1ª uscita
ufficiale del 2008, tra le malghe del Monte Bondone |
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Dopo 2 rinvii, ha preso il via oggi con il Giro delle Malghe del Monte Bondone il Programma Ordinario 2008. Bellissima giornata di sole e ben 17 partenti all'escursione tra i pascoli dell'Alpe di Trento. Sulla pista da sci "Rocce Rosse", spettacolare discesa in mtb sulla neve (con qualche caduta da stuntman). |
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Monte Bondone (TN), 26-04-2008. Dopo due rinvii per il maltempo (il 6 e il 20 aprile, cui va aggiunto anche quello di "Bici & Bicèri" dell'11/4) è finalmente partito il programma ordinario 2008, che sembrava non dover decollare a causa di un mese d'aprile assai piovoso come non accadeva da anni.
L'attesa era tanta, come testimoniano i 16 soci presentatisi a Sopramonte, cui va aggiunto l'ospite Marzin8, in esplorazione per valutare una sua prossima adesione al Club. L'escursione non era lunga (solo 24 km), ma alla prova dei fatti si è dimostrata assai più tosta di quanto non era apparso a tavolino. Il percorso nervoso, con continui saliscendi (in tutto il tragitto saranno stati percorsi 2/300 metri di pianura!) ha fatto lievitare il dislivello dai 750 m. annunciati ai 1.003 effettivi, per cui alcuni soci in ritardo di preparazione hanno accusato il colpo soprattutto nel finale, quando la mancanza di fondo ha costretto a percorrere a piedi buona parte dell'ultima insidiosa ascesa.
La partenza è avvenuta nel suggestivo complesso storico dell'ex Monastero di S.Anna, a quota 840 m., sopra l'abitato di Sopramonte. Anzichè alle 9,00, come previsto nel programma, si è saliti in sella soltanto alle 9,45, "grazie" alla coppia di Rinco2 Frà & Givoli, i quali (unici su 17 persone) non riuscivano a trovare la strada per il monastero e sono andati a zonzo in macchina per una buona mezzora, finendo perfino a due passi dalla Malga Brigolina, prima di essere guidati per telefono dal Presidente fino al luogo di ritrovo.
Dopo aver lasciato l'ex Monastero, con qualche centinaio di metri in discesa, si è presentata subito la salita del Lavè, una strada forestale con pendenza costante che in circa 3 km, passando in un ambiente dall'aspetto lunare (frutto delle frane post-glaciali) ha condotto fino a quota 1.090 metri, andando ad incrociare la strada che sale dalla Malga Brigolina verso Mezavia. Il gruppo ha quindi proseguito la salita sulla strada asfaltata, giungendo ai prati di Mezavia (1170). Da qui è stata imboccata la strada forestale Mezavia-Colmi, percorsa fino al bivio "Piani di Mezavia" (1210), dove si è svoltato a destra, scendendo nel bosco in direzione del Malghèt. Usciti dalla vegetazione, ci si è trovati di fronte uno spettacolare panorama della Paganella e in breve si è arrivati alla malga di Sopramonte (chiamata il Malghèt, quota 1118), la prima delle antiche strutture per l'alpeggio che costituivano il filo di collegamento di questa escursione.
Dal Malghèt si è fatto rientro al bivio dei Piani di Mezavia, per poi proseguire sulla forestale Mezavia-Colmi, abbandonata dopo circa 1 km per deviare in direzione della Malga di Vigolo. Su questa strada, giunti a quota 1.400 circa, è stata incontrata la neve, che nelle zone in ombra copriva ancora l'intera carreggiata. Arrivati alla Malga di Vigolo (1340), adagiata sul fianco della pista da sci "Rocce Rosse", si è posto il dilemma: scendere lungo la pista, che è ancora quasi totalmente innevata, oppure tornare indietro? La risposta, manco a dirlo, è stata: scendiamo sulla neve! E qui è cominciato lo show! Qualcuno è sceso di sella fin da subito, altri solo dopo aver provato il brivido per qualche metro. Alcuni, come Frà, Willy, Givoli e il Presidente, hanno abbozzato una sorta di spazzaneve, scendendo per diversi metri con i piedi che scorrevano sulla neve semi-ghiacciata, reggendosi alla MTB con le mani. Non sono mancate le cadute, anche spettacolari, come quella di Brücke che è volato in avanti ed è caduto nella neve con la bici sulla schiena!
