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Mezzocorona (TN), 07/05/2011. Si è tenuta stamane con partenza da Mezzocorona la 3ª uscita del programma MTB 2011: il Giro di Castel Belfort. L'itinerario, di circa 30 km e 810 metri di dislivello, si è sviluppato nella Valle del Torrente Sporeggio, incuneata tra il Monte Fausiòr (estremo settentrionale del Gruppo Paganella-Monte Gazza) e il Gruppo del Brenta, con la piramide rocciosa del Piz Galin (m.2442) a fare da sfondo per l'intera salita.
Un itinerario che ha portato dai vigneti della Piana Rotaliana (patria del Teroldego, il Principe dei vini rossi trentini) ai meleti della Val di Non, per poi salire tra i boschi di faggio ai piedi del Brenta e sbucare nei verdissimi prati che circondano l'abitato di Cavedago.
Temperatura finalmente primaverile, dopo un periodo in cui il termometro, anche a causa di qualche tardiva nevicata in quota, era scesa al di sotto delle medie stagionali. Il gruppo, composto da 31 biker, è partito poco prima delle 9:00 dal laghetto artificiale alla periferia di Mezzocorona, nei pressi della centrale elettrica. Da qui è stata imboccata la vecchia SP 29, chiusa ormai da decenni, che costeggiando il versante sinistro del Noce conduce direttamente alla località Rocchetta, punto di collegamento tra la la Piana Rotaliana e la Val di Non.
Dopo un breve tratto incolonnati sulla strada statale, in località Maso Milano è stata imboccata la Valle del Torrente Sporeggio, un affluente del Noce che nasce ai piedi del Piz Galin. Dopo un primo tratto in falsopiano, dalla Baita Marnara (dove si trova una pesca sportiva ma anche un ristorante noto per i piatti a base di trota) è iniziata la salita tra i meleti (ormai non più in fiore, altrimenti sarebbe stato un vero spettacolo), con alcuni tratti più ripidi alternati a salite meno dure o falsipiani.
Dopo aver raggiunto un isolato maso, il gruppo è sceso verso il torrente, lungo una carrareccia interpoderale, fino ad arrivare al ponte in legno e ferro che consente l'attraversamento del torrente. Nel tratto successivo, a causa dell'impianto di irrigazione a pioggia in funzione nel frutteto adiacente, l'intero gruppo si è preso una bella lavata, anche se la temperatura gradevole e, soprattutto, la salita successiva non hanno fatto certo infreddolire i nostri biker.
Dopo circa mezzo km con pendenza sostenuta tra i meli, si è giunti al caratteristico abitato di Maurina (frazione di Spormaggiore). Il paesello è, per dirla alla trentina, un "gròp de case" addossate l'una all'altra, adagiato su una piccola collina, con la strada che attraversa il borgo passando sotto una serie di portici in pietra. Qui, alla fine di luglio, si svolge annualmente la Festa della Lumaca, irrinunciabile appuntamento per gli amanti di questa pietanza.
Da Maurina si è scesi nuovamente sulle rive dello Sporeggio e, attraversato un'altra volta il torrente, ci si è diretti verso Spormaggiore, su una strada che con una manciata di tornanti risale il ripido versante coltivato a meleti. Poco prima di entrare in paese si è svoltato a destra, seguendo la strada che aggira l'abitato dal basso, per poi deviare su una sterrata tra i frutteti che punta verso l'alta valle, andandosi ad incrociare poco dopo con la strada asfaltata che scende da Spormaggiore.
Seguendo la via principale si è quindi scesi ancora una volta al torrente Sporeggio e dopo aver attraversato il corso d'acqua si è giunti alla località denominata Seghe, sempre nel Comune di Spormaggiore. Il toponimo del luogo è legato al suo fiorente passato industriale. Nel '900, infatti, lungo le sponde dello Sporeggio, sorgevano segherie, mulini, fucine ed anche una rinomata vetreria, che sfruttavano la forza dell'acqua per azionare i vari macchinari impiegati. Orami di quel passato non rimangono che i vecchi casolari lungo il torrente, spesso di forma allungata essendo stati degli opifici, oggi spesso trasformati in seconde case.
