la vetta più elevata raggiunta nel 2013.
Diciamo subito che rispetto alle rampe del Monte Iròn e del Croz dell'Altissimo, la salita a quello che in tedesco è chiamato Schwarzhorn non è stata così dura (la lunghezza è più o meno la metà), anche se la media del 20% ci sta tutta.
La partenza è avvenuta attorno alle 9:40 dal parcheggio ubicato a Passo Oclini (in tedesco Jochgrimm, a quota 2.000 m. circa), proprio davanti al grande albergo che porta il nome della montagna che si staglia scura alle sue spalle e che era anche la nostra meta odierna.
Passando dietro all'hotel, è stato stato raggiunto il prato dove una traccia appena visibile nell'erba indica la direzione da seguire (per fortuna ci sono anche le paline con la segnaletica bianco-rossa!). Il primo mezzo chilometro, che possiamo definire "una tranquilla passeggiata nel pascolo", non deve trarre in inganno, perchè dopo quel breve tratto in falsopiano è iniziata subito l'ascesa che non ha dato alcuna tregua per i 2 km successivi, fino alla vetta del Corno Nero.
Essendo già oltre quota 2.000, fin da subito si è camminato in un rado bosco, poi completamente scomparso per lasciar posto ai pini mughi, ai ginepri e ai mirtilli, presenti in grandi quantità! Appena si è guadagnata un po' di quota, voltandosi verso ovest, si è cominciato ad ammirare meglio il profilo dell'altra vetta presente in zona, il Corno Bianco (in tedesco Weisshorn). I toponimi delle due montagne fanno riferimento al colore delle rispettive rocce: calcare chiaro per il Corno Bianco, porfido scuro per il Corno Nero. Una curiosità: il Corno Bianco si trova in provincia di Bolzano, mentre il Corno Nero è in Trentino.
Salendo fra i mughi, dove radici e pietre costituivano una sorta di scalini naturali, si è arrivati ad intercettare la pista da sci che scende sul versante occidentale del Corno Nero. Per circa un centinaio di metri si è quindi camminato fra l'erba e i sassi della pista, fino a raggiungere il dosso dove si trova la stazione d'arrivo dell'impianto di risalita.
Da qui, seguendo sempre le indicazioni bianco-rosse dipinte sui massi o sugli appositi cartelli in legno, è stato imboccato il sentiero che sale diretto verso la vetta, affrontando il tratto più tecnico dell'intero itinerario. Il fondo, infatti, si presenta in questo punto molto sassoso e in un paio di passaggi un po' esposti è bene metter da parte i bastoncini per appoggiarsi con le mani sulle rocce.
Superato il passaggio critico (dove comunque sono stati sufficienti la giusta cautela e concentrazione, e nulla più), il sentiero si è fatto più agevole, fino a tornare sull'erba nel tratto finale, che porta alla croce posta ai 2440 metri della cima del Corno Nero/Schwarzhorn.
Lassù il panorama, grazie alla totale assenza di vette nelle immediate vicinanze, è davvero splendido e spazia a 360°, dal Lagorai al Latemar e allo Sciliar, dalle vette dell'alta Val di Non (Macaion, Penegal, Roen), fino al Brenta, alla Paganella e al Monte Bondone.
Seduti sull'erba e godendosi la vista, il gruppo si è concesso una meritata pausa per tirare il fiato e rifocillarsi un po', oltre a scattare l'immancabile foto di gruppo. Quindi sono stai rimessi gli zaini in spalla, per imboccare il sentierino che corre appena sotto la cresta, sul versante fiemmese del rilievo, proseguendo in saliscendi e poi in leggera discesa fino a raggiungere una radura erbosa con i resti di una vecchia baita.
Da qui è iniziata una discesa più ripida e impegnativa, all'interno del bosco, che ha portato fino a Malga Cugola Alta (m.1900), andando ad incrociare la strada forestale che sale da Carano e Daiano (quella percorsa dal gruppo bike). Dalla malga, superando 100 metri di pietraia dove anche i biker sono stati costretti a piedi, si è giunti quindi al vicino passo Cugola, dove è stata imboccata la stradina sulla destra che si inoltra nel bosco in leggera salita.
