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Da
Castel Beseno a Castel Pietra, da Castel Noarna a Castel Pietra:
un bellissimo tour di 41 km tra alcuni degli antichi manieri
della Vallagarina. |
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Nomi (TN), 09/05/2010 - Rinviata da sabato a domenica per le condizioni meteo, la 3ª tappa del programma MTB 2010 dei Rinco Boys, il Giro dei Castelli della Vallagarina, è andato in scena stamane in una giornata tutto sommato bella, anche se la temperatura all'ombra, dopo una settimana di piogge torrenziali, era assai distante dalle medie stagionali di metà maggio.
23 i bikers al via dal BiciGrill di Nomi, il primo locale di questo tipo in Italia, ispirato ai più famosi autogrill presenti sulle autostrade e collocato lungo la frequentatissima pista ciclabile "Adige". Da qui, attorno alle 8:30, il gruppo dei Rinco ha raggiunto il vicino paese di Calliano per poi spostarsi in direzione est, fino a Besenello, dove è cominciata la prima, breve ma intensissima salita della giornata, che ha condotto a Castel Beseno.
1 km di passione, su una rampa dove la pendenza media è dell'11% (13% se si esclude il primo tratto, meno ripido), con punte max vicine al 20%. Una diagonale che risale ripidissima il versante nord del colle dove è adagiato Castel Beseno, arrivando fino ai piedi dell'antico maniero. L'ultimo tratto, su sterrato, porta fin davanti al portone del castello, che noi abbiamo trovato sbarrato perchè l'orario di apertura è alle 10:00 e il rigidissimo custode non ne ha voluto sapere di farci entrare nel prato per fare la foto ricordo. Così la foto l'abbiamo dovuta fare davanti al portone, per poi imboccare la discesa in direzione del 2° castello del nostro tour, Castel Pietra.
La discesa si è rivelata non meno impegnativa della salita, visto che è stata imboccata l'antica strada medievale che passa sul versante ovest del colle, quello affacciato verso la Val d'Adige. Si tratta di una ripidissima carrareccia che un tempo era lastricata di pietra, ma che dopo secoli di abbandono alle intemperie è ridotta maluccio, piena di sassi e buche, tanto che spesso si è preferito scendere dalla bici per fare qualche tratto a piedi, onde evitare di finire a terra malamente. Molto suggestivi, comunque, i tratti di antica pavimentazione che recano ancora i segni dei carri: si ratta di veri e propri solchi nella pietra, formati da migliaia e migliaia di passaggi delle ruote ferrate nel corso dei vari secoli.
Dopo la discesa da Castel Beseno è stato imboccato un primo tratto del Sentiero dell'Arte, un suggestivo percorso che collega i castelli della zona, reso però impraticabile da una frana causata dal maltempo e ad oggi inagibile. Così è stata fatta una deviazione, passando per una stradina interpoderale tra i vigneti e poi lungo il collegamento ciclopedonale che dal paese di Calliano raggiunge Castel Pietra. L'origine del nome del castello la si intuisce subito appena giunti sul posto. L'intera zona, come le Marocche di Dro o i Lavini di Marco, è tutta un pietrame frutto di grandi smottamenti in epoche post-glaciali, e lo stesso maniero è costruito sulla pietra, la quale si integra con le mura che in diversi punti ne sono la continuazione verso l'alto.
Dopo la 2ª foto ricordo, il gruppo si è spostato nelle campagne sottostanti, tagliando la valle in direzione ovest. Qui c'è stato il passaggio presso il Biotopo Taio, il cui nome è la versione dialettale di "taglio". Il biotopo, infatti, è realizzato in un tratto del vecchio alveo del fiume Adige che un tempo scorreva placido nella valle con un andamento molto tortuoso e pieno di ampie anse. Dopo la metà dell'800 gli austriaci, nell'ambito dei lavori di costruzione della Ferrovia del Brennero, rettificarono in più punti il fiume (alla fine risultò più corto, nella sola Vallagarina, di ben 10 km) tagliando le curve e andando a realizzare un andamento molto più lineare. Proprio tra Nomi e Calliano è stato fatto un taglio (in dialetto trentino, il "taio") di un'ampia ansa che è stata poi bonificata e trasformata in terreni agricoli. Dopo anni, però, le falde sotterranee del fiume sono riemerse e il corso d'acqua si è in parte ripreso la sua vecchia casa. Ora questo tratto dell'antico letto dell'Adige è un acquitrino pieno di canneti, trasformato in area protetta dalla Provincia Autonoma.
