13 giugno 2015: l'11ª tappa di RincoGold sui passi di V. di Fiemme e V. di Fassa |
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Giro dei Passi di Fiemme e Fassa |
Bellissimo tour attorno al massiccio del Lusia, con salita a Passo S.Pellegrino, sconfinamento in Veneto e rientro in Trentino da Passo Valles. Ciliegina sulla torta, la salita in Val Venegia. Giornata a rischio per il meteo, ma Giove Pluvio ha strizzato l'occhio ai Rinco che hanno preso solo 4 gocce, durante la discesa verso Predazzo. Percorsi 75 km, mentre il dislivello è stato di quasi 2.100 metri. |
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i presenti |
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Ammiraglia | |||||||
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la cronaca |
Predazzo (TN), 13/06/2015. E' stata disputato oggi - fra la Val di Fiemme, la Val di Fassa ed il Veneto, l'11ª uscita di Rinco-Gold, il programma che una volta l'anno propone uscite decisamente off-limits ! Questa volta è stato individuato un tour che ha portato ad aggirare il massiccio del Lusia, scalando i Passi San Pellegrino e Valles.
Le premesse meteo, alla vigilia, non erano rosee, con alcuni siti web che prevedevano rovesci sparsi nel pomeriggio ed altri che non lasciavano scampo, mettendo acqua fin dal mattino. I Rinco sono partiti da Trento fiduciosi, ed alla fine la loro fiducia è stata premiata perchè nonostante le 9 ore in sella, si son beccati giusto 4 gocce lungo la discesa verso Predazzo, mentre due temporali assai intensi, con anche qualche accenno di grandine, sono arrivati quando i nostri biker erano al riparo di una grondaia a Passo Valles.
Il gruppo, composto da 14 biker e costantemente seguito dall'ammiraglia con a bordo Giusy e Monica, è partito da Predazzo verso le 8:30. Dopo aver attraversato il paese - nel cui centro storico fervevano i preparativi per la gara ciclistica "Marcialonga Cycling", in programma domenica 14/6 - è stata imboccata in direzione nord la bella "Pista ciclabile di Fiemme e Fassa", che costeggia il torrente Avisio.
Per circa 10 km si è pedalato in tutta tranquillità, in leggerissima salita (la pendenza media è del 2%), attraversando una serie di prati fioriti. Giunti a Moena, è stata imboccata la "Strada de Pelegrin", che porta verso l'omonima valle. Il tratto iniziale, con alcuni tornanti per guadagnare quote ed uscire dal paese, è stato percorso su strada asfaltata, poi si è passati su sterrato, utilizzando una comoda strada forestale che risale la valle parallelamente alla statale, ma rimanendo nel bosco e, soprattutto, lontano dal traffico che con l'avvio della stagione turistica comincia a farsi più intenso, specie per via moto e camper.
La salita è proseguita su sterrato per quasi 10 km, poi - nella parte finale - si è usciti sulla strada asfaltata (non essendoci alternative) per raggiungere il valico, il primo della giornata: Passo San Pellegrino, a quota 1918 metri.
Dopo una breve sosta per rifoccillarsi e per indossare l'abbigliamento anti-vento (la temperatura, a quella quota, era decisamente frizzante) si è sconfinato in Veneto (provincia di Belluno), iniziando la discesa verso Falcade. La strada scende molto più ripida di quella del versante trentino, con un continuo budello di tornanti. Dopo circa 5 km, durante i quali si sono persi circa 500 metri di quota, si è giunti al bivio per passo Valles, ubicato a monte del paese di Falcade. Qui è stato fatto un nuovo pit-stop, togliendo gli abiti pesanti per affrontare la seconda salita della giornata. In questi frangenti si è apprezzata ancor di più la presenza dell'ammiraglia che, come acceduto in altre occasioni del Rinco-Gold, ha consentito ai nostri biker di viaggiare leggeri, visto che gli zainetti con gli abiti di ricambio ed i viveri erano trasportati in macchina e messi a disposizione quando ce n'era bisogno.