Dalle Seghe è iniziata la salita più lunga e più dura della giornata. Circa 4 km con una pendenza media del 10%, ma con tre rampe micidiali dove si è raggiunto, e in un caso superato, il 20%. I meno allenati, in questi tratti hard, sono stati costretti a scendere per spingere la bici, ma si è trattato comunque di tratti brevi (100, 200 m. al massimo), per cui tutti e 31 i biker presenti hanno raggiunto senza problemi il GPM, posto agli 880 m. del bivio sopra Maso Sass.
Da Maso Sass (uno dei vecchi insediamenti isolati che hanno dato origine al Comune di Cavedago), si è scesi verso il paese, dove sono state fatte due tappe: una culturale, per ammirare il caratteristico ponte con tre arcate sovrapposte, frutto di edificazioni successive (dal Medioevo all'800, per finire alla prima metà del '900), ed una gastronomica, presso la Pizzeria Fiore Blu, gestita dalla famiglia della sorella di Cipollino.
Fiore Blu,
che è anche ristorante e pizzeria, è però considerato il n°1 per quanto riguarda
la preparazione della torta di patate.
Si tratta di un piatto tipico della bassa Val di Non (a Sporminore esiste anche
un'associazione che lo valorizza,
La
Confraternita della Torta di Patate), tramandato dalla tradizione contadina
e realizzato semplicemente con patate grattugiate e un po' di sale.
Ne esistono due versioni: il tortèl, di forma più piccola, più sottile e
cotto nell'olio, e la torta, di forma più grande (circolare o
rettangolare, secondo la teglia che si utilizza), più alta 1-1,5 cm. e cotta nel
forno.
Si accompagna con formaggi, salumi e ... lugàneghe.
La Pizzeria Fiore Blu
usa il forno a legna, come si usava un tempo, e il risultato è davvero ottimo,
come testimonia il fatto che per mangiare questo piatto è necessaria la
prenotazione!
Nel bel prato antistante il locale, che si trova proprio sulla SS421 - nel tratto in cui essa attraversa il paese di Cavedago - siamo stati ospitati per un graditissimo spuntino, sparito nel giro di pochi minuti dopo le fatiche dei 15 km di salita. Ringraziamo ovviamente la sig.ra Lorenza per l'ospitalità e ci ripromettiamo di tornare a gustare la torta di patate in un'altra occasione!
Dopo questa gustosa pausa è iniziata la discesa verso Castel Belfort, utilizzando un sentiero che si dirige verso Spormaggiore rimanendo sotto la strada statale, nascosto nel bosco ed al margine dei pascoli che digradano verso il fondo della Valle dello Sporeggio, con alcuni tratti anche in single track. E' stato proprio in uno di questi tratti che Big Bobby è rimasto con la gomma a terra, prima foratura del 2011.
Il sentiero sbuca 100 metri a monte di Castel Belfort, un maniero risalente al 1311 e collocato su un'altura tra Cavedago e Spormaggiore, da dove si domina la bassa Val di Non. La struttura, oggi diroccata, è ancora imponente e chiaramente visibile: presenta l'antica torre merlata, circondata dalle vaste mura perimetrali di forma rettangolare. Sul lato est delle mura, in prossimità della torre, si apre il portone di ingresso, oltrepassato il quale uno stretto passaggio permette di aggirare l'edificio interno seguendone il perimetro nel corridoio che passa tra lo stesso e le mura esterne. Dell' edificio si conservano oggi solo le strutture perimetrali in pietra, mentre i piani ed i soffitti sono purtroppo ormai da tempo crollati. A fianco del castello si trova l'Apicoltura Castel Belfort, dove abbiamo fatto tappa per alcuni acquisti di miele.