La strada, percorrendo le basse pendici occidentali del Corno Nero, si mantiene con un comodo saliscendi attorno a quota 1950, portando fino ai pascoli sotto Passo Oclini. Dai prati non è rimasto che affrontare l'ultima breve salita, per raggiungere il passo e chiudere così il bell'itinerario.
Dopo le fatiche con gli scarponi ai piedi, il gruppo è sceso in auto fino a Daiano, ricongiungendosi con il gruppo bike nel cortile del "Birrificio di Fiemme". Qui è stato allestito il ristoro, a base di pane, formaggi ed affettati. Questa volta ad "annaffiare" le nostre gole secche non c'erano le solite lattine di birra confezionata, ma della fresca e genuina birra artigianale, non filtrata, prodotta dall'azienda che Stefano Gilmozzi, dopo le esperienze in Alto Adige e Germania, ha fondato nel 1999, riprendendo un'antica tradizione birraia che in Val di Fiemme, con gli stabilimenti di Predazzo (TN) e Fontanefredde (BZ), era stata presente in passato e che era stata poi abbandonata.
Ottenuta utilizzando ingredienti naturali, innanzitutto l'acqua pura di alta montagna, poi il luppolo e il malto d'orzo, coltivati direttamente dall'azienda nei propri campi di Cavalese (il luppolo) e della provincia di Verona (l'orzo), la Birra di Fiemme, non pastorizzata, priva di conservanti e stabilizzanti, è davvero un "boccale pieno di natura".
per saperne di più:
www.birradifiemme.it
L'ultima parte della nostra consueta gallery fotografica dell'uscita, è interamente dedicata al ristoro (e alle bevute!) presso il Birrificio di Fiemme (vedi qui).
Ora il prossimo impegno ufficiale dedicato al trekking è per sabato 7 settembre con lo spettacolare "Giro dei 5 laghi" nel gruppo dell'Adamello, sopra Madonna di Campiglio. Si tratta di un tour ad anello che con partenza da quota 1700 porterà a toccare cinque splendidi laghetti alpini di origine glaciale, il Lago Ritorto (2055), il Lago Lambin (m2329), il Lago Serodoli (m.2370), il Lago Gelato (m.2393) e il lago Nambino (m.1770).
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 10 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 600 metri. L'altimetria presenta un triangolo nella prima metà, con la salita di circa 2,5 km da Passo Oclini alla cima del Corno Nero (media 20% costante, tranne i primi 500 metri), seguiti dalla discesa lungo la cresta che dal Corno Nero porta a Passo Cugola (altri 2,5 km, questa volta con pendenze variabili). Da Passo Cugola iniziano i 5 km finali che con un divertente saliscendi nel bosco riportano fino sotto passo Oclini, dove si chiude l'anello. Punto di massima elevazione: 2440, cima del Corno Nero.
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
La camminata
Il punto di partenza, a Passo Oclini, è davanti all'Hotel Corno
Nero-Schwarzhorn
La giornata è soleggiata, ma dopo le piogge del giorno prima, a 2000 metri
fa ancora freschino
Dopo le 9:30 partiamo
Il tratto iniziale è nei prati
La traccia è appena intuibile nell'erba, anche se vi sono i segnavia in
legno
Geppo e Walt, preceduti dal figlio di quest'ultimo, Antonio
Dai prati si passa in breve al bosco. Siamo oltre
quota 2000 e la vegetazione inizia a farsi più rada
Con il bosco inizia anche la salita ...
I Rinco sfilano fra i mughi
Il sentiero si inerpica fra sassi e radici
Il Dotto ripreso dietro ad alcune pigne di mugo
Un tratto del sentiero dove si passa su grosse pietre
Il Corno Nero è lassù, che ci aspetta ...
Dall'altro lato della valle, invece, svetta il Corno Bianco
Percorriamo il tratto finale fra i mughi, prima di
andare a intercettare la pista da sci
Percorriamo anche un tratto della pista, dove il lavoro delle ruspe ha
lasciato il segno
Giungiamo nei pressi della stazione d'arrivo dell'impianto di risalita
Proseguiamo ora fra sassi e terra, con la pendenza che si è fatta più
impegnativa
Verso nord, scorgiamo nella conca un piccolo laghetto
Proseguiamo la nostra ascesa, camminando nella pietraia
Ogni tanto si fa una sosta per scattare fotografie,
visto che il panorama merita davvero
Che c'è Dorty? Un colpo di fame?
