4ª uscita ufficiale del 2009, con l'ascesa a Bocca Giumela in Valle di Ledro |
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Dopo gli "assaggi" del Colle di Monticolo (05/04) e dell'Altopiano della Paganella (25/04), cui ha fatto seguito l'appuntamento "padano" della Summer Bike (17/05), disputata oggi la prima vera uscita d'alta montagna della stagione 2009. 17 biker al via (+4 aggregati per il pranzo) per affrontare l'impegnativa salita verso Bocca Giumela. Al rientro grande pranzo sociale in baita. |
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Molina di Ledro (TN), 30-05-2009. Si è svolta oggi in valle di Ledro la 4ª uscita stagionale del Programma Ordinario. E' stato, questo, il primo vero "tappone alpino" della stagione, con un anello di 33 km e 982 metri di dislivello, non moltissimi per la verità, ma con una salita - da Tiarno di Sotto a Bocca Giumela, dove in 7 km si è passati dai 720 metri del fondo valle ai 1.452 della cresta, con una pendenza media superiore al 10% e punte anche oltre il 20%, sui numerosi ramponi cementati incontrati lungo l'ascesa. In cima, dai pascoli di malga Cap, lo spettacolo delle vette innevate dell'Adamello, con il Carè Alto su tutte.
Al via da Pur (m.650) erano in 17, che sono partiti attorno alle 9:00 ed hanno percorso la strada lungolago in direzione di Pieve di Ledro. Un tracciato, questo, già percorso altre volte, nelle nostre tradizionali puntate in questa valle, per poi raggiungere la meta di turno. Dopo aver lasciato la strada asfaltata, nel punto in cui si inerpica sul Dos de Pur, abbiamo imboccato il bel tratto ciclabile sterrato lungo lago, che ha condotto direttamente nella zona del circolo velico e dei campeggi di Pieve di Ledro, all'estremità nord del lago.
Da qui è stata imboccata la nuovissima pista ciclabile che costeggia il torrente Massangl, inaugurata da poco come testimoniano l'asfalto nero e le strisce dipinte ancora bianchissime. Era, questa, un'opera attesa da anni, che consente di percorrere in bicicletta la valle senza i pericoli della vicina strada statale.
Con un divertente saliscendi, passando tra verdissimi prati, siamo così giunti all'abitato di Tiarno di Sotto dove, dopo circa 8 km di riscaldamento, è finita la pacchia della ciclabile. Dal paese, infatti, è stata imboccata via alla Sega, il cui nome - a dispetto dei maliziosi - richiama l'antico mestiere del segantino, tutt'ora praticato in questa valle così ricca di legname. La via sale subito verso il bosco, con pendenze che non concedono tregua. Tornante dopo tornante la quota altimetrica è salita velocemente e in breve siamo arrivati agli 850 metri della Chiesetta di San Giorgio, risalente al 1400, collocata in posizione panoramica sul paese.
La salita è proseguita decisa, alternando ripidi ramponi cementati dove il ciclocomputer segnava anche il 22-23%, a tratti più umani dove si viaggiava sul 7-8%. Giunti alla val de Cadre, la stretta valle che scende dalla Bocca Giumela, la strada ha iniziato a salire con un tornante dietro l'altro, tanto che dopo ogni curva ci si trovava a guardare in basso la strada appena percorsa. Il cielo era terso come non mai, ma sotto la fitta boscaglia i raggi del sole filtravano appena: poco male, visto che il caldo avrebbe reso l'ascesa ancora più impegnativa.
Finalmente, dopo 7 duri chilometri, siamo giunti alla Bocca Giumela, il valico da dove è possibile scendere nelle valli Giudicarie e che probabilmente, un tempo che fu, era un'importante via di collegamento tra le due vallate, nell'epoca in cui il trasporto delle merci si faceva coi muli o con lo zaino in spalla!
Dopo una doverosa sosta per tirare il fiato e ricompattare il gruppo, si è proseguito in direzione di malga Cap, dapprima in discesa e poi nuovamente salendo nel bosco, per poi sbucare nell'ampio pascolo che circonda la struttura per l'alpeggio. La strada bianca attraversa i verdi prati risalendo con un paio di curve la dorsale erbosa, per condurre fino alla cresta sotto la Cima Palone dove si trova l'edificio di malga Cap.
