6ª uscita ufficiale 2009, a cavallo tra Valle dei Laghi e Altopiano della Paganella |
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16 partecipanti alla bellissima escursione tra Valle dei Laghi e Altopiano della Paganella, caratterizzata dalla dura ascesa al Monte Gazza. Ma tutta la fatica profusa è stata ampiamente ripagata dai panorami da cartolina che sono stati ammirati una volta giunti in vetta, dal Gruppo del Brenta al Lago di Molveno, dal Gruppo del Monte Bondone alla Valle dei Laghi, fino al Lago di Garda. Il 2 agosto c'è la Vecia Ferovia. |
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Ranzo (TN), 19/07/2009. Passateci il gioco di parole del titolo, ma l'esclamazione era d'obbligo vista la durezza della salita che i nostri portacolori hanno affrontato nella 6ª uscita del Programma Ordinario 2009: il Giro del Monte Gazza. Per raggiungere il GPM, posto sul crinale della montagna che separa la Valle dei Laghi dall'Altopiano della Paganella, sono stati percorsi 11 km di ascesa, i primi 7 dei quali alla media dell'11%, seguiti da altri 4 nei prati, con ramponi brevi ma intensi (anche oltre il 20%) e diversi tratti impedalabili a causa del pietrame e delle radici dei mughi.
Ma tutta la fatica che i 16 bikers partiti da Ranzo hanno profuso sui pedali è stata ampiamente ripagata una volta giunti in vetta, da dove si possono ammirare panorami da cartolina a 360°.
Il gruppo è partito dal piccola frazione di Vezzano, abbarbicata sulle pendici meridionali del Monte Gazza (a quota 750 m.), poco prima delle 9,00, quando la temperatura - dopo i temporali dei giorni precedenti - era ancora frizzante, specie nel primo tratto di strada, tutto in ombra. Dopo i primi 3 km di riscaldamento si è giunti al bivio per Margone e lì è finita la pacchia. La salita, infatti, che avrebbe accompagnato i Rinco per i successivi 11 km, si è presentata subito impegnativa, con il ciclocomputer che raramente ha segnalato pendenze inferiori al 10%. Con un susseguirsi di ripide rampe, alternate a stretti tornanti, la strada ha condotto in breve ai 946 metri di Margone, altra frazione di Vezzano, ancor più solitaria e tranquilla di Ranzo. All'ingresso del paese, sotto la tabella con il toponimo, c'è una scritta che recita "Dove il silenzio è un bene prezioso": A buon intenditor ...
Lasciato il caratteristico borgo con le antiche case in pietra, i bikers hanno imboccato la strada forestale che sale verso il Monte Gazza. Qui la musica non è cambiata rispetto al tratto prima del paese, anzi, le pendenze si sono fatte in alcuni punti ancor più elevate, tanto che alla fine della salita la media complessiva risulterà dell'11%.
Fortunatamente, nonostante la bellissima giornata di sole, la temperatura non era ancora calda, vuoi per i temporali dei giorni precedenti, vuoi per le fresche frasche tra le quali si snoda la ripida carrareccia, per cui non c'era l'aggravante dell'afa estiva che avrebbe reso ancor più difficoltoso l'incedere.
Ovviamente il gruppo si è sgranato ben presto, con i big (che tra due settimane si scorneranno per un posto sul podio della Vecia Ferovia) a tirare l'andatura, ed il resto della ciurma sparpagliata in vari gruppetti o coppie, ognuno con il proprio ritmo.
Qualcuno - nelle retrovie - si è fatto anche superare da dei cavalli al passo (non al trotto, né tantomeno al galoppo!), ma va bene così: l'importante - per noi - è arrivare in cima e poterlo raccontare ai nipoti. Chi usa il cronometro è un pirla!
Così, tra i primi e gli ultimi che hanno raggiunto Malga Gazza (m.1549), prima della quale un terribile rampone al 24% ha costretto più di metà del gruppo a scendere di sella, è passata un'oretta buona, trascorsa in tranquillità sull'erba dei pascoli, ammirando il bellissimo panorama sul Bleggio e verso il Lago di Garda.
Una volta ricomposto il gruppo, la salita è proseguita tra gli ampi pascoli del crinale del Monte Gazza, resi ancor più verdi dalle frequenti precipitazioni della prima metà di luglio. Qui le pendenze, con l'eccezione di qualche rampetta qua e là, si son fatte più abbordabili, con alcuni tratti in falsopiano in mezzo ai prati, dove brucavano indisturbate diverse vacche di razza bruna alpina e pezzata olandese, vere regine di questi luoghi. Dell'orso (che - si dice - sia una grande frequentatore del Gazza), nemmeno l'ombra. Noi avevamo pronte le macchine fotografiche: sarà per un'altra volta (?).
