1ª USCITA PROGRAMMA TREKKING 2012

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San Romedio da record!
  46 partecipanti alla 1ª uscita trekking 2012

A pochi giorni dalla pedalata a Castel Thun, i Rinco sono tornati in Val di Non per una suggestiva camminata sul sentiero nella roccia che porta al più visitato santuario del Trentino. Adesione da record (46) e finalmente ... il sole!                                                              

 

 

i presenti
 

 

SOCI
           
Rinco Jr.
OSPITI
ospite

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ospite

ospite

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ospite

ospite

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ospite

ospite

ospite

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ospite

ospite

ospite

ospite

amico animale
 
   

 

la cronaca

25/04/2012. Ieri mattina, mentre diluviava a catinelle, sembrava davvero impossibile che - come prevedevano gli esperti meteo - da oggi sarebbe arrivato il bel tempo. Eppure, proprio come era accaduto la scorsa settimana, quando il venerdì aveva piovuto fino alla tarda sera e poi il sabato alla pedalata di Castel Thun era uscita una giornata (o meglio, una mattinata ...) soleggiata, anche stavolta i nipotini di Bernacca ci hanno azzeccato in pieno e alla giornataccia invernale di ieri ha fatto seguito una mattina con cielo terso e sole splendente, anche se la temperatura non era propriamente primaverile. Il termometro, infatti, segnava pochi gradi sopra lo zero, con qualche angolo di bosco ancora coperto dal sottile strato di neve caduta ieri fino a quota 800 metri.

Una temperatura frizzante che non ha però scoraggiato la truppa dei Rinco, presentatisi in massa per l'esordio stagionale con gli scarponi ai piedi. Erano infatti 46 (un record per le uscite di trekking) quelli al via da Coredo, cui va aggiunta peraltro la piccola Giorgia (9 mesi) che si è fatta il giro sulle spalle del papà Roberto.

La partenza, attorno alle 9:00, è avvenuta dai laghetti di Coredo, ubicati a monte del paese. Dopo aver percorso il sentiero circumlacuale, si è giunti all'estremità settentrionale del secondo lago, dove inizia la strada forestale che porta verso Tavòn. Dopo un paio di km in falsopiano nel bosco, si è sbucati nella parte alta della frazione di Coredo e si è scesi verso il centro del piccolo borgo. In corrispondenza della chiesetta, è stata imboccata una strada agricola che scende nei terreni a valle del paese, interamente coltivati a melo. Contrariamente a quanto accaduto sabato scorso nella zona di Ton (dove la quota è più bassa di circa 3/400 metri e dunque la fioritura inizia e finisce prima), stavolta abbiamo trovato meli in fiore, uno spettacolo della natura che colora di bianco con striature rosa l'intera campagna.

Scendendo fra i meli si è quindi giunti nel bosco che separa i frutteti dalla gola di San Romedio, proseguendo la discesa su un bel sentiero che dopo un tratto iniziale molto tranquillo ha offerto il "brivido" del guado: a causa delle forti piogge cadute fino a ieri, infatti, i piccoli ruscelli che fino a poco tempo fa erano miseramente in secca, si sono gonfiati fino ad uscire in taluni casi dal proprio letto. E' il caso del rivolo che ha invaso il nostro sentiero, tagliandolo di lato e costringendo i nostri trekker ad una attraversata fuori programma.

La discesa è quindi proseguita in altri frutteti, fino ad arrivare sulla strada che da San Zeno conduce a San Romedio. Mentre la carrozzabile si inoltra nella forra e costeggia il torrente, il sentiero dell'acquedotto si trova a metà della parete rocciosa in sponda destra ed è stato ricavato - come si può intuire dal nome - nella cengia artificiale scavata per posare delle condotte irrigue a metà del 1800. Per arrivare all'imbocco del sentiero si è dovuti salire su una ripidissima stradina cementata che costeggia un meleto, poi - una volta imboccato il panoramico camminamento - il tracciato è proseguito praticamente in piano (le condotte dell'acqua, interrate sotto il sentiero, hanno infatti una pendenza minima).

