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la cronaca |
28/04/2013. Una volta tanto i vituperati nipotini di Bernacca ci avevano visto giusto! Dopo il sabato novembrino che aveva fatto arricciare il naso a quanti avrebbero dovuto mettersi in sella l'indomani, è infatti arrivata - come previsto dai vari siti web di meteorologia - una domenica che nella parte iniziale della giornata ha presentato ancora gli strascichi della perturbazione, ma che dopo pranzo ha offerto addirittura il sole!
Così la 2ª uscita del programma MTB 2013, già spostata lo scorso 21 aprile proprio a causa delle bizze del meteo, è andata regolarmente in scena sull'Altopiano della Paganella, con 14 bikers al via, cui si sono aggiunti 4 trekker che ne hanno approfittato per compiere il giro del lago di Molveno, unendosi poi alla merenda di fine pedalata.
La partenza, attorno alle 14,15, è avvenuta dal laghetto di Nembia (quota 790 m.), località appartenente al Comune di San Lorenzo in Banale ma ubicata a ridosso della sponda sud del lago di Molveno. Da qui, dopo un suggestivo attraversamento della piccola collina sulla quale si trovano antiche baite in pietra, collegate da una serie di piccole stradine con pavimentazione in acciottolato e delimitate da muri a secco ricoperti da uno spesso strato di muschio (segno che l'umidità, in loco, dev'essere notevole!), è stato raggiunto il vicino Lago di Molveno, dove è stato imboccata la passeggiata lungolago realizzata recentemente sulla sponda orienrtale, quella dove si trova la strada statale 421 (che collega la Rocchetta - in val di Non - con Riva del Garda, passando per l'altopiano della Paganella, il Banale e il Bleggio).
Il sentiero, molto suggestivo e panoramico poiché realizzato proprio a ridosso dell'acqua e con vista sulle Dolomiti di Brenta, percorre quasi l'intera sponda del lago, proprio sotto la statale, fino alla zona di ingresso delle condotte forzate dell'Enel che portano l'acqua del lago di Molveno, passando sotto il Monte Gazza, fino alla centrale idroelettrica di Santa Massenza, in valle dei Laghi. Qui il sentiero sale dalla riva del lago fino alla statale, per poi passare a monte della medesima, in mezzo ai boschi. Da qui in poi, però, il fondo della passeggiata non è più pedalabile, per cui l'ultimo breve tratto fino alle prime case di Molveno è stato percorso sulla strada statale, fortunatamente non ancora trafficata come nel periodo estivo!
Giunti nei pressi del Grand Hotel Molveno, la più antica struttura turistica del paese, è stata imboccata la strada forestale che conduce a Passo San Giovanni, sulla Paganella. Dopo circa 1 km di salita, la strada è stata abbandonata per imboccare a sinistra il sentiero che costeggiando il Rio Lambin porta fino ad Andalo. Si tratta di un passaggio molto caratteristico, all'interno della stretta gola che il corso d'acqua, immissario del Lago di Molveno, ha scavato nel corso dei secoli, incidendo profondamente la roccia che in alcuni punti delimita verticalmente il piccolo canyon.
Quando si è usciti dalla stretta valle (al km 10 dell'itinerario), si è giunti alle porte di Andalo, rinomata località sciistica ai piedi della Paganella. Poco prima di raggiungere il centro del paese, si è svoltato a sinistra, in direzione del Maso Cadin (uno degli oltre 10 masi dalla cui unione è nato il paese di Andalo), dove è iniziata la salita n.2, in direzione della località Pradèl. Un tempo sterrata (ma ben battuta) ed ora asfaltata (per quel brutto vizio di rendere sempre più accessibili alle auto i luoghi di montagna ...) la strada forestale per il Pradèl presenta una pendenza media assai pedalabile, con solo un paio di rampe dove si va oltre il 10%. L'ascesa è stata percorsa per circa 2,5 km, fino al parcheggio in località Valbiole, che segna tra l'altro l'ingresso nel Parco Naturale Adamello-Brenta. La località Valbiole, con i suoi 1160 metri di quota, era anche il GPM dell'itinerario odierno.
