|
|||
|
|
i presenti |
|
SOCI | ||||||||
|
la cronaca |
Val di Non (TN), 09/09/2017. E' stata disputata oggi nella "valle delle Mele", ovvero la val di Non, la 13ª uscita di Rinco-Gold, il programma che una volta l'anno propone uscite decisamente off-limits ! Questa volta è stato individuato un tour "da passisti", più che "da scalatori", caratterizzato da tante brevi salite che alla fine degli 83 km percorsi hanno comunque portato a superare oltre 2000 metri di dislivello..
Giornata uggiosa, con il sole che ha giocato a nascondino dietro le fitte nubi, facendosi vedere in ben poche occasioni. In compenso, la temuta pioggia - annunciata in pompa magna dalla maggior parte degli "esperti meteo" - è giunta solamente in serata, mentre i nostri biker non ne hanno preso nemmeno una goccia!
Il gruppo, composto da 8 biker, è partito dalla loc. Rocchetta, la "porta della Val di Non", verso le 8:30. Dopo aver imboccato la vecchia SS43 (divenuta una strada secondaria dopo la costruzione del nuovo, più lineare, tracciato) è stata raggiunta la loc. di Castelletto di Ton, dov'è iniziata la prima delle tante ascese affrontate oggi. Percorrendo la provinciale 124, si è saliti fra i meleti, passando per le località di Masi di Vigo e Bastianelli, giungendo poi - dopo aver attraversato la valle del Torrente Riassico - al capoluogo del Comune di Ton (Vigo), ai piedi del colle di Belvesino, dove si trova il maestoso Castel Thun (sec. XIII). Un ultimo strappo in salita ed il gruppo è giunto davanti all'antico maniero (ancora chiuso al pubblico a quell'ora), già residenza della nobile famiglia Thun ed ora appartenente alla Provincia Autonoma di Trento (visitabile).
Dopo aver timbrato il primo cartellino, i nostri biker sono scesi verso Toss, deviando nella profonda forra scavata dal Rio Pongaiola. Sia su un versante che sull'altro, le pendenze arrivano al 20% e dopo la ripida risalita sulla sponda nord, si è entrati nel Comune di Predaia, raggiungendo il piccolo paese di Dardine. Da qui, sempre in salita, si è proseguito verso nord, a tratti su strade comunali, poi nel bosco, raggiungendo il paesino di Vion (altra frazione di Predaia). Attraversando una vasta costa coltivata a meli si è giunti a monte dell'abitato di Taio, in località "Tre Confini", così chiamata perchè fino a qualche anno fa vi si incontravano i confini comunali di Taio, Coredo e Tres, oggi uniti nel Comune di Predaia. Lì a due passi, lungo la strada che porta a Coredo, è stato incontrato il 2° castello del tour, Castel Bragher (sec. XIII), dal nome dei primi possessori, la famiglia Bragherio di Coredo che successivamente lo cedette ai Thun (oggi è proprietà privata e non è visitabile).
Dal castello è iniziata una delle salite più lunghe ed impegnative del giro, che attraverso i meleti ha portato - in circa 3 km - fino all'abitato di Coredo, dovè stato visto il 3° castello del tour: Palazzo Nero (anch'esso proprietà privata e non visitabile). Il nome deriva dai segni neri della fuliggine lasciati sulle pareti dai fuochi che i contadini, nel corso della rivolta del 1400, appiccarono attorno al palazzo, da sempre sede del potere locale. Al suo interno, degna di nota è la "Sala del Giudizio", con pregevoli affreschi. Il processo più famoso svoltosi a Palazzo Nero fu quello che nel 1614 portò alla condanna di una decina di persone per stregoneria. Furono messe al rogo nella piazza davanti al palazzo ...
