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Il ritorno del Presidente


Stamattina sulle Colline di Lavis e della bassa Val di Cembra, la prima pedalata coi Rinco Boys a due mesi dallo stop di metà luglio.  8 biker al via, più un Supporter per il rinfresco. 24 km e 750 metri di dislivello per tornare a sudare in gruppo e affrontare nel migliore dei modi il finale di stagione.

                            


 

la cronaca

Lavis (TN), 11-09-2010. Non ce ne vogliano gli americani, per i quali l'11 settembre rappresenta un anniversario di morte e distruzione, ma noi Rinco Boys, oggi 11 settembre 2010, abbiamo festeggiato. L'occasione era il rientro all'attività del Presidente, a due mesi dallo stop imposto prudenzialmente dal cardiologo. L'ultima sua apparizione in sella alla MTB era datata 11 luglio, nella splendida giornata dell'Alpe di Siusi. Poi, il giorno successivo, la visita per il rinnovo del certificato medico e quel risultato dell'elettrocardiogramma che indusse il medico sportivo a consultare uno specialista. Ne sono seguiti due mesi di esami vari, durante i quali il Presidente è stato costretto a lasciare la bici in garage, saltando - solo per nominate le uscite ufficiali - lo Stelvio, la Vecia Ferovia (la rinuncia più sofferta, ndr) e il Giro di Passo Buole. E mentre i suoi compagni sbuffavano sulle salite, lui sbuffava nelle sale d'aspetto del Santa Chiara, passando da un esame all'altro.

Oltre all'aspetto sportivo, però, con i due mesi centrali dell'estate trascorsi "a km zero", c'era anche e soprattutto l'aspetto salutare, con le conseguenti preoccupazioni. "Diciamo che la prospettiva di essere cardiopatico a poco più di 40 anni non concilia il sonno" ha commentato lui con ironia, ricordando il periodo ormai alle spalle.

Già, perchè il 3 settembre, dopo aver visionato il referto dell'ultimo esame (anch'esso negativo come i precedenti), il cardiologo ha sciolto le riserve e ha dato il via libera alla ripresa dell'attività. "Quando mi sono sentito dire «Torni pure a fare una vita normale, non c'è nulla; evidentemente era una falsa informazione dell'elettrocardiogramma» - ha raccontato il Presidente - mi sono sentito come uno che ha appena vinto alla Lotteria Italia!".  Il pomeriggio stesso ha ripreso la bici e dopo aver tolto fango secco e polvere dell'Alpe di Siusi, ha fatto un primo giretto in ciclabile per riassaporare il piacere della pedalata. Poi, il giorno successivo, accompagnato da Big Bobby e da suo figlio Manuel, un giro più impegnativo, per testare gambe e fiato dopo la lunga sosta forzata. "Sono ridotto meno peggio di quanto pensassi" ha poi commentato all'indomani della prova, con dolori dappertutto ma evidentemente soddisfatto.

Per festeggiare al meglio il suo rientro, però, il Presidente ha voluto organizzare una pedalata ad hoc e così stamattina alcuni Rinco si sono ritrovati a Lavis per quella che il Vice-Presidente Cecchi Paone ha battezzato "La pedalata del cuore". 

Inizialmente i partecipanti dovevano essere una decina, poi dei contrattempi hanno trattenuto un paio di soci e così al via si sono presentati in 8, oltre a Big Bobby che con i figli Manuele Giada ha curato il rinfresco, offerto dal Presidente al GPM di Passo Croce delle Serre, il piccolo valico sulla SP 58 che dalla Valle di Cembra porta a Faedo e da qui alla Piana Rotaliana.

Il gruppetto è partito attorno alle 8,15 dal campo sportivo di Lavis e dopo aver raggiunto il crocevia tra la SS612 "della Valle di Cembra" e la SP131 "del Vino", ha imboccato quest'ultima in direzione di Pressano. La strada asfaltata è stata però abbandonata dopo 300 metri, quando  si è svoltato a destra imboccando tra i vigneti la "Strada fonda", una vecchia carrareccia di epoca medievale, così chiamata perchè è stata realizzata "in trincea", circa un paio di metri più in basso del piano di campagna, con degli antichi muri a secco ai lati. La stradina sale ripida sulla collina vitata dove agli inizi del secolo scorso Giulio Ferrari, fondatore della storica casa spumantistica con sede a Ravina, piantò le prime piante di Chardonnay, destinate alla produzione delle "bollicine" Metodo Classico, oggi marchiate Trento DOC. Inizialmente il fondo è in ciottoli di fiume, il che rende particolarmente insidioso l'incedere; poi, una volta arrivati all'altezza del "Maso del Diàol", la strada si fa quasi pianeggiante, per terminare sulla provinciale proprio alle spalle di Pressano.