Dopo questa pausa "cultural-shopping", il gruppo è tornato in sella, anche se per un brevissimo tratto, spostandosi nel vicino Parco Faunistico, distante circa 1 km dal castello. Inizialmente denominato "Area Orsi", per via della presenza del solo orso bruno, oggi il parco di Spormaggiore è diventato un vero e proprio Parco Faunistico con più d'una specie animale tipica di questa zona delle Alpi. All'area di bosco dove vive il plantigrado, infatti, ne sono state affiancate due dove si possono ammirare i lupi (da giugno 2010) e la lince (di prossima apertura). Completano il parco l'area degli animali domestici, l'area shop e una sala video dove vengono proiettati documentari.
Dal parco è quindi iniziata la lunga discesa finale che ha inizialmente portato nel centro storico di Spormaggiore, per poi dirigersi nel bosco a nord del paese, con un divertente single track che ha condotto nella zona artigianale, posta a valle dell'abitato. Da qui in poi è stata una vera e propria volata, lungo lo stretto budello di tornanti della stradina comunale che dall'area artigianale di Spormaggiore conduce fin quasi alla Rocchetta. Si sbuca, infatti, poco sopra il 4° tornante della strada statale 421, di cui rimane da percorrere solo il breve tratto che conduce alla Rocchetta, per poi abbandonare nuovamente la viabilità ad alto traffico e imboccare la vecchia provinciale 29 che in un batter d'occhio riconduce nella Piana Rotaliana.
A fine pedalata c'è stato il tradizionale rinfresco nell'area attrezzata del laghetto di Mezzocorona, dove ancora una volta le mascelle dei Rinco non hanno fatto prigionieri, spazzando il "campo di battaglia" nel giro di pochi minuti.
Ora l'appuntamento con la prossima uscita ufficiale è per fine maggio, quando si salirà in Val di Ledro per l'ormai tradizionale uscita con "sbaraccata" alla baita dei nostri soci Tania e Frà, dove gusteremo la mitica polenta di patate (piatto tipico locale), preparata dal sig. Vito. Come l'anno scorso, si tratterà di un Bike & Trekking, valido come 4ª tappa del programma MTB e 2ª del programma Trekking.
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Complessivamente sono stati percorsi 30 km, mentre il dislivello totale in salita è stato di 810 metri. Altimetria a forma di triangolo, con la prima metà del tracciato in salita e la seconda in discesa, anche se il profilo altimetrico risulta assai frastagliato per via dei continui saliscendi incontrati. Primo tratto (quello nei frutteti) più nervoso, con diverse rampe alternate a tratti in discesa o falsopiano. Dopo il passaggio a Spormaggiore e la discesa lungo il torrente, in loc. Seghe, la salita si è fatta più regolare, anche se decisamente più impegnativa, con una media del 10% e tre rampe prima di maso Sass dove la pendenza arriva a superare il 20%. Anche il primo tratto di discesa, da Cavedago a Spormaggiore, è caratterizzata da diversi saliscendi nel bosco, poi dall'area artigianale di Spormaggiore la discesa si fa regolare fino al fondo valle. Salita più lunga: Seghe-Maso Sass (circa 4 km). GPM al bivio per Maso Sass sulla SS421, m.880.
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Il ritrovo al laghetto artificiale nei pressi della Centrale Elettrica
Il Presidente fa l'appello dei presenti
Si parte, costeggiando i vigneti di Teroldego
Oggi fa caldo e si possono finalmente sfoggiare le nuove magliette 2011
Imbocchiamo la vecchia SP 29, in direzione della Rocchetta
La strada è chiusa da decenni e la vegetazione l'ha ormai ristretta
Ogni tanto il sole fa capolino tra la fitta vegetazione
L'arrivo alla Rocchetta
Ora dovremo affrontare un breve tratto di strada statale
Ci incolonniamo a bordo strada e procediamo spediti verso Maso Milano
A Maso Milano lasciamo la SS 43 ed entriamo nella valle del Torrente Sporeggio
Ora inizia la salita e chi ha ancora la giacca si spoglia in vista ... delle
sudate!