Da Coredo la salita è proseguita fino alla località Due Laghi (m.890), dove si trovano i bacini artificiali di Coredo e Tavon. Nei pressi del primo lago è visibile l'antica segheria "alla veneziana", tuttora funzionante, alimentata ad acqua. Percorrendo il bel sentiero lungo lago, si è giunti all'estremità nord dei bacini, dov'è stata imboccata la strada sterrata che porta a Tavon. Prima di arrivare al paese, però, si è deviato a destra, imboccando la stradina che scende ripida nella valle del Rio Verdes. Giunti al corso d'acqua, si è proseguito in discesa fino al santuario di San Romedio, uno dei luoghi più famosi e visitati della Val di Non. Da qui, imboccando il sentiero 539 che costeggia il Rio San Romedio (altro corso d'acqua che si unisce al Rio Verdes proprio sotto la rupe rocciosa dove si trova il santuario) si è giunti ai piedi del paese di Don. Attraversando il rio, si è entrati nel comune di Romeno, imboccando poco dopo la pista ciclabile dell'alta Val di Non, in parte realizzata su stradine agricole, in parte sul vecchio sedime della ferrovia dell'Alta Anaunia, la "Dermulo-Mendola", dismessa nel 1936. Poco più avanti si è raggiunta la frazione di Salter, che con i suoi 980 metri di quota costituisce il punto più elevato del tour, snodatosi tutto al di sotto di quota 1000.
Dal (modesto) GPM, si è scesi al vicino paese di Malgolo, dov'è stato visto il 4° castello del tour: Castel Malgolo, oggetto di un recente (e milionario) passaggio di proprietà. Da qui si è scesi lungo la statale 43 fin quasi a Sanzeno, deviando poco prima dell'abitato sulla SP 24 che ha condotto al vicino paese di Casez. Qui, davanti al 5° castello del tour (Castel Casez, che domina la piazza del paese), è stata fatta la pausa ristoro.
Dopo la sosta, il gruppo è ripartito scendendo nella gola del Rio Novella (uno degli affluenti del Lago di S.Giustina), entrando così nella "Terza Sponda". Il nome deriva dalla particolare forma a tre punte del lago artificiale di Santa Giustina, creato negli anni '50 con la costruzione della diga che ha sbarrato il Torrente Noce. Vi è la sponda ovest, che va da Tassullo a Cles, quella est, che interessa il territorio di Sanzeno e, appunto la "Terza Sponda", quella nord, dove si trovano i paesi di Cagnò, Revò e Romallo. Dopo aver varcato - in località San Biagio - il Rio Novella, si è quindi risaliti fino a lambire Romallo, raggiungendo Revò, dove si trova il 6° castello del tour: Casa Campia. Realizzata nel XVII secolo dalla famiglia Maffei (di origine valtellinese), passò poi - per matrimonio - alla famiglia Campi di Cles (da cui il nome). Oggi appartiene al Comune di Revò, è visitabile ed è utilizzata per eventi culturali.
Da Revò, proseguendo sulla SS42 con vista lago, è stato raggiunto Cagnò, dove è iniziata la discesa verso il ago di Santa Giustina, su ripidissime stradine cementate in mezzo ai meleti. Raggiunto il ponte della SP139, si è quindi risaliti fino a Cles, il capoluogo della Val di Non. Qui, a valle del paese ed affacciato sulla sponda ovest del lago, è stato visto il 7° castello del tour: Castel Cles. Realizzato nel XII secolo, è da sempre appartenente alla famiglia dei Baroni di Cles (quella del principe vescovo Bernardo Clesio) e non è visitabile, tranne in alcune rare occasioni di eventi culturali.
Da Castel Cles il tour è proseguito in destra Noce, fra i meleti delle "Tre Ville" (Tassullo, Nanno e Tuenno), raggiungendo per primo Tassullo e l'8° castello: Castel Valer. Costruito nel XII secolo ed appartenente alla famiglia dei Conti Spaur, è visitabile dal 2017.
Da Tassullo si è scesi a Nanno, dove è stato visto il 9° castello del tour: Castel Nanno. Costruito in epoca medievale dalla famiglia Nanno, passò poi ai Madruzzo ed oggi è di proprietà privata (non visitabile).
Da Nanno si è quindi saliti verso Tuenno, dov'è stata imboccata la val di Tovel, entrando così nel Parco Adamello Brenta. Qualche km di salita lungo il Torrente Tresenica (emissario del lago di Tovel), fino alla loc. Capriolo, poi è stato imboccato il sentiero del "Dolomiti di Brenta Bike", che entra in un tunnel di 2,4 km, realizzato per far passare un acquedotto ad uso irriguo e che sbuca sopra l'abitato di Terres, nella zona del Contà. Da qui si è proseguito verso sud, sul "Sentiero del Lez", fino al bivio con la strada che scende a Cunevo. Imboccata la ripida stradina, si è giunti a Cunevo, nei cui pressi, su una piccola altura, si trova Castel la Santa, il 10° del nostro tour. Si tratta di una elegante villa estiva, realizzata ove esistenza un ospizio che prestava assistenza ai pellegrini in transito.
