8ª uscita
ufficiale del 2007, tra Piana Rotaliana e Val di Cembra
Ultimo assaggio
di montagna
11 partecipanti
all'ultima escursione in quota del 2007. Bel trac-
ciato, anche se in alcuni punti tecnico e impegnativo, soprattutto
nei tratti in single-track nei boschi del Monte Corona. Battezzato
il socio n° 46, 3° New-Rinco del 2007: è Massimiliano, lo Schiac-
cianoci del Terminillo. Luciano Kanoista rientra in gruppo dopo il
brutto incidente del 14 luglio scorso: per lui tanta fatica ma anche
segnali positivi dalla prima uscita seria: la gamba è ancora buona.
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Ospite |
S.Michele all'Adige (TN), 21-09-2007. Si è svolta oggi, in una bellissima giornata di sole settembrino (e con una temperatura oltre i 20°), l'8ª uscita stagionale del programma ordinario, l'ultima nel 2007 che ha visto i Rinco Boys pedalare in montagna, ora che l'autunno incombe. Per completare il programma mancano solo il Taverna-Tour e la Rinco-Bike.
Erano 11 i bikers presenti, anche se dovevano essere 13. Le defezioni dell'ultim'ora sono quelle di Franz (che doveva esordire e che dovrà ora aspettare il Taverna-Tour per evitare la retrocessione tra le "Pippe & Paraculi"), bloccato in Università oltre il previsto, e di Baldazàr, che incredibilmente ha affermato di aver saputo che oggi era in programma l'uscita in MTB! Davvero strano, visto che il Presidente, nell'ultima settimana, ha letteralmente inondato di e-mail le caselle dei soci, per non dire degli avvisi pubblicati sul sito internet, su Rinco Magazine e in bacheca. Insomma, Baldazàr deve aver davvero avuto la testa tra le nuvole!!!
In compenso va registrata la 46ª affiliazione al Club, che ha visto protagonista Massimiliano, detto lo Schiaccianoci del Terminillo. Il suo alias è presto spiegato: la seconda parte è ovviamente riferita alla zona geografica di provenienza, mentre l'appellativo di schiaccianoci è stato affibbiato da coloro che con lui condividono l'intera giornata lavorativa, subendo - a loro dire - il fiume di parole che il reatino proferisce in continuazione, intervenendo in tutti gli argomenti con l'effetto - appunto - di "schiacciare le noci"! Ad ogni modo il suo esordio è stato più che positivo, tenuto anche conto, per usare le sue parole, che fino all'altro giorno andava in giro con la bici verde pisello della Esso, del peso di circa 20 kg!
Tra i presenti di oggi c'è anche da segnalare Luciano Kanoista, al rientro in gruppo dopo il brutto incidente che lo vide sfortunato protagonista il 14 luglio scorso. Dopo oltre due mesi inattività la forma non poteva certo essere quella dei tempi migliori, ma alla prima uscita seria i segnali sono comunque positivi. Certo, la fatica è stata tanta, soprattutto quando le pendenze hanno raggiunto valori elevati (ed è stato inconsueto vedere scendere dalla bici per proseguire a tratti a piedi colui che affrontava le salite come un caterpillar!), ma la gamba c'è ancora, eccome, basterà solo un po' di allenamento per riacquistare la tonicità perduta e per fare un po' di fiato, poi torneremo a vedere Luciano passarci avanti, per ritrovarlo in cima che ci aspetta!
La partenza dell'escursione è avvenuta da località Masetto, a nord di S.Michele, nei pressi del rinomato ristorante La Cacciatora. Dopo un breve tratto sterrato lungo un canale irriguo, il gruppo ha raggiunto la frazione di Grumo e, dopo aver attraversato l'Adige, il capoluogo di San Michele. Qui si è proseguito verso sud, lungo la strada comunale che corre alle pendici della montagna, nella parte interna dell'abitato. Raggiunto Maso S.Donà è finita la pacchia, perchè dopo qualche km di pianura è iniziata la salita, e che salita. Subito uno strappo nei vigneti con pendenza oltre il 20%, tanto per gradire! Il fondo in cemento (posato perchè anche i trattori facevano difficoltà a salire sulla ghiaia, soprattutto dopo le piogge) ha consentito un certo grip, ma a quella pendenza ci vuole una bella spinta, tanto che oltre metà del gruppo ha dovuto scendere dalla MTB e proseguire a piedi. Fortunatamente si è trattato di un tratto assai breve (circa 50 metri), dopo il quale la strada interpoderale è proseguita con pendenze più umane, fino a intersecare la comunale che risale la collina di Sorni. La strada, con numerosi tornanti ed una pendenze attorno al 10%, ha portato subito in quota, consentendo mano a mano che si saliva, di apprezzare sempre più il bellissimo panorama del giardino vitato della Piana Rotaliana e delle catene montuose del circondario.