Giunti a Mezavia, dopo questo fuori-programma in stile invernale, si è passati vicino all'ex Malga di Baselga (1180), ora trasformata in bar-ristorante, annesso all'attiguo campeggio. Da qui si è proseguito lungo il Giro della Selva, un percorso permanente di MTB che arriva a Candriai. Arrivati a Prà della Fava (1130), però, è stato imboccato il sentiero che scende verso la Malga Brigolina. Questo è stato uno dei tratti più tecnici in discesa, con punti molto sassosi e pendenza assai elevata. Anche qui c'è stata qualche caduta, forse dovute alla stanchezza dopo la ascese precedenti. Sbucati alla Malga Brigolina (996), dopo una sosta alla fontana nel pascolo, si è proseguito l'itinerario lungo un sentiero nel bosco, scendendo verso il Passo di Camponcino (811). Qui è stata fatta una deviazione sul Castelar de la Groa, una piccola collina che sovrasta Sopramonte, dove si trovava una delle fortificazioni che gli austriaci, prima della guerra 1915-18, avevano costruito per difendere la città di Trento. Sulla collina si trovano degli "Stoi" ( dal tedesco Stoll = Tunnel, galleria), ovvero dei depositi militari scavati nella roccia viva per qualche decina di metri, nonché delle trincee, anch'esse scavate nella roccia e perciò perfettamente conservate, a differenza dei manufatti in mattoni e cemento, oramai ridotti a dei ruderi. Singolare l'attraversamento della trincea, così stretta da impedire di reggere la bici stando al suo fianco. Qualcuno ha sollevato la MTB sopra la testa, qualcuno si è piazzato dietro allungando le braccia sul manubrio, qualcuno ha sollevato la MTB in piedi, facendola procedere solo sulla ruota posteriore, ma alla fine si è arrivati in fondo e si è potuto proseguire l'itinerario, che con un anello attorno al colle ritorna al punto di partenza.
Da qui, utilizzando la strada del Camponcino, si è scesi a Sopramonte (615), per poi affrontare l'ultima ascesa verso S.Anna. Quegli ultimi 200 metri di dislivello, suddivisi in parte sulla strada asfaltata di Castelpian (che collega il paese a due masi collinari) e in parte nel bosco su una forestale che si inerpica a tornanti fino alle spalle dell'ex Monastero, sono stati per qualcuno micidiali, tanto da dover scendere dalla bici per proseguire a piedi. Sbucati nel prato sottostante il complesso di S.Anna si è così concluso il breve (ma impegnativo) tour tra le malghe del Monte Bondone, per dedicarsi ad un meritato spuntino.
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Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 24 km, mentre il dislivello è stato di 1.003 metri. Molto "nervosa" l'altimetria, con continui saliscendi e praticamente nessun tratto pianeggiante. Salita più lunga: Lavè (circa 3 km); GPM a Malga di Vigolo (1340)
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Foto di gruppo prima del via, nel suggestivo complesso storico dell'ex Monastero
di S.Anna
Il Merdatleta in carica, Luciano il Kanoista, ha preso il via con la maglia
marrone
Le prime pedalate, a ritroso sulla strada che conduce al monastero
Al via anche il New-Rinco DD, alla sua prima escursione in montagna, seguito da
Giro
Il trenino dei Rinco si snoda sulla strada forestale Lavè, che sale da
Sopramonte verso il Monte Bondone
Il toponimo della località Lavè è con ogni probabilità legato agli eventi
franosi dell'epoca post-glaciale che
cambiarono radicalmente il paesaggio, qui come altrove in Trentino. Altri esempi
sono le famose Marocche,
nei pressi di Dro, o i Lavini di Marco, poco a sud di Rovereto, citati perfino
da Dante Alighieri nella Divina
Commedia ("Qual è quella ruina che nel fianco di qua da Trento l'Adice
percosse .." - Inferno, Canto XII)
Givoli ha esibito uno stile "muratore"
La prima salita si conclude ai prati di Mezavia
Dai prati di Mezavia si è proseguito la salita sulla strada forestale
Mezavia-Colmi
Al bivio di Piani di Mezavia un groviglio di segnalazioni crea qualche
scompiglio ...
