23 luglio 2010:
a 5 anni dalla nascita di RincoGold siamo tornati sul valico più alto!
Stelvio-bis
Partenza da Glorenza, la cittadina fortificata, quindi trasfe-
rimento a Prato allo Stelvio, dove è iniziata la lunga salita
(26 km) che con ben 48 tornanti ha condotto fino ai 2.758
metri di quota di quello che è il valico stradale più elevato
d'Europa. La discesa, tutta sotto la pioggia, è avvenuta nel-
la valle parallela, passando
per la Svizzera e rientrando in
in Italia da Passo Tubre.
65 i km percorsi,
dislivello
1.880 m.
9 SOCI DEL CLUB HANNO AFFRONTATO OGGI L'IMPEGNATIVO PERCORSO CHE L'8 LUGLIO 2005 VIDE NASCERE IL PROGRAMMA "RINCOGOLD". AL SEGUITO C'ERA ANCHE L'AMMIRAGLIA CON IL PRESIDENTE E LO SCHIACCIANOCI DEL TERMINILLO.
AMMIRAGLIA
Glorenza (BZ), 23/07/10. Forse sarà destino (qualcuno preferisce però chiamarla sfiga!), ma l'arrivo dei Rinco Boys sul Passo dello Stelvio non coincide mai con una bella giornata di sole, di quelle che ti fanno arrivare a casa la sera con la faccia e le braccia arrossate e con tante foto-cartolina nella macchina digitale. Nel 2005, quando prese il via il programma "RincoGold" e si diede per la prima volta l'assalto al valico stradale più alto d'Europa (m.2758), arrivò addirittura la neve (eppure era l'8 luglio!), mentre questa volta, in occasione del revival organizzato per il 5° anniversario di quella storica impresa, i malcapitati bikers che hanno preso parte all'uscita sono stati letteralmente sommersi dall'acqua per tutto il tratto della discesa, da Passo Stelvio fino a Glorenza. 33 km sotto la pioggia, a tratti battente a tratti un po' più leggera, ma comunque costante ed ininterrotta, con la temperatura che per i primi km della discesa, quando dai 2758 si è arrivati sotto i 2000 metri di quota, era solo di qualche grado sopra lo zero, costringendo i nostri eroici protagonisti ad indossare l'abbigliamento invernale, giunto a valle inzuppato come un pulcino! Eppure la giornata (come nel 2005) era iniziata bene, con un bel sole che aveva accompagnato il primo tratto di salita. Sulle creste più alte, però, già si notavano dei nuvoloni neri che come dei corvi volteggiavano minacciosi e non promettevano nulla di buono per le ore a venire ... Ma a parte le disavventure, definiamole così, meteorologiche, rimane la soddisfazione di un'altra grande prova dei nostri Rinco. Già, perchè lo Stelvio è sempre lo Stelvio! Certo, in giro ci saranno salite molto più impegnative sia per quanto riguarda la pendenza (quella dello Stelvio ha una media del 7%), sia per quanto riguarda le difficoltà tecniche (specie se si va sullo sterrato), ma quei 26 km di ascesa e quell'interminabile budello di tornanti (ben 48), ai piedi del ghiacciaio sono qualcosa che lasciano un ricordo indelebile, specie quando si arriva all'ultimo rettilineo, si vede finalmente il cartello stradale, si accosta al muretto che delimita la carreggiata e si guarda in basso, ammirando quel "muro verde" che poche ore prima, guardato dal basso verso l'alto, aveva messo un po' di timore. Passo Stelvio, con i suoi 2.758 metri di altitudine, è il valico stradale più alto d'Europa e proprio da Sua Maestà dei passi di montagna si era deciso di far partire, 5 anni or sono, il programma "RincoGold", formato da una sola uscita l'anno ma tosta, molto tosta: l'unica dove la regola è "No-Limits". Era l'8 luglio 2005 e 8 soci del Club, a soli due anni dalla fondazione del gruppo, accettarono la sfida: 65 km da percorrere (dei quali 26 di salita consecutiva) e ben 1.880 metri di dislivello da superare. Quest'anno, come si diceva, ricorreva il 5° anniversario della nascita di "RincoGold" e per festeggiare in modo degno si è deciso di fare uno strappo alla regola e riproporre un tour già messo in calendario in precedenza, tornando così sullo Stelvio. Identico il tracciato, diversi i protagonisti, perchè degli 8 partecipanti di allora solo 1 (Cecchi Paone) era presente anche oggi in sella alla sua MTB, oltre al Presidente che per problemi di salute è stato costretto a dare forfait ed ha partecipato al giro a bordo dell'ammiraglia, assieme allo