14 agosto 2006: compiuta un'impresa destinata a restare nella storia dei Rinco Boys
Sella Ronda Bike Tour
I 4 Passi Dolomitici "domati" nonostante il tempo infame:
tanta pioggia, freddo invernale e al Pordoi anche la neve!!


7 SOCI DEL CLUB (DI CUI 3 PRESENTI ANCHE SULLO STELVIO NEL LUGLIO 2005) COMPLETANO IL GIRO DEL SELLA SCALANDO IN SUCCESSIONE PASSO SELLA (2.240 M.), PASSO GARDENA (2.121 M.), PASSO CAMPOLONGO (1.875 M.) E PASSO PORDOI (2.239 M.). 52 KM DI TOUR, CON 1.660 METRI DI DISLIVELLO COMPLESSIVO.

                               
 

Pian de Schiavaneis (TN), 14/8/06. Usare il termine impresa, oggi, non è affatto fuori luogo. 7 temerari Rinco Boys (in ordina alfabetico Brücke, Carioca, Cecchi Paone, Giro, Kanoista, Presidente e Uomo Lavico) hanno deciso di affrontare ugualmente il programmato SellaRonda BIke Tour, nonostante il tempo infame. Dopo che l'escursione, inizialmente programmata per venerdì 11, era stata rinviata a seguito delle nefaste previsioni per il week end, i sette temerari si sono ritrovati lunedì 14/8 a Trento, alle 6 del mattino, con una leggera pioggia che non prometteva nulla di buono. Orami la levataccia era fatta, per cui si è deciso di partire ugualmente per Canazei e di decidere in loco il da farsi.
Nel paese dell'alta Val di Fassa, raggiunto verso le 9,00, la situazione meteo non era tanto difforme da quella di Trento città, con una pioggerellina leggera che cadeva costante e una temperatura che a quota 1.450 era assai pungente. Dopo la colazione (la seconda, perchè la prima, quella delle 5, era già belle che digerita!), consumata in un lussuoso bar (chiedere al Kanoista il prezzo delle brioche!), si è imboccata la salita che conduce verso i passi Sella e Pordoi, con il massiccio del Sella (e tutte le altre vette dolomitiche che di solito si possono vedere da quassù) oscurato dalla basse nuvole nere che non promettevano nulla di buono.
Il campo base è stato stabilito nei pressi di Pian de Schiavaneis, poco sopra quota 1.800, dove sono state lasciate le auto ed è iniziata la preparazione, quasi a voler esorcizzare la pioggia leggera che non smetteva di cadere. Gli sguardi degli automobilisti di passaggio, nel vedere quel manipolo di pazzi prepararsi a salire in bici con quel tempo, diceva tutto di cosa si stava per affrontare. Ma ormai la decisione era presa: si parte!
Ad un quarto alle dieci, quando il termometro segnava 7° e con addosso più o meno gli stessi vestiti che erano stati indossati nella staffetta sulla neve dello scorso 25 febbraio a Madonna di Campiglio, i 7 Rinco hanno iniziato la prima salita, quella verso Passo Sella. Quasi 6 chilometri di ascesa, ad una media del 7%, e i circa 400 metri di dislivello (forse i più impegnativi per quanto riguarda le pendenze, con punte fino al 15%) sono stati messi da parte. Alla spicciolata, dal Kanoista in giù, si è giunti ai 2.240 metri di Passo Sella, dove nel frattempo la temperatura era scesa a 3°. Dopo le immancabili foto di rito, con il cartello del Passo e con il termometro esposto fuori da un negozio di souvenir, la piccola comitiva ha imboccato la prima delle quattro discese della giornata, quella che in 5 chilometri e mezzo ha portato alle porte dell'abitato di Plan de Gralba (quota 1.871), in Val Gardena (e quindi in provincia di Bolzano), dove è posto il bivio per il secondo valico del tour: il Passo Gardena.
Questa seconda salita è stata decisamente meno impegnativa, con soli 250 metri di dislivello (il Passo è a quota 2.121), ripartito in due tranche, una nei 2 chilometri di salita posti all'inizio ed una nei 2 chilometri finali. In mezzo c'erano circa due chilometri di pianura, per cui la già non proibitiva ascesa è stata resa ancor più agevole.
Giunti a Passo Gardena, dopo il rituale delle foto, delle cartoline e souvenir vari, è stata imboccata la seconda discesa, verso la Val Badia e, in particolare, verso Corvara. Qui il tempo era decisamente migliorato, e la leggera pioggia aveva lasciato posto a qualche schiarita e addirittura a qualche timido raggio di sole.
Da Corvara, punto più basso dell'itinerario con i suoi 1.522 metri s.l.m., è iniziata la salita verso il terzo valico, Passo Campolongo, posto a quota 1.875 m. Altri 6 km di salita e 350 metri circa di dislivello, con il primo tratto all'uscita dal paese - caratterizzato da una serie di tornanti al 12/15% di pendenza - un po' più impegnativo ed il secondo con salita costante e diritta, ma con pendenze molto più abbordabili.