Inizialmente la strada non presenta pendenze particolarmente impegnative
Proseguiamo tra i meleti. Sullo sfondo alcune cime del Brenta
L'Uomo Lavico, a Roma per un corso, ne ha approfittato per salire in Trentino e
marcare una presenza!
Il primo attraversamento del torrente, nei pressi della Baita Marnara (pesca
sportiva e ristorante)
Ora la salita si fa più impegnativa, con qualche rampa alternata a tratti in
falsopiano
La strada sale tra i meleti, purtroppo non più in fiore da qualche settimana
I Rinco in fila lungo la salita
Ecco un altro tratto cementato, dove la pendenza arriva al 15%
Alla nostra destra ammiriamo il panorama dei frutteti della Val di Non
Givoli e Frà spuntano da dietro un dosso
Lupo precede un gruppo in arrivo a Maso Trentin
Al maso ci fermiamo per ricompattare il gruppo
Riprendiamo a pedalare, scendendo verso il torrente
Tre splendidi cavalli al pascolo in un prato a fianco della strada
La discesa verso il torrente
Givoli, al suo esordio stagionale
Il torrente Sporeggio. Lo attraversiamo una seconda volta e saliamo sul
versante opposto
Saliamo su una ripida carrareccia tra i meli, fino al bivio Maurina/Sporminore
Frà e Barbapapà
Il cartello indica la direzione per Maurina
Ed ecco il piccolo ed antico borgo che si profila davanti a noi
La strada attraversa il paese sotto un caratteristico portico in pietre a vista
Paola e Giusy, le uniche due lady presenti oggi
Da Maurina scendiamo ancora verso il torrente
Ci lasciamo alle spalle il caratteristico paese
Seguiamo la strada che conduce al capoluogo, Spormaggiore
Dopo aver attraversato il Torrente Sporeggio, saliamo verso Spormaggiore
Anche questa salita, comunque, non scherza!
Non saranno i tornanti dello Stelvio o del Pordoi, ma nemmeno una passeggiata!
Siamo ormai sul versante opposto e da qui possiamo ammirare il borgo di Maurina
dall'alto
Prima di entrare a Spormaggiore svoltiamo a destra sulla strada che aggira il
paese dal basso
Una sosta del gruppo per ricompattare le fila
Da Spormaggiore scendiamo ancora verso il fondo della valle dello Sporeggio
La strada attraversa anche qui dei meleti
Il tracciato prosegue in sali-scendi e quando c'è il sali ... è dura!
Ecco il gruppo affrontare una ripida rampa cemetata
Paoletta sull'ultimo tratto di salita
Nei sali-scendi, però, dopo un sali- c'è sempre un -scendi e allora ... via!
Scendiamo per l'ennesima volta al torrente
Dopo aver attraversato ancora lo Sporeggio, arriviamo in località Seghe
Ed eccone due splendidi esemplari in mostra!
La strada sale con pendenza inizialmente moderata, lungo la sponda sinistra del
torrente
Lungo il corso d'acqua si trovano vecchie costruzioni che testimoniano il
passato industriale di questa
zona. Si tratta di segherie, mulini, fucine ed anche una vetreria, che
sfruttavano la forza dell'acqua
Una sosta in località Crocifisso, dove lasciamo la strada principale (che sale
verso Andalo) per deviare a
sinistra e salire verso Cavedago. Il Presidente l'ha ribattezzata "la salita del
silenzio". Indovinate perchè ...
Il Dori (di spalle) e il Camoscio intenti a chiacchierare sul ponticello
Ed ecco la "salita del silenzio": tre rampe con pendenza del 20% (in un caso
anche qualcosa in più),
dove fiato per parlare non ce n'è proprio. E allora, tutti su zitti zitti ...
Ma i Rinco affrontano con grinta anche queste sfide!
Magari barcollando un po', ma senza mollare!
L'Uomo Lavico, che per l'occasione ha "battezzato" la sua nuova Cube
Barbapapà sale col suo passo regolare
Lucky Luke, invece, sale e scende a vedere dove siamo, sale e scende, sale e
scende !