Da Cunevo si è quindi proseguito verso sud, passando per l'abitato di Termon e raggiungendo Campodenno, ove si trova l'11° ed ultimo dei castelli visti oggi: Castel Belasi. Realizzato nel XII secolo, appartenne prima ai Belasio (da cui prese il nome), poi agli Sporo e ai Khuen. Venne quindi abbandonato e, fino a pochi anni fa, era ridotto a rudere. Acquistato dal Comune di Campodenno, è oggetto di restauro ormai a buon punto.
Nota di "cronaca nera": lungo la discesa per il castello, ubicato sotto il paese, Giusy è rimasta vittima di una brutta caduta, causata dalla ghiaia che era stata riversata sulla strada dalle recenti piogge. Per fortuna solo botte (tra cui una sul casco, provvidenziale!) ed escoriazioni su gambe, braccia e spalla destra. Un po' malconcia e incerottata, Giusy è comunque risalita in sella, portando a termine il giro.
Da Castel Belasi - ultimo maniero del bellissimo tour - si è infine scesi a Crescino, per poi raggiungere la Rocchetta, ove si è chiuso l'itinerario.
|
i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 83 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 2.085 metri. L'altimetria è molto "nervosa", trattandosi di un giro senza lunghe salite, ma con tante brevi ascese interrotte da discese e falsipiani. GPM a Salter di Romeno (m.980).
|
le immagini |
1. la sinistra Noce
Il ritrovo, verso le 8:15, è al parcheggio in loc.
Rocchetta
Arriva il Cimo con il nuovo portabici montato sul
gancio traino, ma ... c'è qualcosa che non va?!?!
Ah, ecco: ha viaggiato senza aprire le "alette", quindi ... targa nascosta e
niente luci posteriori !!!
Buongiorno eh!!!
Alle 8:30 in punto, si parte
La direzione è Vigo di Ton - Castel Thun, la prima nostra
tappa
Imbocchiamo l'ex SS43 della Val di Non
La strada, dopo al costruzione del nuovo tracciato, è
assai poco trafficata
A Castelletto di Ton lasciamo l'ex SS43 e imbocchiamo la
SP124, in salita, verso Vigo
Il primo tratto è quello con le pendenze maggiori
Passiamo per Masi di Vigo, altra frazione di Ton
La chiesetta di Masi, dedicata ai SS. Fabiano e Sebastiano
(sec. XIV)
La temperatura è fresca: c'è chi viaggia in maniche corte
e chi ha messo i copri-braccia
Dopo Masi, la salita prosegue più dolce
All'orizzonte, sul colle di Belvesino, appare già il primo
degli 11 castelli: Castel Thun
Alle nostre spalle avanzano dei minacciosi nuvoloni neri:
ci andrà di lusso, nemmeno una goccia!
Altra frazione di Ton, Bastianelli
Qui si trova un tratto in falsopiano
Vigo di Ton, capoluogo comunale, con il castello che
domina il paese dall'alto
Scendiamo brevemente nella gola del torrente Rinassico,
attraversando il ponte
Il corso d'acqua scorre in una profonda forra, scavata nel
tempo nella morbida roccia sedimentaria
Saliti sull'altro versante, entriamo a Vigo
Il campanile della chiesa pievana di S.Maria Assunta,
menzionata già nel corso del 1200
Attraversiamo il paese, pieno di scritte per la festa dei
neo-18enni, i nati nel 1999
Dopo Vigo, imbocchiamo la strada che sale a Castel Thun
La stradina sale fra i meleti
Che siano gialle, o che siano rosse ...
... l'importante è non rubarle!
Ci avviciniamo al castello ...