A Passo Campolongo è stata effettuata una sosta più lunga per consumare uno spuntino e qualcuno ha anche approfittato dell'unico bar per sorbirsi un bel the caldo.
Dopo il ristoro è quindi iniziata la terza discesa, che ha portato in terra veneta e precisamente nell'Agordino (in provincia di Belluno). In 4 chilometri si è giunti nell'abitato di Arabba (quota 1.601), da dove è iniziata l'ultima e più temuta salita: quella di Passo Pordoi (m. 2.239).
All'inizio dell'ascesa il cartello "33 tornanti" rende edotti gli sprovveduti di ciò cui vanno incontro. Intendiamoci, il Passo Pordoi (dove peraltro sono state scritte pagine epiche del ciclismo nazionale) non è lo Stelvio, ma 10 km di salita non sono mai una passeggiata, soprattutto se nelle gambe ce ne sono già 40 e sono stati scalati altri 3 passi. Con un minimo di preparazione non c'è problema, ma se la preparazione non c'è ...
Ne sa qualcosa Gianluigi "Carioca", che già al Passo Sella era titubante se proseguire nell'itinerario o tornare indietro subito. Gli itinerari ad anello, infatti, soprattutto quando ci sono dei saliscendi, non lasciano moto scampo. Una volta in ballo, tornare indietro o proseguire diventa spesso la stessa cosa. Ecco perchè al Passo Sella, primo valico raggiunto e dai cui si sarebbe potuto comodamente tornare alle auto facendo solo discesa, il "Carioca" ha fatto un pensierino al ritiro. Evidentemente non c'era la convinzione massima di avere nelle gambe l'intero tour, ma alla fine la decisione è stata quella di proseguire, e sia pure con un passo più lento degli altri 6 componenti la comitiva, Gianluigi ha proseguitocon trnquillità sia sul Gardena che sul Campolongo. Sul Pordoi, però, è venuta fuori la carenza di fondo e nel finale c'è stato anche un crampo, che ha reso gli utlimi 500 metri ancora più difficili. Alla fine, però, anche lui ha raggiunto il passo e la soddisfazione per essere riuscito a completare l'anello è stata notevole.   
Tra l'altro, nel tratto finale di salita verso il Pordoi, quando anche il 33° tornante era stato archiviato e ormai mancava l'ultimo chilometro rettilineo, la pioggia - fino a quel momento leggerissima e quasi impercettibile - si è fatta sempre più battente e con l'abbassarsi della temperatura è divenuta presto neve. Fiocchi piccolissimi e duri, che rimbalzavano sul casco facendo un ticchettìo che inizialmente aveva fatto temere l'arrivo della grandine. Ma il deposito bianco nelle pieghe della giacca, sulle braccia distese verso il manubrio, ha fatto subito capire che quella non era grandine, bensì neve. In quel momento Kanoista e Brücke erano già al caldo nel rifugio del passo, mentre il Presidente e Giro stavano giungendo in vetta, quando sono stati investiti in pieno dalla tormenta. Con uno scatto degno del Pantani dei tempi migliori, i due hanno accelerato il ritmo per giungere al riparo sotto la tettoia del locale dove gli altri due compagni stavano attendendo. Nel frattempo gli altri 3 Rinco erano in balia delle intemperie sui tornanti sottostanti, con Cecchi Paone che giungeva pochi minuti dopo e Uomo Lavico e Carioca dati per dispersi. In realtà il siciliano di Filicudi (che raggiungerà tra pochi giorni le sue Eolie, passando in una manciata di ore dalle Dolomiti innevate al Mar Tirreno) stava prestando assistenza al compagno in difficoltà, cedendogli la sua MTB più leggera (e con due rapporti in più, n.d.r.) e caricandosi addirittura il suo zaino, legato sul ventre a fare coppia con il proprio sulla schiena.
Dopo una lunga attesa, preceduto dall'Uomo Lavico che sembrava uno sherpa tibetano su due ruote, anche il Carioca è giunto stremato al Pordoi, accasciandosi sul manubrio con il respiro affannato. All'ironica domanda del Presidente ("Allora com'è, è stata dura?"), è seguita una la spontanea e colorita risposta: "Mortacci sua!".
Dopo che anche gli ultimi due Rinco giunti in vetta si erano asciugati e ristorati con una bevanda calda, si è approfittato della schiarita per la rituale foto al cartello del passo e alla stele dedicata al Campionissimo, Fausto Coppi, che proprio su questa salita firmò una delle sue leggendarie imprese negli anni '40 e '50.
Quindi è iniziata la discesa finale, che in 7 veloci chilometri ha condotto nuovamente al bivio Canazei/Passo Sella ed al parcheggio dove erano state lasciate le autovetture.
Complessivamente sono stati percorsi 52 km, mentre il dislivello assommato nelle 4 salite ha raggiunto i 1.660 metri.