Una volta giunti nel punto di massima elevazione, attorno ai 1750 metri di quota, è stata fatta una sosta per il meritato pranzo, consumato al sacco, seduti sull'erbetta fresca, ammirando la maestosa catena delle Dolomiti di Brenta, situata proprio di fronte al Monte Gazza, sul versante opposto della valle dove si trova il Lago di Molveno. Sulle cime più alte c'è ancora qualche spruzzata di neve (l'ultima è caduta venerdì notte!) e le vette si stagliavano nitide nel cielo azzurro, reso terso dalle piogge. Anche il lago, visibile in basso portandosi un po' più in la del sentiero, aveva un colore verde-azzurro, quasi irreale, tanto da sembrare una gemma incastonata tra le montagne.
Dopo il pranzo al GPM il gruppo ha inforcato nuovamente le MTB per scendere verso Passo San Giovanni (m. 1674), dove si trova il bivio con una strada che scende in Valle dei Laghi (arrivando a Ciago e Covelo), una che sale verso la Cima della Paganella (m.2125) ed una che punta in discesa ad ovest, verso Andalo e Molveno. Noi abbiamo preso quest'ultima, che scende ripida e sassosa nei boschi, con il fondo rovinato dai solchi scavati dall'acqua caduta copiosa due giorni prima. Poco dopo Malga Ciago, in corrispondenza di un bivio, anziché proseguire per il sentiero per il sentiero 643, si è deciso si rimanere sulla più comoda strada, nella convinzione che arrivasse anch'essa verso il lago. Purtroppo, dopo circa un km di ripida discesa, la strada terminava in una piazzola di manovra dei mezzi antincendio (era una strada c.d "tagliafuoco"), per cui si sarebbe dovuti tornare indietro. Usiamo il condizionale perchè guardando la carta si è notato che la strada che scende al lago si trovava solo 2/300 metri più in basso, per cui si è deciso di scendere nel bosco fino ad intercettarla.
Mentre con le bici in spalla si
superavano sassi, radici, tronchi di traverso ecc., Cipollino ha richiamato
l'attenzione del Presidente, indicando un punto verso il basso.
"Vedi laggiù tra gli alberi, è bianco" ha detto il New-Rinco.
"Beh?" E' stata la scettica risposta di qualcuno.
"O l'è la strada, o l'è 'n giaròn!" ha ribattuto convinto Cipollino (il "giaròn"
è un ghiaione, cioè un canale con fondo in ghiaia dove si fanno scivolare i
tronchi a valle quando c'è il taglio del legname).
Dopo qualche minuto di ulteriore scarpinata, scesi ancor più in basso ed
avvicinatisi al punto indicato in precedenza, Cipollino ha urlato soddisfatto "Presidente,
no l'è 'n giaròn!". E così i Rinco ha ritrovato la retta via.
Poco dopo, Giro è rimasto con la ruota a terra (anche questa non poteva mancare!), per cui c'è stato un nuovo, obbligato, pit-stop, dopo il quale il gruppo ha raggiunto velocemente il Lago di Molveno, la cui spiaggia attrezzata era affollatissima di bagnanti. Dopo un rapido passaggio sulla riva, dove c'è stato modo di ammirare le evoluzioni dei concorrenti di una gara di parapendio, il cui punto d'arrivo era fissato proprio sulle rive dello specchio d'acqua, il gruppo ha imboccato l'antica strada lungo lago che si trova sulla sponda opposta a quella della strada statale.
La viuzza sterrata, dopo aver risalito il Doss Corno (la montagnetta che si protende nel lago da ovest verso est), prosegue nei boschi a mezza costa, regalando ogni tanto scorci di panorama dello specchio d'acqua alla propria sinistra, fino a condurre all'estremità meridionale del lago, in località Nembia. Da qui, dopo una breve sosta al laghetto per rabboccare le borracce (nella fontana, non nel lago!), è stata imboccata la strada sterrata che conduce a Ranzo. "E' tutta discesa" ha annunciato the Doctor che guidava la truppa. Non l'avesse mai detto! Il tratto successivo era infatti un alternarsi di falsipiani e salitelle spaccagambe, l'ultima delle quali, fino alla località Bael, era di quasi un km. In pratica, dagli 800 metri di Nembia siamo arrivati ai 907 di Bael, alla faccia della discesa!
