09
SET

USCITA RINCOGOLD 2017

La magia dei Castelli
           
     

Impegnativo ma bellissimo tour fra i meleti della Val di Non, toccando ben 11 antichi manieri: Castel Thun, Castel Bragher, Palazzo Nero, Castel Malgolo, Castel Casez, Casa Campia, Castel Cles, Castel Valer, Castel Nanno, Castel La Santa e Castel Belasi. Giornata uggiosa, ma - a dispetto delle nefaste previsioni meteo - non è caduta nemmeno una goccia d'acqua!

 


i presenti

 

SOCI
 

 

la cronaca

Val di Non (TN), 09/09/2017. E' stata disputata oggi nella "valle delle Mele", ovvero la val di Non,  la 13ª uscita di Rinco-Gold, il programma che una volta l'anno propone uscite decisamente off-limits ! Questa volta è stato individuato un tour "da passisti", più che "da scalatori", caratterizzato da tante brevi salite che alla fine degli 83 km percorsi hanno comunque portato a superare oltre 2000 metri di dislivello..

Giornata uggiosa, con il sole che ha giocato a nascondino dietro le fitte nubi, facendosi vedere in ben poche occasioni. In compenso, la temuta pioggia - annunciata in pompa magna dalla maggior parte degli "esperti meteo" - è giunta solamente in serata, mentre i nostri biker non ne hanno preso nemmeno una goccia!

Il gruppo, composto da 8 biker, è partito dalla loc. Rocchetta, la "porta della Val di Non", verso le 8:30. Dopo aver imboccato la vecchia SS43 (divenuta una strada secondaria dopo la costruzione del nuovo, più lineare, tracciato) è stata raggiunta la loc. di Castelletto di Ton, dov'è iniziata la prima delle tante ascese affrontate oggi. Percorrendo la provinciale 124, si è saliti fra i meleti, passando per le località di Masi di Vigo e Bastianelli, giungendo poi - dopo aver attraversato la valle del Torrente Riassico - al capoluogo del Comune di Ton (Vigo), ai piedi del colle di Belvesino, dove si trova il maestoso Castel Thun (sec. XIII). Un ultimo strappo in salita ed il gruppo è giunto davanti all'antico maniero (ancora chiuso al pubblico a quell'ora), già residenza della nobile famiglia Thun ed ora appartenente alla Provincia Autonoma di Trento (visitabile).

Dopo aver timbrato il primo cartellino, i nostri biker sono scesi verso Toss, deviando nella profonda forra scavata dal Rio Pongaiola. Sia su un versante che sull'altro, le pendenze arrivano al 20% e dopo la ripida risalita sulla sponda nord, si è entrati nel Comune di Predaia, raggiungendo il piccolo paese di Dardine. Da qui, sempre in salita, si è proseguito verso nord, a tratti su strade comunali, poi nel bosco, raggiungendo il paesino di Vion (altra frazione di Predaia). Attraversando una vasta costa coltivata a meli si è giunti a monte dell'abitato di Taio, in località "Tre Confini", così chiamata perchè fino a qualche anno fa vi si incontravano i confini comunali di Taio, Coredo e Tres, oggi uniti nel Comune di Predaia. Lì a due passi, lungo la strada che porta a Coredo, è stato incontrato il 2° castello del tour, Castel Bragher (sec. XIII), dal nome dei primi possessori, la famiglia Bragherio di Coredo che successivamente lo cedette ai Thun (oggi è proprietà privata e non è visitabile).

Dal castello è iniziata una delle salite più lunghe ed impegnative del giro, che attraverso i meleti ha portato - in circa 3 km - fino all'abitato di Coredo, dovè stato visto il 3° castello del tour: Palazzo Nero (anch'esso proprietà privata e non visitabile). Il nome deriva dai segni neri della fuliggine lasciati sulle pareti dai fuochi che i contadini, nel corso della rivolta del 1400, appiccarono attorno al palazzo, da sempre sede del potere locale. Al suo interno, degna di nota è la "Sala del Giudizio", con pregevoli affreschi. Il processo più famoso svoltosi a Palazzo Nero fu quello che nel 1614 portò alla condanna di una decina di persone per stregoneria. Furono messe al rogo nella piazza davanti al palazzo ...

