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la cronaca |
16/06/2013. "Non c'è due senza tre" - dice un proverbio - e nel caso dei Rinco-trekker ciò ha trovato piena conferma in questo avvio di stagione 2013, perchè dopo le uscite sul Lago di Garda (13/4) e in valle di Ledro (26/5), anche la terza tappa del programma - andata in scena sabato mattina nella valli Giudicarie - è stata caratterizzata da una bella giornata di sole.
L'uscita, disputata nell'ambito del 2° "Bike & Trekking" in programma quest'anno, era l'impegnativa ascesa al Monte Iròn, con ben 1000 metri di dislivello distribuiti in soli 5 km. La pendenza media dell'ascesa era dunque del 20%, ma se si considera che nella parte bassa la salita era più dolce, si può intuire quali "muri" si siano dovuti superare nella seconda metà del tracciato in ascesa.
Partito poco dopo 8:00 dal borgo di Iròn (sulla cui storia ci soffermiamo nel finale di questa cronaca, ndr), il gruppo di 14 trekker ha imboccato la stradina che esce dal villaggio affacciato sulla val Giudicaria, a quota 870 metri, passando a fianco dell'antica chiesetta di San Giacomo e seguendo inizialmente la traccia del "Sentiero di San Vili". Il nome è riferito al vescovo - ora Santo Patrono - di Trento, Vigilio ("San Vili" nel dialetto del Banale) che nel 400 d.C. salì a piedi nelle valli Giudicarie e Rendena per canonizzare le popolazioni locali. La via che da Trento lo portò fino alla conca dove oggi si trova Madonna di Campiglio, passando per la Valle dei Laghi, il Banale, le Giudicarie ed infine la Rendena, è stata riscoperta e interamente segnata dalla S.A.T. nel 1988, diventando un frequentato itinerario turistico-religioso. Il tratto del sentiero che attraversa la Val Giudicaria, proveniente da San Lorenzo in Banale e diretto a Passo Daone (da dove scende poi verso la Rendena), transita proprio per Iròn.
Il "Sentiero di San Vili" è stata lasciato poco dopo la chiesetta, per proseguire a destra in salita sulla strada forestale - inizialmente con fondo cementato e solo più avanti sterrata - che con pendenze subito importanti inizia a risalire le pendici meridionali del Monte Iròn.
La strada prosegue ripida fra i boschi di faggio, con qualche tornante alternato a erte diagonali, fino a raggiungere il "Bait dei cazadòri" (letteralmente "la baita dei cacciatori"), un capanno il cui toponimo lascia poco spazio all'immaginazione sul suo utilizzo.
Dal bait è stata imboccata la stradina che prosegue a sinistra in salita, da qui in avanti ancor più impegnativa, sempre nel bosco, fino raggiungere un altro bivio (con indicazioni per Monte Iron), dove la strada lascia spazio ad uno stretto ed ancor più ripido (!!!) sentiero. Da qui in avanti l'ascesa non ha concesso più tregua e quando dal bosco si è usciti sui prati, seguendo la traccia del sentiero nell'erba, si è iniziato a scorgere la croce posta sulla cima del Monte Iròn.
Il panorama, nel frattempo, si fa era fatto ancor più maestoso, grazie all'alzarsi della quota e quindi del punto di osservazione. La vista, da lassù, spaziava davvero a 360°, sia verso il basso (con la conca del Bleggio e del Lomaso), sia in orizzontale, con le varie catene che facevano bella mostra di sè in lontananza.
Un ultimo sforzo salendo sui ripidi prati e il gruppo dei nostri trekker ha raggiunto la croce posta a quota 1870, in cima ad un vero e proprio cono erboso. Quassù è stata fatta una meritata sosta, sia per tirare il fiato e rifocillarsi un po' con qualche snack e della frutta secca, sia per ammirare ancora meglio il panorama offerto da questo invidiabile punto d'osservazione.
Poi è iniziata la discesa, inizialmente lungo la stessa via percorsa in salita, poi deviando a destra sul versante che si affaccia verso la busa di Tione. Passando per la località di Faedolo, con un paio di antiche case settecentesche il cui stile costruttivo ricorda quello delle case di Iròn, si è quindi andati ad intercettare nuovamente il "Sentiero di San Vili", proseguendo a sinistra verso Iròn.
Con l'abbassarsi della quota la via è tornata ad addentrarsi nel bosco, dal quale di tanto in tanto, grazie a qualche apertura fra la fitta vegetazione, si poteva scorgere un frammento di panorama.
