L'ottava
uscita ufficiale 2006, in Valle di Ledro
8
RINCO PIU' FORTI DELLA
PIOGGIA, PROTAGONISTI
DELLA (DURA) SALITA AL
MITICO PASSO TREMALZO
Le previsioni non
erano affatto rosee, ma loro hanno
avuto fiducia e sono stati premiati. A parte il tratto
iniziale, bagnato da una leggera pioggerella, tutta la
bella e impegnativa escursione si è svolta con tempo
accettabile. A Passo Tremalzo anche un timido sole.
Molina di Ledro, 17/09/2006. Scommessa vinta. Alla fine hanno avuto ragione gli otto temerari Rinco che in barba a tutte le nefaste previsioni meteo e pure con la pioggia che (sia pur leggera) scendeva anche stamane, all'ora di partenza dell'escursione, hanno deciso di prendere ugualmente il via, confidando in un miglioramento. La loro tenacia e la loro fiducia è stata premiata, perchè alla fine, a parte il tratto iniziale, l'escursione si è svolta con un tempo più che accettabile, con addirittura qualche raggio di sole che ha illuminato i verdi prati della conca di Tremalzo, una volta giunti in quota.
Dovevano essere 15 i bikers al via dal Lago di Ledro, ma già ieri si era avevano dato forfait Giro e Gaspa, poi stamane all'alba le ulteriori defezioni di Walt e di Giaz, il Presidente di Non Solo Panza, che non se l'è sentita di affrontare il viaggio da Cremona sotto il diluvio che batteva la Padana da molte ore. Degli undici rimasti, Givoli si ritirava poco prima della partenza, mandando da Riva del Garda un SMS al Presidente con il quale dava appuntamento ... all'ora di pranzo! Anche Frà (padrone di casa) e Big Bobby (raffreddato) decidevano di non partire sotto la (leggera) pioggia, scegliendo di rimanere in baita a preparare il pranzo.
Così, assieme al Presidente, partivano il Dori, il Merdatleta Camoscio della Sila, Cecchi Paone, Brücke, Gigi, Dorty e il Savonèèèèse (questi ultimi due all'esordio stagionale). Da Pur di Molina, a quota 700 m.s.l.m., si imboccava la strada lungo lago che in pochi chilometri porta all'estremità occidentale dello specchio d'acqua, a Pieve di Ledro. Da qui, attraverso delle poco trafficate strade di campagna parallele alla statale, si raggiungeva Tiarno (circa 800 m.s.l.m.), da dove veniva imboccata una ripida scorciatoia con fondo a tratti sterrato e a tratti (i più duri) in cemento, che avrebbe dovuto sbucare poco dopo l'inzio della salita verso Passo Tremalzo. Usiamo il condizionale, perchè in realtà non è andata così. Sia il Presidente che Dorty, Dori e Cecchi Paone, tutti e 4 presenti all'escursione che passò di qui nel luglio 2004, ricordavano perfettamente quelle rampe cementate con pendenze fino al 22%, ma nessuno si è accorto del punto dove si deve essere sbagliato bivio, perchè a un certo punto ci si è resi conto che la strada che in circa 500 metri di dura salita avrebbe dovuto sbucare sulla più comoda provinciale asfaltata, in realtà continuava a salire nel bosco, con pendenze sempre impegnative. Si è deciso comunque di proseguire, visto che si sentiva in lontananza il rumore delle auto in transito e che prima o poi, si è pensato, anche quella strada sarebbe sbucata sulla provinciale. E questo è successo, ma non senza far prima sputare sangue agli 8 Rinco, costretti a pedalare su un fondo misto di fango e fogliame, che oltre a rendere più duro di quanto già non fosse il pedalare in salita, rendeva problematico il semplice rimanere in equilibrio sulla bici, costringendo praticamente tutti, prima o dopo, a scendere dalla bici per spingere a piedi.