Raggiunto Maso Rosabèl, la salita è proseguita ancora su asfalto per un breve tratto della "Strada del Vino", fino a Maso S.Valentino, già nel Comune di Giovo. Qui si è entrati nel bosco, per affrontare il tratto in salita più tecnico ed impegnativo dell'intero itinerario. Due km, da Maso San Valentino fino alle porte di Faedo, con pendenze quasi mai sotto il 10%, ma con diversi strappi anche oltre il 15% ed un fondo che nella prima metà era molto sassoso e letteralmente solcato dai rivoli d'acqua conseguenza delle forti piogge di martedì scorso. Più abbordabile la seconda parte, quasi totalmente in single-track, ma con pendenze più abbordabili ed un fondo in terra battuta più scorrevole e pedalabile.
All'uscita dal bosco, un frutteto carico di succose ed invitanti mele baciate da sole ha "costretto" il gruppo ad una sosta per la seconda spesa proletaria della stagione, dopo la razzìa di ciliege avvenuta lungo la strada che da Salorno conduce al Monte Alto, nel giugno scorso. Dopo il breve break, si è tornati ad inforcare le MTB per raggiungere il vicino paese di Faedo e affrontare l'impegnativa salita che dall'abitato conduce alle frazioni più alte, fino alla località PIneta. Qui è collocato tradizionalmente l'arrivo dell'ultima tappa del Giro del Trentino femminile, che proprio su queste rampe (in alcuni tratti fino al 18%) vede decidersi la corsa.
Dalla Pineta di Fado il gruppo si è spostato verso la Valle di Cembra, attraverso l'ombrosa S.P. 58, che passando per dei fitti boschi di castagni e faggi conduce a Masèn di Giovo. Da qui, utilizzando in parte il sentiero del "Percorso vita" ed in parte alcune ripide carrarecce tra i meleti, si è scesi fino a Ville di Giovo, dove è iniziata la salita finale verso il GPM del Monte Corona. Il primo tratto, all'uscita dal paese e poi tra gli ultimi frutteti prima del bosco, si è sviluppato sulla ripida strada comunale asfaltata, poi, una volta raggiunta quota 800 circa, l'ascesa è proseguita su una strada forestale, anch'essa con pendenze talvolta elevate, anche se alternate a tratti in falsopiano che consentivano di tirare il fiato. La strada ha letteralmente aggirato la montagna, portando dal versante est a quello opposto affacciato sulla Piana Rotaliana. Ed è proprio qui che la strada raggiunge la sua quota massima (950 m.), proprio sotto la vetta della montagna. Nella comoda e panoramica piazzola dotata di tavolo e panchine è stata allestita una veloce ma apprezzata merenda, mentre il sole continuava a splendere nel cielo terso dalle piogge dei giorni scorsi e la temperatura si manteneva più che gradevole.
Dopo il ristoro è cominciata la discesa, che in un punto del bosco ha visto il secondo tratto tecnico della giornata, con il fondo molto sconnesso e sassoso. Qui ben pochi hanno proseguito in sella, mentre la maggior parte ha preferito prudentemente scendere per percorrere qualche decina di metri a piedi.