Il passaggio sul sentiero dell'acquedotto è davvero spettacolare, visto che si cammina sospesi sopra la profonda gola e spesso si è costretti a chinarsi in basso, in quanto le rocce si trovano a non più d'un metro e mezzo da terra. Un passaggio, però, in totale sicurezza, grazie alla staccionata in legno posata qualche anno fa per rendere il sentiero accessibile anche alle famiglie. Allo spettacolo delle rocce si è aggiunto quello delle cascate. Già, perchè a causa delle piogge si sono formati diversi ruscelletti che hanno iniziato a scendere dall'alto, cadendo lungo la parete. Nei punti dove il sentiero è incassato nella roccia non c'era alcun problema, perchè si camminava al coperto; nei punti - invece - dove il sentiero era scoperto, si sono dovute attraversare diverse cascatelle che cadevano sul passaggio, alcune delle quali nebulizzate per effetto dello scontro acqua/roccia, altre - invece - sul modello "secchiata d'acqua in testa" ... Nessun dramma, una corsa sotto l'acqua e via, un po' umidi magari, ma assai divertiti!

Dopo circa 3 km il sentiero si unisce alla strada di fondo valle e il cammino, nell'ultimo tratto, prosegue a bordo carreggiata. Poi, dopo una leggera curva, si arriva sotto il santuario e quando diciamo sotto è proprio perchè questo si trova sospeso su uno sperone roccioso, un centinaio di metri sopra la strada e lo si può scorgere solo se guarda all'insù. Infatti, con il salitone che dal parcheggio conduce al santuario, si supera più dislivello che nell'intero sentiero dell'acquedotto!

Giunti al santuario è stata fatta una sosta di circa 3/4 d'ora, durante la quale è stato visitato il suggestivo luogo di culto, frutto della sovrapposizione di ben 5 chiese, la più antica delle quali risale all'anno 1000. Per arrivare alla chiesetta più in alto bisogna superare ben 130 scalini, in uno stretto corridoio ai lati del quale si aprono ogni tanto delle finestrelle che offrono scorci di panorama sui tetti delle costruzioni più basse e sugli immediati dintorni. Molto belle la chiesetta più in alto e le varie cappelle posti su piani diversi, riccamente decorate sia alle pareti che alle volte.

Dopo la sosta e la foto di gruppo, è quindi stata imboccata la strada della Val Verdès (che conduce verso la località Sette Larici), risalendola per circa 1 km. Poi - all'altezza di un ponticello in legno - si trova il bivio per località Due Laghi, dove si deve svoltare a destra per iniziare la salita conclusiva. Un rampone iniziale (su strada sterrata), con un paio di tornanti, poi un tratto pianeggiante e un altro rampone nel bosco (con alcuni scalini in legno), per sbucare nuovamente nella conca prativa dove si trovano i laghetti e dove si è chiuso l'anello di circa 10 km.    

La prossima uscita (la 3ª del programma bike) è prevista per sabato 5 maggio, con il Giro del Bleggio. Per il trekking, invece, appuntamento a fine maggio con la tradizionale tappa in Val di Ledro.  

i dati tecnici

Complessivamente sono stati percorsi circa 10 km, mentre il dislivello è stato di circa 400 metri. L'altimetria presenta un tratto iniziale di un paio di km in falsopiano (fino a Tavòn), seguito da un altro paio di km in discesa tra i meli, fino all'imbocco della gola di San Romedio, punto più basso dell'itinerario. Seguono circa 500 metri di ripida salita fra i meli, fino all'inizio del sentiero dell'acquedotto, che per circa 3 km procede in falsopiano, risalendo la valle fino ai piedi del Santuario. Da lì inizia la salita che riporta ai laghi di Coredo (circa 3 km), con un ripido tratto finale nel bosco, dove si trovano anche alcuni scalini in legno sul sentiero. GPM alla partenza, Laghi di Coredo (m. 800 circa). 



