PROGRAMMA ORDINARIO MTB: 8ª USCITA



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Passo Buolel'arrivederci alle cime

Disputata oggi con partenza da Ala l'8ª uscita del programma ordinario di MTB, l'ultima del 2010 oltre quota 1.500. 14 i bikers al via, su un itinerario che ha toccato luoghi carichi di memorie della "Grande Guerra". Ma la lunga discesa dal passo ha preteso dai Rinco un tributo, in sangue (due cadute) e camere d'aria (tre forature)! Ora tocca alla RincoBike.  
        

 

i presenti
 

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la cronaca

Ala (TN), 28/08/2010 - Dopo la lunga pausa ferragostana seguita alle feste della Vecia Ferovia, i Rinco Boys hanno ripreso a pedalare, per quella che è stata l'ultima uscita in alta montagna del programma 2010. Dopo le Alpi di Ledro, il Passo del Tonale e l'Alpe di Siusi (con in mezzo anche il RincoGold sullo Stelvio e la gara sociale), il tour de force estivo si è chiuso nel Trentino meridionale, con il giro di Passo Buole.

E come era accaduto in Val di Ledro e sul Tonale, anche in questa occasione si è pedalato in luoghi carichi di memoria di quel conflitto che tutti chiamano la "Grande Guerra" e che quasi un secolo fa coinvolse in pieno il Trentino, all'epoca la provincia più meridionale dell'Impero Austro-Ungarico.

Partiti attorno alle 8:30 da Ala (m.180 circa), i 14 bikers (tra i quali c'era nuovamente Giaz, Presidente di Non Solo Panza, tornato in Trentino dopo la partecipazione al Giro dei forti del Tonale) hanno imboccato la strada  che risale la Val d'Ala, in direzione della frazione di Ronchi. Dopo circa 3 km la provinciale di fondo valle è stata abbandonata per imboccare a sinistra un ripida stradina (sempre asfaltata) che salendo in diagonale sul versante montuoso ha riportato in direzione della Val d'Adige.

Giunti non senza fatica in loc. Pozzo Basso (m.540), dove le vecchie e cadenti case rurali sono state riportare agli antichi splendori dall'Azienda Agricola Borgo dei Posseri, la salita si è fatta meno impegnativa, con diversi tornanti alternati a brevi diagonali, tra ordinati vigneti esposti ad est come un pannello solare, invisibili da fondo valle perché nascosti dalla vegetazione. In località Pozzo di Mezzo (m.724), dove si trova un'antica casa padronale che sulle facciate riporta ancora i segni dei proiettili sparati durante il conflitto mondiale, è terminato l'asfalto ed è iniziato lo sterrato, inizialmente in buone condizioni e assai scorrevole. Dopo un tratto non particolarmente impegnativo, si è giunti nei pressi di Pozzo Alto, preceduto da tre tornanti dove la strada si è fatta più ripida. Dopo aver lambito l'ultima di queste tre vecchie frazioni rurali di Ala (m.850), la salita è proseguita ancor più tosta, con il fondo più sconnesso e diversi tornanti che hanno portato in breve oltre quota 1000.

In alcuni frangenti, sia per la pendenza, sia per il fondo sassoso, molti sono stati costretti a scendere e spingere la bici per alcune decine di metri, fino a quando la strada non si è fatta più agevole.

Giunti ai 1130 metri della Prea dei Margonzei, il panorama - fino a quel momento occluso dalla folta vegetazione - si è aperto sulla sottostante Val d'Adige e la strada ha concesso una tregua con un tratto in falsopiano. Poi, però, è ripresa la salita che passando tra la Cima Perobia e la Culma Alta ha portato in una zona prativa, utilizzata come pascolo.

Nel tratto successivo sono stati affrontati alcuni caratteristici passaggi a fianco di cunicoli militari (quassù un tempo correva la linea del fronte), giungendo poi al bivio per Malga Val di Gatto. Da qui si è puntato verso nord, arrivando poco dopo alla malga, in fase di ristrutturazione, per una breve sosta  prima della salita finale, verso il GPM, per la verità assai poco impegnativa rispetto a quelle affrontate per arrivare fin lì.