Dopo l'interessante sosta l'escursione è proseguita raggiungendo la strada sterrata destra Adige che da Nomi scende verso sud, parallela alla pista ciclabile che è invece realizzata sulla sponda opposta. In breve tempo, con un veloce trenino, è stato raggiunto il paese di Villalagarina, dove è cominciata la seconda e ben più lunga salita che ha portato dapprima a Castel Noarna e poi a Castel Corno.
Da Villalagarina è stata imboccata la ripida strada che porta al Lago di Cei, fino al bivio sopra la località Molini, dove si è svoltato a sinistra per Noarna. Dopo un paio di curve è apparso sopra di noi il castello passato alla storia per un famoso "processo alle streghe", celebrato nel medioevo e conclusosi con la condanna al rogo di alcune sfortunate signore del posto, accusate di stregoneria (le "strie", come venivano chiamate in dialetto).
Dopo la 3ª foto di gruppo, la salita è proseguita sulla bella costa coltivata ai piedi del massiccio del Monte Stivo, passando per i paesi di Noarna e Patone, con un bellissimo panorama sulla città di Rovereto e sulle colline alle sue spalle. Dopo Patone la strada, che già fin lì era poco più d'una corsia, si è ristretta ulteriormente, diventando una sorta di largo sentiero asfaltato al margine del bosco. Salendo per la suggestiva via, si è quindi giunti al bivio per Castel Corno, il 4° ed ultimo maniero del nostro itinerario, GPM di giornata con i suoi 810 metri di quota. Per arrivarci, però, è stato necessario un ulteriore supplemento di fatica, visto che la stradina che lo raggiunge inizia subito con un rampone cementato e poi si incunea nel bosco su sterrato, con pendenze simili a quelle del rampone che sale a Castel Beseno. Inutile dire che quest'ultima salita ha costretto quasi metà del gruppo a scendere dalla bici.
Da Castel Corno, dopo l'ultima foto di ricordo della giornata, il gruppo ha imboccato il ripido sentiero che scende davanti al castello, per poi sbucare sulla strada che sale da Isera. Qui è iniziata la discesa, passando per le località di Lenzima, Folaso e Reviano, fino a raggiungere Isera. Poi si è scesi a Borgo Sacco, l'antico porto fluviale di Rovereto, dove è stata imboccata la pista ciclabile che in pochi km (e con il vento a favore!) ha ricondotto a Nomi dove si è concluso l'anello.
A fine giro alcuni Rinco si sono ritrovati al BiciGrill per uno spuntino in compagnia. Sono partiti panini e bruschette, ma anche paste asciutte e lasagne e, ovviamente, birre e radler. Insomma, anche lì abbiamo lasciato il segno.
Ora l'appuntamento è per l'ultimo fine settimana di maggio, quando in Val di Ledro andranno in scena - in contemporanea - la 4ª uscita del programma ordinario di MTB e la 3ª uscita del programma trekking.
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Per quanto riguarda il tracciato MTB, sono stati percorsi circa 41 km, mentre il dislivello complessivo è stato di 950 metri. Altimetria caratterizzata da due "picchi" in corrispondenza delle due salite. La prima, dopo 4 km di trasferimento, è più breve (circa 1km) ma più intensa (punta max vicina al 20%) e conduce a Castel Beseno. La seconda, dopo circa 10 km praticamente pianeggianti, è più lunga (8 km) e non raggiunge punte elevatissime, ma è comunque costantemente sopra il 10%. Salita più lunga: Villagarina-Castel Corno (circa 8 km); GPM a Castel Corno, m.810.