Da Coredo la salita è proseguita fino alla località Due Laghi (m.890), dove si trovano i bacini artificiali di Coredo e Tavon. Nei pressi del primo lago è visibile l'antica segheria "alla veneziana", tuttora funzionante, alimentata ad acqua. Percorrendo il bel sentiero lungo lago, si è giunti all'estremità nord dei bacini, dov'è stata imboccata la strada sterrata che porta a Tavon. Prima di arrivare al paese, però, si è deviato a destra, imboccando la stradina che scende ripida nella valle del Rio Verdes. Giunti al corso d'acqua, si è proseguito in discesa fino al santuario di San Romedio, uno dei luoghi più famosi e visitati della Val di Non. Da qui, imboccando il sentiero 539 che costeggia il Rio San Romedio (altro corso d'acqua che si unisce al Rio Verdes proprio sotto la rupe rocciosa dove si trova il santuario) si è giunti ai piedi del paese di Don. Attraversando il rio, si è entrati nel comune di Romeno, imboccando poco dopo la pista ciclabile dell'alta Val di Non, in parte realizzata su stradine agricole, in parte sul vecchio sedime della ferrovia dell'Alta Anaunia, la "Dermulo-Mendola", dismessa nel 1936. Poco più avanti si è raggiunta la frazione di Salter, che con i suoi 980 metri di quota costituisce il punto più elevato del tour, snodatosi tutto al di sotto di quota 1000.

Dal (modesto) GPM, si è scesi al vicino paese di Malgolo, dov'è stato visto il 4° castello del tour: Castel Malgolo, oggetto di un recente (e milionario) passaggio di proprietà. Da qui si è scesi lungo la statale 43 fin quasi a Sanzeno, deviando poco prima dell'abitato sulla SP 24 che ha condotto al vicino paese di Casez. Qui, davanti al 5° castello del tour (Castel Casez, che domina la piazza del paese), è stata fatta la pausa ristoro.

Dopo la sosta, il gruppo è ripartito scendendo nella gola del Rio Novella (uno degli affluenti del Lago di S.Giustina), entrando così nella "Terza Sponda". Il nome deriva dalla particolare forma a tre punte del lago artificiale di Santa Giustina, creato negli anni '50 con la costruzione della diga che ha sbarrato il Torrente Noce. Vi è la sponda ovest, che va da Tassullo a Cles, quella est, che interessa il territorio di Sanzeno e, appunto la "Terza Sponda", quella nord, dove si trovano i paesi di Cagnò, Revò e Romallo. Dopo aver varcato - in località San Biagio - il Rio Novella, si è quindi risaliti fino a lambire Romallo, raggiungendo Revò, dove si trova il 6° castello del tour: Casa Campia. Realizzata nel XVII secolo dalla famiglia Maffei (di origine valtellinese), passò poi - per matrimonio - alla famiglia Campi di Cles (da cui il nome). Oggi appartiene al Comune di Revò, è visitabile ed è utilizzata per eventi culturali.

Da Revò, proseguendo sulla SS42 con vista lago, è stato raggiunto Cagnò, dove è iniziata la discesa verso il ago di Santa Giustina, su ripidissime stradine cementate in mezzo ai meleti. Raggiunto il ponte della SP139, si è quindi risaliti fino a Cles, il capoluogo della Val di Non. Qui, a valle del paese ed affacciato sulla sponda ovest del lago, è stato visto il 7° castello del tour: Castel Cles. Realizzato nel XII secolo, è da sempre appartenente alla famiglia dei Baroni di Cles (quella del principe vescovo Bernardo Clesio) e non è visitabile, tranne in alcune rare occasioni di eventi culturali.

Da Castel Cles il tour è proseguito in destra Noce, fra i meleti delle "Tre Ville" (Tassullo, Nanno e Tuenno), raggiungendo per primo Tassullo e l'8° castello: Castel Valer. Costruito nel XII secolo ed appartenente alla famiglia dei Conti Spaur, è visitabile dal 2017.

Da Tassullo si è scesi a Nanno, dove è stato visto il 9° castello del tour: Castel Nanno. Costruito in epoca medievale dalla famiglia Nanno, passò poi ai Madruzzo ed oggi è di proprietà privata (non visitabile).