Scarica qui il file in
formato kml

Se hai installato GoogleEarth nel tuo computer (è gratuito), basterà lanciarlo (doppio clic) e potrai vedere il percorso completo in 3D, dall'angolazione preferita

 

 

CLICCA QUI PER VEDERE LA MAPPA DEL TRACCIATO


 

 

le immagini


1. La camminata fino al santuario


Al parcheggio in località Due Laghi di Coredo, prima del via


Il sole fa evaporare l'acqua fredda del lago, creando un suggestivo effetto Lago di Lockness ...


Tra i partecipanti c'è anche la piccola Giorgia (9 mesi), imbacuccata a dovere


Alle 9:00 in punto il gruppone di 46 trekker muove i primi passi


Percorreremo il sentiero circumlacuale


Il gruppetto che chiude la lunga fila


Passiamo davanti ad un'antica segheria ad acqua "alla veneziana", risalente al 1500 e messa in funzione
d'estate, a scopo dimostrativo, per i turisti. A terra - sembrerà incredibile - ma c'è la neve caduta ieri!


Una bella spolverata che si è pure ghiacciata, a testimonianza che la notte è sceso sotto lo zero


Anche ora fa decisamente fresco e procediamo ben coperti, specie nei tratti all'ombra


Costeggiamo entrambi i bacini artificiali


Montagne e boschi si riflettono nell'acqua


Lo Schiaccianoci in contemplazione dello spettacolo


Quest'inverno mica le abbiamo viste così bianche le cime!


Dal 1° lago (più alto) scendiamo sulle rive del 2° (un paio di metri più in basso)


Arriviamo in fondo anche al 2°lago


Procediamo, ora al sole, verso Tavòn


Imbocchiamo la comoda strada forestale che ci porterà alla frazione di Coredo


Percorriamo i due km in piano, evitando le deviazioni che indicano San Romedio


La colonna procede sulla comoda strada sterrata


Arriviamo nella parte alta di Tavòn, dove si trova un maneggio


Scendiamo verso il paese


Il campanile aguzzo, in stile tirolese, svetta tra le case


Alla chiesa svoltiamo a destra, per scendere nelle campagne


Imbocchiamo una strada interpoderale che attraversa alcuni frutteti


I meli in fiore offrono un suggestivo spettacolo


Primo piano dei fiori bianchi, striati di rosa


Iniziamo la discesa


Ci lasciamo alle spalle la piccola frazione di Tavòn


Il primo tratto, quello fra i campi, è asfaltato


Un capitello con crocifisso ligneo, posto su un crocevia


Alcuni agricoltori scelgono di difendersi dalla grandine con le reti (a dx),
altri optano per una difesa c.d. passiva, stipulando delle polizze assicurative


In fondo ai meleti imbocchiamo una stradina nel bosco


Poco dopo arriviamo sopra la forra di San Romedio e dall'altro lato scorgiamo il sentiero con la staccionata


Proseguiamo sul comodo sentiero


Ombretta e Susy


L'atmosfera è ridanciana


Usciti dal bosco, possiamo ammirare il panorama sulla valle e sulle vette innevate


Nel tratto conclusivo il sentiero scende più ripido verso la  forra di San Romedio


Scendiamo incolonnati sullo stretto viottolo


Dopo quasi un mese di pioggia, la vegetazione è rinverdita alla grande!


"Houston, abbiamo un problema!" Questo ruscello non c'era durante la prova tracciato ...


No problem, facciamo pure il guado!


E se non si arriva da soli, facciamo il passamano!


Geppo dopo l'attraversamento del ruscello


Max impegnato nel guado


Briz starà imprecando perchè sporcherà i tappetini della sua Golf !


