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25/04/2012. Ieri mattina, mentre diluviava a catinelle, sembrava davvero impossibile che - come prevedevano gli esperti meteo - da oggi sarebbe arrivato il bel tempo. Eppure, proprio come era accaduto la scorsa settimana, quando il venerdì aveva piovuto fino alla tarda sera e poi il sabato alla pedalata di Castel Thun era uscita una giornata (o meglio, una mattinata ...) soleggiata, anche stavolta i nipotini di Bernacca ci hanno azzeccato in pieno e alla giornataccia invernale di ieri ha fatto seguito una mattina con cielo terso e sole splendente, anche se la temperatura non era propriamente primaverile. Il termometro, infatti, segnava pochi gradi sopra lo zero, con qualche angolo di bosco ancora coperto dal sottile strato di neve caduta ieri fino a quota 800 metri.
Una temperatura frizzante che non ha però scoraggiato la truppa dei Rinco, presentatisi in massa per l'esordio stagionale con gli scarponi ai piedi. Erano infatti 46 (un record per le uscite di trekking) quelli al via da Coredo, cui va aggiunta peraltro la piccola Giorgia (9 mesi) che si è fatta il giro sulle spalle del papà Roberto.
La partenza, attorno alle 9:00, è avvenuta dai laghetti di Coredo, ubicati a monte del paese. Dopo aver percorso il sentiero circumlacuale, si è giunti all'estremità settentrionale del secondo lago, dove inizia la strada forestale che porta verso Tavòn. Dopo un paio di km in falsopiano nel bosco, si è sbucati nella parte alta della frazione di Coredo e si è scesi verso il centro del piccolo borgo. In corrispondenza della chiesetta, è stata imboccata una strada agricola che scende nei terreni a valle del paese, interamente coltivati a melo. Contrariamente a quanto accaduto sabato scorso nella zona di Ton (dove la quota è più bassa di circa 3/400 metri e dunque la fioritura inizia e finisce prima), stavolta abbiamo trovato meli in fiore, uno spettacolo della natura che colora di bianco con striature rosa l'intera campagna.
Scendendo fra i meli si è quindi giunti nel bosco che separa i frutteti dalla gola di San Romedio, proseguendo la discesa su un bel sentiero che dopo un tratto iniziale molto tranquillo ha offerto il "brivido" del guado: a causa delle forti piogge cadute fino a ieri, infatti, i piccoli ruscelli che fino a poco tempo fa erano miseramente in secca, si sono gonfiati fino ad uscire in taluni casi dal proprio letto. E' il caso del rivolo che ha invaso il nostro sentiero, tagliandolo di lato e costringendo i nostri trekker ad una attraversata fuori programma.
La discesa è quindi proseguita in altri frutteti, fino ad arrivare sulla strada che da San Zeno conduce a San Romedio. Mentre la carrozzabile si inoltra nella forra e costeggia il torrente, il sentiero dell'acquedotto si trova a metà della parete rocciosa in sponda destra ed è stato ricavato - come si può intuire dal nome - nella cengia artificiale scavata per posare delle condotte irrigue a metà del 1800. Per arrivare all'imbocco del sentiero si è dovuti salire su una ripidissima stradina cementata che costeggia un meleto, poi - una volta imboccato il panoramico camminamento - il tracciato è proseguito praticamente in piano (le condotte dell'acqua, interrate sotto il sentiero, hanno infatti una pendenza minima).
Il passaggio sul sentiero dell'acquedotto è davvero spettacolare, visto che si cammina sospesi sopra la profonda gola e spesso si è costretti a chinarsi in basso, in quanto le rocce si trovano a non più d'un metro e mezzo da terra. Un passaggio, però, in totale sicurezza, grazie alla staccionata in legno posata qualche anno fa per rendere il sentiero accessibile anche alle famiglie. Allo spettacolo delle rocce si è aggiunto quello delle cascate. Già, perchè a causa delle piogge si sono formati diversi ruscelletti che hanno iniziato a scendere dall'alto, cadendo lungo la parete. Nei punti dove il sentiero è incassato nella roccia non c'era alcun problema, perchè si camminava al coperto; nei punti - invece - dove il sentiero era scoperto, si sono dovute attraversare diverse cascatelle che cadevano sul passaggio, alcune delle quali nebulizzate per effetto dello scontro acqua/roccia, altre - invece - sul modello "secchiata d'acqua in testa" ... Nessun dramma, una corsa sotto l'acqua e via, un po' umidi magari, ma assai divertiti!