Dopo lo snack e il dovuto riposino, infatti, il gruppo ha proseguito con un leggero saliscendi, giungendo in breve al punto di massima elevazione dell'itinerario, posto a 1517 metri di quota, su una sella più o meno a metà strada tra Malga Val di Gatto e il Passo Buole.

Da qui si può dire che le fatiche sono finite (almeno quelle delle gambe!) perchè la strada ha iniziato a scendere in direzione di Passo Buole. Giunti al passo (m.1460) è stata fatta la sosta pranzo, lì dove quasi 100 anni or sono erano rieccheggiati i cannoni e le mitraglie.

Un po' di storia: la battaglia di Passo Buole.

In molte città d'Italia esiste una via che porta il nome di Passo Buole. Pochi, però, sanno dove si trova questo valico e perché è così importante da meritare un posto nella toponomastica comunale.

Passo Buole è un piccolo valico (sterrato) che collega l'Altopiano di Folgaria-Lavarone con la bassa Vallagarina. Questa località si è guadagnata un posto d'onore nella storia del 1° conflitto mondiale grazie all'impresa delle truppe italiane nel mese di maggio del 1916.

Il generale Austriaco Conrad Von Hotzendorf voleva ottenere una grande vittoria sul suo nemico più odiato, l’Italia, complice di aver tradito la triplice alleanza. Conrad era talmente ossessionato dall’Italia che propose di attaccarla quando era in piena emergenza nel 1908 dopo il terremoto in Calabra e Sicilia. Ripropose tale idea quando l’esercito italiano era impegnato nel 1911 in Libia ma non fu ascoltato. Ora finalmente aveva la possibilità di scatenare una grande offensiva, con lo scopo di mettere in ginocchio l’esercito italiano, attaccare il trentino tra la Val Lagarina e la Valsugana, scendere fino alla pianura veneta, tra Schio e Thiene, puntando quindi su Padova e Mestre. Il dilagare dell’esercito austriaco in quell’area avrebbe preso alle spalle i 4/5 di tutto l’esercito italiano che si trovava schierato sul fronte: carsico, isontino, carnico e dolomitico.

La Strafexpedition (in tedesco, spedizione punitiva), ebbe inizio il 15 maggio 1916, dopo mesi di preparazione e di ammassamento di truppe e materiali. A dire il vero, Conrad voleva anche altri aiuti dai tedeschi che furono rifiutati, anche se la Germania riuscì comunque a supportare l’alleato, mandando proprie truppe a sostituire quelle di Francesco Giuseppe operanti in Russia, che poterono così essere dirottate sul fronte italiano.

Nei primi giorni l’attacco prese subito un bel via e l’esercito italiano fu costretto ad arretrare. Il 19 maggio furono persi Col Santo, Monte Spil e Testo. Dal Testo e dallo Spil si accede alla mulattiera del Boale Zocchi che scende ad Anghebeni; attraverso tale mulattiera gli austriaci potevano aggirare e attaccare alle spalle i difensori del forte Pozzacchio. Per evitare l’aggiramento, le truppe qui dislocate arretrarono su Chiesa e Zendri. A questo punto per aprirsi la via verso la Vallarsa gli austriaci attaccarono il “Trincerone” ma con pessimi risultati per la presenza di una batteria ben piazzata. L’altra alternativa era il Passo Buole che il 22 maggio fu investito da un pesantissimo bombardamento e il giorno successivo iniziò il primo dei numerosi assalti. Ci furono nei giorni seguenti attacchi violentissimi, tutti respinti per l’accanimento dei difensori, aiutati da una conformazione del terreno favorevole: un ristretto spazio di manovra che rendeva meno pesanti gli effetti della sproporzione di forze tra attaccanti e difensori.

Proprio per questa analogia la battaglia di Passo Buole, nella quale perirono comunque oltre 1000 soldati, è ricordata col nome di “Termopili d’Italia”, per sottolineare il parallelo con la battaglia del 480 a.C., quando nella stretta gola delle Termopili, in Grecia, re Leonida con soli 300 spartani fermò, per diversi giorni, l’armata persiana di Serse, dando così il tempo al resto dei greci di organizzare delle difese adeguate. L’unica differenza tra questo episodio della storia antica e quello di Passo Buole, è che quassù i nemici non furono solamente rallentati ma fermati e respinti. I sogni della spedizione punitiva degli austriaci furono così infranti e l’Italia non fu piegata.