Poi è stata raggiunta l'antica chiesetta posta nei pressi dell'abitato di Iròn e da qui il vicino villaggio, dove si è chiuso l'impegnativo itinerario.
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Dopo le fatiche con gli scarponi ai piedi, i trekker sono stati raggiunti ad Iròn dal gruppo bike (che nel frattempo era impegnato con il Giro della Val d'Algone). Airone o Irone (Iròn è il toponimo in dialetto trentino), è un singolare borgo di origini medievali, la cui storia è davvero particolare. Iròn - infatti - è rimasto spopolato a causa della terribile peste del 1630 (quella narrata dal Manzoni ne "I Promessi Sposi") e l'abbandono forzato del paese ha favorito la sua conservazione così com'era quasi 400 anni fa. Certo, recentemente ci sono stati numerosi interventi di restauro (molte delle antiche costruzioni, infatti, sono state trasformate in casa-vacanza dai rispettivi proprietari), ma l'impianto urbanistico ed architettonico del luogo è rimasto tal quale, con pietra e legno a farla da padroni.
Fra quelle antiche mura cariche di storia, i quasi 30 presenti fra biker e trekker sono stati ospiti della famiglia del nostro socio Cipollino (che già ci ospitò l'anno scorso, in occasione del Giro del Bleggio, e al quale va il nostro ringraziamento), per un gradito pasta party.
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Ora l'appuntamento con il trekking è per domenica 28 luglio, una settimana prima della Vecia Ferovia, quando ci sarà un'uscita nel gruppo del Brenta.
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 10 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 1.000 metri. L'altimetria è il classico triangolo, con 5 km di salita seguiti da 5 km di discesa. Questo, nonostante siano state seguite strade diverse per salire e scendere dal Monte Iron, dov'era collocato il GPM a quota 1870. Impegnative le pendenze (come si può apprezzare dai colori dell'altimetria, che si scuriscono mano a mano che sale la percentuale. ndr), specie nella seconda metà della salita e nella prima metà della discesa, entrambe effettuate su dei ripidi sentieri nei prati.
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
La camminata
Il ritrovo è poco prima delle 8:00 nel borgo di Iròn (comune di Ragoli) a quota
870 m.
Poco dopo le 8:00 iniziamo la camminata
Si parte in direzione dell'antica chiesetta, posta ad ovest del villaggio
La chiesa, dedicata a San Giacomo, risale al XVI secolo
Dopo la chiesa inizia subito la salita, su fondo cementato
La strada si inerpica con qualche tornante sulle pendici meridionali del Monte
Iròn, la cui cima è lontana ...
Più a monte il fondo cementato lascia spazio allo sterrato
Fin dalla partenza ci segue questo simpatico cagnetto, ribattezzato "RincoCan"
Tella sorride mentre il piccolo cane la affianca nell'ascesa
La salita, intanto, prosegue con una certa pendenza costante. Nulla in confronto
a ciò che arriverà poi ...
Poco più avanti arriviamo al "Bait dei cazadòri"
Il toponimo lascia intuire quale sia l'utilizzo di questo capanno
Ci fermiamo un po' a riposare
Brücke e Geppo durante la sosta
La salita prosegue ora, ancor più ripida, sulla stradina che sale nel bosco alle
spalle del "bait"
Ci incolonniamo e partiamo
La stradina diventa poco dopo un sentiero, che sale ripido fra i faggi
Camminiamo sul soffice manto di fogliame secco accumulato a terra
Il Dotto avanza con il suo passo cadenzato
Salendo di quota il bosco inizia a diradarsi
Proseguiamo sul ripido sentiero, ora ridotto a 30-40 cm di larghezza
Raggiungiamo un piccolo pianoro tra i faggi
Una sosta all'ombra di questo grande abete, prima di affrontare il rampone
finale
Siamo al bivio dove al ritorno dalla cima svolteremo a destra (dir. Faedolo)
Poi si parte, affrontando il ripido prato
In linea d'aria manca poco, ma quanto sarà dura ...