Da qui il gruppetto ha imboccato la stradina (questa volta interpoderale) che sale verso Maso Clinga, da dove si è tornati su sterrato, percorrendo la panoramica "Strada dei Ciaresàri" (in dialetto locale, Strada dei ciliegi), che taglia in diagonale le pendici della collina, a sbalzo sui vigneti, con vista su Pressano, la Valle dell'Adige e la Paganella.

Poi l'itinerario è proseguito in salita, con le ripide rampe (18%) della strada che porta a Maso Spon, per poi proseguire con l'ancor più ripido strappo (punta massima del 23%) che in 500 metri porta a Maso Toldin. Qui c'è stata una tregua della salita, con il tranquillo tratto in falso piano che porta a Maso Paierla (costruito a cavallo del confine tra i Comuni di Lavis e GIovo, con un'antica targa in pietra sulla facciata, datata 1854, che indica il punto esatto del confine) e subito dopo a Maso Belvedere, attorno ai 500 metri di quota. Qui c'è stato il passaggio geografico in Valle di Cembra, con lo scollinamento nel bacino orografico dell'Avisio.

Dopo un breve tratto in discesa, è stato imboccato il "Sentiero della Rosa", un'antica via di collegamento con la Valle di Cembra costruita in alto sulla costa, lontano dai pericoli delle inondazioni del torrente, un tempo molto più frequenti perchè non c'erano argini, dighe, prelievi d'acqua, ecc. Lungo il sentiero si transita a fianco dell'antica chiesetta di San Giorgio, costruita con pietra di porfido (beh, in Val di Cembra non è che si potesse usare il tufo!), con il tetto in "scandole", le caratteristiche tegole in legno di larice. Le prime notizie sull'edificio religioso risalgono al 1309 e per lungo tempo fu abitato da eremiti, l'ultimo dei quali dovette allontanarsi nel 1782, quando le leggi dell'Imperatore Giuseppe I d'Austria abolirono i romitori.

Dalla chiesetta di San Giorgio il gruppo ha quindi ripreso la salita, in direzione di Palù di Giovo, lungo un tratto del "Sentiero della Rosa" da tempo trasformato in strada agricola, con tanto di pavimentazione in asfalto! Dopo circa un paio di chilometri nel paese di Palù, famoso per aver dato in natali a grandi campioni delle due ruote, a cominciare dalla stirpe dei fratelli Moser, per finire (almeno per ora!) con Gilberto Simoni, che ha abbandonato l'agonismo soltanto un mese fa, proprio in MTB, partecipando alla marathon di Folgaria a lui intitolata.

Da Palù i Rinco hanno ripreso a pedalare in salita, affrontando la ripida stradina interpoderale che dal piccolo cimitero del paese si inerpica tra i vigneti terrazzati e sale verso Ville di Giovo, andando a sbucare sul ramo della "Strada del Vino" che dal bivio di Maso San Valentino (a metà strada tra Lavis e San Michlele) sale verso la valle di Cembra. Giunti a Ville di Giovo, è stata quindi affrontata l'ultima ripida rampa che in meno di un km conduce al piccolo altopiano di Masen, un'amena località a circa 800 metri di quota, circondata da una fitta pineta. Altri 300 metri e si è arrivati al Passo Croce delle Serre, dove si trova un'area attrezzata per i pic-nic.

Qui, grazie al prezioso intervento di Big Bobby in versione Supporter, coadiuvato dai figli Manuel e Giada, i Rinco hanno letteralmente trovato la tavola imbandita e così, dopo le fatiche in sella, è giunto anche il momento del meritato ristoro. Alla fine della merenda c'è stato anche il brindisi al Presidente ritrovato, ovviamente con un frizzante Müller Thurgau, il vitigno che qui in Valle di Cembra ha trovato la sua seconda patria.

Dopo il cin-cin e la foto di gruppo, i Rinco sono quindi tornati in sella per la seconda parte dell'itinerario, iniziata con un divertente sterrato nel bosco, lungo il sentiero che aggira il Monte Corona e riporta sul versante della Valle dell'Adige. Dopo un tratto scorrevole in saliscendi, è stata affrontata una discesa un po' più tecnica, con un paio di tornanti secchi e il fondo in ghiaia. Poi è stata imboccata la tagliafuoco che percorre l'intero versante occidentale del Monte Corona, con un paio di salite alternate a tratti in discesa, per poi sbucare in località Serci, sempre nel Comune di Giovo. Da qui si è tornati sull'asfalto, scendendo tra i meleti in direzione dei Masi di Pressano. Giunti a Maso Spiazzòl è stato quindi imboccato l'ultimo tratto sterrato, un suggestivo sentiero incassato che attraversa una fitta boscaglia, sbucando poco sopra Maso Spon, dove qualche ora prima era stata affrontata la rampa più ripida della giornata. 