Da Nanno si è quindi saliti verso Tuenno, dov'è stata imboccata la val di Tovel, entrando così nel Parco Adamello Brenta. Qualche km di salita lungo il Torrente Tresenica (emissario del lago di Tovel), fino alla loc. Capriolo, poi è stato imboccato il sentiero del "Dolomiti di Brenta Bike", che entra in un tunnel di 2,4 km, realizzato per far passare un acquedotto ad uso irriguo e che sbuca sopra l'abitato di Terres, nella zona del Contà. Da qui si è proseguito verso sud, sul "Sentiero del Lez", fino al bivio con la strada che scende a Cunevo. Imboccata la ripida stradina, si è giunti a Cunevo, nei cui pressi, su una piccola altura, si trova Castel la Santa, il 10° del nostro tour. Si tratta di una elegante villa estiva, realizzata ove esistenza un ospizio che prestava assistenza ai pellegrini in transito.

Da Cunevo si è quindi proseguito verso sud, passando per l'abitato di Termon e raggiungendo Campodenno, ove si trova l'11° ed ultimo dei castelli visti oggi: Castel Belasi. Realizzato nel XII secolo, appartenne prima ai Belasio (da cui prese il nome), poi agli Sporo e ai Khuen. Venne quindi abbandonato e, fino a pochi anni fa, era ridotto a rudere. Acquistato dal Comune di Campodenno, è oggetto di restauro ormai a buon punto.

Nota di "cronaca nera": lungo la discesa per il castello, ubicato sotto il paese, Giusy è rimasta vittima di una brutta caduta, causata dalla ghiaia che era stata riversata sulla strada dalle recenti piogge.  Per fortuna solo botte (tra cui una sul casco, provvidenziale!) ed escoriazioni su gambe, braccia e spalla destra. Un po' malconcia e incerottata, Giusy è comunque risalita in sella, portando a termine il giro.

Da Castel Belasi - ultimo maniero del bellissimo tour - si è infine scesi a Crescino, per poi raggiungere la Rocchetta, ove si è chiuso l'itinerario.

i dati tecnici

Complessivamente sono stati percorsi circa 83 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 2.085 metri. L'altimetria è molto "nervosa", trattandosi di un giro senza lunghe salite, ma con tante brevi ascese interrotte da discese e falsipiani. GPM a Salter di Romeno (m.980).

L'altimetria
 

La panoramica in 3D
(clicca sull'immagine per ingrandire)

 
La mappa
Puoi vedere il tracciato sulle dettagliate
mappe "OpenCycleMap", grazie al sito:

NB: agendo con il mouse sui comandi +/- puoi
ingrandire o ridurre il dettaglio della mappa,
mentre con la "manina" (tenendo cliccato il
mouse) puoi trascinare la mappa stessa.

 

 

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.............. scarica qui il file in formato kml
per vedere il tracciato con

 

 

le immagini

 

1. la sinistra Noce


Il ritrovo, verso le 8:15, è al parcheggio in loc. Rocchetta

     
Arriva il Cimo con il nuovo portabici montato sul gancio traino, ma ... c'è qualcosa che non va?!?!
Ah, ecco: ha viaggiato senza aprire le "alette", quindi ... targa nascosta e niente luci posteriori !!!


Buongiorno eh!!!


Alle 8:30 in punto, si parte


La direzione è Vigo di Ton - Castel Thun, la prima nostra tappa


Imbocchiamo l'ex SS43 della Val di Non


La strada, dopo al costruzione del nuovo tracciato, è assai poco trafficata


A Castelletto di Ton lasciamo l'ex SS43 e imbocchiamo la SP124, in salita, verso Vigo


Il primo tratto è quello con le pendenze maggiori


Passiamo per Masi di Vigo, altra frazione di Ton


La chiesetta di Masi, dedicata ai SS. Fabiano e Sebastiano (sec. XIV)


La temperatura è fresca: c'è chi viaggia in maniche corte e chi ha messo i copri-braccia


Dopo Masi, la salita prosegue più dolce


All'orizzonte, sul colle di Belvesino, appare già il primo degli 11 castelli: Castel Thun


Alle nostre spalle avanzano dei minacciosi nuvoloni neri: ci andrà di lusso, nemmeno una goccia!


Altra frazione di Ton, Bastianelli


Qui si trova un tratto in falsopiano


Vigo di Ton, capoluogo comunale, con il castello che domina il paese dall'alto


Scendiamo brevemente nella gola del torrente Rinassico, attraversando il ponte


Il corso d'acqua scorre in una profonda forra, scavata nel tempo nella morbida roccia sedimentaria


Saliti sull'altro versante, entriamo a Vigo


Il campanile della chiesa pievana di S.Maria Assunta, menzionata già nel corso del 1200


Attraversiamo il paese, pieno di scritte per la festa dei neo-18enni, i nati nel 1999


Dopo Vigo, imbocchiamo la strada che sale a Castel Thun


La stradina sale fra i meleti

   
Che siano gialle, o che siano rosse ...