Giunti al pascolo del Malghet si ammira il panorama della Paganella
E allora via, altra foto di gruppo!
Si scende verso la struttura della malga
Ed eccoci al Malghet, poco sopra quota 1100. Di fronte, in basso, si nota il
pascolo della Malga Brigolina
Si riparte in direzione di un'altra malga
Risalendo dal Malghet ci troviamo di fronte il Palòn ancora innevato
Dopo aver abbandonato la strada Mezavia-Colmi, si sale verso la Malga di Vigolo
Arrivati a circa 1.400 di quota, incontriamo la neve che copra ancora gran parte
della strada
La ghiaia gioca brutti scherzi anche in salita: ecco il Dori scivolato a terra
dopo una pedalata troppo vigorosa!
Senza parole
Eccoci al GMP odierno: la Malga di Vigolo (1350), posta a fianco della pista da
sci "Rocce Rosse"
La neve a pochi giorni dal 1° maggio non è da tutti e allora .. altra foto di
gruppo!
Ora, però, bisogna scendere. C'è chi fa zig-zag a piedi ...
... chi improvvisa lo spazzaneve reggendosi alla mtb ...
... chi sviluppa nuove tecniche di discesa!
Ad ogni modo la pista era molto ripida e non sono mancate spettacolari cadute!
Una di questa ha visto come protagonista Brücke, volato in avanti sulla neve
dopo essersi impuntato.
In fondo alla discesa è dovuto ricorrere alle cure del Presidente-Infermiere,
con il cerotto spray
Raggiunti nuovamente i prati di Mezavia, imbocchiamo la strada della Selva
A Prà della Fava deviamo sul sentiero che scende ripido nel bosco verso la Malga
Brigolina.
Il sentiero presenta qualche tratto tecnico e Big Bobby (come molti altri) non
vuole rischiare
Giro, invece, ha provato ...
Barbabapà, invece, scende in bello stile tra il pietrame
In fondo al sentiero sbuchiamo alla Malga Brigolina
Dalla Malga Brigolina scendiamo verso Passo Camponcino, passando tra i pascoli
A parte il primo tratto, fangoso perchè oggetto di scavi per la posa di
tubature, la strada è scorrevole e asciutta
Giunti a passo Camponcino imbocchiamo il Percorso della Grande Guerra, sul
Castelar de la Groa
La vecchia strada militare realizzata dagli austriaci aggira la collina che
sovrasta Sopramonte
La strada si inerpica con una serie di tornanti
Il sole picchia e la fame incombe ...
Ecco uno degli "Stoi" (dal tedesco Stoll: tunnel, galleria). Si trattava di
depositi militari scavati nella roccia
Il mondo visto dagli Stoi ...
Il percorso prosegue verso le trincee. Willy scende in bello stile sul sentiero
tecnico
Gaspa e l'Uomo Silente a zig-zag tra i larici
Eccoci alle trincee. Il Castelar de la Groa faceva parte del sistema di
fortificazioni a difesa della città di Trento
Caporale Gigi, scattare!
Dopo la parentesi di storia, scendiamo verso Sopramonte lungo la strada del
Camponcino
La freccia rossa indica il Malghet (la prima delle malghe visitate oggi). La
freccia blu il Monastero di S.Anna
Da Sopramonte riprendiamo a salire. L'ultima ascesa odierna, poi se magna!
Lungo la strada di Castelpian il Presidente (con la webcam in testa!) posa con
la Paganella sullo sfondo
Cartolina dal Trentino
Barbapapà pedala tra i prati in fiore
Lasciato l'ultimo maso (e la strada asfaltata) saliamo ancora nel bosco, verso
S.Anna
Per alcuni le energie sono ormai finite e l'ultimo tratto .. si fa a piedi
Ecco finalmente l'ex monastero. Le fatiche sono terminate
E ora mettiamo in moto le ganasce, ce lo siamo meritato!