La discesa è proseguita veloce fino a Maso Rocandor, dove il programma iniziale prevedeva la deviazione verso Palù di Giovo per poi percorrere la parte alta delle colline di Lavis. L'orario (erano già le 17,30) ha però costretto ad un accorciamento, così si è proseguito in discesa su strada asfaltata fino al bivio per Maso Giazz, dove si è nuovamente entrati nel bosco per scendere fino ai vigneti soprastanti Maso Nero. Da qui si è ripreso l'itinerario originale (in pratica con un taglio di 5 km), con la discesa verso Maso Rosabèl, nella parte alta della collina di Sorni, dove si era transitati all'andata. Da qui si è proseguito lungo lo stesso itinerario della salita, ma al primo tornante si è imboccata una ripida ed impegnativa strada interpoderale (con pendenze anche oltre il 25% e fondo molto sconnesso) che in breve ha condotto nella parte sud di San Michele all'Adige, poco più avanti rispetto al punto dove all'andata si era abbandonata la strada per affrontare la prima salita nei vigneti.
In breve, da questo punto, si è raggiunto il centro paese, per poi imboccare la pista ciclabile Adige che in un batter d'occhio, con un veloce trenino, ha riportato al punto di partenza in località Masetto.
Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 30 km, mentre il dislivello è stato di 926 metri.
LE IMMAGINI DELLA GIORNATA
Foto di gruppo alla partenza, sopra un antico ponte in pietra
Il primo tratto, pianeggiante, dell'itinerario, con la sagoma della Paganella
sullo sfondo
Luciano Kanoista, al rientro dopo il brutto incidente del 14 luglio scorso.
Cecchi Paone ha sfoggiato un inedito look "barbudos"
Il gruppo attraversa l'abitato di S.Michele all'Adige
Dopo Maso S.Donà finisce la pacchia, con una ripida salita (fino al 20%) verso
la collina di Sorni
Uno dei numerosi tornanti che risalgono ripidi la collina di Sorni. Sullo sfondo
la Piana Rotaliana
Dopo un breve tratto di "Strada del Vino", in località Maso S.Valentino, si
imbocca
la stretta stradina che porta all'inizio del sentiero che conduce a Faedo
Un concentratissimo Taverna affronta la ripida e sassosa prima parte del
sentiero verso Faedo
Anche Barbapapà procede con lo sguardo fisso al sentiero, cercando le
traiettorie migliori tra le pietre
La seconda parte del sentiero, meno pendente e più pedalabile
L'ospite Mauro affronta una curva in single-track
Big Bobby, seguito da Giro, sfreccia nel bosco
Dopo le ciliege di Salorno, le mele di Faedo. La spesa proletaria dei Rinco
continua ...
All'uscita dal bosco ecco apparire l'abitato di Faedo, adagiato sulle pendici
nord del Monte Corona
Ecco il gruppo entrare in Faedo
Taverna e Brücke. Sullo sfondo la catena del Gruppo di Brenta
Il Presidente in località Pineta, dopo un ripido tratto di salita della S.P. 58
Si prosegue tra verdi prati in direzione della valle di Cembra
Dopo lo scollinamento di Passo della Croce, l'arrivo a Masèn dove si imbocca il
sentiero del "Percorso Vita"
La discesa verso Ville di Giovo, con alcuni tratti impegnativi per via della
pendenza e del fondo sassoso
Dopo Ville di Giovo inizia la salita verso il Monte Corona, nel primo tratto tra
i vigneti sopra il paese
La ripida strada forestale che conduce al GPM, con alcuni tratti al 14-15%
Massimiliano, lo Schiaccianoci del Terminillo, affronta gli ultimi metri prima
del GPM ( e del ristoro!)
Il bellissimo panorama visibile dalla piazzola attrezzata sulla vetta del Monte
Corona, a 950 metri di quota
Qualcuno, però, sembra più interessato ad altri panorami!
Il battesimo dello Schiaccianoci del Terminillo, 46° socio del Club e 3°
New-Rinco del 2007
Dopo il ristoro si indossano i giubbotti e ci si prepara per la lunga discesa
Brücke affronta un tratto impegnativo della discesa nel bosco
Anche Giro affronta la discesa in sella, mentre Cecchi Paone (che stava
scendendo a piedi) si scansa
Anche Big Bobby e il Savonèèèse scelgono prudentemente di affrontare a piedi il
tratto più ripido e sassoso
Il Taverna, invece, dall'alto della sua lunga esperienza di biker, non solo
scende in sella, ma
si permette anche il lusso di fare il "mona" a beneficio del fotografo
Un tratto del sentiero più tranquillo
Ormai la gita è agli sgoccioli, con l'ultima ripida discesa nei vigneti e le
prime case di S.Michele sullo sfondo