La salita di Passo Valles è stata più breve - praticamente la metà - di quella del San Pellegrino, ma con una pendenza media superiore vicina al 9% e dunque decisamente più tosta. I tornanti erano alternati ad interminabili diagonali, che hanno portato a risalire il versante orografico sinistro della valle, fino a raggiungere i 2.032 metri di Passo Valles, dove nel frattempo il cielo si era oscurato minacciando pioggia. Quando gli ultimi della fila sono arrivati al valico, sono iniziati a cadere i goccioloni, seguiti da qualche chicco di grandine! Tutti al riparo sotto una capiente grondaia in attesa che spiovesse, approfittando nel frattempo per vestire gli abiti da discesa e per mangiare qualche panino, visto che ormai si era fatta abbondantemente l'ora di pranzo!
La pioggia è quasi cessata dopo qualche minuto, per poi riprendere nuovamente, ma dopo questi due scrosci il cielo ha dato timidi segni di apertura, così i Rinco ne hanno approfittato per iniziare la discesa. In questo tratto ci si è bagnati un po', per via dell'acqua che scorreva sull'asfalto e che era sollevata dalle ruote, ma era sufficiente rallentare la velocità per diminuire drasticamente gli spruzzi, salvando il salvabile!
Arrivati alla loc. Pian dei Casoni è stata abbandonata la strada asfaltata per imboccare la splendida Val Venegia, una piccola valle laterale solcata dal torrente Travignolo, che regala in ogni occasione grandi emozioni. L'ultima volta era stata percorsa, in un ambiente decisamente suggestivo, con le ciaspole ai piedi (gennaio 2015) e gli abeti carichi di neve. In precedenza si era saliti quassù in sella alla mtb nel 2005 e nel 2009. La slaita è di circa 7 km e porta da Pian dei Casoni fino al Passo Costazza (m.2180, dove si trova la celeberrima Baita Segantini), passando per Malga Venegia e Malga Venegiota. La prima metà dell'ascesa è molto tranquilla, quasi in falsopiano, poi inizia a farsi più ripida, concludendosi con un vero e proprio budello di tornanti che scalano il muro finale, fra il Cimon della Pala e il Castellaz. Unico neo, oggi, la mancata visione integrale delle spettacolari Pale di San Martino, solamente intraviste di tanto in tanto, fra le nuvole che si spostavano in continuazione.
Giunti a Passo Costazza (GPM a quota 2180), ci si è preparati per la discesa a Passo Rolle, utilizzando la comoda strada bianca. Ad un certo punto, giunti ad un bivio e su suggerimento dello Snowboarder (che poi ha pagato questo intervento con continue promesse di voto alle prossime elezioni del Merdatleta dell'anno), invece di scendere verso Passo Rolle si è proseguito verso una malga, da dove si sarebbe dovuto scendere alla statale che scende dal Rolle. Purtroppo la strada finiva alla malga e così i Rinco hanno provato a seguire una traccia di ruote nell'erba, controllando nel PS che la direzione fosse giusta. La traccia finiva dove finiva il pascolo, e da lì in poi è stata un'avventura nel bosco, sempre puntando il GPS verso la strada, ma superando un percorso ad ostacoli, con radici, sassi, rami secchi, erba alta e perfino qualche acquitrino, con le scarpe che sprofondavano nella melma fino alle caviglie ...
Alla fine, dopo una buona mezzora di vagabondaggio nel bosco, si è riusciti a sbucare sulla statale, da dove si è scesi fino a Paneveggio, raggiungendo l'ammiraglia che ci stava aspettando. Da Paneveggio è stata quindi abbandonata la statale, imboccando la strada che attraversa la c.d. "Foresta dei Violini", fatta di imponenti abeti rossi dove il famoso liutaio cremonese Stradivari sceglieva personalmente gli alberi da cui ricavare il legno con cui costruire i suoi preziosissimi ed apprezzati strumenti a corda.
Dalla "Foresta dei Violini" si è così giunti al Lago di Forte Buso (artificiale, realizzato con uno sbarramento del Travignolo negli anni '50, per scopi idroelettrici), da dove si è proseguito sulla bella strada lungolago, che costeggia tutta la sponda sud dello specchio d'acqua. Arrivati in fondo al lago c'è stato un supplemento di salita, breve ma tosta dopo 2000 metri dislivello già messi nelle gambe. Giunti sul colle che sovrasta il lago, è iniziata la discesa nella valle del Travignolo, su una comoda e veloce strada forestale che si trova sulla sponda sinistra del torrente.