... l'importante è non rubarle!


Ci avviciniamo al castello ...


La vista da ovest


Una zoomata sulla facciata


Arriviamo al parcheggio, posto alla base del colle


Proseguiamo sulla strada di servizio, che conduce direttamente al maniero


L'ultimo tratto è su sterrato


Arrivati alle mura, proseguiamo verso l'ingresso


Il castello è ancora chiuso (apre alle 10:00), per cui la foto ricordo si fa all'ingresso


Iniziamo la discesa sul lato opposto


Qui imbocchiamo una vecchia strada, con fondo erboso


La cappella del castello, dedicata a S.Giorgio, che il Conte Thun volle realizzata al di fuori delle mura


Scendiamo al piccolo borgo di Nosino, dove un tempo risiedeva tutta la servitù del castello


Imbocchiamo la strada sterrata alle spalle del borgo


Ora si scende verso la frazione di Toss, visibile sullo sfondo


Poco prima del paese, svoltiamo a destra: direzione, forra del Pongaiola


Attraversiamo dei frutteti ...


... poi imbocchiamo una ripida stradina che scende verso il ruscello


In fondo alla forra, il ponte che ci porta sull'altro versante


Il Rio Pongaiola


La segnaletica dei percorsi "Predaia MTB"


Ora, però, dobbiamo risalire ...


La salita sull'altro lato è altrettanto ripida, anche se più tortuosa, con un paio di tornanti


Qualche passaggio sottoroccia


Giusy, unica presenza rosa di oggi


Il secondo, ripido, tornante


Giunti in cima, la strada spiana. Siamo entrati nel Comune di Predaia


Arriviamo a Dardine (già frazione di Taio, prima della fusione)


Percorriamo un breve tratto della strada che da Dardine sale verso la provinciale della Predaia


Più avanti, lasciamo la strada ed entriamo in un frutteto, su una stradina interpoderale


Terminati i meleti, si entra nel bosco, su fondo sterrato


Siamo sul sentiero Torra-Cirò, di recente realizzazione


Il comodo sterrato sale con pendenze molto abbordabili


Dopo lo scollinamento, scendiamo verso Vion


Ecco Vion, altra frazione di Predaia (già frazione di Taio)


La chiesa di San Sigismondo, del 1500


Lasciamo Vion, direzione Taio


La strada taglia in diagonale una costa coltivata a meli


Per chi non ha avuto danni da gelo (in primavera) e grandine (in estate), è tempo di raccolta


Appena giunti a monte dell'abitato di Taio, si prosegue in salita nel bosco


La stradina termina sulla provinciale della Predaia


Scendiamo per circa mezzo km


Arriviamo in loc. "ai Tre Confini": qui si incontravano i confini di 3 comuni, Taio, Tres e Coredo.
Dopo la fusione del 2015 (cui hanno partecipato anche Vervò e Smarano) è nato il comune di Predaia


Imbocchiamo la strada per Coredo, passando davanti ad un antico maso


Già si vede la cappella che il Conte Thun fece realizzare nei pressi del castello


Subito dopo, fra gli alberi, appare Castel Bragher, il 2° maniero del nostro tour


E sono due !

    
Particolari delle torre angolari


La chiesa di Loreto, costruita davanti al castello


Sui fianchi vi sono dei bellissimi affreschi della Via Crucis


E' ora di uno snack, in vista della salita per Coredo


Iniziamo la salita per Coredo, la più lunga del tour


Lunga e ... ripida!


Anche qui, traffico zero


Zig-zagando sulle rampe


"Oh Madonna del Ciclista, fa che non mi finisca la batteria" (preghiera dell'e-biker)


Ecco Coredo


Un tempo capoluogo dell'omonimo comune, oggi frazione di Predaia


Saliamo verso il paese


Entriamo in paese da sud


Saliamo negli stretti e ripidi vicoli


Il cancello (in legno) di un antico palazzo


Eccoci a Palazzo Nero, il 3° maniero del nostro tour


Lo stemma tirolese sulla facciata

      
La facciata che da sulla piazza dove nel 1614 avvenne il rogo di 10 persone, condannate per
"stregoneria". La targa su un muro del palazzo ne ricorda l'origine come sede giurisdizionale