Schiaccianoci del Terminillo (altro infortunato, ormai di lungo corso!). La partenza, attorno alle ore 8:50, è avvenuta da Glorenza, la bella cittadina fortificata che conserva ancora intatto l'intero muro perimetrale eretto nel medioevo a difesa dell'abitato. Da qui, dopo aver attraversato il centro storico, i Rinco Boys hanno imboccato la pista ciclabile lungo l'Adige (che quassù non è ancora un vero e proprio fiume, ma poco più d'un torrentello) raggiungendo Prato alla Stelvio. In tutto circa 6 km di pianura o falsopiano, ottimi per arrivare ai piedi della salita con la gamba già calda. Da Prato allo Stelvio, infatti, comincia l'interminabile ascesa che porta al valico. Circa 26 km, come dicevamo in precedenza, dei quali i primi 10 (da Prato fino a Trafoi) dove la strada segue un percorso abbastanza lineare, procedendo a mezza costa lungo il Rio Trafoi. Poco prima di entrare nel paese divenuto famoso per aver dato i natali al campione dello sci alpino anni '70 Gustav Thöni, si incontrano i primi due dei 48 tornanti che si snodano lungo la salita verso il passo. Si tratta del n° 48 e del n° 47 (la numerazione è infatti decrescente, come un countdown), poi all'interno del paese si trovano altri due tornanti (il n° 46 e il n° 45) ed infine - una volta usciti dall'abitato di Trafoi - si attraversa un tratto nel bosco, dove riprende la serie degli altri 44 tornanti. La salita non è durissima (la pendenza media, come si diceva in precedenza, è del 7%, anche se alcuni tratti sforano ed arrivano tra il 10% e il 14%, con punte massime, sia pur molto brevi in alcune curve, fino al 18%), ma è una salita molto lunga e senza tregua. Per affrontarla è necessario saper gestire al meglio le energie, dosandole in modo da non finire la benzina quando all'arrivo in vetta mancano ancora una manciata di km! Ne sanno qualcosa il Kanoista e il Frà che nella 1ª edizione del tour, nel 2005, diedero vita ad un'improbabile scommessa su chi sarebbe arrivato per primo al valico, mettendosi a correre fin dall'inizio. Risultato? Crampi già a quota 1.800 e diversi km fatti a piedi per cercare di sciogliere la muscolatura! I primi 6 ad arrivare al passo (Ailander, Cimo, Brücke, Dori, Uomo Silente, Briz) sono riusciti a scansare la prima breve perturbazione che ha invece colpito in pieno, negli ultimi km di salita, Cecchi Paone, Giro e Baldazàr, giunti al valico più attardati rispetto ai compagni e già fradici. Poi la pausa nel tepore di un locale del passo, con il cambio vestiario e un bel piatto caldo ristoratore, mentre nel frattempo una seconda perturbazione iniziava a colpire nuovamente la zona, questa volta in modo più duraturo. Dopo la pausa ristoro i Rinco hanno sbrigato le cosiddette "formalità di rito" di ogni ciclista che giunge ad un valico: le foto ricordo! Immancabile quella con il cartello stradale del passo, cui si è aggiunta quella con la stele dedicata a Fausto Coppi, il Campionissimo che su questa strada, come su tante altre salite, scrisse pagine di storia del ciclismo internazionale. Quindi, intorno alle 14,20, è iniziata (sotto la pioggia battente!) la lunga discesa verso valle, cominciata sul versante opposto dello Stelvio (in direzione di Bormio, in Lombardia) e proseguita poi in una valle parallela a quella della salita, però in territorio svizzero. Circa 3 km sotto il passo, infatti, si lascia la SS 38 dello Stelvio e si devia a destra, all'altezza della c.d. "Quarta Cantoniera", raggiungendo con un breve e modesto strappo in salita il vicino Umbrail-Pass (m.2503), un valico che dall'Italia immette in terra elvetica e precisamente nel Cantone dei Grigioni, dove si parla la lingua ladina, come peraltro si può intuire dalle insegne dei negozi e dalla segnaletica di vario genere. Dall'UmbrailPass, dopo aver attraversato la dogana deserta (pare che Hubert fosse a prendere il caffè ...) è ripresa la discesa lungo la Valle di Müstair (che in tedesco significa monastero), una stretta e selvaggia valle con un profilo a V solcato da un ruscello, dove a farla da padrone sono le vacche al pascolo. Poco dopo l'inizio della discesa