Anche Landini, il più giovane del gruppo (13), affronta con grinta la dura
salita
Ed ecco la terza ed ultima salitona (20%), prima di sbucare nei prati di
Cavedago
Un rampone tra i faggi che mette a dura prova i polpacci dei nostri biker
L'arrivo in cima alla salita
Il Frà procede "accasciato" sul manubrio
Prima di procedere dopo questo tris di ramponi facciamo una breve sosta al
fresco per tirare il fiato
Poi, una volta usciti dal faggeto, il sole ci avvolge col suo tepore mentre attraversiamo
questi verdi pascoli
Ora la salita è più morbida e sullo sfondo ci appare il paese di Cavedago
Pedalando con le vette del Brenta sullo sfondo saliamo tra i prati
Ecco il Savonèèèse, alla sua 2ª presenza stagionale
Le maglie bianco-rosso-nere dei Rinco fanno un bel contrasto sullo sfondo verde
dei prati
Il nostro "trenino" non sarà quello di Petacchi, ma fa la sua porca figura!
Una sosta nel prato per fare una foto di gruppo
Ed ecco il gruppone in posa, con le vette del Brenta sul sfondo, che si
stagliano nel cielo azzurro
Qualche "ciacera" prima di ripartire
Briz indica la strada sul versante opposto che faremo in discesa da Cavedago
I Rinco spuntano dall'erba
Gli ultimi, ampi tornanti prima di arrivare a Maso Sass, uno degli antichi
insediamenti rurali che hanno dato
origine al comune di Cavedago. Il maso si trova sopra il paese, a circa 880
metri di quota (GPM odierno)
Procediamo tra i prati, con il sole ormai alto e una temperatura davvero
gradevole
Ecco il maso che spunta dalla vegetazione sullo sfondo
Ormai manca davvero poco
L'arrivo a Maso Sass
Attraversiamo la frazione e ci dirigiamo verso il bivio sulla SS 421
Prima di arrivare al bivio passiamo per il Masèt
Bella immagine di Cipollino mentre affronta gli ultimi metri di salita
Gaspa tiene duro, ormai l'ascesa è finita!
Ora inizierà la discesa e facciamo una sosta ristoratrice
Procediamo incolonnati per questo breve tratto di statale che dobbiamo
percorrere
Eccoci sul ponte di Cavedago. Tra un po' vedremo perchè è così particolare
Parcheggiamo le nostre MTB nell'area verde vicino al ponte
Ed ecco le tre arcate del ponte. La prima, più in basso, è stata realizzata nel
Medioevo.
La seconda, quella centrale, risale all'800, quando venne rifatta la vecchia
strada.
La terza, la più alta, è invece degli anni '20 del secolo scorso, quando si
costruì la
SS 421 che dalla Rocchetta arriva fino al Garda, passando per il passo del
Ballino
I Rinco mentre ammirano il caratteristico ponte. Come spicca la nostra nuova
maglia!
Ed ecco i Rinco in posa sul caratteristico ponte
Cipollino in posa davanti al municipio di Cavedago
Lo stemma comunale riprende il motivo del tre arcate del ponte
Attraversiamo il paese di cavedago. Ci attende un tappa gustosa ...
Siamo infatti arrivati alla Pizzeria Fiore Blu
La
tappa alla Pizzeria Fiore Blu
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Dopo la gratissima sosta, riprendiamo a pedalare. Prima, però, facciamo
rifornimento alle borracce
Da Cavedago scendiamo tra i prati che si trovano a valle del paese
Sul versante opposto si scorge Maso Sass, dove siamo arrivati al culmine della
salita
Lasciamo la stradina asfaltata (che prosegue per la frazione di Sedriago) e
imbocchiamo a dx una sterrata
Lo sfondo è davvero meraviglioso
La stradina scende fino ad un ruscello, che attraversiamo su un piccolo ponte
Ora proseguiamo in falsopiano tra i boschi, proprio sotto la statale
Anche qui siamo all'ombra del bosco di faggi
Ogni tanto, tra la fitta vegetazione, si apre una finestra sul Brenta
Poiché Big Bobby ha bucato, facciamo sosta presso questo casolare isolato, in
attesa della riparazione
Seduti sull'erba ad ammirare le vette ancora innevate ...