Dopo circa 3 km il sentiero si unisce alla strada di fondo valle e il cammino, nell'ultimo tratto, prosegue a bordo carreggiata. Poi, dopo una leggera curva, si arriva sotto il santuario e quando diciamo sotto è proprio perchè questo si trova sospeso su uno sperone roccioso, un centinaio di metri sopra la strada e lo si può scorgere solo se guarda all'insù. Infatti, con il salitone che dal parcheggio conduce al santuario, si supera più dislivello che nell'intero sentiero dell'acquedotto!
Giunti al santuario è stata fatta una sosta di circa 3/4 d'ora, durante la quale è stato visitato il suggestivo luogo di culto, frutto della sovrapposizione di ben 5 chiese, la più antica delle quali risale all'anno 1000. Per arrivare alla chiesetta più in alto bisogna superare ben 130 scalini, in uno stretto corridoio ai lati del quale si aprono ogni tanto delle finestrelle che offrono scorci di panorama sui tetti delle costruzioni più basse e sugli immediati dintorni. Molto belle la chiesetta più in alto e le varie cappelle posti su piani diversi, riccamente decorate sia alle pareti che alle volte.
Dopo la sosta e la foto di gruppo, è quindi stata imboccata la strada della Val Verdès (che conduce verso la località Sette Larici), risalendola per circa 1 km. Poi - all'altezza di un ponticello in legno - si trova il bivio per località Due Laghi, dove si deve svoltare a destra per iniziare la salita conclusiva. Un rampone iniziale (su strada sterrata), con un paio di tornanti, poi un tratto pianeggiante e un altro rampone nel bosco (con alcuni scalini in legno), per sbucare nuovamente nella conca prativa dove si trovano i laghetti e dove si è chiuso l'anello di circa 10 km.
La prossima uscita (la 3ª del programma bike) è prevista per sabato 5 maggio, con il Giro del Bleggio. Per il trekking, invece, appuntamento a fine maggio con la tradizionale tappa in Val di Ledro.
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Complessivamente sono stati percorsi circa 10 km, mentre il dislivello è stato di circa 400 metri. L'altimetria presenta un tratto iniziale di un paio di km in falsopiano (fino a Tavòn), seguito da un altro paio di km in discesa tra i meli, fino all'imbocco della gola di San Romedio, punto più basso dell'itinerario. Seguono circa 500 metri di ripida salita fra i meli, fino all'inizio del sentiero dell'acquedotto, che per circa 3 km procede in falsopiano, risalendo la valle fino ai piedi del Santuario. Da lì inizia la salita che riporta ai laghi di Coredo (circa 3 km), con un ripido tratto finale nel bosco, dove si trovano anche alcuni scalini in legno sul sentiero. GPM alla partenza, Laghi di Coredo (m. 800 circa).
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Scarica qui il file in Se hai installato GoogleEarth nel tuo computer (è gratuito), basterà lanciarlo (doppio clic) e potrai vedere il percorso completo in 3D, dall'angolazione preferita |
CLICCA QUI PER VEDERE LA MAPPA DEL TRACCIATO
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1. La camminata
fino al santuario
Al parcheggio in località Due Laghi di Coredo, prima
del via
Il sole fa evaporare l'acqua fredda del lago, creando
un suggestivo effetto Lago di Lockness ...
Tra i partecipanti c'è anche la piccola Giorgia (9
mesi), imbacuccata a dovere
Alle 9:00 in punto il gruppone di 46 trekker muove i
primi passi
Percorreremo il sentiero circumlacuale
Il gruppetto che chiude la lunga fila
Passiamo davanti ad un'antica segheria ad acqua "alla
veneziana", risalente al 1500 e messa in funzione
d'estate, a scopo dimostrativo, per i turisti. A terra - sembrerà incredibile -
ma c'è la neve caduta ieri!
Una bella spolverata che si è pure ghiacciata, a
testimonianza che la notte è sceso sotto lo zero
Anche ora fa decisamente fresco e procediamo ben
coperti, specie nei tratti all'ombra
Costeggiamo entrambi i bacini artificiali
Montagne e boschi si riflettono nell'acqua
Lo Schiaccianoci in contemplazione dello spettacolo
Quest'inverno mica le abbiamo viste così bianche le
cime!