Da Maso Spon si è quindi scesi verso la Strada del Vino, giungendo a Maso Poli. Da qui il rientro a Lavis è avvenuto sulla SP131, lasciando correre le bici in discesa fino a Lavis, dove si concluso l'itinerario.

i dati tecnici

Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi poco più di 24 km, mentre il dislivello complessivo ha raggiunto i 750 metri. L'altimetria è caratterizzata da un andamento assai nervoso, con numerose e brevi salite alternate ad altrettante discese o falsipiani, specie nella parte alta del tracciato.  La salita più lunga è quella che inizia a Palù di Giovo e termina alla Croce delle Serre (circa 4 km), dove si trova anche il GPM (quota 820 m.).

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le immagini


La mattina è splendida e la Paganella si staglia nel cielo terso, baciata dal sole appena sorto


Ed ecco fare la sua apparizione il Presidente, finalmente in sella e non "dietro le transenne"


Pronti, via! ... e già siamo fermi, al passaggio a livello della Trento-Malè


Il Presidente esibisce tra l'altro la novità del bauletto sostitutivo dello zaino, in perfetto "stile deutsch"


Dopo aver attraversato la statale del Brennero ci portiamo verso la "Strada del Vino"

 
Lasciamo subito l'asfalto e imbocchiamo la "Strada fonda", incassata tra due alti muri a secco

 
L'antica carrareccia, di epoca medievale, sale tra i vigneti con un insidioso fondo in ciottoli di fiume


Affrontiamo "saltellanti" questo ripido strappo

 
La parte alta della strada si fa più scorrevole e pianeggiante

 
Da Pressano saliamo verso Maso Clinga


Anche questa salita, pur breve e asfaltata, ha una pendenza non indifferente


Il gruppetto sale con ritmo tranquillo


Da Maso Clinga imbocchiamo la "Strada dei Ciaresàri", costruita a terrazzo tra i vigneti

 
La strada taglia in diagonale il versante occidentale della collina


Un sorridente Walt, seguito da Frank


La strada agricola si innesta sulla comunale che dalla "Strada del Vino" sale verso Maso Spon

 
Affrontiamo le ripide rampe, dove si raggiunge il 18% di pendenza

 
Il cartello in legno che indica la località di Maso Spon, immersa tra i frutteti

 
Il passaggio dal maso, con la strada che passa sotto l'edificio

 
L'attraversamento del piccolo tunnel

 
Da Maso Spon saliamo verso Maso Toldin: è la salita più dura del tour, con una punta massima del 23%

 
Frank e Lucky Luke, che salgono con un'altra marcia, ci aspettano sotto una pergola

 
L'arrivo a Maso Toldin

 
Ora proseguiamo in falsopiano verso i Masi Paierla e Belvedere

 
Alla nostra destra il panorama sulla Valle dell'Adige e sulla Paganella

 
Maso Paierla è costruito proprio a cavallo del confine tra i Comuni di Lavis e Giovo. L'antica targa in pietra,
che reca la data del 1854, indica proprio la linea di passaggio del confine, che taglia la casa in due!


Dopo i masi Paierla e Belvedere c'è un tratto pianeggiante


Proseguiamo, ora in discesa, ed entriamo geograficamente in valle di Cembra


Imbocchiamo il sentiero della Rosa, che un recente intervento ha trasformato in strada


Dopo un tratto asfaltato ce n'è uno in pavè di porfido, nel punto più ripido (che noi affrontiamo in discesa)

 
Il tratto successivo è in ghiaino


Davanti a noi si apre la Val di Cembra


Alle nostre spalle, invece, la Val d'Adige

 
Ci fermiamo per ammirare il panorama sulla città di Trento e sul Monte Bondone


Il sentiero della Rosa transita a fianco della chiesetta di San Giorgio


L'andamento è assai ondulato

  
L'antico edificio religioso, le cui prime notizie risalgono al 1309, è costruito al margine del bosco


Il retro della chiesetta, con il tetto in "scandole" di larice. Sullo sfondo svetta la Paganella