Dopo qualche km di discesa nel bosco, giunti all'altezza dell'abitato di Bellamonte (che si trova sulla sponda opposta), si è attraversato il Travignolo sul nuovo ponte sospeso, realizzato in loc. Scofa con dei cordini d'acciaio ed un robusto tavolato in legno. Dopo essere passati sulla sponda destra del torrente, la discesa è proseguita prima su una ripidissima strada con pavimentazione in listelli di porfido (con un paio di tornanti dove si superava abbondantemente il 20% di pendenza), poi lungo il torrente, passando sotto le alte pareti di porfido in loc. Sottosassa, dove è stata realizzata una palestra di roccia.
Dopo un nuovo attraversamento del Travignolo, su un vecchio ponte in pietra di epoca austro-ungarica, si è tornati in sponda sinistra per proseguire la discesa verso Predazzo. Poco più a valle, nuovo attraversamento del torrente, questa volta su un ponte carrozzabile, per raggiungere la zona del campeggio di Predazzo, ubicato proprio all'imbocco della valle che sale verso il Rolle.
Da qui non è rimasto che imboccare la ciclopedonale sterrata in destra Travignolo, arrivando fino al centro di Predazzo, di fronte alla Scuola Alpina della Guardia di Finanza. L'ultimo km, in pianura, ha riportato dal centro del paese alla zona del campo sportivo (Predazzo sud), dove si è chiuso l'anello di 75 km, con un dislivello complessivo di quasi 2.100 metri. Complimenti a tutti!
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i dati tecnici |
Complessivamente sono stati percorsi circa 75 km, mentre il dislivello superato è stato di circa 2.080 metri. L'altimetria presenta 3 picchi in sequenza, corrispondenti ai 3 passi raggiunti. La salita più lunga (circa 22 km) è quella iniziale, da Predazzo al Passo San Pellegrino, anche se il tratto Predazzo-Moena (ca. 10 km) è decisamente soft (pendenza media 2%), mentre il tratto Moena-San Pellegrino (12 km) presenta una pendenza media del 6%. La salita più breve (6,7 km) dal bivio di Falcade al Passo Valles. GPM a Passo Costazza, i cima alla Val Venegia, m. 2.180.
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le immagini |
1. Predazzo-Moena
Ritrovo a Predazzo, zona campo sportivo. Poco dopo le 8:00 siamo già lì
Prima del via, supplemento di colazione. Oggi sarà lunga, mooolto lunga
La truppa scalpita ...
Verso le 8:30 si parte
Entriamo nel centro di Predazzo, dove fervono i preparativi per la Marcialonga
Cycling
La bella chiesa di SS.Filippo e Giacomo, con il porfido a vista
Il gruppetto dei Rinco in piazza
Lasciamo il centro di Predazzo, diretti verso Moena
Percorriamo il viale centrale, ex sede della strada statale, prima della
costruzione della tangenziale
Usciamo dal paese attraversando l'Avisio
Qui c'è l'innesto della bella ciclabile di Fiemme e Fassa, che parte da Molina
di Fiemme
Imboccata la ciclabile, proseguiamo verso nord
Entriamo subito in un contesto rilassante
Poco dopo passiamo vicino ad un allevamento di trote
La ciclabile alterna dei tratti a ridosso del torrente ad altri in mezzo ai
prati
Si pedala davvero in un ambiente da cartolina
Un tratto a bordo Avisio, realizzato scavando una parte del versante, come si
nota dal muro di sostegno
Ancora in mezzo ai prati, mentre c'è un accenno di sole ...
Ogni tanto si passa sulla sponda opposta del torrente, con dei ponti
appositamente realizzati
L'uso del legno, in Val di Fiemme, è d'obbligo !
Frà Predazzo e Moena facciamo una sosta con l'ammiraglia, per togliere le
ventine. Inizia a fare caldo
Ora siamo tutti in maniche corte
Si riparte, passando di nuovo in sponda sinistra
10 tonnellate di portata. Saranno sufficienti per 14 Rinco ?
Si prosegue sulla leggerissima salita, in direzione Moena
L'Avisio, che attraversa la Val di Fassa, la Val di Fiemme e la Val di Cembra,
prima di confluire nell'Adige
Poco prima di Moena abbandoniamo la ciclabile (che si trasferisce sulla sponda
destra) e proseguiamo
su sterrato, in sponda sinistra. A terra si notano le pozzanghere lasciate dalle
piogge della notte
La stradina attraversa un bel bosco di abeti
Il tracciato si snoda a zig-zag fra le grandi conifere
Suggestivo passaggio in prato fiorito
Fiori di campo, più alti di noi !!!