Dal 1° lago (più alto) scendiamo sulle rive del 2° (un
paio di metri più in basso)
Arriviamo in fondo anche al 2°lago
Procediamo, ora al sole, verso Tavòn
Imbocchiamo la comoda strada forestale che ci porterà
alla frazione di Coredo
Percorriamo i due km in piano, evitando le deviazioni
che indicano San Romedio
La colonna procede sulla comoda strada sterrata
Arriviamo nella parte alta di Tavòn, dove si trova un
maneggio
Scendiamo verso il paese
Il campanile aguzzo, in stile tirolese, svetta tra le
case
Alla chiesa svoltiamo a destra, per scendere nelle
campagne
Imbocchiamo una strada interpoderale che attraversa
alcuni frutteti
I meli in fiore offrono un suggestivo spettacolo
Primo piano dei fiori bianchi, striati di rosa
Iniziamo la discesa
Ci lasciamo alle spalle la piccola frazione di Tavòn
Il primo tratto, quello fra i campi, è asfaltato
Un capitello con crocifisso ligneo, posto su un
crocevia
Alcuni agricoltori scelgono di difendersi dalla
grandine con le reti (a dx),
altri optano per una difesa c.d. passiva, stipulando delle polizze assicurative
In fondo ai meleti imbocchiamo una stradina nel bosco
Poco dopo arriviamo sopra la forra di San Romedio e
dall'altro lato scorgiamo il sentiero con la staccionata
Proseguiamo sul comodo sentiero
Ombretta e Susy
L'atmosfera è ridanciana
Usciti dal bosco, possiamo ammirare il panorama sulla
valle e sulle vette innevate
Nel tratto conclusivo il sentiero scende più ripido
verso la forra di San Romedio
Scendiamo incolonnati sullo stretto viottolo
Dopo quasi un mese di pioggia, la vegetazione è
rinverdita alla grande!
"Houston, abbiamo un problema!" Questo ruscello
non c'era durante la prova tracciato ...
No problem, facciamo pure il guado!
E se non si arriva da soli, facciamo il passamano!
Geppo dopo l'attraversamento del ruscello
Max impegnato nel guado
Briz starà imprecando perchè sporcherà i tappetini
della sua Golf !
L'ultimo tratto di discesa
Giunti ad incrociare la strada per San Romedio,
saliamo sul versante opposto della valle
Imbocchiamo una ripida carrareccia cementata che si
inerpica tra imeli
A centro foto si nota la strada per San Romedio, sullo
sfondo c'è il versante da cui siamo scesi
Attraversiamo ancora ordinati campi di meli in fiore
Il rampone picchia e i veci arrancano, mentre i
giovani avanzano ...
Perla sembra pensare: "Dobbiamo salire ancora
molto?"
La lunga colonna che risale il meleto
Arriviamo in cima al frutteto e percorriamo un tratto in
piano
Incontriamo WikiMau, qui con la famiglia e il gruppo
parrocchiale del suo paese
Imbocchiamo ora il sentiero dell'acquedotto
Qui inizia il tratto in parete, messo in sicurezza con
la staccionata
50-60 metri più in basso, la strada che costeggia il
torrente
Il sentiero è stato ricavato su una cengia
artificiale, scavata a metà 1800 per far passare una condotta irrigua
Il sentiero taglia a metà orizzontalmente la parete
della profonda forra di San Romedio
Grazie alla staccionata, può essere percorso in totale
sicurezza
... soprattutto dai bambini!
Alcuni tratti sono scoperti, consentendo così il
transito in posizione eretta
Altri sono invece incassati nella roccia e bisogna
abbassarsi per passare
Ecco un'altra sorpresa delle forti piogge: si è
formata una cascata d'acqua che cade sul sentiero
Nessuno si perde d'animo e ci si prepara per passare
sotto la cascatella
Via, per una bella doccia fuori programma !
Per fortuna, cadendo sulla roccia, l'acqua si
nebulizza e non ci bagneremo molto
Oddio, una lavatina ce la prendiamo ...
Più avanti troviamo altre cascatelle
Ecco Geppo passare a maniche corte sotto l'acqua. Vuoi
anche il bagnoschiuma?
Ombretta, bagnata a dovere dall'ennesima e più copiosa
cascata incontrata
Poi è il turno di Staifel, che ha la bambina nello
zaino, coperta dalla giacca di papà
Ed ecco l'arrivo di Staifel, bagnato come un pulcino
...
...mentre Giorgia, sotto la tenda improvvisata, è
rimasta asciutta e non ha fatto un lamento!
Briz avanza in un tratto incassato nellaroccia, al
riparo dalle cascate d'acqua
Come non detto: eccone un'altra !
Proprio mentre si trova sotto il getto dell'acqua, il
Presidente si sente bloccare l'avanzata da una
forza misteriosa: è quel burlone di Geppo che lo sta tirando per le cinghie
dello zaino ...
Ed ecco il burlone che se la ride di gusto dopo aver
costretto il Presidente ad una bella doccia!
Procediamo a testa bassa, tranne i bambini che possono
pure saltellare!
Sotto di noi vediamo sempre la strada di fondo valle
L'ultima cascata, forse la più grande: che lavata
anche qui!
Nel tratto successivo troviamo una palestra di roccia,
dove ad ogni via è stato assegnato un nome.