Da Coredo, imbocchiamo il "Viale dei Sogni", in direzione dei Due Laghi


Si tratta di un comodo sentiero realizzato lungo un canale irriguo


Il sentiero procede, praticamente pianeggiante, verso al zona dei laghetti


Arriviamo in loc. Due Laghi

   
Vicino al primo lago si trova l'antica segheria "alla veneziana", alimentata ad acqua. L'edificio,
risalente al 1500, era il più a valle di una serie di ben 6 fra mulini e segherie che sfruttavano, a
cascata, la stessa acqua. restaurata nel 1994, è inserita nel circuito etnografico del Trentino


Proseguiamo il giro, costeggiando il primo lago, quello di Coredo


Il bacino, al pari di quello attiguo ("di Tavon"), è stato realizzato nel 1958 come scorta irrigua


Percorriamo la bella passeggiata lungolago


Oltrepassata la diga, visibile sullo sfondo, si incontra il secondo lago, "di Tavon"


Il percorso prosegue anche qui sulla bella e comoda passeggiata lungolago


Girasoli


Dopo i Due Laghi, imbocchiamo la strada che porta a Tavon


Più o meno a metà strada, svoltiamo a destra


La prossima meta, infatti, è il santuario di San Romedio


Iniziamo la discesa


A metà discesa, troviamo un leggero cambio di pendenza


Siamo in loc. Dos Canestrin


Dopo il dosso, si scende ancor più decisi


Il budello di curve ci porta nella profonda forra scavata dal Rio Verdès


Arriviamo in fondo alla discesa, dove incontriamo il corso d'acqua (purtoppo asciutto ...)


Ora proseguiamo lungo il Rio Verdès, in direzione del santuario


La comoda strada sterrata è veloce e scorrevole


In un attimo arriviamo al cospetto dell'edificio religioso più famoso della valle.
Si tratta di ben 5 chiese costruite fra l'anno 1000 (la prima) e il 1918 (l'ultima),
sovrapposte l'una all'altra su un ripido sperone roccioso, unite da 130 scalini.


Il Santuario è dedicato al monaco bavarese Romedio, morto qui dove si era ritirato in eremitaggio


A San Romedio è legata la leggenda dell'orso, che il santo cavalcò per raggiungere Trento

    
Qui vive un orso (nato in cattività e sequestrato a una persona che lo deteneva illegalmente)


L'ingresso del santuario

      
L'inizio della famosa scalinata e la targa che ricorda il pellegrinaggio al santuario di Andreas Hofer,
il patriota tirolese che nel 1809 invocò la protezione del Santo contro l'invasione napoleonica del Tirolo


Dopo la breve visita al Santuario, si ritorna in sella


Dal Santuario, scendiamo verso il parcheggio


Qui, alla base dello sperone roccioso dove si trova l'edificio religioso, confluiscono il Rio
Verdès, che scende dai monti della Predaia, ed il Rio San Romedio, che arriva dall'alta Val di Non


Imbocchiamo il sentiero che costeggia il Rio San Romedio


Inizialmente il sentiero è abbastanza largo


Più avanti, la sede inizia a stringersi e si entra in un ambiente assai selvaggio


E' il tratto più wild dell'intero percorso


Il Rio San Romedio


Si avanza nella fitta vegetazione


Dopo aver pedalato in sponda destra, arriviamo ad un ponticello che ci porta sull'altra sponda


Le indicazioni poste al ponte


Il Rio San Romedio visto dal ponticello


Iniziano già ad intravedersi i colori dell'autunno ...


Ora si prosegue sulla sponda sinistra del rio


Qui incontriamo un tratto decisamente poco pedalabile, per via della pendenza e del fondo ghiaioso


Passato il punto "a spinta", si torna in sella


Il sentiero va a confluire in una più comoda (anche se ripida) strada sterrata


La strada sale verso il paese di Don


Si affronta qualche ripido tornante


Arriviamo ad un altro bivio. A destra, in salita, si prosegue per Don


Noi scendiamo a sinistra, tornando verso la gola del rio


La strada scende ripida, con fondo cementato


Arriviamo nuovamente sulle sponde del Rio San Romedio (visibile sulla destra)


Ora inizia la risalita sul versante opposto


Anche qui una salita breve, ma di tutto rispetto


Sbuchiamo nei meleti, i più alti della valle (ai limiti di quota 1000)