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Al via, con al fidanzata Elena, c'è anche Walander, al rientro dopo quasi un
anno dal brutto incidente
del 14 giugno 2009, quando nel corso del Giro della Val Venegia cadde
fratturandosi clavicola e scapola
Partiamo dal BiciGrill di Nomi
Attraversiamo l'abitato di Calliano
Ci spostiamo verso Besenello
Buttiamo un occhio sulla sagoma di Castel Beseno che ci guarda da sopra il suo
colle
Primo piano di Cimo e Snowboarder, i due esordienti di giornata
Raggiungiamo il paese di Besenello, dove inizierà la salita
Ci lasciamo alle spalle Besenello e imbocchiamo la ripida strada che sale al
castello
Alzandosi di quota si comincia a vedere il panorama della valle verso sud
La pendenza non cala mai e spesso ci si deve alzare sui pedali
La parte centrale dell'ascesa verso Castel Beseno
L'ultimo tratto di salita, il più ripido (19%), con la sagoma del castello ben
visibile sopra il colle
Cipollino adotta la "tecnica Panzella" e via con il zig-zag estremo: "Così me
pàr de nàr en pianura"
Kriminal Bike, invece, ha pure la forza di fare lo "sborone"
Il gruppo si allunga inevitabilmente: ognuno sale con il suo passo
L'ingresso nel parcheggio ai piedi del castello
Giro al suo arrivo ai piedi del castello
Paola fa già uno spuntino dopo la prima salita e si mangia una banana sotto il
cartellone del castello
Dal parcheggio imbocchiamo il sentiero che sale fino al castello
Ci incolonniamo sul comodo sterrato
Il sentiero sale ripido, completamente all'ombra della vegetazione
Percorriamo gli ultimi metri di salita prima di arrivare all'ingresso
Arriviamo al primo ingresso, nella cinta muraria esterna
Varchiamo l'arcata e proseguiamo la salita
Arriviamo davanti al portone sbarrato: il castello apre alle 10:00 e il custode
non ci fa entrare
nemmeno nel prato vicino alla biglietteria per fare la foto ricordo. "Questioni
assicurative" ci spiega
Facciamo la foto di gruppo davanti al portone (sigh!)
Dopo la foto torniamo in sella e iniziamo la discesa
Imbocchiamo l'antica strada medievale che scenda sul versante ovest del colle
La strada, dopo secoli di abbandono alle intemperie, è assai dissestata
Sull'antica pavimentazione ci sono ancora i solchi scavati dai carri nel corso
dei secoli
In alcuni punti è consigliabile scendere dalla bici: il fondo è davvero troppo
sconnesso
In altri, invece, si può stare in sella, procedendo con cautela
A Besenello c'è qualcuno che vuole la testa di Giro. E' un messaggio
intimidatorio?
Scendiamo su un bel sentiero con alcuni scalini in tronco d'albero
Il Mondino, socio non biker, evidenzia comunque un bello stile anche in sella
Attraversiamo il torrente su un ponte di legno
Il percorso si chiama Sentiero dell'Arte e unisce i castelli della zona, tra
Besenello e VOlano
Il sentiero dell'Arte, però, è chiuso per frana e così dobbiamo fare una
deviazione ... di trekking!
Bici in spalla e via!
Scene da giungla vietnamita!
Dopo gli scalini imbocchiamo uno stretto sentiero
La fila dei Rinco si snoda tra il verde
Arriviamo tra i vigneti a percorriamo una comoda strada sterrata interpoderale
Scendiamo nuovamente verso il paese di Calliano
Da Calliano raggiungiamo Castel Pietra su un percorso ciclo-pedonale a fianco
della SS12
Imbocchiamo quindi il sentiero che arriva al castello
Il bosco è pieno di massi di varie dimensioni. La zona è simile alle Marocche di
Dro o ai Lavini di Marco
Il bel sentiero sale comodo fino alle spalle di Castel Pietra
Foto di gruppo al 2° castello
Quattro chiacchiere prima di tornare in sella
Lasciamo Castel Pietra
Da Castel Pietra scendiamo nelle campagne sotto la SS12 e puntiamo verso ovest
Big Bobby con Briz
Arriviamo al Biotopo Taio, realizzato nel vecchio alveo del fiume Adige
I canneti del biotopo, in mezzo ai vigneti
La torre realizzata per osservare il biotopo e la sua fauna dall'alto
Nella foto dal satellite si può notare chiaramente il vecchio letto del fiume,
deviato dagli austriaci.