La significativa frase del Col. Gualtieri, Comandante delle truppe italiane
impegnate a Passo Buole, incisa su una targa affissa alla chiesetta del passo.


La targa apposta su una roccia alla Stretta dei Fusi, all'imbocco della
Val di San Valentino, in fondo alla strada che scende da Passo Buole

Dopo la sosta pranzo è iniziata la discesa nella Val di San Valentino, lunga ed impegnativa, sulla vecchia strada militare sterrata dal fondo a tratti molto sconnesso, specie nella parte alta. Così, se le gambe avevano finito le loro fatiche per portarci fino al GPM, da qui in poi è stata la volta delle braccia ad essere sollecitate.

Una discesa che ha preteso un oneroso contributo per il passaggio della nostra carovana, in termini di sangue (due le cadute, Snowboarder e Giaz) e di camere d'aria (tre le forature, Snowboarder, Cecchi Paone e Dorty). Ad avere la peggio è stato Giaz, Presidente dei gemellati cremonesi di Non Solo Panza, rovinato a terra prima di una curva. Per lui varie escoriazioni sulle ginocchia e sui gomiti (uno dei quali ha preso anche una bella botta) e un taglio sul palmo della mano, quella poggiata a terra nella caduta e finita su un sasso appuntito. Il Presidente dei NSP è stato medicato da Frank in fondo alla discesa, mentre in serata, giunto a casa a Cremona, avrebbe poi valutato se recarsi al Pronto Soccorso per applicare dei punti di sutura.

La lunga discesa, con numerosi tornanti, ha portato fino ai piedi del santuario di San Valentino (ristrutturato di recente), per sbucare attraverso la Stretta dei Fusi nelle campagne della sinistra Adige, a nord di Ala. Da qui, utilizzando la viabilità locale che corre parallela alle vicine statale 12, autostrada A22 e ferrovia del Brennero, si è fatto rientro ad Ala, chiudendo così l'anello.

Ora l'appuntamento con le MTB è per domenica 26 settembre, quando i Rinco Boys saranno chiamati a disputare la 6ª edizione della RincoBike, la divertente gara sociale a squadre con la formula della staffetta, con i team composti per sorteggio. Prima, però, il Club avrà un impegno nell'ambito del programma trekking, con la traversata delle Tre Cime del Bondone.

i dati tecnici

Per quanto riguarda il tracciato MTB, sono stati percorsi circa 40 km, mentre il dislivello complessivo è stato di circa 1.350 metri. Altimetria caratterizzata da una lunga salita iniziale, da Ala alla sella posta tra Malga Val Gatto e Passo Buole. Poi c'è solo discesa per altrettanti km, lungo la Valle di San Valentino, fino a sbucare nuovamente in Valle dell'Adige. Da qui il rientro AD Ala in falsopiano. Salita più lunga: Ala-sella tra M.ga Val Gatto e Passo Buole (circa 16 km); GPM alla sella tra M.ga Val Gatto e Passo Buole (m.1517).

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le immagini


La partenza è fissata ad Ala, nella bassa Vallagarina


Al ritrovo i presidenti di Rinco Boys e Non Solo Panza si incontrano dopo un paio di mesi


Al via c'è anche la Cimo Family, con Cimo e Cimo Jr.


La foto di gruppo prima della partenza


Gli ultimi preparativi prima di salire in sella


Il Presidente e lo Schiaccianoci seguiranno la prima parte della salita con l'ammiraglia


Pronti, via! Si parte


Dal campo sportivo scendiamo verso il centro del paese, dove imbocchiamo la strada per Ronchi


Saliamo per un paio di km nella Val d'Ala, superando la frazione di Brustolotti


Sharif con Briz


La mattina è soleggiata e la giornata promette bene


Un sorridente Dorty


Moviola (che chiude la fila) ha già la lingua di fuori!


Il Presidente appostato con la macchina fotografica al bivio dove verrà lasciata la strada di fondo valle


Ed ecco la stradina che, a sinistra per chi sale da Ala, si stacca dalla provinciale


Poco dopo arriva il trenino dei Rinco


Si gira a sinistra e si sale verso Cima Perobia


Giro imbocca la ripida salita


Polpacci e polmoni sono subito messi a dura prova


La strada sale infatti con pendenze significative


Qualcuno rispolvera la vecchia "tecnica Panzella", con il zig-zag esasperato


A Pozzo Basso, dove si trova l'azienda agricola Borgo dei Posseri, facciamo un prima sosta


Moviola è sempre con la lingua di fuori ...