Da qui il panorama si apre sui due lati, offrendo ad est un'ampia veduta della Val di Ledro, con il lago ben visibile incastonato tra le montagne, ed ad ovest la catena dell'Adamello, con le sue vette sempre innevate, sulle quali svetta il Carè Alto.
Dopo la foto di gruppo si è quindi ripartiti, ma non in sella visto che il tratto successivo, per raggiungere il GPM posto sotto la Cima Palone, era un ripido prato dove la pendenza è arrivata al 30%. Fortunatamente erano solo 100 metri, poi - una volta raggiunto il bosco soprastante - si è tornati a pedalare per percorrere la cresta in direzione del Passo di Giovo. Questo tratto offre un divertente sentiero in single track, con diverse curve strette dove è necessario impostare bene la traiettoria per avere lo spazio necessario per poter svoltare rimanendo in sella alla MTB. Molti, infatti, hanno preferito fermarsi e fare la curva a piedi, per poi salire di nuovo in sella dopo aver girato la bici a mano.
Velocemente si è giunti a Passo di Giovo, dove è stato imboccato il sentiero che scende diretto verso Tiarno di Sopra. E qui, dopo qualche centinaio di metri, è arrivata la prima sorpresa, con un bell'albero caduto di traverso quest'inverno a causa del peso della neve. Per raggiungere il sentiero sotto di noi si è dovuto scendere a piedi da un rampone di terra, ma quello è stato solo il primo di tanti sali-scendi che ci avrebbero atteso di lì in avanti. Per un paio di km, infatti, il sentiero era costellato di alberi caduti di traverso, tanto che ogni 50-100 metri si doveva scendere di sella per passare la bici sopra o sotto il tronco, secondo i casi. E' stato, questo, l'unico neo di un giro splendido, anche se comprensibile vista l'enorme quantità di neve caduta in questa stagione, che ha causato numerosi schianti in tutti i boschi della provincia, come abbiamo avuto modo di constatare di persona durante le nostre ciaspolate o, da ultimo, all'uscita in bike sull'Altopiano della Paganella. E l'impressione è che questa situazione durerà ancora per molto, vista l'ampiezza delle zone interessate.
Finalmente, dopo l'ennesimo tratto con bici in spalla, abbiamo raggiunto la strada forestale dove il problema tronchi non si è presentato (oppure è già stato risolto), per cui abbiamo affrontato decisi la discesa che in breve ci ha condotti all'abitato di Tiarno di Sopra. Qui, dopo una breve sosta alla fontana per dissetarci dopo oltre 3 ore con una sola borraccia ormai vuota (non ci sono fontanelle lungo il percorso!), abbiamo imboccato la pista ciclabile percorsa all'andata e abbiamo affrontato veloci la leggera discesa che conduce verso il lago. In una manciata di minuti abbiamo raggiunto Pieve e poi Pur, dove la fumante polenta di patate era già pronta da servire.
Ai 17 bikers si sono aggiunti altri 4 soci per il pranzo (oltre ai due padroni di casa, c'erano anche Cipollino e lo Schiaccianoci del Terminillo, giunti con famiglia al seguito), svoltosi come da tradizione nel "Bait del Segalì", la splendida struttura sulle rive del Lago di Ledro che la famiglia dei nostri soci Frà e Tania mette ogni anno a disposizione per quello che è ormai diventato un appuntamento fisso, al pari della Vecia Ferovia, della Rinco Bike e del Taverna-Tour.
Il Presidente ha anche omaggiato il padrone di casa, il sig. Vito (padre di Tania e suocero del Frà, ndr), con uno speciale grembiule recante ricamati sul petto il nostro logo e la scritta "Polentaro Ufficiale".
La polenta di patate, accompagnata dallo spezzatino e dalle salcicce, è andata giù che è un piacere, seguita dai formaggi e dai salumi. Poi è stata l'ora delle crostate e del gelato, che riempie i buchi e assesta lo stomaco!
Dopo il pranzo c'è stato anche un divertente siparietto con alcuni soci che hanno dato vita ad una nuova disciplina della nostra bizzarra polisportiva: le bocce! Sul prato appena rasato si sono sfidate le coppie Taverna-Uomo Lavico e Schiaccianoci-Barbapapà, con quest'ultimo che ha esibito uno stile impeccabile tanto da far sospettare numerose frequentazioni alla bocciofila di Levico Terme!