La vista da ovest
Una zoomata sulla facciata
Arriviamo al parcheggio, posto alla base del colle
Proseguiamo sulla strada di servizio, che conduce
direttamente al maniero
L'ultimo tratto è su sterrato
Arrivati alle mura, proseguiamo verso l'ingresso
Il castello è ancora chiuso (apre alle 10:00), per cui la
foto ricordo si fa all'ingresso
Iniziamo la discesa sul lato opposto
Qui imbocchiamo una vecchia strada, con fondo erboso
La cappella del castello, dedicata a S.Giorgio, che il
Conte Thun volle realizzata al di fuori delle mura
Scendiamo al piccolo borgo di Nosino, dove un tempo
risiedeva tutta la servitù del castello
Imbocchiamo la strada sterrata alle spalle del borgo
Ora si scende verso la frazione di Toss, visibile sullo
sfondo
Poco prima del paese, svoltiamo a destra: direzione, forra
del Pongaiola
Attraversiamo dei frutteti ...
... poi imbocchiamo una ripida stradina che scende verso
il ruscello
In fondo alla forra, il ponte che ci porta sull'altro
versante
Il Rio Pongaiola
La segnaletica dei percorsi "Predaia MTB"
Ora, però, dobbiamo risalire ...
La salita sull'altro lato è altrettanto ripida, anche se
più tortuosa, con un paio di tornanti
Qualche passaggio sottoroccia
Giusy, unica presenza rosa di oggi
Il secondo, ripido, tornante
Giunti in cima, la strada spiana. Siamo entrati nel Comune
di Predaia
Arriviamo a Dardine (già frazione di Taio, prima della
fusione)
Percorriamo un breve tratto della strada che da Dardine
sale verso la provinciale della Predaia
Più avanti, lasciamo la strada ed entriamo in un frutteto,
su una stradina interpoderale
Terminati i meleti, si entra nel bosco, su fondo sterrato
Siamo sul sentiero Torra-Cirò, di recente realizzazione
Il comodo sterrato sale con pendenze molto abbordabili
Dopo lo scollinamento, scendiamo verso Vion
Ecco Vion, altra frazione di Predaia (già frazione di Taio)
La chiesa di San Sigismondo, del 1500
Lasciamo Vion, direzione Taio
La strada taglia in diagonale una costa coltivata a meli
Per chi non ha avuto danni da gelo (in primavera) e
grandine (in estate), è tempo di raccolta
Appena giunti a monte dell'abitato di Taio, si prosegue in
salita nel bosco
La stradina termina sulla provinciale della Predaia
Scendiamo per circa mezzo km
Arriviamo in loc. "ai Tre Confini": qui si incontravano i
confini di 3 comuni, Taio, Tres e Coredo.
Dopo la fusione del 2015 (cui hanno partecipato anche Vervò e Smarano) è nato il
comune di Predaia
Imbocchiamo la strada per Coredo, passando davanti ad un
antico maso
Già si vede la cappella che il Conte Thun fece realizzare
nei pressi del castello
Subito dopo, fra gli alberi, appare Castel Bragher, il 2°
maniero del nostro tour
E sono due !
Particolari delle torre angolari
La chiesa di Loreto, costruita davanti al castello
Sui fianchi vi sono dei bellissimi affreschi della Via
Crucis
E' ora di uno snack, in vista della salita per Coredo
Iniziamo la salita per Coredo, la più lunga del tour
Lunga e ... ripida!
Anche qui, traffico zero
Zig-zagando sulle rampe
"Oh Madonna del Ciclista, fa che non mi finisca la
batteria" (preghiera dell'e-biker)
Ecco Coredo
Un tempo capoluogo dell'omonimo comune, oggi frazione di
Predaia
Saliamo verso il paese
Entriamo in paese da sud
Saliamo negli stretti e ripidi vicoli
Il cancello (in legno) di un antico palazzo
Eccoci a Palazzo Nero, il 3° maniero del nostro tour
Lo stemma tirolese sulla facciata
La facciata che da sulla piazza dove nel 1614
avvenne il rogo di 10 persone, condannate per
"stregoneria". La targa su un muro del palazzo ne ricorda l'origine come sede
giurisdizionale
Da Coredo, imbocchiamo il "Viale dei Sogni", in direzione
dei Due Laghi
Si tratta di un comodo sentiero realizzato lungo un canale
irriguo
Il sentiero procede, praticamente pianeggiante, verso al
zona dei laghetti
Arriviamo in loc. Due Laghi
Vicino al primo lago si trova l'antica segheria
"alla veneziana", alimentata ad acqua. L'edificio,
risalente al 1500, era il più a valle di una serie di ben 6 fra mulini e
segherie che sfruttavano, a
cascata, la stessa acqua. restaurata nel 1994, è inserita nel
circuito etnografico del Trentino
Proseguiamo il giro, costeggiando il primo lago, quello di
Coredo
Il bacino, al pari di quello attiguo ("di Tavon"), è stato
realizzato nel 1958 come scorta irrigua
Percorriamo la bella passeggiata lungolago
Oltrepassata la diga, visibile sullo sfondo, si incontra
il secondo lago, "di Tavon"
Il percorso prosegue anche qui sulla bella e comoda
passeggiata lungolago
Girasoli
Dopo i Due Laghi, imbocchiamo la strada che porta a Tavon
Più o meno a metà strada, svoltiamo a destra
La prossima meta, infatti, è il santuario di San Romedio
Iniziamo la discesa
A metà discesa, troviamo un leggero cambio di pendenza
Siamo in loc. Dos Canestrin
Dopo il dosso, si scende ancor più decisi
Il budello di curve ci porta nella profonda forra scavata
dal Rio Verdès
Arriviamo in fondo alla discesa, dove incontriamo il corso
d'acqua (purtoppo asciutto ...)
