Sulla
montagna a due passi da Trento la 2ª uscita stagionale 2007
Giro
della Marzòla,
la "Rinco-Roubaix"
Come
nella grande classica del nord, la parte finale dell'itinerario presenta
un fastidioso pavè, reso ancor più duro dalle pendenze micidiali. Ben 20 i
bikers al via da Prà Marquart, per un tour ad anello di 26 km e 890 metri di
dislivello. Dopo la pedalata, conclusa a mezzogiorno, un bel ristoro nel prato.
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Trento, loc. Prà Marquart, 19-05-2007. Con il conforto di una bellissima giornata di sole è andata in scena oggi la 2ª uscita stagionale del programma ordinario, che ha visto i Rinco Boys percorrere il "Giro della Marzòla". Erano ben 20 i bikers al via da Prà Marquart, località lungo la strada per il Rifugio Maranza posta ai piedi della montagna che sovrasta le frazioni collinari di Trento . Tra loro 16 soci e 4 graditi ospiti, per un risultato complessivo che dopo i 31 bikers presenti all'esordio sulla Ponale fa ben sperare per un 2007 da record.
La partenza è avvenuta di buon ora, attorno alle 8,30, quando il sole cominciava appena a fare capolino da dietro la vetta, con l'aria ancora fresca e frizzante. E' dunque capitata a fagiolo, come si suol dire, l'inaugurazione della nuova giacca in Goretex e del gilet in Windstopper, ritirati in settimana e già indossati oggi nelle discese ombrose tra i faggi, dove la temperatura, nonostante il sole già alto, non raggiungeva certo valori elevati.
Il tratto iniziale, di quasi 4 km, è stato in leggera discesa, lungo una bella strada forestale che biforcandosi dalla via verso il rifugio Maranza, scende in direzione di Vigolo Vattaro, sul versante occidentale della Marzòla. Giunti quasi a Forte Brusafèr, i Rinco hanno deviato a sinistra nel bosco, dapprima su un sentiero assai ripido dove era necessario mettere la bici in spalla, poi - dopo una cinquantina di metri - su un divertente saliscendi che ha condotto fino alla strada forestale che da Vigolo Vattaro sale verso la Marzola. Qui è iniziata la lunga salita (circa 6 km) che con pendenze assai abbordabili ha portato fino al GPM dell'itinerario odierno, passando dal versante sud-occidentale a quello orientale, all'imbocco della Val di Susà, posto quasi a 1.200 metri di quota.
Dopo il passaggio in Valsugana, dunque, è iniziata la bella discesa di oltre 7 km che passando da Malga Susà ha condotto fino alle frazioni più elevate del Comune di Pergine, nel territorio famoso per la coltivazione delle ciliege. La prima parte della discesa prevedeva un single track con alcuni tratti sassosi ma comunque non particolarmente ostici, trasformatosi poi in strada sterrata più agevole e larga, per diventare nel tratto finale strada asfaltata.
Giunti a Susà, il percorso è proseguito tra i ciliegi in direzione nord, transitando per le frazioni di Costasavina e di Roncogno, dove è iniziata la temuta e dura salita in "salesà", l'antica pavimentazione in ciottoli di fiume che aggiunge alle pendenze elevate l'ulteriore difficoltà delle continue vibrazioni. Qualcuno, facendo il verso alla famosa Parigi-Roubaix, la classica del nord che si corre in gran parte su una pavimentazione in pavè, ha ribattezzato questo giro la "Rinco-Roubaix". Qui, come era prevedibile, molti hanno dovuto scendere di sella per spingere la bici, soprattutto quando la strada superava il 20% di pendenza, ma tutto sommato non c'è stata la paventata debacle e alla fine la tabella oraria è stata rispettata in pieno, tanto che a mezzogiorno, dopo una pausa al Passo del Cimirlo per rinfrancarsi dopo il duro tratto precedente, il gruppo era nuovamente a Prà Marquart, completando così l'anello.
Riposte le bici, si è passati a muovere i muscoli delle ganasce (quelli sì sempre allenati, anche ad inizio stagione). Utilizzando uno dei tavoli in legno dell'area attrezzata per pic-nic, infatti, è stato allestito in quattro e quattrotto un ricco quanto gradito e atteso ristoro. Dopo l'aperitivo con patatine e prosecco, i presenti hanno divorato un paio di kg di grana, del provolone dolce e piccante, mortadella a cubetti, speck, coppa, 4 lucaniche, olive farcite, oltre a cesta di pane fresco che il Presidente aveva procurato al mattino presto. Il tutto condito da una fresca schiava atesina, oltre a diverse bevande analcoliche.
Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi 26 km, mentre il dislivello è stato di 890 metri.
LE IMMAGINI DELLA GIORNATA
The Red Wall, ovvero Il muro rosso. Così si presentavano i Rinco con la nuova
giacca in Goretex, inaugurata proprio oggi
L'esordio in bike del Merdatleta in carica Frà (che alla prima uscita aveva
partecipato solo a pranzo)
Gigi ha esibito per la prima volta la bandiera della sua Sardegna, con i famosi
"quattro mori"
La partenza, in discesa, lungo una bella strada forestale in direzione di Forte
Brusafèr
Il Giro della Marzòla è un percorso permanente ben segnalato con delle tabelle
in legno
Un tratto della discesa, dove la temperatura ancora fresca ha costretto ad
indossare la giacca
La pacchia è finita, comincia la salita. Il primo tratto è scoraggiante, ma a
piedi si percorrono solo 50 metri.
Il tratto successivo è assai pedalabile, anche se alcuni tratti ghiaiosi
presentano qualche difficoltà
Ogni tanto il gruppo si ricompatta per una sosta nel bosco
Dopo il tratto nel bosco di imbocca la strada forestale che sale da Vigolo
Vattaro
Dal versante sud della Marzòla si può godere di un bel panorama sull'Alta
Vallagarina
Un punto soleggiato della carrareccia, dove l'erba si è impadronita della sede
stradale
Una curiosa (e quasi mistica!) immagine del Kanoista, con i raggi di sole
filtrati dal fogliame
Il terzetto Barbapapà, Walter (ospite) e Frà
A poca distanza dal GPM, altra foto di gruppo con lo sfondo della Vigolana
Cecchi Paone, seguito da Franco, nel tratto finale della salita
Barbapapà esce dalla giungla
Big Bobby sfoggia la nuova giacca
Un tornante della lunga discesa della Val di Susà
Una pausa del Presidente-fotografo
In fondo alla discesa si entra in una vasta distesa di ciliegi
Dopo Susà e Costasavina, si incontra Roncogno. Da qui inizia la salita finale
...
Eccolo, il temuto "salesà". La fastidiosa pavimentazione a pavè ha accompagnato
i Rinco fino al passo Cimirlo.
Molti, a un certo punto, hanno mollato e hanno proseguito a piedi.
Del resto le pendenze (anche oltre il 20%) erano molto impegnative.
Il meritato riposo al Passo del Cimirlo, una volta messo alle spalle il tratto
più duro
E dopo le fatiche, il premio più ambìto ed atteso: se magna!!!