Da qui, infatti, è stata imboccata la ripida discesa che passando per la chiesetta degli Alpini in località "al Piof", ha portato - con diversi tornanti e fondo cementato - fino alla parte alta del paese di Molveno, da dove si è potuto ammirare un bel panorama dall'alto del lago. La discesa è proseguita entrando in paese, fino al centro storico, per poi proseguire - sempre in discesa - fino al lago. Qui è stata lambita la splendida spiaggia erbosa, vanto del paese di Molveno e letteralmente presa d'assalto nel periodo estivo, quando migliaia di bagnanti affollano il prato all'inglese, tenuto come un campo di golf !
Giunti in fondo alla spiaggia, è stata imboccata l'antica strada che in epoca romana costeggiava il lago sulla sponda occidentale, all'opposto di quella dove ora transita la strada statale. Giunti alla cascata, dove un rio proveniente dal Brenta getta le sue acque nel lago, è stato anche attraversato un ponte risalente all'epoca romana, dopo il quale la strada si inerpica in direzione del Monte Corno, un piccolo rilievo che forma una sorta di penisola nel lago di Molveno. Il luogo è anche conosciuto come "ai fortini di Napoleone", per via della presenza di alcune fortificazioni risalenti all'epoca napoleonica. In realtà i fortini non vennero realizzati da Napoleone, bensì dagli austriaci per difendersi dalle invasioni napoleoniche di fine 700 ed inizio 800.
Dopo la breve divagazione storico-culturale, il gruppo ha proseguito la sua pedalata sulla vecchia strada lungo lago (sterrata) che giunge in località Nembia passando ai piedi delle pendici del Brenta. Tornati a Nembia (dove i trekker Laura e Ciga si sono fermati, preferendo non completare il percorso per via dell'allenamento non ancora adeguato) l'itnerario è proseguito scendendo verso la località di Deggia, dove si trova un vecchio santuario dedicato alla Madonna del Caravaggio. Dalla chiesetta, adagiata su un pianoro erboso dove un tempo vivevano diverse famiglie dedite all'agricoltura e all'allevamento, il percorso è proseguito in discesa sulla vecchia via del Banale, una stretta stradina con fondo acciottolato che scende ripida fino al rio Bondai, dove si trova la ormai disabitata frazione di Moline, il cui toponimo è evidentemente legato alle attività di mulini e fucine alimentati ad acqua.
Da qui, che era anche il punto più basso dell'itinerario (m. 570), è ripresa la salita - verso San Lorenzo in Banale - su una comoda stradina asfaltata che giunge nella zona sportivo-ricreativa, dove si trovano un parco e la piscina. Poi è stato raggiunto il centro di San Lorenzo (che è inserito nel club dei "Borghi più belli d'Italia"), risalendo una ripida stradina che si inerpica fra le vecchie case. E' stata questa l'ultima fatica, perchè una volta raggiunta la parte alta del paese non è rimasto che imboccare la strada statale 421, subito abbandonata per spostarsi sul vecchio tracciato (quello nuovo corre quasi interamente in galleria, ndr), che in circa 3 km pianeggianti ha riportato a Nembia, dove si è chiuso l'itinerario.
Al termine della pedalata c'è stata la merenda nel parco attrezzato sulle rive del laghetto di Nembia, con crostata ed altri graditissimi dolcetti portati dalla nostra socia Mara. Inutile dire che sono rimaste solo le briciole per i passerotti ...
Ora l'appuntamento è per sabato 11 maggio in Valsugana, con il Giro dei laghi e dei forti austriaci, inizialmente programmato per il 21 aprile e poi spostato, guarda un po' ... per maltempo! Speriamo che nel frattempo diventi davvero primavera!!!
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi 33 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 800 metri. Dopo un tratto di circa 5 km lungo il lago di Molveno, con sviluppo assai ondulato, si affronta la prima salita, lungo il Rio Lambin, dal Lago di Molveno fino ad Andalo (km 4). Poi, dopo il breve passaggio in paese, inizia subito la seconda salita, di circa 2,5 km, che da Andalo porta al GPM di loc. Valbiole (1160). Segue una ripida discesa (con tratti cementati) che in circa 5 km riporta dapprima al paese di Molveno e poi in riva all'omonimo lago. Dal lago si prosegue in falsopiano e poi con una rampetta finale verso il Monte Corno, piccolo rilievo che forma una sorta di penisola nel lago. Poi si prosegue con andamento ondulato fino a Nembia, da dove si scende verso Moline di Deggia (3 km di discesa, con il tratto finale su acciottolato), punto più basso dell'itinerario. Da Moline inizia l'ultima salita che porta a an Lorenzo in Banale, da dove si torna a Nembia per i 3 km finali in piano.