Tornati a Nomi, imbocchiamo la strada sterrata lungo Adige, in direzione sud
Pedaliamo veloci verso Villalagarina
Arriviamo al ponte sull'Adige tra Rovereto e Villalagarina
Entriamo in paese e ci dirigiamo verso la strada che sale al Lago di Cei
Imbocchiamo la salita, incolonnati a bordo strada
La strada sale ripida verso la frazione di Molini
In cima alla loc. Molini c'è il bivio per Noarna
L'arrivo nella frazione di Noarna
Presidente e Kriminal Bike all'arrivo al castello
Castel Noarna visto da sotto
3ª foto di gruppo, davanti all'ingresso (anche questo chiuso!!!) di Castel
Noarna
Primo piano del castello
Ripartiamo in direzione dell'ultimo maniero
Il passaggio nel centro di Noarna
Rabbocco borracce con l'acqua fresca della fontanella
Da Noarna proseguiamo la ripida salita verso Patone
Ogni tanto qualche breve tratto in falsopiano consente di rifiatare
La in alto ci appare la frazione di Patone
Problemi per la bici di Frank: si è rotta la molla del cambio
La delusione di Frank, costretto a tornare a valle
Il passaggio da Patone
Manca ancora un breve tratto di salita prima di arrivare al bivio per il
castello
Proseguiamo con il nostro ritmo turistico
Dopo Patone la strada si restringe fino a diventare poco più che un sentiero
(asfaltato!)
Il traffico, quassù, è praticamente inesistente
Proseguiamo la nostra salita
Sfidiamo chiunque a negare che abbiamo trascorso una giornata nel verde!
La strada compie numerosi tornanti
Le ultime vigne, attorno ai 700 metri di quota
Ad est ammiriamo sempre il panorama di Rovereto
Raggiunto il bivio, imbocchiamo il ripido sterrato che sale a Castel Corno
L'ultimo micidiale rampone costringe quasi mezzo gruppo a scendere dalla bici
Il Vice-Presidente arriva al castello molto affaticato
L'arrivo a Castel Corno, costruito su uno sperone roccioso (appunto, un "corno")
affacciato sulla Vallagarina
Foto di gruppo con il 4° ed ultimo castello del nostro tour
Il battesimo del New-Rinco Marco, detto Snowboarder
Prima di proseguire ci mettiamo le ventine
Saliamo a visitare il castello
La rocca di Castel Corno, costruito su uno sperone roccioso
Lucky Luke intento ad ammirare il panorama
Il panorama di Rovereto da Castel Corno
Il Presidente a zonzo tra i locali diroccati
Particolare delle mura merlate del castello
Dopo la visita scendiamo dal sentiero che si trova sul lato ovest
Il primo tratto è una scalinata di tronchi
Il sentiero passa sotto il castello, sul versante est
Scendiamo nel bosco
Un single-track davvero divertente
Il sentiero termina sulla strada che sale da Isera
Tornati sulla strada asfaltata iniziamo la discesa
A dire il vero c'è un ultimo, breve, strappetto che toglie le ultime energie in
corpo!
Ora inizia davvero la discesa!!!
In pochi minuti arriviamo in fondo, passando per Lenzima, Folaso, Reviano ed
infine Isera
L'arrivo a Borgo Sacco, antico porto fluviale di Rovereto
Attraversiamo l'Adige per imboccare la pista ciclabile
Ecco la pista "Adige", che percorreremo fino a Nomi
Lungo la ciclabile troviamo delle sculture metalliche dedicate ai ciclisti.
Cipollino si lancia all'inseguimento ...
Il Presidente vuole addirittura seguirle in salita!
Passaggio sotto un tunnel a Rovereto
Le ultime pedalate sulla ciclabile, prima di giungere a Nomi
Ed eccoci di nuovo al BiciGrill
L'arrivo alle auto, dopo oltre 41 km di pedalata
L'Uomo Silente, oggi assente perché impegnato in volo con l'aliante, ci ha
raggiunti per pranzo
Cipollino e Cecchi Paone in attesa del loro piatto
Lo Schiaccianoci, aggregatosi per il pranzo, ha scelto una bevanda intonata alla
giacca!
Il Dori, invece, è più tradizionalista. Col panino ci vuole la birra!
Non solo panini, però, ma anche paste asciutte
Paola contenta come una Pasqua dopo l'arrivo delle sue lasagne!
Cipollino azzanna una bruschetta. Buon appetito a tutti e ...