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Una bella giornata di sole ha caratterizzato la 3ª uscita con racchette da neve della stagione, dove i Rinco hanno ciaspolato in maschera! . |
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SOCI | |||||||
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Rinco Jr. | ||||||||
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18/02/2012. Andata anche la terza! E' stata disputata stamane sul Monte Bondone (la "montagna di casa" dei trentini), la 3ª ciaspolata del programma 2012. L'appuntamento odierno - che visto il periodo era anche la «ciaspolata di carnevale» (con i Rinco - ma non tutti L - addobbati a dovere J), è stato caratterizzato da una bellissima giornata di sole, con temperature quasi primaverili, lontane anni luce da quelle quasi «siberiane» (-15° e forse anche meno) riscontrate durante la prova del tracciato la scorsa settimana.
Non altissima l'affluenza (22 presenti), un po' per lo spostamento di data (inizialmente l'uscita era prevista per domenica 19/2 ma le previsioni meteo hanno costretto ad anticipare di 24 ore, con 5-6 adesioni che non sono state confermate per impegni pregressi), vuoi per la stagione così così, con la neve che davvero si fa desiderare, vuoi - infine - per qualche malanno di stagione e/o acciacchi di varia natura che hanno appiedato più d'uno dei nostri soci.
Ad ogni modo c'era un bel gruppo che attorno alle 9:00 è partito dalla zona delle ex caserme austriache, lungo la SP 25 che dalle Viote scende a Garniga, inoltrandosi nei prati delle Viote. La parte iniziale del percorso prevedeva infatti di raggiungere l'imbocco della Val d'Eva, collocata tra la Costa dei Cavai e le pendici meridionali della Rosta. Per arrivare a quel punto, dove inizia la salita vera e propria, si è dovuto affrontare un divertente sali-scendi, con un continuo passaggio da una valletta ad una collinetta, nella zona del Centro del Fondo che quest'anno, a causa della carenza di neve, è rimasto quasi interamente chiuso.
Dopo aver raggiunto i margini dell'area protetta della Val del Merlo (che si incunea sotto la Costa dei Cavai fino alla base del Cornetto e del Dos d'Abramo), ci si è spostati verso la parallela Val d'Eva, iniziando la salita lungo la vecchia strada militare che portava in cresta. Questa zona, infatti, faceva parte della c.d. "Fortezza di Trento", una serie di costruzioni realizzate nei primi '900 dall'esercito austriaco, a difesa della città di Trento, in previsione di un attacco militare italiano. La "Fortezza" era costituita da una "cintura" che partiva da est (zona della Marzola e del Calisio, con i forti di Civezzano a sbarrare la strada che arrivava dalla Valsugana e varie batterie armate collocate strategicamente sulle alture circostanti, come il Celva, il Calisio, ecc.) e proseguiva sul settore ovest dove la strada che giungeva dalla valle dei Laghi era sbarrata dal Forte Bus de Vela (restaurato di recente, ndr), mentre le batterie armate vigilavano dall'alto delle postazioni collocate sul Cornetto (le abbiamo visitate durante il trekking sulle Tre Cima, ndr) o lungo la Rosta del Bondone.
I Rinco hanno dunque percorso la vecchia carrareccia militare, che come tutte le strade militari ha una pendenza moderata e costante, fino alla Bocca di Vaiona, il valico che dalla conca delle Viote immette sul versante della Valle dei Laghi. Qui la poca neve caduta quest'anno, a causa del forte vento è sparita completamente, spazzata via lungo i pendii sottostanti.
Dalla Bocca di Vaiona l'itinerario è proseguito lungo il sentiero SAT 618, che percorre tutta la cresta dalla Rosta fino al Cornetto. Noi abbiamo puntato verso nord, affrontando il ripido rampone che risale la linea di massima pendenza lungo il versante meridionale della Rosta. Giunti in prossimità di un piccolo altopiano, si è quindi svoltato verso ovest, salendo fino alla vicina cresta dalla quale si gode di un bel panorama sulla sottostante Valle dei Laghi. Da qui si è quindi proseguito lungo il crinale della montagna, su tratti che erano totalmente privi di neve, spazzata via dalle forti correnti d'aria, fino ad arrivare alla prima cima di questo rilievo a forma dorso di dromedario, posta poco sopra i 1800 metri di quota.
Qui il gruppo - complice il sole tiepido e la totale assenza di vento - si è concesso una bella sosta sul prato, utilizzando le grosse pietre come sedie di fortuna, approfittandone non solo per acquisire un po' di abbronzatura, ma anche per bere del the e sgranocchiare qualcosa dopo i quasi 5 km di camminata.