Ora proseguiamo lungo il Rio Verdès, in direzione del
santuario
La comoda strada sterrata è veloce e scorrevole
In un attimo arriviamo al cospetto dell'edificio religioso
più famoso della valle.
Si tratta di ben 5 chiese costruite fra l'anno 1000 (la prima) e il 1918
(l'ultima),
sovrapposte l'una all'altra su un ripido sperone roccioso, unite da 130 scalini.
Il Santuario è dedicato al monaco bavarese
Romedio, morto qui dove si era ritirato in eremitaggio
A San Romedio è legata la leggenda dell'orso, che il santo
cavalcò per raggiungere Trento
Qui vive un orso (nato in cattività e sequestrato a
una persona che lo deteneva illegalmente)
L'ingresso del santuario
L'inizio della famosa scalinata e la targa che
ricorda il pellegrinaggio al santuario di Andreas Hofer,
il patriota tirolese che nel 1809 invocò la protezione del Santo contro
l'invasione napoleonica del Tirolo
Dopo la breve visita al Santuario, si ritorna in sella
Dal Santuario, scendiamo verso il parcheggio
Qui, alla base dello sperone roccioso dove si trova
l'edificio religioso, confluiscono il Rio
Verdès, che scende dai monti della Predaia, ed il Rio San Romedio, che arriva
dall'alta Val di Non
Imbocchiamo il sentiero che costeggia il Rio San Romedio
Inizialmente il sentiero è abbastanza largo
Più avanti, la sede inizia a stringersi e si entra in un
ambiente assai selvaggio
E' il tratto più wild dell'intero percorso
Il Rio San Romedio
Si avanza nella fitta vegetazione
Dopo aver pedalato in sponda destra, arriviamo ad un
ponticello che ci porta sull'altra sponda
Le indicazioni poste al ponte
Il Rio San Romedio visto dal ponticello
Iniziano già ad intravedersi i colori dell'autunno ...
Ora si prosegue sulla sponda sinistra del rio
Qui incontriamo un tratto decisamente poco pedalabile, per
via della pendenza e del fondo ghiaioso
Passato il punto "a spinta", si torna in sella
Il sentiero va a confluire in una più comoda (anche se
ripida) strada sterrata
La strada sale verso il paese di Don
Si affronta qualche ripido tornante
Arriviamo ad un altro bivio. A destra, in salita, si
prosegue per Don
Noi scendiamo a sinistra, tornando verso la gola del rio
La strada scende ripida, con fondo cementato
Arriviamo nuovamente sulle sponde del Rio San Romedio
(visibile sulla destra)
Ora inizia la risalita sul versante opposto
Anche qui una salita breve, ma di tutto rispetto
Sbuchiamo nei meleti, i più alti della valle (ai limiti di
quota 1000)
Si prosegue su una stradina interpoderale
L'abitato di Romeno
Intercettiamo la pista ciclabile dell'Alta Anaunia
Quassù, più che per le mele, i paesaggi sono noti per i
verdissimi prati
Imbocchiamo la pista ciclabile
Arriviamo a Salter di Romeno, GPM del tour odierno (m.980).