Da Bael, finalmente, è cominciata sul serio la discesa e di lì in poi ci ha pensato la forza di gravità a ricondurre i nostri stanchissimi bikers a Ranzo, dove si è chiuso un splendido anello che ha regalato - assieme alla fatica - tante emozioni e paesaggi da cartolina.
I prossimi impegni sono, giovedì 23 luglio, la serata "Bike & Grill" e domenica 2 agosto la Vecia Ferovia.
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Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi circa 38 km, mentre il dislivello complessivo ha superato di poco i 1.300 metri. L'altimetria è caratterizzata da una tosta salita iniziale, dal bivio per Margone fino a Malga Gazza, per un totale di 7 km alla media dell'11%. Poi c'è un altro tratto di salita (circa 4 km), fino al GPM di Monte Gazza, con pendenze meno impegnative anche se qualche breve tratto era impedalabile. Poi c'è la lunga discesa verso il lago di Molveno, seguita da un nervoso tratto in saliscendi per tornare a Ranzo, passando sulla sponda del lago di Molveno opposta alla strada statale. La salita più lunga è quella iniziale, circa 11 km complessivi. GPM al Monte Gazza (m. 1749).
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La strada che da Vezzano porta a Ranzo
I preparativi prima del via in MTB da Ranzo (746)
La partenza, attorno alle 8:45
Il primo tratto è tutto all'ombra e la temperatura è assai frizzante
La strada è stata realizzata nella roccia viva di una parete quasi verticale
Prima di cominciare la salita ci fermiamo ad ammirare il panorama
Beh, una sosta la meritava, no?
Al bivio per Margone finisce la pacchia e cominciano gli 11 km di dura salita
Il tratto fino a Margone è stato asfaltato di recente e la strada è un biliardo
Vicepresidente e Presidente ... in vena di monàde!
Proseguiamo sulla ripida strada provinciale, affrontando i vari tornanti che si
susseguono
A Margone (946) ci accoglie un curioso cartello. Il Presidente zittisce la
rumorosa comitiva
e sottolinea: "Meno male che oggi lo Schiaccianoci del Terminillo non c'è!"
Attraversiamo il caratteristico borgo e ci dirigiamo verso l'imbocco della
strada forestale che sale al M.Gazza
La salita è subito ripida: la media è dell'11% e non concederà una tregua fino
alla cima
Il gruppo comincia inevitabilmente a sgranarsi
Il fondo è asfaltato, ma spesso troviamo ghiaia e sassi
La vista spazia lungo la Valle dei Laghi, fino al Lago di Garda
Dai tornanti superiori si scorgono tratti della strada appena percorsa
Presidente e Vicepresidente si fermano ad aspettare i ritardatari
I primi a giungere a Malga Gazza si stendono sul prato ad aspettare i compagni
Per fortuna è una bella giornata di sole e l'attesa sul prato diventa un
piacevole momento di riposo
Il rampone finale prima della malga è micidiale: 24% di pendenza con un fastidioso fondo a cubetti
di cemento
Gaspa osserva Frank e sembra pensare: "Ma come faràlo a nàr sù montà?"
Il Presidente rimane in sella per 3/4 della rampa, poi crolla esausto
Ecco Lupo e Cipollino, a chiudere la sfilata sul rampone malefico
Panoramica della malga, con i Rinco al pascolo
Da qui si può ammirare a sud la Conca del Bleggio
Un po' di geografia della zona
SETTIMANA ENIGMISTICA: indovina l'intruso
Lasciamo la malga e proseguiamo la salita verso il Monte Gazza
Un cartello segnavie. Sullo sfondo si scorgono il lago di Cavedine (a dx) e la
Valle di Cavedine (a sx)
Il fondo stradale è ghiaioso e la pedalata non è mai fluida
Sui tratti più ripidi troviamo ancora il fastidioso fondo a cubetti di cemento
Nei pressi della sommità del panettone erboso del Monte Gazza fa capolino il
Gruppo di Brenta
A questa quota (siamo attorno ai 1700 m) le uniche piante sono i pini mughi
Proseguiamo l'ascesa nei pascoli. Alle nostre spalle c'è sempre il Lago di Garda
La strada taglia il pascolo in direzione nord
Le regine dei pascoli: qui siamo a casa loro!