Un tratto di ghiaino prima di arrivare in paese
Scesi dall'antico Pont de Mur (che si nota sulla sx) entriamo in Moena
Percorriamo il viale centrale del paese che, dopo l'apertura della tangenziale,
è stato finalmente
liberato dal traffico di transito verso l'alta Val di Fassa. In estate, qui,
c'era una colonna interminabile
Attraversiamo l'Avisio, puntando verso la Valle di San Pellegrino. Ora inizia la
salita vera ...
2. il Passo San Pellegrino
Lasciamo il centro di Moena
Imbocchiamo la Strada de Sèn Pelegrin (in ladino)
La strada sale subito abbastanza ripida, con alcuni tornanti
Con l'apertura del cielo, si iniziano a scorgere le bellissime cime dolomitiche
attorno a Moena
Guadagniamo velocemente quota ...
Un paio di curve e il paese è già sotto di noi
Dobbiamo percorrere circa 1 km della statale, prima di uscire su stradine
laterali
La colonna dei Rinco
La preziosa ammiraglia ci attende ad una piazzola. Snack, acqua per le borracce,
sali minerali ...
Si riparte
Procediamo rigorosamente in fila per uno !
Finalmente lasciamo la statale ed imbocchiamo una via parallela, dove il
traffico è inesistente
La strada serve alcune baite e casette di montagna
La salita, dopo il ripido strappo iniziale, si è fatta più dolce
Arriviamo in loc. Ai Ronc'
Qui termina la stradina comunale. Ora passeremo su sterrato
Infatti attraversiamo la statale per imboccare, sul lato opposto, una bella strada
forestale
La sterrata, con fondo abbastanza compatto (tranne alcuni punti ghiaiosi) sale
parallela alla statale
Ogni tanto troviamo qualche strappo dove la pendenza si alza
Pendenza elevata e ghiaia sul fondo: è facile impiantarsi e allora si prosegue a
piedi !
Nel frattempo è uscito davvero il sole !
Ora anche la temperatura si è fatta gradevole
L'atmosfera - come sempre - è allegra
Landini e Big Bobby
I trevigiani Sharif e Dori One, all'esordio stagionale
GigaBike impegnato su uno dei tanti strappi che si alternano a tratti con
pendenza più moderata
Un gorgheggiante ruscello, affluente del torrente S.Pellegrino
Siamo a soli 100 metri dalla trafficata SS346, ma sembra di essere lontani,
molto lontani ...
Un tratto decisamente più soft, quasi in falsopiano
Anche qui troviamo dei grossi massi, segno di antiche frane di epoche
post-glaciali
Una sosta lungo il torrente
Si riprende a pedalare, sulla comoda strada con fondo battuto e scorrevole
Oggi non ce n'è tanto bisogno, ma qui si pedala all'ombra e al fresco degli
alberi
Alcuni tratti sono proprio a ridosso del Rio San Pellegrino (in ladino Rif de
Sèn Pelegrin)
Si alternano tratti in salta a tratti in falsopiano
Nella parte finale, prima del passo, la salita si fa più ripida e la strada
inizia a compiere alcuni tornanti
Un altro ruscello laterale
Cristina affronta il guado ... asciutto!
Mucche al pascolo, ci osservano curiose
Scolliniamo il pascolo e troviamo una leggera discesa
Una sosta al ponticello di legno
Arriviamo ad un albergo dove termina la strada sterrata. da qui in poi
proseguiremo sulla statale
Dopo l'avallamento, dobbiamo risalire verso la strada
E da dietro l'erba, sbucò Giusy !
Giusy e Monica si aspettano con l'ammiraglia. Altro rifornimento !
Proseguiamo per l'ultimo km su asfalto, prima del passo
Poco più avanti il primo cartello, di legno, ci dà il benvenuto
Qui ci vuole la foto ricordo
Dopo il cartello turistico, ecco il cartello stradale
E dopo il cartello turistico e quello stradale, ecco il cartello in ladino ...
Ma il passo, però, dov'è ???
Nel frattempo ci si rifocilla. Chi non mangia in compagnia ...
Per il passo vero e proprio, ci vuole ancora qualche centinaio di metri ...
Ed eccoci, finalmente, al valico fra il Trentino ed il Veneto, a quota 1918
Il gruppo procede compatto ...