L'ultimo tratto di discesa


Giunti ad incrociare la strada per San Romedio, saliamo sul versante opposto della valle


Imbocchiamo una ripida carrareccia cementata che si inerpica tra imeli


A centro foto si nota la strada per San Romedio, sullo sfondo c'è il versante da cui siamo scesi


Attraversiamo ancora ordinati campi di meli in fiore


Il rampone picchia e i veci arrancano, mentre i giovani avanzano ...


Perla sembra pensare: "Dobbiamo salire ancora molto?"


La lunga colonna che risale il meleto


Arriviamo in cima al frutteto e percorriamo un tratto in piano


Incontriamo WikiMau, qui con la famiglia e il gruppo parrocchiale del suo paese


Imbocchiamo ora il sentiero dell'acquedotto


Qui inizia il tratto in parete, messo in sicurezza con la staccionata


50-60 metri più in basso, la strada che costeggia il torrente


Il sentiero è stato ricavato su una cengia artificiale, scavata a metà 1800 per far passare una condotta irrigua


Il sentiero taglia a metà orizzontalmente la parete della profonda forra di San Romedio


Grazie alla staccionata, può essere percorso in totale sicurezza


... soprattutto dai bambini!


Alcuni tratti sono scoperti, consentendo così il transito in posizione eretta


Altri sono invece incassati nella roccia e bisogna abbassarsi per passare


Ecco un'altra sorpresa delle forti piogge: si è formata una cascata d'acqua che cade sul sentiero


Nessuno si perde d'animo e ci si prepara per passare sotto la cascatella


Via, per una bella doccia fuori programma !


Per fortuna, cadendo sulla roccia, l'acqua si nebulizza e non ci bagneremo molto


Oddio, una lavatina ce la prendiamo ...


Più avanti troviamo altre cascatelle


Ecco Geppo passare a maniche corte sotto l'acqua. Vuoi anche il bagnoschiuma?


Ombretta, bagnata a dovere dall'ennesima e più copiosa cascata incontrata


Poi è il turno di Staifel, che ha la bambina nello zaino, coperta dalla giacca di papà


Ed ecco l'arrivo di Staifel, bagnato come un pulcino ...


...mentre Giorgia, sotto la tenda improvvisata, è rimasta asciutta e non ha fatto un lamento!


Briz avanza in un tratto incassato nellaroccia, al riparo dalle cascate d'acqua


Come non detto: eccone un'altra !


Proprio mentre si trova sotto il getto dell'acqua, il Presidente si sente bloccare l'avanzata da una
forza misteriosa: è quel burlone di Geppo che lo sta tirando per le cinghie dello zaino ...


Ed ecco il burlone che se la ride di gusto dopo aver costretto il Presidente ad una bella doccia!


Procediamo a testa bassa, tranne i bambini che possono pure saltellare!


Sotto di noi vediamo sempre la strada di fondo valle


L'ultima cascata, forse la più grande: che lavata anche qui!


Nel tratto successivo troviamo una palestra di roccia, dove ad ogni via è stato assegnato un nome.
Questo è l'attracco della via "Yoghi e Bubu", ma i nostri soci con quest'alias oggi sono assenti. Peccato!


Però,niente male la via "Yoghi e Bubu" ...


Procediamo verso il Santuario


Ogni tanto incontriamo qualche altro tratto sotto la roccia


Ma nel finale si cammina nel bosco. Qui Big Bobby e l'ospite Walter


Lorena e Cimo davanti al gruppo


Gaspa con la moglie, seguiti da Brücke


Un altro piccolo guado


Ora sentiero e strada si stanno avvicinando


Una piccola galleria ...


Un ultimo tratto fra i sassi ...


... e infine il sentiero confluisce nella strada asfaltata, per gli ultimi 300 metri


All'improvviso, sopra di noi, la sagoma controluce del Santuario, che svetta sopra una roccia


Per arrivarci c'è da fare un bel rampone ciottolato


Ecco il suggestivo Santuario come appare dalla scalinata


Gli ultimi metri e siamo arrivati ...