LA FOTO-CRONACA DELLA STORICA GIORNATA

La planimetria panoramica della splendida escursione (in rosso i tratti in salita, in verde quelli in discesa). Con i numeri sono indicati i passi, con le lettere i paesi.

LEGENDA LOCALITA'

(A) Pian de Schiavaneis (TN) - m. 1.815 (C) Corvara in Badia (BZ) - m. 1.522
(1) Passo Sella (TN) - m. 2.240 (3) Passo Campolongo (BL) - m. 1.875
(B) Plan de Gralba (BZ) - m. 1.871 (D) Arabba (BL) - m. 1.601
(2) Passo Gardena (BZ) - m. 2.121 (4) Passo Pordoi (TN) - m. 2.239


L'altimetria, con il caratteristico su e giù dei 4 passi dolomitici


I 7 PROTAGONISTI IN AZIONE


 



Pian de Sciavaneis, ore 09,30: si attende un miglioramento
del tempo per poter prendere il via e ci si ripara sotto un pino



La temperatura a quota 1.800 è di soli 7° (e si deve salire più su!)



Alla fine si parte: la pioggia è leggerissima e quasi impercettibile
(anche se alla lunga, bagna, perchè l'acqua è sempre acqua!)



Uno dopo l'altro si scalano i tornanti verso Passo Sella



Finalmente, ecco la prima meta!



Il termometro fuori un negozio di souvenir indica la cruda realtà!



Foto di rito e poi via, verso la Val Gardena ...



Le nuvole basse impediscono di vedere il fondo valle



Nella seconda salita, verso Passo Gardena, Carioca inizia
a perdere contatto con la comitiva, ma rimane sempre a vista!



Anche il secondo valico è raggiunto



Anche qui la temperatura non è proprio ferragostana
e il gesto di Giro è più che eloquente



In compenso il cielo si sta aprendo e compaiono le montagne



Ecco il budello di tornanti che portano a Corvara in Badìa



Dopo Corvara si sale verso il Campolongo, ma una pioggia intensa
costringe ad una sosta. Si approfitta per mangiare qualche snack


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E sono tre! Anche il Campolongo è raggiunto



Ora siamo in Veneto e si scende verso Arabba (BL)



Ad  Arabba inizia l'ultima, con un cartello ammonitore!



I tornanti si susseguono veloci, spesso molto ravvicinati



Dopo una lunga attesa, i crampi, la pioggia e la bufera di neve ...
anche il Carioca arriva trionfante sull'ultimo passo: il Pordoi



Nel frattempo sta uscendo il sole (ma dove eri stato fino ad ora eh?)



La foto col cartello è un classico: questa è la 4ª di oggi



Al Pordoi, però (come allo Stelvio), c'è da omaggiare il mito del
Campionissimo Fausto Coppi, ricordato da una stele bronzea



Alla fine c'è la vera e propria beffa: ecco come si presenta il cielo!



Il Presidente mostra le quattro bandane utilizzate, una per ogni passo:
rossa per il Sella, azzurra per il Gardena, nera per il Campolongo e
gialla ("Un omaggio a Pantani", ha detto lui) per il Pordoi.



Alla fine fa così caldo (?) che Brücke si mette in costume!



Come nel 2005 sullo Stelvio, l'uscita RincoGold non poteva
che concludersi ... con una bella torta da magnà !!!