Al passo ci accoglie un timido sole. Finora è andata di lusso ...
Passiamo davanti alla vecchia chiesetta e raggiungiamo il cartello ufficiale del
valico
Foto ricordo al passo. Il primo dei tre valichi da scalare oggi è andato!
Giacche a vento e via, per la discesa
Contrariamente a quanto accade di solito, il confine amministrativo fra Trento e
Belluno non è posto
in corrispondenza del passo, ma un paio di km a valle, lungo la discesa del
versante veneto
Siamo nella Valle del Biois, nell'Agordino
Il cartello ci indica che siamo nel Comune di Falcade
La strada, da questo lato, è molto più ripida del versante trentino
Affrontiamo il budello di tornanti verso Falcade, con pendenze fra il 15 e il
18%
Ogni tanto veniamo superati da qualche moto
La strada scende ripida verso il fondo valle
La pendenza dei tornanti è testimoniata da questa foto, scattata dal tratto
prima della curva: chi
ha appena superato il tornante è gia qualche decina di metri più in basso!
Dopo circa 5 km di ripida discesa, arriviamo al bivio per Passo Valles, dove ci
aspetta l'ammiraglia
Un vecchio cippo indica l'origine militare di queste strade
Consegniamo all'ammiraglia le giacche a vento e ci prepariamo per la seconda
salita della giornata
3. il Passo Valles
Dopo la sosta, si riparte. Obiettivo Passo Valles
Domani c'è la Marcialonga Cycling e i cartelli lungo il percorso fanno comodo
anche a noi: 7km alla vetta
Contrariamente a quella di Passo San Pellegrino, quella del Valles è una strada
molto meno trafficata
Saliamo inizialmente con alcuni lunghi rettilinei, che sembrano interminabili
...
Selfie ...
Alcune belle baite in legno
La pendenza inizia a salire
I zòveni ...
Il gruppo si è sgranato e si sono formati alcuni piccoli gruppetti
La pendenza media è quasi del 9%, ma in alcuni punti vi sono degli strappi molto
più ripidi
GigaBike impegnato in salita
Il paese di Falcade, che si trova appena sotto il bivio dove abbiamo iniziato la
salita
In lontananza si inizia ad intravedere il crinale ...
Lungo la salita solo boschi e prati, tranne questo isolato albergo montano
Lo Snowboarder
Christian (a sx) e Cipollino con Brücke ( a dx)
Il crinale, pedalata dopo pedalata, si avvicina ...
Uno dei tornanti con cui la strada risale il ripido versante
Ormai manca poco alla cima
La fatidica "ultima curva" ...
Si intravedono le case del passo ...
Falcade e la provincia di Belluno ci salutano. Si rientra in Trentino
Ed eccoci al valico, a quota 2032 m. Dopo i 900 metri di dislivello del
S.Pellegrino, altri 600 messi in cascina
Dori One
Al valico ci attende l'ammiraglia, dove ritireremo viveri e abiti pesanti per la
discesa. Una curiosità: la
chiesetta che si vede sul dosso erboso è quella che si trovava nel cimitero
militare di Paneveggio.
Venne smontata dopo la guerra e ricostruita quassù nel 1948, su un edificio
preesistente del 1914
Neanche il tempo di smontare dalle bici e arriva un forte temporale, con accenni
di grandine
Troviamo riparo sotto una capiente grondaia e iniziamo la vestizione per la
discesa
Lo Snowborder esibisce una ventina rosa shocking !
Anche Brücke va sul colorato, mentre Cipollino si tinge di nero (è perchè
... il nero sfina?)
United Color of Rinco |
Passato il temporale, saltiamo in sella e iniziamo la discesa
Non piove più, ma la strada è ancora bagnata e quindi scendiamo con molta
prudenza
Il budello di curve scende lungo l'alta Valle del Travignolo
Dopo un paio di km passiamo per Malga Vallazza. Ricordate il trekking di agosto
2014 a Cima Bocche?
Siamo partiti proprio da questo punto. Evidentemente la località - in quanto a
meteo - ci porta male !!!