La skyline delle Dolomiti di Brenta, da poco entrate a far parte del
"Patrimonio dell'Umanità" dell'UNESCO
Dopo le piogge della prima metà di luglio l'erba è verdissima
Di tanto in tanto c'è un falsopiano e possiamo respirare
Il panorama davanti è noi è davvero stupendo
Frank, il Presidente e Cecchi Paone in sosta per una foto ricordo con lo sfondo
del Brenta
Dalla cresta si scorge sotto di noi anche il Lago di Molveno, splendida gemma
tra le cima del Brenta
Sul crinale del Monte Gazza facciamo la sosta pranzo, con il Brenta davanti a
noi
L'atmosfera è rilassata ... quasi gaia!
Il Merdatleta e il Presidente fanno andare le ganasce
Il riposo di Cipollino, dopo un paio di sfilatini "over-size"
Dopo la pausa per il pranzo torniamo in sella per scendere a Passo S.Giovanni
Frank impegnato ad attraversare un tratto di sentiero reso fangoso dai temporali
di venerdì notte
Il sentiero di snoda tra i pini mughi
In una vasca di raccolta dell'acqua approfittiamo per lavare le ruote piene di
fango
In qualche punto pedalare è davvero impossibile e scendiamo a piedi
Per trovare terreno compatto si cerca si stare sui bordi del sentiero
Sotto di noi scorgiamo la conca di Passo San Giovanni
Il Vicepresidente Cecchi Paone affronta in bello stile un single track tra i
prati
Giro vicino al cartello segnavie di Passo San Giovanni
Foto di gruppo con il Brenta a fare da sfondo
Riprendiamo la discesa verso il Lago di Molveno
La discesa si presenta subito impegnativa per via della pendenza e del fondo
sassoso
Una sosta in una radura soleggiata, per ricompattare il gruppo
Guasto meccanico per la MTB del Presidente, con una vite dei freni saltata. Con
una riparazione
provvisoria gli sarà comunque possibile arrivare in fondo alla discesa e finire
il giro
Si sbaglia strada e si controlla sulla carta la via migliore per tornare sul
sentiero giusto. Qualcuno è scettico ...
... e infatti, dopo qualche minuto!
Nel bosco, tra i sassi, per molti era impossibile pedalare ...
... per molti ma non certo per Kriminal Bike, che fedele al suo alias è sceso in
sella tra le pietre!
L'immancabile salto del tronco spezzato: una costante quest'anno dopo l'inverno
così nevoso
Un'altra sosta prima di riprendere la discesa, dopo aver intercettato la più
comoda strada forestale
Riprendiamo la marcia verso il Lago di Molveno
Giro vittima di una foratura. Anche questa è ormai una costante delle nostre
uscite!
Giro sorridente dopo la ripartenza dal forzato pit-stop
Qualche tratto più ripido della discesa, specie nei tornanti, è stato cementato
Dopo una lunga cavalcata nei boschi sbuchiamo sulla strada statale che costeggia
il Lago di Molveno
Ora il Brenta lo guardiamo da sotto
Facciamo un giro in spiaggia, ammirando chiappe e zinne al vento
Proseguiamo il tour "panoramico"
Il lago visto dalla spiaggia
Il Merdatleta impegnato sul sentiero lungolago
Cecchi Paone sta forse raccontando del bagno nel lago del 2005?
L'itinerario prosegue sulla strada lungolago sulla sponda opposta a quella della
statale
Una cascata nei pressi del Ponte Romano
Il passaggio sull'antico Ponte Romano
Tania ha quasi esaurito le energie e su un salitone in zona "Fortini di
Napoleone" deve spingere
Cipollino, invece, le energie le ha esaurite da tempo è ormai sta andando avanti
con l'orgoglio
Lungo la strada sterrata che costeggia il lago si fermiamo ad ammirare le sue
acque azzurrissime
La strada prosegue pianeggiante verso l'estremità sud del lago
In alcuni tratti il fondo è veramente scorrevole e ben tenuto
Arriviamo in località Nembia, dove si trova un piccolo laghetto con spiaggia
attrezzata per i pic-nic
Da Nembia imbocchiamo la strada sterrata per Ranzo. la meta è ormai vicina
Sopra di noi ammiriamo le rocce stratificate nel corso dei millenni
Circa 15.000 anni fa la zona fu interessata da una grande frana. Ecco il motivo
dell'ambiente "lunare"
Proseguiamo fra numerose baite ristrutturate e prati ben curati
Alle porte di Ranzo riappare davanti a noi la Valle dei Laghi
Una galleria scavata nella roccia viva
Questa strada, in un progetto di qualche decennio fa, doveva collegare la Valle
dei Laghi con Molveno.
La sede stradale era già stata allargata e mancava solo l'asfalto, poi tutto
venne bloccato ...
Alla prossima ...