 
Riprendiamo la nostra pedalata e ci lasciamo alle spalle la chiesa


Riprendiamo la salita, su una strada agricola in direzione Palù di Giovo

 
Il gruppo procede con un'andatura turistica: si ride e si scherza

 
Dopo un paio di km ci appaiono le prime case del paese


Entriamo nel borgo che ha dato i natali ai fratelli Moser e a Gilberto Simoni


Attraversiamo le stradine tra le vecchie case

 
Un caratteristico "vòlt", con il soffitto coperto dalle pannocchie appese ad asciugare


Usciamo dal centro storico

 
Imbocchiamo la strada che sale verso Ville di Giovo

 
Il primo tratto è abbastanza agevole


Il gradevole effetto cromatico dei vigneti verticali, con le foglie sopra e i grappoli sotto, esposti al sole

 
Successivamente la pendenza comincia a salire

 
Nel tratto finale, prima di arrivare sulla strada provinciale, si sfiora il 20% di pendenza


Lo straordinario panorama dei vigneti digradanti verso il fondo valle, costruiti a terrazzo sui ripidi pendii


Raggiungiamo il paese di Ville di Giovo, dove svetta l'antica Torre della Rosa


Una sosta prima di affrontare la salita finale


Il km successivo, che porta a Masen, è infatti assai impegnativo


La grinta di Alessandra, unica lady presente oggi


Anche qui si viaggia oltre il 15%, anche se nel finale la strada spiana


L'arrivo a Masen a quota 800 m. circa


La località è un piccolo altopiano, con verdissimi prati circondati da fitte pinete


In questa pineta si trova il "Percorso vita"


Svoltiamo in direzione di Faedo


Nel frattempo un elicottero si diverte a volteggiare sopra le nostre teste


Lasciamo i prati di Masen e percorriamo ancora 300 metri, fino al Passo Croce delle Serre, GPM a quota 820


Al passo ci attende Big Bobby, oggi in versione Supporter addetto al ristoro


E' proprio l'ora giusta per un bello spuntino ...


Ci rilassiamo al sole dopo le fatiche in sella


E adesso è l'ora dello spumante, ovviamente Müller Thurgau


E vai col brindisi!


Prima di riprendere a pedalare, una bella foto di gruppo


Ripartiamo verso Faedo, ma dopo nemmeno 50 m. di discesa ci infiliamo a sinistra nel bosco


Le piante sono così fitte che pedaliamo nella penombra anche se in cielo c'è un sole splendente!


Questo primo tratto è compatto e veloce, ed offre dei divertenti saliscendi


Scendiamo veloci del bosco omborso


Dopo un po' svoltiamo sul sentiero che scende a destra, più ripido e tecnico


Il fondo è sassoso e rovinato dalle recenti piogge, così si cercano traiettorie laterali


A complicare il tutto ci si mette il fogliame secco, che nasconde pietre e radici


Una sosta per ammirare il panorama


Da qui c'è una splendida vista sul Brenta che fa capolino tra la Paganella e il Monte Fausiòr


Proseguiamo la discesa, affrontando qualche tratto tecnico con il fondo sassoso


Di tanto in tanto la vegetazione si dirada e ci appaiono scorci della Valle dell'Adige


Il nostro trenino prosegue spedito la sua corsa


Qui, per realizzare la strada, è stata sbancata la roccia


La parte finale della discesa sterrata, più compatta e scorrevole del tratto precedente


Usciti dal bosco ci troviamo davanti un luminoso panorama, con il Monte Bondone che svetta in lontananza


Scendiamo tra i vigneti, verso la località di Serci (sempre nel Comune di Giovo)


Ancora la Paganella che svetta sopra le colline erbose di Serci


Da Serci scendiamo tra i meleti in direzione dei Masi di Pressano


Dopo una ripida discesa tra i frutteti arriviamo a Maso Spiazzòl, dove si trova una vecchia cappella


Da Maso Spiazzòl imbocchiamo a sinistra il sentiero sterrato che scende verso Maso Spon


Il sentiero attraversa una fitta boscaglia dove non filtra nemmeno un raggio di sole!


Dopo aver raggiunto Maso Spon, scendiamo a destra verso la "Strada del Vino"


Una breve sosta per ammirare il panorama sulla Piana Rotaliana.
In fondo alla discesa c'è Maso Poli (edificio verde)


Da Maso Poli imbocchiamo la "Strada del Vino" in direzione Lavis


Ora non ci resta che lasciar correre le bici in discesa


Arriviamo a Pressano e da qui, in una volata, rientriamo Lavis dove si chiude l'itinerario

Alla prossima ...

 



Un grazie a Big Bobby e ai figli Giada e Manuel, preziosissimi Supporter che ci hanno allestito il ristoro

Grazie ragazzi