Proseguiamo la nostra discesa a velocità contenuta
Sul versante sinistro della valle, una curiosa formazione geologica attira la
nostra attenzione
Con lo zoom si apprezzano meglio i vari strati di origine sedimentaria che si
sono sovrapposti nel corso
delle varie ere geologiche, solidificandosi e diventando roccia (seppur morbida,
come tutte le Dolomiti)
La variopinta colonna scende lungo la strada in direzione di Pian dei Casoni
L'ammiraglia di Giusy e Monica ci scorta da dietro
GigaBike ha avuto un problema ai freni anteriori e così il Cimo gli dà una mano
a rallentare !
Tornante dopo tornante, perdiamo quota ...
Più o meno a metà discesa, fra il Valles e Paneveggio, svoltiamo a sinistra in
loc. Pian dei Casoni.
Qui inizia la Val Venegia, piccola valle laterale che ci porterà a Passo
Costazza, il terzo valico di oggi
4. La Val Venegia e Passo Costazza
Dopo la nuova sosta, imbocchiamo la sterrata della Val Venegia
Il ponte in legno sul torrente Travignolo, che nasce proprio in questi
luoghi
Ecco il torrente che scorre verso la Val di Fiemme, dove si unirà all'Avisio
Il primo tratto, all'imbocco della valle, è praticamente pianeggiante
Più avanti inizia una leggera salita
Il fondo è compatto e scorrevole e si viaggia spediti ...
Dopo un tratto nel bosco, sbuchiamo nel pascolo di Malga Venegia
La malga è posta sull'altura, mentre il bestiame è al pascolo. Erba fresca
...
La strada tagli in due la vasta conca prativa
Proseguiamo la nostra pedalata, con le Pale di San Martino che ogni tanto
fanno capolino fra le nuvole
La strada prosegue a salire dolcemente
Il fondo, pur sterrato, è molto compatto e scorrevole, il che agevola
l'incedere in salita
Il passaggio su un ruscello laterale, attraverso un caratteristico ponte di
legno
Alla nostra destra, il Travignolo, che quassù - appena poco dopo la sorgente
- è davvero un ruscello
Più avanti arriviamo a Malga Venegiota
Il camino è in azione, quindi la stufa è accesa. Per pranzo o ... per
riscaldarsi ?
Sull'ennesimo ponticello, una sosta per ammirare le Pale di San Martino
Oggi - purtroppo - sono parzialmente velate. Ma lo spettacolo si intuisce
Sullo stesso ponte, nel 2009. Altra giornata dal punto di vista meteo. C'era
anche il compianto Gaspa
Proseguiamo la salita, passando vicino alla malga
Dopo malga Venegiota, la salita si fa più ripida
Un capanno in legno, ultimo segno di presenza umana che troveremo. Da qui in
poi, solo natura selvaggia
Con l'alzarsi della quota altimetrica (oltre 1800 m.) sparisce il bosco e il
paesaggio si fa quasi lunare
Arriviamo nell'ampia spianata che precede il muro finale
Lungo i pendii della montagna sono ancora visibili le lingue di neve
Proseguiamo la slaita sulla comoda strada bianca, che attraversa la spianata
Sullo sfondo si vede la cresta di Passo Costazza
Il Travignolo, appena nato
Splendidi prati puntellati di giallo
Pare che il nome Venegia derivi dal dialetto locale "Vè nia", cioè "Non c'è
nulla", nel senso che quassù
la Natura regna incontaminata, non essendoci alcuna costruzione dell'uomo.
Dalle foto pare di sì ...
Terminata la spianata, la salita riprende più ripida
Ora la strada si inerpica sul versante finale della valle, con numerosi
tornanti
Rispetto a qualche anno fa (nel 2005 e nel 2009 le nostre precedenti
esperienze quassù) la strada è
stata molto sistemata ed ora il fondo è più compatto e scorrevole. Un tempo
era molto più sassosa
Proseguiamo la salita, al cospetto del Cimon della Pala, seminascosto fra le
nubi
Ogni tanto arriva anche qualche raggio di sole ...
Sosta ristoratrice
Mano a mano che ci alziamo, si inizia a vedere il budello di curve della
strada che sale a Passo Costazza
Qui la pendenza si fa più tosta ...
Oltrepassata quota 2000, la vegetazione è pressoché scomparsa. Solo erba ...
Un grosso nevaio di fronte a noi. Qui è facile che in certi punti la neve
non si sciolga mai
Nell'estate 2009, ad esempio, trovammo neve pure sulla strada e dovemmo
proseguire per un tratto a piedi !