la colonna dei biker è stata spezzata in due dal passaggio di una mandria bovina di rientro dai prati e diretta verso una vicina malga. La strada è rimasta interrotta per qualche minuto, fino a quanto l'ultima "carolina" ha attraversato la carreggiata. Più in basso, per ragioni che a noi umani risultano incomprensibili, la strada da asfaltata diventa sterrata e rimane così per circa 3 km, per poi tornare perfettamente asfaltata. Motivo di questo "buco"? Booooh! Chiedete al competente ministro svizzero. Nel paese degli orologi, della cioccolata e del segreto bancario, non è questa l'unica cosa che risulta poco chiara ai più ... Fatto sta che quei 3 km di sterrato, uno sterrato molto diverso da quello dei nostri boschi, dove le radici degli alberi e la composizione ghiaiosa del terreno contribuiscono al drenaggio dell'acqua piovana, ha trasformato i nostri Rinco in maschere di fango, perchè lo strato argilloso di superficie della strada si è ben presto trasformato in una coperta di melma che al passaggio delle ruote veniva spruzzata addosso ai malcapitati biker. Fortunatamente il tratto è breve e subito dopo ricomincia il bitume, cosicché in faccia e sulla schiena ti arriva solo tanta acqua (che culo!) e non quella che noi trentini, in gergo altamente tecnico, chiamiamo "paciòca". In fondo alla discesa si è quindi sbucati a Santa Maria in Müstairtal, il paese dove il Taverna - nell'edizione 2005 di questo tour - fu vittima dell'esplosione improvvisa della ruota posteriore, probabilmente a causa dell'eccessivo uso dei freni con conseguente surriscaldamento del cerchio, venuto poi a contatto con la camera d'aria. Il Presidente, che seguiva Alvaro ad una trentina di metri, ricorda ancora il gran botto, la sbandata della bici (tenuta dritta con abilità dal Nonno-Rinco) e la fiammata di scintille causate dal cerchio che, mentre il Taverna frenava per riuscire a fermarsi, veniva letteralmente abraso dall'asfalto come una mola a disco! Provvidenziale, in quella occasione, fu l'intervento del Venesiàn, salito in auto da Tubre a riprendere bici (inutilizzabile) e biker (sconsolato) per riportarli a Glorenza. Quell'episodio passò alla storia come la prima (e finora unica) foratura extra-comunitaria dei Rinco Boys! Da Santa Maria, sempre sotto la pioggia ininterrotta, il gruppo ha quindi raggiunto la vicina Müstair (che da il nome alla valle) e poi Tubre, dove è stato fatto rientro in Italia. Quindi gli ultimi km di discesa verso Glorenza dove si è concluso, dopo 65 km, il fantastico tour, reso "epico" dalle condizioni meteo davvero avverse. Il sole, beffardo, è rispuntato attorno alle 16,30, quando i Rinco avevano appena finito lo spuntino organizzato a fine giro sotto una tettoia del campo sportivo di Glorenza. Vabbè, non si può avere tutto ...
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CARTINA E ALTIMETRIA
La
cartina del tour
LE FOTO DELLA GIORNATA
L'ammiraglia, con il Presidente e lo Schiaccianoci, seguirà i nostri biker per
tutto il giro
I preparativi per la partenza
Siamo tutti pronti? "N'atimo, arivo!" Che scene raccapriccianti!
I 9 bikers che affronteranno il tour
Baldazàr subito dopo il via dal centro sportivo di Glorenza
Entriamo nella cittadina fortificata attraverso una delle porte ai piedi delle
torri
Attraversiamo il centro storico
Questo tratto sarà buono per scaldare la gamba in vista della salita
Usciamo da Glorenza sul lato opposto
Imbocchiamo la ciclabile lungo il fiume Adige, in direzione di Prato allo
Stelvio
La ciclovia segue il corso del fiume ed è in gran parte all'ombra
Un tratto della ciclabile è sterrato
L'arrivo a Prato allo Stelvio
Il caratteristico campanile appuntito
Avanziamo tra le stradine del paese
Alla fontana in piazza ne approfittiamo per riempire le borracce prima della
salita
Il Presidente all'inizio della salita
Giro mentre attraversa il paese
Il gruppo procede ancora compatto
Cimo e Briz (oltre un secolo in due!) ripresi dall'ammiraglia
Lasciamo Prato allo Stelvio e imbocchiamo la valle
Baldazàr è già attardato. Con i km che ha nelle gambe quest'anno, la sua è una
vera sfida!