... oppure ad odorare il profumo dei fiori di campo ...
... o sdraiati ad ammirare l'azzurro del cielo. Che pace !
Ecco arrivare il gruppetto che era rimasto ad assistere Big Bobby
Il Frà, all'esordio stagione in sella
Gianni "il Ferroviere", ancora una volta con noi dopo Bassano e Lago di
S.Colomba
Ricky, con Landini altra giovane leva dei Rinco
Brücke affronta un tratto in single track
Il sentierino attraversa il bosco in direzione di Castel Belfort
Nel tratto finale torniamo su una strada sterrata che corre ai piedi delle rocce
La strada sbuca circa 100 metri a onte di Castel Belfort
Infatti, eccoci subito al castello
La rocca, con l'imponente torre merlata
A fianco del castello c'è l'omonima apicoltura, dove molti dei nostri soci fanno
shopping di miele
"Miele? Ma quale miele, qui c'è la grappa al miele!"
Intanto ci godiamo il panorama dell'antico maniero
Ripartiamo verso valle, lasciando Castel Belfort
Imbocchiamo il sentiero che conduce all'area orsi, il Parco Faunistico di
Spormaggiore
Percorriamo uno stretto sentiero
E arriviamo alla zona recintata
Ed ecco uno dei tre esemplari di orso bruno presenti nel parco. In una altra
area del bosco ci sono
invece tre esemplari di lupo, mentre è in fase di realizzazione l'area dove sarà
ospitata la lince.
Dopo il passaggio nel parco faunistico, scendiamo in paese
Attraversiamo il centro storico di Spormaggiore
Lasciato il paese saliamo leggermente tra i meli a monte dell'abitato
Percorriamo una comoda strada sterrata
Questo è davvero l'ultimo dei tratti di salita odierni
Però c'è ancora da faticare un po' !
Raggiunto il colmo, imbocchiamo un bel sentiero in discesa
Scendiamo nel bosco, in direzione dell'area artigianale di Spormaggiore
Il tratto finale si fa un po' più tecnico
Dorty, un tempo, sarebbe sceso a piedi. Cresce bene il "bocia" !!!
Un tronco spezzato dalla neve quest'inverno è caduto di traverso sul sentiero
Dall'area artigianale scendiamo su una stradina comunale fino ad arrivare ai
tornanti della SS 421
Dalla Rocchetta imbocchiamo la vecchia SP 29, percorsa in salita all'andata
Arriviamo in riva al Noce a da lì chiudiamo il giro. Anche la 3ª tappa del
RincoTour 2011 è andata in archivio
Toh, guarda un po' chi c'è seduto in pole-position per il rinfresco ...
Prima abbiamo usato i muscoli delle gambe, adesso è l'ora delle ganasce!
I tavolini scarseggiano e allora ...
Dori, questa non è un' «ombra»,
è un «ombrellone»
!
Un pranzo come si deve non può che concludersi con un bel caffè
Guarda come sono sorridenti ora che hanno la panza piena!
C'è chi si concede ai piaceri di Bacco e chi a quelli del tabacco!
Non accadeva da tempo immemore di vedere ben 4 Old-Rinco, i fondatori di questo
pazzo Club che sono
i Rinco Boys, tutti insieme ad un'uscita. Il
Presidente,
Givoli,
Dori
One
e Frà
erano tra i 7 (gli altri 3 erano
DJ e 'o Barese, da tempo non più soci, e Panzella, che è ancora nel Club ma non
si vede quasi mai, sigh!)
che il 1° agosto 2003 corsero la Vecia Ferovia con il nome di "Rinco Boys",
dando il via a questa avventura
La "Squadra Monnezza" ha ripulito la zona pic-nic. Ora possiamo davvero andare!