Dopo la sosta si è quindi proseguito sul sentiero 618 che corre lungo il crinale, dove sono ancora visibili, ormai logorate dal secolo trascorso, le trincee ed i camminamenti realizzati dall'esercito austriaco ad inizio '900. Proseguendo sul crinale, dopo un ulteriore rampone, si è quindi arrivati sulla cima vera e propria della Rosta, la più elevata (m.1837), con splendido panorama a 360°, ma in particolare sul Gruppo del Brenta che si staglia di fronte all'osservatore con la sua spettacolare skyline di guglie rocciose spruzzate di bianco, a fare da contrasto con il cielo, oggi davvero più azzurro che mai.
Dopo la rituale foto di gruppo, la colonna è quindi scesa nel vallone sottostante, dove la neve spazzata via dalla cresta si è accumulata creando un bel manto farinoso, alto in alcuni punti anche più d'un metro. I Rinco hanno quindi potuto scorazzare per un po' nelle neve alta, tornando verso sud, fino ad incrociare nuovamente il sentiero 618 che scende a Bocca Vaiona.
Una volta riscesi al passo, è stata attraversata la Val d'Eva, spostandosi sul versante opposto a quello dove si trova la strada (che era stata utilizzata per la salita), scendendo verso le Viote camminando nei prati innevati.
Una volta tornati a fondo valle, non è rimasto che riattraversare la conca prativa, con i suoi numerosi avvallamenti, facendo rientro alla zona dei "Fogolari", vicino alle ex caserme austriache, oggi sede del Centro di Ecologia Alpina, membro di una rete europea di monitoraggio del clima.
Qui la giornata è proseguita con la festa di carnevale, a base di gnocchi alla sorrentina, "grostoli" (tipici dolci carnevaleschi, altrove chiamati "frappe", "bugie" "chiacchiere", ecc.), castagnole e un bel sorbetto al caffé.
Ora l'appuntamento con le racchette da neve è tra due settimane (domenica 4 marzo), quando verrà disputata la 4ª ed ultima ciaspolata, a Passo Cinque Croci (Lagorai/Valsugana). Poi sarà ora di tornare in sella ...
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Tracciato ad "andata e ritorno", con qualche deviazione, per complessivi 9 km e con un dislivello di circa 510 metri. L'altimetria presenta un tratto iniziale in saliscendi, nella fase di attraversamento dei prati delle Viote, caratterizzati da un susseguirsi di avvallamenti e collinette. Poi inizia la salita della Val d'Eva, comoda e costante, fino alla Bocca di Vaiona. Qui c'è il tratto più ripido (SV SAT 618), nella fase iniziale della risalita sulla cresta della Rosta, dove la pendenza è notevole. Passato il rampone (circa 3/400 metri), si arriva sulla cresta e si prosegue in falsopiano, fino alla cima della Rosta (m.1837). Il rientro è in leggera discesa, nel vallone sottostante la Rosta, poi c'è il tratto di ripida discesa fino alla Bocca di Vaiona e quello successivo, sempre in discesa, nella Val d'Eva, fino ai prati delle Viote. Tratto finale in saliscendi per rientrare nella zona delle ex caserme austroungariche. Altitudine start: m.1530 (Viote), GPM alla Rosta (m.1837).
Ci troviamo al parcheggio lungo
la SP 25 che dalle Viote scende a Garniga
E' pronta l'attrezzatura tecnica? Sì, ciaspole e ... maschere!
Vai a fare il gentleman ...
Poco prima delle 9:00 la "colonna rossa" lascia il parcheggio
e si inoltra nei prati delle Viote
Ci sono i rasta, i clown, i cowboy ... D'altronde è carnevale no?
La sagoma della Rosta, la nostra meta odierna, si profila davanti a noi
sullo sfondo
Passiamo a fianco dell'area recintata dove ci sono le strumentazioni
di rilevazione dei dati meteo
Ma quelle che ha in testa il Presidente sono anch'esse antenne del
meteo?
I prati delle Viote sono un susseguirsi di piccole vallette e
colline, con un continuo saliscendi
Scendiamo verso la valletta che d'estate ospita un ruscello,
d'inverno trasformata in pista da fondo
Attraversiamo la pista, cercando di non rovinare i binari di
scorrimento degli sci, e passiamo dall'altro lato
Risaliamo il versante opposto
Seguiamo una traccia a zig-zag, vista la pendenza di questo pendio
Uno alla volta arriviamo sulla cresta di questo solco vallivo ...
