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NONOSTANTE TRE DEFEZIONI DELL'ULTIMORA, SONO STATI 35 I PARTECIPANTI ALLA PRIMA USCITA CON LE RACCHETTE DA NEVE DEL 2010: MAI COSI' TANTI! PERCORSO ALLUNGATO DI QUALCHE KM: RAGGIUNGERE IL RIFUGIO PREDAIA IN AUTO, CON LA STRADA GHIACCIATA, SAREBBE STATO PERICOLOSO, COSI' SI E' PARTITI DAL PASSO, A QUOTA 1.250. NE E' USCITA UN'ESCURSIONE DI 13 KM, CON 600 M. DI DISLIVELLO. |
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17/01/2010 - Comincia davvero bene il 2010, per quanto riguarda la partecipazione alle attività sociali dei Rinco Boys. Già si era avuto un assaggio con la neo-nata "Pedalata di Capodanno", capace di portare ben 12 biker a sfidare freddo e sonno (la sera prima c'era stato il veglione!) per salutare in sella il nuovo anno. Ora è partita la stagione delle ciaspole e subito la prima uscita ha fatto registrare un primato: 35 i presenti, tre in più del precedente record che spettava all'ultima edizione (la 3ª) della Ciaspolata by Night, la camminata in notturna sul Bondone che ora dovrà raccogliere la sfida e rilanciare, venerdì 29 gennaio, in occasione della 4ª edizione.
Bellissimo, ad ogni modo, il percorso odierno, sviluppatosi tra prati e boschi della Predaia, con il paesaggio reso ancor più suggestivo dalla leggera spruzzata di neve della notte, a creare quell'effetto "zucchero a velo" su alberi e cespugli.
Un percorso che è stato modificato in corsa, vista l'obiettiva situazione di pericolo rilevata sulla strada che dal bivio in località Sòres si stacca per salire al Rifugio Predaia, dove era stata fissata la partenza della nostra escursione. Il fondo stradale era infatti ghiacciato a tratti e la nevicata della notte, sia pur leggera, non aveva certo contribuito a migliorare la situazione. Così, onde evitare brutte sorprese, si è deciso in corsa di partire da Passo Predaia, dove si si trova un ampio parcheggio che è facilmente raggiungibile proseguendo sulla provinciale che sale da Vervò, per un altro km dopo la località Sores.
Con la partenza da quota 1.250 anziché da 1.400 il dislivello dell'itinerario ha raggiunto i 600 metri, mentre la distanza percorsa è stata alla fine di circa 13 km. Insomma, quel che si dice "una signora passeggiata" !
Da Passo Predaia, dove verso le 9:00 cadeva ancora un leggero nevischio, il lungo trenino dei Rinco ha risalito la costa in direzione est, rimanendo ai margini delle piste da sci. Mentre si saliva si scorgeva il cielo azzurro fare qualche sporadica apparizione tra gli squarci nelle nuvole basse, mentre guardando verso ovest non si vedeva praticamente nulla.
Si è saliti fino a quota 1.500 circa, in cima ai Dossi de Spin, per poi scendere verso sud, con l'obiettivo di intercettare la strada forestale (sentiero contraddistinto dal n. 503) che dal Rifugio Predaia sale verso Malga Rodeza. Senza riferimenti visivi (le nuvole erano praticamente a livello del suolo e non si vedeva oltre 50-70 metri) e senza segnaletica (in pratica si stava camminando in quelli che d'estate sono dei pascoli) si è proceduto "a naso", cartina alla mano, ma alla fine (nonostante i mugugni dei soliti mal fidati!) la strada è apparsa, in fondo ad una ripida discesa nei prati, un centinaio di metri a monte del Rifugio Predaia.
Da lì in poi non c'è stato più modo di poter sbagliare, visto che l'itinerario è molto ben segnalato e si sviluppa fino a Malga Rodeza su una bella forestale, poi su una stradina più stretta che salendo diventa un sentiero.
Proseguendo sulla bella strada con pendenza limitata, a tratti nei prati, a tratti in fitte abetaie con i rami degli alberi coperti da un leggero strato di neve, si è arrivati nel soleggiato pianoro dove si trova la malga del Comune di Tres, Malga Rodeza. Qui è stata fatta una breve sosta per ricompattare il gruppo e scaricare dagli zaini il peso delle vivande e della legna da ardere (che sarebbero servite al rientro, ndr), quindi il gruppone è ripartito alla volta del Corno di Tres, meta dell'escursione.