Si prosegue su una stradina interpoderale


L'abitato di Romeno


Intercettiamo la pista ciclabile dell'Alta Anaunia


Quassù, più che per le mele, i paesaggi sono noti per i verdissimi prati


Imbocchiamo la pista ciclabile


Arriviamo a Salter di Romeno, GPM del tour odierno (m.980). Qui termina il tratto in SX Noce

 

2. Lago S.Giustina e "terza sponda"


Dal GPM, iniziamo la discesa


Percorriamo alcune stradine secondarie, lontani dal traffico


Lasciato il paese, percorriamo alcune interpoderali fra i meleti


Più a valle, riprende la pista ciclabile vera e propria


Nuovo passaggio fra i verdissimi prati dell'alta Anaunia


La pista attraversa i prati, dove un tempo sfrecciava il treno Dermulo-Mandola


In loc. Fonton, nei pressi di Romeno, si incrociano sue rami della ciclabile


Noi prendiamo il ramo che scende verso la bassa valle


Si sfreccia in discesa, costeggiando la statale


Arriviamo a Malgolo


Attraversiamo il paese, frazione di Romeno


Passiamo vicino alla trecentesca chiesa di Santo Stefano


Eccoci a Castel Malgolo, risalente al 1300


E con questo, sono 4


Ora dobbiamo scendere a Casez, percorrendo un tratto della statale


Fortunatamente non c'è molto traffico, per cui si sfreccia fra i tornanti in relativa tranquillità


L'arrivo a Casez, frazione di Sanzeno, sulla sponda sinistra del lago di S.Giustina


Il passaggio sul nuovo ponte che varca il Rio di Sies


L'arrivo nel centro del borgo di Casez


La piazza, non a caso, si chiama ... Piazza del Castello


E con questo, siamo a 5 !


Un pannello racconta la storia del maniero, iniziata nel 1300 con i Bragherio di Coredo


La vecchia fontana in piazza, dove abbiamo riempito le borracce di acqua fresca


Il castello, ma anche i  palazzi intorno, denotano una antica presenza nobiliare


Molte, infatti, sono le case affrescate

 
 
Particolari degli affreschi


Il retro di Castel Casez


Vista l'ora, facciamo la sosta pranzo in un giardinetto della piazza di Casez


E vai con le ganasce


Mangi anche la stagnola?


Il Presidente sfodera un panino XXL !


Il Cimo prepara in loco


Dopo esserci rifocillati, ripartiamo per la prosecuzione del tour


Scendiamo nella gola del Rio Novella, uno degli immissari del lago di S.Giustina


La discesa termina in loc. San Biagio (dal nome di un eremo posto nei pressi). Qui siamo
nel comune di Romallo, sulla cosiddetta "Terza Sponda" del lago di Santa Giustina


L'ingresso del parco fluviale realizzato nella forra del Rio Novella


Iniziamo la salita verso Revò


La scaglia rossa, morbida roccia formata da antichi sedimenti marini (sabbie solidificate)
La sua malleabilità spiega le profonde forre scavate dai corsi d'acqua di questa zona


Passando a valle del paese di Romallo, arriviamo in quel di Revò


Raggiungiamo il centro, dove svetta il campanile dell'ex chiesa pievana di Santo Stefano,
che in origine era una torre d'osservazione, cui venne aggiunta la cella campanaria (nel '500)


Attraversiamo il centro del paese


Raggiungiamo Casa Campia (sec. XVII)


E siamo a 6


La meridiana dipinta sulla facciata est della costruzione, con lo stemma di famiglia


Lasciamo Casa Campia e ci dirigiamo fuori dal paese di Revò


Percorriamo un tratto della SS42


La strada è affacciata sul Lago di Santa Giustina


Arriviamo a Cagnò


Scendendo verso il lago, passiamo a fianco della chiesa di S.Valentino (1400)


Percorrendo ripide stradine fra i meli, arriviamo in vista del Lago di S.Giustina


Una sosta, qui, è d'obbligo


E ovviamente, scattano i selfie


Scendiamo verso il lago


Arriviamo al ponte in loc. Castelàz, dove lasciamo la "Terza Sponda" ed entriamo in destra Noce


Panorama sulla parte nord del lago, formato dallo sbarramento artificiale del Torrente Noce


Inizia la salita verso Cles ...