Scarica qui la traccia in formato GPX per il tuo navigatore satellitare |
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scarica qui il file
in formato kml per vedere il tracciato con |
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le immagini |
Il ritrovo, alle ore 14:00, è al laghetto di Nembia
Poco dopo saliamo in sella, imboccando la strada verso
il Lago di Molveno
Facciamo una deviazione sulla collinetta al centro della piana di Nembia
Passiamo su antiche stradine, con fondo acciottolato e
muretti a secco, tutti ricoperti di muschio
Scendiamo dal lato opposto del piccolo rilievo
La zona è piena di splendide baite in pietra e legno,
sapientemente ristrutturate
Dopo la breve deviazione, riprendiamo a pedalare verso
il lago
Avanziamo sul comodo sterrato
Passiamo sopra il canale di sfogo del lago, utilizzato
per scopi idroelettrici
Prima di arrivare al lago c'è una breve ma ripida
rampa
Eccoci all'estremo sud del lago di Molveno. Qui, fino
a qualche anno fa, c'era una diga, poi smantellata
Il Vice-Presidente Rinco Starr si mette in posa sulla
riva
Imbocchiamo la bella passeggiata lungolago, che
percorre la sponda orientale del bacino
Alcuni passaggi sono un po' tecnici, ma per il resto è
molto scorrevole
Il fondo, infatti, è in ghiaino battuto, il che
garantisce anche un ottimo drenaggio
Il sentiero offre scorci paesaggistici davvero unici
Cipollino impegnato sul comodo sterrato
Il Presidente, sempre con la macchina fotografica in
mano!
L'andamento della passeggiata è un continuo
saliscendi, a seconda dell'orografia della sponda
Qui un passaggio in un fitto faggeto
In alcuni punti si arriva davvero a pelo d'acqua!
Nei tratti più scoscesi della sponda è stata
realizzata una passerella in acciaio
Procediamo sul comodo sentiero
Nei punti più esposti, per motivi di scurezza, è stata
messa anche la staccionata
Il passaggio sotto una parete rocciosa
In fondo al lago si scorge la cascata che esce dalla
condotta forzata dell'Enel. L'acqua, prelevata dal
ghiacciaio dell'Adamello, viene portata nel lago di Molveno attraverso la
condotta che fòra il Brenta. Dal
lago, con un'altra condotta che passa sotto il Monte Gazza, arriva poi alla
centrale di Santa Massenza.
Un altro passaggio quasi a pelo d'acqua
A un certo punto il sentiero risale verso la strada
statale
Briz affronta la ripida rampa che sale dal lago
Sbuchiamo sulla strada statale 421, in questo periodo
poco trafficata
La segnaletica della passeggiata
Facciamo una breve sosta attendendo l'arrivo
dell'intero gruppo
Quindi ci incolonniamo sulla SS 421
Percorriamo solo un breve tratto di statale, in direzione
di Molveno
Giunti nei pressi del Grand Hotel, svoltiamo a
sinistra nel bosco, salendo verso il Centro Raccolta Materiali
Poco dopo inizia lo sterrato che conduce a Passo san
Giovanni, sulla Paganella
Giusy e Lupo mentre affrontano la rampa sassosa
Cimo seguito dalla moglie Laura, trekker che si è
voluta cimentare in sella
Al bivio, dopo circa mezzo chilometro, ci fermiamo a
tirare il fiato. Rinco Starr l'è zà còt ...
Eh sì, una barretta ci vuole tutta!
Lasciamo la strada per la Paganella e imbocchiamo il
sentiero che conduce ad Andalo
Qualche anno fa era un single track molto impegnativo,
ora è stato trasformato in un autostrada!
Ecco com'era nel 2010, in occasione di un nostro
precedente passaggio
Se poi ci si mettevano pure le piante spezzate dalla
neve ...