Giro e Baldazàr nel primo tratto di salita
Una prima sosta con l'assistenza dell'ammiraglia
Inizia la salita vera e propria, siamo al Km 146 della SS 38
Il primo paese che incontriamo è Gomagoi, frazione di Stelvio
Si compatta il gruppo al tornante n. 48, il primo del lungo countdown
C'è tempo per le foto ricordo
Nel frattempo il Cimo guarda avanti e commenta come sarà la salita ...
Si riparte
Cimo seguito da Dori One
Brücke
Fa caldo? Non preoccupatevi, ve la spruzzo io l'acqua fresca addosso!
Il terzetto Baldazàr/Giro/Cecchi Paone chiude le fila
Qualcuno ha già bisogno dell'aiutino?
Dopo una decina di km di salita si arriva a Trafoi, il paese di Gustav Thöni
In paese troviamo il 3° tornante, il n. 46, proprio davanti ad un albergo ...
... seguito dal n. 45. Il countdown riprenderà dopo il paese
Nel frattempo il cielo si annuvola e non è un buona notizia!
Il gruppetto di testa nel tratto boscoso subito dopo Trafoi
Il manto stradale avrebbe bisogno di una rinfrescata, no Durny?
Siamo al tornante n. 43, ne abbiamo fatti solo 5!
Hai voglia a pedalare!
Dopo un po' passa anche Giro
Ed ecco Baldazàr
Ma non arrivavate più?
Eh, io e Nunzio ci siamo fermati a mangiare le fragoline
Ah fragolina de' bosco, vedi de pedalà senno fàmo notte!
Qualche tornante più su, il passaggio di Brücke
Ed ecco anche Dori One e Uomo Silente
La strada sale con pendenze abbastanza regolari
L'Uomo Silente affronta il tornante
Briz saluta il fotografo appostato un tornante più su
Ed eccolo poco dopo passare lì di fianco
Il passaggio di Giro. Alle sue spalle - in alto - si scorge Passo Stelvio
Il fronte del ghiacciaio (in alto), purtroppo sempre meno esteso
Cecchi Paone ripreso dall'alto
Ed eccolo procedere regolare su un lungo rettilineo tra due tornanti
Baldazàr all'arrivo nel punto sosta dell'ammiraglia
Ristoriamo anche un ragazzo inglese che sta salendo senza cibo e con la
borraccia ormai vuota!
Baldazàr sgranocchia qualcosa
Il Vice-Presidente si ciuccia l'ultimo sorso di coca-cola prima di ripartire
Una coppia straniera sta scendendo dal passo. Loro l'ammiraglia ce l'hanno ...
sulle ruote!
Al tornante n. 20 abbiamo già passato il "giro di boa". Sullo sfondo si vede il
passo
Il cielo lassù è sempre più nero, speriamo in bene ...
Il "muro verde", la parte finale della salita che si sviluppa su un ripido
costone erboso
Ogni tanto arrivano delle nuvole basse e la visuale sparisce completamente
Anche oggi abbiamo paparazzato la marmotta!
I primi del gruppo arrivano in cima allo Stelvio tra le 11,30 e le 12,00
Eccoli ritirare le borse con il vestiario asciutto dall'ammiraglia
La targa sul primo edificio a destra indica il punto di confine tra Lombardia ed
Alto Adige
E infatti in Lombardia (sx) c'è Sertorelli, in Alto Adige (dx) c'è ... Thöni!
Schiaccianoci e Presidente, oggi Supporter, attendono l'arrivo degli ultimi 4
Rinco Boys
Guardando in basso si scorge qualche puntino lontano sulla strada. sarà uno dei
nostri?
Ecco spuntare Briz, alle prese con gli ultimi 5 tornanti
Il suo arrivo (soddisfatto!). E' stato l'ultimo che è riuscito a scansare la
pioggia in salita
Lo Schiaccianoci lo accompagna all'ammiraglia per il cambio di vestiario
Ed ecco poco dopo arrivare Cecchi Paone. Nel frattempo ha cominciato a piovere,
e forte!
Anche il Vice-Presidente (unico reduce della scalata del 2005) è soddisfatto per
l'impresa
Il suo arrivo al passo
Ed ecco entrare nel raggio visivo anche Giro
Ecco il pugliese affrontare le ultime curve sulla strada lucida di pioggia
Tornante dopo tornante si avvicina alla meta
Anche lui, come Cecchi Paone, arriva in cima sotto la pioggia battente
Un ultima spinta e sei arrivato al passo!
