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Trento, 29-04-2009. Si è svolta oggi pomeriggio, in una bella giornata di sole, l'uscita non ufficiale che ha portato 5 Rinco dal capoluogo fino al magnifico Castel Thun, l'antico maniero inaugurato lo scorso 17 aprile dopo ben 18 anni di restauri che lo hanno riportato agli antichi fasti.
Sono stati ben 75 i km percorsi, dei quali 41 all'andata, mentre al ritorno - per accorciare - non è stata percorsa solo la pista ciclabile (che in diversi punti segue un tracciato abbastanza tortuoso), ma si è tagliato prima nel Biotopo La Rupe, sbucando direttamente a Zambana vecchia e poi attraverso Spini di Gardolo, arrivando in città attraverso il percorso ciclabile urbano.
Bellissima la giornata, con il cielo azzurro come nelle migliori occasioni e bellissimi i paesaggi, da quelli tipicamente fluviali lungo l'Adige prima e il Noce poi, a quelli dei meli in fiore della Val di Non.
La partenza è avvenuta alle 13:00 dalla città, a pochi passi dal Castello del Buonconsiglio, che con Castel Thun, Castel Beseno e Castel Stenico forma la rete provinciale di musei. Presso il ponte di San Lorenzo è stata imboccata la pista ciclabile Adige, costeggiando poi il fiume in direzione nord, fino alla foce del Torrente Avisio, in località "Ai Vodi" (toponimo che deriva dal latino Vadus = guado, in quanto già nell'antichità era proprio in questo punto che si attraversava il fiume. Oggi lo si fa con ben tre ponti paralleli (quello della ferrovia, costruito a metà dell'800, quello autostradale, realizzato negli anni '70, e quello della nuova super-strada Trento Nord-Rocchetta, ultimata da un paio d'anni), un tempo probabilmente si usavano le zattere.
Dai "Vodi", è stato quindi risalito l'Avisio fino al ponte di Lavis, per poi tornare lungo il torrente sulla sponda opposta e re-imboccare la ciclabile lungo l'Adige in direzione nord. Dopo aver lambito gli abitati di Zambana e Nave San Rocco, i 5 partecipanti a questa uscita hanno quindi raggiunto San Michele, dove è stata abbandonata la pista ciclabile "Adige" per deviare su quella denominata "Teroldego", così chiamata in onore del principe dei vini rossi trentini, che qui in Rotaliana ha la sua patria. La pista - che parte da Grumo (fraz. di san Michele), si dirama in direzione ovest, verso la Paganella, attraversando i vigneti fino a raggiungere la sponda destra del torrente Noce, che dopo aver solcato le valli di Sole e Non, sbuca dalla gola della Rocchetta e percorre la parte occidentale della Piana Rotaliana per poi confluire nell'Adige a sud di Zambana Vecchia.
Dopo aver percorso la parte di ciclabile che costeggia il torrente, è stato raggiunto il ponte che collega gli abitati di Mezzolombardo e Mezzocorona, da dove è stata imboccata la vecchia strada destra Noce che sale fino alla Rocchetta. La via è chiusa da decenni e l'asfalto accusa in più d'un tratto i segni del tempo e della mancata manutenzione, ma si tratta di una strada molto bella e suggestiva, con le piante che nel frattempo hanno guadagnato terreno restringendo la carreggiata e creando un gradevole effetto "galleria verde".
Sbucati poi alla Rocchetta, i 5 Rinco hanno imboccato la vecchia strada statale della Val di Non (ora sostituita da quella più a valle), percorrendola fino a Castelletto di Ton, dove è cominciata la salita vera e propria.
Da qui, infatti, si imbocca la ripida provinciale che collega le varie frazioni del Comune di Ton, con pendenze che arrivano in alcuni punti al 13-14%, specie nel tratto iniziale, fino a Masi di Vigo. Raggiunto poi Vigo di Ton (sede comunale), è stato lanciato l'attacco finale al maniero, salendo una ripida stradina che attraversa una spettacolare distesa di meli in fiore. Poiché c'era anche una leggera brezza e a basse quote si è ormai in fase di sfioritura, si è pedalato in alcuni tratti tra petali bianchi svolazzanti, con un gradevole profumo di primavera nell'aria.