... quindi proseguiamo verso ovest.
Il Gruppo del Brenta fa capolino dietro gli abeti
Alle nostre spalle, l'inconfondibile sagoma conica del Palon
Ci fermiamo per la classica foto di gruppo
Il sole è già alto e il cielo, inizialmente velato, si è rischiarato
promettendo una gran bella giornata
Avanziamo in direzione della Val del Merlo
Praticamente abbiamo aperto un'autostrada nella neve!
Il "biscione" si snoda tra le collinette delle Viote
Giunti alle pendici della Costa dei Cavai, inizia una leggera salita
Attraversiamo questa marea bianca, mentre il Palon - tutto verde -
domina lo sfondo
L'ombra del diavolo ci insegue ...
Ernesto, Karate Kid e Staifel durante una breve sosta
Dalla neve che si scioglie sbuca una bella "torta" lasciata da
qualche mucca lo scorso autunno.
Il Presidente ne raccoglie un pezzo e chiede in giro: "Chi vuole
un po' di cioccolata?"
Riprendiamo il cammino e troviamo un tratto con neve farinosa che
arriva quasi al ginocchio
Raggiungiamo la staccionata che delimita l'area naturalistica della
Val del Merlo
Ecco l'area protetta che si
incunea fino alle pendici delle Tre Cime
Scavalcando la collina, passiamo nella parallela Val d'Eva
Scendiamo verso la vecchia strada militare che risale la valle
Raggiunta la strada, facciamo una breve sosta per ricompattare le
fila
Sullo sfondo c'è sempre il Palòn a dominare la scena
Il Camoscio ne approfitta per una tazza di the ... con l'additivo!
Briz esibisce una capigliatura corvina in stile rasta che gli
ricorda forse i tempi di gioventù ...
Dopo la breve sosta, iniziamo la salita della Val d'Eva
Giusy e Tania davanti al gruppo
Mano a mano che si sale, la neve - paradossalmente - diminuisce. La
causa sono i forti venti che spirano
sul crinale, facendo piazza pulita della neve quando lo spessore del
manto non è particolarmente elevato
Il tratto finale di salita prima si sbucare a Bocca Vaiona è su un
misto erba/neve !
A Bocca Vaiona si può tirar fuori il pallone dallo zaino ...
Oppure la ciaspole a rotelle!
Il gruppo in attesa che tutti quanti completino la salita della Val
d'Eva
L'immagine dall'alto mostra come il valico sia battuto dai forti
venti che salgono dalla valle: la neve non c'è più
Ci appostiamo a riposare vicino ad una baracca, prima di riprendere
la salita
Toh, un igloo. Chissà chi abiterà mai in questa tradizionale
costruzione eschimese in blocchi di ghiaccio
Ah, ecco. Camoscio l'eschimese ...
The Doctor e White osservano il panorama
Del resto le catene innevate del Trentino occidentale (zona
dell'Adamello), meritano parecchio
Riprendiamo la salita, affrontando il rampone verso la Rosta
Karate Kid seguito da Ernesto, mentre seguono la traccia nella
(poca) neve
La parte finale della breve (ma ripida) salita
In cima al rampone, sbuchiamo ad un piccolo altopiano. Sullo sfondo
le Tre Cima del Bondone
Qui la neve è completamente sparita
Il vento ha creato però dei grossi accumuli, che punteggiano la
spianata verde dei prati
Proseguiamo sul sentiero 618, spostandoci verso la cresta
Ernesto e Karate Kid mentre balzellano tra i sassi
Arriviamo in vista della prima cima (la più bassa, 1800). Sullo
sfondo (a dx), la Rosta (m.1837)
Ad est le nuvole disegnano nel cielo strani disegni
Ormai siamo ad un passo dalla prima cima ...
Ed ecco la "conquista" della vetta spelacchiata!
E quando arriviamo ... una bella sosta al sole
E per favorire l'abbronzatura ... ci vuole il Beta-Carotene!
A nord-ovest, la spettacolare sequenza di guglie rocciose del Brenta
Ad ovest, in basso, la Valle dei Laghi, con le Marocche di Dro e il
Lago di Cavedine
Di fronte a noi, ad est, il Palòn
Il Dotto oggi non c'è, così Cipollino prova a farne le veci
Anche Karate Kid osserva interessato il panorama circostante
"Mettiti in posa Mauro"
"Aspetta che mi sistemo..."