Per ultimo appare tra le curve Baldazàr
La sua andatura è ondeggiante e la smorfia tradisce la grande stanchezza
Anche stanchissimo, però, Baldazàr non perde mai il sorriso.
A proposito, chi te l'ha dato quel copri-casco, la signora Coriandoli?
Con l'arrivo di Baldazàr si chiude la sequenza. Ora si va al caldo!
Che sia pasta asciutta, che sia pizza, che siano pizzòccheri ... noi mangiamo di
tutto!
Il Presidente e lo Schiaccianoci. Anche per loro un meritato piatto caldo
Questo minestrone fumante, con tutta questa umidità, è quello che ci vuole
Nel frattempo, fuori, piove come Dio la manda!
Dopo mangiato ci dedichiamo alle foto ricordo: prima la stele del mitico Coppi
...
... poi l'immancabile cartello stradale (purtroppo quasi illeggibile con tutti
quegli adesivi!)
Imbocchiamo la discesa quando ricomincia a piovere. Inizialmente piano ...
... poi a catinelle!
Briz e Giro sotto una tettoia della "IV Cantoniera", al bivio per l'UmbrailPass
Si riparte dopo la brevissima sosta tecnica
Dal bivio della IV cantoniera si sale leggermente verso l'UmbrailPass
Ed eccoci al valico italo-svizzero dell'UmbrailPass, a quota 2503
Da qui si scende di poco prima di incontrare la dogana svizzera (deserta!)
Dopo la dogana svizzera ricomincia la discesa
Lungo la strada incontriamo una mandria di vacche che sta attraversando per
tornare
in malga dopo il pascolo. Mezzo gruppo è riuscito a passare, l'altra metà rimane
invece
bloccata. Cecchi Paone si ritrova addirittura in mezzo alle vacche che lo
circondano ...
Ed ecco il Vice-Presidente farsi da parte ed osservare la mandria che lentamente
passa
Briz si appoggia all'ammiraglia in attesa che le mucche sgomberino la strada
Ecco le mucche che dopo aver attivato il 4x4 lasciano libera la sede
stradale
Dopo il pit-stop obbligato si riparte
Il Presidente contribuisce a tenere verde la vegetazione della valle ...
Il passaggio su un ponte
Baldazàr durante una sosta. Nella foto si nota lo strato melmoso superficiale
che si è formato nel tratto sterrato della discesa. Ridurrà tutti una schifezza!
La valle è molto selvaggia. Da P.so Umbrail fino alle porte di S.Maria non si
incontra una casa
La Münstertal è solcata da un ruscello. Ogni tanto si passa da una sponda
all'altra
Giro e Dori chiudono la fila, procedendo con cautela sulla strada bagnata
Uno degli ultimi tornanti
La discesa sta per finire, la pioggia ... no!
In fondo alla discesa, l'arrivo a S.Maria in Münstertal
Il passaggio da Müstair (monastero)
Giro si ripara sotto la pensilina di un benzinaio per tirare il fiato
Si riparte in direzione di Tubre. Piove sempre ...
Il rientro in Italia dal valico di Tubre, sotto una pioggia battente
Approfittando di una sosta ad un semaforo di Tubre, il Dori sconsolato e
inzuppato d'acqua
si volta e chiede all'ammiraglia: "Quanto manca?" "Tranquillo, 6-7 km
e hai finito"
Finalmente, dopo 65 km, giungiamo a Glorenza, da dove siamo partiti stamattina
Attraversiamo la cittadina e facciamo rientro al parcheggio fuori le mura
Rientrati alle auto troviamo riparo sotto la tettoia del centro sportivo di
Glorenza
Baldazàr strizza i guanti ed esce un bicchiere d'acqua!
Sotto la comoda tettoia della struttura sportiva allestiamo il banco-ristoro
Per il Presidente, oggi, niente MTB ma il grembiulino dello "STAFF"
Il panino tirolese, con pane di segale, speck, cetriolini e formaggio, è il più
gettonato
Brücke mangia e medita: quanta acqua che avèn ciapà!
Lo spuntino non può che concludersi con un bel caffé. Ecco i Rinco in attesa
fissare la moka
Dopo la merenda siamo pronti per il rientro a Trento, ma la macchina del Cimo
non parte!
No problem, c'è l'ammiraglia (ma non serviva per le bici?)
E poi il Cimo, di macchine, se ne intende no?