Il sentiero - ora - è appena visibile nell'erba alta
La pendenza è tale che si deve spostare il baricentro per non cadere
all'indietro
Proseguiamo sulle ripide diagonali che scalano il versante sud del Monte Iròn
La testa della colonna sta arrivando sulla cresta
Ora il bosco è completamente sparito, lasciando spazio ai pini mughi e agli
altri arbusti d'alta quota
Il panorama sulla c.d. "busa di Tione", dove le Giudicarie si incrociano con la
Val Rendena
Le cime del Brenta, spruzzate di neve
Alcuni esempi della colorata e variforme flora alpina
Vista da sotto, la salita verso la cima fa davvero impressione !!!
Un riposino ci vuole !
Si sale a zig-zag fra i mughi
Max e Mara
Manuela mentre affronta la ripida salita erbosa
L'Uomo Ombra si riposa ... al sole!
Francesco con ... "RincoCàn"
Qui ci vuole equilibrismo!
Ormai manca poco ...
Un'altra piccola sosta ...
E poco dopo si scorge la croce posta sulla cima
Rinco ... in erba
Dai "RincoCàn", l'ultimo pezzo e siamo arrivati
Ed eccoci, dopo 5 km di dura ascesa, alla cima del Monte Iròn (m.1870)
Ora facciamo una bella pausa
La fatica non ha tolto il sorriso ai Rinco, stanchi ma soddisfatti per essere
arrivati in cima
Ora però, ci vuole un sostanzioso snack!
Una merenda decisamente panoramica
Della serie ... beato fra le donne!
No, non è il nostro fotografo ad essere ubriaco, è proprio la croce che è
storta!
Dopo esserci riposati e rifocillati, ci prepariamo per la discesa
Inizialmente imbocchiamo a ritroso lo stesso sentiero fatto in salita
In discesa non fa meno impressione che in salita!
Un vero e proprio muro!
Baricentro a monte, altrimenti si ruzzola in avanti!
L'Uomo Ombra in posa con la valle in sfondo
Riaffrontiamo in discesa il zig-zag fra i pini mughi
Giovani leve ... dalle lunghe leve!
Tella e Laura
L'Uomo Ombra scende concentrato: con queste pendenze ginocchia e caviglie sono
messe a dura prova ...
Una volta persa quota, si ricominciano a vedere gli alberi
Arrivati al margine del bosco, incontriamo il bivio dove lasciamo il sentiero
fatto in salita
Svoltiamo a destra, in direzione della località di Faedolo
In posa sotto un albero che ultimamente non se l'è passata bene ...
Una caratteristica fontana nel tronco
Scendiamo sul ripido single-track fra i pini
Il sentiero compie alcuni stretti zig-zag tra gli alberi
Poco prima di arrivare a Feadolo sbuchiamo in un bel prato verde
Poco dopo scorgiamo i tetti delle due case di Faedolo
Come recita la targa, le case sono state costruite nel 1704
Facciamo una piccola sosta
Qualcuno ne approfitta per tornare bambino ...
Anche "RincoCan" si merita un biscottino
E anche lui fa un riposino prima di riprendere la discesa
Riprendiamo il cammino verso Iròn
Passiamo a fianco di un piccolo orto, recintato per difendere l'insalata dai caprioli
La "busa di Tione"
Ora proseguiamo sul "Sentiero di Sann Vili", in direzione di Iròn (verso est)
Anche questo tratto richiede attenzione
Nei punti più esposti è stato comunque montato il cordino
Avanziamo sulla stretta traccia che taglia orizzontalmente il ripido pendio
Raggiungiamo la strada che porta ad Iròn
Il borgo riappare poco dopo alla nostra vista ...
E dopo 10 km decisamente intensi, eccoci nuovamente nell'antico paesello
il pranzo da Cipollino
Tornati ad Iròn, ci riposiamo un po' all'ombra. Tra un
po' ci dedichiamo ... allo sport della ganascia !
La tavola imbandita è pronta ...
Il reparto cucina è in fermento
Dopo la scolata, ecco il ragù
2,5 kg di ragù per 3,5 kg di pasta: non male come
condimento !!!
Nel frattempo i quasi 30 commensali sono a tavola, in
attesa ...
Poi - finalmente - si mangia e si beve ...
Dopo mangiato arriva - inevitabile - l'ora delle
ciàcere ...
... e del dolce!
Il redivivo Geppo, all'esordio stagionale
The Doctor è in preda al "Nocino di Cipollino"
Dopo pranzo usciamo all'aria, approfittando della
bella e calda giornata
Ci aggiriamo tra gli stretti vicoletti di Iròn.
Ecco una carrellata di immagini del borgo ...
Il suggestivo borgo di Iròn
Grazie a tutti e ... alla prossima !