Riprendiamo la salita


Ogni tanto la vegetazione lascia uno spiraglio e si scorge verso sud la Valle dell'Adige


Cimo Jr., all'esordio stagionale


Briz


Cecchi Paone e Cimo


Dal fondo valle non si vede nulla, ma il versante basso della montagna, fino a 700 metri, è pieno di vigneti


Ailander e Frank alla testa del gruppo


Il passaggio di Giaz


Cimo si attacca per qualche secondo all'ammiraglia e si affaccia al finestrino


Frank saluta al passaggio del Presidente e dello Schiaccianoci a bordo dell'auto


Dorty seguito da Giaz


A bordo strada è pieno di more e noi ne approfittiamo


Del resto, a 'sto prezzo!


E pure la pezzatura non è male, roba da "Sant'Orsola" !


Mangiano i biker ma mangiano anche i Supporter


"E io chi 'sso, 'o cchiù strunz'?"


I due Cimo mentre attraversano un ombroso faggeto


L'ammiraglia attende sul lato della strada


Giaz esibisce una bici ... stellare!


Cos'è quella faccia tirata? E quegli occhi spiritati? Cecchi Paone all'anti-doping!


Arriviamo a Pozzo di Mezzo


Qui l'asfalto avrebbe bisogno di una rinfrescata ...


Nella la località si trova una vecchia casa padronale


L'edificio porta ancora sulle facciate i segni dei proiettili sparati durante il conflitto mondiale


Da Pozzo di Mezzo la strada da asfaltata si fa sterrata


Il Presidente, imitando il passo dei marciatori, scherza con Dorty che sale ... a passo d'uomo


Nicola Moviola, invece, non scherza per niente quando passa ... a piedi!


Inizialmente lo sterrato è molto compatto


Snowboarder


Ailander


Dopo mezzo km il fondo si fa sassoso e ripido, così l'ammiraglia deve tornare indietro


Ed ecco il passaggio di consegne, con il Presidente che affida al Vice cartina e itinerario:
"Ora sarai tu a guidare il gruppo fino in cima"


L'arrivo in località Pozzo Alto, con le vecchie case ormai abbandonate


Attraversiamo questo piccolo borgo fanstasma


Su una facciata compare ancora lo stemma di qualche antico casato


Del resto lo stile costruttivo lascia intendere che qui non abitava "pòra zènt"


Le finestre riccamente decorate, con la trifora e gli archi a sesto acuto, ricordano molto lo stile veneziano


Lasciamo Pozzo Alto e proseguiamo sulla comoda sterrata


Una sosta per la foto di gruppo in un punto panoramico


Bel primo piano di Giaz


Più avanti cominciamo a trovare qualche tratto poco pedalabile


La giornata è calda, una delle ultime dell'estate


Sbuchiamo in loc. "Prea dei Marconzei"


Qui il panorama si apre sulla valle


Una sosta all'ombra delle piante


In lontananza, verso ovest, si scorgono anche diverse vette


La salita prosegue ancora all'ombra del bosco


Nella zona di Malga Perobia usciamo nuovamente al sole tra i verdi pascoli


Pedaliamo tra i prati, sullo sterrato ora compatto e scorrevole


Sul versante opposto della valle alla nostra sinistra scorgiamo la strada che faremo in discesa


Nel tratto successivo il fondo torna a farsi pietroso e rimanere in sella è quasi impossibile


Una tagliata, ovvero lo sbanco della roccia per far passare la strada



Suggestivo passaggio sotto la roccia. La zona è disseminata di cunicoli realizzati dai militari


Giro va in "eslorazione"


Il Vice-Presidente Cecchi Paone nel tratto finale della salita


Il cartello al bivio nei pressi di Malga Val di Gatto, quasi a 1500 metri di quota


L'arrivo a Malga Val di Gatto, in corso di ristrutturazione


Nicola Moviola è spremuto come un limone!