Qui termina il tratto in SX Noce
2. Lago S.Giustina e "terza sponda"
Dal GPM, iniziamo la discesa
Percorriamo alcune stradine secondarie, lontani dal
traffico
Lasciato il paese, percorriamo alcune interpoderali fra i
meleti
Più a valle, riprende la pista ciclabile vera e propria
Nuovo passaggio fra i verdissimi prati dell'alta Anaunia
La pista attraversa i prati, dove un tempo sfrecciava il
treno Dermulo-Mandola
In loc. Fonton, nei pressi di Romeno, si incrociano sue
rami della ciclabile
Noi prendiamo il ramo che scende verso la bassa valle
Si sfreccia in discesa, costeggiando la statale
Arriviamo a Malgolo
Attraversiamo il paese, frazione di Romeno
Passiamo vicino alla trecentesca chiesa di Santo Stefano
Eccoci a Castel Malgolo, risalente al 1300
E con questo, sono 4
Ora dobbiamo scendere a Casez, percorrendo un tratto della
statale
Fortunatamente non c'è molto traffico, per cui si sfreccia
fra i tornanti in relativa tranquillità
L'arrivo a Casez, frazione di Sanzeno, sulla sponda
sinistra del lago di S.Giustina
Il passaggio sul nuovo ponte che varca il Rio di Sies
L'arrivo nel centro del borgo di Casez
La piazza, non a caso, si chiama ... Piazza del Castello
E con questo, siamo a 5 !
Un pannello racconta la storia del maniero, iniziata nel
1300 con i Bragherio di Coredo
La vecchia fontana in piazza, dove abbiamo riempito le
borracce di acqua fresca
Il castello, ma anche i palazzi intorno, denotano
una antica presenza nobiliare
Molte, infatti, sono le case affrescate
Particolari degli affreschi
Il retro di Castel Casez
Vista l'ora, facciamo la sosta pranzo in un giardinetto
della piazza di Casez
E vai con le ganasce
Mangi anche la stagnola?
Il Presidente sfodera un panino XXL !
Il Cimo prepara in loco
Dopo esserci rifocillati, ripartiamo per la prosecuzione
del tour
Scendiamo nella gola del Rio Novella, uno degli immissari
del lago di S.Giustina
La discesa termina in loc. San Biagio (dal nome di un
eremo posto nei pressi). Qui siamo
nel comune di Romallo, sulla cosiddetta "Terza Sponda" del lago di Santa
Giustina
L'ingresso del parco fluviale realizzato nella forra del
Rio Novella
Iniziamo la salita verso Revò
La scaglia rossa, morbida roccia formata da antichi
sedimenti marini (sabbie solidificate)
La sua malleabilità spiega le profonde forre scavate dai corsi d'acqua di questa
zona
Passando a valle del paese di Romallo, arriviamo in quel
di Revò
Raggiungiamo il centro, dove svetta il campanile dell'ex
chiesa pievana di Santo Stefano,
che in origine era una torre d'osservazione, cui venne aggiunta la cella
campanaria (nel '500)
Attraversiamo il centro del paese
Raggiungiamo Casa Campia (sec. XVII)
E siamo a 6
La meridiana dipinta sulla facciata est della costruzione,
con lo stemma di famiglia
Lasciamo Casa Campia e ci dirigiamo fuori dal paese di
Revò
Percorriamo un tratto della SS42
La strada è affacciata sul Lago di Santa Giustina
Arriviamo a Cagnò
Scendendo verso il lago, passiamo a fianco della chiesa di
S.Valentino (1400)
Percorrendo ripide stradine fra i meli, arriviamo in vista
del Lago di S.Giustina
Una sosta, qui, è d'obbligo
E ovviamente, scattano i selfie
Scendiamo verso il lago
Arriviamo al ponte in loc. Castelàz, dove lasciamo la
"Terza Sponda" ed entriamo in destra Noce
Panorama sulla parte nord del lago, formato dallo
sbarramento artificiale del Torrente Noce
Inizia la salita verso Cles ...