All'arrivo al castello, collocato sulla sommità di colle, a circa 650 metri di quota, è stata fatta la vista solo alla corte ed ai giardini, sia per motivi di tempo, sia perché con le scarpe da bici è assolutamente vietato entrare, poiché si rischia di rigare i pavimenti originali in legno con i tacchetti dell'aggancio ai pedali.
Castel
Thun fu costruito nella metà del XIII sec. e fu la sede della potente
famiglia dei Thun (inizialmente chiamati "de Tono", poiché provenivano dal paese
di Ton; poi il cognome è stato "tedeschizzato"). La famiglia Thun, nelle valli
di Non e di Sole, possedeva altre prestigiose residenze, tra cui si ricordano
Castel Bragher e Castel Caldes. Castel Thun è un esempio tra i più interessanti
di architettura castellana trentina, la struttura civile-militare è tipicamente
gotica ed è circondato da un complesso sistema di fortificazioni formato da
torri, bastioni lunati, fossato e cammino di ronda; imponente la “porta
spagnola” (1566) costruita con massicci conci bugnati disposti a raggiera. Le
fortificazioni centrali sono a pianta quadrangolare con forti baluardi per la
difesa con armi da fuoco, quattro torri quadrate agli angoli e, dopo il fossato,
altro muro con feritoie a strombo profondo e due medievali torri merlate.
Oltrepassata la porta del ponte levatoio (1541) e superato il primo cortile, a
sua volta percorso sul lato settentrionale da un lungo colonnato, formato da
diciotto poderose colonne di pietra, si incontra l'ingresso del palazzo
comitale. Al piano terra si trovano le stanze pubbliche, mentre al primo piano
si trovavano le stanze dei signori. Fra le numerose sale, ancora riccamente
arredate, la più pregevole é la “stanza del vescovo”, interamente rivestita di
legno di cirmolo, con il soffitto a cassettoni e una porta monumentale (1574),
abitata dal principe-vescovo Sigismondo Alfonso Thun.
(informazioni tratte dal sito ufficiale del
castello,
www.castelthun.com)
Dopo la visita alla parte esterna del castello, i 5 hanno preso la via del rientro, scendendo veloci tra i meleti dove poc'anzi avevano invece arrancato sotto il sole cocente. Giunti in pochissimo tempo alla Rocchetta, sono scesi verso la Piana Rotaliana, dove è stata fatta la prima variante rispetto all'andata. Per evitare il forte vento che dopo le 16:00 spazza la Valle dell'Adige in direzione nord, è stata infatti raggiunta loc. Rupe, a sud di Mezzolombardo, da dove è stato imboccato il bel sentiero che attraversa il biotopo realizzato lungo un vecchio ramo del torrente Noce. Pedalando ai piedi della montagna si è rimasti più al riparo dall'aria, raggiungendo così Zambana Vecchia. Da qui si è proseguito per stradine locali verso Zambana e poi Lavis, scendendo quindi in direzione di Gardolo attraverso la strada interna di Spini. Da Gardolo è stata poi imboccata la pista ciclabile urbana che in breve ha condotto in città, dove è stato chiuso l'anello di ben 75 km (41 all'andata, 35 al ritorno) e quasi 500 metri di dislivello, dai 195 della partenza ai circa 650 del castello, con qualche saliscendi lungo il percorso.
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Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 75 km, mentre il dislivello complessivo ha quasi raggiunto i 500 metri. L'altimetria è caratterizzata da un lungo tratto di trasferimento pianeggiante, nella parte iniziale e in quella finale, con l'unica salita da Mezzocorona fino a Castel Thun (circa 12 km), intermezzata dalla breve discesa verso il ponte sul torrente Rinascico, prima di Vigo di Ton.