Alla fine la foto del gruppone e quindi saluti, con l'arrivederci ad una nuova bella avventura sulle montagne del Trentino. Il prossimo impegno sarà a metà giugno con l'Uscita Revival: si salirà in val Venegia, rievocando l'uscita del luglio 2005, con l'ascesa a Baita Segantini.
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Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi poco meno di 33 km, mentre il dislivello complessivo ha raggiunto i 982 metri. L'altimetria è il classico triangolo, con un'unica ascesa collocata nella parte centrale del tracciato, preceduta e seguita dal tratto in falsopiano di trasferimento dal lago di Ledro a Tiarno e viceversa. La salita più lunga è stata da Tiarno di Sotto a Bocca Giumela, circa 7 km. GPM alla sella tra le malghe Cap e Palone, sotto la Cima Palone, a quota 1550.
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La foto di gruppo davanti all'imponente barbecue, prima del via alle 9:00
Per fare questa foto il Presidente, nel posizionare l'autoscatto, ha dovuto
assumere una posizione pericolosa
Nota di merito per l'attaccamento alla maglia dimostrato dall'Uomo
Lavico: per lui un ponte aereo
Catania/Verona per partecipare a questa uscita in Val di Ledro. Dalla Sicilia
alle Alpi per i Rinco: mitico !
Alle 9:00 si parte da Pur e si costeggia il lago
La giornata è a dir poco splendida. Non si trova una nuvola nemmeno a cercarla!
Lasciata la strada che sale al Dos de Pur imbocchiamo il tratto ciclabile
sterrato lungo lago
Giunti a Pieve c'è la nuovissima ciclabile lungo il torrente Massangl che ci
attende
La pista ciclabile è stata inaugurata da poco, come si può notare dall'asfalto
nerissimo!
Proseguiamo in un piacevole saliscendi tra i verdi prati ai piedi del Tremalzo
A Tiarno di Sotto il Nonno Taverna punta una preda del suo target e ci prova
prendendola larga ...
Alvaro non molla e prova un approccio più diretto ....
Lasciamo la signora in confusione e imbocchiamo la salita verso
Bocca Giumela
La strada si impenna subito e in breve usciamo dal paese
Le ultime case scompaiono alle nostre spalle: d'ora in avanti solo prati e
boschi
Affrontiamo questo primo rampone all'ombra degli alberi
Nonno Taverna si alza sui pedali per affrontare un tornante
Su uno dei tornanti si trova l'antica Chiesetta di S.Giorgio, risalente al 1400
Uscendo dal bosco intravediamo la cresta che separa la Val di Ledro delle
Giudicarie
La strada alterna tratti soleggiati a tratti ombrosi sotto la fitta boscaglia
Il coriaceo Barbapapà: da lui uno schiaffo morale a tutti quelli che hanno
rinunciato "perchè è troppo dura"
Nei tratti più ripidi (oltre il 20%) è stato posato il cemento rigato per
aumentare il grip degli pneumatici
Da un tratto esposto in parete ammiriamo il paese di Tiarno di Sotto, appena
lasciato un paio di km prima
Uno dei rari tratti dove la salita ha fatto tirare il fiato
Lucky Luke e signora in una pausa ad un tornante
Emblematica immagine della pendenza della strada, in diversi punti oltre il 20%
Anche dalla vista frontale si percepisce chiaramente che è un rampone!
Il passaggio davanti ad un vecchio fienile, tra i pochi segni di presenza umana
in un territorio assai selvaggio
La strada non concede tregua
Finalmente, dopo 7 km di dura ascesa, arriviamo a Bocca Giumela, a quota 1452
E lòri i se la cònta, ah se i se la cònta!
Il Presidente controlla il tracciato sulla carta e si alza il solito mormorio di
commenti ...
Riprendiamo a pedalare in direzione di Malga Cap. Dopo una breve discesa
torniamo a salire nel bosco
Usciti dal bosco ci troviamo nei verdissimi pascoli d'alta montagna
Il trenino prosegue compatto
Frank, visto dal tornante sotto, sbuca tra l'erba e i fiori
L'arrivo a Malga Cap, a quota 1515
Walter Kramp e Barbapapà affrontano con grinta l'ultimo tratto di salita
sterrata per arrivare alla malga
Dalla malga possiamo ammirare la Val di Ledro, con il lago incastonato tra le
montagne
Verso est, invece, il panorama si apre sulla catena dell'Adamello, con il Carè
Alto a svettare su tute le cime
Lupo, Gigi e Frank
Foto di gruppo a Malga Cap
Il Presidente, per una volta davanti all'obiettivo
Curiosa immagine dal basso del Merdatleta Brücke e di Gigi, con sfondo azzurro
cielo
Lasciata la malga ci attendono 100 metri al 30% in un ripido prato: qualcuno
azzarda la pedalata ...