La strada, da qui in poi, si fa sempre più stretta, fino a diventare un sentiero. Anche la pendenza cambia e si fa via via più impegnativa, fino ai ramponi finali col sentiero che risale a zig-zag il pendio che conduce alla cima. Il trenino si è inevitabilmente sgranato in diversi gruppetti, ognuno con il suo passo.
Ogni tanto il bosco lasciava il posto a piccole radure, cosicché si poteva ammirare verso ovest il panorama del Brenta, a sbucare con la sua catena di cime innevate dallo strato di nuvole basse che si era formato nella mattinata.
Una volta giunti sul Corno di Tres (a quota 1.812), si è sbucati letteralmente sopra un mare di nuvole, con le cime più elevate del circondario che facevano capolino dalla soffice coltre bianca sospesa nel cielo fin quasi ai 1.800 metri di quota. Uno spettacolo davvero bello, forse ancor di più del panorama con il cielo terso, che consente di vedere anche il fondo valle.
Stavolta, invece, il fondo valle non si è potuto ammirare, quindi niente frutteti innevati della Val di Non se si guardava in basso ad ovest, niente Valle dell'Adige se si guardava in basso ad est. Poco male, perchè come testimoniano le numerose foto scattate (alcune delle quali sono riportate nella gallery più in basso), la suggestione di stare sopra le nuvole è stata notevole.
Dopo l'immancabile foto di gruppo è stata ripercorsa a ritroso la stessa via fatta in salita, rientrando così a malga Rodeza, dove nel frattempo i pochi che avevano rinunciato a salire fino alla cima avevano acceso il fuoco e preparato la stufa. Quindi è partita l'ormai rodata "macchina da guerra" dei Rinco, capaci di cucinare per oltre 30 persone in pochi minuti. Sulla piastra bollente è stata preparata una gran quantità di pasta di luganega o formaggio tomino, per oltre 60 panini, gustati davanti alla malga, al tiepido sole pomeridiano.
Dopo mangiato, non prima di aver ripulito la struttura ed aver raccolto tutti i rifiuti, il gruppo è ripartito, scendendo fino al Rifugio Predaia e da qui alla località Sores, da dove è stato raggiunto il Passo Predaia per chiudere l'anello.
Prossima ciaspolata il 29 gennaio, con la 4ª edizione della "Ciaspolata by Night". Si salirà in notturna dalle Viote ai piedi del Monte Cornetto, nel gruppo del Monte Bondone.
Dopo lo spostamento della partenza ci si ritrova al parcheggio di
Passo Predaia.
Sta nevicando ancora (sia pur leggermente) mentre si distribuiscono
i sacchetti viveri
La distribuzione dei viveri. Avendoli caricati nel baule la sera
prima, nella macchina del Presidente
si è creato un gradevole (?) effetto di Arbre Magic alla lugànega! Una
fragranza da brevettare !
Il gruppo pronto al via, alla base delle piste da sci di Passo Predaia
Qui l'Alvaro gioca in casa ...
Big Bobby ha trovato ... Bobby
L'Uomo Ombra ha montato il copri-zaino per non farlo bagnare dalla
neve
Guardando verso est, però, spunta addirittura l'arcobaleno:
chi ha detto che oggi sarebbe stata una brutta
giornata ?
Guidati dal Merdatleta, partiamo mantenendoci ai margini della pista da sci
Saliamo il ripido pendio della pista, andando incontro al sole
I rami degli alberi sono spruzzati di neve fresca, caduta nella notte
Primo piano del sorridente Taverna, nuovo Merdatleta, che ha inaugurato oggi
il cappellino da "Supereroe"
Karate Kid procede con Martèn e la moglie Veronique
Piccola sosta nei pressi di un capanno
Le nuvole basse creano un effetto nebbia, ma il nostro abbigliamento rosso è
sempre ben visibile!
Appunto, rosso non nero!
Schiaccianoci, Presidente e Brücke avanzano nella nebbia
Proseguiamo nei prati, senza indicazioni e senza riferimenti visivi. In
pratica, "a naso"
Scendiamo lungo un ripido pendio, in direzione della strada forestale che
sale a Malga Rodeza
Intercettiamo la strada e scendiamo dal prato
Ora proseguiamo sulla strada: da qui in poi è impossibile sbagliare
Tra l'altro il percorso è ben segnalato
Guido, il nostro "indigeno" che ci ha segnalato questo bellissimo tracciato
The Doctor con l'ex Merdatleta Brücke
L'allegra combriccola procede spedita
Kriminal Bike con Bubu, Yoghi e l'Uomo Ombra
Pericolo reale o scherzo di buontemponi? Tanto l'orso è in letargo, o no?