Dopo qualche durissimo chilometro, con guadi di torrente, rampe da fare con la bici in spalla, canaloni fangosi, è stata alla fine intercetta la strada asfaltata ed è così iniziata la salita verso passo Tremalzo. Per dare un'idea di quanto si sia scarpinato nel bosco, basta pensare che invece che al chilometro 1 (in corrispondenza del 1° tornante) dove si sarebbe dovuti sbucare secondo il tracciato originale, gli 8 Rinco sono usciti dalla foresta al chilometro 5, poco sotto la Chiesetta di S.Croce. Così, prima di arrivare al Rifugio Garda (m.1700), sono rimasti "solo" altri 7 chilometri di salita, che i partecipanti all'escursione hanno percorso ognuno con il suo passo, giungendo alla spicciolata sul crinale che separa il versante ledrense da quello del Lago di Garda, visibile sullo sfondo in basso.
Dopo una sosta al rifugio per una bevanda calda, il gruppo è ripartito sulla strada sterrata che in un paio di chilometri ha condotto al GPM di Cima della Marogna (m.1843), posto all'interno di una galleria, che infatti iniziava curiosamente in salita per cambiare pendenza più o meno a metà, per terminare con l'inizio della lunga discesa verso Passo Nota. Una discesa suggestiva e panoramica, ricavata da una strada militare costruita nel periodo del primo conflitto mondiale, con arditi tornanti che si inerpicano sulle pareti rocciose, regalando un incantevole panorama sul Lago di Garda e sulle vette della costa orientale (Monte Baldo e Monte Altissimo).
Dopo essere giunti a Passo Nota (1200 m. circa) è stato affrontato un altro breve ma impegnativo tratto in salita, con una rampa finale lastricata di pietre che ha condotto fino al Passo Bestana (1250 circa), dal quale è stata imboccata nuovamente la discesa. Giunti a Bocca dei Fortini, anzichè proseguire dritti in direzione di Pregasina, frazione di Riva del Garda posta al termine della "vecchia Ponale", i Rinco hanno preso la ripida strada forestale che dopo aver scollinato il crinale scende in picchiata verso la Valle di Ledro. Ogni tanto c'è stato qualche altro breve tratto di salita da affrontare, ma in poco tempo e a velocità assai sostenuta, gli otto sono giunti in riva al lago, da dove è stata presa la strada comunale che costeggiando lo specchio d'acqua ha riportato il gruppo a Pur di Molina, dove Frà e Big Bobby, nel frattempo raggiunti dalle "ganasce" Givoli e Venesiàn, hanno fatto trovare pronte abbondanti razioni di polenta di patate, salcicce e spezzatino.
Complessivamente sono stati percorsi 42 km, mentre il, dislivello superato ammonta a 1360 metri.
ALCUNE IMMAGINI
Il gruppo prima del via da Pur di Molina, davanti alla
baita di famiglia del Frà
Dorty, all'esordio stagionale dopo un lungo periodo di
acciacchi e problemi familiari
Un'altro esordiente: Sergio "Savonèèèse", terrorizzato di
finire tra le "Pippe & Paraculi"
Cecchi Paone vuole sperimentare un suo personale brevetto,
ma abbandona l'idea
Big Bobby saluta i compagni in partenza dopo aver deciso
di rimanere in baita
Il nuovo modello di "borraccia sarda", a sezione quadrata,
inventata da Gigi
Si parte: il primo tratto verso Tiarno è stato
caratterizzato dalla pioggia
Si inizia subito con un bel salitone al 20% e il
Savonèèèse (ma non solo lui) spinge
Nel bosco, con il fondo impastato di fango e foglie
secche, tutti sono costretti a spingere
Prima di arrivare sulla strada per Tremalzo c'è da guadare
un torrente
Il tratto finale del sentiero è più da fungaioli che da
bikers !!!
A un certo punto, dalla boscaglia, spunta in viet-cong
Era il Savonèèèse, che ha preso una ripida scorciatoia.
Ecco come ha ridotto la bici!
Nella verde conca di Tremalzo spunta anche un timido sole!
Ormai manca poco al passo
Il Rifugio Garda (in alto a destra) , visto da Cima
Marogna (GPM di giornata)
Foto di gruppo con bandiera al GPM di Cima Marogna,
davanti alla galleria
(mancano Dorty e Dori, scesi in anticipo perchè troppo infreddoliti !)
La suggestiva strada militare che scende verso Passo Nota
Brücke durante una sosta. Sullo sfondo si vede il Lago di
Garda
Ma non è tutta discesa! C'è ancora qualche rampa
spacca-gambe da superare
Finalmente con le gambe sotto il tavolino. Stavolta è
stata veramente dura!