Si risale il budello di tornanti
La strada compie una sorta di slalom fra grosse pietre. Gli smottamenti di
epoca post-glaciale sono evidenti
Quando sopra di te vedi solo il cielo, significa che ci siamo quasi ...
L'ultimo strappo prima del valico
Nel frattempo si apprezza ancora meglio la sequenza di curve appena
affrontata
Arriviamo alla stanga. Ormai siamo quasi al valico
La strada spiana: ci siamo
Ed eccoci a Passo Costazza, m.2180, con la celeberrima Baita Segantini, uno
dei rifugi alpini più noti
Il riposo della "guerriera" ... (unica lady al via oggi)
Prima di scendere, l'immancabile foto ricordo
Certo, nel 2009 trovammo un altro clima ... vabbè, va bene anche così !
5. La discesa a Predazzo
Dopo una breve sosta al passo, ci vestiamo di tutto punto per la discesa e
partiamo
A causa della nebbia, solo passandoci a fianco ci accorgiamo del laghetto
...
Christian (di spalle), che è della provincia di Rovigo, si sarà sentito a
casa con questo nebbione (!!!)
Poco più in basso arriviamo alla Capanna Cervino. Uno si chiederà, ma com'è
che un locale
in mezzo alle Dolomiti viene chiamata come una montagna che si trova in
Valle d'Aosta ?
La risposta è che il Cimon della Pala (a dx) è chiamato anche "il
Cervino delle Dolomiti",
per via della sua grande somiglianza con la vetta delle Alpi occidentali (a
sx). In effetti ...
Proseguiamo la discesa verso Passo Rolle
Mano a mano che ci abbassiamo di quota, la nebbia si dirada
Ecco il momento del fatidico errore ! Vedete il quadrivio alle nostre
spalle? Lì avremmo dovuto svoltare
a sx, seguendo le indicazioni per Passo Rolle (da dove saremmo poi scesi a
Paneveggio). Ma qualche
"genio" ha detto «Andiamo di qua che arriviamo alla malga e poi
scendiamo alla statale, così tagliamo».
Mai dare retta ai "geni" ... Mai !!!
Percorriamo la bella strada che taglia le coline erbose. Sembra andare tutto
bene ...
La strada è anche comoda, cosa vuoi di più ?
Ecco la malga. Qui si dovrebbe proseguire per la statale ...
Alla malga la strada finisce! Così seguiamo una traccia di pneumatici
nell'erba, speranzosi ...
In realtà la traccia finisce dove finisce il prato e così ci troviamo nel
bosco con la bici a spinta ...
Solo dopo mezzora di peripezie, e grazie al GPS che ci ha indicato la
direzione, arriviamo alla strada
C'è pure la ciliegina del muro per scendere dal bosco !
Finalmente riprendiamo a pedalare
Scendiamo verso Paneveggio
E come si sfreccia !
Poco dopo il bivio per la strada del Valles, eccoci a Paneveggio, sede del
Parco Naturale
il Centro Visitatori è ubicato in una vecchia segheria "alla veneziana",
cioè alimentata ad acqua
Pausa ... (come i veciòti al parco)
I cervi del vicino recinto faunistico
Si riparte. Ora ci attendono diversi km di sterrato per rientrare a Predazzo
Imbocchiamo la strada che ci conduce nel vicino bosco
Per un tratto, affrontiamo alcuni saliscendi
Un ponte coperto sul Travignolo. Il ponte, realizzato in legno, riprende
l'antica tradizione locale dei ponti
coperti, un tempo molto diffusi. Oggi, di originale, ne esiste solo uno, a
Panchià, sul torrente Avisio.
Ci siamo passati lo scorso anno di questi tempi, durante l'uscita sulla
pista ciclabile della Val di Fiemme
Il ponte è dotato di alcune finestre nel pavimento ...
Dai vetri si può ammirare lo scorrere dell'acqua del torrente Travignolo
Si prosegue con il su e giù nel parco
Si pedala nella "Foresta dei Violini". Si narra, infatti, che il famoso
liutaio cremonese Stradivari venisse
personalmente a Paneveggio per scegliere gli abeti rossi da cui ricavare il
legno che lui avrebbe poi uti-
lizzato per costruire i suoi preziosi ed apprezzati strumenti a corda. Da
qui l'appellativo d questo bosco
Noi, molto più modestamente, abbiamo suonato parecchio degli strumenti a
fiato. Vero Cipollino ?