Proseguiamo incolonnati nei pascoli della Predaia
La pendenza sale leggermente, ma si mantieni su valori sempre molto bassi
Si entra in una fitta abetaia, con i rami degli alberi piegati dalla neve
fresca
La strada è solo a tratti illuminata dal sole
Usciti dal bosco sbuchiamo nella radura di Malga Rodeza, la malga di Tres
Si fa sosta per ricompattare il gruppo, ma anche per lasciare nella malga il
peso delle vivande e della legna
Ora che siamo saliti di quota cominciamo a vedere sopra le nuvole e d'un
tratto sbuca un pezzo di Brenta
Lasciamo la malga e proseguiamo verso il Corno di Tres
Si procede ora in un tratto poco esposto al sole, in un fitto bosco
alternato a radi prati aperti
Qualcuno davanti ha lasciato un messaggio d'incitamento per chi segue
La spettacolare skyline della catena del Brenta settentrionale si può
ora ammirare in tutta la sua bellezza
Il trenino procede, anche se ora è spezzettato in vari gruppetti
Nel tratto finale la pendenza aumenta e l'andamento si fa più tortuoso
Le ripide rampe prima di arrivare sul Corno di Tres
Il sentiero sale ora a zig-zag sul ripido pendio boscoso
Tra gli alberi sbuca l'infondibile sagome del Monte Pèller, meta la scorsa
estate di una nostra pedalata
Massimo, il "Geometra", cammina osservando il bellissimo panorama
L'Uomo Silente affronta l'ultima rampa
L'ospite Giancarlo, partito febbricitante, arriva in vetta al Corno
di Tres molto provato.
"Questa non l'avrei persa neanche a morire"
Dorty, con le sue lunghe leve, raggiunge la vetta ad ampie falcate
Eccoci arrivati sulla cima
Un bel bicchiere di the caldo è quello che ci vuole
Il Presidente posa soddisfatto dopo la sfacchinata
La stratificazione delle nuvole preclude la vista verso il basso ma crea uno
spettacolare effetto, con le
cime più alte che sbucano dalla coltre bianca. Nella parte centrale della
foto si riconoscono le "Tre Cime
del Bondone", Cima Verde (parzialmente oscurata dal Palòn), Dosso d'Abramo e
Monte Cornetto.
Anche guardando verso est si scorgono le catene del Trentino orientale
sbucare dal mare di nuvole
Tania al suo arrivo in vetta, sorridente nonostante il notevole
sforzo
"Pronto cara? Ciao, non ti ho chiamato prima perchè avevo la testa ...
fra le nuvole"
Stanchezza e soddisfazione sui volti di Cipollino e Tartaruga de lu Salentu:
col motto "chi va piano, va
sano e va lontano", anche loro sono arrivati in vetta. Con il loro passo, ma
sono arrivati. Complimenti!
Quadretto di famiglia, con Taverna e Tavernello
L'immancabile foto di gruppo, dalla quale manca qualche elemento che ha
preferito fermarsi in malga
Si ammira un'ultima volta lo spettacolo prima di imboccare la via del
ritorno
Scendiamo lungo il ripido sentiero della parte finale del tracciato
Dopo un po' il sentiero si fa meno pendente
Ripercorriamo a ritroso la stradina forestale
Arriviamo nuovamente a Malga Rodeza. Tra un po' ... si mangia !
Prendiamo "possesso" della struttura. Del resto siamo in 35 !
Adesso, vai con le lugànenghe ...
Camoscio della Sila e Tartaruga de lu Salentu mangiano nel tepore della
malga riscaldata dal fuoco acceso
Brücke, uscendo dalla malga, si viene a trovare in una "scomoda posizione"
Lo Stambecco delle Murge (per lui un rientro dopo 5 anni!) e l'Uomo Silente
sulle panche fuori dalla malga
Anche Bubu e Barbapapà, uno con birra, l'altro con panino, finiscono di
mangiare al sole
Il ganascione Schiaccianoci si mette in posa con l'hamburgher, ma Big Bobby
è in agguato!
Il Kanoista osserva e sembra commentare "Che sse fa' pe' magna' 'na
sarciccia!"
Il Vice-Presidente si gode il tiepido sole invernale
Dopo mangiato c'è tempo per due chiacchiere
Intenso primo piano di Barbapapà, in versione boscaiolo
Saziati gli appetiti, si rimette lo zaino in spalla e si lascia la malga
Il trenino imbocca la via del rientro