Clicca sulla carta per vederla
ingrandita
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Partiamo dalla città e imbocchiamo la pista ciclabile "Adige"
Puntiamo verso nord, col fiume alla nostra sinistra
Il ponte sul Noce a Lavis
Ritorniamo sulla pista ciclabile lungo l'Adige, verso San Michele
Nei pressi di Zanbana. Sullo sfondo la collina di Lavis
Il Ponte della Nave, tra Nave San Felice e Nave San Rocco
Passiamo sulla sponda sinistra del fiume
Dopo qualche Km giungiamo a San Michele all'Adige
Il passaggio da Grumo (frazione di San Michele)
La pista ciclabile "Teroldego", nella Piana Rotaliana, lungo il torrente Noce
Se non lo avete capito, il Teroldego è un vino: e l'è anca bòn!!!
Gaspa pedala senza mani, senza trucco e senza inganno: venghino siori, venghino
...
Anche oggi una giornatona 10 e lode !
Da Mezzocorona imbocchiamo la vecchia strada per Rocchetta
La strada è chiusa da decenni e la vegetazione ha stretto la carreggiata
La vecchia statale della Val di Non, sopra il lago della Rocchetta
Il cartello indica la deviazione a destra: si comincerà a salire
Iniziamo la salita verso Ton
Per strada incontriamo una piccola cascatella
Una chiesetta solitaria sopra i meleti
Lo spettacolo della fioritura
Una sosta per riempire le borracce di acqua fresca. La temperatura ha superato i
20°
Brücke durante la sosta-fontana. Alle sue spalle il campanile di Vigo di Ton
Proseguiamo incolonnati verso il paese, sede comunale di Ton
Raggiungiamo Vigo e il castello si para davanti a noi, maestoso in cima al suo
colle
Lasciato il paese imbocchiamo una bella strada tra i meleti in fiore
Sembra di pedalare in una cartolina
Quassù, rispetto al fondovalle, i fiori sbocciano più tardi, per cui i meli sono
tutti bianchi
Il Presidente davanti al cartello di Castel Thun
Un cartello che trae in inganno, però, perché il castello è la sopra: non siamo
ancora arrivati!
L'ultima salita prima di arrivare al maniero
NO COMMENT
Varcata la prima porta si arriva nella zona dei giardini
All'interno c'è una coreografica fontana con fondo azzurro piscina. Peccato che
l'acqua non sia potabile.
(La foto del Gaspa è una finzione per il fotografo)
Imbocchiamo il camminamento che conduce nell'area a sud del castello
Foto di gruppo nel prato
Primo piano della facciata sud
A spasso nel "Campo dei Tornei", dove un tempo si tenevano manifestazioni a
cavallo e simili
I bellissimi giardini a sud del maniero
Dopo la visita ai giardini ci dirigiamo verso il castello
Foto di gruppo davanti alla "Porta Spagnola"
Varcato l'antico portale entriamo nella seconda cinta muraria
Qui si trovavano i locali di servizio: depositi, magazzini, stalle, ecc.
"Grazie, ma non servivano i tappeti rossi, potevate farci un'accoglienza più
sobria!"
All'interno c'è un bel cortile tutt'attorno al castello
Osserviamo il panorama dal muro di cinta
Dalla sommità del colle si vede la bassa Val di Non
Dopo la visita raggiungiamo l'uscita
Riprendiamo le nostre MTB, lasciate fuori dalla "Porta Spagnola"
Usciamo dal castello
Riprendiamo la strada fatta all'andata
Ripassiamo tra i meli i fiore
Cipollino è soddisfatto, finora ha tenuto bene!
Da Vigo di Ton scendiamo verso valle
Il ponte sul torrente Rinascico
Arriviamo alla Rocchetta, lungo la vecchia statale della Val di Non, ora
declassata a provinciale
Scendiamo lungo l'ombrosa vecchia strada Mezzocorona-Rocchetta
Sul ponte ciclabile che unisce Mezzolombardo con Mezzocorona
Imbocchiamo la sterrata destra Noce
Arriviamo in loc. La Rupe, a sud di Mezzolombardo
Entriamo nel Biotopo Rupe, ricavato in un vecchio ramo del torrente Noce
Un bel ponticello di legno sopra un ruscello
Il sentiero, in alcuni punti, si trova a due passi dall'acqua del torrente Noce
Attraversiamo la fitta boscaglia del biotopo
La strada interpoderale a nord di Zambana Vecchia
Il ponte Arcobaleno, l'accesso a Zambana Vecchia. Da qui in poi è stata una
volata verso Trento