Con l'aggiunta della staccionata il passaggio è stato
reso assai più sicuro
Più avanti la strada si allarga
Siamo nella gola del Rio Lambin, che scorre proprio a
fianco della strada
Il rio è un emissario del Lago di Molveno
Il gruppo procede compatto in direzione di Andalo
Oltrepassiamo il ponte con il bivio per loc.
Genzianella
Raggiungiamo il punto più stretto della gola del Rio
Lambìn
Ogni tanto la strada si impenna, costringendoci
all'uso dei rapporti più bassi
Walt seguito da Giusy
Siamo ormai in prossimità della fine del sentiero,
alle porte di Andalo
Un caratteristico ponticello in legno
E' l'unico tratto di pianura degli ultimi 3 km !
Proseguiamo e passiamo su un altro ponticello
Il Presidente si guarda alle spalle per attendere
l'arrivo dell'intero gruppo
L'ultima rampetta per uscire dalla gola del ruscello
Percorriamo un breve tratto di vecchia statale
(abbandonato dopo la rettifica di una curva)
Ed eccoci ad Andalo, il punto più a nord del nostro
itinerario
Entriamo in paese
Ciga, un altro trekker oggi "prestato" alla mtb
Prima di arrivare alla piazza centrale, svoltiamo a
sinistra, in direzione di Maso Cadin
Primo piano di Landini
Arriviamo a Maso Cadin, uno degli oltre 10 masi dalla
cui unione è nato il paese di Andalo
Imbocchiamo la salita per il Pradèl
Fino a qualche anno fa era un comodo sterrato. Oggi -
come tante altre strade di montagna - è asfaltata
L'ascesa presenta qualche ripida rampa con pendenze
oltre il 15%
Il Ciga avanza con il suo passo cadenzato
A bordo strada, nonostante la quota non elevata (siamo
attorno ai 1100) c'è ancora la neve
Questo passaggio alberato precede l'arrivo in località
Valbiole, GPM del nostro tour di oggi
Uscita dalla doppia fila di alberi, scorgiamo infatti
il prato di Valbiole
Il gruppetto di coda, con Lupo a chiudere la fila
L'arrivo a Valbiole, a quota 1160 circa
Qui ci vuole una pausa
Il gruppo in sosta-snack
Riprendiamo a pedalare, entrando nel Parco Naturale
Adamello-Brenta
Dopo 100 metri, però, imbocchiamo la discesa che ci
riporterà a Molveno
Passiamo in località "al Piof", dove c'è la baita
degli alpini e una chiesetta di montagna
La discesa è molto ripida, con il fondo a tratti
cementato
Il passaggio ... del Lupo
Laura affronta con cautela la discesa, seguita come un
ombra dal Cimo
In breve arriviamo in vista del lago di Molveno, di
cui scorgiamo il panorama tra gli alberi
Ecco lo specchio d'acqua, incastonato fra la Paganella
e il Brenta
Riprendiamo la discesa, verso il paese
Arriviamo alla case più altre del paese di Molveno, in
località Belvedere
Appena giunti sulla strada asfaltata, troviamo una
fontanella dove poter rabboccare le borracce
Il perchè si chiami "loc. Belvedere" è presto spiegato
Scendiamo verso il paese
Attraversiamo il centro, con il caratteristico
campanile staccato dalla chiesa
Ora scendiamo verso il lago
Arriviamo in zona lago, passando su un ponte di legno
ad arco
Il ponte attraversa il Torrente Massò, che scende dal
Brenta verso il lago
Raggiungiamo la spiaggia, proprio quando il sole ha
iniziato a splendere come si deve !
Raggiungiamo la zona verde, dove uno splendido prato
accoglie d'estate migliaia di bagnanti
Ne approfittiamo per una breve sosta seduti sull'erba
In fondo al lago c'è Nembia, da dove siamo partiti un
paio d'ore fa
Riprendiamo la pedalata, costeggiando la zona verde
Di fronte a noi il profilo del Monte Corno, il piccolo
rilievo dove passeremo fra un po'
In fondo alla spiaggia usciamo attraversando un
ponticello in legno
Potevano mancare gli scalini?