... ma ci rendiamo conto ben presto che è impossibile rimanere in sella!
E comunque anche a piedi ... non è una passeggiata!
Fortunatamente è un tratto molto breve: raggiunto il bosco riprenderemo a
pedalare
Dall'esplosione di luce del pascolo alla semioscurità del fitto bosco di faggi,
larici e abeti
Dal GPM sotto la cima Palone inizia un bel single track in discesa
Procediamo distanziati, per evitare tamponamenti in caso di frenate improvvise
Un altro terzetto passa davanti al fotografo
L'Uomo Lavico: per lui una bella Cannondale a noleggio da Carpentari Bike Shop
Il sentiero scende nei boschi ombrosi
Il Vicepresidente Cecchi Paone impegnato prima di un tornante
Un tratto di sentiero quasi coperto dalla vegetazione
La sosta a Passo di Giovo, a quota 1396
Lungo la discesa da Passo di Giovo la prima sorpresa: il sentiero è ostruito da
un albero caduto per la neve
Tagliamo il tornante e raggiungiamo la strada sotto di noi passando da un ripido
rampone di terra
Il Merdatleta - per frenare la discesa - deve puntare i talloni!
La discesa di Walter Kramp
Per affrontare la discesa a piedi ognuno usa la sua tecnica ...
Torniamo in sella, ma nei 2 km successivi sarà un sali e scendi continuo a causa
degli alberi caduti
Alcune volte, facendo attenzione alle corna, si poteva anche rimanere in sella
...
... ma nella maggior parte dei casi no, e così si son formati i tappi!
Su alcuni alberi passiamo sopra ...
... e su altri passiamo sotto !
Il passaggio in mezzo alle ramaglie ci mancava!
Barbapapà si esibisce nel "passo dell'oca", tipico dell'Armata Rossa
Finalmente raggiungiamo la strada sterrata che scende a Tiarno di Sopra e
possiamo rimanere in sella!
Anche questa forestale, come quella fatta in salita, presenta numerosi tornanti
Raggiungiamo velocemente Tiarno di Sopra
Ad un'antica fontana facciamo il rabbocco borracce, vuote ormai da tempo!
Imbocchiamo - in leggera discesa - la pista ciclabile fatta all'andata
Sfrecciando tra i prati arriveremo in pochi minuti a Molina di Ledro
L'arrivo a Pur del Vicepresidente Cecchi Paone
L'espressione del Nonno Taverna vale più di mille parole
L'ospite Massimo, anche lui provato ma molto soddisfatto
E cantiamo tutti in coro: "Macho, macho man, macho, macho, macho man ..."
L'Uomo Silente con Paola
Nel frattempo il sig. Vito ha preparato una superba polenta di patate, con
spezzatino e salcicce
Così, al Bait del Segalì, diamo via al meritato pranzo sociale
Al servizio cucina troviamo il New-Rinco Cipollino, aggregatosi per il pranzo
Il menu prevede polenta di patate (tipica della val di Ledro) con spezzatino e
salcicce
Il Presidente consegna al padrone di casa, il sig. Vito, un grembiulino speciale
Vito è nominato "Polentaro Ufficiale" dei Rinco Boys
Anche l'infortunato Schiaccianoci del Terminillo si è aggregato per il pranzo
sociale
Gigi - per il dolce - si mette comodo nel prato
Si alza un venticello fresco e alla faccia del 30 maggio mettiamo il pile.
Alvaro però, potevi togliere l'etichetta!
Dopo mangiato è l'ora del relax
Cipollino, però, fa il servizio completo: ora si mette al lavaggio stoviglie!
La nuova disciplina della nostra bizzarra polisportiva: le bocce!
Taverna lancia la sua boccia sotto lo sguardo sornione dell'avversario Barbapapà
Barbapaà, che si è rivelato un vero asso della disciplina, esibisce un perfetto
stile di lancio.
Anche il look, con sandalo alla tedesca, tuta ginnica e cappellino, è davvero da
bocciofila!
No comment
Il gruppone posa con le panze piene a fine pranzo
Concludiamo con questo primo piano del Frà assorto nei pensieri: "Meditate,
gente, meditate"