3. la destra Noce


Un passaggio in galleria


Procediamo incolonnati sulla SP 139


La sagoma di Castel Cles, svetta su un colle sopra il lago


Lasciamo la provinciale e imbocchiamo la strada che attraversa la frazione di Dres


La chiesa di S.Tommaso (sec. XII), posta lungo l'antica via romana proveniente da Cles


Raggiungiamo Cles, il capoluogo della Val di Non


Scendiamo in Via del Castello


Via che si chiama così perchè .. porta a Castel Cles


E con questo, sono 7


Si riparte ...


Si sale fra i meleti


Ci dirigiamo verso la frazione di Maiano


Una frazione di Cles, decisamente panoramica


Il borgo, con la chiesa di San Pietro apostolo


Da Cles, si prosegue verso sud, arrivando a Rallo (nei pressi di Tassullo)


Ora siamo nel comune di Ville d'Anaunia, formato dall'unione di Tuenno, Tassullo e Nanno


Arriviamo a Castel Valer


E sono 8


L'ingresso del maniero, appartenente al Conte Spaur


Scendiamo fra i meleti, in direzione di Nanno


La strada sterrata scende ripida con qualche tornante


Nel frattempo esce pure un timido raggio di sole


Arriviamo a Tassullo


Big Bobby


Ci lasciamo alla spalle Tassullo e Castel Valer


Mentre di fronte ci appare la sagoma di Castel Nanno


Al bivio per Nanno


Dal paese, per arrivare al castello, si deve salire un po' ...


E allora affrontiamo anche questa ennesima salita odierna


Eccoci a Castel Nanno


E siamo a 9


L'acquedotto di Nanno, risalente al 1925


Si sale verso il Dosso di Loredi


Mentre i nuvoloni neri ci girano attorno, noi proseguiamo verso Tuenno


Imbocchiamo una piccola stradina che ci porterà nel centro del paese


Eccoci a Tuenno


Attraversiamo il paese


Da Tuenno, imbocchiamo la strada per la Val di Tovel


Il primo tratto è in discesa


L'ingresso nel Parco Adamello-Brenta


La parte finale del tratto in discesa


Il Torrente Tresenica, che solca la Val di Tovel dopo essere nato dal lago


Affrontiamo il primo tratto della salita per Tovel


Poco prima della loc. Al Capriolo, facciamo tappa snack


Qui si lascia la strada per passare sulla sponda opposta del Tresenica


Il rio visto dal ponte


Imbocchiamo il sentiero del "Dolomiti di Brenta Bike"


Giungiamo all'ingresso della galleria Tovel-Terres


Indossiamo le giacche a vento, visto che all'interno del tunnel ci sono 8-10°


Muniti di faretti, entriamo nella lunga galleria (2,4 km)


Le lunghe ombre dei battistrada ...


A metà esatta del tunnel


L'uscita, dal lato di Terres


Da qui si vede la Predaia, in sinistra Noce, dove siamo passati questa mattina


Imbocchiamo il "Sentiero del Lez", ricavato su un vecchio acquedotto irriguo


Il sentiero procede in falsopiano a monte dei frutteti e al margine del bosco


Dopo aver lasciato il "Sentiero del Lez", scendiamo verso Cunevo, passando per il Laghetto Corona


Fra i meleti a monte di Cunevo


Saliamo sul dosso a sud del paese


Qui troviamo Castel La Santa


E con questo, siamo a 10


Dopo la visita al penultimo maniero del tour, si riparte


Torniamo a ritroso, in direzione di Cunevo


Procediamo in direzione di Termon


Entriamo nel Comune di Campodenno


Dalla frazione di Termon, proseguiamo verso il capoluogo


Eccoci a Campodenno


Dopo Campodenno, si prosegue oltrepassando la valle del Rio Belasio


Lasciamo la strada provinciale e imbocchiamo una ripida stradina cementata


La strada scende ripidissima fra i meleti


Arriviamo a Castel Belasi


Entriamo nel cortile esterno, passando sotto l'antico portale


Il portone d'ingresso del maniero, appartenente al Comune di Campodenno


Usciamo dal cortile


11ª (ed ultima) foto di gruppo di oggi


Inizia la discesa finale


Il castello visto dal basso


Scendiamo fra i meleti


Sulla provinciale che scende verso Cressino


Arriviamo a Cressino


Ora non rimane che percorrere l'ultimo km sulla SS della Val di Non


Ed eccoci alla Rocchetta. Giro completato!

 

Complimenti a tutti
e ... alla prossima!