Nel frattempo qualcuno ne approfitta per mettere qualcosa sotto i denti


Mangia il papà ... e mangia anche il figlio


Poi, dopo la breve sosta, lasciamo Malga Val Gatto in direzione di Passo Buole


La strada dalla malga al passo è un falsopiano con qualche leggero saliscendi


Il lagarino Briz, da buon indigeno, indica cime e vallate


Frank si gode il panorama


Giunti poco prima di Passo Buole ci fermiamo in un area attrezzata per pranzare


Coi piedi sotto al tavolino si sta decisamente meglio!


E mentre mangiamo ci godiamo anche il panorama ...


Beh, non questo panorama. Che schifezz' !


A proposito, guardate un po' a chi assomiglia il nostro Nicola Moviola!


Dopo mangiato ci prepariamo per affrontare la lunga discesa


Il trenino dei Rinco riprende la sua corsa


Certo quassù il paesaggio è davvero da cartolina


Per arrivare al passo manca ancora un brevissimo tratto e seguiamo le indicazioni della SAT


Ci addentriamo nel bosco di abeti


La strada è pianeggiante e scorrevole


Dopo nemmeno 2 minuti arriviamo a Passo Buole


Ed ecco l'area di Passo Buole, attrezzata con tavoli e panche


La chiesetta dedicata ai caduti


Le indicazioni dei luoghi storici


La classifica foto di gruppo prima di imboccare la discesa


Imbocchiamo la lunga discesa sulla sterrata militare nella Val di San Valentino


Dorty chiude la fila, notoriamente iper-prudente in discesa


In effetti i fondo stradale presenta un insidioso ghiaino ...


A farne le spese sono Snowboarder e Giaz, caduti entrambi. Ma mentre il primo riporta solo qualche
graffio, il Presidente di NSP subisce diverse escoriazioni. Gomiti e avambracci sono ridotti così ...


... e anche il ginocchio è assai martoriato


Alla Stretta dei Fusi, in fondo allo sterrato, Nicola Moviola solleva la MTB in segno di trionfo

Il Santuario di San Valentino

Sopra la Stretta dei Fusi, proprio all'imbocco della valle che conduce a Passo Buole, si trova il Santuario di San Valentino. I nostri Supporter, Presidente e Schiaccianoci, una volta riscesi ad Ala dopo aver lasciato i bikers proseguire le loro fatiche verso il GPM di Malga Val Gatto, hanno fatto una breve visita all'antico complesso religioso.

Il Santuario di San Valentino ha avuto origine nel 14° secolo ed è stato di seguito più volte rimaneggiato ed ampliato. Gravemente danneggiato in entrambe le grandi guerre del '900, è stato ogni volta ricostruito. La chiesa è a tre navate ed è in parte affrescata, interessanti sono i due altari laterali in legno e quello centrale in marmo rosa. Sotto la statua lignea del patrono sono conservate le ossa di San Valentino.


Il santuario visto da dietro (in direzione est-ovest), prima di imboccare la salita verso il parcheggio


La parte finale della Val di San Valentino, vista dal santuario. La freccia indica la provenienza dei bikers


Dal parcheggio si imbocca una scalinata in cubetti di porfido e pietra


All'interno delle mura


Quì la vedo dura ...


La targa che ricorda i caduti della 1ª Guerra Mondiale


La facciata anteriore del santuario, rivolta verso la Vallagarina (ovest)


La scritta (restaurata) sulla parete della "Casa di preghiera" ricorda come qui, quasi un secolo fa,
fosse zona al confine tra l'Impero Austro-Ungarico e il Regno d'Italia


Il panorama dal santuario, in direzione sud (verso il veronese)


Il panorama dal santuario, in direzione nord (verso Rovereto)


Nella parte finale della valle, oltrepassata la stretta, la strada è tornata asfaltata


La discesa prosegue tra i vigneti e i vecchi muri in pietra


Dalla Val di San Valentino sbuchiamo nelle campagne a nord di Ala. Non ci rimane che raggiungere il paese


Ed ecco il rientro, dopo circa 40 km, al campo sportivo di Ala, dove si è chiuso l'anello


Il nostro Dr. House, ovvero Frank, prepara garze e disinfettanti per medicare le ferite di Giaz


Ed ecco il Presidente di Non Solo Panza che si presenta presso il furgone-ambulanza per le prime cure


Alla prossima!

( magari senza cerotti ! )