Questo è l'attracco della via "Yoghi e Bubu", ma i nostri soci con quest'alias
oggi sono assenti. Peccato!
Però,niente male la via "Yoghi e Bubu" ...
Procediamo verso il Santuario
Ogni tanto incontriamo qualche altro tratto sotto la
roccia
Ma nel finale si cammina nel bosco. Qui Big Bobby e
l'ospite Walter
Lorena e Cimo davanti al gruppo
Gaspa con la moglie, seguiti da Brücke
Un altro piccolo guado
Ora sentiero e strada si stanno avvicinando
Una piccola galleria ...
Un ultimo tratto fra i sassi ...
... e infine il sentiero confluisce nella strada
asfaltata, per gli ultimi 300 metri
All'improvviso, sopra di noi, la sagoma controluce del
Santuario, che svetta sopra una roccia
Per arrivarci c'è da fare un bel rampone ciottolato
Ecco il suggestivo Santuario come appare dalla
scalinata
Gli ultimi metri e siamo arrivati ...
Ed eccoci a San Romedio
2. La visita al santuario
E' giorno festivo e c'è una piccola folla davanti
all'ingresso
Entriamo per visitare il suggestivo luogo di culto
Il primo tratto della lunga scalinata (130 gradini) che porta alla chiesa più
alta
Ogni tanto, lungo la salita, si trova una finestrella da
cui ammirare il panorama circostante
Le scale sono ripide e strette
Soprattutto ripide, come si può intuire da questa foto
fatta da qualche scalino più su !
Ancora un panorama da una finestra, questa volta verso la
forra
La bellissima chiesetta più in alto, con le antiche
pitture alle pareti e sul soffitto
Salendo ancora un po' si arriva al sottotetto della
costruzione più elevata, dove c'è il belvedere
Si tratta di un balconcino a punta, sospeso sull'alta gola
sotto il Santuario
La punta del balcone sembra la prua di una barca
Decisamente una bella visuale. In fondo si scorge la
strada
Un particolare dei coppi del tetto, con la testa di
serpente
Iniziamo la discesa, sui ripidi scalini
Più in basso c'è un'altra cappella, riccamente decorata
Un particolare delle nervature della volta e delle
decorazioni dietro l'altare
Panorama sui tetti, visto da una finestrella sulle scale
Brücke all'uscita dalla scala interna
La coloratissima volta della cappella più bassa
Vista sul cortile interno, nella parte più recente del
Santuario, risalente ad inizio '900
Vista esterna della struttura
Il santuario visto dal lato opposto a quello di arrivo. Da
qui si nota lo sperone
roccioso su cui, nell'anno 1000, venne edificato il primo nucleo della
costruzione
Particolare della fontana in bronzo e roccia, posta nei
giardinetti esterni
Ci disponiamo per la foto di gruppo
Il Merdatleta in carica posa con la fascia marrone prima di ripartire
Per saperne di più ...
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3. Il rientro e il ristoro
Ci lasciamo alle spalle il Santuario e riprendiamo il
cammino
Imbocchiamo la strada della Val Verdès, solcata
dall'omonimo torrente
La strada è una comoda sterrata con pendenza moderata
Dopo circa 1 km giungiamo ad un ponte, in corrispondenza
del bivio per località Due Laghi
Qui la strada si biforca: a sinistra risale la Val Verdès,
a destra porta verso Coredo
Noi giriamo a destra e iniziamo a salire
La strada, via via che si procede, si fa sempre più ripida
Ormai è mezzogiorno passato e il sole che filtra tra gli
alberi si fa sentire
Un paio di tornanti, prima di arrivare ad un tratto
pianeggiante
Percorriamo circa 500 metri su un pianoro, prima di un
nuovo bivio
Una simpatica panchina con testa d'orso
Al bivio giriamo a sinistra e iniziamo la salitona finale
Per aiutare l'ascesa sono sono stati posati degli scalini
in legno
"Ma non bastavano quelle del Santuario?"
Brücke impegnato nella salita
Mirko, Ombretta e Schiaccianoci
In cima al rampone ... la luce! Segno che siamo arrivati
Infatti sbuchiamo direttamente in riva al 2°lago
Ora non ci rimane che costeggiare i due specchi d'acqua
per tornare al parcheggio
La lunga colonna avanza ... verso i panini!
Paesaggio davvero rilassante
Arriviamo sulla strada asfaltata
Una vecchia edicola sacra
Ed eccoci al parcheggio. Adesso si mangia ...
Ci disponiamo su tre tavoli, nel bel parco attrezzato
Buon appetito, Rinco!
Non si sente volare una mosca, solo ganasce che spingono
E c'è pure il dolce. Viziati!
E questo cos'è? Un esercizio per la digestione?