Un altro passaggio sul torrente
Ora ci lanciamo in discesa
Sfrecciamo fra bosco e prati
Cimo mentre "scorta" GigaBike, che in discesa deve rallentare per via dei
problemi ai freni anteriori
La strada forestale termina al Lago di Forte Buso
Il lago, lungo e stretto, è stato creato artificialmente da uno sbarramento
eretto negli anni '50 dall'Enel.
Qui, come in tanti altri luoghi del Trentino ricco d'acqua, è stato creato
un bacino per scopi idroelettrici
Imbocchiamo la strada lungolago, passando fra due cataste di abeti appena
tagliati. Un aerosol !
Panoramica del lago
La strada sterrata costeggia il lago sul versante opposto a quello dove
corre la statale
Poteva mancare, in una giornata così, il guado ?
In fondo al lago c'è un nuovo tratto di salita. Mezzo km di nuove sofferenze
!
In cima al colle, prima di iniziare la discesa, facciamo una breve sosta
Inizia la discesa. Come sfreccia Cristina !
Cimo a slalom fra gli abeti
Il passaggio su un ruscello laterale al Travignolo
Briz e Snowboarder
Altri tornanti nel bosco
Ora si scende parecchio
Ci inoltriamo nella valle del Travignolo, all'interno della fitta boscaglia
Un tratto di strada realizzato tagliando la roccia
Il torrente scorre più in basso, nella forra
Arriviamo al Ponte della Scofa, sotto l'abitato di Bellamonte
Il ponte, di recentissima realizzazione, sostituisce un vecchio ponte, più
basso, rotto dalle piene
Il Travignolo che scorre verso Predazzo
Foto di gruppo sul ponte sospeso
Riprendiamo a pedalare
il ponte è stato ultimato, ma la viabilità di raccordo è ancora ... in alto
mare !
Percorriamo un centinaio di metri con le bici a spinta
Come diceva Johnny Stecchino "Il problema di Bellamonte ... è il traffico"
Percorriamo lo stretto sentiero, dove fa bella mostra di sé una nuovissima
staccionata in larice
Rientrati sulla strada, ora in sponda destra del Travignolo, riprendiamo a
pedalare
Scendiamo veloci verso Predazzo
Oddio, veloci ... c'è sempre qualche ostacolo !
Altro sentiero "pedalabile" ...
Più a valle troviamo un ripidissimo tornante, seguito da un'altrettanto
ripida rampa, con fondo in porfido
Cristina scende prudentemente a piedi
Dopo la rampa (che si scorge in alto a dx nella foto), la strada si fa più
comoda
Ora siamo proprio dentro la forra, con il torrente a pochi metri sulla sx ed
alte pareti porfiriche a dx
Il torrente e i lastroni di porfido, incisi nel corso dei millenni
Arriviamo nella zona chiamata Sottosassa, dove c'è una palestra di roccia
Le vie per l'arrampicata sono segnate sulla parete rocciosa con della
vernice
Arriviamo al ponte austriaco che ci riporta in sponda sinistra
Il ponte, come recita l'iscrizione nella pietra, è datato 1893
Ingegnosa la soluzione per i parapetti, con lastroni di porfido infilati in
colonne,
anch'esse di porfido, dov'è stata realizzata una scanalatura. Praticamente
eterno!
Il torrente visto dal ponte
La discesa prosegue verso valle
un altro ponte (certamente meno pregiato, storicamente parlando) ci riporta
in sponda sinistra
Ora inizia l'asfalto, su una stradina che corre parallela, ma leggermente
più a valle, della statale per il Rolle
Il legno, in Val di Fiemme, è una risorsa preziosa e le cataste di abeti
sono una costante del paesaggio
Dopo il campeggio, si ritorna su sterrato, per l'ultimo tratto che ci
condurrà in paese
La bella ciclo-pedonale che costeggia il torrente
Ormai siamo alle porte del paese
Arriviamo in paese e svoltiamo sul ponte per raggiungere la zona sportiva
Percorriamo il tratto urbano della ciclabile di Fiemme e Fassa
Due simpatici asinelli, poco fuori dal paese
Ed ecco il campo sportivo, da dove siamo partiti questa mattina
Arrivati, dopo 75 km di peripezie! Anche questa è andata !!!
E alla fine ci vuole un bel bidet !!!
Un grazie
particolare alle |
Complimenti a tutti |
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