Imbocchiamo ora la vecchia strada di origini romane
che costeggia la sponda occidentale del lago
La strada - nel tratto iniziale - ha un fondo assai
sassoso
Più avanti si fa invece più scorrevole
Eccoci al ponte romano, poco sotto il Monte Corno
Dopo il ponte inizia la ripida rampa che ci porterà
nella zona dei c.d. "fortini di Napoleone"
Stiamo percorrendo un tratto del tracciato "Dolomiti
di Brenta bike"
Il tratto finale della salita verso il Monte Corno
Ed eccoci all'interno del vecchio forte austriaco, di
cui si vedono i resti delle mura di cinta
I fortini, impropriamente detti "di Napoleone",
vennero in realtà realizzati dagli
austriaci a fine 700-inizio 800 per difendesi dall'avanzata dell'esercito
napoleonico
Dopo oltre due secoli, sono ancora lì a testimoniare
un'importante pagina della storia d'Italia e del Trentino
Lasciati i fortini, proseguiamo sulla vecchia strada
lungolago
Il percorso - in questo tratto - presenta diversi
saliscendi nel bosco
Le piogge cadute fino a questa mattina hanno lasciato
qualche pozzanghera per strada
Siamo quasi in fondo al lago
Arrivati sopra la cascata artificiale, ci fermiamo ad
ammirare lo spettacolo dell'acqua spumeggiante
Proseguiamo verso Nembia
Arriviamo nella conca di Nembia, di cui ammiriamo
nuovamente le belle baite in mezzo ai prati
Cipollino avanza in scioltezza
Passati per il parcheggio (dove Laura e il Ciga hanno
detto stop!) proseguiamo in direzione di Deggia
Da Nembia iniziamo la ripida discesa verso la conca di
Deggia
Appena usciamo dal bosco, ritorna a splendere il sole
La fila dei Rinco in discesa
Arriviamo al Santuario della Madonna del Caravaggio
Proseguiamo la discesa sull'impegnativo acciottolato
Vista del santuario dal basso
Lasciamo correre le nostre mtb sui sassi, resi lisci
da secoli di passaggi
Proseguiamo su quella che era la vecchia strada che
dal Banale saliva a Molveno
Arriviamo a Moline, antica frazione di San Lorenzo in
Banale, ormai disabitata
L'antico ponte in pietra sul Rio Bondai, la cui acqua
muoveva macine e mulini del piccolo borgo
da Moline, punto più basso dell'itinerario, iniziamo
la salita verso San Lorenzo
La coppia ultracentenaria Cimo-Briz
Arriviamo nei pressi della zona sportivo-ricreativa di
San Lorenzo
Da qui possiamo ammirare il panorama del Bleggio, meta
di un nostro giro nel maggio 2012
Ecco San Lorenzo, ormai nel mirino
Un ultimo tratto sterrato per arrivare al paese
E questa rampetta, dove la lasciamo?
Una delle belle case di San Lorenzo, inserito nel club
dei "Borghi più belli d'Italia"
Il paese non è costruito su un pianoro, bensì sulle
pendici della montagna, per cui .. pedalare!
La rampa finale al 18% ha costretto molti al zig-zag
...
Un caratteristico passaggio fra le vecchie case della
frazione Berghi (dal tedesco Berg, montagna)
Una rampa di accesso ad un fienile, carrozzabile!
Lasciato S.Lorenzo, imbocchiamo il vecchio tracciato
della statale 421, abbandonato dopo la costruzione
della galleria, qualche anno fa. Questo tratto, realizzato a sbalzo nella
parete rocciosa, è molto panoramico
Dal parapetto scorgiamo infatti la frazione di Moline,
dove siamo transitati mezzora fa
Lungo la strada ci sono un paio di vecchie galleria
scavate nella roccia viva
L'ultimo km è sulla strada statale. Cipollino avanza
ancora in scioltezza
Arriviamo a Nembia, dove si chiude lo splendido tour
Ora ci attendono altre fatiche ...
Una bella merenda prima di tornare a casa è quello ce
ci vuole
Questi per la fame ... manco il casco hanno levato!
E dopo tanta fatica ... un dolcetto me lo sono
meritato!!!
Alla
prossima ! ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... |