3. la destra Noce
Un passaggio in galleria
Procediamo incolonnati sulla SP 139
La sagoma di Castel Cles, svetta su un colle sopra il lago
Lasciamo la provinciale e imbocchiamo la strada che
attraversa la frazione di Dres
La chiesa di S.Tommaso (sec. XII), posta lungo l'antica
via romana proveniente da Cles
Raggiungiamo Cles, il capoluogo della Val di Non
Scendiamo in Via del Castello
Via che si chiama così perchè .. porta a Castel Cles
E con questo, sono 7
Si riparte ...
Si sale fra i meleti
Ci dirigiamo verso la frazione di Maiano
Una frazione di Cles, decisamente panoramica
Il borgo, con la chiesa di San Pietro apostolo
Da Cles, si prosegue verso sud, arrivando a Rallo (nei
pressi di Tassullo)
Ora siamo nel comune di Ville d'Anaunia, formato
dall'unione di Tuenno, Tassullo e Nanno
Arriviamo a Castel Valer
E sono 8
L'ingresso del maniero, appartenente al Conte Spaur
Scendiamo fra i meleti, in direzione di Nanno
La strada sterrata scende ripida con qualche tornante
Nel frattempo esce pure un timido raggio di sole
Arriviamo a Tassullo
Big Bobby
Ci lasciamo alla spalle Tassullo e Castel Valer
Mentre di fronte ci appare la sagoma di Castel Nanno
Al bivio per Nanno
Dal paese, per arrivare al castello, si deve salire un po'
...
E allora affrontiamo anche questa ennesima salita odierna
Eccoci a Castel Nanno
E siamo a 9
L'acquedotto di Nanno, risalente al 1925
Si sale verso il Dosso di Loredi
Mentre i nuvoloni neri ci girano attorno, noi proseguiamo
verso Tuenno
Imbocchiamo una piccola stradina che ci porterà nel centro
del paese
Eccoci a Tuenno
Attraversiamo il paese
Da Tuenno, imbocchiamo la strada per la Val di Tovel
Il primo tratto è in discesa
L'ingresso nel Parco Adamello-Brenta
La parte finale del tratto in discesa
Il Torrente Tresenica, che solca la Val di Tovel dopo
essere nato dal lago
Affrontiamo il primo tratto della salita per Tovel
Poco prima della loc. Al Capriolo, facciamo tappa snack
Qui si lascia la strada per passare sulla sponda opposta
del Tresenica
Il rio visto dal ponte
Imbocchiamo il sentiero del "Dolomiti
di Brenta Bike"
Giungiamo all'ingresso della galleria Tovel-Terres
Indossiamo le giacche a vento, visto che all'interno del
tunnel ci sono 8-10°
Muniti di faretti, entriamo nella lunga galleria (2,4 km)
Le lunghe ombre dei battistrada ...
A metà esatta del tunnel
L'uscita, dal lato di Terres
Da qui si vede la Predaia, in sinistra Noce, dove siamo
passati questa mattina
Imbocchiamo il "Sentiero del Lez", ricavato su un vecchio
acquedotto irriguo
Il sentiero procede in falsopiano a monte dei frutteti e
al margine del bosco
Dopo aver lasciato il "Sentiero del Lez", scendiamo verso
Cunevo, passando per il Laghetto Corona
Fra i meleti a monte di Cunevo
Saliamo sul dosso a sud del paese
Qui troviamo Castel La Santa
E con questo, siamo a 10
Dopo la visita al penultimo maniero del tour, si riparte
Torniamo a ritroso, in direzione di Cunevo
Procediamo in direzione di Termon
Entriamo nel Comune di Campodenno
Dalla frazione di Termon, proseguiamo verso il capoluogo
Eccoci a Campodenno
Dopo Campodenno, si prosegue oltrepassando la valle del
Rio Belasio
Lasciamo la strada provinciale e imbocchiamo una ripida
stradina cementata
La strada scende ripidissima fra i meleti
Arriviamo a Castel Belasi
Entriamo nel cortile esterno, passando sotto l'antico
portale
Il portone d'ingresso del maniero, appartenente al Comune
di Campodenno
Usciamo dal cortile
11ª (ed ultima) foto di gruppo di oggi
Inizia la discesa finale
Il castello visto dal basso
Scendiamo fra i meleti
Sulla provinciale che scende verso Cressino
Arriviamo a Cressino
Ora non rimane che percorrere l'ultimo km sulla SS della
Val di Non
Ed eccoci alla Rocchetta. Giro completato!
Complimenti a tutti
|
|