President & Son, coppia di giullari. Nella valle, in basso, si
intravede il Lago di Toblino
E agendo con lo zoom al massimo, si arriva a vedere anche il castello
che si specchia nel lago
La coccinella Giusy e la fatina Tania
E per la serie La Bella e la Bestia, ...
White usa una grossa pietra come poltrona
Un'ideona per il prossimo Natale ... la nuova serie di angioletti!
Dopo la bella sosta al tiepido sole, riprendiamo il cammino verso la
Rosta
Il sentiero segue il vecchio camminamento militare di collegamento
tra le trincee
Nonostante sia passato un secolo, si notano ancora gli scavi dove i
soldati si appostavano.
I muretti a secco sono ormai crollati e il pietrame si è ammucchiato
nella trincea
Che vitaccia che doveva essere ...
Gli scavi delle trincee sono gli unici punti - quassù - dove è
rimasta la neve
Proseguiamo la nostra passeggiata panoramica
Qui, però, più che una ciaspolata sembra davvero un trekking
d'ottobre!
Anche se più avanti, vicino alla Rosta, troviamo ancora dei tratti innevati
Ed eccoci alla cima della Rosta, con vista che arriva fino al Garda
Il gruppo si prepara per la foto con il Brenta sullo
sfondo
Dopo la nuova, breve sosta, ci prepariamo per scendere a valle
Iniziamo la discesa, puntando verso l'ampio vallone che si trova ai
piedi della Rosta
Qui c'è ancora molta neve e in alcuni punti si rischia di
sprofondare
Giunti nel vallone, torniamo in direzione sud
Passiamo ai piedi della Rosta, sotto al crinale appena percorso in
senso inverso
Ma che è? L'armata Brancaleone?
Strani figuri si aggirano tra la neve ...
Qui lo spessore del manto è rimasto consono alla stagione!
La Tre Cime si stagliano nel cielo azzurro
Ancora la colonna che avanza nella neve
Solchiamo i prati bianchi, che spettacolo
La traccia che abbiamo lasciato nel manto nevoso ancora intatto
Questo è il vero ciaspolare
Anche se una fronda che ha portato le ciaspole a prendere aria sul
Bondone preferisce camminare sull'erba
Il vallone innevato, con i segni del nostro passaggio
Il gruppo in sosta durante la discesa
La colonna di Rinco avanza sul crinale
Ora inizia la discesa verso valle
Una parte del gruppo, per scendere dalla Rosta, decide di tagliare
per il bosco
Gli altri proseguono nei prati, verso Bocca Vaiona
Eccoci nuovamente sulla strada militare fatta in salita poco prima
Per la discesa, però, optiamo per un attraversamento della Val
d'Eva, in mezzo ai prati
Qui la neve resiste ancora e facciamo fare alle ciaspole il loro
mestiere
Proseguiamo mantenendoci alti sul versante
La parte del gruppo che ha optato per la discesa dalla Rosta
attraverso il bosco,
si trova ad affrontare un ripido pendio tra gli alberi, con la neve
ancora alta
E nella parte finale della discesa ... se và a rodolòn !!!
Siamo quasi giunti in fondo alla Val d'Eva
L'ultimo scollinamento prima di sbucare nella conca delle Viote
Ed eccoci puntare verso l'arrivo
Riattraversiamo, facendo un percorso leggermente diverso rispetto
all'andata, i prati innevati
Ovviamente dobbiamo rifarci tutti i saliscendi
Giusy, con l'originale costume da coccinella: zaino trasformato in
guscio rosso a pois neri, con le alette!
Il gruppo in risalita da una valletta
Ormai manca poco al rientro
Ed eccoci arrivati nella zona delle ex-caserme. Ora riponiamo le
ciaspole e prendiamo le forchette ...
Ci sistemiamo ai tavolini dell'area pic-nic dei "Fogolari"
Come l'anno scorso, Mauro the Doctor ci delizierà con gli gnocchi
alla sorrentina
"Ci delizierà l'è 'na parola grossa. L'è tut roba pronta"
Guarda guarda chi c'è in pole-position a tavola ...
Intanto si brinda al carnevale
"Ce l'avete i piatti? La prima spadellata è quasi pronta"
"Aaaah!"
E quando the Doctor mangia, ai fornelli va Cipollino
Le cotture si susseguono a gran ritmo: dobbiamo fare fuori 10 chili
di gnocchi alla sorrentina
Quindi ci scappa pure il bis. Chi si fa avanti?
Eccole qua le grandi ganasce
E visto che c'è un bel sole ...
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Chiudiamo con questa brutta immagine di Ernesto. NO COMMENT