Arriviamo al tratto più tecnico della salita, dove il sentiero sale a zig
zag fra i sassi
Ora che siamo quasi in cima, vediamo anche Passo
Oclini, da dove siamo partiti
Passata la pietraia, si torna a camminare sull'erba
Ed eccoci alla croce posta ai 2440 metri del Corno
Nero. Dall'altro lato, il Corno Bianco
Lo Schiaccianoci si fa immortalare vicino alla croce
Si ammirano le fotografie, scattate in continuazione
Si osservano le montagne, che da quassù si possono ammirare a 360°
Ecco la la catena del Lagorai
Verso sud si scorgono il Bondone, la Paganella e il
Brenta,
Dopo la sosta panoramica ci apprestiamo ad affrontare la discesa
Dalla cima scendiamo sul versante opposto, quello affacciato sulla Val di
Fiemme
Anche qui troviamo un po' di pietre
Poi imbocchiamo il sentiero che corre poco sotto la cresta
Un gruppetto in sosta
Arriviamo ad una vasta radura, sotto la quale si scorge l'inizio del bosco
Percorriamo incolonnati il tratto finale di sentiero
nei prati
Anche questo passaggio, però, richiede attenzione per via delle numerose
pietre
Rinco ... in erba
L'immagine schiaccia un po' la prospettiva, ma la
pendenza è comunque intuibile
Arriviamo ai resti di una vecchia baita ormai semi-distrutta
Sara anche semi-distrutta, ma per appoggiare un attimo il sedere va sempre
bene !
Ora il sentiero si infila nuovamente tra i mughi
Più avanti inizia il bosco, e con esso la ripida discesa verso Passo Cugola
Dopo un impegnativo zig-zag nel bosco, eccoci in vista dei tetti di Malga
Cugola Alta
Siamo scesi da 2440 fino a 1900
Da Passo Cugola imbocchiamo sulla destra una comoda
stradina
Geppo e ...
... la sua simpatica cagnetta
La strada si mantiene attorno a quota 1950, procedendo
quasi in piano
Dopo le impegnative salita e discesa dal Corno Nero, un po' di relax
Siamo a cavallo fra le province di TN e BZ e lo stesso sentiero ha due
numerazioni distinte
Carmen avanza sulla comoda stradina
Più avanti la stradina si restringe, diventando un piccolo sentiero
Poi si sbuca nei prati sotto Passo Oclini
Un bianco cavallo al pascolo
Arriviamo al ristorante ubicato poco prima del passo
L'antica chiesetta del passo, con il tetto in "scandole" (tegole di legno)
Ed eccoci a Passo Oclini, dove si chiude l'itinerario
Segue trasferimento in auto da
Passo Oclini a Daiano ...
Il ristoro e la
visita
al Birrificio di Fiemme
Un bel barilotto da 15 litri di fresca birra artigianale ci attende sul
tavolo, proprio
davanti all'ingresso del birrificio. Uno ad uno ci cimentiamo nell'arte
della spillatura ...
Nell'attesa dei trekker, che stanno scendendo da P.so Oclini, ci concediamo
uno stuzzichino
Poi il gruppo diventa completo e si da il via alle
danze
C'è una catasta di panini pronti per essere imbottiti
e ... divorati!
Prosit !
Sembra l'assalto a Fort Alamo ...
Nel giro di pochi minuti spariscono la bellezza di 60 panini imbottiti !
Il Vicepresidente Rinco Starr si dimostra valido "mastro d'ascia" nel taglio
del salame
L'atmosfera ridanciana, favorita dai 15 litri di birra ...
Dopo mangiato, Stefano Gilmozzi ci illustra brevemente
i prodotti della sua azienda
Ecco le birre esposte. Ce n'è davvero per tutti i
gusti
Si può andarsene via senza un "souvenir" ? Certo che no!
Oooooh, grazie Dori, visto che tu non bevi ....
Ed ora è il momento del dulcis in fundo, la crostata
E alla fine ci scappa pure il caffè! Ma che volete di
più?
Grazie a tutti e ... alla prossima !