Ed eccoci a San Romedio

 

2. La visita al santuario


E' giorno festivo e c'è una piccola folla davanti all'ingresso


Entriamo per visitare il suggestivo luogo di culto


Il primo tratto della lunga scalinata (130 gradini) che porta alla chiesa più alta


Ogni tanto, lungo la salita, si trova una finestrella da cui ammirare il panorama circostante


Le scale sono ripide e strette


Soprattutto ripide, come si può intuire da questa foto fatta da qualche scalino più su !


Ancora un panorama da una finestra, questa volta verso la forra


La bellissima chiesetta più in alto, con le antiche pitture alle pareti e sul soffitto


Salendo ancora un po' si arriva al sottotetto della costruzione più elevata, dove c'è il belvedere


Si tratta di un balconcino a punta, sospeso sull'alta gola sotto il Santuario


La punta del balcone sembra la prua di una barca


Decisamente una bella visuale. In fondo si scorge la strada


Un particolare dei coppi del tetto, con la testa di serpente


Iniziamo la discesa, sui ripidi scalini


Più in basso c'è un'altra cappella, riccamente decorata


Un particolare delle nervature della volta e delle decorazioni dietro l'altare


Panorama sui tetti, visto da una finestrella sulle scale


Brücke all'uscita dalla scala interna


La coloratissima volta della cappella più bassa


Vista sul cortile interno, nella parte più recente del Santuario, risalente ad inizio '900


Vista esterna della struttura


Il santuario visto dal lato opposto a quello di arrivo. Da qui si nota lo sperone
roccioso su cui, nell'anno 1000, venne edificato il primo nucleo della costruzione


Particolare della fontana in bronzo e roccia, posta nei giardinetti esterni


Ci disponiamo per la foto di gruppo


Il Merdatleta in carica posa con la fascia marrone prima di ripartire

Per saperne di più ...

            
          Sito ufficiale dell'APT Val di Non               Sito della Comunità Francescana di Sanzeno


Pagina dedicata al santuario della più nota enciclopedia libera on-line

 

 

3. Il rientro e il ristoro


Ci lasciamo alle spalle il Santuario e riprendiamo il cammino


Imbocchiamo la strada della Val Verdès, solcata dall'omonimo torrente


La strada è una comoda sterrata con pendenza moderata


Dopo circa 1 km giungiamo ad un ponte, in corrispondenza del bivio per località Due Laghi


Qui la strada si biforca: a sinistra risale la Val Verdès, a destra porta verso Coredo


Noi giriamo a destra e iniziamo a salire


La strada, via via che si procede, si fa sempre più ripida


Ormai è mezzogiorno passato e il sole che filtra tra gli alberi si fa sentire


Un paio di tornanti, prima di arrivare ad un tratto pianeggiante


Percorriamo circa 500 metri su un pianoro, prima di un nuovo bivio


Una simpatica panchina con testa d'orso


Al bivio giriamo a sinistra e iniziamo la salitona finale


Per aiutare l'ascesa sono sono stati posati degli scalini in legno


"Ma non bastavano quelle del Santuario?"


Brücke impegnato nella salita


Mirko, Ombretta e Schiaccianoci


In cima al rampone ... la luce! Segno che siamo arrivati


Infatti sbuchiamo direttamente in riva al 2°lago


Ora non ci rimane che costeggiare i due specchi d'acqua per tornare al parcheggio


La lunga colonna avanza ... verso i panini!


Paesaggio davvero rilassante


Arriviamo sulla strada asfaltata


Una vecchia edicola sacra


Ed eccoci al parcheggio. Adesso si mangia ...


Ci disponiamo su tre tavoli, nel bel parco attrezzato


Buon appetito, Rinco!


Non si sente volare una mosca, solo ganasce che spingono


E c'è pure il dolce. Viziati!


E questo cos'è? Un esercizio per la digestione?

Alla prossima!